Massimo Ceccherini co-sceneggiatore di Pinocchio? Possibile?

Ebbene sì, avete letto bene, Massimo Ceccherini ha steso a quattro mani la sceneggiatura del film con Matteo Garrone.
Sceneggiatura che per altro risulta essere la pecca più grande in un film colmo di difetti.

Insensata e banale a tratti quasi assurda, i dialoghi non hanno né capo né coda e i personaggi ripetono quasi in loop le stesse frasi a oltranza.
La prima parte del film è affrettata e non si sofferma su nessun particolare a cui la fiaba originale dà risalto (con ragione per altro).
Mancano un sacco di punti chiave e tutto sembra essere buttato lì nella speranza che tutti coloro che guardano il film capiscano quello che succede.

Una delusione per grandi e piccini

Gli attori sono per la maggior parte senza enfasi nel recitare, persino Gigi Proietti stona nel personaggio di Mangiafuoco, relegato ad una particina di pochissimi minuti.
La Fata Turchina, soprattutto nella versione “adulta” interpretata da Marine Vacht raggiunge livelli di noia e stasi che difficilmente possono essere raggiunte, senza tralasciare il fatto che è vistosamente doppiata dato che l’attrice non è italiana.
I personaggi di contorno subiscono un trucco esageratamente caricaturale, come per esempio il grillo parlante, interpretato da Davide Marotta, risultando grotteschi e anche spiacevoli da guardare.
Non c’è ironia nel film, né leggerezza, solo una statica narrazione che tedia e annoia.

L’unica nota positiva sono i costumi e questo la dice tutta...


Tutti conoscono Pinocchio come il burattino a cui si allunga il naso quando dice le bugie.
Nel film il fatto è reso in una sola scena, per il resto niente accade al burattino se dice qualcosa di non vero.
Le belle inquadrature della campagna incontaminata potrebbero dare il senso bucolico che Garrone probabilmente voleva trasmettere, ma sono troppo poche per salvare l’insalvabile. Gli effetti speciali sono pochi e usati male, la CGI è vistosa e fuori luogo e molti attori secondari sono talmente fastidiosi nei loro ruoli da far risultare sgradevole il film.
L’unica nota di merito che mi sento di attribuire sono i costumi. Molto ben disegnati e curati, particolari e adatti ad ogni situazione e personaggio.
Per il resto è un film che non è di nessun insegnamento per i più piccini e di nessun intrattenimento per i più grandi.
Si ride poco o per niente e quando lo si fa è forzatamente e anche la lunghezza è decisamente troppa per come è stato utilizzato il tempo a disposizione della pellicola.


Una cocente delusione per il burattino nato dalla penna di Collodi

Dopo l’intramontabile film di Luigi Comencini con Nino Manfredi nei panni di Pinocchio, il burattino era stato scelto da Benigni per il suo esordio alla regia ma anche in quel caso come per Garrone le cose non erano andate molto bene. Matteo Garrone poteva riscattare sia Benigni che Pinocchio al cinema, ma non è andata come speravamo.

Una delusione totale