Lo slittamento, contenuto nel decreto “Milleproroghe” approvato dal Consiglio dei Ministri la vigilia di Natale, è il frutto della pressione delle associazioni dei consumatori e degli addetti ai lavori che ritenevano il contenuto della Legge n.44 del 2013 ormai “anacronistico” viste le recenti evoluzioni tecnologiche.

Nella legge non si faceva, infatti, alcun riferimento al tipo di codec da integrare nei nuovi TV DVB-T2, probabilmente perché si riteneva scontato l’utilizzo dell’MPEG-4 H.264.

Le future trasmissioni terrestri in HD e Ultra HD utilizzeranno, invece, l’H.265 HEVC, il nuovo standard che assicura una migliore efficienza e quindi più spazio per i canali all’interno di un singolo mux. Se la Legge n. 44 fosse entrata in vigore, dal 1° gennaio le nuove gamme di TV e decoder avrebbero potuto avere anche il solo codec H.264, rendendole così “incomplete” nel giro di pochi anni. Con il decreto “Milleproroghe”, l’entrata in vigore della legge slitta al 1° luglio del 2016 mentre dal 1° gennaio 2017 non potranno essere più venduti apparecchi DVB-T.

Anche in questo caso, però, non si fa alcun cenno al tipo di codec, forse in attesa di una nuova legge ad-hoc che faccia finalmente chiarezza.

«Il rinvio deciso dal governo – ha confermato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli (foto) – è motivato solo dall’evoluzione tecnologica in corso che oggi impedisce di capire se prevarrà lo standard H.264 o quello HEVC. Si tratta di una norma a tutela dei consumatori: meglio prendere tempo per evitare di vendere apparecchi Tv che potrebbero essere già superati nel momento in cui arrivano sul mercato».

Ma non ci si poteva pensare prima?