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Discussione: Honda in forze alla Dakar: "Per noi è seconda solo alla MotoGP"

  1. #11
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    Dakar, day7: Brabec la spunta nel finale



    Grazie ad una seconda parte di tappa perfetta, lo statunitense della Honda ha la meglio sul compagno di marca, Goncalves

    Dopo l'annullamento della tappa di ieri a causa del maltempo, il settimo giorno della Dakar 2017 è stato condizionato dalla riduzione del chilometraggio della "speciale" (accorciata fino a 161 km dagli oltre 300 stabiliti). La vittoria è andata a Ricky Brabec. Lo statunitense della Honda ha chiuso i 161 km di speciale in prima posizione grazie ad una bella rimonta nella seconda parte della tappa nei confronti di Pablo Goncalves, compagno di "marca". Il portoghese si è dovuto accontentare della seconda posizione davanti al leader della classifica, Sunderland (KTM) e allo spagnolo Barreda, che sta provando a rimontare dopo la penalizzazione di un'ora subita due giorni fa a causa di un rifornimento irregolare.
    SUNDERLAND SEMPRE PIU' LEADER - Chiude la top five il francese De Soutrait (Yamaha) mentre completano la top ten Metge (bel recupero nel finale per lui), la sorpresa Smith, Walkner, Quintanilla e Nosiglia. Primo degli italiani di giornata è stato Manuel Lucchese (Yamaha), trentanovesimo al traguardo. Sunderland comanda ancora la generale, aumentando a quasi 18 minuti il vantaggio su Quintanilla. A 22' c'è Van Beveren (Yamaha), in grande difficoltà oggi, poi Farres Guell e Walkner. Barreda è risalito fino alla nona piazza ma a un'ora e 14" da Sunderland.



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  2. #12
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    Dakar stage 8, Loeb il Cannibale alla riscossa


    Il campionissimo WRC vince la sua terza tappa e strappa la leadership al collega Peterhansel. La Dakar 2017 è ormai un affaire Peugeot

    E' stato come da consuetudine il vincitore del giorno precedente, Stephane Peterhansel, a dare il via alla prova cronometrata di oggi della Dakar, da Uyuni a Salta, con la carovana del raid che approda in Argentina dopo l'odissea fangosa boliviana.
    Il francese Peugeot è partito col piede sul gas, deciso a scrollarsi di dosso l'ingombrante ombra del collega Sébastien Loeb, ma non c'è riuscito: dopo 110 km il 9 volte campione del mondo WRC è passato al comando. Ma non solo: anche la terza 3008 DKR rimasta in gara, pilotata da Cyril Despres, passa avanti a Mr Dakar, che al CP1 paga un ritardo di 3'47” nei confronti di Loeb. Mini e Toyota nel frattempo non riescono a tenere il passo del dream team Peugeot, con Mikko Hirvonen, Giniel De Villiers e Nani Roma rispettivamente a 7’01, 8’42 e 11’10 da un Loeb scatenato e determinato a conquistare la leadership in classifica generale.
    Obiettivo brillantemente raggiunto: il Cannibale vince la sua terza tappa alla Dakar 2017, rifilando una mezza batosta a Peterhansel, secondo a 3'35”, mentre terzo arriva Despres a 5'13”, suggellando un'apoteosi francese con tre piloti Peugeot sul podio e un'altrettanto pesante tripletta in classifica generale. Chiudono la top five Hirvonen e De Villiers, staccati rispettivamente di 8'14" e 11'57". A questo punto, imponderabili disastri a parte, la Dakar diventa definitivamente un affare di famiglia.
    Al termine della giornata, King Loeb ha commentato: “Ci ho messo veramente del mio oggi, perchè era una di quelle speciali che piaccioni a me, con piste veloci, mentre domani ci saranno sabbia e dune. Ho cercato a creare un distacco,putroppo ho forato nell'ultima parte della speciale e ho perso alcuni minuti per cambiare la ruota, ma va bene così, il mio è comunque il miglior tempo e siamo in lotta per la vittoria. Che al momento sembra essere tra me e Stephane, tuttavia nei prossimi due giorni potrà accadere di tutto”.
    Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi

    DAKAR 2017 - CLASSIFICA GENERALE

    1 Loeb-Elena Peugeot 20h10'05”
    2 Peterhansel-Cottret Peugeot +1'38"
    3 Despres-Castera Peugeot +17'17"
    4 Roma-Haro Bravo Toyota +23'36"
    5 Hirvonen-Perin Mini +53'42"
    6 De Villiers-Von Zitzewitz Toyota +1h21'44"
    7 Terranova-Schultz Mini +1h26'47"
    8 Przygonski-Colsoul Mini +1h42'18"
    9 Garafulic-Palmeiro Mini +2h42'57"
    10 Dumas-Guehennec Peugeot +3h09'17"


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  3. #13
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    Dakar, day8: Barreda, una vittoria per sperare


    In grande ritardo in classifica generale (per una penalizzazione), lo spagnolo ha dominato una delle tappe più lunghe di questa edizione ma deve recuperare oltre un'ora sul leader Sunderland

    Quattrocentonovantadue km di speciale. Da Uyuni a Salta. Tanti saliscendi, con cambi di temperatura, tipologia di terreno e panorami. Quella di oggi, ottava giornata di gare alla Dakar 2017, era una tappa per uomini “veri” nella categoria delle moto.
    CAMPIONE - A vincere è stato il pilota che, con il ritiro di Toby Price, può fare sfoggio di tutto il suo talento. Stiamo parlando di Joan Barreda, portacolori Honda che anche oggi si è rivelato grande protagonista. In testa sin dall’inizio, lo spagnolo ha controllato gli avversari per tutti i 12 split di gara, chiudendo poi l’ottava tappa con un tempo di poco superiore alle 4 ore e 28 minuti.
    PECCATO - Senza quel “maledetto” rifornimento non autorizzato a causa del quale la scorsa settimana si è beccato un’ora di penalità, staremmo qui a parlare di una cavalcata solitaria e del gran dominio di pilota della Casa Alata. E invece con quell’errore, Barreda dovrà fare i conti fino a sabato, quando si chiuderà l’edizione 2017: nulla è deciso fino all’ultimo metro dell’ultima sfida ma recuperare dalla nona piazza oltre un’ora di distacco dal britannico Sunderland (KTM), sempre più leader (con assoluto merito) della corsa, è davvero impresa ardua.
    LEADER - Oggi lo stesso Sunderland è finito terzo, a 3’54” da Barreda e a soli tre secondi dalla piazza d’onore agguantata dal compagno di marca Mathias Walkner. L’austriaco ha preceduto il capoclassifica, l’ottimo francese Metge (Honda) e la rivelazione di giornata, Juan Pedrero con la Sherco TVS. Chiudono la top ten Goncalves, Quintanilla (sempre secondo nella generale ma con 20’ di ritardo), l’altra sorpresa Renet, De Soultrait e Farres Guell. Tappa sottotono per la Yamaha di Van Beveren e per il vincitore di ieri, Brabec, solo undicesimo e dodicesimo seguiti da uno Svitko sempre più deludente. Ruoso è il primo degli azzurri, 35esimo a più di mezz’ora da Barreda.

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  4. #14
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    La Dakar? Vince chi evita le nuove trappole


    Marco Pastorino, diesse di X-Raid Mini, spiega novità e tranelli del regolamento 2017

    UYUNI (ARGENTINA) - Marco Pastorino, 50 anni, è storicamente l'italiano con maggior responsabilità gestionale alla Dakar, con 11 edizioni alle spalle, il poker di trionfi dell'era Mini e la direzione sportiva del team X-raid a nobilitarne la presenza.
    È quindi lui l'uomo giusto per spiegare il senso e le problematiche della Dakar 2017, più insidiosa che mai non solo per i capricci del meteo (che hanno costretto gli organizzatori a cancellare anche lo stage 9), ma anche per le volute difficoltà di orientamento che seguono modalità tutte da scoprire e che è interessante far conoscere in modo semplice anche ai non addetti ai lavori. "Sì, posso confermare che quest'anno il fattore umano conta moltissimo. E mi riferisco al fondamentale momento della navigazione. Certo, come noto, tutti hanno il Gps che però in questo caso si comporta come una bussola, indicando i punti cardinali ma lasciando la scelta della direzione da seguire all'uomo. Al quale spetta trovare di volta in volta il way point ossia il giusto approdo intermedio che poi porta al successivo. Da questo punto di vista molti rimarranno sorpresi, ma la Dakar in realtà altro non è che un'enorme, immensa gimcana".
    E le particolarità che rendono speciale e più difficile l'edizione 2017? "Ci sono dei way point facilmente raggiungibili, come ad esempio i Security. In questo caso i concorrenti entrano in un cerchio virtuale ampio di segnalazioni che sono aiuti agevolati. Tracce che conducono in genere senza problemi al punto cercato. Ció avviene in presenza di parti di tracciato delicate o pericolose, come puó essere la presenza in loco di un oleodotto".
    E poi? "Poi abbiamo il way point classico, che si apre quando il concorrente entra nel raggio di 800 metri dal punto che deve raggiungere e fin qui le sorprese non ci sono, ma attenzione alla terza tipologia di way point: il cosiddetto way point control o a bersaglio. Quello introdotto da quest'anno. In pratica il way point control non si apre, non ti aiuta, non ti conduce per mano negli ultimi metri ma lo scopri solo quando ci sei sopra. Ecco perché vengono definiti ciechi: se li becchi, fanno un bip ma non si aprono mai. E poi mantengono pochissime tracce che permettono di tornare indietro, in caso d'errore. E, se saltati, portano a penalità molto, molto salate. In poche parole - sottolinea Pastorino - in questa Dakar, comunque vada, conta molto di più l'uomo, anzi, gli uomini e con essi l'affiatamento ottimale dell'equipaggio al mezzo".
    La conclusione di Marco Pastorino non offre spazio a dubbi: "In questo momento non possiamo sapere il nome di chi vincerà la Dakar, ma in base alle considerazioni e alle dinamiche che ho spiegato qui, siamo tutti in grado di capire quanto è facile perdere l'edizione di quest'anno se si cade nelle nuove trappole di navigazione".


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  5. #15
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    Dakar, tappa 10: restituito il tempo a Peterhansel, è primo


    Incidenti a Peterhansel e Hirvonen nei 751 km (449 km di PS) che separano Chilechito da San Juan. Loeb batte Despres, ma poi viene reso a Peterhansel il tempo perso nei soccorsi

    Tornati finalmente a una tappa impegnativa ma non condizionata da questioni di maltempo e impraticabilità delle strade, la decima della Dakar da Chilechito a San Juan (751 km dei quali 449 di PS), i colpi di scena non sono mancati ma sono stati più "tradizionali".
    L'atteso duello fra Sebastien Loeb e Stephane Peterhansel ha visto l'ex motociclista partire subito all'attacco, riuscendo già al primo controllo a rosicchiare 1'36" degli 1'38" che aveva di distacco, quindi praticamente annullato. Poi però Peterhansel ha avuto un incidente con il motociclista Simon Marcic che lo ha costretto a fermarsi: comunque il tempo impiegato per assistere lo sfortunato motociclista sloveno in attesa del team medico, prima di riprendere la gara, dovrebbe essere abbuonato in classifica (dopo l'arrivo).
    Il comando è così passato a Cyril Despres con la terza Peugeot, che al secondo controllo guidava con 5 minuti di vantaggio sulla Mini di Yazeed Al Rajhi, con Loeb a 5'18" e Peterhansel a 11'55" (che tuttavia, come detto, non sono "effettivi"). Prima dell'arrivo al CP1, si è messo in grande evidenza Nicolas Fuchs (HRX): già 4° al primo controllo, il peruviano è salito 2° a 5'42" dal leader Despres, mentre Loeb 4° sembra faticare e prende 6'40". La prima parte della Prova Speciale si è comunque conclusa con Despres ancora davanti, precedendo Loeb risalito a 6'28" e Al Rajhi a 7'16. A seguire Orlando Terranova, Fuchs e Peterhansel (a 8'06"). Problemi invece per Nani Roma, staccato di 22 minuti, e per Mikko Hirvonen che si è dovuto fermare per effettuare riparazioni alla sua Mini, dopo aver colpito un camion danneggiando il radiatore.
    La seconda porzione di 185 km, teoricamente più favorevole a Loeb, lo ha infatti visto recuperare fin dall'inizio. Il pluriiridato dei rally si è scatenato e proprio negli ultimi chilometri, fra CP2 e arrivo della PS, arriva a scavalcare Despres. Così Loeb vince la sua quarta frazione alla Dakar 2017, mantenendo dunque il comando in graduatoria generale e precedendo Despres di 2'33", Peterhansel di 6'45", Al Rajhi di 11'35" e Terranova di 12'44". Per un risultato definitivo, resta tuttavia da attendere quanto tempo verrà abbuonato a Peterhansel dalla direzione di gara, per l'episodio iniziale.
    AGGIORNAMENTO
    Come preannunciato, a Stephane Peterhansel è stato "restituito" il tempo perso nell'assistere il motociclista Marcic, con una gamba rotta, in attesa dell'elicottero dei medici. Per la precisione sono stati abbuonati 14'13" e di conseguenza Peterhansel risulta vincitore di tappa per 7'28" su Loeb, oltre a riprendere la leadership in classifica generale (per quasi 6 minuti). «Oggi è stata una tappa molto complicata, per la navigazione lungo i letti dei fiumi - ha commentato Peterhansel all'arrivo - e in quel momento eravamo tutti persi. Il motociclista stava tornando indietro, ci siamo visti all'ultimo per colpa della vegetazione e nonostante la frenata è finito sotto la mia macchina. Si è rotto solo la gamba ed è rimasto cosciente, ma poteva finire molto peggio, nonostante l'incidente sia successo a una velocità abbastanza bassa. Per me è stato abbastanza difficile ripartire mantenendo una buona velocità: non è stata una bella giornata».

    DAKAR 2017 - CLASSIFICA GENERALE
    1 Peterhansel-Cottret (Peugeot) 24.58'43"
    2 Loeb-Elena (Peugeot) +05'50"
    3 Despres-Castera (Peugeot) +25'40"
    4 Roma-HaroBravo (Toyota) +1.00'55"
    5 DeVilliers-VonZitzewitz (Toyota) +1.42'54"
    6 Terranova-Schulz (Mini) +1.45'21"
    7 Garafulic-Palmeiro (Mini) +3.26'34"
    8 Przygonski-Colsoul (Mini) +3.53'40"
    9 Dumas-Guehennec (Peugeot) +3.57'43"
    10 AlQassimi-Maimon (Peugeot) +4.24'17"


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    Dakar, moto: Manca abbandona; Sunderland sempre leader


    Il sardo della Ktm si ritira per un trauma toracico, mentre Barreda vince la tappa, dopo una sanzione a Metge, e l'inglese si rafforza nella generale grazie pure al forfeit di Quintanilla. Ancora polemiche per la penalizzazione delle Honda. Nakamoto: "C'è zona grigia nel regolamento"

    Barreda e la Honda volano, Metge vince, ma è sanzionato di un'ora, Sunderland consolida la leadership e tanti protagonisti, fra cui l'italiano Manca, devono cedere. La decima tappa della Dakar, Chilecito-San Juan, regala molte emozioni, con la carovana che prosegue verso sud affrontando 449 km di prova cronometrata nella frazione più fisica del raid, sia per il terreno, sia per le temperature torride (49°).
    metge vince — Nella prima parte di speciale, in montagna, caratterizzata da canyon e passaggi tecnici, la navigazione ha rimescolato le carte. Ne hanno fatto le spese molti top rider come il cileno Pablo Quintanilla (Husqvarna), secondo della generale, che si è perso per più di un’ora finendo anche la benzina, per poi ritirarsi per problemi fisici. Si è sbagliato anche il leader della generale Sam Sunderland, che ha però limitato i danni. Ne hanno approfittato invece il ceco Ondrj Klymciw, la campionessa Laia Sanz, che ha fatto la differenza nella parte navigata (9° al CP1) ed i piloti Honda. All'arrivo Michael Metge ha preceduto di 55" il compagno di squadra Joan Barreda, con terzo Stefan Svitko davanti a Renet e Goncalves. Poi la doccia fredda, con la sanzione di un'ora di Metge per aver saltato un way point, il successo che passa nelle mani di Barreda e tutti che scalano in avanti di una posizione. Con l’abbandono di Quintanilla, uno dei favoriti di questa Dakar 2017, Sunderland consolida la testa della classifica, con 30' su Walkner. Per Barreda, punta di diamante dello squadrone Honda, ancora niente è perduto, ma il distacco di 53'47" dal leader è importante con solo due tappe da disputarsi.
    ritiro per manca — Per quanto riguarda la corsa degli italiani, è finita l’avventura di Luca Manca quando mancano solo 2 giorni di gara. Il pilota sardo, tornato dopo 7 anni dal terribile incidente sulla Dakar del 2010, è caduto nella prima parte della speciale. Nell’incidente ha riportato un lieve trauma toracico ed è stato portato all’ospedale di Villa Union per accertamenti. Un vero peccato per Luca Manca, che stava facendo una corsa intelligente senza esagerare.
    polemiche su sanzioni honda — Intanto, non è ancora placata la polemica relativa alla penalità di 1 ora data a tutti i piloti ufficiali HRC e Honda Sud America per un rifornimento nel tratto di neutralizzazione tra la prima e la seconda parte di speciale della tappa 4. Honda ha espresso la volontà di fare appello, anche se questo non dovrebbe modificare la classifica della corsa, almeno nell’immediato. Con la penalità ufficializzata nella tappa 5, il team aveva infatti tempo per fare reclamo fino alla partenza del primo pilota per la speciale 6. Honda deve adesso fare appello alla FFM, la Federazione Motociclistica Francese, che sovraintende alla corsa.
    nakamoto e la zona grigia — "Nel regolamento c’è una zona grigia - ha spiegato il Vice Presidente HRC Shuhei Nakamoto, che ha raggiunto il team alla tappa di Salta -. Non si parla di divieto, ma è scritto che non è raccomandato far rifornimento nel tratto di neutralizzazione". In realtà negli 800 metri di neutralizzazione vigeva il regime di parco chiuso, quindi non era permesso alle moto di lasciare il percorso e prendere la statale, tantomeno far rifornimento ad una stazione di servizio, come è testimoniato dalle foto. Il regime di parco chiuso era stato imposto dall’organizzazione proprio per impedire ai concorrenti di incontrarsi con le assistenze sulla statale. Non è ancora chiaro se sia trattato di un errore d’interpretazione del regolamento oppure di una strategia del team.


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    Dakar stage 11, vince Loeb ma Peterhansel ha la vittoria in pugno


    Il Cannibale ha vinto il duello odierno in casa Peugeot. Ma Peterhansel è a un soffio e ormai la 39esima Dakar è sua

    La penultima prova speciale della Dakar 2017 si è aperta, come da programma, con Stephane Peterhansel, vincitore dello stage di ieri e leader della classifica, ad aprire le ostilità nel lungo calvario di 754 km da San Juan a Rìo Cuarto, ultimo scoglio prima del traguardo di Buenos Aires.
    Ma il protagonista della prima parte della giornata è Sébastien Loeb, compagno di squadra di Mr Dakar nel team Peugeot e unico in grado di contendergli la vittoria: il Cannibale parte in versione “pedal to metal” e si porta in testa, mentre si fa notare anche la Toyota di Giniel De Villiers.
    Alle 15.30 locali (19.30 italiane) parte la seconda parte della speciale, 173 km fondamentali per determinare il vincitore della 39esima Dakar. Dopo 30 minuti colpo di scena, con Loeb che perde terreno dopo aver dominato superbamente la prima frazione e Peterhansel che accorcia le distanze, portandosi a 1'05” dal connazionale.
    Nel frattempo, alle loro spalle, va in scena un entusiasmante duello per il terzo posto, con la Mini di Terranova, la Toyota di De Villiers e la terza Peugeot di Despres a lottare per il podio. Loeb sente il fiato sul collo e ricomincia a spingere su un terreno veloce a lui congeniale, riportando il vantaggio su Peterhansel a 1'33, gap che rimane stabile fin quasi al termine, quando Mr Dakar alza nuovamente il ritmo portandosi a soli 18” dal Cannibale, eroe della giornata ma ormai quasi certo di doversi nuovamente inchinare di fronte all'avversario. Ora, infatti, solo 64 km di prova speciale separano Petrhansel dalla sua 13esima Dakar, che parte con un vantaggio di 5'32" su Loeb in classifica generale.
    Terzo il padrone di casa Orlando Terranova a +6'37", seguito dal sudafricano De Villiers a 7'01", a precedere il saudita Al Rajhi, quinto a 7'25" da Loeb.


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    Dakar moto, vince Goncalves. Sunderland vede il trionfo


    La penultima tappa da Chilecito a Rio Cuarto ha visto il successo del pilota della Honda. Il britannico della KTM conserva il vantaggio nella generale e sabato dovrà gestire ben 33 minuti di vantaggio su Walkner

    Sam Sunderland ha Buenos Aires nel mirino. Ancora 64 km e il sogno potrebbe diventare realtà. Da quando ha debuttato alla Dakar nel 2012, questa sarebbe la prima volta che il pilota KTM porta a termine la gara. Arrivare al traguardo da vincitore sarebbe la consacrazione di questo giovane inglese trapiantato a Dubai che non ha ancora dato dimostrazione del suo talento. Così oggi, Sunderland ha contato uno a uno i 288 km di prova cronometrata e i 466 di trasferimento che lo hanno portato da San Juan a Rio Cuarto.
    pressione — “Ancora un giorno”, ha commentato il pilota KTM, “non è stato facile gestire la pressione. In speciale guidi anche 12-14 ore solo e in testa ti girano ogni tipo di pensiero. Ho cercato di mantenere la calma. Nel primo tratto abbiamo incontrato un settore di dune. Vivendo a Dubai, mi sono sentito a mio agio. Ho passato Matthias (Walkner), ma nella seconda parte di speciale, quando abbiamo attraversato una zona di campi coltivati, l’ho fatto passare per non fargli mangiare della polvere. Non ho preso rischi e ho preferito gestire la corsa in moto intelligente”. Leadership e gioco di squadra. I pezzi di un puzzle, costruito tappa dopo tappa in questi 12 giorni di gara, stanno andando al loro posto. Con il quinto posto a 7’25 dal vincitore di giornata, il pilota Honda Paulo Goncalves, Sunderland consolida la testa della generale che detiene dalla 5° tappa. Con 33’09 di vantaggio sul compagno di squadra Matthias Walkner, 37’10 su Adrien Van Bevern (Yamaha) e 37’22 su Gerard Farres (KTM Himoinsa racing), domani dovrà solo amministrare una vittoria che ha già in pugno. La lotta sarò invece dietro per il secondo e terzo gradino del podio. Walkner, Van Beveren e Farres, oggi rispettivamente 10°, 3° e 4°, sono racchiusi in 4 minuti e domani giocheranno tutte le loro carte.
    punta di diamante — Ci proverà anche Joan Barreda, oggi secondo. Quinto della generale a 47’31 dalla testa, lo spagnolo dovrà recuperare i 10 minuti che lo separano da Van Beveren e Farres per giocarsi il podio. Un premio di consolazione per la punta di diamante dello squadrone Honda, che si è dimostrato ancora una volta il più veloce al via con ben 3 vittorie di tappa. “Per la nostra squadra conta solo la vittoria”, ha commentato amaro lo spagnolo, “anche oggi ho dato il massimo per recuperare posizioni”. Sul risultato dello spagnolo pesa però come un macigno l’ora di penalità presa nel corso della tappa 4 per aver fatto rifornimento fuori dalla zona di neutralizzazione. Un’ora che diventa un’eternità da recuperare in una corsa veloce come la Dakar e che ha visto due tappe annullate ed altre accorciate per il maltempo.



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    Gli italiani alla Dakar 2017, i nostri connazionali ce l'hanno fatta



    Le imprese di Tassi, Scandola, PanDakar e dei De Lorenzo: i nostri connazionali ce l'hanno fatta e Tassi è il primo italiano disabile a portare a termine la Dakar

    Hanno chiuso con distacchi abissali. Ma chissenefrega, consentiteci. Che un conto è chiamarsi Stephane Peterhansel o Sébastien Loeb e correre con il team Peugeot, un altro è chiamarsi Gianluca Tassi e affrontare la Dakar in sedia a rotelle.
    I nostri connazionali hanno vinto la Dakar 2017 nello stesso momento in cui hanno tagliato il traguardo di Buenos Aires lo scorso 14 gennaio. E ognuno di loro può tornare in Italia fiero di aver compiuto un’impresa memorabile. Come il già citato Tassi (vedi foto sotto), l’ex motociclista diversamente abile, che coadiuvato da Massimiliano Catarsi e Alessandro Brufola Casotto, ha chiuso il raid in 42esima posizione al volante del Ford Raptor preparato dall’R-Team Ralliart. Il 56enne perugino ha raggiunto la capitale argentina con 40 ore di ritardo rispetto al vincitore, Peterhansel, battendo parecchi colleghi normodotati. “Non ci correva dietro nessuno” ha scherzato Tassi prima dell’arrivo, per commentare al termine della gara: “Dire che sono felice è un eufemismo. E’ un sogno che si realizza dopo tanti anni di sacrifici e duro lavoro. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e ancora stento a crederci. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in noi e a chi ci è stato vicino sin dall’inizio. Non molleremo mai!"
    Meglio di lui hanno fatto i De Lorenzo, gemelli di Pieve di Cadore di professione ottici. Avevano già corso cinque edizioni della Dakar, l’ultima nel 2007: a dieci anni di distanza e ormai prossimi alla pensione, hanno deciso di regalarsi un’altra avventura al volante di una Toyota Land Cruiser 155 preparata da Jaton Racing. Si sono classificati 31esimi, eguagliando il piazzamento del 2005, pagando un ritardo di sole 21 ore dal vincitore. Un risultato notevole, soprattutto se si considera che la Dakar riesce a mettere in seria difficoltà atleti professionisti e Aldo e Dario vanno per i 60.
    Da menzionare anche le gesta della cenerentola di questa edizione, la PanDakar di Giulio Verzeletti, 15 partecipazioni in carriera, e Antonio Cabini. L’equipaggio lombardo ha patito non pochi problemi, tra cui la rottura di un giunto omocinetico e del cambio. Ma non si è mai arreso, così come il loro piccolo mulo preparato da Jollycar, che ha montato sul pandino il MultiJet 2.0 Fiat da 180 cavalli. Hanno chiuso in terzultima posizione, completando la gara in oltre 106 ore e precedendo il Ford Raptor R-Team Ralliart guidato dal “rookie” cinquantenne Graziano Scandola e da Gianmarco Fossà. Graziano, detto il Grizzly, è lo zio di Umberto, protagonista del CIR, e vanta una lunga carriera di rallysta, con un 13° piazzamento al Rally di Sanremo 1993. A tutti loro le più sentite congratulazioni da parte della redazione di Autosprint.


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    I felici e i delusi della Dakar 2017



    Quest'anno la frattura del femore è toccata a Price, anziché a Sunderland. Gara stregata per la Honda. Edizione positiva a metà per gli italiani.

    L'edizione 2017 della Dakar ha decretato la fine di un ciclo, sia tecnico, sia umano. Da quest'anno infatti, oltre alle note novità riguardanti la navigazione, più complessa rispetto al passato, c'è stato il definitivo passaggio del testimone dalla vecchia alla nuova generazione. Fino a pochi anni fa erano Marc Coma e Cyril Despres a contendersi il gradino più alto del podio. Oggi invece, il primo si è ritirato, mentre il secondo ha abbandonato le moto per passare alle auto.
    I NUOVI PROTAGONISTI - Il nome nuovo della Dakar sembrava quello di Toby Price (il vincitore dell'edizione 2016), che però quest'anno è stato un protagonista sfortunato, in quanto si è dovuto ritirare a causa di una brutta frattura del femore. La stessa sorte era capitata lo scorso anno al pilota che probabilmente sarà il futuro antagonista di Price, ovvero Sam Sunderland, che dopo diversi ritiri è riuscito a scrivere il suo nome nella storia del rally più famoso del mondo.
    ENNESIMO COLPO A VUOTO DELLA HONDA - Price e Sunderland sono quelli che dovrebbero farci rivivere le sfide tra Coma e Despres, Honda permettendo. La HRC anche quest'anno ha toppato ma sicuramente non si arrenderà. Il progetto Dakar sembrava nato sotto una buona stella, invece il colosso giapponese ha investito molto raccogliendo pochissimo e anche nel 2017 ha dovuto guardare la KTM dal basso verso l'alto. Intendiamoci, la CRF 450 Rally è una moto eccezionale, però, per un motivo o per l'altro, non riesce a raggiungere l'obiettivo per cui è stata progettata: la vittoria. Quest'anno la Honda ha commesso un clamoroso errore strategico: Barreda, Goncalves e Metge hanno fatto rifornimento nell'area di neutralizzazione, un'irregolarità che è stata punita con un'ora di penalità. La classifica spiega che senza questo handicap ci sarebbe una CRF 450 Rally davanti a tutti ma la realtà è che la prima Honda al traguardo (quella di Barreda) è quinta e lontana dal podio. Anche quest'anno... sarà per il prossimo anno.
    ITALIANI LONTANI DALLA VETTA - Gli italiani tornano a casa soddisfatti a metà. Ci si aspettava molto da Alessandro Botturi ma il bresciano della Yamaha ha rimediato subito un trauma cranico e ha dovuto abbandonare la carovana. Leggendo la classifica si scopre che Agazzi (Honda) è giunto trentasettesimo, a 07 ore 03' e 37” da Sunderland; che Ruoso (KTM) è giunto trentottesimo, a 8 ore 19' e 51” da Sunderland; che Lucchese (Yamaha) è giunto cinquantunesimo, a 10 ore 39' e 39 “ da Sunderland. Loro sono i nostri eroi, perché sono arrivati in fondo a una corsa che ha avuto una percentuale di ritiri vicina al 20%.


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