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Discussione: Anche il Lazio per l’obbligo della vaccinazione. Lorenzin: lo facciano tutte le Regioni

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    Predefinito Anche il Lazio per l’obbligo della vaccinazione. Lorenzin: lo facciano tutte le Regioni

    Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dopo l’Emila Romagna, che ha deliberato il vaccino obbligatorio per frequentare gli asili, ha scritto in un tweet: "Presenterò al Consiglio regionale la legge sull'obbligo dei vaccini per i bimbi che vanno al nido. Un passo avanti di civiltà per il Lazio".
    Non così la Lombardia: "La scelta della Regione sul tema delle vaccinazioni è quella di informare e convincere, non obbligare. Il nostro impegno è quello di continuare l'azione di sensibilizzazione e responsabilizzazione delle famiglie. Per questo partirà a breve una campagna di informazione efficace e capillare: nelle scuole, nei consultori, su Internet, anche attraverso l'utilizzo di strumenti innovativi come un'applicazione realizzata ad hoc".
    Dal suo osservatorio invece la ministra della salute, Beatrice Lorenzin, a Sky Tg24, dice che "I tempi sono maturi perchè l'esempio dell'Emilia Romagna sia seguito anche da altre Regioni. Può essere un esempio da copiare".
    "Penso che la decisione dell'Emilia Romagna sia stata coraggiosa e giusta, a fronte di un calo vaccinale dei dati della Regione molto preoccupante, sia per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie sia quelle facoltative. Quando nel '99 - ha proseguito - si abolì l'obbligo di vaccinazione, era perché si era raggiunta una tale copertura vaccinale nel Paese che non si poteva neanche immaginare che sarebbero nati dei movimenti 'no vaccino', fondati su motivazioni totalmente non scientifiche e che avrebbero portato un pericolo per tutta la popolazione".
    Lorenzin ha quindi sottolineato i rischi dovuti al ritorno di malattie a causa dei cali delle coperture vaccinali: ''Quest'anno, ad esempio - ha detto - abbiamo avuto dei bambini morti per pertosse, che pensavamo una malattia debellata, ed abbiamo un'insorgenza preoccupante per il morbillo, con decessi dovuti alle complicanze; abbiamo inoltre un caso sospetto di difterite, una patologia debellata da oltre 30 anni. In altri Paesi ci sono casi di poliomielite, e dobbiamo ricordare - ha avvertito il ministro - che le malattie 'viaggiano'".
    Altro "tema da non sottovalutare - ha aggiunto - è anche quello della meningite".
    Dunque, ha proseguito, "l'Emilia Romagna ha fatto un'azione nell'interesse della salute pubblica, che è l'interesse superiore".
    Riferendosi quindi al problema denunciato da alcune famiglie di attese anche per poter effettuare le vaccinazioni ai bambini, Lorenzin ha sottolineato che in questi casi "le liste di attesa sono ingiustificabili, perchè le vaccinazioni rispondono ad un calendario vaccinale. Si tratta dunque di un problema organizzativo delle Regioni". Il ministro ha quindi ricordato che nei Livelli essenziali di assistenza, da poco approvati, è stato inserito il nuovo Piano nazionale vaccini, che prevede la gratuità anche per ulteriori vaccinazioni facoltative.


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  2. #2
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    Vaccini, sull’obbligo parte il confronto Governo-Regioni




    Stop and go in meno di un giorno sull’obbligo dei vaccini. Le Regioni a larga maggioranza hanno presentao mercoledì in un vertice con la ministra Beatrice Lorenzin una proposta per arrivare in maniera uniforme all’obbligatorietà delle vaccinazioni dei bimbi fino ai 6 anni nei nidi e nelle scuole materne. Una proposta che però nella serata di ieri soltanto la Lombardia ha detto di non condiviere. E che poi in un comuicato la ministra ha in qualche modo gelato: non c’è alcuna «intesa», ha voluto pecisare Lorenzin, ma soltanto «l’inizio di un confronto». Tanto più che la ministra si riserva di portare la questione al vaglio del ministro dell’Istruzione e di tutto il Governo. Insomma, sull’obbligo delle vaccinazioni siamo ancora al punto di partenza.
    La novità, anticipata dal «Sole 24 Ore Sanità», è contenuta nel documento regionale con la roadmap proposta per l’applicazione del piano nazionale di prevenzione vaccinale. E con un possibile programma per fronteggiare l’antibiotico-resistenza. Ma anche sull’applicazione dei nuovi Lea, che attendono ancora il visto della Corte dei conti prima di essere pubblicate in Gazzetta.
    La proposta delle Regioni sull’obbligo vaccinale nasce dal tentativo di superare l’attuale fai-da-te locale. Ma con altre precisazioni. A partire dalla messa a punto di modalità organizzative e da una tempistica comune e condivisa del calendario vaccinale fino al 2018. Con un programma e una tabella di marcia che le Regioni hanno scritto nero su bianco in un apposito documento consegnato al ministero e sul quale ci saranno nuovi incontri, anche in tempi rapidi. La campagna vaccinale, che come detto sarà concordata con le Regioni, vedrà un ruolo decisivo sul piano scientifico anche dell’Iss (Istituto superiore di sanità)
    A fare da sfondo un programma di comunicazione efficace con cui provare a spazzare via i dubbi di quelle mamme e quei papà che hanno deciso di non vaccinare i propri figli, esponendoli a concreto rischio salute. Loro e tutti noi. Perché le mancate vaccinazioni fanno abbassare il livello di immunizzazione dell’intera collettività anche rispetto a malattie come la polio, ormai debellate da decenni. E proprio per monitorare il livello di copertura vaccinale e garantire la stessa qualità su tutto il territorio nazionale, le Regioni chiedono a gran voce un’anagrafe vaccinale informatizzata. Un tassello indispensabile per realizzare gli obiettivi di copertura raccomandatati dagli scienziati.
    «Le nuove vaccinazioni contenute nel piano – ha spiegato Antonio Saitta, assessore della regione Piemonte e coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni – sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e, come è emerso nel colloquio con il ministro, si pone l’esigenza di una condivisione Stato-Regioni del percorso applicativo». Le Regioni chiedono un calendario vaccinale che stabilisca le priorità e la tempistica delle somministrazioni, in modo progressivo e graduale. Un obiettivo che va raggiunto nello stesso momento in cui si ripartiranno i 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio.



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  3. #3
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    Vaccinazioni e rischio biologico per donne gravide nel mondo della scuola, come chiedere il riconoscimento






    Le accese polemiche di quest’ultimo periodo sull’opportunità o meno di vaccinare i bambini e l’abbassamento della percentuali dei vaccinati pongono l’accento su una problematica che tocca in primis una delle categorie di lavoratori più a rischio: le donne gravide.
    È notizia di questi giorni come l’Italia sia ai primi posti in Europa come numero di casi di morbillo e questo non comporta solo problematiche di carattere ideologico (vaccinare o meno i propri figli) ma anche un aumento del rischio biologico potenziale nella società tutta ed in particolare in alcuni ambienti di lavoro e per alcune categorie di lavoratori.
    Il rischio biologico non è altro che quella particolare condizione in cui può trovarsi, ad esempio,una lavoratrice durante la gravidanza o nel periodo dell’allattamento. Tale condizione non è legata allo stato di salute della lavoratrice bensì all’attività lavorativa che la stessa svolge e dall’ambiente di lavoro.
    Il rischio biologico in un Istituto Scolastico è valutato nel Documento di valutazione dei rischi, elaborato dal D.S. e dal R.S.P.P., che prevede le casistiche dei rischi legati alla gravidanza e all’allattamento.
    Nella mondo della scuola le figure che possono essere coinvolte sono:
    − Insegnanti dell’Infanzia e della Primaria
    − Insegnanti di sostegno
    − Collaboratrici Scolastiche
    Il rischio biologico può coprire i seguenti periodi:
    − dall’inizio della gravidanza fino a due mesi prima del parto
    − dai tre mesi dopo il parto (termine dell’obbligatoria) fino al settimo mese del nascituro.
    Ai sensi degli artt. 7 e 17 del Dlgs 151/2001 (T.U. per la tutela della maternità e della paternità) una lavoratrice che si trovi a svolgere attività lavorativa pericolosa o insalubre nel periodo di gravidanza o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto deve essere ricollocata in altra mansione oppure, se ciò non fosse possibile, il periodo di astensione per gravidanza, retribuito al 100%, viene anticipato e/o esteso.
    La domanda per il riconoscimento del rischio biologico deve essere presentata direttamente alla DTL (Direzione territoriale del Lavoro).
    Questa contatterà il Dirigente scolastico e, sulla base del Documento di valutazione del rischio della scuola, verranno effettuate le opportune valutazioni. La lavoratrice verrà quindi informata dal DS e dalla DTL se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.



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  4. #4
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    DDL vaccini obbligatori per accedere a scuola, controlleranno dirigenti. giorno 6 manifestazione per libertà di scelta





    Il DDL sarà presentato dalla Senatrice Francesca Puglisi e sarà esaminato dalla Commissione sanità al senato.
    Si tratta di due soli articoli che prevedono l’obbligo dei vaccini per accedere alle scuole “di ogni ordine o grado, statali, paritarie private e degli enti locali, l’aver assolto gli obblighi vaccinali previsti dalla normativa vigente”.
    Saranno di dirigenti, all’atto dell’iscrizione “a richiedere la presentazione della relativa certificazione, comprovante l’adempimento degli obblighi vaccinali. Copia della certificazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni e delle rivaccinazioni è conservata nel fascicolo personale dell’alunno. La vaccinazione deve essere omessa o differita solo in caso di accertato pericolo per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate”.
    Forte il movimento anti-obbligo vaccini. Sabato prossimo 6 maggio si terrà una manifestazione a favore della libertà di scelta in ambito vaccinale, in contemporanea nelle città di Firenze, Milano e Treviso. Lo rende noto il Comitato per la libertà di scelta vaccinale. Per la manifestazione di Firenze, informa una nota, il ritrovo è previsto in Piazza S. Lorenzo alle ore 15:00. il corteo si sposterà poi verso piazza Duomo, passando per Via de’ Martelli, per poi tornare in Piazza San Lorenzo attraverso Via Borgo s. Lorenzo. Durante il percorso, sono previsti alcuni interventi dei rappresentanti dei genitori e al termine del corteo, intorno alle 16:30, sarà organizzato un flash mob. La decisione di scendere di nuovo in piazza, si sottolinea, segue i recenti avvenimenti che stanno preoccupando non poco i genitori di molte regioni italiane. Tra i casi sottolineati quello della decisione dell’Ordine dei Medici di Treviso di radiare il dottor Roberto Gava, definito un “atto di estrema gravità”.


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  5. #5
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    Lorenzin annuncia: pronto il testo del decreto legge su obbligo vaccini a scuola


    Una novita annunciata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Durante un’intervista rilasciata alla trasmissione televisiva “Night Tabloid”, Lorenzin ha annunciato che pronto “un testo di legge che prevede l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola dell’obbligo, con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero”
    Lorenzin ha dichiarato anche di averlo già inviato “al presidente del consiglio, Paolo Gentiloni“, e lo portera “domani in consiglio dei ministri”. “Ovviamente – ha aggiunto il ministro – non potrà essere approvato domani, perchè necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell’Istruzione, per valutare se i tempi sono veramente maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza”.
    “Ho immaginato questo decreto – ha chiarito il ministro – che pone l’obbligatorietà per l’accesso alla scuola dell’obbligo, con il ministero della Salute che ogni annoi dà la lista di quelle che sono le vaccinazioni obbligatorie, superando anche la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone, poi ce ne saranno un gruppo che saranno obbligatorie per l’accesso alla scuola dell’obbligo”.
    “Purtroppo c’è ancora una larga parte del popolazione che ritiene di non voler vaccinare i propri figli – ha aggiunto – ma finalmente si è compresa nella popolazione l’importanza della vaccinazione e che stare sotto la soglia vaccinale e’ un vero e proprio pericolo. L’epidemia in atto di morbillo, che oggi ci porta più di 2220 casi, la dice lunga sulle complicanze che ci possono essere, ma pensiamo – ha concluso – alle varie malattie che possono arrivare, anche più gravi”.


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  6. #6
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    Fedeli: “L’obbligo dei vaccini non deve andare contro il diritto all’istruzione”



    La precisazione del Miur: «La ministra è per la tutela dei bambini e quindi per l’obbligatorietà delle vaccinazioni ma i due diritti costituzionali della salute e dell’istruzione vanno garantiti entrambi»
    Chiamata in causa dalla ministra Lorenzin che aveva evocato «perplessità» e «timori» del ministero dell’Istruzione,Valeria Fedeli ha diffuso in serata un comunicato in cui ribadisce e nel contempo puntualizza la sua posizione sulla possibilità di introdurre l’obbligo delle vaccinazioni a scuola. «In data 7 febbraio 2017 si è svolto un incontro tra la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin. In tale incontro la Ministra Fedeli si è espressa per la tutela di bambine e bambini, e quindi per l’obbligatorietà delle vaccinazioni, sottolineando però che si deve trovare il modo per garantire al contempo anche il diritto costituzionale all’istruzione».
    Diritti contrapposti
    Un modo per precisare che non vi è alcuna obiezione di principio sull’obbligatorietà stessa nella misura in cui servirebbe a tutelare la salute degli alunni ma, in un Paese in cui – come ha riconosciuto la stessa Lorenzin – «purtroppo c’e ancora una larga parte del popolazione che ritiene di non voler vaccinare i propri figli», bisogna evitare che per assicurare un diritto se ne violi un altro. «Su questo – conclude la nota ministeriale – il Miur e il Ministero della Sanità stanno lavorando da oltre due mesi, perché è evidente che per la Ministra Fedeli, come per la Ministra Lorenzin, i due diritti costituzionali, quello alla salute e quello all’istruzione, devono essere entrambi garantiti».


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  7. #7
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    E’ legge l’obbligo dei vaccini. Le scuole dovranno controllare


    Dopo un lungo braccio di ferro fra le ministre Fedeli e Lorenzin il decreto legge sull’obbligo dei vaccini è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
    La ministra Lorenzin avrebbe voluto che l’obbligo fosse esteso fino ail’età di 10 anni, mentre Valera Fedeli chiedeva che ci si fermasse a 6 anni per evitare che la mancata vaccinazione possa avere conseguenze sull’assolvimento dell’obbligo scolastico.
    Alla fine è prevalsa la posizione della Ministra dell’Istruzione mentre il numero delle vaccinazioni obbligatorie è stato portato da 6 a 12.
    Questo l’elenco delle vaccinazioni che verranno richieste: polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella.
    “Per la scuola dell’obbligo – ha spiegato il premier Paolo Gentiloni nel corso della conferenza stampa svoltasi al termine della seduta del CdM – la mancanza di documentazione sui vaccini produrrà da parte dell’autorità scolastica sanzioni dalle dieci alle trenta volte maggiori di quelle esistenti”.
    “Nel percorso scolastico – ha aggiunto Lorenzin – si interverrà per verificare che la copertura sia avvenuta e laddove non lo sia stato per mettere in campo una serie di misure che siano piuttosto stringenti nei confronti della famiglia e mettano in sicurezza la comunità scolastica”
    In pratica – stando alle parole della Lorenzin – “la scuola avrà l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione, l’Asl avrà l’obbligo di chiamare la famiglia e dare dei giorni per vaccinare; se ciò non avviene c’è una sanzione molto elevata”.
    I controlli verranno effettuati annualmente.
    Per capire meglio la questione sarà necessario disporre del testo del provvedimento, ma dalle prime avvisaglie sembra di capire che – a conti fatti – l’obbligo di vaccinazione determinerà ulteriori impegni per le segreterie delle scuole che, ogni anno, dovranno controllare le certificazioni consegnate dalle famiglie.
    Nei prossimi giorni il decreto verrà trasmesso al Parlamento che dovrà convertirlo in legge entro 60 giorni.



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    Vaccini, come funzionerà obbligo. Potrebbero arrivare i medici a scuola




    “Stiamo verificando con i nostri uffici se possiamo mandare i nostri medici nelle scuole a vaccinare i bambini per andare incontro alle esigenze dei genitori, ovviamente con la loro autorizzazione. Un tempo era così”.
    Così il Ministro Lorenzin in una intervista al Corriere.it dopo l’approvazione del decreto legge che ha reso obbligatori 12 vaccini per l’iscrizione a scuola, introduce sanzioni per i genitori che non si adeguano, fino alla segnalazione alle autorità competenti per la perdita della potesta genitoriale. Come funzionerà.
    Da 0 a 6 anni. In questa fascia di età l’iscrizione a scuola in caso di mancata vaccinazione potrà essere negata.
    Da 6 a 16 anni. L’iscrizione dell’alunno sarà garantita in ogni caso ma la mancata vaccinazione farà scattare la segnalazione all’azienda sanitaria di competenza. Previste sanzioni da 500 a 7.500 euro, e perfinio la segnalazione al Tribunale dei Minori per la sospensione della potestà genitoriale. Cosa accade a chi non paga la multa? Lorenzin “Riceverà una cartella esattoriale esattamente come quando non viene pagata una multa autostradale. Se continua a non estinguere il debito rischia ad esempio il pignoramento dei beni. I bambini però restano in classe. Credo saranno situazioni minoritarie”
    Le norme entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico.
    Cosa ha ottenuto il Ministro Fedeli. Il diritto all’istruzione anche per i bambini non vaccinati, nella fascia di età tra i 6 e i 16 anni.
    “L’obbligo va da 0 a 16 anni ma si esplica in modo diverso – puntualizza la Lorenzin – Da 0 a 6 anni, in caso di mancato rispetto dell’obbligo, il bambino non entra a scuola, né al nido né alla materna. Dai 6 ai 16 anni invece l’avvenuta vaccinazione dovrà essere certificata al momento dell’iscrizione. Si potrà anche attestare di essere in lista di attesa per alcune vaccinazioni” afferma la Lorenzin a Il Giornale.it
    In caso di mancata vaccinazione, prosegue il ministro, «il dirigente scolastico dovrà effettuare immediatamente la segnalazione alla Asl che a sua volta convocherà i genitori ai quali verrà un concesso un periodo di tempo per vaccinare il figlio». Al preside che dovesse trascurare questo dovere, non segnalando i casi di bimbi non vaccinati, verrà imputato il reato di omissione di atti di ufficio.
    «Sulla fascia dell’obbligo chiederemo all’atto dell’iscrizione la certificazione e qualora ci fossero dei genitori che non hanno vaccinato i propri bambini li segnaleremo alla Asl – conferma il ministro Fedeli – Responsabilizziamo i genitori non solo con la sanzione amministrativa, ma anche con il fatto che se non sei vaccinato non vieni preso al nido e alla materna. Sono contenta perché è stato raggiunto un punto di equilibrio».
    Se la famiglia insiste nel rifiutare la vaccinazione. L’Asl dovrà segnalare il genitore al Tribunale dei minorenni per l’avvio dell’iter di sospensione della potestà genitoriale. Potrà evitare il vaccino solo il bambino per il quale si potrà dimostrare il concreto rischio per la salute, rischio che dovrà essere documentato dal medico o dal pediatra.
    Qualora il bambino abbia già contratto la malattia prima del vaccino, tale situazone dovrà essere attestata dal medico curante, che potrà disporre le analisi del sangue per accertare che abbia sviluppato gli anticorpi.
    Commenta così Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale “le sanzioni non bastano: meglio l’obbligo anche fino a 18 anni”.
    Obbligo anche per operatori sanitari. Il Ministro Lorenzin si dice favorevole “Mi auguro sia materia di emendamento in sede parlamentare” E c’è anche chi pensa di renderlo obbligatorio anche per gli insegnanti.


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    I 12 vaccini obbligatori per la scuola in sole 4 punture



    Le 12 vaccinazioni rese obbligatorie per l’iscrizione ai nidi e alle scuole materne proteggono da altrettante malattie infettive, ma per i bambini si traducono in sole 4 punture e vanno effettuate secondo una precisa tempistica.
    L’esperto
    A fare il punto sul calendario delle immunizzazioni previste dal decreto approvato dal Consiglio dei ministri, è il responsabile del Tavolo tecnico sulle vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), Rocco Russo. «È stata fatta una selezione – afferma – di 12 malattie infettive prevenibili con il vaccino per garantire che i bambini siano protetti al meglio e si possano evitare epidemia». In realtà, però, le iniezioni da fare sono quattro, poichè molti vaccini sono combinati. Le prime 6 vaccinazioni rese obbligatorie sono anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti Haemophilus influenzae tipo B. Queste, spiega l’esperto, «sono tutte raggruppate in un unico vaccino esavalente che viene fatto dal 60/mo giorno di vita in 3 dosi: a 3, 5 e 11-12 mesi di vita».
    I vaccini
    Diventa obbligatoria anche la vaccinazione anti-meningococcica B, che «viene fatta a distanza di 15 giorni dall’esavalente in 4 dosi: a 3, 4, 6 e 12-15 mesi». Obbligatori, poi, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella: «Queste vaccinazioni sono somministrate con un unico vaccino quadrivalente in un’unica dose al 13/mo mese di vita, con un richiamo previsto a 5 anni di età». Infine, l’anti meningococcica C, che «viene somministrata al 14/mo mese, con un richiamo tra gli 11 e i 18 anni».
    Grazie a tali vaccinazioni selezionate come obbligatorie, sottolinea Russo, «si garantisce la migliore qualità di vita ai bambini, considerando che i danni delle malattie e le loro complicanze sono ben superiori alle eventuali, leggere e transitorie reazioni da vaccino». Un decreto reso appunto necessario a causa delle basse coperture vaccinali che oggi si registrano: «La copertura per l’esavalente nei bambini nati nel 2013, infatti – rileva – è del 93,4%, contro una soglia minima necessaria fissata sopra il 95%; quella per il meningococco C è al 76%, mentre per il ceppo B non ci sono ancora dati poichè la vaccinazione è stata introdotta da un paio d’anni». Ma «il maggior problema – conclude – si ha per parotite, morbillo, varicella e rosolia che, complessivamente, registrano una copertura di appena l’85%».


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    Vaccini, allarme rientrato: a settembre basterà la prenotazione alla Asl



    A settembre le scuole potranno accettare l’iscrizione anche dei bambini che non hanno fatto le 12 vaccinazioni obbligatorie, purché i genitori presentino la loro prenotazione alla Asl.
    È questo l’intendimento su cui stanno lavorando i ministeri, dell’Istruzione e della Salute, in vista dell’approvazione del decreto, a breve in Gazzetta Ufficiale, che ufficializzerà l’obbligo di vaccinazioni in vista del prossimo anno scolastico.
    In attesa del decreto interministeriale, però, le Regioni non stanno a guardare. Anzi, sembrano anticiparne gli esiti. Come il Piemonte, dove l'iscrizione a scuola sarà accettata anche se gli alunni non avranno nel frattempo effettuato tutte le vaccinazioni obbligatorie, a patto però che siano state prenotate. E tale prenotazione potrà essere fatta compilando un modulo direttamente all'atto dell'iscrizione a scuole e asili.
    A chiarirlo è stato, il 30 maggio, l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, coordinatore degli assessori alla Sanità italiani in Conferenza delle Regioni, parlando in Consiglio regionale.
    In questo modo, ha spiegato l’assessore, sarà possibile evitare allarmismi tra la popolazione e garantire un ordinato svolgimento delle vaccinazioni, che comporteranno un impegno straordinario per le aziende sanitarie.
    L'assessore si è detto comunque fiducioso nel fatto che il decreto, che sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, contenga tutti gli elementi in grado di dare risposta alle eventuali problematiche delle Regioni.
    Ci sono buoni motivi per aspettarsi che la posizione di l'assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, che è coordinatore degli assessori alla Sanità in Conferenza della Regioni, venga accolta.
    "Abbiamo chiesto al Governo - ha spiegato Saitta - di rendere il decreto praticabile, ipotizzando che chi deve essere vaccinato faccia richiesta alla Asl di competenza, avviando così il percorso. In questo modo si darebbe alle Asl il tempo di organizzarsi. Abbiamo fatto anche una richiesta sul fronte dei finanziamenti, domandando al Governo di anticipare i fondi che erano previsti per le vaccinazioni negli anni successivi, in modo di poter affrontare al meglio la situazione, che comporterà un grande sforzo organizzativo".
    "Fra le richieste - ha aggiunto l'assessore - c'è anche quella di mettere in campo una campagna nazionale di informazione con un messaggio univoco di sensibilizzazione dei cittadini. Servirà anche fare formazione agli insegnanti, in modo che possano rispondere alle domande dei genitori".




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