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Discussione: Educazione civica 4.0

  1. #11
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    Interdisciplinarietà: cos’è, metodologia e pratica



    L’educazione civica ha riproposto, sul tavolo pedagogico e metodologico, il tema dell’interdisciplinarità considerata e analizzata nei suoi aspetti più propriamente didattici. Ciò nonostante crediamo sia il caso di porre all’attenzione dei docenti alcune considerazioni di carattere generale sulla tesi dell’unità del sapere sia sotto quello che consideriamo l’aspetto oggettivo che sotto quello, non di minore importanza, che è denominiamo aspetto soggettivo.
    L’interdisciplinarietà come realtà totale
    Sotto l’aspetto oggettivo non esistono dubbi sul fatto che l’interdisciplinarietà non è altro che una realtà totale alla quale si può fare riferimento come oggetto possibile di tutti i vari punti di vista parziali o settoriali dell’educazione disciplinare e delle educazioni. D’altronde esiste una unità soggettiva del sapere, essendo tutte le varie scienze niente altro che il prodotto di una unica attività dell’intelletto umano. La scienza è una creazione dell’intelletto umano, con le sue libere invenzioni di idee e di concetti. Le teorie fisiche tentano di costruire una rappresentazione della realtà e di determinare i legami con il vasto mondo delle impressioni sensibili. È evidente, però, che la realtà creata dalla scienza attuale è molto diversa dalla realtà disegnata dalla scienza del passato. Sono pertanto notevolmente aumentati i punti di vista disciplinari che hanno studiato i molteplici aspetti della realtà in maniera sempre più analitica. Nella ricerca scientifica, tuttavia, accanto alla sempre più accentuata diffusione dei settori specialistici, è emersa contemporaneamente l’esigenza di comunicare e di integrare i diversi campi del sapere al fine di avere una visione unitaria e comprensiva dei problemi analizzati dai molteplici punti di vista specialistici.
    Il gruppo interdisciplinare
    Un gruppo interdisciplinare è composto da persone che hanno competenze culturali diverse e che si uniscono per risolvere problemi complessi. Ma solo se si è pienamente consapevoli che nessuna scienza può considerarsi l’unico punto di vista della realtà, perché nessuna scienza riesce a ricomporre la realtà in termini di conoscenza totale, si può essere disponibili ad un discorso di natura interdisciplinare. L’interdisciplinarità, dunque, presuppone la disciplinarietà e si fonda proprio sul sicuro possesso delle discipline e della loro specifica struttura. Analogamente, nella scuola, il problema dell’interdisciplinarità nasce dalla esigenza di superare la tradizionale separazione tra le discipline, che non comunicando tra di loro ed ignorandosi a volte reciprocamente, contribuiscono a frantumare quel mondo e quella realtà che la mente in sviluppo intende conoscere, comprendere, interpretare nella sua interezza.
    L’interdisciplinarietà
    Sul piano dell’apprendimento, cioè, l’interdisciplinarità si pone come esigenza di ricomporre in senso comprensivo ed intersettoriale i contenuti di apprendimento e di esperienza dell’alunno. L’apprendimento, poi, che viene favorito dalle motivazioni, non avviene per semplice giustapposizione di elementi nuovi ad elementi vecchi, ma per ristrutturazione degli stessi.
    La definizione di interdisciplinarietà
    Cerchiamo ora di vedere più da vicino che cosa si intende per interdisciplinarità e soprattutto quali strategie sono possibili per praticare un insegnamento di tipo interdisciplinare in rapporto ai diversi momenti e contenuti culturali dell’attività scolastica. Etimologicamente, interdisciplinarità sta a significare, in senso lato, relazione tra più discipline.
    La disciplina
    Nel linguaggio scolastico corrente il termine disciplina viene spesso utilizzato come sinonimo di materia che si riferisce invece soprattutto ai contenuti disciplinari, al prodotto finale e alle conclusioni a cui arrivano i processi di indagine che sono alla base della ricerca scientifica.
    La multidisciplinarietà
    Con il termine multidisciplinarità si intende la presenza simultanea di più discipline, di cui però non vengono esplicitate le reciproche relazioni.
    La pluridisciplinarietà
    Per pluridisciplinarità si suole intendere la giustapposizione di discipline diverse, poste generalmente le une accanto alle altre in modo da evidenziare le relazioni esistenti tra di esse. A questo livello si perseguono obiettivi multipli e tra le discipline si ha cooperazione ma non coordinazione. Lo studio di un argomento dal punto di vista delle diverse discipline è un esempio di pluridisciplinarità,
    L’interazione tra discipline
    Per interdisciplinarità si suole intendere l’interazione esistente tra due o più discipline.
    Tale reciprocità può constare in una semplice comunicazione di idee, nel riconoscimento di relazioni tra strutture disciplinari, nella vicendevole integrazione dei concetti fondamentali, nella programmazione comune della ricerca e dei metodi didattici. Nelle attività di tipo interdisciplinare che si svolgono nella scuola si statuisce una vera e propria coordinazione e collaborazione tra gli insegnanti che lavorano in compresenza intorno ad un progetto comune. Così intesa, l’interdisciplinarità vera e propria, in campo scolastico, si identifica in un metodo di lavoro collegiale, sia da parte degli allievi che degli insegnanti, che può esplicarsi in ricerche di notevole impegno per il raggiungimento di un medesimo obiettivo.
    Metodologie didattiche
    Ci si serve, in questo viaggio, di metodologie didattiche che propongono nuclei tematici di sviluppo verso cui convergono le diverse discipline e che forniscono il punto di riferimento unificante della ricerca didattica. Metodologie didattiche che trovano riscontro nelle teorie strutturalistiche che tendono a ritrovare strutture analoghe in settori disciplinari diversi. In questi casi, l’interdisciplinarità viene intesa come ricerca delle strutture logiche delle varie perfezionamenti del sapere, che possono corrispondere o non con le discipline.
    Sul piano della prassi
    Sul piano pratico, si può iniziare con il ricercare argomenti comuni a più discipline, partendo da problemi di cognizione legati agli interessi, ai bisogni e alle esperienze degli alunni ovvero stimolati dagli stessi insegnanti. Scrive Anna Marra Barone in “interdisciplinarita’. Convergenza dei saperi sull’uomo e per l’uomo” che “sul piano operativo, ai fini della progettazione di una ipotesi di lavoro interdisciplinare, si possono prevedere, in linea generale, i seguenti momenti:

    • Esplicitazione, a livello di consiglio di classe, di obiettivi di apprendimento comuni a tutte le discipline (obiettivi trasversali), in relazione alla situazione socio-culturale della classe.
    • Formulazione, da parte di ciascun docente, degli obiettivi specifici disciplinari in funzione degli obiettivi comuni già individuati e scelta condivisa dei mezzi, dei criteri e degli strumenti di valutazione.
    • Individuazione dei collegamenti interdisciplinari e selezione delle possibili attività curricolari ed extracurricolari.
    • Formulazione di ipotesi operative e individuazione delle compresenze.
    • Previsione di incontri interdisciplinari di verifica e valutazione con calendarizzazione degli incontri operativi collegiali necessari alla progettazione-attuazione-valutazione del progetto interdisciplinare.


    Nel caso in cui siano previsti, in un progetto interdisciplinare, interventi di esperti esterni, il Consiglio di classe, nella sua collegialità, per quanto riguarda i percorsi programmati:

    • condivide il percorso del modulo progettato dall’esperto;
    • individua i criteri da adottare per valutare i singoli alunni;
    • valuta l’esperienza fatta da ogni singolo alunno e la ricaduta del percorso sul curricolo dello stesso;
    • indica le modalità con le quali i docenti intendono continuare l’esperienza complessiva vissuta dal ragazzo per trasformarla in abilità e competenze durature;
    • programma l’apprendimento/approfondimento di argomenti correlati al modulo e alle attività realizzate.







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  2. #12
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    Insegnamento dell’educazione civica, ecco il Piano di formazione per i docenti


    Con riferimento all’avvio del nuovo insegnamento previsto per l’a.s. 2020/21, il M.I. ha diffuso il “Piano per la formazione dei docenti per l’educazione civica” per accompagnare le scuole.
    La legge 92 del 20 agosto 2019 prevede, all’interno del curricolo di istituto, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, per un orario complessivo annuale che non può essere inferiore alle 33 ore, da individuare all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti e affidare ai docenti del Consiglio di classe o dell’organico dell’autonomia.
    In cosa consisterà la formazione
    Il Piano verterà su obiettivi, contenuti, metodi, pratiche didattiche e organizzative, declinati nelle macroaree (Costituzione e legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute) che, ai sensi della normativa, dovranno essere inserite trasversalmente nelle discipline previste in ogni specifico corso di studi.
    I moduli formativi sono destinati, in prima battuta, a uno dei coordinatori per l’educazione civica, individuato, sulla base dei criteri approvati dal Collegio docenti, su proposta del dirigente scolastico dal Collegio stesso, con funzioni di referente. Il referente avrà il compito di favorire l’attuazione dell’insegnamento dell’educazione civica attraverso azioni di tutoring, di consulenza, di accompagnamento, di formazione e supporto alla progettazione nei confronti dei colleghi.
    In funzione della complessità delle istituzioni scolastiche e in accordo con le Scuole polo, saranno formate ulteriori figure di referente.
    Ogni modulo formativo, che non potrà avere una durata inferiore alle 40 ore, è articolato in almeno 10 ore di lezione (anche attraverso piattaforme on-line) rivolte ai referenti per l’educazione civica, che si dovranno poi impegnare a svolgere funzioni di tutoraggio, formazione e supporto ai colleghi delle istituzioni scolastiche di appartenenza, per ulteriori 30 ore. Le attività di formazione vedono da un minimo di 15 a un massimo di 30 partecipanti e sono sottoposte a costante monitoraggio e valutazione finale attraverso la funzione della piattaforma sofia.istruzione.it.
    Tempistiche
    Entro il 31 ottobre 2020, le scuole polo per la formazione acquisiranno dalle scuole della rete territoriale i nominativi dei referenti per l’educazione civica incaricati di seguire i percorsi formativi.
    Le iniziative formative dovranno essere inserite nel sistema sofia.istruzione.it e dovranno essere realizzate entro il 30 giugno 2021.
    Finanziamenti
    Per far fronte alle esigenze di formazione sono messe a disposizione risorse finanziarie pari a euro 4.000.000.
    Per ciascun percorso formativo è messo a disposizione un budget di massima di circa 3.200 euro, che dovrà consentire sia di realizzare e attestare le attività formative preferibilmente on-line, sia di riconoscere le attività dei referenti, come formazione “indiretta”.


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  3. #13
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    Educazione civica, come formare gli alunni ai temi della Cittadinanza




    Ragionare sul perché formare alla cittadinanza gli studenti delle scuole ha a che fare con la cosiddetta questione giovanile. Chi sono i giovani e cosa possiamo dire di loro? Una risposta che ci piace particolarmente la traiamo dal manuale Introduzione alla pedagogia generale di Frabboni e Minerva ed è la seguente: i giovani sono “un mosaico di identità (esistenziali, socioculturali, valoriali) non ricomponibile con un unico filo di raccordo interpretativo.”
    Ci piace particolarmente perché è una definizione che non generalizza perché non è mai intellettualmente corretto generalizzare. I giovani hanno condizioni sociali, vissuti culturali e personali, habitat territoriali, profili psicologici ed emotivi completamente diversi tra loro. E dunque rappresentano un universo troppo variegato per ragionare secondo modelli unici.
    Cosa accomuna i ragazzi?
    E tuttavia c’è una preoccupazione che li accomuna, che facciamo nostra e che rende particolarmente importante l’educazione alla cittadinanza: molti giovani vivono condizioni di marginalità sociale (attraversata da alti tassi di disoccupazione) che fanno loro percepire la realtà come priva di futuro, a maggior ragione quando associano ai timori di tipo professionale quelli catastrofico-ambientali sempre più devastanti.
    Impegno o disimpegno?
    Cosa vogliamo sostenere con queste premesse? Che il senso di smarrimento potrebbe condurre i ragazzi al disimpegno e alla rinuncia, spegnendo in loro quelle forze etico-sociali che sono il motore del far bene e dell’agire in società con senso civico.
    Ecco, in un contesto simile l’importanza dell’educazione alla cittadinanza diventa evidente. La scuola può essere un potente circuito formativo, un laboratorio, una fucina di valori.



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  4. #14
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    La nuova Educazione Civica: a 4 Dirigenti su 5 piace


    La nuova Educazione Civica piace a 4 dirigenti su 5. Nonostante la percezione di taluni ostacoli di carattere organizzativo, c’è ottimismo attorno alla nuova impostazione della disciplina (regolamentata con legge n. 92/2019 e D.M. n. 35 del 22 giugno 2020 a partire dal 1° settembre 2020 come insegnamento trasversale da erogare per almeno 33 ore annuali all’interno degli insegnamenti curricolari).
    “I Dirigenti scolastici intravedono nel nuovo insegnamento (per il quale il 78% prevede un futuro positivo), soprattutto la possibilità di promuovere valori di responsabilità individuale, legalità, partecipazione, solidarietà (66%). Solo marginalmente prendono in considerazione l’opportunità di rinnovare i metodi di insegnamento (5%).”
    Lo afferma il rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole, creato dalla Fondazione Intercultura, in collaborazione col Ministero dell’Istruzione.
    La vecchia Cittadinanza e Costituzione
    Gli opinion leader ritengono che il vecchio insegnamento denominato Cittadinanza e Costituzione fosse inefficace se non addirittura fallimentare.
    In particolare viene giudicato:
    • marginale o poco rilevante. Un insegnamento “Cenerentola”, appannaggio di alcuni insegnanti di area e vissuto come “esterno” alla didattica quotidiana. Spesso sottovalutato dagli stessi insegnanti e dagli studenti, per la limitatezza del tempo dedicato ma anche per la mancanza di una valutazione specifica;
    • ambizioso negli intenti ma modesto nei risultati. Vi sono state fatte confluire una molteplicità di “educazioni” (alimentare, stradale, ambientale, ecc.), con l’effetto di “diluire” l’azione educativa complessiva, portando le scuole a privilegiare ora l’uno ora l’altro tema secondo logiche di opportunità;
    • vago e lasciato troppo all’iniziativa di scuole e/o insegnanti, per l’assenza di un indirizzo comune e di chiare indicazioni da parte del ministero e per la mancanza di un collegamento forte con i percorsi di studio e gli obiettivi di apprendimento delle varie discipline.
    Le aspettative sulla nuova impostazione della disciplina è dunque alta e in proposito la ricerca già citata attribuisce al mondo della scuola un elevato gradimento. Si legge infatti nella ricerca:
    L’Educazione Civica ha il merito di:

    • accrescere il livello culturale del nostro Paese, che oggi sconta uno stato di arretratezza in grado di condizionare l’opinione pubblica e il consenso politico;
    • affrontare le questioni importanti che riguardano il mondo contemporaneo e l’umanità, essenziali per la formazione dei ragazzi e la loro crescita come cittadini responsabili;
    • promuovere i valori della responsabilità individuale, del rispetto e della collaborazione, anche in risposta alle “derive” di tipo ideologico che stanno interessando lo scenario politico e sociale;
    • rinnovare la didattica.


    Il corso
    Per saperne di più segui il corso La nuova Educazione Civica, con la formatrice Anna Maria Di Falco, in programma il 4 e 5 novembre. Vi offrirà proposte organizzative per il Collegio dei docenti e per la revisione del curricolo di istituto.



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  5. #15
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    Online il nuovo portale dedicato all’Educazione civica


    Un portale con informazioni e materiali utili sul nuovo insegnamento dell’Educazione civica obbligatorio, da quest’anno, fin dalla scuola dell’infanzia. Lo mette a disposizione il ministero dell’Istruzione all’indirizzo www.istruzione.it/educazione_civica.
    Costituzione, Diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio. Cittadinanza digitale. Sono questi i tre assi su cui si basa il nuovo insegnamento e attorno a cui ruotano i contenuti della pagina dedicata dove, oltre alle Linee guida sull’Educazione civica emanate a giugno, sono presenti, e verranno costantemente integrati, ulteriori materiali di approfondimento relativi alle esperienze che le singole scuole stanno realizzando.
    Inoltre, la sezione è arricchita con un’area dedicata agli strumenti per la formazione e con risposte alle domande frequenti sul tema. Sulla pagina sono poi disponibili link utili, su temi strettamente connessi alla formazione delle cittadine e dei cittadini di domani: la lotta a bullismo e al cyberbullismo, l’educazione finanziaria, storia e cittadinanza europea.
    «Come ministero – commenta la ministra Lucia Azzolina – stiamo cercando di dare al personale, agli studenti e anche alle famiglie strumenti utili per approfondire i singoli argomenti di interesse. Con questa pagina sull’Educazione civica raccoglieremo in un’unica sezione i materiali, ma anche le buone pratiche per dare visibilità al grande lavoro che si fa ogni giorno nei nostri istituti scolastici, su temi fondamentali per crescere come cittadini attivi, consapevoli, capaci di analizzare con spirito critico la realtà e viverla responsabilmente».


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  6. #16
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    Educazione civica, un coordinatore per ogni classe. Senza compenso


    La legge 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto dall’anno scolastico 2020-2021 l’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e secondo ciclo d’istruzione, con iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile a partire dalla scuola dell’infanzia. Le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica sono state pubblicate con il D.M. n. 35 del 22.06.2020.
    Dall’anno scolastico 2020/21 l’insegnamento dell’educazione civica si basa su tre nuclei tematici:

    • Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà
    • Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio
    • Cittadinanza digitale


    33 ore: chi la insegna
    Nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica è affidato, in contitolarità, a docenti di classe individuati sulla base dei contenuti del curricolo, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia. Tra essi è individuato un coordinatore.
    Le scuole del secondo ciclo potranno adottare soluzioni organizzative differenti.

    • Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia contitolare nel Consiglio di Classe, negli istituti superiori nel cui curricolo siano presenti gli insegnamenti dell’area giuridico-economica, gli sarà affidato l’insegnamento di educazione civica, di cui curerà il coordinamento, fermo restando il coinvolgimento degli altri docenti competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe.
    • Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia presente in organico dell’autonomia ma non sia già contitolare del Consiglio di Classe, egli potrà assumere il coordinamento della disciplina per una o più classi, fatta salva la necessità che in esse si crei uno spazio settimanale in cui, anche in compresenza con altri docenti, possa procedere alla didattica dell’educazione civica all’interno della quota oraria settimanale, o all’interno della quota di autonomia eventualmente attivata, nelle modalità approvate dal Collegio dei docenti.
    • se nell’istituzione scolastica non vi sono docenti abilitati nelle discipline giuridico-economiche l’insegnamento di Educazione Civica sarà attribuito in contitolarità a più docenti, competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento, condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe. Il coordinamento sarà affidato ad uno dei docenti contitolari dell’insegnamento.


    Il coordinatore
    Per ciascuna classe è dunque individuata la figura del “coordinatore”.
    In alcuni a lui è affidato anche l’insegnamento, in altre solo quello di coordinare le attività e le valutazioni. E’ dunque una figura interna alla scuola.
    Il coordinatore, tra i suoi compiti, ha quello di formulare la proposta di voto in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti interessati dall’insegnamento. Ciò al fine delle valutazioni intermedie e finali.
    Non sono previsti compensi per svolgere il ruolo di coordinatore, eccetto i casi in cui non siano stabiliti dalla contrattazione d’istituto con oneri a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.

    orizzontescuola
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  7. #17
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    Educazione civica e sviluppo sostenibile all’esame di maturità


    L’Educazione civica (di certo connessa allo sviluppo sostenibile) sarà anche materia d’esame nella scuola del secondo ciclo (VAI AL CORSO SULL’ARGOMENTO). Si legge infatti nelle Faq ministeriali relative all’esame di maturità: “L’insegnamento dell’educazione civica è, di per sé, trasversale, e gli argomenti trattati, con riferimento alle singole discipline, risultano inclusi nel documento del 15 maggio, sul quale si basa il colloquio; pertanto, non ci sarà un commissario (interno o esterno) specifico.”
    Peraltro le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica emanate con il D.M. 35 del 22 giugno 2020 danno indicazioni circa la revisione dei curricoli di istituto per integrarli con i nuclei tematici dell’insegnamento dell’Educazione Civica individuati dalla legge 92 del 20 agosto 2019. Questo anno scolastico in corso, infatti, 2020/2021, è il primo dei tre previsti dal Ministero dell’Istruzione, in cui in via sperimentale viene introdotto nel curricolo d’Istituto l’insegnamento trasversale di Educazione Civica.
    Quali nuclei tematici?
    Recitano le Linee guida: “I nuclei tematici dell’insegnamento, e cioè quei contenuti ritenuti essenziali per realizzare le finalità indicate nella Legge, sono già impliciti negli epistemi delle discipline. Per fare solo alcuni esempi, l’educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari” e la stessa Agenda 2030, cui fa 2 riferimento l’articolo 3, trovano una naturale interconnessione con le Scienze naturali e con la Geografia.”
    Dunque, come progettare dei percorsi tematici legati all’educazione ambientale, allo sviluppo ecosostenibile, alla tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari che includano i traguardi formativi previsti per l’Educazione civica e le competenze di Scienze Naturali in riferimento al PECUP?


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  8. #18
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    Educazione civica, parte il progetto “La Costituzione… aperta a tutti”


    Parte il 25 gennaio prossimo, con il primo appuntamento dalle ore 10, la III edizione del progetto La Costituzione… aperta a tutti. L’iniziativa, ideata nel 2018 dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, nasce dall’esigenza di introdurre ragazze e ragazzi a un tema tanto importante con un metodo nuovo.
    Si tratta di un ciclo di incontri che ha lo scopo di accompagnare studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado nella scoperta e nell’approfondimento della nostra Costituzione e dei suoi valori fondamentali.
    Il percorso formativo inizia con l’ascolto di lezioni di Maestri del diritto, che illustrano il significato di parole chiave della nostra Carta fondamentale. Si prosegue con approfondimenti e dibattiti sull’attualità della Costituzione con docenti più giovani, con l’obiettibo di ridurre la distanza generazionale tra docente e discenti, con una formula che favorisce una partecipazione attiva delle ragazze e dei ragazzi, facilitando l’assimilazione di concetti giuridici a volte particolarmente complessi.
    Negli incontri svolti con tali modalità, le domande sono in genere più frequenti e gli interventi sono caratterizzati da maggiore spontaneità.
    La situazione di emergenza sanitaria impone per questo anno scolastico di utilizzare la modalità a distanza. È dunque possibile seguire il convegno di presentazione del progetto su YouTube a questo link bit.ly/costituzioneapertaatutti.


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  9. #19
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    Ennesimo tentativo di invalidare l’insegnamento scolastico dell’Educazione Civica


    L’UCIIM, Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori, evidenzia e segnala
    l’ennesimo tentativo di invalidare l’insegnamento scolastico dell’Educazione Civica, appena reintrodotto
    negli ordinamenti scolastici dalla legge n.92 del 20 agosto 2019.
    Nella recente nota ministeriale prot. n.37638 del 30.11.21 della Direzione Generale del personale
    scolastico, con oggetto: Formazione docenti in servizio a. s. 21-22- Assegnazione delle risorse finanziarie e
    progettazione delle iniziative formative- fra le priorità nazionali per la formazione dei docenti, elencate nel
    par. 4, non è più citata l’Educazione civica.
    Omissione grave, a parere di questa Associazione, che non può essere assolutamente colmata dal
    “Piano Nazionale Rigenerazione Scuola” che rappresenta solo uno dei tre nuclei tematici di cui
    l’insegnamento si compone, per volontà del Parlamento italiano esplicitata nel testo della legge citata.
    Riteniamo pertanto, di dover richiamare alla memoria dei vertici politici ed amministrativi del
    Ministero dell’Istruzione, il contesto normativo vigente.
    La legge n.92, oltre ad aver introdotto l’insegnamento scolastico dell’educazione civica nel primo e
    secondo ciclo di istruzione ha anche previsto, nell’art.6, che nell’ambito delle risorse dedicate alla
    formazione, una quota pari a 4 milioni di euro annui, a decorrere dall’anno 2020, fosse destinata alla
    formazione dei docenti sulle tematiche afferenti l’insegnamento trasversale dell’educazione civica.
    Lo stesso articolo continua col precisare che il Piano nazionale della formazione dei docenti di cui all’art.1
    c.124 della legge n.107/2015, deve essere aggiornato di conseguenza, facendo entrare così, a pieno titolo,
    l’Educazione civica nel novero delle priorità nazionali da affidare agli UU.SS.RR. per il successivo
    coordinamento delle Scuole polo per la formazione.
    Inoltre giova ricordare che il D.M. n.35 del 22.6.20, che ha approvato le Linee Guida previste dalla legge n.92
    nell’art.3, ha anche previsto, su precisa richiesta del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione, una
    sperimentazione triennale sugli “Obiettivi specifici di apprendimento” da raggiungere per ciascun periodo
    didattico in cui sono scanditi i cicli scolastici, obiettivi che mancano nelle Linee Guida e che sono essenziali
    come standard di riferimento per la valutazione del profitto delle studentesse e studenti.
    Tener fede alle suddette prescrizioni consentirebbe al Ministero di espletare agevolmente, all’esito
    della sperimentazione triennale, tanto la relazione alle Camere sullo stato di attuazione della legge, come
    prevede l’art.11 della legge stessa, quanto la implementazione dei profili finali di ciascun ciclo scolastico
    riportati negli All.ti B) e C) del D.M. n.35.
    Ma evidentemente, è sempre di grande attualità la citazione dantesca “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”
    L’UCIIM non può accettare che ancora una volta nella storia della Scuola italiana, si metta in ombra
    un insegnamento che ritiene fondamentale per aiutare i giovani ad orientarsi nella complessità e globalità
    della società attuale resa ancora più indecifrabile dalla pluralità e contraddittorietà dei messaggi mediatici
    che tengono in ostaggio il mondo della comunicazione.
    L’UCIIM non può smentire l’eredità culturale ed etica lasciata dal suo fondatore Gesualdo Nosengo
    che è stato un convinto sostenitore, accanto al compianto statista On. le Aldo Moro, dell’insegnamento
    dell’Educazione civica nella Scuola, tradizione ripresa efficacemente nelle sue numerose pubblicazioni dal
    prof. Luciano Corradini, Presidente emerito di questa Associazione.
    Anche per l’attuale struttura organizzativa di questa Associazione, che mi onoro di rappresentare,
    l’educazione civica costituisce uno dei capisaldi della missione ucimina.

    Rosalba Candela
    Presidente Nazionale




    Edscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



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