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Discussione: Edilizia scolastica

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  1. #1
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    Locri: sequestrate due scuole abusive




    Si parla spesso di scuola chiuse per rischio crolli o per lavori di manutenzione complessi e urgenti.
    Talora accade anche che le scuole vengano chiuse per le proibitive condizioni meteo.
    Mancava però il caso di scuole chiuse perchè ospitate in edifici "totalmente abusivi": sta accadendo in queste ore a Locri, dove nella mattinata di venerdì 7 le forse dell'ordine si sono presentate di fronte all'entrata dell'Istituto statale d'Arte "Panetta" e dell'Istituto professionale della città calabrese per mettere i sigilli agli edifici.
    Secondo le prime notizie delle agenzie di stampa e dei siti web locali, i due edifici sono stati posti sotto sequestro preventivo in quanto risulterebbero del tutto "abusivi".
    L'operazione che ha portato alla chiusura delle due scuole è il risultato di una lunga e complessa indagine denominata Euro Scuola, iniziata già due anni fa.
    Nell'ambito dell'operazione sono state arrestate finora non meno di una dozzina di persone e sono stati sottoposti a sequestro, per la successiva confisca, beni e immobili personali per un valore di diversi milioni di euro.
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  2. #2
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    Come prevenire gli incendi di natura elettrica a scuola




    Gli incendi in ambito scolastico non sono molto frequenti, ma allo stesso tempo possono avere conseguenze gravi per le difficoltà di evacuazione di un alto numero di utenti. Come possiamo prevenirli?
    Ogni anno Italia si verificano, in media, tra i 30.000 e i 50.000 incendi all’interno di edifici civili. In base a uno studio condotto su 500 “incendi di grande rilevanza” accaduti in dieci anni (CNVVF – Laboratorio di Elettrotecnica del Centro Studi ed Esperienze – decennio 1990-1999) le percentuali di quelli innescati da fenomeni termici associati all’energia elettrica, distinte per attività, sono:
    locali commerciali e scuole: 14%
    locali di pubblico spettacolo: 14%
    strutture alberghiere: 18%
    case di riposo: 34%.
    L’innesco di un incendio e la sua propagazione in strutture “sensibili” come un edificio scolastico, può comportare un rischio indotto non indifferente, principalmente causato dalla massiccia presenza di alunni e personale scolastico in spazi contigui.
    Alcune tra le principali misure di prevenzione incendi, finalizzate alla riduzione della probabilità di accadimento di un incendio, possono essere individuate in:
    Realizzazione di impianti elettrici a regola d’arte (Norme CEI)
    Collegamento elettrico a terra di impianti, strutture, serbatoi etc.
    Installazione di impianti parafulmine
    Ventilazione dei locali
    Utilizzazione di materiali incombustibili
    Segnaletica di Sicurezza, riferita in particolare ai rischi presenti nell’ambiente di lavoro
    Sicuramente grande rilevanza assumono anche le misure di tipo comportamentale, proprio a causa della particolare concentrazione di utenti e la tipologia di attività svolte in un Istituto Scolastico. Tra queste si ricordano:
    Sfilare la spina senza tirare il filo conduttore e sempre a mani asciutte
    Interrompere sempre l’afflusso di corrente prima di intervenire su un circuito elettrico
    Evitare di innescare spine doppie in successione
    Non eseguire mai interventi improvvisati su impianti elettrici, conduttore, prese, spine, ecc.



    Orizzontescuola
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  3. #3
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    “Sequestro per le scuole a rischio terremoto, anche di lieve entità”. La sentenza della Cassazione


    Farà sicuramente discutere la sentenza della Corte di Cassazione che accoglie il ricorso della Procura di Grosseto contro un sindaco che ha ottenuto la riapertura di una scuola a ‘leggero’ rischio sismico, pari allo 0,985 su una scala che soddisfa a ‘1’ il parametro di sicurezza statica.
    Come rivela l’Ansa, i giudici, nella sentenza, hanno stabilito che i terremoti non sono soggetti a “prevedibilità” e dunque i sindaci non devono opporsi al sequestro delle scuole che, anche nelle zone a “basso rischio sismico”, sono a ipotetico rischio crollo seppure per un “minimo scostamento dai parametri” di edificazione emanati nel 2008.

    Il caso
    Così la Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura di Grosseto contro Francesco Limatola, sindaco di Roccastrada, indagato per omissione di atti di ufficio per non aver chiuso il plesso scolastico della frazione di Ribolla “nonostante dal certificato di idoneità statica dell’immobile, redatto il 28 giugno 2013, ne emergesse la non idoneità sismica”.
    Contro il sequestro della scuola primaria e secondaria, frequentata da quasi trecento bambini, e disposta dalla magistratura grossetana, Limatola aveva fatto ricorso e il tribunale del riesame lo scorso 26 aprile lo aveva accolto togliendo i sigilli.
    Ad avviso del riesame, era insussistente “un pericolo concreto ed attuale di crollo ragionevolmente derivante dal protratto utilizzo del bene secondo destinazione d’uso, avuto riguardo all’attività scolastica svolta ininterrottamente dalla fine degli anni sessanta”.
    Contro il sindaco di Roccastrada, la Procura di Grosseto ha protestato in Cassazione sostenendo che la scuola deve essere chiusa perché il pericolo per la incolumità pubblica “nella non prevedibilità dei terremoti, doveva intendersi insito nella violazione della normativa di settore, indipendentemente dall’esistenza di un pericolo in concreto”.
    Scuola di nuovo posta sotto sequestro?
    Dando ragione alla Procura, la Suprema Corte sottolinea che “nel carattere non prevedibile dei terremoti, la regola tecnica di edificazione è ispirata alla finalità di contenimento del rischio di verificazione dell’evento”.
    Pertanto, “la inosservanza della regola tecnica di edificazione proporzionata al rischio sismico di zona, anche ove quest’ultimo si attesti su percentuali basse di verificabilità, integra pur sempre la violazione di una norma di aggravamento del pericolo e come tale va indagata e rileva ai fini dell’applicabilità del sequestro preventivo”.
    Ora il tribunale del riesame deve rimeditare il via libera al dissequestro.


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  4. #4
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    Per riparare le scuole? Nessun problema, c’è il “Bingo”



    Come si risolve l’antico e penoso problema di recuperare soldi per la manutenzione e le riparazioni delle scuole? Ma col Bingo, avrà risposto qualcuno; ed ecco allora, in Cile, il ministro dell’istruzione, invece di sbracciarsi a cercare fondi tra le pieghe del bilancio dello Stato, mette in opera un bel Bingo, tutto d’azzardo, per finanziare lo stato penoso delle scuole della sua Nazione.
    Troppe richieste di soldi
    Stanco infatti delle continue richieste di intervento per la realizzazione di riparazioni nelle scuole pubbliche del Cile, il ministro dell’Istruzione, Gerardo Varela, ha lanciato l’idea: cari prof e cari dirigenti, organizzatevi con dei Bingo; così potete raccogliere denaro e procedere con i vostri fondi alla copertura di ogni vostra esigenza.
    Troppe scuole disastrate
    Ad una cerimonia per il decimo anniversario dell’ ente privato ‘Enseña Chile’, Varela ha colto di sorpresa l’uditorio osservando fra l’altro che “tutti i giorni ricevo reclami di persone che sollecitano il ministero ad intervenire per riparare il tetto di un liceo o un’aula di una scuola che deve aggiustare il pavimento”.
    In mezzo alla notizia
    Spunta il Bingo
    “Io mi chiedo – ha aggiunto – ‘ma perché non si organizzano un Bingo?’. Perché da Santiago io devo andare a riparare il tetto di un liceo? Questi sono i problemi dell’assistenzialismo, e così la gente non si fa carico dei suoi problemi ed esige che glieli risolvano altri”
    Sembra tuttavia che le dichiarazioni del ministro, diffuse attraverso i social network, avrebbero suscitato immediate critiche.
    Come la tombola o come la fiera del dolce
    L’idea tuttavia, a mali estremi, sembra di quelle da non gettare: invece di organizzare la “fiera delle torte” o la “giornata di beneficenza” per la raccolta fondi da impiegare nelle scuole, un bel bingo, che è in fondo come la tombola, taglia la testa a ogni altra iniziativa.


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  5. #5
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    Giornata per le scuole sicure, oltre 500 eventi in tutta Italia


    Si celebra oggi la Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole. Saranno oltre 500 gli eventi in tutta Italia per riflettere sul tema anche in memoria di chi ha perso la vita, in passato, a causa di incidenti avvenuti in ambito scolastico.
    Gli appuntamenti
    In occasione della Giornata,il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, firmerà al Miur il protocollo d’intesa tra il suo ministero, il Mef, la Bei, Banca Europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa e Cdp-Cassa Depositi e Prestiti per dare attuazione agli interventi della Programmazione triennale nazionale 2018-2020 in materia di edilizia scolastica. Il documento, fanno sapere dal ministero, definirà anche il ruolo di ciascuna istituzione firmataria. Subito dopo, il ministro Bussetti insedierà la riunione dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica, nel corso della quale verranno illustrate le modifiche e le semplificazioni normative introdotte dal Governo con appositi provvedimenti e con l’accordo firmato in Conferenza unificata lo scorso 6 settembre. Si parlerà anche delle principali novità relative all’Anagrafe dell’edilizia scolastica.
    Premi alle scuole
    La seconda parte della mattinata, fa sapere ancora il Miur in una nota, sarà dedicata alla premiazione dei progetti sulla sicurezza nelle scuole vincitrici dell’edizione 2017 del concorso “Giornata della sicurezza” e della caccia al tesoro online “A caccia di sicurezza”. Seguirà il collegamento con #Futura Campobasso e con gli studenti impegnati nella maratona progettuale dedicata ai temi della sicurezza. I lavori si concluderanno con la presentazione di tre idee innovative presentate dalle scuole in materia di sicurezza e prevenzione dei rischi.


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    Scuole, 10 miliardi per la sicurezza


    L’ultima in ordine di tempo è stata la scuola primaria Cambini di Pisa. Che martedì scorso ha visto crollare una parte del soffitto. Per fortuna senza feriti, perché il primo piano era stato già dichiarato inagibile. Ma è l’ennesima prova che l’edilizia scolastica in Italia resta un’emergenza. Come gli enti locali proprietari ricordano al governo praticamente ogni giorno. Anche se al ministero dell’Istruzione ne sono consapevoli già da soli. Al punto che stanno lavorando in due direzioni: da un lato, sbloccando tutti i finanziamenti “sbloccabili”; dall’altro, rimpinguando la dote per la messa in sicurezza degli stabili. Che – tra fondi scongelati e nuove poste – sfiora ormai i 10 miliardi di euro.
    La nuova anagrafe
    A fine settembre il Miur ha presentato la nuova anagrafe dell’edilizia scolastica. Mettendo online tutti i dati in suo possesso. La fotografia che ne deriva lascia poco spazio ai dubbi. Su 40.151 edifici censiti (+17,8% rispetto all’ultima rilevazione) oltre 22mila sono stati costruiti prima del 1970. Nel complesso solo il 53,2% possiede il certificato di collaudo statico mentre il 59,5% non ha quello di prevenzione incendi. Senza contare che il 53,8% non possiede il documento di agibilità/abitabilità. Tutti dati – sottolineano dal ministero – che verranno aggiornati in tempo reale grazie allo scambio di informazioni con le anagrafi regionali. Una volta che queste saranno complete. Dei 500 campi che le autonomie dovranno inserire, 158 andranno prodotti da giugno in poi e gli altri solo a partire dal 2020. Nel frattempo, a giorni sarà operativo operativo lo scambio di notizie con l’anagrafe degli studenti. In modo da conoscere in tempo reale la dislocazione degli alunni nei vari plessi scolastici.
    Le risorse a disposizione
    Quando il discorso si sposta sui fondi cominciano le note dolenti. Almeno a detta degli enti locali. Nel sottolineare che il fabbisogno complessivo per la messa in sicurezza dell’intero patrimonio scolastico richiederebbe 30 miliardi l’Anci quantifica in oltre 6 miliardi le risorse disponibili in teoria ma bloccate in pratica. Un tema rilanciato anche dalle province che si soffermano, ad esempio, sugli 1,7 miliardi di mutui Bei. A tal proposito l’Upi ricorda l’impegno a destinarne almeno il 30% alle superiori (di loro competenza) e lamentando l’assenza del decreto interministeriale Mef-Miur di assegnazione. Provvedimento che in realtà sarebbe stato firmato il 31 gennaio ed è in attesa di pubblicazione. Interrogato sui numeri, al Sole 24 ore del Lunedì il ministro Marco Bussetti risponde: «Come governo abbiamo lavorato da subito per sbloccare le risorse a disposizione, oltre 7 miliardi, che erano rimaste nel “cassetto”. In pochi mesi – aggiunge – le abbiamo sbloccate e ne abbiamo chieste di nuove, abbiamo semplificato la normativa, velocizzando la spesa, abbiamo lavorato al miglioramento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, abbiamo messo a disposizione degli enti locali risorse specifiche per la progettazione in mancanza delle quali, spesso, i lavori si rallentavano». E cita poi i 114 milioni con cui sarà avviato «uno specifico piano per l’antincendio che si attendeva da anni». E che consentirà – precisa – di avviare «2.000 interventi per l’ottenimento della certificazione». Nonostante lo stop alla proroga triennale dei piani antincendio che è entrato e uscito dal decreto semplificazioni dopo l’alt del Colle ai troppi emendamenti disomogenei.
    Nel complesso da qui ai prossimi anni le risorse per l’edilizia sfioreranno i 10 miliardi. Se ai 7 citati da Bussetti aggiungiamo gli 80 milioni per l’antisismica e soprattutto i 2,6 miliardi sul Fondo investimenti. Richiesti per effetto della manovra 2019 e da sbloccare mano a mano.


    Edscuola
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  7. #7
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    Edilizia scolastica, crolli: uno ogni tre giorni di scuola. E’ emergenza



    Cittadinanzattiva avverte: l’ anno scolastico si apre con emergenza crolli. 70 complessivi nell’anno scolastico 2019/19, uno ogni tre giorni di scuola.
    I dati sono stati raccolti nell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, di cui sarà presentata il prossimo 26 settembre la diciassettesima edizione.
    “Il peggior dato degli ultimi anni, un crollo ogni tre giorni di scuola”, commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. “Appare prioritario, alla luce di questo dato, che gli Enti locali garantiscano con urgenza gli interventi ordinari e straordinari di manutenzione e le indagini diagnostiche su soffitti e solai per scongiurare altri crolli.
    Poiché le procedure burocratiche per l’utilizzo effettivo dei fondi disponibili per l’edilizia scolastica sono eccessivamente farraginose (occorrono anche tre anni dalla progettazione alla effettiva realizzazione degli interventi di messa in sicurezza o costruzione di un nuovo edificio scolastico), chiediamo al nuovo Governo e al Neo Ministro Fioramonti di intervenire per la semplificazione delle procedure ed istituire o ripristinare con urgenza una struttura tecnica ed informativa per l’edilizia scolastica che sia di supporto agli Enti locali con carenza di risorse tecniche o umane, o di piccole dimensioni, per agevolarli nel reperimento di dati aggiornati sullo stato delle scuole, nell’accesso ai fondi e nella progettazione degli interventi.
    Particolare attenzione andrebbe altresì riservata sia alle zone del Centro Italia colpite dal terremoto, a partire all’Aquila dove la ricostruzione delle scuole è ferma; sia alla realizzazione delle scuole innovative che ancora sono nella fase di progettazione e che invece, soprattutto nelle aree interne del Paese, rappresenterebbero un’occasione di rilancio e uno strumento per colmare le disuguaglianze in termini di livelli di istruzione.
    Chiediamo, infine, al nuovo Governo di dar seguito alla proposta di legge quadro sulla sicurezza scolastica, depositata negli scorsi mesi da Cittadinanzattiva e Save The Children, per completare e riordinare la normativa esistente”.
    Alcuni dati dal XVI Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza scolastica
    Solo una scuola su quattro è in possesso del certificato di agibilità statica, una su tre di quello di prevenzione incendi e dell’agibilità igienico-sanitaria, poco più della metà del collaudo statico.
    In generale emergono notevoli disomogeneità tra le varie aree del Paese: il Sud arranca, poiché qui nemmeno il 20% delle scuole è in regola con questi adempimenti.
    Per quanto riguarda le scuole nelle aree a rischio sismico, sono state solo 1700 le verifiche di vulnerabilità sismica effettuate rispetto alle oltre 4000 richieste dagli enti locali; fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità.


    Orizzontescuola
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