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Discussione: Controlli biometrici delle presenze di insegnanti e presidi I rilievi dei sindacati in commissione a

  1. #1
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    Predefinito Controlli biometrici delle presenze di insegnanti e presidi I rilievi dei sindacati in commissione a

    Anche i dirigenti scolastici e i docenti saranno soggetti a dimostrare la loro presenza presso le scuole utilizzando i sistemi di controllo automatizzati. Lo prevede il disegno di legge C.1433 che, dopo l’approvazione in prima lettura al senato, avvenuta il 6 dicembre scorso è approdato alla camera per l’approvazione definitiva. La proposta di legge è attualmente in sede referente presso le commissioni riunite affari costituzionali e lavoro, che stanno procedendo anche alle audizioni informali delle confederazioni sindacali che si terranno in settimana prima di passare alla fase emendativa e al voto.
    La maggior parte delle sigle decisamente contraria ai nuovi controlli che presuppongono dipendenti scolastici assenteisti. Si tratta del cosiddetto decreto concretezza, che prevede la costituzione di un ente, denominato nucleo della concretezza, il cui organico sarà composto da un direttore generale, da due dirigenti e da 50 unità, tra impiegati e funzionari. Per il funzionamento del nucleo è previsto uno stanziamento di 4.153.160 euro a decorrere dal 2019.
    L’ente avrà il compito di vigilare sulle pubbliche amministrazioni, comprese le istituzioni scolastiche, per garantire la correttezza dell’applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell’attività amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento e sull’implementazione di azioni volte a migliorare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni.
    Il decreto concretezza prevede anche l’adozione, in tutte le amministrazioni, compresa la scuola, di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi, in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso. Per dotare le amministrazioni dei nuovi dispositivi il disegno di legge prevede uno stanziamento di 35 milioni di euro a partire dal 2019.
    La misura è diretta ad impedire l’assenteismo e la falsificazione delle attestazioni riguardanti la presenza in servizio. Fenomeno che, ogni anno, nella pubblica amministrazione comporta il licenziamento disciplinare di circa 40 dipendenti. Questo tipo di infrazioni, infatti, è punito dall’ordinamento con il licenziamento disciplinare e con la condanna alla reclusione da un minimo di un anno a un massimo di 5 anni. Pena che deriva da quella prevista in via generale per il reato di truffa. Rispetto al passato, peraltro, è stata introdotta una mitigazione della pena. Perché, prima dell’avvento del reato specifico previsto dal decreto Brunetta, la falsificazione dell’attestazione della presenza in servizio veniva qualificato come truffa aggravata: un reato che prevede una pena ancora più afflitiva. I controlli tramite rilevazioni biometriche si applicheranno a tutti i dipendenti.
    I controlli ai dirigenti scolastici non comporteranno aggravi per l’erario. Perché la retribuzione dei dirigenti e omnicomprensiva e non prevede il lavoro straordinario. L’applicazione ai docenti, invece, potrebbe comportare costi imprevisti per l’amministrazione. Finora, infatti, i docenti non avevano mai avuto a disposizione un sistema per documentare lo svolgimento di attività aggiuntive rispetto all’orario ordinario. Adesso, invece, l’attestazione della presenza con sistemi automatizzati potrebbe consentire agli insegnanti di disporre di un titolo per dimostrare l’avvenuta prestazione eccedente. E sulla base di questo titolo potrebbero esigere il dovuto, prima di fatto inesigibile. Proprio per l’assenza di disponibilità di questo genere di titolo di credito.


    Edscuola
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  2. #2
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    Controllo presenze con impronte digitali: no per i docenti, sì per i dirigenti scolastici e gli ATA




    Nuova ipotesi per quanto riguarda i controlli biometrici per il personale della scuola ai fine di verificare gli accessi al servizio.
    Come divulgato dall’agenzia stampa Public Policy, la novità si starebbe concretizzando a Montecitorio.
    Prevista per tutto il personale scolastico, la misura è stata oggetto di dibattito a seguito di un dossier della VII Commissione cultura che ha chiesto la cancellazione degli insegnanti da videosorveglianza e impronte digitali.
    La stessa commissione ha chiesto, invece, un meccanismo di controllo per i presidi, mentre è invariata la posizione degli ATA che restano soggetti ad entrambe le misure di sorveglianza.
    Come conferma l’agenzia, al momento, il testo originario del “Concretezza” rimanda tutta la materia dell’accertamento delle presenze delle scuole al decreto ministeriale, senza specificare esclusioni o particolari accertamenti.
    Il DDL è stato appena votato in commissione e i relatori, Governo e presidenti di commissione sono al lavoro per inserire un emendamento in aula con le modifiche richieste nel dossier.


    Orizzontescuola
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  3. #3
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    Impronte digitali presidi e Ata, le vuole solo la Lega. M5S: siamo stati sempre contrari. Pd: allora votate contro




    La spaccatura tra M5S e Lega si concretizza anche sulle impronte digitali e i moderni sistemi di controllo automatizzati per rilevare la presenza dei presidi a scuola: a fianco dei dirigenti scolastici, che attraverso l’Anp guidata da Antonello Giannelli hanno inviato una lettera ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si schierano anche diversi “grillini”. Tra cui l’on. Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera.
    Gallo (M5S): la ministra Bongiorno ha la testa dura
    “Il m5s dal primo giorno è stato contrario ai controlli biometrici a scuola – puntualizza Gallo – e siamo riusciti ad escluderlo per i docenti e limitarlo per i dirigenti scolastici. La Bongiorno – riferendosi alla titolare della Pubblica amministrazione – ha la testa dura a mantenere uno strumento inutile e costoso per le tasche dei cittadini, quando oggi i dirigenti scolastici già sono costretti ad andare ogni giorno ben oltre l’impegno lavorativo che da contratto gli viene richiesto, come spesso è chiamato a fare tutto il personale della scuola”.
    Il problema, per la Lega, è che stavolta a differenza di altre questioni, come la regionalizzazione, comunque poi messa in stand by, l’on. Luigi Gallo sembra volere parlare a nome di tutto il Movimento 5 Stelle.
    Se la norma rimane solo per gli Ata avrebbe ancora meno senso
    Estendendo il veto anche sul personale Ata, di cui al momento si parla poco ma che rimarrebbe l’unica categoria, qualora i dirigenti scolastici si vedessero accogliere la richiesta di stralcio della norma, a dovere essere sottoposti ai ferrei controlli biometrici.
    Ma siccome amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici sono anche l’unica categoria che in altissimi casi già rileva le presenze attraverso la “timbratura” classica, viene da chiedersi che senso avrebbe installare i costosi macchinari per le impronte digitali e il controllo dell’iride solo per controllare meno di un quarto del personale in servizio in un istituto scolastico.
    Ascani: al Senato il M5S dica no assieme all’opposizione
    La posizione dei pentastellati non sfugge all’opposizione. “Se il Movimento 5 stelle, come dice il presidente della commissione Cultura Gallo, è contrario ai controlli con le impronte digitali sui presidi, se davvero li ritiene inutili e costosi, perché alla Camera non ha votato, compatto, contro?”, chiede Anna Ascani, vicepresidente del Pd e capogruppo dem in commissione Cultura.
    “E perché – continua – al Senato non vota insieme all’opposizione per far saltare questa norma assurda, umiliante per il mondo della scuola?”.
    L’on. Ascani è un fiume in piena e chiede che il M5S esca allo scoperto: “I controlli biometrici sui dirigenti scolastici, oggi sono nel Decreto Concretezza grazie al voto decisivo dei cinque stelle: se hanno cambiato idea e hanno deciso di prendere le distanze dalla testardaggine della ministra Bongiorno, come dice Gallo, votino per eliminare questa norma. Altrimenti siamo di fronte all’ennesima ipocrisia e alla conferma che a comandare nel Governo è Salvini, mentre il ruolo del partito di Di Maio è quello di fedele gregario del leghismo”, conclude la democratica.


    Tecnica della scuola
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  4. #4
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    Le impronte della discordia


    È in via di approvazione, non senza contrasti nelle Commissioni parlamentari e proteste soprattutto da una parte dei presidi e del personale Ata, la legge che, al fine di verificare l’osservanza dell’orario di lavoro dei dipendenti pubblici e di contrastare e prevenire il fenomeno dell’assenteismo, impone alle amministrazioni pubbliche, ivi comprese le scuole di ogni ordine e grado, di installare sistemi di verifica biometrica dell’identità (impronte digitali) e di videosorveglianza degli accessi, seppure nel rispetto dei principi di proporzionalità, non eccedenza e gradualità sanciti dall’art. 5, paragrafo 1, lett. c) del regolamento Ue 2016/679.
    Contrasti in Commissioni. Nel disegno di legge avente per oggetto interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo, approvato dall’Aula di Palazzo Madama il 6 dicembre 2018, al comma 4 dell’art. 2 , quello contenente appunto le misure per il contrasto all’assenteismo, si sosteneva che tali misure dovevano trovare applicazione sia nei confronti del personale docente ed educativo che dei dirigenti scolastici seppure con le modalità stabilite con decreto del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il ministro per la pubblica amministrazione.
    Di parere contrario è stata invece l’Aula di Montecitorio che il 12 aprile ha approvato un diverso testo del comma 4. Dispone infatti tale comma che «il personale ed educativo degli istituti delle scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educativa è escluso dall’ambito applicativo di cui in premessa». Relativamente ai dirigenti scolastici il comma emendato dispone che i dirigenti dei medesimi istituti, scuole ed istituzioni sono soggetti ad accertamento esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso secondo modalità e con decreto del ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Nessun riferimento, neppure nel comma emendato, al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario.
    Le proteste dei sindacati. Anche se attenuate rispetto ai contenuti dell’art. 2, comma 4, approvato dall’Aula di Palazzo Madama, le proteste sindacali restano pesanti anche nei confronti del comma 4, come emendato dai deputati. sia per l’assenza di alcun riferimento al personale Ata che per quanto si riferisce ai dirigenti scolastici.
    Secondo Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola Rua, le misure proposte per le pubbliche amministrazioni mal si applicano al sistema di istruzione che è basato su libertà e partecipazione. L’attività amministrativa ne rappresenta solo una parte. Non servono controlli ma misure concrete per risolvere i problemi più urgenti. Parlare di furbetti nella p.a. e inserire dentro anche i dirigenti scolastici serve a dividere e oscurare l’attualità quali gli scandali dell’Umbria e del Veneto.
    Per Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, è invece proprio difficile capire il senso dell’emendamento approvato dai deputati nel quale si esclude esplicitamente il personale docente ed educativo «e nulla si dice del personale Ata che quindi si presume resti soggetto all’applicazione delle norme generali, mentre si rinvia per i soli dirigenti scolastici» soggetti ad accertamenti esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso ad un apposito decreto. «Mentre le nostre scuole cadono a pezzi per la cronica mancanza di manutenzione, mettendo in serio pericolo l’incolumità di migliaia di studenti, docenti e personale della scuola, c’è chi sceglie di utilizzare le già scarse risorse per dotare le oltre 42 mila sedi scolastiche di rilevatori biometrici che controllino i movimenti giornalieri dei dirigenti scolastici», attacca Francesco Sinopoli, segretario Flcg-Cgil. I nuovi controlli, insieme ai ritardi per la definitiva sottoscrizione del contratto di categoria, sono tra l’altro alla base dello stato di agitazione proclamato per i dirigenti scolastici da Cgil, Cisl, Uil e Snals che prelude alla dichiarazione di sciopero. Drastico anche il giudizio del presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, secondo il quale «il dirigente scolastico non ha un orario fisso di lavoro, per lui contano i risultati. Sottoporli alle rilevazioni è un insulto». Una lettera aperta ai presidenti di camera e senato è stata inviata nei giorni scorsi proprio dall’associazione presidi per chiedere di intervenire sulla norma.
    Per il ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, le accuse non solo si basano su una erronea lettura della norma, ma sono anche fuorvianti: non tengono conto del fatto che ancora non è stato emanato il decreto sulle modalità attuative per i dirigenti. L’applicazione dei sistemi di controllo ai presidi, che fanno parte della categoria dei dirigenti pubblici contrattualizzati, è finalizzata non a rilevare il rispetto dell’orario di lavoro, precisa la ministra, ma a rendere più trasparente la loro presenza in servizio «e non si introduce affatto, come qualcuno ha sostenuto, l’obbligo di un orario settimanale di lavoro, ma l’utilizzo di strumenti di identificazione tecnologicamente avanzati».
    La legge sulla concretezza e la prevenzione dell’assenteismo, in questi giorni all’esame in seconda lettura dell’Aula di Palazzo Madama, dovrebbe essere definitivamente approvata, salvo imprevisti al momento non ipotizzabili, non oltre la fine del corrente mese.


    Edscuola
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