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Discussione: Alunni disabili

  1. #21
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    Gli importi specifici erogati ai disabili escono dall’Isee





    Tutte le prestazioni previdenziali e indennitarie, i trattamenti assistenziali e le carte di debito percepite da soggetti disabili sono escluse dal calcolo del reddito disponibile ai fini Isee. Cancellato anche il sistema di franchigie e detrazioni che serviva – nella nuova versione dell’indicatore della situazione economica equivalente dei nuclei familiari – a garantire i non autosufficienti dalle penalizzazioni legate al mutato calcolo delle prestazioni loro concesse. Al posto di questi “bilanciatori fiscali” ritorna, invece, la maggiorazione dello 0,5 della scala di equivalenza per ogni componente disabile di una famiglia.
    Sono queste le modifiche che il Governo ha voluto introdurre al Dpcm 159/2013 che ha cambiato il design dell’Isee. Correzioni che recepiscono in pieno le sentenze del Consiglio di Stato che hanno respinto l’appello al pronunciamento del Tar dell’anno scorso in cui s’impone di considerare come «emolumenti riconosciuti a titolo risarcitorio quelli a favore di situazioni di disabilità».
    Il provvedimento, nella forma di emendamento al Dl scuola all’esame del Senato, è stato adottato dall’ultimo Consiglio dei ministri e appena trasmesso a palazzo Madama.
    Nell’emendamento c’è anche una norma di chiarimento che riguarda le borse di studio: questo beneficio va valorizzato sì ai fini del calcolo Isee, ma l’ente erogatore dovrà sottrarre il valore della stessa borsa in rapporto alla scala di equivalenza. Le nuove regole scatteranno dopo 45 giorni dalla pubblicazione del testo, mentre gli enti erogatori di prestazioni basate sulla prova dei mezzi dovranno adeguarsi entro un mese. Le nuove regole, che faranno rivivere per le famiglie con disabili le modalità di calcolo previgenti, dovranno essere adottate nel rispetto dei limiti di bilancio degli stessi enti erogatori.
    Secondo la relazione tecnica che accompagna l’emendamento, circa il 20% delle famiglie che ha presentato una dichiarazione sostitutiva (Dsu) per avere il nuovo Isee ha un disabile. Le nuove regole dovrebbero avere un effetto limitato a non più di un milione di euro l’anno in termini di impatto sui saldi di finanza pubblica (risorse che verranno coperte con l’utilizzo del Fondo nazionale per le politiche sociali). In particolare, sulla base delle simulazioni Inps, risulterebbe che la presenza di disabili in nuclei che beneficiano dell’assegno familiare con almeno tre figli minori non supera il 10%, percentuale che si dimezza per i nuclei che invece beneficiano dell’assegno di maternità.


    Edscuola
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  2. #22
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    «Regioni inadempienti sull’assistenza agli alunni disabili»



    Da quando le Province hanno cessato di gestire il trasporto gratuito per le scuole secondarie e l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione per gli alunni con cecità e sordità nelle scuole di ogni ordine e grado e per gli altri alunni con disabilità nelle scuole superiori, «si sono diffuse gravi condizioni di disagio». L’allarme è lanciato dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish).
    La questione
    Le Regioni, spiega la Fish, avrebbero dovuto affidare quelle competenze e le corrispondenti risorse ad altri enti quali città metropolitane, enti di area vasta, ambiti territoriali, associazioni o consorzi di comuni ecc. A fronte dell’immobilismo e delle incertezze interpretative, l’ultima legge di stabilità ha ribadito che tali competenze sono definitivamente assegnate alle singole Regioni che potranno attribuirle ad altri enti. A questo punto, oltre all’incertezza circa gli enti destinatari delle competenze, è sorta un’altra incertezza per le famiglie e le scuole e cioè a quali assessorati regionali si intendesse attribuire la competenza ed i corrispondenti finanziamenti.
    La denuncia
    «A metà luglio 2016 , cioè a due mesi dall’inizio della scuola, ancora il disorientamento regna sovrano! – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap -. Le scuole non sanno come sarà garantita la frequenza e le famiglie sono giustamente in ansia, poiché questi servizi normalmente negli anni precedenti erano programmati già a partire da febbraio o marzo dell’anno precedente».
    È a rischio il diritto allo studio in molte Regioni: gli alunni con disabilità non potranno frequentare come i compagni fin dall’inizio dell’anno e in taluni casi dovranno frequentare senza tali servizi o dovranno totalmente rinunciare alla frequenza. Di fronte alla violazione del diritto costituzionale allo studio, Fish annuncia azioni legali contro le Regioni inadempienti e la presentazione di esposti-denuncia «perché la Magistratura accerti se vi siano stati comportamenti omissivi che integrino il reato di interruzione di pubblici servizi».


    Edscuola
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  3. #23
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    Disabili, la chiusura delle Province la pagano gli alunni?


    La graduale chiusura delle Province, starebbe creando grossi problemi all’assistenza e al trasporto degli alunni con disabilità.
    A denunciarlo è una loro associazione, la Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), secondo cui ad oggi per gli studenti disabili "è a rischio il diritto allo studio in molte Regioni".
    "Da quando le Province hanno cessato di gestire il trasporto gratuito per le scuole secondarie e l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione per gli alunni con cecità e sordità – spiega l’associazione - nelle scuole di ogni ordine e grado e per gli altri alunni con disabilità nelle scuole superiori, si sono diffuse - spiega - gravi condizioni di disagio. Le Regioni avrebbero dovuto affidare quelle competenze e le corrispondenti risorse ad altri enti quali città metropolitane, enti di area vasta, ambiti territoriali, associazioni o consorzi di comuni ecc.".
    "A metà luglio 2016, cioè a due mesi dall'inizio dell'anno scolastico, ancora il disorientamento regna sovrano. Le scuole - dichiara Vincenzo Falabella, Presidente della Fish - non sanno come sarà garantita la frequenza e le famiglie sono giustamente in ansia, poiché questi servizi normalmente negli anni precedenti erano programmati già a partire da febbraio o marzo dell'anno precedente".
    "Gli alunni con disabilità non potranno frequentare come i compagni fin dall'inizio dell'anno e in taluni casi - fa notare Falabella - dovranno frequentare senza tali servizi o dovranno totalmente rinunciare alla frequenza".
    La Federazione intende anche sporgere esposti-denuncia perché la Magistratura accerti se vi siano stati comportamenti omissivi che integrino il reato di interruzione di pubblici servizi.
    La Fish annuncia quindi azioni legali contro le Regioni inadempienti: "Non esiteremo ad agire contro le Giunte e gli Assessori che non hanno provveduto ad attivare in tempi utili i servizi che garantiscono la frequenza. È patente la discriminazione ai danni degli alunni con disabilità: chiederemo, oltre che la nomina di commissari ad acta che provvedano nel più breve tempo possibile, anche il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali come previsto dalla legge 67/2006".


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  4. #24
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    Alunni disabili, il CdM sblocca 70 milioni di euro per l’assistenza e il trasporto



    Finalmente una buona notizia per il personale che assiste gli alunni disabili nelle scuole e, di riflesso, per gli stessi allievi con le rispettive famiglie.
    Nel pomeriggio del 30 agosto, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al contributo di 70 milioni di euro per il 2016 destinato alle Regioni per l’assistenza agli alunni con disabilità, che verrà così ripartito: il 60% sulla base del numero degli alunni disabili nelle scuole superiori di ciascuna Provincia; il restante 40% tenendo conto della spesa media già sostenuta dalle Province per svolgere le stesse funzioni nel triennio 2012-2014.
    Ricordiamo che il contributo, in particolare, è destinato alle funzioni di assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche e sensoriali (figure che però non sono quelle del comune ‘sostegno’ all’alunno, il cui ruolo ha una connotazione prettamente didattica-formativa), ma anche ai servizi di supporto organizzativo necessari per l’istruzione degli alunni con handicap o in situazioni di svantaggio.
    Quindi, di fatto, gli enti locali avranno a disposizione l’atteso “portafoglio” per permettere gli assistenti alla comunicazione, come nel caso degli alunni sordi o ciechi, l’affiancamento per esigenze pratiche, come nel caso dei disabili non autosufficienti. I finanziamenti serviranno, inoltre, per gli spostamenti dei disabili da casa a scuola o per svolgere attività didattica, attraverso i mezzi di trasporto comunali.
    L’ok al contributo è arrivato attraverso il sì al Decreto di riparto del contributo, la cui adozione è stata autorizzata appunto dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa.
    “È un provvedimento importante, significativo e atteso – dice Costa – vi era un’oggettiva urgenza di sbloccare subito le risorse, tenendo conto delle osservazioni formulate in sede di Conferenza unificata dall’Anci e dall’Upi. È infatti essenziale l’esigenza di assicurare continuità nell’assistenza e dare certezze e serenità alle famiglie, in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico”.
    Ricordiamo, infine, che c’era molta apprensione per la mancata concessione del contributo: nelle scorse settimane, infatti, gli enti locali, ma anche le cooperative che gestiscono gli assistenti agli alunni disabili, avevano esposto in più occasione tutto il loro disappunto per la situazione. Ora, però, a pochi giorni dal nuovo anno scolastico è arrivata la notizia del via libera. A breve, è atteso il decreto che dovrebbe ripartire i fondi a livello locale e le modalità generali di gestione.


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  5. #25
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    Negata l’assistenza a circa 2000 alunni disabili della Sicilia


    Sono Giovanni Cirasa il papà di Antonio e Vittoria, gemelli, studenti disabili in carrozzina senza autonomia propria, che frequentano il 4° anno rispettivamente Scientifico e Turistico dell’ Istituto Majorana di Avola prov di Siracusa….
    Entrambi hanno l’insegnante di sostegno ma manca una figura altrettanto importante che serve a completare la loro integrazione nel contesto scolastico; l’assistente, ovvero una persona specializzata che si occupa di loro per tutto l’orario scolastico e per tutte le esigenze così come previsto dalla normativa.
    Rovistando tra le leggi oltre a questa figura che dovrebbero fornire gli enti locali e le asl c’è anche il collaboratore scolastico a cui è deputato il compito dell’igiene personale, previo un corso di 40 ore. I presidi dovrebbe attraverso ordine di servizio nominare i collaboratori scolastici per tale compito altrimenti potrebbero incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio… Ma la beffa più grande è quella che i collaboratori scolastici che hanno fatto il corso,
    consapevoli della loro incapacità, si rifiutano!!!!! Poi c’è da dire che spesso sono in numero limitato per le esigenze scolastiche in generale e quindi pur percependo un aumento nello stipendio e per i suddetti motivi non danno nessun aiuto, neanche per gli alunni con problematiche meno gravi dove non si richiede un’assistenza specialistica….
    I servizi in generale degli studenti disabili sono state affidati, nel corso degli anni, dalla regione siciliana a delle cooperative esterne che forniscono personale specializzato, in molti laureati con competenze specialistiche. Tuttavia ogni anno, la sempre crescente richiesta a causa dell’aumento delle disabilità, e la mancanza di fondi , hanno limitato questi servizi a poche ore del giorno scolastico, come se un bisogno si potesse programmare, con ritardi sull’inizio rispetto all’apertura della scuola e con sospensioni durante il corso dell’ anno, creando disagi e frustrazione alle famiglie ma soprattutto ai disabili….
    Anche Quest’anno la scuola è iniziata ma tali servizi che dovrebbero essere finanziti dall’ex provinxcia di Siracusa, sono stati negati per la mancanza di fondi. Le ex provincie della sicilia non essendo state regolamentate dalla politica del presidente Crocetta sono allo sbando e così pure tutti i servizi di competenza….
    Solo ad Avola 17 alunni disabili delle scuole superiori stanno vivendo il dramma di vedersi negato il diritto allo studio, in tutta la provincia di Siracusa sono circa 200 e in tutta la sicilia sono circa 2000 alunni disabili senza il servizio di trasporto e di assistenza.
    Ogni anno e così da 14 anni, cioè da quando i miei figli hanno fatto ingresso a scuola, mi sono visto costretto a battermi per questa problematica…. Un inferno che sommato alle vicissitudini connesse alla malattia,
    ci hanno reso la vita ancora più difficile…L ‘integrazione scolastica dei cittadini disabili si configura come un diritto fondamentale della persona, sancito dagli Art. 2,3,31,32,34,38 della costituzione, dall’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dagli art. 15,16 e 17 della carta soci ale Europea, dall’art. 26 della carta dei diritti fondamentali dell’unione Europea…. Quante leggi sono state violate e, mi chiedo, perché non è possibile fare un’azione legale contro chi nega il diritto? …. Perché a negarlo è lo stato che prima fa le leggi e poi non li rispetta… Continuamente il mio appello nell’invitare gli organi deputati a far rispettare le leggi di intervenire ma nessuno mai lo ha fatto. Ho scritto al presidente della repubblica e ad alcuni ministri, come da allegati a questa email, ma nessuno mi ha dato risposte concrete e risolutive….
    Chiedo ancora una volta il vostro aiuto per i 2000 studenti delle scuole superiori della sicilia, cifre che arrivano a superare i 10.000 se si considerano gli alunni delle scuole medie inferiori, laddove i comuni non si attivano….


    Orizzontescuola
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  6. #26
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    Disabilità, ecco i dati dell’Istat: al Sud più ore di sostegno


    Arrivano i dati da un report dell’Istat sull’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
    Nell’anno scolastico 2015-2016 gli alunni con disabilità nella scuola primaria sono 88.281, pari al 3% del totale degli alunni, nella scuola secondaria di I grado 67.690 (il 4% del totale).
    Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno rilevati dal MIUR sono più di 82 mila, 1 ogni 2 alunni con disabilità. E’ evidente che nelle regioni del Mezzogiorno si registra il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali assegnate. Circa l’8% delle famiglie di alunni della scuola primaria e il 5% della secondaria ha presentato negli anni un ricorso per ottenere l’aumento delle ore di sostegno.
    Inoltre il 16% degli alunni con disabilità della scuola primaria ha cambiato insegnante di sostegno durante l’anno scolastico, il 19% nella scuola secondaria di primo grado. Il 42% degli alunni della scuola primaria ha cambiato l’insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente, mentre nella scuola secondaria di primo grado ciò accade nel 36% dei casi.
    Ma c’è anche il nodo tanto discusso delle gite e uscite didattiche per alunni con disabilità: sono in media il 10% gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola.
    Come riporta ANSA, la partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece più difficoltosa: nella scuola secondaria di primo grado non partecipano il 20% degli alunni con sostegno; nella scuola primaria la percentuale si attesta all’8%.
    Nella scuola primaria si stima che l’8% degli alunni con disabilità non sia autonomo in nessuna di queste attività: spostarsi, mangiare o andare in bagno. Nella scuola secondaria di primo grado tale quota è pari al 6%.
    La disabilità intellettiva, i disturbi dell’apprendimento e quelli dello sviluppo rappresentano i problemi più frequenti negli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici. Gli assistenti educativi culturali o gli assistenti ad personam svolgono mediamente circa 10 ore settimanali in entrambi gli ordini scolastici, con differenze significative tra Nord e Sud.


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  7. #27
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    Sostegno e viaggi d’istruzione. Non partecipa il 20% degli studenti, se è previsto il pernottamento



    Nell’anno scolastico 2015-2016 gli alunni con disabilità nella scuola primaria sono 88.281 (pari al 3% del totale degli alunni), nella scuola secondaria di I grado 67.690 (il 4% del totale).
    Nella scuola primaria si stima che l’8% degli alunni con disabilità non sia autonomo in nessuna delle seguenti attività: spostarsi, mangiare o andare in bagno. Nella scuola secondaria di primo grado tale quota è pari al 6%.
    Sono in media il 10% gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola. La partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece più difficoltosa: nella scuola secondaria di primo grado non partecipano il 20% degli alunni con sostegno; nella scuola primaria la percentuale si attesta all’8%.
    In questo contesto le differenze territoriali sono rilevanti: nel Mezzogiorno non partecipano alle gite con pernottamento il 12,8% degli alunni della scuola primaria contro il 7,8% del Centro e il 5,1% del Nord. Allo stesso modo nella scuola secondaria di primo grado non partecipano alle gite con pernottamento il 31,3% degli alunni con sostegno nelle scuole del Mezzogiorno contro il 19,3% del Centro e il 11,3% del Nord. Tra i motivi della mancata partecipazione spiccano i problemi legati alla disabilità e i problemi economici.
    L’art. 3 della Costituzione Italiana e del principio di integrazione scolastica ribadisce il diritto degli alunni con disabilità a partecipare a viaggi di istruzione e visite guidate, esattamente come tutti gli altri compagni, sulla base del principio di uguaglianza. La scuola per garantire la partecipazione degli studenti con disabilità deve designare un accompagnatore qualificato tra tutto il personale, che in genere è il docente di sostegno. Capita molto spesso che se il docente non è disponibile ad accompagnarlo in gita, lo studente non ha possibilità di aggregarsi ai compagni.


    Orizzontescuola
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  8. #28
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    Studenti disabili. Troppe le ore passate fuori classe con il docente di sostegno: a rischio il principio di inclusività


    Quante ore svolgono in classe gli studenti disabili e che tipo di attività svolgono? I dati ISTAT rispondono a queste domande.
    Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente con l’alunno attività di tipo didattico (per l’80,6% nella scuola primaria e per l’82,8% della scuola secondaria di primo grado) anche se c’è una quota, pari al 15,6% nella primaria e al 12,9 nella secondaria, che svolge prevalentemente attività di mediazione, intendendo con questa anche il contenimento di comportamenti problematici, causa molto spesso di allontanamento dal gruppo classe. È residuale invece la quota di insegnanti di sostegno che svolge prevalentemente attività di tipo assistenziale (intorno al 3% in entrambi gli ordini scolastici).
    Dallo studio appena diffuso da ISTAT gli alunni con disabilità passano in media 24,9 ore settimanali all’interno della classe per la scuola primaria e 22,5 per quella secondaria e seguono attività didattica al di fuori della classe per un numero residuale di ore, in media 3,5 ore settimanali nella scuola primaria e 4,1 nella scuola secondaria di primo grado.
    Un dato in peggioramento rispetto a quello della media del quinquennio 2010/2011 – 2014/2015 che evidenziava una frequenza media in classe degli alunni della scuola primaria con disabilità lieve di 25,4 ore e 3,36 fuori. In peggioramento anche il dato relativo alla scuola secondaria: infatti la media del quinquennio sopra indicato era di 22,9 ore in classe e 3,9 ore fuori. E se i livelli di abilità diventavano più bassi il numero medio di ore dentro scendeva a 15,8 e fuori 9,4.
    E’ un dato non certamente positivo: il processo d’inclusione scolastica dovrebbe prevedere che tutta l’attività didattica sia svolta in classe insieme ai compagni, anche in forma di compresenza tra insegnante di sostegno e curriculare, e che ci sia, inoltre, una completa partecipazione dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche comprese le gite di istruzione e le uscite didattiche brevi.


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  9. #29
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    Sostegno. TAR, classe troppo numerosa per un bambino disabile


    Il TAR sospende l’efficacia dei provvedimenti che inserivano il bambino in una classe giudicata dal Tar troppo numerosa, con altri tre bambini DSA.
    L’ha deciso il Tar del Fvg con l’ordinanza depositata ieri. Il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa vigente, attraverso l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli enti locali e il servizio sanitario.
    L’obiettivo dei genitori del giovane studente è ottenere l’inserimento del figlio in una classe con, al massimo, 20 alunni e l’assistenza di un insegnante di sostegno per almeno 18 ore settimanali. L’esito della controversia si risolverà soltanto durante l’udienza fissata il 21 giugno, ad anno scolastico terminato.


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  10. #30
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    Alunni diversamente abili, la diagnosi funzionale perfeziona la registrazione



    Dal 16 gennaio al 6 febbraio 2017 è possibile iscrivere gli alunni alle scuola dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado. Per gli studenti in situazione di handicap e per quelli con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) è necessario prestare particolare attenzione all’atto dell’iscrizione, perché bisogna realizzare alcuni specifici adempimenti.
    Iscrizione alunni in situazione di handicap
    Le iscrizioni degli alunni con disabilità devono essere completate con la presentazione, alla scuola prescelta, della certificazione rilasciata dalla Asl di competenza. La documentazione deve, inoltre, contenere anche la diagnosi funzionale, predisposta a seguito degli accertamenti collegiali. Ai fini della individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, le Aziende sanitarie dispongono, su richiesta documentata dei genitori o degli esercenti la potestà parentale o la tutela dell’alunno medesimo, appositi accertamenti collegiali. Tali accertamenti sono propedeutici alla redazione della diagnosi funzionale dell’alunno, cui provvede l’unità multidisciplinare. Si tratta di adempimenti necessari per consentire alla scuola, sulla base di tale documentazione, di procedere alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi, nonché alla successiva stesura del Piano educativo individualizzato (Pei). Nel caso di alunni in situazione di handicap di particolare gravità, è prevista la possibilità di chiedere l’autorizzazione al funzionamento dei posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni (a norma dell’articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, numero 289). L’eventuale autorizzazione è disposta dal dirigente preposto all’Ufficio scolastico regionale, sulla base della certificazione attestante la particolare gravità. Nel caso di alunni con handicap che hanno conseguito, alla fine del primo ciclo, l’attestato di credito formativo comprovante i crediti maturati, è possibile l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado o ai percorsi di istruzione e formazione professionale a condizione che non abbiano compiuto il diciottesimo anno di età prima dell’inizio dell’anno scolastico 2016/17.
    Alunni con Dsa
    Le iscrizioni di alunni con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (Dsa), sono perfezionate con la presentazione alla scuola scelta della relativa diagnosi, rilasciata ai sensi della legge 170/2010 e secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 sul rilascio delle certificazioni. In questi casi, le istituzioni scolastiche assicurano le idonee misure compensative e dispensative attuando i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo di questi alunni, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata.


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