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Discussione: Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

  1. #501
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    Mascherine trasparenti, si possono richiedere entro il 12 novembre




    Fino al 12 novembre 2021, per eventuali ulteriori necessità di mascherine trasparenti, le scuole potranno scrivere all’indirizzo di posta elettronica fabbisognicovid@covid19.difesa.it.
    La scadenza è contenuta nella nota del 26 ottobre scorso, con la quale il MI ha fornito un riepilogo di alcune indicazioni in merito alla fornitura di mascherine chirurgiche e gel igienizzanti.
    NOTA 1165/2021
    Come contattare la struttura commissariale
    Innanzitutto vengono ricordati i riferimenti della struttura di supporto commissariale per l’emergenza COVID-19:



    Questi indirizzi mail possono essere utilizzati per le seguenti comunicazioni:

    • fabbisogno di mascherine chirurgiche e gel igienizzante;
    • difetti o non conformità del materiale fornito;
    • ritardi nell’approvvigionamento e/o altre criticità.


    Sono anche disponibili i seguenti contatti telefonici:

    • settore mascherine: 06-469159916; 06-469159914
    • settore gel: 06-469159814; 06-469159880.


    Mascherine prodotte da FCA Italy S.p.a.
    Secondo alcuni test eseguiti dal Ministero della Salute, tali dispositivi non sono risultati nocivi, ma siccome presentano lo stesso grado di filtraggio delle mascherine di comunità, non sono utilizzabili a scuola in quanto i protocolli vigenti indicano di indossare mascherine di tipo chirurgico.
    Nel caso in cui a scuola fossero individuati lotti di tali mascherine, occorrerà trasmettere apposita informativa alla Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute.



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  2. #502
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    Gestione casi Covid a scuola: le criticità della circolare MI secondo i sindacati


    La collaborazione richiesta alle scuole per la gestione dei casi Covid presenta aspetti che, sovraccaricando il lavoro delle istituzioni scolastiche, preoccupano i dirigenti scolastici, che da un lato devono assicurare la continuità delle attività, dall’altro devono gestire comunicazioni di forte impatto emotivo nelle relazioni con i lavoratori e con le famiglie. Per questo, secondo la FLC CGIL, sarebbe opportuno che il Ministero preveda il finanziamento dell’organico aggiuntivo Covid per il personale ATA e fornisca urgenti indicazioni per consentire la sostituzione immediata, già dal primo giorno di assenza, del personale docente e ATA sottoposto alle misure restrittive.
    Gli interventi dei Dipartimenti di Prevenzione, di tracciamento e di gestione dei contagi nelle scuole, hanno avuto, in questi tre anni scolastici di pandemia, livelli diversi di efficacia nelle diverse regioni, evidenziando spesso problemi di comunicazione con i DdP, lentezza o perfino assenza di interventi. Ciò rappresenta, secondo la FLC CGIL, un evidente limite perché, al fine di assicurare la prosecuzione delle attività, i dirigenti scolastici si trovano troppo spesso a svolgere nei momenti di emergenza un ruolo di supplenza e di compensazione.
    Secondo il sindacato di Sinopoli, la circolare dei Ministeri non assicura l’omogeneità dei comportamenti a carico dei DdP tanto da non escludere difficoltà per le scuole nella gestione del trattamento dei contatti.
    Sarà dunque indispensabile un monitoraggio continuo dell’applicazione delle indicazioni ministeriali da parte dei Tavoli Regionali della sicurezza per garantire che, in caso di eventuale incremento dei contagi nelle scuole, tutto il sistema non entri nuovamente in crisi.
    “La FLC CGIL – si legge sul sito – considera positivo il tentativo dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione di uniformare i comportamenti delle istituzioni preposte alla prevenzione del contagio nelle scuole, anche e soprattutto al fine di garantire a tutti le medesime garanzie sul territorio nazionale, ma è costretta a rilevare, ancora una volta, che non viene assicurato alle scuole l’adeguato supporto, soprattutto in termini di risorse di organico, per fronteggiare carichi di lavoro e responsabilità sempre più pressanti”.


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  3. #503
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    Troppe classi in DaD, bisogna vaccinare pure gli alunni: Pregliasco spera nel sì dell’Ema, il Green pass non basta




    Dopo il personale scolastico, gli scienziati sperano che anche gli alunni possano vaccinarsi. Soprattutto perché i casi di Covid a scuola risultano da qualche settimana in discreta crescita. A pensarla così è sicuramente Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, già in estate favorevole alla vaccinazione di massa per raggiungere l’immunità di gregge: durante un’intervista a iNews24, ha detto di sperare “che a breve sia possibile vaccinare anche i bambini, non appena ci sarà il via libera da parte dell’Ema, considerando che anche per loro il Covid non è una passeggiata e ha degli effetti a lungo termine”. Il virologo ha anche sottolineato che gli under 12 “vanno vaccinati anche per mantenere aperta la scuola, perché cominciano ad esserci molte classi in quarantena“. Quindi, la vaccinazione scongiurerebbe il ritorno alla DaD.
    Perché vaccinare i più piccoli
    Certo, difficilmente si tornerà al lockdown della primavera del 2020 o alle lunghe chiusure dell’attività didattica in presenza dello scorso anno, soprattutto alle superiori e in alcune regioni.
    Di certo, però, ha continuato il direttore sanitario esperto di epidemie, “uno su mille ha la sindrome infiammatoria multisistemica che crea problemi” e siccome anche “i più piccoli sono colpiti dalla variante Delta, quindi vaccinandoli si ridurrebbero molte probabilità di contagi”.
    Dai tamponi rapidi falsi negativi
    Pregliasco ha quindi ricordato che “il Green pass funziona, ma non è uno schermo totale. Poi si può ottenere anche col tampone. Quelli rapidi possono dare falsi negativi. La certificazione verde è stata una scelta politica, ma se salgono i contagi la situazione potrebbe diventare problematica, anche se non nella stessa proporzione dell’anno scorso”.
    Occhio all’estero
    Guardando all’Europa, il direttore sanitario ha tenuto a specificare che “se non ci fossero stati i vaccini ci sarebbe stata emergenza totale. C’è invece una proporzione tra l’aumento dei casi e i casi gravi.”
    “Però se salgono i contagi, com’è accaduto in Gran Bretagna, la situazione può diventare pesante. Per non parlare delle Nazioni dove ci sono pochi vaccinati, come l’Europa dell’Est”, ha concluso Pregliasco.


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  4. #504
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    Scuole a rischio contagi? Per Giannelli è falso: i pericoli vengono dai mezzi pubblici e dalle Asl che non rispondono


    Ai presidi non sono piaciute le parole del microbiologo Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, secondo il quale nell’ultimo anno e mezzo le scuole italiane non sono state adeguatamente attrezzate per fronteggiare la pandemia da Covid-19, poiché sarebbero mancati interventi strutturali, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei flussi di alunni e personale in entrata e uscita dagli istituti.
    Solo due accessi a scuola…
    Secondo il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, contattato dall’Ansa, “per la morfologia degli istituti scolastici di più non si poteva fare dal punto di vista degli scaglionamenti all’ingresso e all’uscita”
    “Per evitare assembramenti è necessario avere tanti accessi, ma la maggior parte delle scuole ne ha uno, al massimo due. Scaglionare in due orari mille alunni non risolve molto, dopodiché abbiamo sempre fatto raccomandazioni a studenti e genitori”.
    Asl non collaboranti e trasporti immutati
    Giannelli ritiene che vi siano invece “problemi collaterali che vengono di fatto scaricati sulle scuole, come le comunicazioni che competono alle Asl, ovvero le informazioni da dare alle famiglie riguardo al modo di comportarsi in caso di contagio”.
    “Non solo, sul tema dei trasporti non è stato fatto praticamente niente: è sotto gli occhi di tutti che i mezzi pubblici sono strapieni, che non c’è controllo su quanti salgono e sull’uso delle mascherine”.
    Scuole sicure, sì ai vaccini agli alunni
    Il presidente Anp contesta anche il fatto che le scuole vengono considerate portatrici di virus: “Gli studi dimostrano che le scuole non sono veicoli di contagio”, taglia corto Giannelli.
    Infine, sul tema dei vaccini agli under 12, il presidente si augura “che verrà esteso anche a loro, una platea di circa 4 milioni di studenti”.


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  5. #505
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    Allarme Mis-C: la sindrome post Covid che colpisce i bambini


    Contro la crescita del contagio potrebbe porsi il problema della vaccinazione dei circa 5 milioni di under 12, considerati i 6,8 milioni di over 12 non vaccinati e i 42 milioni di vaccinati che devono ancora fare la terza dose. Ma l’allarme nasce da alcune forme del long Covid, come la sindrome infiammatoria multisistemica Mis-C che colpisce in particolare giovani e bambini.
    La Mis-C in Italia, dopo essere stata scoperta in Inghilterra nel 2020, viene studiata per esempio a Padova nel Centro regionale di Reumatologia. In Veneto sono stati 46 i giovani ricoverati per questa patologia, che colpisce giovani e bambini dopo 4-6 settimane dall’aver contratto il Covid, anche in forma lieve, con sintomi come febbre, eruzioni cutanee, disturbi intestinali e infiammazione degli organi interni.
    Così la Società italiana di pediatria ha iniziato a consigliare a tutti i genitori di consultarsi con il proprio specialista, visto che il Covid ha causato molti danni indiretti alla popolazione pediatrica, dai disturbi psichiatrici a quelli del comportamento alimentare come la “covibesity”
    Anche l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas di Milano, si è più volte espresso su questo punto: “I giovani e i bambini, per cui va attesa l’autorizzazione dell’Ema, hanno meno bisogno di vaccinarsi degli adulti, inoltre il long Covid desta grande preoccupazione. Si va dalla sindrome infiammatoria multisistemica Mis-C alla Post acute sequelae of Sars-Cov-2 (Pasc). Questo è un virus che è meglio non prendere, perché anche negli asintomatici guariti il 13% può avere problemi renali, polmonari, cardiaci, depressione e stanchezza. Nei bambini uno su sette, che è molto, rischia conseguenze a lungo termine. Insomma, ci sono ottimi motivi per vaccinare tutti».
    Come spiega Sergio Abrignani, professore ordinario di Immunologia all’Università Statale, direttore dell’Istituto nazionale di Genetica molecolare Invernizzi del Policlinico di Milano, anche lui membro del Cts: “la vaccinazione degli under 12 è l’unica via per uscire dalla pandemia, perché nell’età pediatrica avviene un quarto dei contagi. Dal 2020 ci sono stati 36 bambini morti per Covid in Italia, dunque è immaginabile che si parta con la protezione a inizio 2022″, e pure per i più piccoli “non esiste un vaccino che abbia causato problemi nel lungo periodo”.


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  6. #506
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    Il peso schiacciante dei controlli sanitari e delle responsabilità dei dirigenti scolastici


    In queste ore i dirigenti scolastici sono alle prese con l’applicazione delle recenti disposizioni per la gestione delle nuove regole per il controllo del personale e degli alunni con sintomi di contagio, con la verifica dei green pass, con la possibile messa in quarantena delle classi con un numero consistente di alunni con sintomi sospetti sottoposti a tamponi, con ingressi scaglionati. Molti i problemi di fronte ai quali si trovano le scuole per i quali manca una risposta. Un esempio, tra i tanti: in assenza di riscontro da parte delle autorità sanitarie, la scuola può ritenere valido per i contatti individuati il tampone fatto in farmacia?
    Senza considerare anche il rapporto con i genitori, il controllo di loro ingressi a scuola con la certificazione verde, mentre con le segreterie devono fronteggiare la consueta gestione di emergenza non conclusa dei primi mesi di scuola per nominare supplenti sulle cattedre ancora scoperte.
    E, per non farsi mancare niente, in diverse città, come al solito, devono anche fronteggiare le occupazioni studentesche con il rischio di dovere rispondere dei danni arrecati, se non attivano le misure di sicurezza e di prevenzione.
    Questi carichi gravano su tutta la comunità scolastica, e in particolar modo sul management, dalle figure di staff al Dsga fino ovviamente al dirigente scolastico.
    Un testo fotografa la situazione in cui si trovano a operare in particolare i dirigenti scolastici… “Si deve poi considerare che il dirigente scolastico si trova a vedere concentrate sulla sua figura una molteplicità di funzioni e di responsabilità che, negli altri settori della pubblica amministrazione, vengono affidati ad una pluralità di risorse dirigenziali.
    A ciò si aggiunge la circostanza che il dirigente scolastico non riceve un idoneo supporto, sul piano giuridico, da parte dell’apparato amministrativo posto alle sue dipendenze.
    Di seguito si riporta una ricostruzione delle complesse funzioni attualmente attribuite al dirigente scolastico ai sensi della normativa vigente.
    Da ciò si ricava la necessità di incrementare la retribuzione di tali figure professionali adeguandola almeno ai livelli retributivi previsti per la dirigenza di seconda fascia del Ministero dell’istruzione. L’ambito di intervento del dirigente scolastico nell’attuale contesto normativo è ampio e complesso, e richiede competenze specifiche in campi assai eterogenei, quali, per citarne alcuni, quelli didattici e pedagogici (realizzazione del PTOF), tecnici specialistici (sicurezza degli edifici scolastici), giuslavoristici (gestione del personale)……”.
    Il corsivo di cui sopra non è stato scritto da un sindacato dei dirigenti scolastici. Tutt’altro.
    È soltanto la prima parte della relazione tecnica della legge di bilancio 2022 in discussione al Senato (S. 2448), a commento dell’art. 110 (Incremento del FUN per il finanziamento delle retribuzioni di posizione di parte variabile dei dirigenti scolastici).
    L’ampia e completa riflessione della relazione tecnica di commento all’art. 110 merita una lettura (questo il link) non solo da parte dei dirigenti scolastici interessati (che già sono consapevoli delle responsabilità di cui sono gravati), ma anche da parte dei decisori politici e dello stesso ministro Bianchi, spesso inconsapevoli del gravame dei capi d’istituto, che Tuttoscuola ha approfonditamente presentato nel dossier “DIRIGENTI, CHE STRESS…”, ricco anche di proposte per migliorare la situazione.


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  7. #507
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    Le nuove quarantene si inceppano e la DaD torna a salire: colpa delle Asl lente che nei week end spariscono. L’accusa di Giannelli (Anp)


    I presidi bocciano sonoramente le nuove quarantene avviate da una settimana nelle nostre scuole attraverso un nuovo protocollo anti-Covid. Il malcontento si evidenzia dalle dichiarazioni del presidente nazionale Anp, Antonello Giannelli, secondo il quale “nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità”. Così i dirigenti scolastici rimangono “da soli”, con i loro referenti Covid, a prendersi la responsabilità di decidere il da farsi in presenza di casi di positività. Sempre in attesa di risposte dalle Asl.
    Le risposte tardive della Asl sono la norma
    Il problema, già emerso durante la diretta della Tecnica della Scuola, alla presenza dello stesso Giannelli, è che le “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico”, contenute nel protocollo nazionale e poi nella nota ministeriale del 6 novembre scorso, n. 1218, avrebbero dovuto uniformare le gestioni dei casi Covid. Invece, l’adozione delle nuove procedure starebbe andando davvero male.
    Perché, sottolinea però Giannelli, “in alcune realtà rileviamo con amarezza che quel “caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente” rischia di tradursi in un “quasi sempre”. In diversi territori, infatti, i dipartimenti di prevenzione non riescono a garantire la tempistica del testing o, addirittura, non applicano le nuove procedure di tracciamento”.
    Le Asl non rispondono più dal venerdì pomeriggio…
    Gianneli rivela che nei week end le Asl, in gran numero, non assistono minimamente gli istituti scolastici: le aziende sanitarie “spariscono dai radar delle scuole già dal tardo pomeriggio del venerdì per ricomparire solo il lunedì mattina mentre le segnalazioni di casi positivi, infatti, arrivano alle scuole anche di domenica”, dice ancora Giannelli.
    “Il grande senso di responsabilità dei dirigenti – continua il leader Anp – non consente loro di ignorarle in attesa della ripresa lavorativa del lunedì e, pertanto, provvedono, nell’ assordante silenzio dei dipartimenti, a quanto previsto dalla nota ministeriale del 6 novembre nella consapevolezza che questo è necessario per combattere la diffusione del contagio”.
    La didattica a distanza torna ad imperversare
    L’aspetto paradossale è che questo disservizio si continua a realizzare proprio mentre “nel frattempo, la tanto demonizzata DaD (da almeno una decina di giorni ndr) sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica”.
    “E nonostante lo strenuo impegno di chi la scuola la dirige e del personale tutto, docente e ATA, che vi opera quotidianamente”, conclude amaramente il presidente Anp.


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  8. #508
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    Gestione casi Covid nelle scuole, i presidi: ‘Troppi problemi e ritorni alla DaD’


    I presidi bocciano le nuove procedure per la gestione dei casi covid nelle scuole che “dovrebbero” evitare il più possibile il ricorso alla DaD. In particolare Antonello Giannelli, presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) ha dichiarato in proposito che “nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità”. E i dirigenti scolastici rimangono “da soli”, con i loro referenti Covid, a prendersi la responsabilità di decidere il da farsi in presenza di casi di positività, in attesa di risposte da parte di Asl sempre più oberate di lavoro dato dall’aumento dei contagi.
    Insomma, l’adozione delle nuove procedure starebbe dando non pochi problemi alle scuole. “In alcune realtà – racconta infatti Giannelli – rileviamo che quel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente rischia di tradursi in un ‘quasi sempre’. In diversi territori, infatti, i dipartimenti di prevenzione non riescono a garantire la tempistica del testing o, addirittura, non applicano le nuove procedure di tracciamento”. E le classi, in attesa di risposte, tornano in DaD senza riuscire a dare tempestive indicazioni alle famiglie degli alunni coinvolti che, a loro volta, senza un foglio della Asl che confermi l’isolamento dei ragazzi, non possono prendersi i permessi necessari per rimanere a casa con loro.
    “La nota ministeriale del 6 novembre scorso, n. 1218 – scrive l’Anp sul suo portale – , ricorda che ‘le azioni di sanità pubblica ricadono nell’ambito delle competenze dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP) che risultano incaricati della disposizione delle misure sanitarie da intraprendere, inclusi l’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistiche per il rientro a scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici’. Detta nota aggiunge che ‘fino all’intervento dell’autorità sanitaria, nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo, l’Istituto scolastico attiva la seguente procedura già definita e standardizzata, che non comporta alcuna valutazione discrezionale di carattere sanitario’. In forza di tale procedura i dirigenti delle scuole, ancora una volta, non stanno venendo meno a gravose responsabilità – determinate unicamente dall’eccezionalità del contesto emergenziale – pur di garantire il servizio scolastico e la tutela della sicurezza collettiva. Un passaggio della nota tecnica sta facendo riemergere una problematica che speravamo superata dalle nuove procedure di tracciamento: ‘nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente o comunque secondo la organizzazione di regione/P.A. o ASL, il dirigente scolastico venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi quindi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a sospendere temporaneamente le attività didattiche nella classe/sezione/gruppo e trasmette le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal Dipartimento di prevenzione in accordo al presente documento per l’avvio delle misure previste dal presente protocollo, sia ai bambini/alunni/genitori/tutori che agli insegnanti che sono stati a contatto con un caso COVID-19 confermato (nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi o all’esecuzione del test diagnostico se asintomatico), in attesa della formalizzazione e di eventuali misure specifiche (incluso l’isolamento dei casi e la quarantena per i contatti ad alto rischio) da parte del DdP’”.
    “Le segnalazioni di casi positivi – continua l’Anp – arrivano alle scuole anche di domenica e di certo il grande senso di responsabilità dei dirigenti non consente loro di ignorarle in attesa della ripresa lavorativa del lunedì. Essi, pertanto, provvedono a quanto previsto dalla nota ministeriale del 6 novembre nella consapevolezza che questo è necessario per combattere la diffusione del contagio. Il tutto nell’assordante silenzio dei dipartimenti. Non vorremmo che alcuni di essi pensassero che le scuole siano la loro segreteria, deputata allo svolgimento di attività che non possono compiere per via della chiusura settimanale”.
    “Ci attendiamo, che anche i dipartimenti di prevenzione garantiscano il loro servizio senza soluzione di continuità, attrezzandosi al meglio per gestire la quarta ondata e facendo tesoro delle esperienze negative del passato. Tutelare il bene e la salute di studenti e lavoratori della scuola è loro primaria responsabilità: l’emergenza non può conoscere pause. Pretendiamo, dunque, che lo scenario sin qui rappresentato dai nostri colleghi si modifichi in positivo attraverso una effettiva collaborazione tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione. Nel frattempo, la tanto demonizzata DAD sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica”, conclude l’Associazione nazionale presidi.


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  9. #509
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    Green pass valido da 12 a 9 mesi, terza dose e stato d’emergenza: le novità da dicembre


    In tema di vaccinazioni, sono in arrivo alcune novità che dovrebbero partire da dicembre. Come scrive oggi “La Repubblica” il ministro della salute Speranza porterà due provvedimenti in Consiglio dei ministri che potrebbero essere approvati e cambiare alcune regole. La prima è quella di estendere anche alla terza dose dell’obbligo vaccinale del personale sanitario e delle Rsa. La seconda prevede invece di accorciare i tempi della validità del Green pass da 12 a 9 mesi, compreso quello rilasciato dopo la terza dose. Lo stato d’emergenza invece dovrebbe essere prorogato per altri sei mesi. Nessuna novità invece per quanto riguarda i tamponi necessari per ottenere il Green pass. Come ha confermato ieri a SkyTg24 la ministra per gli Affari regionali Gelmini, le decisioni dipenderanno anche dai contagi e se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare, si prenderanno nuovi provvedimenti. Sono soprattutto le Regioni che potrebbero spingere per rendere le misure più rigide in vista dei mesi più freddi.
    Per quanto riguarda la riduzione della validità del pass scrive ancora “La Repubblica” bisogna decidere come cambiare la scadenza del certificato, se con l’invio di un nuovo codice e il rilascio di un nuovo certificato. I lavoratori della scuola under 60 che non hanno ricevuto Johnson&Johnson, vaccinati a gennaio e febbraio, per ora non inclusi nella terza dose, presto dovrebbero essere messi nelle categorie che possono fare il richiamo.


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    Arrivano le sanificazioni quotidiane di bus e metro, ma non delle scuole. Rampelli (FdI): però i pericoli sono gli stessi


    Arrivano con ritardo ingiustificato le sanificazioni giornaliere dei mezzi di trasporto pubblico. Mentre di sanificare le scuole non se ne parla nemmeno. Il commento severo è di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati di Fratelli d’Italia.
    Intervenendo a Skytg 24, il deputato romano ha detto che “il Governo ha assunto dopo quasi due anni dall’esplosione della pandemia provvedimenti per la sanificazione quotidiana dei mezzi pubblici che sono i luoghi dell’assembramento per eccellenza e a rischio trasmissione contagio. Per noi un mantra sul quale i governi non hanno dato risposte tempestive, contribuendo alla diffusione della pandemia”.
    Perchè nelle scuole è tutto fermo?
    “Sulla sanificazione delle scuole la situazione è ancora peggiore: non è stato fatto nulla, come se ci fosse differenza tra le aule, frequentate proprio da quei bambini cui si imputa la maggiore potenzialità diffusiva, e gli autobus”.
    Il paragone dell’on. Fabio Rampelli arriva nel giorno in cui da una scuola primaria del veneziano giungono dati di un focolaio da Covid-19 piuttosto intenso, con 25 i casi di positività accertati, quasi tutti tra gli alunni, con 64 contatti scolastici in quarantena.
    Il problema non è di poco conto. Anche a livello nazionale. Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, già in estate favorevole alla vaccinazione di massa per raggiungere l’immunità di gregge, l’ideale sarebbe che “a breve sia possibile vaccinare anche i bambini, non appena ci sarà il via libera da parte dell’Ema
    Sui vaccini serviva più persuasione
    Per quanto riguarda proprio il vaccino anti-Covid, Rampelli ha tenuto a premettere di essersi “già prenotato per la terza dose” e di essere “assolutamente favorevole alla somministrazione”: detto ciò, l’esponente di FdI ha aggiunto che “il governo dovrebbe attivare un’imponente campagna di persuasione anche per disinnescare le perplessità generate da una gestione dell’informazione piena di contraddizioni”.
    “Basterebbe diffondere all’infinito questo semplice dato: il 90% dei ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato e parte di questi ricoveri si trasformano in decessi. Dato che arriva dalla prima linea degli ospedali, quindi reale, e non dai social o dai convegni accademici. Basterebbe aprire tutti i tg mattina e sera per dieci giorni con questa notizia per essere convincenti”, ha concluso Rampelli.
    Decreti ‘frankenstein’
    Intanto, sempre Fratelli d’Italia rifiuta in modo netto le norme sulla scuola inserite nel decreto Bollette, già licenziato dal Senato e in scadenza il prossimo 26 novembre. E non le vota.
    “Il governo dei migliori fa decreti ‘frankenstein’ con temi ultronei come ITS e il personale ATA insieme alle… bollette”, dice il deputato FDI Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura.
    Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, “il Parlamento viene trattato come un passacarte dal governo, senza possibilità di incidere in alcuna maniera sui decreti. Il rapporto fra Governo e Parlamento deve essere contraddistinto dalla chiarezza, ma il “governo dei migliori” invece continua la propria azione a colpi di fiducia e tagliole parlamentari. Governo di incapaci, altro che migliori: tanto valeva tenerci Conte”.


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