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Discussione: Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

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    Predefinito Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

    L’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola – già Associazione Nazionale Presidi, sul proprio sito ha pubblicato un documento elaborato dalla Società Italiana di Pediatria, aggiornato al 29 gennaio 2020, in cui si forniscono una serie di informazioni sul Coronavirus.
    L’iniziativa spiegano dall’ANP è nata “per venire incontro alle numerose richieste di informazioni che arrivano dai soci e da molti genitori”.
    Nel documento sono contenute 5 domande e altrettante risposte : “Che cos’è il coronavirus? Che cos’è il nuovo coronavirus che sta circolando in Cina? Come si trasmette una infezione da coronavirus? Quali sono i sintomi di una persona infetta da un coronavirus? Come prevenire l’infezione da coronavirus?”.
    L’ANP invita a scaricare il documento e a distribuirlo al personale (docente e ata) e agli alunni.

    Nuovo Coronavirus: cosa c’èda sapere

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    Coronavirus, via libera a tornare a scuola per chi è stato in Cina di recente


    ROMA. Gli studenti che hanno soggiornato in Cina nelle ultime due settimane possono comunque frequentare normalmente le scuole, chiamate però a monitorare l’insorgenza di eventuali sintomi da coronavirus. Lo stabilisce la circolare predisposta dal ministero della Salute con le “Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”, diramata dal ministero dell’Istruzione agli Uffici Scolastici Regionali e alle scuole.
    La circolare prescrive che per gli studenti che sono rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane occorre “monitorare la eventuale insorgenza di sintomi come tosse, febbre, difficoltà respiratorie”, e in caso di insorgenza di sintomi “chiamare il 1500 o i centri regionali di riferimento; proteggere le vie aeree con mascherina; evitare contatti stretti fino alla definizione della situazione sanitaria da parte del personale sanitario”. Quanto a eventuali studenti “ai quali è stato comunicato dall’autorità sanitaria, o che sono venuti in altro modo a conoscenza, di aver effettuato un viaggio insieme ad un paziente nCoV – con qualsiasi tipo di trasporto – e/o di aver coabitato con un paziente nCoV, entro un periodo di 14 giorni”, occorre “telefonare tempestivamente al 1500 o ai centri di riferimento delle regioni, per le misure di sorveglianza, ove non siano state già adottate dall’autorità sanitaria”.
    Queste indicazioni valgono sia per gli studenti universitari che per quelli delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, rispetto ai quali però si suggerisce anche “che gli adulti facenti parte del personale scolastico prestino particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.)”.
    Quanto ai viaggi verso le aree colpite, che gli studenti delle scuole secondarie e gli universitari avessero intenzione di compiere, la circolare ribadisce che “tali viaggi sono sconsigliati per ridurre il rischio generale di infezioni respiratorie acute alla luce della situazione epidemiologica globale relativa all’infezione da 2019-nCoV”.
    Nel caso in cui i viaggi nelle aree colpite siano già iniziati – aggiunge – gli interessati devono attenersi alle seguenti indicazioni: evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi; evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori; lavare frequentemente le mani; per qualsiasi necessità contattare l’ambasciata o il consolato; qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico. Tutte queste indicazioni sono da ritenersi valide, spiega la circolare, anche per docenti, ricercatori e personale universitario.


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  3. #3
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    Coronavirus, ecco il decreto del governo: le misure su scuole, musei, palestre, cinema e chiese in tutte le Regioni


    Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo decreto con le misure per il contenimento dei contagi da coronavirus. Le Regioni — dopo la conferenza di sabato con il premier e alcuni ministri dell’esecutivo (tra i quali Paola De Micheli, Francesco Boccia, Roberto Speranza, Vincenzo Spadafora e Luciana Lamorgese) — avevano inviato in mattinata le loro proposte di emendamento. A ispirare il pacchetto di misure un principio di cautela: si teme per la tenuta del sistema sanitario e in particolare dei reparti di rianimazione del Nord, che sarebbero messi a dura prova da una diffusione ampia del virus. Per questo per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si è confermata la chiusura delle scuole fino all’8 marzo 2020. Anche il Friuli Venezia Giulia ha chiesto al Governo e ottenuto la chiusura di scuole e università regionali per un’altra settimana. In Piemonte le scuole riaprono da mercoledì, dopo due giorni di «igienizzazione». Riapertura anche in Liguria, tranne che nella provincia di Savona. Anche la provincia di Pesaro Urbino è inclusa tra i territori in cui si applicano «le misure più forti, di sospensione delle attività didattiche e delle attività di pubblico spettacolo», per l’emergenza Coronavirus.
    Il decreto prevede, nelle regioni più colpite (ma non nelle «zone rosse»), la riapertura «contingentata» di musei e chiese; la sospensione delle funzioni religiose per un’altra settimana; in Lombardia, lo stop alle palestre.
    Ecco cosa prevede il decreto:
    I Comuni della «zona rossa»
    • Nei comuni della «zona rossa»(Bertonico; Casalpusterlengo; Castelgerundo; Castiglione D’Adda; Codogno; Fombio; Maleo; San Fiorano; Somaglia; Terranova dei Passerini; Vo’) è previsto
    – il divieto di accesso o di allontanamento dal territorio comunale;
    – la sospensione di manifestazioni, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso;
    – la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;
    – la sospensione di viaggi di istruzione in Italia o all’estero fino al 15 marzo;
    – la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;
    – la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità, nelle modalità e nei limiti indicati dal prefetto;
    – la sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e private, indette e in corso negli stessi comuni;
    – la chiusura di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità, dei servizi pubblici essenziali e degli esercizi commerciali per l’acquisto dei beni di prima necessità, nelle modalità e nei limiti indicati dal prefetto;
    – l’obbligo di accedere ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità indossando dispositivi di protezione individuale o adottando particolari misure di cautela individuate dall’azienda sanitaria competente;
    – la sospensione dei servizi di trasporto di merci e di persone, anche non di linea, con esclusione del trasporto di beni di prima necessità e deperibili e fatte salve le eventuali deroghe previste dai prefetti;
    – la sospensione delle attività lavorative per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità, ivi compresa l’attività veterinaria, nonché di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare o a distanza;
    – la sospensione dello svolgimento delle attività lavorative per i lavoratori residenti o domiciliati, anche di fatto, nel comune o nell’area interessata, anche ove le stesse si svolgano al di fuori dell’area.
    Negli stessi comuni, il prefetto, d’intesa con le autorità competenti, può individuare specifiche misure finalizzate a garantire le attività necessarie per l’allevamento degli animali e la produzione di beni alimentari e le attività non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante e animali. Infine, negli uffici ricompresi nei distretti di Corte di appello cui appartengono i comuni della “zona rossa”, sino al 15 marzo 2020, si prevede la possibilità, per i Capi degli uffici giudiziari, sentiti i dirigenti amministrativi, di stabilire la riduzione dell’orario di apertura al pubblico, in relazione alle attività non strettamente connesse ad atti e attività urgenti.
    Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, province di Pesaro, Urbino e Savona
    – la sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, sino all’8 marzo 2020, in luoghi pubblici o privati, a meno che non si svolgano “a porte chiuse”. Restano consentite le sessioni di allenamento, sempre “a porte chiuse”;
    – il divieto di trasferta organizzata dei tifosi residenti nelle stesse regioni e nelle province di Pesaro e Urbino e di Savona, per assistere a eventi e competizioni sportive che si svolgano nelle restanti regioni e province;
    – la sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose;
    – è consentito lo svolgimento delle attività nei comprensori sciistici a condizione che il gestore provveda alla limitazione dell’accesso agli impianti di trasporto chiusi assicurando la presenza di un massimo di persone pari ad un terzo della capienza (funicolari, funivie, cabinovie, ecc.);
    – l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
    — la sospensione, sino all’8 marzo 2020, dei servizi educativi dell’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ad esclusione dei medici in formazione specialistica e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo la possibilità di svolgimento a distanza;
    – la sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e private, ad esclusione dei casi in cui venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e di quelli per il personale della protezione civile;
    — lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub, a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
    — l’apertura delle attività commerciali diverse da quelle di ristorazione, bar e pub, condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori;
    – l’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
    — la limitazione dell’accesso dei visitatori alle aree di degenza, da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere;
    – la rigorosa limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti;
    — la sospensione dei congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
    — l’obbligo di privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19.
    Nelle province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona
    Per tali province si stabilisce la chiusura nelle giornate di sabato e domenica delle medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione delle farmacie, delle parafarmacie e dei punti vendita di generi alimentari.
    Nella regione Lombardia e in provincia di Piacenza
    In tali territori si applica altresì la misura della sospensione delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei «livelli essenziali di assistenza»), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.
    Sull’intero territorio nazionale
    Nell’ambito dell’intero territorio nazionale si stabilisce:
    – la possibilità che la modalità di “lavoro agile” sia applicata, per la durata dello stato di emergenza, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali previsti;
    – la sospensione fino al 15 marzo dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, con la previsione del diritto di recesso dai contratti già stipulati;
    – l’obbligo, fino al 15 marzo, della presentazione del certificato medico per la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia infettiva;
    – la possibilità, per i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, di attivare, sentito il collegio dei docenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
    – lo svolgimento a distanza, ove possibile e avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità, delle attività didattiche o curriculari nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica nelle quali non è consentita la partecipazione degli studenti alle stesse, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria;
    — la proroga dei termini previsti per il sostenimento dell’esame di guida in favore dei candidati che non hanno potuto effettuarlo a causa dell’emergenza sanitaria;
    – l’idoneo supporto delle articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale al Ministero della giustizia, anche mediante adeguati presidi, al fine di garantire i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni.
    Inoltre, il testo prescrive, per l’intero territorio nazionale, ulteriori misure di informazione e prevenzione:
    – il personale sanitario si attiene alle misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute;
    – nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione rese note dal Ministero della salute;
    – nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani;
    – i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie presso gli esercizi commerciali;
    – le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
    – nello svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche e private, ove ne sia consentito l’espletamento, devono comunque essere assicurate modalità tali da evitare assembramenti di persone;
    – chiunque abbia fatto ingresso in Italia, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, o sia transitato o abbia sostato nei comuni della «zona rossa», deve comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o ai servizi di sanità pubblica competenti, che procedono di conseguenza, secondo il protocollo previsto in modo dettagliato dallo stesso dpcm odierno.
    Infine, il Governo sta elaborando ulteriori misure, di prossima approvazione, per il sostegno economico ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, connesse all’emergenza sanitaria per la diffusione del COVID-19, e più globalmente per la crescita economica del Paese.


    Edscuola
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  4. #4
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    Stop scuola fino al 3 di aprile e limitazione libertà di movimento, ecco il Decreto. Autocertificazione per spostarsi




    “Tutta Italia sarà zona protetta”. Lo ha annunciato il Primo Ministro Conte durante una conferenza stampa, estendendo a tutto il territorio nazionale le misure riservate per Lombardia altre 14 provice.
    Per spostarsi sarà possibile soltanto se ci saranno ragioni comprovate e che dovranno essere autocertificate.
    Le attività didattiche resteranno sospese fino al 3 di aprile e il Ministero dell’Istruzione emanerà ad ore delle indicazioni precise.
    Ecco il testo del Decreto firmato ieri e in vigore da questa mattina
    Queste le parole del Primo Ministro
    “Evitare su tutto il territorio gli spostamenti se non motivati da: ragioni di lavoro, casi di necessità o di salute. Aggiungiamo un divieto degli assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico.”
    “Il futuro del nostro paese è nelle nostre mani. Su tutto il territorio della penisola sarà estesa tutte le misure della Lombardia.”
    Come faccio a spostarmi? Ecco le istruzioni per l’autodichiarazione


    Orizzontescuola
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    E se la scuola del Covid-19 è in mano a un dirigente… insensato?


    Che succede se la scuola, in questo periodo così buio, di esilio forzato a casa e di didattica a distanza, per colpa di un virus micidiale, è in mano a una dirigenza impreparata, insensata e soprattutto inefficiente e inefficace? Un problema pesante, sia per le famiglie, sia per gli alluni e sia per i professori.
    Eppure qualcuno c’è
    Che ci fossero di tali presidi ne avevamo avuto sempre il sentore, ma proprio in questi giorni arrivano alcune lettere in redazione che mettono il dito proprio su questa piaga, mentre l’epidemia si diffonde e il conto dei decessi, che ci stringono il cuore, si fa sempre più angosciante.
    Le contraddizioni emerse col Covid-19
    Accade così che il Covid-19 ha fatto emergere contraddizioni nella sanità, che non regge, ma anche dentro certe scuole, rare speriamo, dove, come denuncia un genitore, che è pure docente, l’utenza sta “assistendo ad una situazione di una scuola messa non solo a dura prova ma anche abbandonata”; e il lettore continua: “Credevamo in una scuola che contro qualsiasi Virus potesse quantomeno farsi davvero partecipe di una presenza vera e non virtuale. Ed invece stiamo disperatamente dialogando con insegnanti che sono stati lasciati totalmente alla deriva ed alle loro esigue, in troppi casi, capacità informatiche”.
    guidare un jet pensando a un aquilone
    E infatti, subito dopo, una singolare metafora chiarisce meglio il concetto: “In una casistica come questa, seppure unica e speriamo irripetibile, si è dovuto imparare a decollare con un jet supersonico quando a malapena si sapeva cosa era un aquilone”, volendo sottolineare che, mentre “alcuni Dirigenti Scolastici manifestano la reale presenza sul territorio ovvero stando in prima linea e preoccupandosi persino di fornire (ad esempio) di strumentazione adeguata insegnanti e famiglie” in questo istituto “ci si trovava quotidianamente a fare i conti con linee inadeguate, Lim non funzionanti, dotazione multimediale carente e chi più ne ha più ne metta”.
    Docenti lasciati a se stessi
    Ma non solo, sottolinea il lettore, “Chiunque di noi sia provvisto di un minimo di buon senso puntualmente si scontra con una realtà di abbandono che inficia persino la più forte volontà a proseguire con la didattica ad ogni costo”, mentre la dirigente in questione non si rende conto “una volta per tutte che una scuola che prevede classi con 6-7 sistemi diversi di dialogo scuola-famiglia e di Didattica on line, che è incapace di usare il registro elettronico, che manca di coesione nelle decisioni collegiali (prese senza una reale guida solida), con insegnanti lasciati a sé stessi e con scarse conoscenze o, al contrario, impossibilitati a condividere davvero il proprio “know how”, beh…è una scuola senza futuro!
    Lo strumento musicale bloccato nonostante la retta
    Tanto per fare un altro esempio -continua la lettera- nella vana speranza di rendere un’idea: il Contributo Volontario, pagato profumatamente a parte in tre rate, e che non più tardi di 2-3 mesi fa ancora questa Scuola si ostinava a chiedere”, non ha impedito di “bloccare totalmente, persino via Skype, e per decisione del dirigente, la formazione musicale e strumentale extra curricolare” a distanza, “perché la scuola non consente le lezioni 1a1 on line…per la privacy e con l’ennesimo modulo da firmare e rispedire sempre per la privacy.”
    Dunque, a parte il danno didattico la beffa, perché “tali lezioni del modulo sono state pagate a vuoto”, fermo restando la situazione di abbandono di questi bambini.
    Per fortuna altrove si lavora con buoni risultati
    La lettera prosegue facendo presente pure che, a conclusione di questa emergenza e rientrando a scuola, la dirigente forse si renderà conto di non aver fatto nulla “per spingere la didattica ad un nuovo livello, ma le farà comodo indossare il tricolore davanti a qualche autorità senza pensare davvero a quanti genitori e a quanti insegnanti si saranno davvero spesi per il bene delle nuove generazioni. Non facendo praticamente nulla oltre che qualche copia incolla dal divano di casa. Vedo tanti colleghi e Dirigenti spendersi invece in scuole davvero disagiate ma i risultati si vedono nonostante tutto. È a loro che deve andare un vero grazie”.
    Come commentare tale amara disamina e tali critiche?
    L’emergenza non può significare lassismo o strafottenza nelle scuole, anche perché, chi più chi meno, siamo tutti in trincea a combattere un nemico invisibile e in primo luogo lo sono quei medici e quegli infermieri che rischiano le loro vite negli ospedali per salvarne altre.


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    Coronavirus, le bozze del Decreto Scuola: “Nessuno sarà bocciato né rimandato”


    Ci siamo, il Piano per la Maturità e la fine dell’anno scolastico è un decreto legge. Una bozza di decreto, e sarà approvata domenica prossima in Consiglio dei ministri. Come ha anticipato Repubblica, in via assolutamente eccezionale “e solo per l’anno scolastico 2019-2020”, tutti gli alunni e gli studenti italiani passano per decreto alla classe successiva, anche quelli con insufficienze registrate nel primo quadrimestre. Siano minime o siano gravi e su diverse materie.
    Non ci saranno bocciati né rimandati, in questa situazione eccezionale. Il decreto prevede recuperi degli apprendimenti a partire dal primo settembre 2020. Non recupero dei voti, il prossimo anno si ripartirà da zero. Un ripasso forzato di nozioni, e di programma, che i docenti via via valuteranno a partire, appunto, dalla prossima stagione scolastica. Le scuole italiane il primo giorno di settembre apriranno per tutti coloro che hanno avuto “debiti” nel primo quadrimestre. L’avvio dell’anno scolastico 2020-2021, anche per questo motivo, potrebbe slittare in avanti.
    Maturità con rientro in classe: doppia prova preparata dalla commissione
    C’è una data spartiacque, lunedì 18 maggio. Se gli studenti torneranno a scuola entro quella data, e potranno fare quattro settimane di lezioni frontali, l’esame di Stato per il diploma superiore sarà “assimilabile” a quelli conosciuti. Prima prova scritta il 17 giugno, tema di Italiano unico e nazionale: chi sceglierà le tracce dovrà tenersi lontano dalle questioni contemporanee, dal Dopoguerra in poi per capirci. Meglio Verga che Caproni, il Risorgimento piuttosto che il ’68. La seconda prova, quella doppia, non avrà carattere nazionale e dovrà essere gestita dalla commissione interna (sei membri, tutti docenti della classe interessata all’esame). Poi, a partire da fine giugno, l’orale.
    Maturità senza rientro: via gli scritti, un grande orale
    L’ipotesi più probabile, tuttavia, è quella che prevede che il 18 maggio non ci sia un “liberi tutti” da parte del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza. In quel caso, con gli studenti di quinta costretti a casa, salteranno entrambi gli scritti: Italiano e doppia prova. La valutazione finale dei maturandi – resterà “seria”, ha sottolineato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina – sarà affidata in maniera esclusiva a un unico esame orale. Sarà lungo, almeno un’ora, e prevederà esercitazioni sulle materie caratterizzanti (Greco e Latino al Classico, per comprendere). Il dibattito su quanto peserà il maxi orale è rimandato a dopo Pasqua, ma i tecnici del ministero dell’Istruzione suggeriscono 60 punti sui 100 totali.
    Ipotesi ultima: colloquio online
    Il progetto estremo, da prendere in considerazione di fronte a una crisi epidemiologica ancora fuori controllo, è quello di far svolgere gli esami di Maturità online. La bozza del Dl Scuola dice: “Nell’ipotesi in cui le ragioni sanitarie” indichino come “non si possano svolgere esami in presenza”, ecco, si può prevedere “la valutazione degli alunni, ivi compresi gli scrutini finali, anche in modalità telematiche”.
    Tra le novità che si leggono nella bozza, si rivedrà il decreto che premia i 100 e lode. Ci si avvia a un esame di Stato che avrà, insieme al “tutti diplomati”, meno volti alti e meno voti bassi. Un altro frutto dell’anno scolastico spezzato dalla pandemia.
    Esame di Terza media, possibile solo la tesina
    L’Esame di Terza media potrebbe ridursi a una tesina consegnata alla commissione (tutta interna) con valutazione finale del Consiglio di classe. Nell’ipotesi più ottimistica potranno essere eliminate “una o più prove”.
    Sono, e questo pare ovvio, sospese per tutto il “2019-2020” le gite scolastiche in tutti i cicli. E le iniziative di scambio culturale.
    I concorsi vanno avanti, sindacati arrabbiati
    Per decreto viene cancellato il parere finale del Consiglio superiore d’istruzione (Cspi), che di fatto non si riuniva più. I due concorsi previsti per i docenti – ordinario e straordinario – vanno avanti e saranno banditi a breve: la ministra teme il caos precari del 15 settembre. I sindacati, ancora una volta non consultati, sono furiosi.
    Le Graduatorie d’istituto per i docenti precari restano congelate e si prevede una finestra d’inserimento che si chiuderà il prossimo 31 agosto. Le attività di verifica dei dirigenti tecnici sull’anno di prova dei docenti saltano riducendosi a un “parere consultivo”.
    Deputati maggioranza: “Ministra, ci hai preso in giro”
    Ieri Lucia Azzolina aveva aperto la videoconferenza con le forze di maggioranza negando la veridicità delle anticipazioni di Repubblica. Diversi deputati e senatori oggi, quando la ministra non ha autorizzato un secondo passaggio parlamentare, l’hanno chiamata per dirle: “Ci hai preso in giro, i tuoi atteggiamenti fanno male alla scuola”. L’approvazione del decreto sulla fine dell’anno scolastico, anche per questi motivi, è slittata da domani (venerdì 3) a domenica.

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    Coronavirus, a scuola gli studenti giunti dalla Cina senza sintomi


    Nessuna preclusione a frequentare la scuola per gli studenti che sono arrivati in Italia dalla Cina e che non presentano i sintomi del coronavirus. Lo dispone una circolare a doppia firma Salute e Istruzione che segue alla richiesta di chiarimenti giunta nei giorni scorsi dai presidi.
    Accesso in classe e nelle aule
    La circolare prevede, in particolare, che per gli studenti universitari rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane, occorra «monitorare la eventuale insorgenza di sintomi come tosse, febbre, difficoltà respiratorie; in caso di insorgenza di sintomi chiamare il 1500 o i centri regionali di riferimento; proteggere le vie aeree con mascherina; evitare contatti stretti fino alla definizione della situazione sanitaria».
    La scuola dell’infanzia
    Le stesse indicazioni valgono anche per i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole primarie e secondarie. Per loro, in più, la circolare prevede che il personale scolastico, docenti e non, «presti particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.)».
    Stop ai viaggi
    Infine la circolare sconsiglia i viaggi di studenti verso le aree colpite. E lo stesso vale anche per docenti e ricercatori. Per chi invece volesse farlo lo stesso i due ministeri ricordano quali precauzioni minime andranno prese:

    • . evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi;
    • -. evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori;
    • -. lavare frequentemente le mani;
    • per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato;
    • qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie)


    mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.



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    Niente certificato medico se il periodo di assenza è dovuto alla chiusura della scuola


    L’Usr Emilia Romagna pubblica una circolare per fornire le primissime indicazioni alle scuole per il rientro dopo giorni di malattia.
    Le indicazioni
    L’Usr evidenzia, intanto, che non è necessario alcun certificato medico per “giustificare” il periodo di assenza dovuto alla chiusura della scuola (di ogni ordine e grado). È invece necessario il certificato medico se l’assenza da scuola è dovuta a una malattia di durata superiore a cinque giorni: in questo caso, fino al 15 marzo, la riammissione a scuola dovrà avvenire, appunto, dietro presentazione del certificato medico, in deroga alle disposizioni vigenti in Emilia-Romagna, dove la certificazione di riammissione scolastica è stata abolita da anni.
    È necessario, poi, il certificato medico solo per le malattie intercorse dalla data di entrata in vigore del Dpcm, cioè dal 25 febbraio 2020, per più di cinque giorni. Nel caso di malattia iniziata nel periodo precedente il 25 febbraio, per il rientro a scuola continuano a valere le regole regionali precedenti, per le quali non è richiesta la certificazione medica.
    La disposizione è valida per tutti, alunni e personale scolastico. Il certificato medico è stato reintrodotto transitoriamente – solo fino al 15 marzo p.v., si ribadisce – al solo fine di attestare che chi sia stato malato possa rientrare nella comunità scolastica, senza comportare rischi per quest’ultima. Si tratta dunque di una prescrizione transitoria e precauzionale.


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    Dalla Regione Sicilia un portale per le lezioni online


    È stata realizzata una piattaforma telematica per la didattica online attraverso i un accordo tra il governo Musumeci e un’azienda siciliana che l’ha promossa e resa disponibile a titolo gratuito.
    Il software sul portale del Miur
    Il software sarà disponibile sul sito www.continualascuola.it, in fase di registrazione sul portale del Miur, nella sezione dedicata all’insegnamento a distanza. L’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla ha già firmato una circolare all’Ufficio scolastico regionale (Usr) perché possa essere diramata a tutti gli istituti dell’Isola. La nota della Regione siciliana precisa, altresì, che all’attuale offerta potranno aggiungersene delle altre, sempre a titolo gratuito. Le scuole, se tecnologicamente dotate, restano libere di potere agire in autonomia, ovvero ricorrere, in alternativa, alle analoghe misure in corso di adozione presso il ministero che ha già richiesto l’inserimento del progetto siciliano nel catalogo nazionale.
    Il presidente Musumeci
    «Si tratta di un’iniziativa di sistema inedita per la Regione – evidenzia il presidente Nello Musumeci – e del tutto tempestiva, che viene messa a disposizione dei nostri istituti in un momento di particolare criticità per il sistema scolastico. Essa nasce dall’esigenza di mantenere, in questa fase emergenziale, il senso di comunità e il contatto tra docenti e studenti, per continuare ad alimentare il processo formativo ed educativo già intrapreso. È molto importante, infatti, ricreare la “classe online” e quindi mantenere la possibilità di interagire con gli allievi, stimolandone l’apprendimento».
    Il numero verde per informazioni
    Dopo l’autorizzazione dell’Usr, i dirigenti scolastici interessati potranno iscrivere al portale i propri istituti e abilitare al sistema i docenti che, a loro volta, avranno il compito di accreditare gli studenti. A supporto delle procedure di iscrizione e per ogni ulteriore informazione, è stato reso disponibile un numero verde (800.694.931), in grado di fornire assistenza nella fase di accesso alla piattaforma. Inoltre, una task force di esperti garantirà il costante supporto tecnico e operativo su tutto il territorio regionale, allo scopo di facilitare l’attivazione dei processi di teledidattica.



    Tecnica della scuola
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    Nuovo decreto coronavirus, confermate misure per la Scuola. Ecco quali




    Firmato nella giornata di ieri un nuovo DPCM: tutto invariato per le istituzioni scolastiche.
    DPCM 22 marzo del 2020
    Nella giornata di ieri, il Presidente del Consiglio Conte ha firmato un nuovo DPCM, che impone nuove misure più stringenti, al fine di contrastare l’emergenza Coronavirus.
    Vediamo cos’è previsto per le pubbliche amministrazioni, compresa la scuola, fermo restando la sospensione delle attività didattiche sino al prossimo 3 aprile e la didattica a distanza.
    Conferma misure decreto cura Italia
    L’articolo 1, comm1 lettera a), del DPCM del 22 marzo, così dispone:
    a) sono sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1 e salvo quanto di seguito disposto. Le attività professionali non sono sospese e restano ferme le previsioni di cui all’articolo 1, punto 7, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020. Per le pubbliche amministrazioni resta fermo quanto previsto dall’articolo 87 del decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18…
    Per le pubbliche amministrazioni, scuola compresa, resta confermato quanto previsto dall’articolo 87 del decreto cura Italia, secondo cui:

    • il lavoro agile diviene per il periodo dell’emergenza la modalità ordinaria di lavoro;
    • gli uffici devono restare aperti solo per attività indifferibili, limitando al minimo, in tali casi, la presenza del personale;
    • laddove non sia possibile applicare il lavoro agile, di deve ricorrere a ferie pregresse, congedo, banca ore, rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della contrattazione collettiva, e in ultimo all’esenzione dal servizio del personale (il servizio in tal caso è ritenuto prestato a tutti gli effetti).


    Scuole
    Le scuole, come riferito in diversi nostri articoli, restano aperte virtualmente ed aprono fisicamente soltanto in casi di attività e/o esigenze indifferibili, come illustrato dal Ministero con la nota del 18 marzo.
    In sintesi questi i servizi che le istituzioni scolastiche devono garantire:
    Le istruzioni scolastiche, leggiamo nella nota summenzionata, devono assicurare i seguenti servizi:
    a) servizi erogabili da remoto mediante ricorso al lavoro agile;
    b) servizi erogabili solo in presenza qualora necessari, adottando la necessaria programmazione e rotazione, con l’assunzione di tutte le misure idonee a prevenire il contagio disposte dalle autorità sanitarie competenti;
    c) corretto svolgimento degli adempimenti amministrativi e contabili.
    Ata e dirigenti scolastici
    Di seguito, la gestione del personale ATA e la modalità di svolgimento dell’attività da parte dei dirigenti scolastici.
    ATA – Per quanto gli ATA, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, il lavoro agile diviene la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, eccetto i casi in cui non può essere svolto, come ad esempio nel caso dei collaboratori scolastici. Per questi ultimi e, per tutti colori i quali non possono svolgere il lavoro in modalità agile, la gestione avviene ricorrendo agli “strumenti delle ferie pregresse, del congedo, della banca ore, della rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della contrattazione collettiva” e, in ultimo, all’esenzione dal servizio, considerato svolto a tutti gli effetti.
    Dirigenti scolastici – I dirigenti scolastici svolgono la propria attività organizzandone modi e tempi autonomamente e assicurando il funzionamento dell’istituzione scolastica quanto più possibile da remoto, in modo virtuale. Pertanto, i dirigenti non dovono avanzare richiesta di lavoro agile. Durante l’emergenza coronavirus, va assicurato lo svolgimento della didattica a distanza e dell’attività amministrativa; i dirigenti devono inoltre “limitare la presenza del personale negli uffici per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza”



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