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Discussione: Apriamo le scuole d’estate!

  1. #21
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    Scuola d’estate, chi lavorerà con gli alunni? I 75 mila docenti-Ata Covid saranno licenziati sul più bello


    Si stanno delineando le modalità di attuazione del Piano Estate: dopo che le scuole, nei prossimi giorni, avranno presentato la propria candidatura per avere accesso ai finanziamenti in modo semplificato, è ormai assodato che il progetto si svilupperà su tre fasi, a partire dal quella di “rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali e si realizzerà nel mese di giugno”. Ma chi condurrà queste attività? Premesso che non vi sarà alcun obbligo per il personale docente e anche per gli Ata, si fa sempre più probabile l’impiego di operatori esterni. Soprattutto di lavoratori del “terzo settore”, operanti quasi sempre all’interno di strutture e cooperative che offrono maggiori garanzie sulla valenza del servizio prodotto.
    I “ripescati”
    Prima di loro, tuttavia, potrebbero essere “ripescati” i supplenti: parliamo dei docenti e Ata che hanno sottoscritto contratti a tempo determinato.
    Si tratta in prevalenza di giovani, spesso laureati, con legami familiari meno pressanti e maggiore disponibilità di tempo, oltre che flessibilità nello spostarsi di sede.
    Fra loro potrebbero esserci anche i cosiddetti docenti-Ata Covid: quei 75mila – due terzi dei quali collaboratori scolastici – che quest’anno il governo Conte bis ha messo a disposizione degli istituti per fronteggiare meglio le necessità e i rischi derivanti dalla pandemia.
    Docenti-Ata Covid costretti a fruire delle ferie ora
    Si tratta degli stessi docenti-Ata Covid che in questi giorni sono costretti a fruire dei due giorni e mezzo di ferie di cui sono venuti in possesso. E che il giorno dopo l’ultimo giorno di scuola verranno licenziati.
    Viene da chiedersi se, invece, non fosse stato il caso di mantenerli in servizio: parliamo, infatti, di personale che già ha cognizione del contesto scolastico dove si andrà ad operare d’estate.
    Servivano più soldi
    In più di un’occasione, i sindacati hanno chiesto di poterli lasciare in servizio almeno fino al 30 giugno, meglio ancora sino al 31 agosto prossimo. Invece, l’amministrazione è stata irremovibile, anche perché sarebbero serviti circa 350 milioni di euro, ovvero quasi tre mensilità in più da assegnare ad ognuno dei 75mila docenti e Ata cosiddetti Covid.
    A denunciare la loro estromissione dalle scuole, in un periodo durante il quale sarebbe probabilmente servita ancora di più la loro presenza, sono anche alcuni esponenti politici.
    Fratelli d’Italia: perchè numeri fermi?
    Secondo Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti, deputati di Fratelli d’Italia, “analizzando i posti di organico Ata, i numeri sono uguali a quelli pre-pandemia. Ma come si fa non capire quanto sia importante potenziare l’organico di questa categoria per garantire una ripresa efficiente ed in sicurezza delle scuole?”.
    Secondo Bucalo e Frassinetti, “il ‘Piano Estate’ per la scuola rischia di rivelarsi un flop proprio perché organicamente non commisurato all’impegno che prevede. E l’allarme arriva proprio dai dirigenti scolastici, in sofferenza per la carenza di personale amministrativo, specie al sud. Si continua a parlare e non ad agire”.
    Nei giorni scorsi anche Bianca Laura Granato, ex M5s e ora senatrice del Gruppo L’Alternativa c’è, ha detto che il Piano Estate è un flop annunciato, perché “voluto da venditori di patacche”.


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  2. #22
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    Piano Estate, in arrivo nelle scuole i 150 milioni del decreto Sostegni


    Venerdì scorso il ministero ha assegnato a tutte le scuole sul territorio nazionale i 150 milioni stanziati dal decreto sostegni che verranno impiegati per l’attuazione del Piano Estate. Le risorse, dopo il necessario concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, sono ora disponibili e utilizzabili da parte degli istituti scolastici, con una media di 18mila euro per scuola.
    A questo finanziamento si aggiungono le risorse (320 i milioni totali disponibili) dell’Avviso Pon pubblicato lo scorso 27 aprile e in scadenza il prossimo 21 maggio: le scuole stanno presentando in questi giorni le loro candidature.
    Così come sarà possibile accedere ai fondi, 40 milioni in tutto, messi a disposizione con un Avviso pubblicato, sempre venerdì, nell’ambito delle attività di contrasto delle povertà educative.
    Prosegue, poi, il lavoro di accompagnamento delle scuole nell’organizzazione delle attività del Piano Estate, che mette a disposizione un totale di 510 milioni. È stata inviata alle istituzioni scolastiche la nota ministeriale relativa al finanziamento di 150 milioni in via di erogazione, sostanzialmente una guida all’uso di queste risorse.
    Nelle prossime settimane saranno organizzati ulteriori specifici incontri per illustrare alle scuole le diverse misure disponibili.
    «Siamo al lavoro per costruire un ponte per il nuovo inizio. In queste settimane il mondo della scuola è impegnato per creare spazi e possibilità di potenziamento delle competenze e recupero della socialità di studentesse e studenti. Il ministero è al fianco del territorio e degli istituti per promuovere questo nuovo percorso e accompagnare le scuole nel disegnarlo», dichiara il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
    I 150 milioni del Dl Sostegni
    Si tratta di fondi che sono distribuiti a tutte le istituzioni scolastiche sulla base del numero di alunni. La nota inviata oggi chiarisce come utilizzare le risorse, che vengono erogate per supportare le comunità scolastiche nella gestione della situazione emergenziale e nello sviluppo di attività pensate per potenziare l’offerta formativa extracurricolare, il potenziamento delle competenze di base, il consolidamento delle discipline, il recupero della socialità, della vita di gruppo delle studentesse e degli studenti anche nel periodo che intercorre tra la fine di questo anno scolastico e il prossimo. Sarà disponibile un help desk.
    L’Avviso da 40 milioni per il contrasto delle povertà educative
    Quaranta milioni di euro saranno assegnati, poi, sulla base di un Avviso pubblicato oggi sul sito del Ministero: le scuole dovranno manifestare il loro interesse a ricevere i fondi destinati a Istituti del primo e del secondo ciclo di istruzione e ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) che si trovano in contesti di maggior svantaggio o fragilità nelle competenze e dove si riscontrano più alti tassi di dispersione.
    Le istituzioni scolastiche potranno candidarsi esclusivamente attraverso una piattaforma dedicata entro le ore 12 del 25 maggio 2021. I progetti dovranno avere come obiettivo il contrasto della povertà e dell’emergenza educativa, la prevenzione della dispersione scolastica, la riduzione dei divari per garantire pari opportunità.
    L’Avviso, inoltre, specifica che le proposte progettuali potranno riguardare diversi ambiti di intervento, anche in relazione alle tre diverse fasi del Piano Estate: quella del potenziamento degli apprendimenti (a giugno), quella del recupero della socialità (luglio e agosto), quella dell’accoglienza (settembre, fino all’avvio delle lezioni).
    Nella prima fase, infatti, si potranno programmare, ad esempio, corsi per il potenziamento delle competenze di base, professionali o tecniche, corsi e laboratori di lingua, iniziative per l’orientamento accademico o professionale. Nella seconda, invece, si potranno prevedere eventi dedicati all’arte, all’ambiente, alla sostenibilità, cineforum, concerti, rappresentazioni teatrali, attività sportive o gite e visite culturali. Nell’ultima, infine, il focus sarà dedicato alla ripartenza dell’anno scolastico, si potranno organizzare quindi giornate di accoglienza, workshop e laboratori di supporto psicologico, sportelli informativi.
    Una Commissione dedicata valuterà rapidamente i progetti candidati sulla base di criteri specifici definiti nell’Avviso: il tasso di abbandono registrato nella scuola nel corso dell’anno scolastico, il livello di competenze di base, la difficoltà di accesso o di gestione della progettazione comunitaria, la situazione di svantaggio socio-economico-culturale, la collocazione della scuola in aree interne, il coinvolgimento, nell’ambito della realizzazione delle proposte progettuali, di enti del terzo settore o di imprese sociali.
    Ogni scuola potrà ottenere un massimo di 40.000 euro, nel caso di istituzioni scolastiche con un numero pari o superiore a 600 alunni frequentanti, e di 30.000 euro con un numero di alunni frequentanti inferiore a 600.
    In scadenza il bando da 320 milioni di fondi Pon
    A completare lo stanziamento dedicato al Piano Estate 2021, i 320 milioni di fondi Pon, utilizzabili soprattutto nelle aree con maggiori disuguaglianze economiche e sociali. Il termine per la candidatura dei progetti è il prossimo 21 maggio.
    Le risorse, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spese sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022, nella logica di un piano di trasformazione che partirà dall’estate e proseguirà durante il prossimo anno scolastico. Per guidare le scuole nell’organizzazione delle attività e per supportarle nella definizione dei progetti, l’Istruzione ha organizzato nei giorni scorsi tre webinar dedicati, il principale dei quali è stato messo a disposizione sul canale YouTube del Ministero.


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    Il piano Scuola in estate? Slitta all’autunno


    Centocinquanta scuole in territori a maggior rischio dispersione e povertà educativa potranno avvalersi del supporto dell’Indire per partecipare al Pon-Per la Scuola che stanzia 360 milioni di euro per il Piano Scuola Estate 2021. A una settimana dalla scadenza delle candidature, il 21 maggio, il Mi ha pubblicato la nota su queste misure di accompagnamento per realizzare percorsi educativi per potenziare le competenze e per l’aggregazione e la socializzazione degli studenti nell’emergenza covid-19. Ma 3 tre giorni dalla scadenza del bando i segnali che arrivano dagli istituti scolastici non sono confortanti.
    Le scuole sono in affanno. L’iter per gestire un progetto finanziato con fondi europei, infatti, è complesso, tanto che le stesse risorse ora disponibili derivano in gran parte da quelli non spesi degli anni precedenti. Molti presidi segnalano difficoltà. Mancano risorse amministrative, umane e di competenze. Criticità che due le maggiori associazioni dei dirigenti scolastici Anp ed Andis hanno già evidenziato nelle scorse settimane al Mi e al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. «Si tratta di utilizzare al meglio i cospicui finanziamenti, il personale scolastico disponibile e le risorse fornite dai territori e dal terzo settore, facilitando e semplificando al massimo la gestione dei progetti, dalla progettazione alla messa a sistema, alla rendicontazione», osserva l’Andis. «Sono particolarmente severe», spiega l’Anp, «le limitazioni dovute al sottodimensionamento, per quantità di dipendenti e per competenze possedute, delle segreterie in moltissime realtà scolastiche e all’assenza di una tecnostruttura di supporto su aspetti gestionali e organizzativi, quale potrà essere quella costituita dal middle management quando questo sarà stato finalmente istituito». Di qui, la necessità di due provvedimenti «urgenti» del Mi: «Garantire alle scuole la facoltà di prolungare i contratti con il personale supplente delle segreterie e dotarle di risorse economiche ad hoc per incentivare l’attività del personale amministrativo e Dsga».
    Mentre per quanto riguarda le risorse del Pon il presidente dell’Anp Antonello Giannelli fa presente che «la necessità che l’autorità di gestione autorizzi celermente i progetti in modo che le scuole possano avviare le procedure di individuazione delle risorse umane già dai primi di giugno per poi pianificare, con tempi distesi,l’attuazione dei moduli didattici previsti». Alla scadenza, il 21 maggio, per presentare i progetti seguirà un periodo di valutazione da parte del Mi, quindi, almeno fino a fine maggio né le scuole né i soggetti partner avranno certezza che la loro domanda sarà stata accolta, poi occorrerà un periodo per organizzare il progetto, che rischia di diventare operativo troppo tardi, sebbene il bando raccomandi di «avviare le attività didattiche già dal mese di giugno 2021».
    È, però, stabilito che le iniziative del Piano Estate si possano svolgere fino alla fine del 2021 e nel caso del Pon fino alla fine per prossimo anno scolastico: il rischio è che a farne le spese siano proprio le attività di recupero, a cui il Piano vorrebbe dare una spinta. Del resto, proprio sui tempi del Pon non si fa illusioni l’Anp che ritiene sia attivabile a settembre, non da subito. La partecipazione delle scuole, inoltre, è volontaria: potrebbero mancare proposte proprio dagli istituti avrebbe bisogno di interventi di sostegno e che il bando promette di considerare.
    Tra i criteri di selezione, infetti, indica il livello di disagio negli apprendimenti «sulla base delle rivelazioni integrative condotte dall’Invalsi» e il tasso di abbandono «registrato nelle scuola proponente nel corso dell’anno scolastico, sulla base dei dati disponibili nell’Anagrafe degli studenti».
    Tuttavia, gli esiti delle rivelazioni Invalsi si conoscono normalmente non prima di fine giugno a livello nazionale e di agosto-settembre per singola scuola, l’aggiornamento dell’Anagrafe avviene d’estate. Occorrerebbe, inoltre, aggiornare i piani di sicurezza antiCovid affinché durante le attività estive si applichino misure efficaci a tutela della salute individuale e collettiva. E procedere con la vaccinazione non solo del personale scolastico, ma anche di chi seguirà i ragazzi nelle iniziative estive.


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  4. #24
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    Piano estate, per alcuni finanziamenti bisogna presentare domanda: le scadenze




    Sono essenzialmente tre le fonti di finanziamento del cosiddetto Piano scuola estate 2021: il D.L. Sostegni, il PON Apprendimento e socialità e l’avviso Contrasto alla povertà e all’emergenza educativa.
    Per quanto riguarda il D.L. Sostegni, le risorse, per un totale di 150 milioni di euro, sono state erogate direttamente alle scuole, mentre nel caso dei PON (320 milioni) e dell’avviso di cui al DM 48/2021 (40 milioni) i finanziamenti saranno stanziati a seguito della partecipazione delle scuole ai relativi bandi, in scadenza nei prossimi giorni.
    Avviso per il contrasto alle povertà educative
    40 milioni di euro saranno assegnati sulla base di un Avviso pubblicato dal MI il 14 maggio: le scuole dovranno manifestare il loro interesse a ricevere i fondi destinati a Istituti del primo e del secondo ciclo di istruzione e ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) che si trovano in contesti di maggior svantaggio o fragilità nelle competenze e dove si riscontrano più alti tassi di dispersione.
    Ogni scuola potrà ottenere un massimo di 40.000 euro, nel caso di istituzioni scolastiche con un numero pari o superiore a 600 alunni frequentanti, e di 30.000 euro con un numero di alunni frequentanti inferiore a 600.
    Le istituzioni scolastiche potranno candidarsi esclusivamente attraverso una piattaforma dedicata entro le ore 12.00 del 25 maggio 2021.
    PON Apprendimento e socialità
    A completare lo stanziamento dedicato al Piano Estate 2021, ci sono i 320 milioni di fondi PON, utilizzabili soprattutto nelle aree con maggiori disuguaglianze economiche e sociali. Il termine per la candidatura dei progetti è il prossimo 21 maggio. Le risorse, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spese sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022, nella logica di un piano di trasformazione che partirà dall’estate e proseguirà durante il prossimo anno scolastico.



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  5. #25
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    Piano Estate: arrivate 5.888 candidature per ottenere i fondi Pon Lingue, Stem, Digitale


    «Grande interesse da parte delle scuole per il Piano Estate, lanciato lo scorso 27 aprile dal ministro Patrizio Bianchi», è scritto nel comunicato diffuso ieri dal dicastero di Viale Trastevere. Sono 5.888 infatti le candidature arrivate al ministero dell’Istruzione per ottenere i fondi Pon (fondi europei), che rappresentano una delle fonti di finanziamento messe a disposizione per la realizzazione delle attività.
    In particolare, hanno fatto domanda per ricevere i fondi 5.162 scuole statali, 667 paritarie, 59 Centri di istruzione per gli adulti.Un segnale di attenzione da parte delle scuole, che hanno fatto richiesta per oltre 400 milioni sui 320 disponibili. «Nelle prossime ore sarà pubblicata la graduatoria complessiva delle candidature pervenute e positivamente valutate, in base ai criteri del bando», annuncia ancora il comunicato.
    La prossima settimana sarà, invece, pubblicata l’assegnazione delle risorse alle scuole ammesse allo stanziamento Pon, che rappresenta solo una parte delle risorse (510 milioni in tutto) stanziate per il Piano Estate: nei giorni scorsi ciascun istituto scolastico ha ricevuto una parte, 18mila euro in media, delle risorse del primo decreto sostegni per attivare iniziative estive. Si tratta, in tutto, di 150 milioni assegnati a livello nazionale (in allegato la tabella con la quantificazione regionale).
    Terminano oggi le domande per ulteriori 40 milioni destinati ad aree ad alta dispersione scolastica o caratterizzate da povertà educative. «Da parte delle scuole c’è stata una partecipazione davvero importante – sottolinea il ministro Patrizio Bianchi -. C’è voglia di ripartire e c’è voglia di farlo mettendo al centro le ragazze e i ragazzi. I fondi europei che abbiamo messo a disposizione in particolare per le aree più fragili del Paese possono essere utilizzati nei prossimi mesi per recuperare la socialità persa a causa dell’emergenza sanitaria, per potenziare competenze, per cominciare a costruire un ponte verso il prossimo anno. Stiamo lavorando intensamente per una scuola post-pandemia, più accogliente, inclusiva, affettuosa. Lavoriamo per un nuovo inizio. E ringrazio tutte le scuole, il personale, per l’impegno che stanno mettendo anche in questo nuovo capitolo».
    In particolare, con riferimento al bando Pon, le scuole hanno inviato progetti per attivare soprattutto moduli di potenziamento linguistico, di rafforzamento delle competenze di base, soprattutto in Italiano e nelle materie cosiddette Stem (materie scientifiche), moduli sul digitale. Il ministero sta accompagnando le scuole con appositi strumenti di supporto, dai webinar all’help desk. È stata inoltre predisposta una pagina web sempre aggiornata con le notizie, i materiali, la documentazione relativi al Piano Estate.


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  6. #26
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    A scuola d’estate, l’altra didattica fuori dai banchi


    La scorsa estate i presidi tornavano nelle loro scuole ogni settimana, lo hanno fatto a giugno, a luglio, anche ad agosto, per misurare con le fettucce gli spazi possibili, mettere in colonna ordini ministeriali che ogni settimana, mutavano, far entrare banchi e poi banchini in classi già stipate.
    . Sarà un ritorno alla vita scolare e sociale attraverso il quale rieducare bambini e adolescenti vittime dell’effetto prigione della stagione fredda – la chiusura in cameretta, a seguire una Dad alienante – alla vita comune, alla didattica all’aperto, a nuovi stimoli educativi.
    Per ora il Piano estate è un successo. Sì, ci sono larghe defezioni al Sud, sì, molti professori hanno sbuffato, e in alcuni casi detto no, ma i numeri parlano di un accoglimento maggioritario: 5.162 scuole statali, 667 paritarie, 59 Centri di Istruzione per gli adulti hanno fatto richiesta di fondi europei (Pon) per oltre 400 milioni sui 320 disponibili. E’ una, una soltanto, delle fonti per affrontare un recupero che, si è già stimato, sarà lungo cinque anni.
    Nelle scuole, e nei suoi dintorni, tra giugno e settembre si vedranno sessioni con youtuber. Scrittura creativa, molto inglese. E ci sarà anche chi – il Liceo scientifico Da Vinci di Reggio Calabria – rinuncerà alla propria palestra della creatività per mettere i fondi sul recupero psicologico di ragazzi provati e disorientati. Spiega la dirigente scolastica Giuseppina Princi: “Contiamo di partire dall’ultima settimana di agosto. Nella nostra regione ci sono stati solo 35 giorni di lezioni in presenza. Abbiamo registrato casi di sofferenza forte, turbe psicologiche, lo sportello psicologico estivo lo hanno chiesto ragazzi e famiglie”.
    La sovrapposizione delle tipologie di finanziamento non renderà facile la rendicontazione economica e il controllo dei risultati, ma il Piano estate fin qui ha trovato un’accoglienza superiore a quella attesa. Dice il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “C’è voglia di ripartire e di farlo mettendo al centro le ragazze e i ragazzi. I fondi europei che abbiamo messo a disposizione, in particolare per le aree più fragili del Paese, possono essere utilizzati nei prossimi mesi per recuperare la socialità persa, potenziare competenze, iniziare a costruire un ponte verso il prossimo anno”.
    A Padova cucito, apicoltura e un canale YouTube nelle aule all’aperto
    Dopo un Collegio docenti e un Consiglio di istituto realizzati per tempo, fine gennaio e inizio febbraio, l’Istituto scolastico Gianni Rodari di Vo, il centro in provincia di Padova cluster della pandemia di marzo 2020 ma dallo scorso gennaio senza più positivi, lunedì scorso ha iniziato la sua estate d’apprendimento e socialità giugno-agosto, dalle 8,15 alle 12,30. Niente mensa. “Con la scuola dentro la città e la città dentro la scuola”. Hip hop, un corso di apicoltura, l’educazione stradale in pista con i quad, i quattro ruote fuoristrada. Le attività scientifiche andranno nell’aula all’aperto di Vo, appena inaugurata. I corsi di cucito si svilupperanno su macchinari concessi gratuitamente da aziende locali. Il progetto si allargherà sulle tre città di Vo, Lozzo Atestino e Cinto Euganeo, dove si allargano, d’altronde, i tre plessi: infanzia, elementari e medie. Si rivolge a ottomila cittadini, oltreché agli studenti, e prevede un polo di laboratori musicali e teatri, di danza e di sport. Corsi di educazione alla salute, atelier per l’espressione delle emozioni. E competenze Stem, quelle scientifiche, su cui siamo tutti in ritardo. Un canale YouTube sarà gestito dai bambini della scuola. Sono arrivate 280 domande sulle 480 possibili, le scuole hanno accontentato qualcuno in meno. Da lunedì a venerdì a giugno, uno o due volte la settimana luglio e agosto.
    Venezia, studenti in cucina per servire la cena anche ai turisti
    All’Alberghiero di Venezia, Istituto enogastronomico Barbarigo, 150 studenti serviranno pranzo e cena – e cocktail al bar – a foresti e turisti. Questo sarà il loro Piano estate. Con 138 mila euro a disposizione della scuola, e un ascolto degli studenti preventivo, è partito il laboratorio cucina, o ristorante didattico, all’interno dello splendido convento di San Giovanni in Laterano, centro storico di Venezia. Nella prima settimana si sistemeranno gli spazi: subito servizio all’esterno e poi anche nelle sale al chiuso. Si stanno decidendo menù e prezzi, “e di certo non faremo concorrenza ai tanti locali in laguna”, racconta la dirigente scolastica Rachelle Scandella. “Siamo partiti dai bisogni dell’utenza, abbiamo ricevuto diverse proposte e alla fine abbiamo pensato a queste attività laboratoriali di indirizzo. Non ci aspettavamo una riposta così ampia”. Centocinquanta studenti (su 700) cucineranno e serviranno (e puliranno e laveranno) in estate. Per recuperare quello che non si è riusciti a fare in queste due stagioni di pandemia, a partire dall’Alternanza scuola lavoro. All’invito hanno risposto anche i docenti: tutti gli insegnanti del Piano estate saranno interni. A turnazione. Sei ore di attività, dalle 9 alle 15. E studenti inquadrati in brigate di cucina.
    A Roma i ragazzi hanno detto no, ma organizzano concerti e cinema
    Al Liceo scientifico Righi, uno dei più impegnativi di Roma, sempre in alto nelle classifiche che valutano il successivo successo universitario degli studenti, non ci sarà scuola d’estate. I docenti sono esausti, e si sono rifiutati in blocco, così come i ragazzi. La dirigente scolastica Monica Galloni racconta: “Gli alunni mi hanno detto: ‘Siamo stati a casa tutto l’anno e in estate dobbiamo venire a scuola?'”. La preside ha realizzato un sondaggio e solo il 9,4 per cento dei ragazzi ha detto di essere disposto a raggiungere il Righi a giugno e a settembre. Luglio e agosto, non pervenuti: nessuna disponibilità. Il collegio docenti ha deciso, quindi, di affidare all’associazione culturale degli stessi studenti l’organizzazione di un’estate culturale libera. “Faremo concerti e cinema, ma il tardo pomeriggio e la sera”, ancora la dirigente. “Io non sono convinta di questa ipotesi di recupero all’ultimo momento, con gli esami di Stato da preparare, due stagioni alle spalle sfinenti. Certo, mi è mancato il Maggio a Siracusa con le seconde classi, il viaggio per partecipare agli spettacoli delle tragedie greche, ma non si possono recuperare questi impegni a fine estate. E poi per poter coinvolgere gli insegnanti servirebbe un altro tipo di contratto. La scuola non è qui per fare baby sitting ai ragazzi d’estate”.
    Bari, recuperare giocando. Divertimento e lezioni s’incontrano nei cortili
    Il Comune di Bari ha lanciato un avviso e cinque scuole lo hanno fatto proprio: tutte insieme, a chiusura dell’anno scolastico, elaboreranno proposte open air e svilupperanno progetti con una caratteristica comune: saranno all’aperto, nella calda estate pugliese. L’Open air education, sviluppata in questo caso con 122 mila euro, sarà un progetto sperimentale da realizzare con le organizzazioni del Terzo settore, in particolare Save the children. Dopo aver provato nelle scorse stagioni la condivisione di giardini comuni, le prime quattro scuole hanno redatto un manifesto che adesso si sposa con l’intuizione ministeriale di recuperare giocando. Sono più di cinquemila gli studenti, di diversi cicli, coinvolti: “L’obiettivo è quello di restituire il diritto al gioco in spazi esterni e far scoprire nuovi modi di imparare”. Anche in Puglia il progetto chiama a raccolta i genitori degli studenti. L’assessora comunale all’Istruzione, Paola Romano: “Partiamo con le scuole che hanno aderito all’avviso, ma puntiamo ad allagare l’Open air education, la didattica nei cortili”. Tra le iniziative, un Giardino delle arti nel plesso Marconi (in collaborazione con Retake), cinema all’aperto al Don Bosco, un orto didattico al Duca d’Aosta e teatro al Japigia-Verga.


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    Scuola d’estate, avviso PON scorrimento graduatorie definitive


    Con la nota 18802 del 15 giugno il ministero dell’Istruzione comunica lo scorrimento delle graduatorie definitive relative all’Avviso del 27 aprile 2021 “Apprendimento e socialità”, pubblicate sulla sezione dedicata PON. Le graduatorie definitive con le risorse per scuola sono state pubblicate lo scorso 1 giugno
    Le scuole inserite tra la linea rossa (prima autorizzazione) e la linea blu (attuale scorrimento) delle graduatorie definitive già pubblicate il 1° giugno 2021 saranno autorizzate con successiva nota e previa generazione del codice CUP e inserimento dello stesso sul sistema informativo SIF.
    Le proposte progettuali delle scuole paritarie risultano invece ancora “valutate con riserva” in attesa della verifica del requisito della non commercialità.


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    Il Piano estate è la morte della scuola vera? C’è chi lo pensa, ma il problema è più complesso


    Il Piano estate promosso dal Ministero dell’Istruzione e per il quale sono previsti finanziamenti importanti (più di 500 milioni complessivi, già assegnati alle scuole che hanno presentato i progetti) continua a far discutere.
    Alcune critiche sono più che comprensibili: ci sono per esempio scuole che lamentano il fatto di non aver avuto finanziamenti pur essendo collocate in aree oggettivamente poco felici (periferie urbane) solo perché non hanno potuto “dimostrare” di avere alte percentuali di “dispersione”.
    “Ma la dispersione – fanno notare – è stata calcolata facendo riferimento alle bocciature; così in pratica in diversi casi i soldi sono andati a finire alle scuole dove si boccia di più e a chi lotta in tutti i modi per non far uscire gli studenti dal circuito scolastico non ha avuto nulla”.
    C’è poi chi fa osservare che una buona parte delle risorse verrà spesa non per le attività estive ma per progetti più o meno utili che prenderanno avvio addirittura in autunno inoltrato.
    Qualcun altro segnala un problema: le scuole che in prima battuta era state escluse dalla distribuzione dei fondi e che sono state “ripescate” all’ultimo momento per qualche motivo (rinuncia di chi aveva ottenuto il contributo per esempio) ha avuto la notizia in “zona Cesarini” e adesso è in seria difficoltà per avviare le attività a partire dal 21 giugno.
    Ma c’è un altro tema più strutturale ed è “quello – osserva Massimo Nutini, ex dirigente di enti locali e ora consulente dell’Anci – del mancato coordinamento tra le diverse iniziative comunque rivolte ad offrire opportunità di socializzazione ed esperienze educative, per tutto il periodo estivo”.
    “Purtroppo – sottolinea Nutini – solo in una minoranza di casi si sono davvero messe insieme le teste (e le risorse) tra scuola, enti locali e terzo settore per articolare un’offerta che, se non completamente integrata, avrebbe dovuto essere almeno coordinata. Si era parlato, all’inizio di questa proposta di scuola aperta in estate, di un accordo quadro a livello nazionale tra tutti i soggetti per orientare la collaborazione, tra loro, sui territori. Poi non se ne è più fatto niente”.
    “E’ un tema importante – conclude Nutini – perché le esperienze che si svolgeranno in questa ‘separazione’ avranno poco futuro, mentre sarà bene monitorare quelle realtà nelle quali si è riusciti a progettare un ventaglio di offerte coordinate mettendo assieme competenze, esperienze e risorse. Dove ci si è mossi in questa direzione si è probabilmente costruito un progetto non episodico che potrà riproporsi e crescere anche nei prossimi anni, prefigurando le trasformazioni di un sistema formativo più ampio ed un ruolo centrale della scuola e degli enti locali assieme, anche in questi processi sociali”.
    Di tutt’altro tenore sono però i commenti di chi sostiene che il Piano estate rappresenta la “morte” della “vera scuola”, quella con la S maiuscola.
    E quale sarebbe la vera scuola?
    Ovviamente, secondo chi critica il Piano da questa prospettiva, si tratterebbe della scuola fatta di “belle” lezioni trasmissive, della scuola in cui si diffonde cultura e conoscenza, della scuola delle discipline (e magari anche della “disciplina” intesa come rispetto acritico del sistema e dell’apparato).
    Sembra la critica di chi ha in mente la scuola del secolo scorso, ma per verità non è neppure così.
    Perché la scuola del Novecento non è tutta assimilabile al modello classico basato su “lezione collettiva-compiti-studio-interrogazione-voto” e sullo spazio classe riempito con banchi e cattedra e con qualche divagazione laboratoriale riservata solo ad alcuni percorsi formativi.
    La scuola del Novecento è stata anche la scuola attiva, a partire da John Dewey che per primo aveva intuito la centralità degli spazi educativi: nella scuola che il pedagogista statunitense aveva in mente al mattino si iniziava con un incontro di studenti e insegnanti nell’”agorà” un grande spazio dove si discuteva e si progettava insieme la giornata di lavoro.
    La scuola del Novecento è stata anche quella di Freinet e, per venire a casa nostra, di Mario Lodi e Bruno Ciari dove l’ambiente era il punto di partenza per le attività di ricerca e di studio e dove si imparava a scrivere non per una necessità astratta di conoscere la lingua italiana ma per poter concretamente comunicare con classi lontane.
    Ed è stata anche la scuola di Don Milani dove si leggeva la Costituzione e si faceva “ricerca sociale” intervistando gli operai e i contadini del territorio.
    E allora perché mai tutte queste cose (dalla assemblea alla corrispondenza fino alla produzione di un giornale o di un sito WEB) non si potrebbero realizzare grazie ai fondi del Piano Estate?
    Si pensa forse che studiare a memoria il “Sabato del villaggio” o saper scomporre in fattori un polinomio di quarto grado sia più nobile che discutere di Costituzione e saper discutere in un gruppo di lavoro con cognizione di causa e in modo rispettoso?
    E’ ovvio che – molto semplicemente – si tratta di capacità e competenze fra loro diverse, tutte in qualche modo necessarie ma senza che per questo si possano graduare per importanza.
    Per la verità – per fortuna – di esperienze in questa direzione ce ne sono molte come ad esempio quella del progetto Bimbisvegli di Serravalle d’Asti dove da anni un gruppo di docenti e di altri operatori, in modo pressoché volontario, realizza nel periodo estivo attività didattiche perfettamente integrate con il curricolo scolastico.


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    «Piano estate» e contrasto della dispersione scolastica: firmata intesa tra ministero e Regione Sicilia


    È stata firmata, ieri mattina, a Roma, l’Intesa tra Istruzione e Regione Sicilia. Al centro dell’accordo, le azioni strategiche e le risorse finanziarie da stanziare a sostegno delle politiche educative e per il contrasto della dispersione scolastica nella Regione. Due le linee di intervento: il Piano Estate e il Piano triennale per il contrasto alle povertà educative.
    L’Intesa siglata, in coerenza e continuità con le azioni messe in campo in questi mesi dal ministero per arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico e per contrastare le diseguaglianze esasperate dalla pandemia, rappresenta un altro passaggio importante nella creazione di un ponte verso il nuovo anno scolastico.
    «È il primo accordo che firmiamo con una Regione – ha dichiarato il Ministro Patrizio Bianchi – . È il segnale chiaro che temi fondamentali come le politiche educative e il contrasto alla dispersione scolastica si affrontano insieme».
    «La Sicilia è la prima, tra le Regioni italiane, ad aver sottoscritto l’Intesa istituzionale con il Ministero dell’Istruzione, per il contrasto alla povertà educativa – ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci –. Rendere sinergici, sul piano programmatico e finanziario, gli interventi delle due istituzioni faciliterà il percorso di potenziamento del tempo pieno e la auspicata riduzione dell’abbandono scolastico precoce».
    «Sono molto soddisfatto di questo passaggio – ha annunciato Roberto Lagalla, assessore all’istruzione e alla formazione professionale – che conferma l’unità di intenti tra i due livelli governativi e vede formalmente riconosciuto l’impegno del governo Musumeci in materia di diritto allo studio e di valorizzazione del capitale umano della Sicilia. Di tutto ciò ringrazio il ministro Bianchi per la sua vicinanza alla nostra Regione e il presidente Musumeci che, sin dall’inizio della legislatura, ha fatto dell’istruzione uno dei pilastri portanti della sua azione di governo».
    Nell’ambito del Piano Estate, la Regione Siciliana si impegna a mettere a disposizione un contributo finanziario aggiuntivo finalizzato a potenziare le competenze disciplinari, il recupero della socialità e l’attività di accompagnamento delle studentesse e degli studenti verso l’inizio del nuovo anno scolastico. Saranno valorizzati, in particolare, i progetti delle scuole in rete con associazioni sportive, culturali e del terzo settore nell’ottica di una rigenerazione urbana e dello sviluppo dei quartieri a maggiore rischio di esclusione sociale.
    L’Intesa prevede, inoltre, l’elaborazione di un Piano straordinario per il contrasto alla dispersione scolastica e della povertà educativa per il triennio 2021-2023. Tra le finalità, l’ampliamento dell’offerta formativa, la ristrutturazione degli istituti e, in particolare, degli spazi dedicati alla mensa e ai laboratori. Sono previsti anche: un programma per il rafforzamento delle competenze nella scuola secondaria di primo grado e nel primo biennio della scuola secondaria di secondo grado, interventi formativi sull’orientamento per i docenti affinché possano sostenere studentesse e studenti nella scelta del percorso di studio, la creazione di sportelli di ascolto nelle scuole a più alto tasso di dispersione. L’Intesa ha validità triennale.


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    Piano Scuola per l’estate: 7 scuole su 10 non hanno organizzato attività


    Con l’arrivo di settembre è giunta anche la terza fase del Piano Scuola, il programma voluto e finanziato dal ministero dell’Istruzione destinato a studentesse e studenti per recuperare le difficoltà legate alla socialità e all’appendimento causate dalla Pandemia.
    Ma come è andata la prima volta della scuola aperta anche in estate? ScuolaZoo (www.scuolazoo.com) ha raccolto l’opinione di 30.000 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni, e il 67% di loro ha dichiarato che nelle loro scuole non sono state organizzate attività.
    Tra gli istituti che ne hanno previste, il 30% si è concentrato sul recupero per chi aveva debiti, un altro 30% sia su corsi di recupero sia su attività extrascolastiche come laboratori o tornei sportivi, il 20% solo su attività extra che avevano l’obiettivo di far tornare gli studenti a una condizione quasi normale di socialità.
    C’è poi un 10% che ha proposto generiche lezioni di ripasso per tutti. Ma anche se le scuole hanno organizzato attività, non è detto che gli studenti vi abbiano partecipato: e infatti l’85% dice di non essere stato interessato.
    Come detto però il piano continuerà a settembre con la terza fase che prevede momenti di recupero, laboratori e sportelli d’ascolto. Il 56% delle degli intervistati dice che le proprie scuole (a differenza di quanto successo in estate) hanno previsto attività di questo tipo, ma in ogni caso il 77% non parteciperà.
    Il piano estate, dunque, stando a questi dati, non è stato un gran successo. La speranza è che i fondi ricevuti dalle scuole servano a mettere in moto progetti durante l’anno. Secondo la metà dei rispondenti al sondaggio di ScuolaZoo, è necessario assicurare durante l’anno sportelli gratuiti psicologici, laboratori e corsi di recupero.


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