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Discussione: Educazione civica 4.0

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    Predefinito Educazione civica 4.0

    vivere bene con gli altri anche in rete

    Safer Internet Day 2017
    In occasione della 14ª Giornata mondiale della sicurezza in rete, Fondazione Mondo Digitale e Microsoft Italia, con il patrocinio dell’Assessorato Roma Semplice e in collaborazione con De Agostini Scuola, promuovono l’evento “Educazione civica 4.0: vivere bene con gli altri anche in Rete”, una giornata di confronto per riflettere su rischi e opportunità offerti dalla rete. L’appuntamento è per il 7 febbraio alle 10 in Campidoglio. Intervengono l’assessora a Roma Semplice, Flavia Marzano, e l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale, Laura Baldassarre.
    Come insegnare a ragazze e ragazzi a distinguere informazioni vere e fonti affidabili da bufale e fake? Quali sono gli strumenti più efficaci per prevenire o contrastare fenomeni come cyberbullismo e sexting? Come si educa a convivere con gli altri anche in Rete?
    Sono chiamati a rispondere a queste domande esperti, operatori, decisori, genitori che si confronteranno con docenti e studenti in Campidoglio martedì prossimo, 7 febbraio alle 10, nel corso dell’evento “Educazione civica 4.0: vivere bene con gli altri anche in Rete”, promosso da Fondazione Mondo Digitale e Microsoft Italia, con il patrocinio dell’Assessorato Roma Semplice e in collaborazione con De Agostini Scuola, in occasione del Safer Internet Day. L’obiettivo è ragionare soprattutto sulle opportunità offerte dalla rete per costruire un nuovo ecosistema per l’educazione e la formazione basato sulla cittadinanza 4.0, attiva, responsabile e inclusiva.
    Intervengono: Flavia Marzano, assessora Roma Semplice, Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale, Carlo Rinaldi, Digital & Social Marketing Leader di Microsoft Italia, Massimo Bruno, vice questore aggiunto della Polizia di Stato del Dipartimento Polizia Postale Lazio, Alberto Pellai, autore per De Agostini del libro “Tutto troppo presto”.
    In platea oltre 250 studenti, tra cui i protagonisti del progetto Sonet-Bull, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale, che testimonieranno la loro esperienza nella realizzazione di una policy per contrastare il fenomeno del bullismo e cyberbullismo a scuola. Conclude la mattinata di confronto Laura Baldassarre, assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale.

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  2. #2
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    Sviluppo sostenibile grazie ai percorsi di cittadinanza a scuola


    I percorsi di cittadinanza attiva risultano fondamentali per la scuola di oggi. Bullismo, atti valdalici, razzismo sono le maggiori piaghe della società contemporanea.
    I percorsi di cittadinanza sono temi che la scuola, in quanto istituzione, ha il dovere di promuovere fra i banchi. Si può certamente parlare di una emergenza alla cittadinanza attiva.
    Tuttavia, educare alla cittadinanza, vuol dire anche volgere lo sguardo verso il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, temi molto importanti in chiave futura, che proprio per questo motivo bisogna necessariamente far conoscere agli studenti, che rappresentano il futuro.
    Non mancano i percorsi multidisciplinari da proporre in classe, anzi, da tempo sono diffusi nelle scuole. E senza dubbio, un ottimo ausilio per gli insegnanti è quello del digitale, veicolo estremamente familiare agli alunni, sin dalla scuola primaria.
    Le idee, a tal proposito non mancano. Infatti per radicare nei più piccoli i concetti di ambiente e sostenibilità si può far ricorso alle fiabe classiche, racconti di un mondo tipicamente naturale, bucolico e contadino e metterlo a confronti con le vicende contemporanee, come l’imprenditoria senza scrupoli, l’inquinamento, l’emergenza rifiuti.
    Un modo percorso tematico cronologico, finalizzato a far riflettere i ragazzi sulle profonde trasformazioni che l’uomo ha prodotto nel tempo sull’ambiente e contestualmente, promuovere negli alunni l’adozione consapevole di comportamenti sostenibili.



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  3. #3
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    Insegnamento dell’educazione civica, ecco il Piano di formazione per i docenti


    Con riferimento all’avvio del nuovo insegnamento previsto per l’a.s. 2020/21, il M.I. ha diffuso il “Piano per la formazione dei docenti per l’educazione civica” per accompagnare le scuole.
    La legge 92 del 20 agosto 2019 prevede, all’interno del curricolo di istituto, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, per un orario complessivo annuale che non può essere inferiore alle 33 ore, da individuare all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti e affidare ai docenti del Consiglio di classe o dell’organico dell’autonomia.
    In cosa consisterà la formazione
    Il Piano verterà su obiettivi, contenuti, metodi, pratiche didattiche e organizzative, declinati nelle macroaree (Costituzione e legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute) che, ai sensi della normativa, dovranno essere inserite trasversalmente nelle discipline previste in ogni specifico corso di studi.
    I moduli formativi sono destinati, in prima battuta, a uno dei coordinatori per l’educazione civica, individuato, sulla base dei criteri approvati dal Collegio docenti, su proposta del dirigente scolastico dal Collegio stesso, con funzioni di referente. Il referente avrà il compito di favorire l’attuazione dell’insegnamento dell’educazione civica attraverso azioni di tutoring, di consulenza, di accompagnamento, di formazione e supporto alla progettazione nei confronti dei colleghi.
    In funzione della complessità delle istituzioni scolastiche e in accordo con le Scuole polo, saranno formate ulteriori figure di referente.
    Ogni modulo formativo, che non potrà avere una durata inferiore alle 40 ore, è articolato in almeno 10 ore di lezione (anche attraverso piattaforme on-line) rivolte ai referenti per l’educazione civica, che si dovranno poi impegnare a svolgere funzioni di tutoraggio, formazione e supporto ai colleghi delle istituzioni scolastiche di appartenenza, per ulteriori 30 ore. Le attività di formazione vedono da un minimo di 15 a un massimo di 30 partecipanti e sono sottoposte a costante monitoraggio e valutazione finale attraverso la funzione della piattaforma sofia.istruzione.it.
    Tempistiche
    Entro il 31 ottobre 2020, le scuole polo per la formazione acquisiranno dalle scuole della rete territoriale i nominativi dei referenti per l’educazione civica incaricati di seguire i percorsi formativi.
    Le iniziative formative dovranno essere inserite nel sistema sofia.istruzione.it e dovranno essere realizzate entro il 30 giugno 2021.
    Finanziamenti
    Per far fronte alle esigenze di formazione sono messe a disposizione risorse finanziarie pari a euro 4.000.000.
    Per ciascun percorso formativo è messo a disposizione un budget di massima di circa 3.200 euro, che dovrà consentire sia di realizzare e attestare le attività formative preferibilmente on-line, sia di riconoscere le attività dei referenti, come formazione “indiretta”.


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  4. #4
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    Educazione civica, da settembre si cambia: nessun docente in più verrà assunto per insegnarla




    Via libera da parte del Parlamento all’introduzione dell’educazione civica. In realtà, però, si tratta di un ritorno.
    Ecco cosa si prevede: ci sarà un’ora di insegnamento a settimana, 33 ore in tutto dal primo all’ultimo giorno di scuola. Si tratta, però, di una riforma a costo zero senza assunzioni e ore aggiuntive.
    L’educazione civica ritorna, dunque, sui banchi di scuola, ma fu introdotta, per la prima volta da Aldo Moro, allora ministro dell’Istruzione, nel 1958. Tornerà ad essere studiata, ma non ci saranno posti di lavoro in più.
    Nuova materia, stessi docenti. In questo momento l’insegnamento dell’educazione civica sarà impartito da quegli insegnanti dedicati inseriti all’interno dell’organico dell’autonomia. Sarà il preside dell’istituzione scolastico a definire chi farà cosa.
    Si deciderà anche come articolare il percorso dell’insegnamento della materia che potrà essere svolto anche in maniera laboratoriale. Alle superiori, comunque, verrà data priorità ai docenti di diritto, sempre all’interno dell’organico già presente.
    Introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica
    Leggi il testo approvato dal Senato
    Si prevede, a decorrere dal 1° settembre dell’anno scolastico successivo alla data di entrata in vigore della legge, l’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, per un numero di ore annue non inferiore a 33 (corrispondente a 1 ora a settimana), da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, e l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia.
    L’insegnamento sostituisce quello di Cittadinanza e Costituzione, introdotto dal D.L. 137/2008 (art. 1-L. 169/2008).
    Nelle scuole del primo ciclo, l’insegnamento è affidato in contitolarità a docenti. Nelle scuole del secondo ciclo le scuole utilizzano l’organico dell’autonomia e, più nello specifico, ove disponibili, i docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.
    Per ciascuna classe è individuato un docente coordinatore che ha, tra l’altro, il compito di formulare la proposta di voto, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti a cui è affidato il medesimo insegnamento.
    Il dirigente scolastico verifica la piena attuazione e la coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF).
    Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono definite Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, che individuano obiettivi specifici di apprendimento, con riferimento a: Costituzione italiana; istituzioni nazionali, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; educazione alla cittadinanza digitale, anche per valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti e per essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare riferimento ai comportamenti riconducibili a bullismo e cyberbullismo; elementi fondamentali di diritto, con particolare riferimento al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di protezione civile. Sono altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.
    In particolare, la conoscenza della Costituzione rientra tra le competenze di cittadinanza che gli studenti di ogni percorso di istruzione e formazione devono conseguire, avvicinandosi ai contenuti della Carta costituzionale già a partire dalla scuola dell’infanzia. Al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, sono altresì attivate iniziative per lo studio degli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Inoltre, al fine di promuovere la cittadinanza attiva, possono essere attivate iniziative per lo studio dei diritti e degli istituti di partecipazione a livello statale e territoriale.
    L’insegnamento dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche con altri soggetti istituzionali, del volontariato o del terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva.



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    Educazione civica, come formare gli alunni ai temi della Cittadinanza




    Ragionare sul perché formare alla cittadinanza gli studenti delle scuole ha a che fare con la cosiddetta questione giovanile. Chi sono i giovani e cosa possiamo dire di loro? Una risposta che ci piace particolarmente la traiamo dal manuale Introduzione alla pedagogia generale di Frabboni e Minerva ed è la seguente: i giovani sono “un mosaico di identità (esistenziali, socioculturali, valoriali) non ricomponibile con un unico filo di raccordo interpretativo.”
    Ci piace particolarmente perché è una definizione che non generalizza perché non è mai intellettualmente corretto generalizzare. I giovani hanno condizioni sociali, vissuti culturali e personali, habitat territoriali, profili psicologici ed emotivi completamente diversi tra loro. E dunque rappresentano un universo troppo variegato per ragionare secondo modelli unici.
    Cosa accomuna i ragazzi?
    E tuttavia c’è una preoccupazione che li accomuna, che facciamo nostra e che rende particolarmente importante l’educazione alla cittadinanza: molti giovani vivono condizioni di marginalità sociale (attraversata da alti tassi di disoccupazione) che fanno loro percepire la realtà come priva di futuro, a maggior ragione quando associano ai timori di tipo professionale quelli catastrofico-ambientali sempre più devastanti.
    Impegno o disimpegno?
    Cosa vogliamo sostenere con queste premesse? Che il senso di smarrimento potrebbe condurre i ragazzi al disimpegno e alla rinuncia, spegnendo in loro quelle forze etico-sociali che sono il motore del far bene e dell’agire in società con senso civico.
    Ecco, in un contesto simile l’importanza dell’educazione alla cittadinanza diventa evidente. La scuola può essere un potente circuito formativo, un laboratorio, una fucina di valori.



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    Ed. Civica, docenti saranno formati. Aggiornamento Piano nazionale formazione




    L’introduzione dell’educazione civica come materia con voto autonomo, come riferito, è ormai legge. Rimane da capire come poterla introdurre già dall’a.s. 2019/2020
    Vediamo in questa scheda cosa prevede la legge in merito alla formazione dei docenti, ricordando dapprima le ore da destinare all’insegnamento e i docenti che se ne occuperanno.
    Ed. civica: monte ore e docenti interessati
    L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è attivato nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
    All’insegnamento vanno destinate 33 ore annuali, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, senza dunque nessun incremento orario. La legge prevede che, per il raggiungimento delle 33 ore annue, è possibile utilizzare la quota di autonomia utile per modificare il curricolo.
    Nelle scuole del primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado) l’insegnamento dell’educazione civica è affidato, anche in contitolarità, a docenti sulla base del curricolo di istituto, utilizzando l’organico dell’autonomia.
    Nelle scuole secondarie di secondo grado l’insegnamento è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia.
    Per ciascuna classe, tra i docenti cui è affidato il “nuovo”insegnamento, è individuato un coordinatore che, tra i suoi compiti, ha quello di formulare la proposta di voto in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti interessati dall’insegnamento.
    Formazione docenti
    Sono previste apposite attività di formazione per i docenti e, conseguentemente, un aggiornamento del Piano Nazionale di Formazione, al fine di farvi rientrare le attività sulle tematiche relative all’insegnamento dell’educazione civica.
    Alle attività formative è destinata quota parte delle risorse stanziate dall’articolo 1, comma 125, della legge 107/2015 per l’attuazione del Piano medesimo.
    Al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse e armonizzare gli adempimenti relativi alla formazione dei docenti, le scuole effettuano una ricognizione dei propri bisogni formativi e possono promuovere accordi di rete nonché, in conformità al principio di sussidiarietà orizzontale, specifici accordi in ambito territoriale.



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    La nuova Educazione Civica: a 4 Dirigenti su 5 piace


    La nuova Educazione Civica piace a 4 dirigenti su 5. Nonostante la percezione di taluni ostacoli di carattere organizzativo, c’è ottimismo attorno alla nuova impostazione della disciplina (regolamentata con legge n. 92/2019 e D.M. n. 35 del 22 giugno 2020 a partire dal 1° settembre 2020 come insegnamento trasversale da erogare per almeno 33 ore annuali all’interno degli insegnamenti curricolari).
    “I Dirigenti scolastici intravedono nel nuovo insegnamento (per il quale il 78% prevede un futuro positivo), soprattutto la possibilità di promuovere valori di responsabilità individuale, legalità, partecipazione, solidarietà (66%). Solo marginalmente prendono in considerazione l’opportunità di rinnovare i metodi di insegnamento (5%).”
    Lo afferma il rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole, creato dalla Fondazione Intercultura, in collaborazione col Ministero dell’Istruzione.
    La vecchia Cittadinanza e Costituzione
    Gli opinion leader ritengono che il vecchio insegnamento denominato Cittadinanza e Costituzione fosse inefficace se non addirittura fallimentare.
    In particolare viene giudicato:
    • marginale o poco rilevante. Un insegnamento “Cenerentola”, appannaggio di alcuni insegnanti di area e vissuto come “esterno” alla didattica quotidiana. Spesso sottovalutato dagli stessi insegnanti e dagli studenti, per la limitatezza del tempo dedicato ma anche per la mancanza di una valutazione specifica;
    • ambizioso negli intenti ma modesto nei risultati. Vi sono state fatte confluire una molteplicità di “educazioni” (alimentare, stradale, ambientale, ecc.), con l’effetto di “diluire” l’azione educativa complessiva, portando le scuole a privilegiare ora l’uno ora l’altro tema secondo logiche di opportunità;
    • vago e lasciato troppo all’iniziativa di scuole e/o insegnanti, per l’assenza di un indirizzo comune e di chiare indicazioni da parte del ministero e per la mancanza di un collegamento forte con i percorsi di studio e gli obiettivi di apprendimento delle varie discipline.
    Le aspettative sulla nuova impostazione della disciplina è dunque alta e in proposito la ricerca già citata attribuisce al mondo della scuola un elevato gradimento. Si legge infatti nella ricerca:
    L’Educazione Civica ha il merito di:

    • accrescere il livello culturale del nostro Paese, che oggi sconta uno stato di arretratezza in grado di condizionare l’opinione pubblica e il consenso politico;
    • affrontare le questioni importanti che riguardano il mondo contemporaneo e l’umanità, essenziali per la formazione dei ragazzi e la loro crescita come cittadini responsabili;
    • promuovere i valori della responsabilità individuale, del rispetto e della collaborazione, anche in risposta alle “derive” di tipo ideologico che stanno interessando lo scenario politico e sociale;
    • rinnovare la didattica.


    Il corso
    Per saperne di più segui il corso La nuova Educazione Civica, con la formatrice Anna Maria Di Falco, in programma il 4 e 5 novembre. Vi offrirà proposte organizzative per il Collegio dei docenti e per la revisione del curricolo di istituto.



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    Educazione civica, Bussetti: «Martedì firmo il decreto per evitare il rinvio»


    Soluzione in vista per l’educazione civica. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti assicura che il lieto fine è dietro l’angolo: il Miur sta lavorando a un decreto ad hoc per evitare che il nuovo insegnamento (33 ore l’anno – con tanto di voto in pagella – su ambiente e Costituzione, cittadinanza digitale e mafia, diritto alla salute, bullismo e cyberbullismo) slitti di un anno a causa del ritardo nella pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale. «Martedì – ha detto Bussetti parlando al meeting di Rimini – penso che firmerò un decreto proprio perché si riesca ad aggiustare da un punto di vista amministrativo, oltre che procedurale, affinché entri in vigore dall’anno scolastico prossimo». Come riportato dal Corriere nei giorni scorsi, il testo del provvedimento sull’educazione civica approvato in via definitiva dal Senato lo scorso primo agosto prevedeva che il nuovo insegnamento fosse istituito «a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge» e di conseguenza – poiché le leggi entrano in vigore 15 giorni dopo la loro pubblicazione – che legge fosse pubblicata al massimo venerdì 16 agosto. Mentre la legge è uscita in Gazzetta solo mercoledì 21 agosto. Il provvedimento di cui parla Bussetti dovrebbe servire a vincolare la sua entrata in vigore invece che all’inizio dell’anno scolastico all’effettiva riapertura delle scuole: in quasi tutte le regioni infatti la prima campanella suonerà nella settimana che si apre con lunedì 9 settembre (solo la provincia di Bolzano comincia prima, il 5, e cioè proprio 15 giorni dopo l’entrata in vigore della legge).
    «Salva-precari» in bilico
    Permane invece grande incertezza sul fronte del cosiddetto decreto salva-precari approvato lo scorso 6 agosto «salvo intese». Il provvedimento – volto a istituire un concorso ad hoc per i supplenti con più di 36 mesi di servizio nelle scuole statali e parallelamente un percorso abilitante speciale aperto anche a chi ha prestato servizio nelle scuole paritarie, era stato promosso dalla Lega assecondando i sindacati ma aveva incontrato forti obiezioni da parte dei grillini che lo avevano bollato come l’ennesima sanatoria a scapito del merito. Il ministro leghista invece, ancora oggi, lo ha difeso. «Mi auguro – ha detto – che sia possibile sciogliere le riserve in questi giorni, siamo ancora in tempo per pubblicarlo sulla Gazzetta Ufficiale». «Soprattutto – ha proseguito Bussetti – non era solo rivolto ai precari ma era anche una proroga di graduatorie del concorso 2016 che permetterà a tanti altri docenti di entrare in ruolo, conteneva anche la revisione per quanto riguardava la tariffa per il trasporto pubblico dei nostri studenti. Era un decreto importante, necessario, che era richiesto, condiviso con tutte le forze di organizzazione sindacali. Noi abbiamo lavorato in questi mesi e spero tanto che si riesca a sbloccare».


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    Online il nuovo portale dedicato all’Educazione civica


    Un portale con informazioni e materiali utili sul nuovo insegnamento dell’Educazione civica obbligatorio, da quest’anno, fin dalla scuola dell’infanzia. Lo mette a disposizione il ministero dell’Istruzione all’indirizzo www.istruzione.it/educazione_civica.
    Costituzione, Diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio. Cittadinanza digitale. Sono questi i tre assi su cui si basa il nuovo insegnamento e attorno a cui ruotano i contenuti della pagina dedicata dove, oltre alle Linee guida sull’Educazione civica emanate a giugno, sono presenti, e verranno costantemente integrati, ulteriori materiali di approfondimento relativi alle esperienze che le singole scuole stanno realizzando.
    Inoltre, la sezione è arricchita con un’area dedicata agli strumenti per la formazione e con risposte alle domande frequenti sul tema. Sulla pagina sono poi disponibili link utili, su temi strettamente connessi alla formazione delle cittadine e dei cittadini di domani: la lotta a bullismo e al cyberbullismo, l’educazione finanziaria, storia e cittadinanza europea.
    «Come ministero – commenta la ministra Lucia Azzolina – stiamo cercando di dare al personale, agli studenti e anche alle famiglie strumenti utili per approfondire i singoli argomenti di interesse. Con questa pagina sull’Educazione civica raccoglieremo in un’unica sezione i materiali, ma anche le buone pratiche per dare visibilità al grande lavoro che si fa ogni giorno nei nostri istituti scolastici, su temi fondamentali per crescere come cittadini attivi, consapevoli, capaci di analizzare con spirito critico la realtà e viverla responsabilmente».


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    Pasticcio educazione civica: si parte a settembre ma «in via sperimentale»




    E’ pronto il provvedimento che dovrebbe risolvere il pasticcio sull’educazione civica, la nuova disciplina con tanto di voto introdotta in tutti gli ordini di scuola con una legge appena pubblicata e che rischiava di dover essere rimandata all’anno scolastico 2020/2021. Poiché il testo non entrerà in vigore prima del 1 settembre, ma soltanto il 6, a causa di un ritardo nella pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, è la legge stessa a prevedere che si applichi a partire dal successivo anno scolastico per non mettere in difficoltà le scuole nell’organizzazione delle lezioni.
    La sperimentazione obbligatoria
    Per accelerare l’applicazione il ministro Bussetti, come aveva annunciato, trasformerà questo primo anno di applicazione in una sperimentazione obbligatoria nazionale. Per farlo è necessario un decreto che è stato già inviato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (il Cspi, che è organo consultivo del MIUR). Una volta ottenuto il parere del Cspi, si potrà partire con la programmazione della nuova disciplina



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