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Discussione: Ragazzi e genitori violenti. Ciò che i docenti affrontano ogni giorno va riconosciuto, ma non solo a

  1. #71
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    Le offese verbali dello studente vanno punite con «gradualità»


    Il procedimento finalizzato a mantenere la disciplina scolastica ruota su due principi cardine: quello di “proporzionalità” e quello di “gradualità”. Fatti ed eventi vanno quindi pesati con i seguenti criteri: a) intenzionalità del comportamento, grado di negligenza, imprudenza dimostrata; b) rilevanza degli obblighi violati; c) grado di danno o di pericolo causato all’Istituto, agli utenti, agli operatori, ai terzi ovvero del disservizio determinatosi; d) sussistenza di circostanze aggravanti o attenuanti, con riguardo, in particolare, a precedenti.
    Studenti con dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia
    Nella vicenda affrontata dal Tar Brescia con la recente sentenza 257/2021 uno studente era stato sospeso dagli studi per ben tre mesi in quanto colpevole di aver pronunciato espressioni volgari ed epiteti offensivi nei confronti di docenti e non docenti. In particolare, lo studente affetto da Dsa, aveva sollecitato in più occasioni l’adozione di misure compensative previste dalla normativa in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. Normativa che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento (Dsa) che si manifestano in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire una limitazione assai importante per alcune attività quotidiane. E il mancato riscontro delle costanti “richieste d’aiuto” costituiva motivo di attrito dello studente con l’istituto.
    Il cosiddetto “gradualismo sanzionatorio”
    Nel procedimento disciplinare il giudizio è caratterizzato da una larga discrezionalità da parte dell’Amministrazione in ordine alla valutazione della gravità delle infrazioni e conseguenti sanzioni. Lo stesso giudice amministrativo non può sostituirsi agli organi dell’amministrazione nella valutazione degli eventi contestati se non nei limiti in cui il giudizio disciplinare contenga evidente travisamento dei fatti.
    L’amministrazione ha comunque l’obbligo di rispettare il principio di proporzionalità, il quale, anche dopo la sua espressa codificazione a livello comunitario non consente al giudice di controllare il merito dell’azione amministrativa, ma legittima il controllo sul rispetto del cosiddetto “gradualismo sanzionatorio”. In altre parole la valutazione discrezionale dell’amministrazione non può prescindere da una congrua e adeguata motivazione sulle ragioni per cui il comportamento del ragazzo è sanzionabile, avuto riguardo – si badi – a “tutti” gli elementi rilevanti ai fini della graduazione della sanzione.
    Lo stato psicologico dello studente
    Secondo il giudice lombardo, quelle riferite erano condotte gravi dello studente e certamente anche condannabili. Tuttavia in applicazione dei suddetti principi di proporzionalità e gradualità, le “uscite” dell’allievo potevano trovare parziale spiegazione nel suo stato d’animo poiché riteneva di essere discriminato nell’applicazione delle misure dispensative e compensative previste per i ragazzi affetti da Dsa.
    Deriva che le condotte ascritte allo studente dovevano essere punite con una sanzione che tenesse conto di ogni aspetto della questione, ivi compresa la personalità, la salute e lo stato psicologico del ragazzo. Di qui la necessità di ripetere il giudizio disciplinare applicando una delle sanzioni idonee a non incidere in maniera irreversibile sul percorso d’istruzione dello studente.


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  2. #72
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    Enna, 12enne ferita con un coltello da una compagna


    Una ragazzina di 12 anni è stata ferita con un coltello da cucina da una compagna di classe in una scuola di Enna. L’episodio è accaduto nel bagno dell’istituto. Ad aggredire la ragazzina, una compagna 14enne affidata ad un insegnante di sostegno per problemi relazionali e psichici.
    La 12enne è stata colpita alle mani, al braccio, al volto e ad un orecchio e dopo la colluttazione è riuscita a liberarsi, raggiungere il corridoio e dare l’allarme. Trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Enna, è stata medicata.
    La 14enne è stata momentaneamente allontanata dalla scuola, mentre il dirigente scolastico ha informato la Procura della Repubblica e il Tribunale dei minori.


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  3. #73
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    Scuola, madre prende a calci e pugni ex maestra del figlio per un rimprovero


    Una madre ha aggredito a calci e pugni l’ex maestra del figlio, come vendetta di un rimprovero.
    Succede all’uscita di una scuola di Catania: una docente, dopo aver concluso le lezioni, stava per tornare a casa con la propria auto. In quel momento, la madre di un suo ex alunno le ha aperto lo sportello, l’ha buttata a terra e ha iniziato a sferrarle calci e pugni, davanti a genitori e alunni che hanno assistito alla scena increduli. Una volta terminato il pestaggio, la donna ha fatto avvicinare il figlio, mostrandogli compiaciuta il risultato della sua azione violenta. Per le percosse subite, la maestra è stata trasportata d’urgenza in autombulanza.
    Sul caso sono intervenuti i poliziotti del commissariato Borgo Ognina che hanno denunciato la madre ventiseienne per aggressione. Dopo l’accaduto è stato ricostruito il caso: si è trattato di una spedizione punitiva dovuta a un rimprovero fatto un anno prima dalla docente al figlio dell’aggressore.
    A mostrare vicinanza alla docente, le senatrici del MoVimento 5 Stelle in commissione istruzione:
    “Desideriamo esprimere massima solidarietà alla docente selvaggiamente aggredita fuori da una scuola di Catania dalla madre di un alunno che era stato rimproverato. L’auspicio è quello che la responsabile risponda di questa violenza inaudita il prima possibile. Questo episodio ci ricorda ancora una volta quanto sia importante il riconoscimento del valore del ruolo dell’insegnante e l’investimento nel rapporto scuola-famiglia. I docenti devono essere tutelati quando svolgono la propria delicatissima funzione: tutte le forze politiche dovrebbero convergere nel prevedere pene più severe per chi aggredisce il personale scolastico, per cause connesse all’esercizio della propria funzione”.


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  4. #74
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    Auspicabile invece che la malmenatrice sia puntita con 3 giorni di fucilazione alla schiena , così almeno le verrà tolta la patria potestà rispetto al figlio, in modo che se non è già diventato come lei, forse si riuscirà a recuperarlo....ci vorranno anni, forse di riformatorio, ma la speranza è l'ultima a morire
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    Per i neofiti (newbies) del Forum
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  5. #75
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    Evidentemente l'accaduto fa pensare che si tratta di qualche solita scuola di frontiera .... locata in un territorio dove regna sovrana l'illegalità ,l'ignoranza, menefreghismo , non rispetto delle regole .
    Abbiamo migliaia di personaggi che percepiscono il reddito di cittadinanza, che si ammazzano di lavoro ...qualcuno potrebbero usarlo per la vigilanza fuori a tante di queste scuole ....forse non servirebbe a nulla , ma la sola presenza di questi personaggi , chissà eviterebbe tanti episodi simili .

    @ casaufficio

    non sono per la fucilazione ....ma per la lapidazione pubblica e la gogna eterna.

  6. #76
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    L’alunno sfodera la pistola giocattolo e la prof sviene


    Succede anche questo a scuola, dove talvolta il confine tra lo scherzo e la realtà è così labile da in durre all’errore, ma dove pure è ormai sperimentato l’imprevedibile comportamento di certi alunni che scambiano le aule per ludoteche dove è possibile fare scherzi anche pesanti, come quello che un ragazzo ha perpetrato nei confronti della sua insegnante.
    Anche se ancora non si conosce bene la dinamica, né il motivo per il quale è successo l’incidente, sta di fatto che un alunno di 17 anni di una scuola superiore di Rimini ha estratto dalla tasca una pistola giocattolo e durante il cambio dell’ora l’ha mostrata, o l’ha puntata, alla sua prof.
    La docente, non capendo bene quel gesto, ma sicuramente spaventata alla vista dell’arma, è svenuta per cui è stato inevitabile l’intervento della dirigenza della scuola che ha subito avvertito i carabinieri.
    Identificato l’alunno, nei prossimi giorni, Forze dell’ordine e magistratura decideranno se l’episodio dovrà concludersi con una denuncia per lo studente e se l’insegnante deciderà di sporgere eventualmente querela.
    L’episodio con ogni probabilità si inserisce fra i tanti che giornalmente accadano nelle aule scolastiche, molti dei quali rimangono circoscritti e non vengono neanche alla luce.


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