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Discussione: Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

  1. #511
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    Il Covid torna a far paura, Bolzano e Friuli verso la zona gialla. Focolaio in una scuola veneziana: 25 alunni contagiati


    Il Covid-19 si fa largo, soprattutto in alcuni territori. La provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, già da diversi giorni in ascesa, si avvicinano a grandi passi alla zona gialla, dal momento che stanno crescendo in modo sensibile tutti i parametri di riferimento: dall’incidenza ai ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari.
    Indice contagio Rt a 1,33
    L’indice di contagio Rt si conferma superiore a 1 e in salita, pari a 1,33. I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi in un giorno sono passati da 5.144 a 7.698.
    Sempre in 24 ore i decessi sono aumentati da 44 a 74, e continuano a mostrare una crescita di tipo lineare anche i ricoveri. Nelle terapie intensive sono 481, ossia 6 in più in un giorno.
    In Sardegna pochi casi, a Trieste è boom
    La situazione è comunque non è omogenea: si va dalla scarsa incidenza di casi Covid-19 della Sardegna, intorno a 33 su 100.000 abitanti per settimana, a quella di 625 della provincia di Trieste. L’incremento dei casi positivi è di oltre 7.600, individuati con un numero di test quasi triplicato in 24 ore e, guardando ai numeri assoluti, tornano a superare quota mille in Lombardia.
    Nel veneziano un focolaio…
    Anche in Veneto i casi sono in deciso aumento e superano il migliaio: in una scuola primaria di Mira, in provincia di Venezia: fortunatamente, i giovani contagiati sono in gran parte asintomatici e chi presenta sintomatologia ha solo dolori addominali, vomito o raffreddore.
    Il focolaio di casi Covid-19, scrive l’Ansa, si deve “probabilmente a partire dalla positività iniziale di un insegnante, che aveva già portato alla messa in quarantena di una classe dell’Istituto”. A comunicarlo è stata l’azienda Ulss 3 Serenissima.
    I casi positivi in crescita
    Dopo 10 casi di positività tra gli alunni di una prima classe testata, nei giorni successivi gli accertamenti ne hanno individuato ulteriori in altre tre delle cinque classi dell’Istituto: 10 in una, due in un’altra e infine due nell’ultima, uno dei quali in attesa di conferma; una quinta classe risulta senza casi.
    Monitorando l’evolvere della situazione, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 3 ha messo in atto, progressivamente e secondo le indicazioni ministeriali, tutte le azioni di contenimento e di prevenzione. Sono quindi 25 i casi di positività fin qui rilevati, mentre sono attualmente 64 i contatti scolastici in quarantena.
    Ad Aprilia mascherine pure all’aperto
    Infine, ad Aprilia, a circa 40 chilometri dalla capitale, è stata “emessa ordinanza del sindaco per ripristinare l’utilizzo di mascherine all’aperto, evitare ogni forma di assembramento e la sanificazione degli ambienti al chiuso dopo il loro utilizzo”.
    A renderlo pubblico è stato l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, in merito alla cittadina in provincia di Latina dove si è registrato un focolaio di Covid.


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  2. #512
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    Covid Norvegia, a scuola screening con tamponi rapidi: contagi in aumento, ma non preoccupano


    A seguito dell’incremento dei contagi da Sars – CoV – 2, dovuta alla riapertura delle scuole ed al riavvio delle attività produttive e dei servizi, il paese scandinavo corre ai ripari per evitare una nuova saturazione delle terapie intensive ed il conseguente collasso del sistema sanitario locale. Ad aprire il dibattito pubblico è la probabile, ancora in discussione, introduzione di una Certificazione Verde analoga a quella vigente nell’UE per accedere a particolari servizi, tra cui la ristorazione al chiuso, strutture per anziani, piscine, sale da ballo, impianti sportivi e musei.
    Nelle scuole, oltre alla sensibilizzazione del personale docente e scolastico per la vaccinazione, si mantengono le consuete norme anticontagio e si investe sul tracciamento e sullo screening mediante l’esecuzione di tamponi antigienici rapidi. Al via inoltre, per coloro che hanno completato l’intero ciclo vaccinale con doppia dose, l’introduzione della terza somministrazione di vaccino Moderna / Pfizer / BioNTech per i cittadini con età superiore ai 18 anni. Il premier norvegese Jonas Gahr Store ha escluso comunque l’introduzione di misure drastiche, tra cui il lockdown per i cittadini non vaccinati, attualmente non previsto.
    La situazione sanitaria a livello locale: dati e misure di contenimento
    Le autorità locali ricorrono a misure sempre più decise e stringenti per limitare la recente risalita della curva pandemica; oltre alla campagna vaccinale, che ha di recente portato all’immunizzazione circa il 70 % della popolazione totale. La campagna vaccinale prevede l’utilizzo di immunoterapie specifiche autorizzate dall’EMA, nonostante il paese aderisca alla SEE e non all’Unione Europea. Condivide, per l’appunto, alcune linee guida sancite dagli enti certificatori.
    La recente risalita della curva pandemica ha messo in allarme le istituzioni sanitarie: da una media di settimanale di 433 casi giornalieri registrati nella seconda settimana di ottobre, si è passati a 1.761 contagi nella seconda settimana di novembre. I decessi si assestano, fortunatamente, a pochissime unità, mediamente limitate a 4 o 5 pazienti che non hanno decorso positivo dalla patologia. Si ipotizza, per giungere ad una percentuale di popolazione vaccinata accettabile, l’approvazione di nuove misure restrittive o strumenti atti a ridimensionare il rischio di contagio, come una certificazione COVID, analoga a quella europea.
    Sempre in Norvegia, non è prevista, attualmente, l’introduzione dello status di quarantena per i cittadini non vaccinati; occorre valutare la compatibilità di tale misura con il reale rischio pandemico e l’assetto normativo-costituzionale del paese.
    Scuole ed università: screening a tappeto e tracciamento
    Il sistema scolastico, attraverso le consuete politiche di tracciamento attivo dei contagi e l’applicazione delle norme anticontagio, sembra stabile in termine di erogazione della didattica in presenza, che resta il must dei dipartimenti locali per l’istruzione.
    Sono in fase di discussione, dato l’innalzamento recente della curva pandemica, le nuove soglie di allarme per far scattare la quarantena in specifici plessi scolastici ed atenei; libera adozione delle normative anti-Covid, nonostante le pressioni dei dipartimenti sanitari, viene lasciata ai singoli istituti scolastici. L’isolamento dei casi positivi ed il rispettivo tracciamento dei contatti stretti avvengono senza troppi problemi anche nelle principali città, come Oslo, Bergen, Bodo e Tromso.
    L’utilizzo della mascherina e del distanziamento interpersonale restano fondamentali per il contenimento del contagio, nonostante i risultati della campagna vaccinale. È chiaro che quest’ultima, se non strutturata complementarmente all’utilizzo delle norme anticontagio, potrebbe avere effetti limitati per l’uscita dallo status pandemico.


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  3. #513
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    Test antigenici, gratis a quei prof che hanno avuto contatti con alunni risultati positivi al Covid


    Con le nuove regole anticovid che da qualche giorno sono attuate nelle scuole, c’è anche quella riferita ai test antigenici rapidi da somministrare gratuitamente a coloro che nell’ambito scolastico sono stati a contatto con una persona positiva al Covid-19.
    Contatti con positivi a scuola
    Chiunque abbia un contatto con un soggetto postivo al Covid-19 in ambito scolastico, ha diritto ad avere, in tempi rapidi e gratuitamente, fornita la prestazione diagnostica di un test antigenico.
    Lo abbiamo già specificato in un nostro precedente articolo, dove raccontavamo di una docente invitata dalla scuola a fare il test molecolare o antigenico a pagamento per potere, in caso di negatività al Covid-19, riprendere il servizio.
    Conferma dalla Regione Puglia
    Una notizia Ansa del 16 novembre 2021, specifica, quanto già da noi spiegato, ovvero che coloro che nell’ambito scolastico sono stati a contatto con una persona positiva al Covid-19 possono fare il test antigenico gratuitamente. Tale annuncio è stato pubblicato dalla Regione Puglia sui propri profili social. “I contatti scolastici – si legge – ovvero le persone che sono state a contatto con” un caso positivo al Covid-19 “confermato entro 48 ore dall’insorgenza dei sintomi o dal test positivo” possono effettuare “un test antigenico rapido gratuito in farmacia, presso un laboratorio di analisi o dal pediatra di libera scelta”.



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  4. #514
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    Vaccini scuola terza dose. Flc Cgil chiede corsia preferenziale per i docenti


    Della corsia preferenziale per la terza dose dei vaccini anti Covid per il personale della scuola aveva parlato il sottosegretario Sileri, poi smentito dal ministro della Salute Roberto Speranza, che di recente, audito alla Camera dei deputati, aveva dichiarato: “La scelta è di proseguire per fasce anagrafiche: dal primo dicembre, nel nostro paese, saranno chiamati alla dose aggiuntiva, al richiamo, anche le fasce generazionali di chi ha tra i 40 e i 60 anni”.
    La richiesta del sindacato
    Il sindacato Flc Cgil oggi contesta questa decisione e, in ragione dell’aumento dei contagi anche nelle scuole, chiede per il personale scolastico una corsia preferenziale che metta in sicurezza gli istituti, anche in considerazione del fatto che i docenti sono stati tra le prime categorie a essere vaccinate e dunque oggi sono anche tra i più esposti, data la perdita di efficacia della copertura vaccinale.
    Si legge nel comunicato della sigla sindacale: Il piano vaccinale riguardante il personale scolastico, sebbene con significative differenze territoriali, ha portato la gran parte della categoria ad aver ricevuto la somministrazione della seconda dose a cavallo del mese di giugno 2021. Il semestre di copertura, pertanto, si concluderà nelle prossime settimane e per questo chiediamo a codesti ministeri e al commissario straordinario per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale di intraprendere le urgenti iniziative utili a supportare l’ulteriore fase della campagna vaccinale.
    Insomma, la richiesta del sindacato è quella di replicare quanto è stato deciso e attuato nei mesi scorsi. Già nel mese di maggio, infatti, si era rilevata l’importanza di mantenere una corsia preferenziale per il personale della scuola ed oggi, ad anno scolastico avviato, al fine di mantenere la scuola in presenza, riteniamo indispensabile che si proceda con la terza dose per tutti coloro che, a contatto con gli studenti, a prescindere dall’età anagrafica, rischiano di contrarre e diffondere il virus.
    Peraltro, agire al di fuori delle fasce anagrafiche consentirebbe di proteggere i molti insegnanti quarantenni per i quali l’avvio della somministrazione delle terze dosi attualmente è prevista a partire da dicembre.


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  5. #515
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    Gestione casi Covid nelle scuole: comunicazione con il DpD insufficiente e più carico di lavoro per DS e referenti Covid


    Da alcuni giorni i dirigenti scolastici ed i referenti scolastici covid19 sono impegnati a mettere in atto le nuove disposizioni relative alla gestione di uno/due/tre casi positivi a scuola, non tralasciando la novità della quotidiana verifica del green pass, la gestione di tutte le preoccupazioni tra le componenti scolastiche che a volte complicano la quotidiana azione didattica cui la scuola è chiamata per suo fine istituzionale. Per fotografare l’attuale situazione dell’emergenza pandemica, Ancodis ha proposto un questionario che prova a descrivere cosa accade in questo momento nelle scuole tra nuove indicazioni alle quali occorre attenersi e relazioni da gestire con le famiglie, con il personale e con i Dipartimenti di prevenzione.
    Dai risultati del questionario risulta che i referenti scolastici covid19 in queste settimane hanno segnalato un numero di casi positivi inferiore a 5 per il 58.6%, tra 5 e 9 per il 20.7%, tra i 10 e 15 casi per l’17.2% e oltre 15 casi per il 3.4%. La qualità della “relazione” con il Dipartimento di prevenzione è ritenuta insufficiente per il 27.6%, sufficiente o buona per il 33%, ottima per il 6.9% e, infine, inesistente per il 3.4%. In merito al contatto diretto con il Dipartimento, il 51.7% lo giudica complicato, il 37.9% facile e addirittura inesistente per il 10.3%.
    Rispetto al precedente protocollo, le “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico del 28 ottobre 20212 sono ritenute più semplici ed efficaci per il 6.9%, più complicate e meno efficaci per il 37.9% mentre il 55.2% preferisce ritornare al protocollo seguito lo scorso anno scolastico. L’impegno di lavoro dedicato dal referente scolastico covid19, per il 37.9% è ritenuto invariato, per il 58.6% è accresciuto e soltanto per il 3.4% diminuito.
    Infine, in relazione alla novità per la quale in ogni ASL sia identificato un referente per ogni scuola che possa intervenire tempestivamente supportando il referente scolastico COVID19/dirigente scolastico e prioritizzando i test del T0″” il 44% dichiara di non avere ancora notizie, il 27.6% invece afferma di avere già un referente e il 27.6% che è in attesa di conoscerlo.
    “Questa complessità organizzativa e gestionale – afferma il Presidente di Ancodis, Rosolino Cicero – impegna anche con un significativo stress professionale il DS o il referente scolastico covid19 e sappiamo bene che quest’ultimo – su delega – assume oneri organizzativi e conseguenti responsabilità nella gestione dei protocolli. Da questi dati – conclude Cicero – risultano evidenti la complessità del nuovo protocollo, il carico di lavoro contrattualmente non riconosciuto e le condizioni lavorative nelle quali i Ds e i Referenti scolastici covid19 si trovano a fare fronte 7 giorni su 7 magari con l’assenza – se non addirittura il silenzio – di una tempestiva interazione con gli altri anelli del sistema.”


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  6. #516
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    Covid in forte rialzo, 7 Regioni a rischio: Gimbe vuole validità Green pass 6 mesi e vaccino ai bimbi. Cittadinanzattiva: scuole impreparate


    La tendenza al rialzo dei casi Covid dei giorni scorsi si sta purtroppo ampliando: l’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe riporta che nella settimana dal 10 al 16 novembre si è registrato un “netto incremento della circolazione virale con impatto ospedaliero” al momento contenuto “grazie ai vaccinale”.
    I dati preoccupanti
    Rispetto alla precedente, scrive Gimbe, si rileva un aumento del 32,2% di nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2 (54.370 rispetto a 41.091), un aumento del 15,5% dei ricoveri di pazienti con Covid-19 che presentano sintomi (3.970 rispetto a 3.436) e un aumento del 14,3% delle terapie intensive (481 rispetto a 421).
    “Sul fronte ospedaliero – ha detto Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +15,5% in area medica e +14,3% in terapia intensiva”.
    Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, servono due provvedimenti: “ridurre a 6 mesi la validità del green pass rilasciato a seguito di vaccinazione, in linea con le evidenze scientifiche sulla durata della protezione vaccinale e con le indicazioni per la dose di richiamo”; Il secondo “è introdurre l’obbligo vaccinale sia per il ciclo primario, sia per la dose booster, almeno per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico”.
    Pollice verso, invece, da parte di Cartabellotti per il “super green pass” sul modello austriaco, perché “escludere il tampone dalle modalità per il rilascio della certificazione verde rischia solo di aumentare le tensioni sociali senza alcuna garanzia di aumentare coperture vaccinali e adesione alla terza dose”.
    La conferma dalla Cattolica di Roma
    La conferma dell’innalzamento dei casi arriva dal report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, secondo il quale sono sette le regioni e una Provincia Autonoma a trovarsi in uno scenario di rischio Covid, in particolare le Regioni del Nord-Est.
    Le regioni a rischio – dopo avere esaminato la quota dei nuovi positivi tra i testati, l’incidenza dell’infezione, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e i non vaccinat – sono Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Val d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria più la provincia autonoma di Bolzano.
    I rischi oltre la pandemia
    Nella stessa giornata, giovedì 18 novembre, si è celebrata la XIX Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole: Cittadinanzattiva ha chiesto di adeguare le scuole dal punto di vista della sicurezza strutturale: “resta una emergenza per il nostro Paese, così come occorre continuare a tenere alta l’attenzione e l’informazione sulla prevenzione dei rischi, ben oltre la pandemia”, hanno fatto sapere dall’associazione.
    “Più della metà degli istituti scolastici – ha ricordato Cittadinanzattiva – è privo del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%), il 39% è senza collaudo statico. E in due settimane, fra fine ottobre e l’11 novembre, ben 6 casi di crolli. Nelle scuole l’impegno è al massimo per arginare il Covid. Ma si continua anche a fare prevenzione e informazione sulla sicurezza scolastica e sui rischi naturali?
    L’attenzione sia alta
    “Alle istituzioni – ha risposto Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva in visita al Liceo Kennedy di Roma – chiediamo di non abbassare la guardia di fronte alla necessità di avere scuole sicure da un punto di vista strutturale ma anche di tenere alta l’attenzione sulla prevenzione dai rischi naturali, come terremoto e alluvione. Le prove di emergenza possono essere fatte, anche rispettando le disposizioni anti-Covid e non esistono deroghe a queste misure di protezione”,
    “Contribuire a far sì che ragazzi e ragazze facciano propria la cultura della prevenzione, significa permettere loro di essere cittadini consapevoli, informati e impegnati in prima persona nella riduzione del rischio”, ha spiegato Titti Postiglione, Vice Capo del Dipartimento della Protezione Civile.
    L’indagine
    Con un questionario rivolto ai dirigenti scolastici l’indagine “Sicurezza, qualità, benessere a scuola in epoca Covid 19” – voluta da Cittadinanzattiva, con Anp e Protezione Civile – vuole fotografare l’attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, dalle attività informative rivolte a studenti e famiglie sulla sicurezza interna e sanitaria alla situazione degli spazi didattici, e poi i nuovi arredi acquistati e lo smaltimento di quelli vecchi, le fonti dei finanziamenti a disposizione delle scuole.
    Giannelli: tanto da fare
    “L’iniziativa che lanciamo – ha detto il presidente Anp, Antonello Giannelli – vuole anche essere un’occasione di riflessione sull’impatto che l’emergenza ha avuto sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sull’accentuata attenzione a questo tema. Ci sono tanti edifici scolastici da mettere in sicurezza, tante scuole da ristrutturare per metterle al passo con le nuove esigenze didattiche. Per utilizzare al meglio gli stanziamenti del Pnrr dobbiamo ascoltare, e la ricerca va in questa direzione, chi la scuola la vive e la gestisce ogni giorno”.


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    Covid scuola: in Puglia tamponi gratis per chi ha avuto contatti con positivi a scuola


    Coloro che nell’ambito scolastico sono stati a contatto con una persona positiva al Covid-19 possono fare il test antigenico gratuitamente. È la decisione assunta dalla Regione Puglia per favorire la didattica in presenza.
    “I contatti scolastici – si legge nella comunicazione diramata – ovvero le persone che sono state a contatto con un caso positivo al Covid-19 “confermato entro 48 ore dall’insorgenza dei sintomi o dal test positivo” possono effettuare “un test antigenico rapido gratuito in farmacia, presso un laboratorio di analisi o dal pediatra di libera scelta”.
    La Asl sta effettuando anche un monitoraggio con i tamponi salivari in 9 scuole sentinella di Bari e provincia, per alunni di età compresa fra i 6 e i 12 anni: su oltre 4mila test eseguiti, sono emersi finora due casi positivi. «Grazie al monitoraggio e all’intervento tempestivi e alla copertura assicurata dalla vaccinazione – conclude l’azienda sanitaria – la scuola non rappresenta al momento un amplificatore di contagi».



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    Quarantena scuola, difficoltà sul nuovo protocollo. E si fa Dad anche con un solo positivo


    Sul nuovo protocollo relativo alle quarantene continuano ad arrivare segnalazioni di criticità e problemi, soprattutto da parte dei presidi. Le nuove regole, approvate dal ministero dell’istruzione insieme all’Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni, per evitare le troppe classi in quarantena e la conseguente Dad per un numero man mano sempre più elevato di alunni, faticano ad ingranare per varie ragioni.
    In questi primi dieci giorni di applicazione (dall’8 novembre) i presidi segnalano alcune difficoltà nell’ingranaggio. E basta poco per mandare le classi in Dad. Per il presidente dell’Anp Antonello Giannelli molto spesso capita che diverse Asl a una certa ora della giornata smettano di lavorare e nel fine settimana non ci si riesca a parlare. In questo modo quella che dovrebbe essere una collaborazione di fatto ricade sulla scuola.
    Secondo Cristina Costarelli, preside del liceo Newton di Roma, non si è considerato l’aumento dei contagi di quest’ultimo periodo. Al verificarsi di un positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno, e tra chi manda subito l’esito, chi successivamente e chi non lo fa proprio, ciò comporta un cumulo di lavoro per le scuole che devono raccogliere questi dati e finchè l’iter non termina, non si può tornare alla normalità.
    Ma ci sono poi casi svariati come quegli alunni e quei docenti che si rifiutano di effettuare il primo tampone dopo la scoperta del positivo e che quindi devono effettuare la quarantena, così come la possibilità che nei cinque giorni di distanza da un tampone all’altro, ci si possa positivizzare. Secondo il presidente dell’Anp di Roma Mario Rusconi risultano diverse decine di classi a Roma in quarantena anche con un solo caso. Segno che l’obiettivo del protocollo di ridurre la Dad non è ancora stato raggiunto.


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    Green pass, in settimana le nuove misure del governo. Pugno duro contro i non vaccinati



    I contagi sono tornati pericolosamente a salire, le terapie intensive cominciano a riempirsi e la quarta ondata è dietro l’angolo. Il governo è costretto a intervenire per provare a frenare l’avanzata inarrestabile del virus. Ci sarà un vertice ad inizio settimana prima della cabina di regia (probabilmente mercoledì) che darà il via a un nuovo inevitabile decreto. Obiettivo duplice quello del governo: quello di usare il pugno duro contro i non vaccinati e premiare chi ha ricevuto l’immunizzazione salvando da nuove restrizioni. In altri Paesi europei come Austria, Germania, Belgio e Olanda, le chiusure sono diventate necessarie, l’Italia ha ancora un vantaggio come ricorda Speranza, dato dal numero più alto di vaccinazioni.
    E allora si lavora al “super Green pass” come annunciato dal ministro Brunetta ieri. Distinguere tra chi è vaccinato e chi no, in questo caso certificato rilasciato con i tamponi negativi e valido solo per andare al lavoro, escludendo da luoghi come bar, ristoranti, cinema e teatri i no vax. Ancora solo ipotesi, il ministro della pubblica amministrazione ha infatti usato il condizionale, ma facendo capire che qualcosa bolle in pentola. Anche perché il Natale è dietro l’angolo e le rassicurazioni delle ultime settimane rischiano di svanire se la situazione dovesse peggiorare. Conseguenza nuove restrizioni in locali, ristoranti e il ritorno della mascherina all’aperto.
    Si discute anche di rendere obbligatorio il Green pass nei mezzi pubblici, così come agli impiegati della Pubblica Amministrazione. La durata del certificato verde sarà certamente ridotta da 12 a 9 mesi, mentre la terza dose verrà autorizzata dopo 5 mesi (e non 6 come adesso) dopo l’ultima somministrazione. Sarà ridotta anche la validità dei tamponi, 48 ore per i molecolari, 24 per gli antigenici.
    Ci sarebbe poi la proposta lanciata da alcuni governatori di adottare il modello tedesco, quello delle 2G, ovvero vaccinati (Geimptf) e guariti (Genesen). Come riporta il ‘Corriere della Sera’ il Green pass verrebbe rilasciato solo a queste due categorie, la terza categoria, quella dei 3G consentirebbe di ricorrere al tampone ma senza avere accesso alle attività culturali, sociali e ricreative, dunque niente bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema, teatri, discoteche e stadi. Possibile invece accedere ai luoghi di lavoro.
    Per quanto riguarda gli insegnanti e il mondo della scuola, si torna a parlare dell’ipotesi di obbligo vaccinale come già per i sanitari, in quanto a contatto con un numero elevato di persone. C’è chi invoca la corsia preferenziale per loro per quanto riguarda la terza dose, in attesa dell’ok dell’Ema per il vaccino per la fascia 5-11 anni.



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    Covid, la guardia resta alta, ma niente restrizioni. Si va avanti con le terze dosi, anche per docenti e Ata


    Le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ancora una volta, indicano la rotta nella gestione dell’emergenza Covid.
    Nel corso di un evento pubblico al Quirinale, Mattarella ha rimarcato come la scienza, attraverso i vaccini, ci abbia permesso di uscire dal pantano del lockdown, di un’economia ferma, di un’Italia spaventata e paralizzata nelle case. Ma “il virus continua a procurare allarme”, dunque “non si è esaurito il nostro dovere di responsabilità, particolarmente verso i più fragili”.
    In Italia, attualmente, a vaccinarsi è stato l’86%, ma per Palazzo Chigi, segnala Adnkronos, non basta e si spinge ancora di più sulla vaccinazione. Si tratta dell’unica strada per evitare nuove strette, in un Paese sfibrato da
    oltre un anno e mezzo di lotta al virus.
    Senza imposizioni che vadano oltre quanto non sia stato già fatto finora, vedi l’obbligo di green pass sui posti di lavoro.
    La guardia resta alta, tuttavia la fotografia dei contagi, dei ricoverati e delle situazioni nelle terapie intensive restituisce un’immagine che non desta eccessivo allarmismo.
    Si attende il parere del Comitato tecnico scientifico sulla durata del green pass, che offrirà, una volta pronto, un’occasione di approfondimento. Per planare poi, settimana prossima, sul tavolo di un Consiglio dei ministri pronto a confermare l’obbligatorietà dei vaccini per il personale sanitario e nelle Rsa all’inoculazione della terza dose.
    Per ora, confermano fonti di governo, non si dovrebbe andare oltre.
    Si andrà avanti con la vaccinazione per fascia d’età, dunque anche per il personale scolastico, quando sarà possibile, farà la terza dose.
    Se poi la situazione in alcune aree del Paese dovesse peggiorare, è chiaro che non si potranno penalizzare né le attività economiche in loco né chi ha fatto il proprio dovere vaccinandosi.
    Dunque non sarebbero affatto da escludere strette solo per i non vax, il cosiddetto ‘doppio binario’ chiesto da diverse Regioni. Da attivare tuttavia in aree circoscritte, ovvero solo dove la situazione lo rendesse necessario per via di terapie intensive in affanno. Terapie intensive dove, viene fatto notare, ad occupare i letti sono per lo più no vax.
    Intanto a breve, tra lunedì e martedì, l’atteso incontro con le Regioni, chiesto a gran voce dai governatori.


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