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Discussione: Arriva la carta dei consumi culturali per i Prof

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  1. #1
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    Predefinito Arriva la carta dei consumi culturali per i Prof

    Il Governo pensa ad una "Prof Card" che tutti i docenti potrebbero utilizzare per acquisti culturali. Inizialmente dovrebbe contenere un credito di 400 euro.
    È la novità assoluta dell’ormai prossimo e attesissimo disegno di legge sulla scuola. La notizia è stata diffusa da pochi minuti dalla agenzia AdnKronos; se sarà confermata si tratta di una buona notizia per tutti gli insegnanti. In pratica il Governo ha in mente di proporre la Carta del Prof, ossia una carta prepagata con un deposito di 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali, tipo libri, teatro, concerti, mostre e acquisto di componenti digitali. Facendo un calcolo approssimativo si tratta di un investimento strutturale di circa 350 milioni di euro. Tenendo conto che gli scatti di anzianità non verranno ridotti e che per gli scatti di competenza si dovranno investire risorse aggiuntive, sembra che il Governo abbia deciso di catturare il consenso dell’intero corpo insegnante.
    In Italia esistono precedenti illustri di carte digitali create ad hoc per fare consenso e poi tali carte sono rimaste sempre scariche e prive di valore. Chi è che ricorda la social card? Era stata inventa nel 2009 dal Governo Berlusconi e fu proprio una grande beffa. Ricordiamo tutti l’ex ministro Giulio Tremonti quando presentò la social card con dentro 40 euro mensili per gli anziani bisognosi. Poi, dopo le prime brutte figure dei vecchietti che alla cassa dei supermercati si vedevano restituire la social card dalle cassiere perché erano scariche di denaro, si comprese che si trattava di una grande presa in giro. Adesso arriva la prof card in cui dovrebbero esserci caricate 400 euro per il primo anno e poi si vedrà. Attenzione professori quando andrete a fare acquisti con questa carta portatevi anche la vostra personale carta di credito non si sa mai. La riforma della buona scuola sembra molto addolcita, rispetto alle attese di settembre, come mai? Cosa sta accadendo all’interno del Governo? Forse qualcuno nel Governo ha il timore di una bocciatura delle riforme al referendum confermativo?

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  2. #2
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    che bufala!!!!
    ciao beva

  3. #3
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    Sono arrivati i 500 euro. Ma i prof non sanno ancora come spenderli


    Oltre 700mila insegnanti italiani, questa mattina, li hanno ricevuti sul proprio conto corrente. Ma non sono ancora chiare le regole per rendicontare le spese
    Oltre 700mila insegnanti italiani, questa mattina, hanno ricevuto sul proprio conto corrente i 500 euro per la formazione e l’aggiornamento previsti dalla Buona scuola di Renzi. Il governo ha quindi mantenuto la promessa che ai più sembrava “quasi” impossibile. Ma senza regole sulla rendicontazione questi fondi non si potranno spendere. Perché il provvedimento pubblicato qualche giorno fa parla chiaro. “I docenti destinatari della carta trasmettono agli uffici amministrativi dell’istituzione scolastica di appartenenza, secondo le modalità e nel rispetto dei termini indicati, la rendicontazione comprovante l’effettivo utilizzo della somma, per le finalità e con le modalità” previste dalla disposizione, recita il decreto.
    Ma “nel caso in cui la predetta documentazione risulti non conforme alle finalità” per cui il budget è destinato, oppure risulti “incompleta o presentata oltre il termine previsto (il 31 agosto di ogni anno, ndr) ovvero non presentata, la somma non rendicontata è recuperata a valere sulle risorse disponibili sulla Carta e, ove non sufficienti, con l’erogazione riferita all’anno scolastico successivo”. In altre parole, tutte le spese sostenute con la carta per l’aggiornamento professionale di maestri e prof dovranno essere rendicontati minuziosamente. A fine anno, saranno i revisori dei conti a vidimare le spese effettuate. Altrimenti, il ministero si rivarrà sui 500 euro dell’anno prossimo.
    Parecchi docenti si ripromettono di acquistare computer o tablet. Con la somma si potranno comprare libri e testi, anche in formato digitale. Ma anche pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento, hardware e software e ci si potrà iscrivere a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, ma svolti da enti accreditati presso il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. I docenti potranno anche acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche o per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo. Ma come rendicontare queste spese?
    Mentre per l’acquisto di hardware e software si può sempre fare una fattura a proprio nome, così come per l’iscrizione ad eventuali corsi di aggiornamento e per l’acquisto di libri e riviste specializzate, dimostrare che gli spettacoli cinematografici e teatrali siano stati fruiti dall’insegnante di turno diventa problematico. Ma non è neppure detto che la semplice fattura con nome e cognome basti a dimostrare la legittimità l’acquisto. E per evitare di dovere sborsare di tasca propria gli acquisti non rendicontati in maniera conforme alle regole che il ministero renderà note fra qualche tempo, al momento molti docenti non spenderanno il tesoretto ricevuto.


    Edscuola
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  4. #4
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    Bonus 500 euro. Rifiutarli si può rispendendoli al mittente. Lettera

    lettera inviata da Claudia Farini - A fronte di tutte le comunicazioni provenienti da canali d’informazione generici o specializzati in problematiche relative al mondo della scuola, ho deciso di andare alla fonte.
    Ieri, 22 ottobre 2015, sentendomi “violata” nella mia dignità e nella privacy del mio conto corrente bancario, mi sono recata nella mia filiale di banca e ho chiesto semplicemente al Direttore se era ammissibile che qualcuno versasse soldi ul mio conto corrente a mia insaputa e senza mia autorizzazione.
    Al deciso “NO” del Direttore, la mia reazione è stata immediata e molto semplice da attuare: mandare indietro al mittente quel bonus di 500 euro per il quale nessuno mi ha dato comunicazione né sui tempi di accredito, né sulle modalità in cui potrei spenderlo.
    Sulle ulteriori e numerose motivazioni per cui ho compiuto questo gesto, potrei scrivere fiumi d’inchiostro e forse alle mie, si aggiungerebbero motivazioni di altri colleghi. Ne espliciterò solo una: sono stata precaria per 15 anni e proprio attraverso il mio percorso lungo e difficile ho scelto ogni anno di formarmi.
    Ho fatto il conto delle mie spese di aggiornamento : 7.683 euro tra tablet, computer, ma anche Master di II livello in didattica dell’italiano L2, seconda laurea magistrale in Italianistica, certificazioni linguistiche, tanto da non aver più punti da vantare in quanto ho raggiunto il massimo consentito.
    Quei 500 euro, i precari non li hanno avuti, e io, fino a due mesi fa, ero ancora come loro, tra di loro. E non voglio dimenticarmelo.
    In questa sede, tuttavia, al di là e al di sopra delle motivazioni che spingono ognuno di noi ad abbracciare una propria lotta personale, quello che mi premeva comunicare è che rifiutare i 500 euro si può, in modo talmente semplice da risultare banale.
    Chissà, magari ha più forza un gesto nuovo come questo che farsi trattenere 5 giorni di sciopero dalla busta paga.
    *Docente di francese
    Scuola Superiore
    Bologna

    Orizzontescuola
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  5. #5
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    Bonus 500 euro: si può spendere per LIM o materiali per la biblioteca scolastica. Un regalo alla scuola?


    Ci soffermiamo sulla FAQ n. 13 circa la spendibilità del bonus di 500 euro che i docenti di ruolo possono utilizzare per la propria formazione professionale e l'aggiornamento.
    13. Posso contribuire con una parte o con l'intero bonus della mia Carta del Docente all'acquisto di strumentazioni elettroniche digitali che migliorino la sperimentazione didattica multimediale della mia scuola, come per esempio una LIM, o la sperimentazione didattica in generale, come ad esempio libri, riviste o materiale didattico per la biblioteca scolastica?
    Sì. Anche l'impiego diretto del bonus o di parte di esso per la sperimentazione didattica rientra nell'organizzazione delle ".attività individuate nell'ambito del piano triennale dell'offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione"
    Dunque, il bonus è spendibile per acquistare materiale didattico utilizzabile a scuola, sia di tipo digitale che cartaceo.
    Il problema è: di chi è la proprietà di questo materiale? Nel momento il cui docente dovesse chiedere e ottenere trasferimento per altra scuola (ma dovremo abituarci a dire per "altro ambito territoriale"), questo materiale di chi sarà? Della scuola, in quanto acquistato nell'ambito delle attività del piano triennale dell'offerta formativa di quella scuola, o del docente? E se non suscita particolare clamore che il docente possa trasferire il proprio bagaglio di formazione costituito da libri o anche da strumentazioni elettroniche, lo spostamento di una LIM è sicuramente operazione ben più complessa.
    Le FAQ introducono poi il paradosso secondo il quale sembra non essere contemplato l'acquisto di un DVD, utilizzabile a scopo didattico, a meno che non lo faccia rientrare appunto nel materiale didattico da destinare alla biblioteca scolastica.
    Si ha l'impressione che i numerosi paletti posti alla spendibilità del bonus siano destinati ad essere quantomeno rivisti alla luce delle nuove segnalazioni fatte pervenire dagli insegnanti.


    Orizzontescuola
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  6. #6
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    Bonus aggiornamento, attenzione a spendere tutti i 500 euro: solo 90 giorni di tempo


    Mancano pochissimi giorni al termine delle attività didattiche, ma tanti docenti non hanno ancora speso i 500 euro dell’aggiornamento introdotti dalla Legge 107/15.
    Si tratta, in particolare, di quegli insegnanti di ruolo che non hanno interesse o motivo di acquistare computer o tablet, come hanno invece fatto un alto numero di colleghi. Per gli insegnanti contrari all’acquisto di dispositivi elettronici, oppure che già ne sono in possesso, non è stato agevole riuscire ad esaurire la somma di rimborso prevista: i corsi di aggiornamento, in particolare quelli on line, non sono infatti molto costosi. E in tanti si ritrovano ancora con il bonus, accreditato dal Miur da diversi mesi, utilizzato solo in parte.
    Intendiamoci, non è un grosso problema. Perché hanno ancora tre mesi di tempo per farlo (sino al prossimo 31 agosto ed entro tale data debbono anche presentare la relativa documentazione nella propria segreteria scolastica). Dopo quella data, l’ultimo giorno di agosto, però, non ci sarà più tempo per “validare” i fondi annuali assegnati per la loro formazione continua e per valorizzarne le competenze professionali.
    La data off limits (è bene che il docente che consegna i documenti ne prenda nota, assieme al numero di protocollo assegnato ai documenti dalla segreteria scolastica) è prevista dal Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 23 settembre scorso – che ha introdotto le “Modalità di assegnazione e di utilizzo della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado” ( pubblicato in GU Serie Generale n.243 del 19-10-2015) -, nel quale (all’articolo 7, comma 2), viene specificato che “nel caso in cui la predetta documentazione risulti non conforme alle finalita’ di cui all’art. 4, incompleta o presentata oltre il termine previsto ovvero non presentata, la somma non rendicontata e’ recuperata a valere sulle risorse disponibili sulla Carta e, ove non sufficienti, con l’erogazione riferita all’anno scolastico successivo”.
    Questo significa, dunque, che se quest’anno un docente spenderà solo 200 euro, per aggiornarsi o acquistare dispositivi utili alla sua attività formativa, l’anno prossimo il Miur non gli assegnerà l’intera somma di 500 euro, come accaduto in questo primo anno, ma gli “caricherà” la card professionale (altra novità in arrivo) con soli 300 euro.
    Qualora, invece, l’insegnante dovesse spendere una cifra superiore ai 500 euro con un solo acquisito (ad esempio comprando un computer portatile da 700 euro), la fattura di pagamento sarà valida e si vedrà esaurito il suo bonus annuale in un “colpo” solo.
    Si ricorda che i docenti possono anche accedere, grazie al fondo ministeriale, alla visione di rappresentazioni cinematografiche, all’ingresso ai musei, alle mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo (non necessariamente attinenti alla disciplina insegnata). Come anche iscriversi e frequantare corsi post-laurea.
    Un’ultima annotazione: i docenti facciano estrema attenzione alle certificazioni e ai documenti che consegneranno alle segreterie scolastiche di appartenenze. Da settembre, infatti, verranno messi a disposizione dei revisori dei conti assegnati alle “istituzioni scolastiche per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile” (comma 3, articolo 7 del Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 23/9/2013).
    È indispensabile, infatti, che le fatture siano tutte nominative. Come è imprescindibile che sulle ricevute dei corsi di aggiornamento sia indicato che la struttura formativa sia compresa nell’elenco definitivo del MIUR comprendente gli Enti accreditati per l’aggiornamento e la formazione del personale della scuola.
    A tal proposito, riportiamo una delle delucidazioni ministeriali che più hanno fatto discutere tra il corpo docente (per via dell’esclusione di strumenti che i docenti utilizzano abitualmente per le loro attività didattiche e di aggiornamento professionale, come le pen drive, le stampanti e i videoproiettori):
    FAQ:
    La Carta del Docente consente “l’acquisto di hardware”: vi rientrano anche smartphone, tablet, stampanti, toner, cartucce e pennette USB?
    RISPOSTA DEL MIUR:
    La Carta del Docente permette “di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali” (art. 1, comma 121, legge 107/2015). Di conseguenza, personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, e-book reader, tablet rientrano nella categoria degli strumenti informatici che sostengono la formazione continua dei docenti. Altri dispositivi elettronici che hanno come principale finalità le comunicazioni elettroniche, come ad esempio gli smartphone, non sono da considerarsi prevalentemente funzionali ai fini promossi dalla Carta del Docente, come non vi rientrano le componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner cartucce, stampanti, pennette USB, videocamere, fotocamere e videoproiettori.
    121. Al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, è istituita, nel rispetto del limite di spesa di cui al comma 123, la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
    La Carta, dell’importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto dihardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a masteruniversitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione di cui al comma 124.
    La somma di cui alla Carta non costituisce retribuzione accessoria né reddito imponibile.


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  7. #7
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    Scuola, Giannini: “500 euro in busta paga per gli insegnanti forse già a ottobre”


    Il governo non mette a punto il decreto attuativo e slitta la “carta del prof” prevista dalla riforma: una card elettronica dal valore di 500 euro annui a testa da spendere per attività connesse alla professione come l’acquisto di libri, testi o riviste, corsi postlauream, biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo. Così il ministro è intervenuta nel corso della trasmissione radiofonica Zapping per chiarire la situazione. Non è ancora chiaro come i docenti saranno chiamati a rendicontare la spesa
    I 500 euro promessi da Matteo Renzi alle centinaia di migliaia di docenti di ruolo italiani arriveranno subito. Netti, forse già a ottobre. E direttamente in busta paga, in attesa della vera e propria “carta del prof” prevista dalla riforma e che dovrebbe scattare solo nel 2016. Ad assicurarlo è Stefania Giannini, che ha scelto di intervenire per placare le polemiche su quella che sembrava essere una delle tante incompiute de La Buona scuola. E che invece – a quanto affermato dalla titolare di viale Trastevere – partirà già quest’anno.
    Lunedì è cominciato il nuovo anno scolastico per otto milioni di ragazzi e 800mila insegnanti negli istituti di tutto il Paese. Con tante incognite, perché non sarà un anno come gli altri: la scuola inizia nel pieno dell’attuazione della riforma. Fra queste rischiava di esserci anche la “carta del prof”, una delle novità più attese dai docenti. Si tratta di una carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, dal valore di 500 euro annui a testa. Soldi da spendere liberamente per attività connesse alla professione, ma extra-scolastiche: l’acquisto di libri, testi o riviste (o magari hardware e software utili all’insegnamento), corsi postlauream e master, o anche semplicemente biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo.
    Un contributo importante per i docenti italiani, dal valore di oltre 380 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2015 per le casse pubbliche. Uno dei punti su cui Renzi aveva più insistito nel corso della sua famosa “lezione alla lavagna” per difendere il testo della legge 107, quando a maggio la riforma rischiava di affondare in Parlamento. Per metterlo in pratica, però, serve un decreto attuativo. Secondo quanto previsto dal ddl approvato, i criteri e le modalità necessarie per l’assegnazione e l’utilizzo della carta avrebbero dovuto essere emanati entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il termine è scaduto il 14 settembre senza che il governo rispettasse gli adempimenti. Per questo negli scorsi giorni la Uil Scuola aveva denunciato la mancanza dell’esecutivo, e il rischio che il bonus sfumasse: “Anche per quest’anno i docenti saranno costretti ad aggiornarsi a spese proprie, come sempre”, affermava il sindacato.
    Il ministro Giannini è intervenuta nel corso della trasmissione radiofonica Zapping per chiarire la situazione. “Il contributo oramai è legge e per quest’anno sarà dato in busta paga, forse già ad ottobre”, ha assicurato. Poi, dal 2016, scatterà la vera e propria carta elettronica, dal valore nominale di 500 euro netti. Di fatto, dunque, una pezza per riparare ad un effettivo ritardo sulle scadenze dei decreti d’attuazione. Dovuto probabilmente alla mole di lavoro che ha impegnato gli uffici del Miur nell’ultimo mese per portare a termine le immissioni in ruolo del piano straordinario di assunzioni e l’assegnazione delle supplenze in tempo per il suono della prima campanella.
    Resta da chiarire quali conseguenze potrà avere l’attribuzione del bonus direttamente in busta paga. Se e come, ad esempio, i docenti saranno chiamati a rendicontare la spesa di questi soldi. Ma i 500 euro, in una maniera o nell’altra, arriveranno subito. Parola di Stefania Giannini.

    Edscuola
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    ...vi dirò!
    ciao beva

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    Bonus 500 euro: attenzione a ricevute e scontrini, si rischia di doverlo restituire


    Il decreto sulla erogazione dei 500 euro per l'autoformazione è chiaro: la somma messa a disposizione di ciascun insegnante dovrà essere rendicontata.
    In cosa debba consistere la rendicazione prevista dal decreto sul "bonus" di 500 euro non è affatto chiara e sarebbe bene che il Ministero spieghi al più presto come i docenti dovranno comportarsi.
    In assenza di disposizioni chiare c'è il rischio che, alla fine dell'anno, molti insegnanti debbano restituire il "bonus" in toto o in parte.
    I problemi non sono banali, anche se è del tutto evidente che alcune spese saranno - per loro natura - ammissibili senza troppo difficoltà. Sarà questo il caso, ad esempio, delle spese sostenute per corsi di specializzazione o master universitari, spese che normalmente si possono documentare esibendo la ricevuta di pagamento (copia del bonifico bancario o ricevuta del bollettino di conto corrente postale).
    Per acquisti di un certo rilievo (per esempio un tablet) l'insegnante potrà certamente richiedere al fornitore una fattura o una ricevuta.
    Più complicato appare invece il caso delle spese per i libri: sarà sufficiente lo scontrino fiscale anche se su di esso non è annotato il nominativo di chi ha effettuato l'acquisto? Il documento fiscale dovrà contenere anche l'elenco dettagliato dei libri o basterà una generica indicazione del tipo "Libri euro 35". In questo caso come si potrà essere certi che si tratti davvero di libri finalizzati alla formazione professionale?
    Più complicata ancora questione degli ingressi a musei e teatri: talora il biglietto di ingresso non è neppure uno scontrino fiscale e sarà pressochè impossibile per l'insegnante ottenere un documento "personalizzato" con nome e cognome.
    C'è da augurarsi che il Miur fornisca in fretta indicazioni chiare e precise. Il rischio è che - a fine anno - alcune spese vengano considerate "non ammissibili".



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    Scuola, 500 euro per la formazione ai prof: spese dovranno essere rendicontate

    Il ministro Stefania Giannini e il presidente Matteo Renzi hanno firmato il decreto . I soldi arriveranno in un’unica tranche entro fine ottobre con un versamento ad hoc. Il bonus potrà essere utilizzato per una serie di voci precise, piuttosto ampie ma comunque ben delimitate. Entro il 31 agosto 2016 dovranno essere presentati gli scontrini delle spese
    I 500 euro in più agli insegnanti italiani arriveranno subito, come aveva annunciato il governo. Già nell’anno scolastico 2015/2016, nonostante la “carta del prof” non sia ancora pronta e il decreto attuativo sia arrivato con una settimana di ritardo rispetto ai termini previsti dalla Legge 107 (ovvero la Buona scuola). Il ministro Stefania Giannini e il presidente Matteo Renzi lo hanno firmato ieri, dopo che la settimana scorsa la titolare di viale Trastevere aveva anticipato l’escamotage studiato dal governo per erogare il bonus nell’anno in corso, senza sprecare le risorse stanziate dalla riforma.
    I soldi arriveranno subito. Senza la card, per cui bisognerà aspettare il 2016, ma neppure in busta paga, come era stato ventilato negli scorsi giorni. Ci sarà un versamento ad hoc, in prossimità dello stipendio ma separato da esso. E riguarderà tutti i docenti di ruolo della scuola italiana, di ogni ordine e grado. Compresi quelli dell’infanzia (per cui era circolata voce, priva di fondamento, di esclusione). Compresi gli ultimi assunti della Fase C, ancora da attuare, per cui la nomina giuridica decorre dal primo settembre e quindi vengono considerati alla stregua degli altri. Tutti i docenti riceveranno i 500 euro netti, in un’unica tranche, entro fine ottobre. Per i nuovi insegnanti di potenziamento (per cui la proposta di assunzione è prevista soltanto a novembre), per forza di cosa si slitterà più avanti. Comunque per la fine del 2015, perché i 381 milioni di euro (valore totale del provvedimento) devono essere spesi entro l’anno.
    La novità è che la spesa di questi soldi dovrà essere rendicontata da parte dei docenti. Si tratta infatti di un “bonus per la formazione professionale”, utilizzabile su una serie di voci precise, piuttosto ampie ma comunque ben delimitate dal decreto: acquisto di libri, testi o riviste (o magari hardware e software utili all’insegnamento), corsi postlauream e master, semplicemente biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo. Entro il 31 agosto 2016 i docenti dovranno portare agli uffici amministrativi della propria scuola gli scontrini delle spese effettuate. E i soldi eventualmente avanzati potranno essere aggregati ai 500 euro del prossimo anno.

    Nel 2016 arriverà infatti la vera e propria “carta del prof”: sarà digitale (il Miur bandirà la gara nei prossimi mesi) e funzionerà come un bancomat, utilizzabile su uno dei principali circuiti di pagamento. Fra un anno, insomma, sarà tutto più semplice. Per il momento le scuole saranno chiamate ad un servizio in più, ma almeno i docenti avranno subito il bonus su cui Renzi aveva insistito molto negli scorsi mesi, in particolare nel corso della sua famosa “lezione alla lavagna” per difendere la riforma.

    Infatti lo stesso presidente del Consiglio ha tenuto ad annunciare la firma del decreto sul suo profilo Twitter. Post che è stato accolto da tanti commenti polemici dal mondo della scuola. “Mia madre ci tiene a farti sapere che schifa te e le 500€”, scrive Sarù. “Il solito contentino una tantum, mentre gli stipendi degli statali sono bloccati da anni”, fa eco Emilio Federico. Mentre per Giovanni il bonus assomiglia a quei “contributi a pioggia della Dc, che non hanno mai risolto nulla ma portato sempre voti”.
    Chissà se i 500 euro basteranno a riguadagnare il consenso perso negli scorsi mesi su una delle riforme della scuola più contestate di sempre. Difficile, a giudicare dalle prime reazioni: “Il decreto è un fatto positivo”, riconosce la Uil Scuola, ma “per una formazione seria non bastano pochi spiccioli”, aggiunge l’associazione di categoria Ugl. “Renzi non pensi di comprare i prof con 500 euro”, concludono i parlamentari del Movimento 5 stelle della Commissione Cultura.


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