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Discussione: Edilizia scolastica

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    Calabria, Campania e Sicilia: regioni maglia nera per la verifica della vulnerabilità sismica delle scuole


    Più di una scuola su due è stata costruita prima del 1974 (anno di entrata in vigore della normativa antisismica), più di due scuole su cinque sono in zona ad elevata sismicità ma in poche hanno effettuato la verifica di vulnerabilità sismica, 50 gli episodi di crolli e distacchi di intonaco nell’anno scolastico 2017-2018, un episodio in media ogni quattro giorni. Questa la fotografia degli edifici scolastici in cui trascorrono la mattinata 7.682.635 studenti. Un’emergenza nazionale, ma i finanziamenti per le ristrutturazioni e la manutenzione arrancano e le certificazioni restano appannaggio di poche scuole.
    A ricordarci ogni anno questa realtà è Cittadinanzattiva, arrivata al XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, edizione 2018. Un report basato sui dati istituzionali forniti dal Miur, dal Governo, dall’Inail, ma anche dall’invio di istanze di accesso civico a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni. Il quadro è in miglioramento, ma lento, troppo lento e presenta forti disparità, con un Nord più virtuoso, un Centro che sta cercando di mettersi al passo, un Sud che presenta un ritardo cronico.
    Tornando all’elemento più urgente in un Paese dove i terremoti sono frequenti, solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica, con la pessima performance della Calabria (solo 2% con verifica), della Campania (4%) e della Sicilia (7%), regioni in cui insiste il maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità. Entro dicembre questa verifica dovrà essere effettuata in tutte le scuole ma ad oggi – da quanto risulta a Cittadinanzattiva – solo il 37% delle richieste è stato finanziato.
    La microzonazione sismica è stata realizzata in poco meno di una scuola su tre (31%), con punte positive in Friuli-Venezia Giulia (72% del campione di scuole) e in Umbria (65%), mentre preoccupano i dati della Puglia (solo l’1%) e del Piemonte (5%).
    Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato
    adeguato sismicamente.
    Certificazione di agibilità\abitabilità: solo un quarto delle scuole ne è in possesso, con punte positive in Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (50 per cento) e punte negative nel Lazio (9 per cento). Va un po’ meglio per il collaudo statico degli edifici. Lo ha effettuato il 53 per cento delle scuole, con il Lazio ancora una volta a segnare un primato negativo, con uno scarso 14 per cento, e la Campania, poco meglio con un 17 per cento. Decisamente lontani comunque dal 90 per cento del Piemonte e dall’84 per cento del Trentino-Alto Adige.
    Rischio alluvione: nonostante circa 6mila edifici si trovino in aree a rischio alluvione, solo il 9 per cento delle scuole monitorate ha adottato il Piano di gestione del rischio alluvione, con la Sardegna a detenere il primato, pur con uno scarso 36 per cento. Sempre meglio di Abruzzo, Puglia e Sicilia che si fermano all’1 per cento.
    Ancora ultimo il Lazio (3 per cento) per quanto riguarda l’indagine diagnostica su solai e controsoffitti, nonostante i frequenti casi di cronaca. Primato negativo conteso dalla Campania, che si ferma al 5 per cento. Molto meglio fanno Sardegna e Piemonte, rispettivamente con un 45 per cento e 43 per cento.
    Cosa fare dunque in un Paese che investe di più, ma con grandi differenze regionali? Cittadinanzattiva ipotizza una cifra di 15\20 miliardi di euro per poter ricostruire e ristrutturare il patrimonio edilizio scolastico, un tema su cui non mancano le iniziative del governo giallo-verde. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha sbloccato un miliardo di euro per l’antisismica e oltre 1,7 miliardi per la messa in sicurezza, ha chiesto la collaborazione dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, e del Cnr per far partire una mappatura satellitare delle nostre scuole, e valuta – come Miur – la costituzione di parte civile nell’inchiesta sui lavori della nuova ala del plesso scolastico “Alfredo Aspri” di Sperlonga, in provincia di Latina, un’ala costruita senza fondamenta per risparmiare sui costi, in un appalto a massimo ribasso.
    Anche Cittadinanzattiva riconosce l’aumentata sensibilità degli ultimi due governi nei confronti del tema edilizia scolastica, ma – avverte – bisogna fare in fretta.
    «Occorre fare indagini diagnostiche a tappeto sui solai e controsoffitti: è un provvedimento che costa poco e garantisce che si possano anticipare alcuni dei crolli» – spiega Adriana Bizzarri, che ha curato il rapporto di Cittadinanzattiva. «Chiediamo uno snellimento delle procedure, maggior rapidità degli interventi nelle zone colpite dal sisma ma non solo, chiediamo controlli serrati perché il caso di Sperlonga ha scioccato chiunque. E chiediamo che si investa nella sicurezza sismica ricordando che 18mila dei nostri edifici sono in zona 1 e zona 2».


    Edscuola
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    Scuola, i presidi: “Troppi istituti non a norma, rischiamo di essere denunciati e multati”


    Il governo Lega/5Stelle non proroga la norma sull’adeguamento alle norme antincendio per gli edifici scolastici. E nei prossimi mesi migliaia di presidi rischiano di essere multati e di essere denunciati penalmente.
    L’allarme viene lanciato dall’Andis, la seconda associazione autonoma di dirigenti scolastici italiana, che attraverso il suo presidente ha inviato una lettera al ministero dell’Istruzione Marco Bussetti in cui esprime tutta la sua preoccupazione. “L’Associazione nazionale dirigenti scolastici – scrive Paolino Marotta – intende rappresentare la criticità che si è venuta a determinare a seguito della mancata approvazione nella legge di Bilancio 2019 della proroga del termine per l’adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio”.
    Un differimento di un anno che tutti si aspettavano. Perché in base agli stessi dati diffusi dal Miur qualche mese fa sono oltre 22mila, il 55% del totale, i plessi scolastici sprovvisti del Certificato prevenzione incendi richiesto dalla normativa vigente. Il rischio è, continuano dall’Andis, che questi plessi fuorilegge a seguito di una visita dai Vigili del fuoco potrebbero essere trovati “in esercizio senza il completo adeguamento alle disposizioni normative”. In questi casi è prevista la contravvenzione a carico del capo d’istituto che andrebbe denunciato anche penalmente ai sensi della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il fatto è che la competenza sugli edifici scolastici, e sul loro adeguamento, è in capo agli enti locali: i comuni per le scuole dell’infanzia, primarie e medie; le province per le scuole superiori.
    E i presidi non hanno le risorse per provvedere a mettere in sicurezza le loro scuole. “È del tutto evidente – conclude Marotta – il rischio per un dirigente scolastico di diventare il capro espiatorio di inadempienze riconducibili invece agli enti proprietari degli edifici”. L’auspicio dell’Andis è quello di un intervento del ministro Bussetti “presso il ministero dell’Interno e il Dipartimento dei Vigili del Fuoco perché venga emanato un decreto ad hoc, che consenta agli enti proprietari di procedere al progressivo adeguamento alla norma degli edifici scolastici, magari con step triennali in analogia a quanto già avviene per le strutture sanitarie”.


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  3. #3
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    Inagibile un plesso del Liceo Fermi di Cosenza, il problema arriva in Senato


    A chiedere alla Senatrice Loredana De Petris di Sinistra Italiana un’interrogazione parlamentare per la chiusura del plesso del Liceo Scientifico Fermi di Cosenza è stata la Flc Cgil.
    Il problema ha sollevato grosse polemiche su tutto il territorio della regione Calabria, in quanto una delle scuole più importanti della provincia cosentina si è vista chiudere a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, per inagibilità già riscontrata nella primavera 2017, un plesso scolastico.
    Ecco l’interrogazione presentata il 26 settembre in Senato da DE PETRIS, PETRAGLIA, BAROZZINO, BOCCHINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, MINEO - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che a quanto risulta agli interroganti: il liceo scientifico "E. Fermi " di Cosenza rappresenta una delle istituzioni scolastiche storiche della città, con circa 1.100 alunni, ubicato nel centro della città e costruito negli anni '60;
    in oltre un cinquantennio non sono state mai avviate opere di ristrutturazione in termini di adeguamenti alle norme sismiche o di stabilità in generale, ma solo opere di restyling, che non hanno di fatto modificato l'insieme dello stabile;
    è di questi giorni un diffuso allarme tra lavoratori, studenti e famiglie, che vivono direttamente l'istituzione scolastica, e nella cittadinanza tutta. Infatti, a seguito di due perizie, gli esperti incaricati dalla Provincia avrebbero dichiarato la non agibilità dei locali dell'istituto e la non tenuta statica conforme alle normative vigenti;
    una tegola pesante abbattutasi sulla scuola, che potrebbe persino risultare fatale;
    il primo sopralluogo a rilevare forti criticità risale a marzo 2017. Un secondo sopralluogo è stato effettuato nella seconda metà del mese di luglio e avrebbe confermato la precedente perizia;
    nessun elemento di pericolo è mai emerso in questi anni, nonostante l'edificio fosse popolato da centinaia di studenti, fosse stato colpito da copiose nevicate e si trovi in un territorio che ha subito diversi eventi sismici, non tragici, ma importanti;
    nessuna notizia è trapelata per mesi, preferendo mantenere un profilo sommesso di diffusione del problema, nonostante la continua presenza all'interno dell'edificio di moltissimi alunni ed operatori scolastici. Tutto ciò si è verificato, senza che la comunità scolastica venisse a conoscenza degli esisti delle perizie,
    si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non intendano accertare le ragioni per cui, pur essendo l'edificio così gravemente inagibile, tanto da poter crollare da un momento all'altro, la Provincia non sia intervenuta immediatamente, già dopo il primo sopralluogo di marzo, intimando lo sgombero del plesso, ma abbia atteso l'8 settembre (a soli 4 giorni dall'inizio dell'anno scolastico) per emanare il decreto che inibisce l'utilizzo del plesso;
    se non intendano verificare le ragioni per cui, pur essendo stati svolti importanti lavori di ristrutturazione dell'edificio solo pochissimi anni addietro con un ingente spesa, non siano stati, altresì, effettuati i controlli richiesti dalle norme nazionali in termini di tenuta degli edifici scolastici;
    se non intendano intervenire, al fine di interrompere provvisoriamente i lavori di abbattimento dell'edificio, essendo la cittadinanza fortemente preoccupata dalla possibilità che tale area sia appetibile alle mire della speculazione edilizia, sacrificando un edificio agli interessi di costruttori locali, nonché al fine di svolgere una propria perizia in grado di stabilire se l'edificio possa essere ripristinato a norma con soli lavori di ristrutturazione.


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  4. #4
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    Pubblicato in G.U. il decreto per l’assegnazione di risorse finanziarie aggiuntive per l’edilizia scolastica

    E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri concernente l’assegnazione alle Regioni Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, di risorse finanziarie integrative per interventi sugli edifici a rischio sismico e per la costruzione di nuove scuole.
    Nell’articolo 1 si legge: “In considerazione di quanto esposto nelle premesse che costituiscono parte integrante del presente decreto, e’ disposta la
    revoca della somma di 765.903,80 Euro, relativa alle annualita’ 2012-2013, gia’ assegnata alle regioni Molise e Sardegna. La somma e’ riassegnata a favore delle Regioni Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, secondo lo schema riportato in Allegato 1, al fine di essere destinata, per interventi da realizzarsi con le medesime finalita’ di cui all’art. 2, comma 276, della legge 24 dicembre 2007,
    n. 244, mediante appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.”


    Orizzontescuola
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  5. #5
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    Sicurezza scolastica, l’Anp incalza il governo: sia una priorità



    Le soluzioni delle problematiche relative alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e alla qualità delle strutture edilizie, non sono più rinviabili: una media di 44 crolli all’anno, una scuola su quattro con manutenzione inadeguata e solo il 3% in ottimo stato.
    La posizione dell’Anp
    L’Anp, si legge in una nota, ribadisce che il problema della sicurezza nelle scuole è di estrema gravità. Riguarda circa otto milioni di studenti, per lo più minori, circa un milione di lavoratori e non può essere risolto riferendosi a controlli su presunte inadempienze organizzative dei dirigenti scolastici.
    La vicenda dell’adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio è emblematica: decorso il termine per la messa a norma (31 dicembre 2017) quasi nulla è cambiato. Peraltro, il 18 aprile 2018, il ministero dell’interno ha diramato una nota che sembra indirizzare l’attività di controllo a carico dei dirigenti scolastici con la pretesa che siano solo questi ultimi a dover risolvere le diffuse e vistose carenze edilizie con misure di carattere meramente organizzativo, non considerando che la proprietà degli immobili è degli enti locali.
    Altre dovrebbero essere le strade: sarebbe molto agevole avviare un percorso legislativo che permetta un adeguamento con scadenze progressive alle norme di sicurezza antincendio nelle attività scolastiche. La progressività consentirebbe di avviare un percorso con garanzie di fattibilità, con scadenze controllabili e verificabili dai cittadini. L’Anp, inoltre, non comprende le ragioni dell’inaspettata chiusura della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici che da quattro anni svolgeva un ruolo di supporto e di accompagnamento per l’utilizzo dei fondi dedicati alla sicurezza delle scuole.



    Edscuola
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  6. #6
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    Edilizia scolastica: sbloccati 36 mln per scuole innovative e sicurezza



    Miur – Trentasei milioni di euro per l’edilizia scolastica innovativa e risorse per la sicurezza degli edifici. Le Commissioni riunite VIII e IX della Camera dei deputati hanno approvato ieri due emendamenti in materia di edilizia scolastica predisposti dal MIUR e presentati dai relatori in sede di conversione del decreto-legge su Genova.
    Il primo emendamento sblocca 9 milioni di euro all’anno, per il prossimo triennio, per la progettazione di scuole innovative e 4,5 milioni di euro all’anno, per il prossimo biennio, per la progettazione di Poli dell’infanzia. Una misura molto attesa dagli Enti locali che, al momento, non dispongono delle risorse necessarie.
    Il secondo emendamento consente di recuperare i fondi stanziati con un Programma di edilizia scolastica del 2009 e rimasti inutilizzati, che potranno essere destinati a interventi di messa in sicurezza degli edifici.
    “Continua il percorso intrapreso dal Governo, fin dal suo insediamento, per semplificare e accelerare le procedure per mettere a disposizione degli Enti locali i finanziamenti necessari per gli interventi in materia di edilizia scolastica – dichiara il Ministro Marco Bussetti -. Stiamo dimostrando con i fatti che il benessere e la sicurezza dei nostri ragazzi rappresentano davvero una priorità”.


    Orizzontescuola
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  7. #7
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    Sicurezza, norme antincendio: ancora una proroga. L’adeguamento può attendere


    L’adeguamento della normativa antincendio può aspettare. E’ quello che emerge da un emendamento dei relatori al dl Semplificazioni, che prevede infatti un rinvio dal 31 dicembre 2018 rispettivamente al 31 dicembre 2021 e al 31 dicembre 2019 delle nuove regole, anche se contestualmente prevede un “piano triennale di interventi” con l’obiettivo di “semplificare e razionalizzare le procedure di adeguamento alla normativa antincendio”. Slitta, pertanto, l’adeguamento delle norme antincendio nelle scuole e negli asili nido.
    La storia infinita delle proroghe
    Si tratta pertanto di una proroga, l’ennesima, che riguarda la normativa antincendio di scuole e asili. Eppure la prima versione del disegno di legge, segnala Il Corriere della Sera, recava che dal 1° gennaio 2019 tutte le scuole dovevano essere dotate del Certificato Prevenzione Incendi (che dal 2011 è diventato Segnalazione Certificata Inizio Attività – SCIA antincendio) e dovevano rispettare le disposizioni delle «Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica» previste da un decreto del ‘92, o, in alternativa, delle «Norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche», del 2017.
    Per gli asili nido, invece, era previsto un adeguamento alle regole del 2014.
    Le scuole però non sono a norma
    Il fattore più preoccupante di questa proroga risiede nello stato di salute degli edifici scolastici, che risulta essere davvero allarmante. A sostegno di ciò, gli ultimi dati dell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica realizzata dal Miur, vede un preoccupante 58% di scuole che non rispetta le norme antincendio. Anche l’agibilità è un problema: il 53% degli istituti scolastici non risulta essere in regola sotto il profilo dell’agibilità.
    Il Miur ha inoltre rilevato che oltre il 70% delle scuole è in possesso del documento di valutazione del rischio (72%) e di un Piano di emergenza (73%) ed il 39% è in possesso del certificato di agibilità/abitabilità.
    Inoltre il 78,6% delle scuole ha il piano di emergenza ed il 57,5% degli edifici è dotato di accorgimenti per ridurre i consumi energetici. Infine, le barriere architettoniche risultano rimosse nel 74,5% degli edifici.
    Insomma, dati alla mano, abbiamo un adeguamento degli edifici scolastici che dovrebbe essere prioritario, ma dalla politica solo proroghe su proroghe.



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  8. #8
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    Amianto a scuola, quando rappresenta un rischio?


    Nelle scuole e negli edifici pubblici di tutta Italia sono ancora presenti manufatti in amianto, sebbene il suo uso sia stato vietato nel lontano 1992. Ma cosa possiamo fare per difenderci dai rischi della sua presenza a pochi metri dalle aule?
    Se l’amianto è compatto e non danneggiato, non esistono particolari rischi per la salute.
    Le fibre sono fortemente legate in una matrice stabile e solida per cui difficilmente si liberano.
    Se l’amianto è invece friabile, esiste il pericolo di inalarne fibre. Il materiale contenente amianto può essere facilmente sbriciolato o ridotto in polvere con una semplice pressione manuale.
    In tal caso le fibre di amianto sono libere e sono talmente sottili da rimanere in sospensione nell’aria anche a lungo e risultare facilmente inalabili.
    Nel documento “Amianto nelle scuole” il Dipartimento Igiene del Lavoro indica come il dirigente scolastico debba mettere in campo tutte le azioni necessarie a garantire la sicurezza di studenti e lavoratori, ed in particolare:
    – informazione: comunicazione agli studenti,al personale scolastico e alle imprese appaltatrici della presenza e della localizzazione dei manufatti in amianto
    – formazione degli studenti e del personale scolastico sui rischi derivanti dall’esposizione all’amianto, indicando in particolar modo le corrette procedure comportamentali
    – verifiche periodiche: valutazione periodiche delle condizioni dell’amianto presente negli ambienti scolastici tramite ispezioni visive e monitoraggi ambientali effettuati da laboratori qualificati
    – interventi per prevenire il danneggiamento dei manufatti
    Inoltre occore che il Dirigente Scolastico richieda all’Ente proprietario dell’immobile la verifica ed il monitoraggio del rischio amianto nonché l’eliminazione dello stesso tramite bonifica.
    Per la bonifica di strutture inquinate dalla presenza di eternit (nome commerciale dell’amianto) sono al momento possibili tre soluzioni:
    L’incapsulamento
    Il confinamento
    La rimozione e lo smaltimento in discarica
    Questi procedimenti sono disciplinati dalle leggi in vigore in materia di bonifica e la scelta di uno o dell’altro metodo dipende da diversi fattori, prima di tutto lo stato di conservazione del manufatto e le risorse economiche dell’Ente proprietario dell’edificio (ovvero Comuni o Province in caso di edifici pubblici).



    Orizzontescuola
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  9. #9
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    Scuola, arriva un miliardo ai Comuni per la sicurezza contro i terremoti


    L’annuncio del ministero dell’Istruzione: subito i fondi per 1.739 interventi, 234 solo in Emilia Romagna. Record di risorse alla Campania: 149 milioni. Fedeli: “In quattro anni investiti quasi 10 miliardi per l’edilizia scolastica”
    Oltre un miliardo di euro in arrivo per adeguare centinaia di plessi scolastici alle norme antisismiche. Una buona notizia considerato che il grosso del territorio italiano ricade in zone ad elevato e medio rischio sismico. Lo ha annunciato ieri il ministero dell’Istruzione, rendendo noto l’elenco dei Comuni che beneficeranno dei fondi stanziati con la legge di bilancio del 2017. In tutto saranno 1.739 gli interventi di adeguamento che potranno parte in tempi brevissimi. Per un totale di 1.058 milioni di euro. “L’accordo sui Comuni beneficiari – spiegano dal Miur – è stato raggiunto lo scorso 22 novembre, in Conferenza unificata, sulla base delle programmazioni regionali”. Lo scorso mese di dicembre, la ministra Valeria Fedeli ha firmato il relativo decreto, che dà la possibilità agli enti locali di avviare le procedure per iniziare i lavori.
    Il maggior numero di interventi, 234 in tutto, verrà realizzato in Emilia Romagna. La cifra più consistente arriva invece in Campania, che si aggiudica quasi 149 milioni di euro. Le risorse assegnate direttamente ai Comuni “serviranno – spiegano da viale Trastevere – prioritariamente per interventi di adeguamento sismico, o di nuova costruzione per sostituzione degli edifici esistenti, nel caso in cui l’adeguamento sismico non sia conveniente”. Ma anche per lavori finalizzati all’ottenimento del certificato di agibilità delle strutture, a interventi di messa in sicurezza necessari dopo le indagini diagnostiche sui solai e sui controsoffitti, interventi per l’adeguamento dell’edificio scolastico alla normativa antincendio, previa verifica statica e dinamica dell’edificio. Secondo l’ultimo dossier di Legambiente, più di 4 scuole italiane su 10 si trovano in aree dove possono verificarsi terremoti “forti” o “fortissimi”.
    “Sull’edilizia scolastica – spiega Fedeli – in questi ultimi quattro anni c’è stata una svolta: sono stati investiti quasi 10 miliardi, ma abbiamo operato anche sul fronte della governance, istituendo un Osservatorio dedicato, atteso da quasi vent’anni. Abbiamo ora una programmazione unica nazionale, ovvero un elenco di priorità effettive sulle quali intervenire, abbiamo un’Anagrafe con tutti i dati sullo stato delle nostre scuole”. Scelte importanti “non solo per mettere in sicurezza gli edifici, ma anche per innovare gli ambienti educativi”.
    “Sull’edilizia abbiamo fatto e continuiamo a fare un lavoro significativo che mette al centro le studentesse e gli studenti con un rinnovato impegno anche sulle scuole secondarie di secondo grado”, conclude il sottosegretario Vito De Filippo, con delega all’edilizia scolastica.


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    Edilizia scolastica: semplificazione procedure



    Edilizia scolastica, Bussetti: “Al via semplificazione delle procedure. Governo sta dimostrando con i fatti che è una priorità”
    (Martedì, 31 luglio 2018) “Con le semplificazioni approvate nell’ambito del decreto legge Ministeri, il Governo dà un segnale importante e concreto sull’edilizia scolastica. Stiamo dimostrando con i fatti che per noi la sicurezza dei nostri ragazzi è una priorità: le norme approvate consentiranno di spendere più velocemente e in modo più efficiente le risorse che abbiamo già a disposizione”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.
    Il decreto Ministeri, con un emendamento approvato ieri dall’Aula del Senato, mette infatti in campo lo snellimento di diverse procedure. A partire da quelle che regolano l’assegnazione delle risorse che rientrano nel Fondo unico per l’edilizia scolastica, la principale fonte di investimento in materia. Vengono rese omogenee tutte le procedure di finanziamento, con criteri di riparto delle risorse trasparenti e definiti a monte in un unico Accordo quadro, senza necessità di dover moltiplicare poi i decreti sulle singole linee di finanziamento. Semplificata anche la procedura per la definizione della Programmazione triennale nazionale, con meno decreti interministeriali che finora hanno di fatto appesantito le procedure e ritardato le autorizzazioni anche di parecchi mesi.
    “Stiamo lavorando nella direzione della massima semplificazione – ribadisce il Ministro -. Occorre ripensare integralmente la governance del sistema. Per questo ho promosso, d’intesa con il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, la costituzione di un Tavolo tecnico tra Stato, Regioni ed Enti locali. Il Tavolo sta lavorando al perfezionamento di un Accordo quadro in Conferenza Unificata che presenteremo nelle prossime settimane per ridurre ulteriormente gli adempimenti burocratici e tagliare i tempi necessari per l’assegnazione delle risorse agli enti locali, proprietari degli edifici scolastici”.



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