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Discussione: Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

  1. #561
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    Stato d’emergenza fino al 31 marzo, Draghi ha deciso e tranne Meloni tutti dicono sì: l’inverno sarà durissimo


    Si va verso la proroga fino al 31 marzo dello stato di emergenza pandemica: la decisione è presa. Il premier Mario Draghi porterà la proposta al prossimo Consiglio dei ministri, che potrebbe svolgersi già martedì 14 dicembre. I partiti, Pd in testa, sono d’accordo col presidente del Consiglio: “Credo sia maturo il tempo” per annunciare la proroga ed evitare “di trovarci oggi come l’Olanda”, ha detto il leader dei dem Enrico Letta.
    “Saranno decisioni delle prossime ore. Certamente c’è un approfondimento su questa tematica e ci sarà nelle prossime giornate una cabina di regia e un consiglio dei ministri”, ha confermato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini.
    Pure il M5s ha detto sì. Giuseppe Conte dopo essere uscito da un’ora e mezza di colloquio con Draghi, ha annunciato che “una proroga sarà necessaria”, non solo alla luce della “curva epidemiologica” ma anche per via della variante Omicron “molto contagiosa”.
    Anche la Lega avrebbe dato il via libera: “Non dò giudizi a priori, aspettiamo i dati”, ha detto il numero uno del Carroccio Matteo Salvini.
    Giorgia Meloni rimane l’unica contraria al prolungamento: “dopo due anni che emergenza è? Dopo due anni devi riuscire a combattere la pandemia ripristinando la pienezza dei diritti”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia.
    La convinzione nel procedere alla proroga di tre mesi è giunta dopo avere preso atto del contagio allargato a macchia d’olio in Europa, in particolare in Gran Bretagn.
    Stavolta, però, per far slittare l’emergenza servirà un intervento legislativo, che introdurrà diverse norme a sostegno: dall’obbligo di mascherine (anche a scuola) al distanziamento (in aula però solo consigliato), dai protocolli per la sicurezza sul lavoro allo smart working, fino al ruolo e le funzioni del commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e all’obbligo del Super Green pass.
    Non c’è invece più tempo per affidare alla Protezione civile i compiti del commissario (e in questo scenario, c’era chi ipotizzava una promozione di Figliuolo alla guida del Comando operativo di vertice interforze), oppure quella di creare una struttura di missione ad hoc a Palazzo Chigi.
    Poiché i contagi stanno salendo in fretta, scrive l’Ansa, “meglio quindi prendersi altri tre mesi e arrivare a primavera, quando si confida che, anche grazie alla campagna vaccinale, i contagi tornino in netto calo e sia più semplice allentare le misure di contenimento dell’epidemia”.
    Anche la scienza sostiene che l’intervento di proroga sia necessario. “L’inverno sarà durissimo”, aveva detto alla Stampa Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, in merito alla gestione della pandemia.
    La proroga “dal punto di vista sanitario” va fatta “assolutamente”. E poi n”on basta fare le norme, bisogna applicarle. Molti ristoranti non controllano gli accessi e a gennaio non ce lo potremo permettere”.
    Ricciardi ha aggiunto che “gennaio preoccupa molto”, anche se grazie all’alto numero di vaccinati “l’incremento dei casi” è “lineare e non esponenziale”.
    Ecco perché l’Italia è più al sicuro del Regno Unito, dove secondo Ricciardi si prevede che “a gennaio” ci sarà “bisogno di un altro lockdown a causa della combinazione tra Delta e Omicron”. S
    Secondo il docente universitario, “ci siamo abituati a cento morti al giorno, che si potrebbero evitare se tutti si vaccinassero”.
    Poi, però, Ricciardi ritiene che l’obbligo vaccinale generalizzato “non è indispensabile” in Italia, tenuto conto dell’attuale situazione epidemiologica, “mentre lo sarebbe nei Paesi dell’Est, in Russia e in Gran Bretagna”.
    L’ultimo commento è sulla vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni, che proprio in queste ore ha preso il via. “Non c’è ragione per non farla”, risponde Ricciardi, per cui “bisogna puntare al 90 per cento di vaccinati per la protezione che garantisce a bambini, scuola e famiglia”.



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  2. #562
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    Stato di emergenza prorogato al 31 marzo, prorogati congedi parentali al 50% con i figli in quarantena


    Approvato il decreto legge che estende di altri tre mesi (fino al 31 marzo 2022) le misure legate al contrasto della pandemia. Restano le possibilità di lockdown nazionale o per zone limitate, così lo smart working per i fragili ed il congedo per genitori con figli in quarantena. Tamponi a prezzi calmierati per tutto il 2022. Non è stata approvata invece alcuna misura che contempli l’obbligo di utilizzare mascherine all’aperto.
    “In considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione degli agenti virali da Covid-19, lo stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, è ulteriormente prorogato fino al 31 marzo 2022”.
    E ancora: “Nell’esercizio dei poteri derivanti dalla dichiarazione dello stato di emergenza il Capo del Dipartimento della protezione civile e il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19” adottano “anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19”.
    Fino al 31 marzo 2022 sono prorogati i congedi parentali al 50% per i genitori con figli in quarantena causa Covid ed è prorogata anche la possibilità di smart working per i lavoratori fragili.
    Con decreto ministeriale, “da adottare entro trenta giorni, sono individuate le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali, fino al 31 marzo 2022, la prestazione lavorativa è normalmente svolta in modalità agile, anche attraverso diversa mansione, e specifiche attività di formazione professionale sono svolte da remoto”.
    Fino al 31 marzo resta la possibilità di limitare gli spostamenti delle persone, “su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, occorrendo, sulla totalità di esso”.
    Si precisa che il Consiglio dei ministri non ha approvato alcuna misura che contempli l’obbligo di utilizzare mascherine all’aperto.
    Nel decreto, dove non ci sono misure aggiuntive per frenare la nuova ondata, sono inoltre previsti, all’articolo 6, sei milioni da destinare al ministero della Difesa per allestire, in un sito militare individuato dal commissario Figliuolo, uno stock di vaccini.
    “Al fine di assicurare il potenziamento delle infrastrutture strategiche per fronteggiare le esigenze connesse all’epidemia da COVID-19 e garantire una capacità per eventuali emergenze sanitarie future – si legge infatti nella bozza – è autorizzata, per l’anno 2022, la spesa di 6 milioni di euro per la realizzazione e l’allestimento, da parte del Ministero della difesa, di una infrastruttura presso un sito militare, individuato dal Commissario di cui all’articolo 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, d’intesa con il Ministero della difesa, idoneo a consentire lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali”.
    Comunicato di Palazzo Chigi
    Via libera del Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza, a un decreto-legge che prevede la proroga dello stato di emergenza nazionale e delle misure per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 fino al 31 marzo 2022. Per effetto del provvedimento, si legge nel comunicato ufficiale diffuso da palazzo Chigi al termine della riunione di governo, “sono anche prorogati i poteri derivanti dallo stato di emergenza al capo del Dipartimento della Protezione Civile, così come è prorogata la struttura del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica”.
    Restano in vigore altresì, continua la nota, le “norme relative all’impiego del Green Pass e del Green Pass rafforzato e ai test antigenici rapidi gratuiti e a prezzi calmierati”.
    Il decreto stabilisce, infine, “l’estensione, sino al 31 marzo 2022, della norma secondo cui il Green Pass rafforzato debba essere utilizzato anche in zona bianca per lo svolgimento delle attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla”.


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  3. #563
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    Obbligo vaccinale, il Dirigente scolastico può delegare altro personale alla verifica


    Da oggi, 15 dicembre 2021, scatta l’ora X per l’obbligo vaccinale anti Covid-19 per tutto il personale scolastico.
    La verifica dell’adempimento spetta al Dirigente scolastico, che opererà tramite una nuova funzionalità sul SIDI, utilizzando il proprio profilo di accesso.
    La procedura per il controllo è stata illustrata con nota del 14 dicembre.
    Ovviamente sarà per lui possibile autorizzare altro personale ad effettuare il controllo, attraverso un’apposita delega di funzioni.
    La persona autorizzata potrà così visualizzare e consultare lo stato vaccinale del personale in servizio presso l’Istituzione scolastica selezionata nel giorno della verifica.
    In proposito, il MI ha predisposto un apposito format che il Dirigenti scolastici possono utilizzare per il conferimento di delega di funzioni ai fini del controllo dello stato vaccinale Covid-19 del personale docente e ATA.
    Dopo aver autorizzato il personale in questione, il Dirigente Scolastico, tramite la funzione “Gestione utenze” sul SIDI, potrà assegnare il profilo di accesso al personale individuato e abilitarlo alla funzionalità di verifica dell’obbligo vaccinale.


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  4. #564
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    Covid Scuola, gli studenti italiani sono i più colpiti in Europa in termini di relazioni interpersonali


    A farlo presente sono i risultati di numerosi sondaggi intrecciati, avvenuti sulla piattaforma europea GoStudents, sostenuta dalla fondazione Kantar Market Research. A seguito dell’attuale emergenza sanitaria, che ha trascinato con sé non solo disagi di natura economica e professionale, è stato lanciato l’allarme dall’UNICEF Europeo relativo alla relazione diretta tra scarsi contatti sociali e disturbi psichici, tra cui figurano, in primo luogo, ansia e depressione, miste con difficoltà generali nell’apprendimento scolastico ed universitario, per i più adulti.
    Il dossier suddetto ha anche fatto luce sulla gravità della situazione italiana, se confrontata fattivamente con i dati europei: i nostri giovani hanno sofferto maggiormente la didattica erogata a distanza, la mancanza di interazioni sociali stabili e le restrizioni alla libera circolazione ed al libero incontro varate per contenere la diffusione del nemico invisibile. E’ stata condotta un’attenta analisi relativa anche alle lacune scolastiche, allo stato dell’ambiente familiare ed al rapporto tra ragazzi, ragazze e le sfide dell’adolescenza.
    I dati del dossier: preoccupa l’Europa nord-occidentale e il Belpaese
    Le statistiche sono state raccolte ed organizzate attraverso un dedicato sondaggio on-line (Cawi) condotto in sette paesi appartenenti al SEE (Spazio Economico Europeo), tra cui figurano: Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Germania e Austria. In totale, 6.276 genitori e 5.767 studenti, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, sono stati intervistati tra l’1 e il 16 ottobre 2021. Analizzato anche il complesso e litigioso rapporto tra studenti e la fantomatica didattica a distanza: circa 9 studenti italiani su 10 (88 %) hanno dichiarato di essersi confrontati con problemi di apprendimento durante l’erogazione della didattica da remoto. Un dato incredibilmente maggiore rispetto alla media del Vecchio Continente, che s’assesta sull’80 %.
    L’Italia, purtroppo, si è aggiudicata un secondo, triste primato: i ragazzi e le ragazze hanno sofferto maggiormente la mancanza stabile di interazioni e rapporti sociali (dato corrispondente al 70 % del campione), intrattenutesi prevalentemente via social networks, rispetto ai coetanei europei (60 %). Il dossier fa anche riferimento anche al sesso di coloro che hanno rilasciato le proprie impressioni. Le ragazze tra i 16 e i 18 anni hanno sofferto maggiormente la solitudine e la scarsa interazione rispetto ai coetanei del sesso opposto. Prese in considerazione anche le difficoltà di concentrazione durante le lezioni e lo studio personale (43 % del campione) e di acquisire correttamente il materiale didattico (37 %).
    Il punto di vista dei genitori: alla didattica a distanza corrispondono carenza, lacune, problemi
    I genitori dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato al dossier inserendo i propri dati hanno dichiarato che, compatibilmente all’arrivo dell’emergenza sanitaria e della conseguente erogazione della didattica a distanza, i loro figli e figlie abbiano mostrato difficoltà nell’apprendimento e nello studio (59 % del campione). Spesso le famiglie sono dovute ricorrere a ripetizioni private per colmare le lacune indesiderate. Gli studenti, a tal proposito, risultano essere più fiduciosi e positivi rispetto ai genitori: molti dei primi (45 %) hanno dichiarato che, nonostante le difficoltà evidenti, riusciranno a recuperare senza troppi problemi. Le discipline più combattive risultano essere matematica (25 %) e inglese (11 %).
    La Spagna è il primo paese della SEE dove gli studenti e le studentesse si mostrano più fiduciosi, positivi ed attivi nel recupero di quanto perduto o mal acquisito. Alcuni genitori, per motivi di natura organizzativa, trovano utili la DAD e le ripetizioni intrattenute on-line, sostenendo si trattino egualmente efficaci come la didattica, pubblica o privata, erogata in presenza.


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  5. #565
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    Revoca del Super Green pass in caso di contagio, ok del Garante privacy


    Arriva l’ok del Garante per la protezione dei dati personali sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che aggiorna le disposizioni relative alle Certificazioni verdi e agli obblighi vaccinali per alcune categorie di lavoratori.
    In particolare, il provvedimento dà piena attuazione alla revoca del Green pass in caso di contagio sopravvenuto, tramite una procedura che prevede anche che l’interessato venga informato, utilizzando i dati di contatto dallo stesso forniti.
    Quindi, pur se vaccinati, in caso di accertata positività, la certificazione verde viene temporaneamente sospesa.
    Lo stesso decreto contiene anche la precisazione che il personale preposto alla verifica del possesso della certificazione verde Covid-19 in corso di validità debba essere adeguatamente istruito in merito alla necessità di limitare l’utilizzo della modalità di verifica “rafforzata” esclusivamente ai casi in cui la fruizione di servizi, lo svolgimento di attività e gli spostamenti siano consentiti dalla vigente legislazione ai soggetti muniti delle suddette certificazioni.
    Nei casi in cui il lavoratore si avvalga della facoltà di consegnare la certificazione verde al datore di lavoro, quest’ultimo è comunque tenuto a effettuare il regolare controllo sulla perdurante validità, mediante lettura del QR code della copia in suo possesso attraverso l’app VerificaC19 o mediante le previste modalità automatizzate (funzionalità SIDI nel caso della scuola per il personale dipendente).


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    Prendere il Covid in classe è una rarità, Floridia come Bianchi: contagiato meno dell’1% di prof e studenti


    Numeri e percentuali sono inequivocabili: a scuola risultano positivi al Covid non più del 1% degli studenti ed insegnanti. E in quarantena vanno neanche il 2%. A dirlo, a seguito dello studio su un “campione” pari a quasi l’80% dei diretti interessati, è stata Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione.
    Percentuali di contagi basse
    Ospite di ‘Timeline’, su Sky TG24, Floridia ha detto che “le percentuali che ho in mano riguardo le classi in dad ed i casi di positività sono ancora sufficientemente basse rispetto ad una fase che potremmo immaginare di allarme”.
    “Su un campione del 79.7% di studenti e studentesse – ha aggiunto la rappresentante del Governo Draghi – abbiamo percentuali di questo tipo: in quarantena abbiamo solo il 2% degli studenti, l’1,4% dei docenti e lo 0,70% del personale non docente. Mentre i casi di positività sono sotto l’1%, in particolare per gli studenti parliamo dello 0,41%. Sono percentuali, dunque, un po’ approssimative ma affidabili, perché parliamo comunque di un campione di quasi l’80%”.
    Calendario immutato, tanti vaccinati
    Dopo aver ribadito, confermando quanto già detto dal ministro Patrizio Bianchi, che “non è prevista alcuna modifica” del calendario scolastico, perché “i giorni di scuola sono preziosi”, Floridia ha aggiunto che “la scuola e la comunità scolastica tutta ha dimostrato non solo abnegazione e grande spirito di servizio, ma anche un alto comportamento etico, perché abbiamo avuto, sin da subito, un livello di vaccinazione elevatissimo“.
    “Quindi – ha continuato la grillina – l’obbligo vaccinale non tocca minimamente la scuola nella misura in cui non crea problemi, avendo già una percentuale altissima” di vaccinati tra i lavoratori.
    “E’ anche alta la percentuale dei giovani vaccinati tra i 12 e 19 anni: ad oggi il 75% ha avuto somministrata la prima dose. Questo ci conforta”, ha concluso la sottosegretaria.


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    Vaccino 5-11 anni. Nessuna interferenza sull’asse ormonale. Effetti collaterali inferiori alla fascia over 12


    “Il vaccino agisce come una stimolazione del sistema immunitario”. Così Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità nella diretta del Ministero della Salute, dove in Conferenza stampa si è parlato dell‘avvio della campagna vaccinale anti Covid-19 per i minori in età pediatrica (5-11 anni). “Il sistema immunitario non collassa affatto a seguito del vaccino – spiega il presidente Locatelli rispondendo a una domanda – semmai è vero il contrario. Il vaccino costituisce una stimolazione del sistema immunitario che rende compiuta la risposta che queste cellule così importanti dei linfociti t e linfociti b possono determinare per proteggerci dal rischio di infezione”.
    Quanto ai contagi in relazione alle modificazioni del virus, il presidente Locatelli continua a consigliare la vaccinazione, in quanto “non vi è motivo di pensare che il bambino possa essere immune dal contagio da variante Omicron, sebbene il virus non mostri una preferenza per l’età pediatrica”.
    Effetto sullo sviluppo puberale?
    “Se ne vociferava anche nel corso della campagna vaccinale over 12 ma questa dichiarazione non è basata su evidenze scientifiche, non c’è alcuna interferenza con l’asse ormonale”. A chiarirlo, sempre nel corso della conferenza stampa, Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatria.
    Effetti collaterali sui bambini
    “Certamente il numero dei bambini 5-11 anni maggiormente vaccinato è in America – riferisce sempre la dottoressa Staiano – e lì si è visto che il tasso degli effetti collaterali è addirittura inferiore rispetto alla fascia over 12. Persino il temibile effetto collaterale della miocardite dopo le due dosi di vaccino è inferiore rispetto alle fasce di età superiori”.
    “Inoltre – conclude – la miocardite è 4 volte più frequente come effetto collaterale dell’infezione da Sars-covid-2 rispetto alla doppia dose di vaccino, secondo l’autorevole New England Journal Medicine“.


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    Obbligo vaccinale, sospensione dello stipendio e cambio delle mansioni


    L’obbligo vaccinale per il personale scolastico è in vigore da ieri, 15 dicembre. Tanti però sono ancora i dubbi e le incertezze da parte dei lavoratori del mondo della scuola su vari temi. Ad esempio, il personale scolastico non vaccinato che per qualunque motivo non sta prestando servizio, potrà essere sospeso dal ricevere lo stipendio? A rispondere al quesito, nel corso della puntata della Tecnica della Scuola live, il prof. Lucio Ficara, esperto di normativa scolastica.
    “Il Ministero nelle sue note non ha trattato particolari casi come quello delle malattie. Per quanto riguarda chi si trova in congedo già prima del 15 dicembre o a partire dal 15 dicembre in poi, dunque congedi parentali, congedi straordinari per la 104, situazioni di dottorato di ricerca, chi è sospeso per motivi di congedo e dunque non presta servizio nella scuola, non arrecando problematiche di carattere normativo, non può essere né contagiato e né contagiare non essendo dentro la scuola, anche se non vaccinato non avrà la sospensione dello stipendio che dunque correrà regolarmente. Questo è importante dirlo perché nella nota del 7 dicembre del Ministero si specificano casi come il congedo parentale, il congedo straordinario o la questione del dottorato di ricerca. Invece chi va in malattia non è sospeso dal servizio, si trova in uno stato temporale di malattia e dunque non può avviare la vaccinazione, perché è chiaro che se il soggetto si trova in stato di malattia sicuramente avrà un giusto e motivato impedimento di poter affrontare nell’immediato la vaccinazione”.
    “Però sul caso della malattia non è stato specificato niente di come il dirigente scolastico si deve comportare. Ci sono stati comportamenti difformi da scuola a scuola, con dirigenti scolastici che hanno avvisato e controllato la situazione vaccinale e hanno richiesto la regolarizzazione di questa, almeno a livello di documentazione. Va da sé che passano cinque giorni per chi è in servizio a dare una risposta. Non si capisce se per chi è in malattia valgono i cinque giorni come per chi è in servizio oppure cinque giorni dovrebbero scattare dal momento del rientro in servizio. Ciò è stato richiesto, ci sono note sindacali che richiedono chiarimenti sulla specifica materia della malattia e dunque si attenderà in breve tempo una risposta per avere almeno chiarezza della procedura per i casi di malattia”.
    “Scatta anche da parte di alcuni ds ma anche del cittadino comune il sospetto che possano essere malattie non veritiere ma solo per sfuggire a un obbligo di legge. È chiaro che è molto difficile poi dal punto di vista del controllo, solo il medico fiscale può dire se la malattia è vera e dunque va ad impedire la regolare vaccinazione. Poi c’è il caso delle persone che non si possono vaccinare ma non per volontà loro ma perché hanno delle patologie tali che hanno l’esonero dal vaccino. Per costoro che vengono assegnati ad altri compiti per non avere il contatto con gli studenti non viene modificato il contratto, viene cambiata la mansione. Può cambiare il profilo, può cambiare il compito, però a livello di punteggio, a livello giuridico, rimangono le norme contrattuali del profilo per il quale si è stati assunti. Dunque se io sono docente e sono esonerato dal vaccino (dovevo fare il docente ma vengo dirottato a fare altro, per esempio occuparmi della biblioteca) però corre il punteggio per il contratto e per la classe di concorso per cui avevo avuto quell’incarico. Dal punto di vista economico e dal punto di vista giuridico l’incarico non muta, muta la mansione”.


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    TRACCIAMENTO CONTAGI SI CONFERMA ANELLO DEBOLE


    “I dati sui contagi nelle scuole di cui disponiamo, pur se frammentari, indicano che in molte scuole ci sono serie difficoltà a causa di numerose classi poste in quarantena e del mancato tracciamento che rappresenta anche quest’anno il vero anello debole della catena. Per avere un quadro più preciso, dovremmo conoscere i dati del monitoraggio su cui, invece, c’è poca trasparenza perché il ministero dell’Istruzione non diffonde in maniera puntuale e completa”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in merito all’aumento dei casi di Covid-19 tra i banchi.
    “Non possiamo non essere preoccupati rispetto allo scenario che si sta verificando nei Paesi del Nord Europa a causa della variante Omicron – prosegue Di Meglio – perché l’esperienza di questi due anni di pandemia ci ha insegnato che, quando un Paese europeo viene colpito da una recrudescenza del virus, l’allargamento agli altri Paesi è soltanto una questione di tempo”.
    Tra i problemi segnalati dalle scuole, anche l’assenza di indicazioni chiare da parte del ministero sulle modalità di impiego del personale che per motivi di salute è esentato dalla vaccinazione.


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    Genitori senza green pass, recita di Natale a porte chiuse. Divampa la polemica


    Recita di Natale a porte chiuse in un istituto piemontese. Così come racconta La Stampa, la dirigente scolastica ha deciso che la prova teatrale di oltre 80 bimbi si facesse senza pubblico.
    Il motivo? Il Green Pass. “Perché – dice la dirigente scolastica – non si può discriminare chi non ha fatto il vaccino e quindi non ce l’ha”.
    La decisione ha scatenato un vespaio di polemiche: “Se siamo in regola perché dobbiamo stare a casa? Paghiamo noi che siamo a posto, invece di chi non lo è”, afferma un genitore.
    La recita di Natale, nel piccolo comune del Piemonte, era davvero un evento molto sentito. “Ci avevano detto che la scuola credeva tantissimo in questa iniziativa. Che era importante per la socialità, che avrebbe aiutato anche i nostri figli, e solo Dio sa quanto i bambini ne abbiano bisogno dopo quasi due anni di pandemia e didattica a distanza”, afferma un altro genitore.
    Invece è tutto saltato.
    I genitori senza Green Pass erano tre-quattro che avrebbero, comunque, mandato un parente in regola alla recita. Invece la preside non ha cambiato idea: “La recita è dei bambini. Non dei genitori. Cosa racconto io a un ragazzo che a fine spettacolo magari mi dice ‘peccato che c’era il nonno non papà e mamma?’ Che messaggio educativo ho fatto passare? Noi lavoriamo per l’inclusione, non per separare ed escludere. La recita si fa, ma a porte chiuse”.
    Le regole per le recite scolastiche
    Quali regole per le recite di Natale? Obbligo green pass per i genitori ma non per gli alunni. A chiarire le nuove disposizioni dopo il decreto legge 172 del 26 novembre è la circolare ministeriale 1889 del 7 dicembre.
    Circa lo svolgimento di attività teatrali – si legge nella nota –, l’art. 8-ter, decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, inserito dalla legge di conversione 19 novembre 2021, n. 165, dispone che “Per lo svolgimento delle attività teatrali in ambito didattico per gli studenti, comprese le rappresentazioni in orario curricolare, con riferimento all’impiego delle certificazioni verdi COVID-19, si applicano le disposizioni relative allo svolgimento delle attività didattiche”. Ovvero, anche per lo svolgimento di attività teatrali come per tutte le attività scolastiche, gli studenti non sono tenuti al possesso della certificazione verde COVID-19.
    Per gli studenti non è quindi necessario il green pass.
    Diverso il caso dei soggetti esterni: “Rimangono fermi gli obblighi in materia di certificazione verde a carico di tutti i soggetti esterni coinvolti a diverso titolo nello svolgimento delle attività e nelle relative rappresentazioni, ivi inclusi i familiari degli studenti” chiarisce il Ministero dell’Istruzione.
    Genitori e familiari in generale degli studenti saranno pertanto tenuti ad esibire il green pass base, ovvero quello valido anche con un tampone negativo.
    Dal 15 dicembre, ricordiamo, per tutto il personale scolastico è previsto l’obbligo alla vaccinazione.


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