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Discussione: Test Valencia, il più veloce è Quartararo. 2° Viñales, 4° Dovizioso, 9° Rossi

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    Predefinito Test Valencia, il più veloce è Quartararo. 2° Viñales, 4° Dovizioso, 9° Rossi

    Il francese con la Yamaha Petronas è il migliore davanti allo spagnolo e a Morbidelli. A terra entrambi i fratelli Marquez, con Marc 5° e Alex ultimo, mentre il forlivese della Ducati non è lontano e Vale entra nei dieci

    Il 2020 si apre nel segno di Fabio Quartararo. È infatti il francese della Yamaha Petronas il più veloce della prima giornata di test per la prossima stagione. Sul circuito Ricardo Tormo di Valencia, Quartararo, anche caduto al pomeriggio, stacca il tempo di 1'30"163, con la moto del 2019, precedendo le altre M1 di Maverick Viñales (modello 2020), 2° a 0"164, e di Franco Morbidelli (Team Petronas), 3° a 0"487.
    La Yamaha—
    Yamaha sugli scudi, quindi, con i piloti del team factory che hanno portato in pista le M1 versione 2020, con un airbox diverso, un motore rinnovato e un telaio inedito. Valentino Rossi, con il suo nuovo capotecnico David Munoz al suo fianco ai box, ha terminato la sessione al 9° posto con un distacco di 0"849 e 68 giri complessivi.
    Honda e fratelli—
    Osservato speciale di giornata è stato Alex Marquez, debuttante con la Honda all'indomani dell'annuncio del suo passaggio al team Hrc dalla prossima stagione. Il fratello minore di Marc ha chiuso con l'ultimo tempo (1'32"873), con una RC213V del 2019 gestita dal team LCR, dopo una caduta nelle fasi iniziali della giornata e altri giri nel pomeriggio. A terra anche il fratello Marc che ha comparato i due modelli al mattino, quando è anche caduto alla curva 13 - assicurandosi di recuperare personalmente dalla ghiaia i pezzi più 'pregiati' -, e poi tornato in azione al pomeriggio fino al 5° tempo finale a 0"535 da Quartararo.
    Ducati—
    Al quarto posto c'è la Ducati di Andrea Dovizioso, a 0"502 dalla vetta e senza provare il time attack al pomeriggio. Il forlivese e Michele Pirro (18°) hanno provato la nuova Desmosedici 2020, mentre Danilo Petrucci, 12°, si è fermato dopo solo 10 giri, di cui 3 con la nuova moto, per dolori alla spalla sinistra legati alla caduta nell'ultima gara. Il ternano è da verificare per la giornata di test di domani. Bene anche Jack Miller, 10° con la Ducati Pramac.
    Suzuki, Aprilia, Ktm—
    La Suzuki ha provato nuove cose di motore e chiuso con il 6° tempo di Joan Mir (+0"648) e il 7° di Alex Rins (+0"795); la Ktm, versione 2020 incamera l'8° posto con Pol Espargaro, il 13° di Iker Lecuona (Tech 3), il 17° di Dani Pedrosa e il 21° di Brad Binder; prove di elettronica per l'Aprilia, in attesa della nuova RS per i test di Sepang, con Andrea Iannone 14° e Bradley Smith 20°.


    Gasport
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  2. #2
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    Valencia MotoGP, Viñales il più veloce nei test. Marquez 7°, Rossi chiude 9°


    Nella sessione conclusiva in Spagna brillano le Yamaha. Caduti Lecuona, Espargaro, Crutchlow e Binder

    Maverick Viñales fa segnare il miglior tempo nella seconda e ultima giornata di test MotoGP a Valencia. Sul circuito Ricardo Tormo che domenica ha ospitato l’ultima gara del 2019, lo spagnolo della Yamaha ha girato in 1’29”849 precedendo le due M1 del team Petronas SRT di Fabio Quartararo (+0”164) e Franco Morbidelli (+0”265). Marc Marquez centra il settimo crono, staccato di oltre sette decimi, solo nono Valentino Rossi, a 0”932 dal compagno di squadra mentre Andrea Dovizioso è appena fuori dai primi dieci con la Ducati.
    Iannone fuoco—
    Rossi, dopo un problema di elettronica alla sua M1 2020 verso ora di pranzo, nel pomeriggio ha girato con la moto 2019. Dopo il problema del motore di Iannone a fuoco a fine mattinata, noie pure per Bradley Smith al pomeriggio. civolate per Iker Lecuona (Ktm) e Aleix Espargaro (Aprilia), Cal Crutchlow (Honda Lcr) e Brad Binder (KTM).


    Gasport
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  3. #3
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    Test MotoGP analisi tecnica: tutti lavorano sul telaio, KTM cambia con decisione


    Gli austriaci rimangono fedeli al telaio in tubi ma cambiano le sezioni, ora ovali e più spesse. Yamaha porta un altro step provvisorio di motore, Honda come sempre ha molte novità in campo telaistico. Ducati e Suzuki avanti a piccoli passi

    Secondo quanto stabilito dal nuovo calendario della MotoGP, il 2019 è stato l'ultimo anno dei test di Valencia: dal 2020 ci sarà solo l'appuntamento di Jerez a precedere la pausa invernale, in un'ottica di riduzione delle giornate di lavoro extra gran premio. Le prove al Cheste d'altronde sono state ultimamente più un'interessante occasione di vedere al lavoro i piloti che hanno cambiato casacca piuttosto che le moto dell'anno venturo, che tendenzialmente si mostrano solo a Sepang.
    Eppure in questa settimana al Ricardo Tormo si sono viste non poche novità tecniche: Aprilia a parte, le rimanenti cinque case impegnate in MotoGP si sono date parecchio da fare.
    Campioni all'attacco
    Honda è scesa in pista con quattro piloti: Marc Marquez, Crutchlow, Alex Marquez e Stefan Bradl. Se il fratello dell'otto volte campione del mondo ha semplicemente preso contatto con la nuova moto, per gli altri il programma di lavoro è stato intenso. L'inglese soprattutto ha messo insieme oltre 120 giri per provare il nuovo telaio (o due versioni dello stesso) che Marquez ha iniziato a testare già nel weekend di fine di stagione. Le maggiori differenze sono negli ancoraggi posteriori del motore, ma tra le altre novità è da registrare anche un differente ammortizzatore di sterzo. Tutti gli interventi sono finalizzati al duplice intento di migliorare il feeling all'anteriore in ingresso curva e a incrementare l'agilità del mezzo. Sia Marquez che Crutchlow non hanno fatto fatica a girare sull'1'30” e mezzo, nonostante il tempo non fosse certo l'obiettivo della due giorni.
    Desmosedici e vecchi problemi
    Anche Ducati si è concentrata sul telaio: Dall'Igna sta cercando di risolvere il problema cronico della Desmosedici – la difficoltà a girare- e Dovizioso ha notato un passo in avanti con il nuovo chassis. Per quanto riguarda gli altri piloti, Miller in testa, i test sono serviti soprattutto a capire il migliore angolo di piega con cui sfruttare le gomme.
    Il Dottore in cerca dei cavalli
    Se anche Yamaha ha presentato un telaio diverso che vuole aiutare la M1 a girare più velocemente e a insistere meno sulle gomme al massimo angolo di piega, le attenzioni di Vinales e Rossi erano tutte sul nuovo motore: bene ma non benissimo, nel senso che un passo in avanti c'è stato ma non così significativo. Il propulsore definitivo dovrebbe arrivare a Sepang, ma sarà una semplice evoluzione dello step di Valencia, comunque promosso con riserva. A Jerez anche Quartararo proverà la nuova unità: nel frattempo il francese ha testato il forcellone in carbonio, ma come Vinales non è rimasto impressionato positivamente in toto. Sia lo spagnolo che il francese hanno comunque ottenuto dei tempi di rilievo: 1'29”8 per Maverick, 1'30”0 per Fabio, in linea con le prestazioni delle qualifiche.
    Brivio avanti con prudenza
    Suzuki è rimasta fedele alla politica dei piccoli passi: se anche Hamamatsu ha portato un telaio differente che dovrebbe aiutare la Gsx-RR nella curve lente, il motore 2020 era il vero osservato speciale. A Rins e Mir servono più cavalli ma anche un'erogazione diversa e i due spagnoli sono apparsi soddisfatti.
    KTM, i tubi si ingrossano
    La casa che forse ha stupito di più è stata però KTM, che ha presentato un telaio non solo nuovo, ma anche diverso nella concezione. A Mattighofen non hanno abbandonato la soluzione in tubi di acciaio, ma le sezioni sono apparse differenti: non più rotonde ma ovali, con spessori importanti al punto da farlo sembrare quasi un perimetrale per quanto si poteva vedere con la carena montata. I tecnici austriaci inseguono due obiettivi: il primo è far riuscire a curvare la Rc16 che tendenzialmente si rifiuta di fare le curve, il secondo è migliorare la stabilità in frenata. Il nuovo chassis è quindi più flessibile lateralmente e più rigido longitudinalmente, ma soprattutto è molto più leggero, rendendo la moto più agile e consentendo una diversa distribuzione dei pesi. Anche KTM ha comunque portato un'evoluzione di motore, che è ancora carente sia in termini di potenza che di coppia motrice. In pista sono scesi Pol Espargaro e Dani Pedrosa, il tester Mika Kallio e i due debuttanti Bard Binder e Iker Lecuona. Lo spagnolo era avvantaggiato dal weekend di gara corso con la moto di Miguel Oliveira ed è riuscito a girare sull'1'31” e mezzo, più lento ovviamente Binder che saliva per la prima volta sulla Rc16. Anche il sudafricano tuttavia non ha sfigurato e nonostante l'ultimo tempo è riuscito a girare a un decimo da Alex Marquez e Bradley Smith.
    Non è ancora finita
    Dopo un weekend di riposo tutti scenderanno nuovamente in pista lunedì e martedì a Jerez, su una pista più completa a livello di layout. Tecnici e piloti potranno così ricavare migliori indicazioni sulla bontà di quanto si è visto in pista al Cheste, che per la mancanza di un rettilineo lungo a sufficienza non garantisce un feedback adeguato.


    Insella
    "L'esperienza è maestra di vita"



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