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Discussione: Recuperabili 100 miliardi di euro con la spending review

  1. #11
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    Spending review, la “stretta” all’istruzione c'è e si farà sentire


    In attesa di rendere noto il decreto approvato dal Cdm, il Governo ha pubblicato un documento sulle disposizioni in arrivo: confermata la ricollocazione di inidonei e soprannumerari (però reputiamo poco praticabile); ridotti i contingenti all’estero e al MAE. Diverse novità nella gestione delle risorse finanziarie di ogni istituto: più autonomia e controlli.
    In attesa di prendere visione del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri contenente le “disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati” (spending review), il Governo ha reso pubblico un lungo comunicato stampa attraverso cui vengono riassunti tutti gli interventi previsti dal decreto. Disposizioni, come già rilevato su questa testata, nelle intenzioni del Governo dovrebbero far migliorare la produttività delle diverse articolazioni della Pa e consentire un risparmio per lo Stato di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014.
    La scuola è inserita nel raggruppamento I, denominato “Pubblica istruzione, Università, Enti di ricerca.
    Partiamo dall’utilizzo del personale docente in esubero (nell’anno scolastico ormai terminato si trattava di oltre 10mila insegnanti): il Governo avrebbe “previsto l'utilizzo in particolare dei docenti senza cattedra per attività di docenza in materie affini”. La davvero troppo generica espressione viene poi sostenuta con la necessità di adottare per ogni soprannumerario il dovuto “accertamento delle competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In particolare verificando il possesso degli idonei titoli di studio”: una sottolineatura che, di fatto, renderà nella maggior parte dei casi (escludendo solo coloro che sono in possesso di titoli spendibili in ambiti disciplinari allargati) inattuabile la disposizione.
    Viene poi prevista l’istituzione di un servizio di tesoreria unica per le scuole, nel quale confluiranno tutte le risorse finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In questo modo la “Banca d'Italia – si legge nel documento del Governo - disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa 1 Miliardo di euro, con conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa di interessi sul debito pubblico quantificabile in circa 8 milioni per il 2012 e 29 milioni a regime”. Il modelle di gestione della liquidità è lo stesso già adottato dagli enti di ricerca.
    Novità in arrivo anche per la contabilità speciale: “30 milioni verranno messi a disposizione delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore somma di pari importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa”. Mediamente ogni scuola riceverà poco più di 6mila euro: la cifra non è notevole e nella maggior parte dei casi dirigenti e consigli d’istituto dovranno ingegnare modalità interne per far quadrare i conti.
    Il Governo ha poi deciso di realizzare un ulteriore giro di vite sui controlli di regolarità amministrativa e contabile: “in linea con un orientamento di maggiore equità, la spesa per compensi aggiuntivi al personale impegnato nell'attività di controllo sull'attività amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche porterà un risparmio annuo alle scuole quantificabile in 8 milioni”.
    I risparmi toccheranno anche il personale del Miur impegnato in scuole estere e presso il MAE: “si opera una riduzione del personale scolastico comandato presso il MAE con funzioni di coordinamento e gestione delle scuole italiane all'estero. Di concerto – spiega ancora il documento riassuntivo - si opera una ulteriore riduzione anche del personale dei docenti impiegati presso le scuole italiane all'estero”. La doppia riduzione comporterà risparmi per 2,6 milioni nell'anno in corso e di 16 milioni a regime.
    Nel mirino dell’esecutivo del premier Monti c’è anche il personale reputato inidoneo all’insegnamento: si tratta di alcune migliaia di docenti, che le commissioni mediche dello Stato hanno reputato comunque in grado di mantenere la capacità lavorativa: come già previsto, si conferma che verranno utilizzati “in attività amministrative presso le stesse scuole, nell'ambito regionale. Da questa misura si ottiene una riduzione di spesa nell'immediato di 38,5 milioni, che a regime supereranno i 100”.
    La spendng review inciderà anche sulle visite fiscali: “viene trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni circa che consentiranno alle scuole di poter usufruire senza oneri finanziari e amministrativi delle visite fiscali”. In questo modo i dirigenti avranno così un “tesoretto” (tra i 2 e i 3mila euro l’anno) per i controlli delle malattie del personale da poter gestire, attribuendo la spesa ad un altro comparto.
    Tra le disposizioni da attuare c’è anche qualche “voce” in attivo: arrivano, ad esempio, 90 milioni in più per il diritto allo studio, riportando lo stanziamento al valore storico. Confermato, invece, lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri di testo nella scuola secondaria di primo grado.


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  2. #12
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    Dura la Flc sulla spending review: tagli lineari e senza criterio


    Altro che revisione della spesa, solo sacrifici per i più deboli. Il governo, con una manovra brutale, non ha idea del diritto allo studio. La nota della UilScuola.
    Impietosa e forte la critica della Flc-Cgil al decreto legge del 6 luglio, noto come spendig review, e varato dal Governo in tempi record: “Nessuna qualificazione della spesa pubblica, solo la tragica continuazione dei tagli lineari che hanno messo in ginocchio la struttura formativa del nostro Paese.
    La scuola pubblica, per la Flc, viene ancora una volta presa di mira sottraendole 360 milioni di euro e 15.000 posti di lavoro solo per fare cassa, mentre non interviene sugli sprechi e sui costi di funzionamento.
    Il colpo più duro è inferto contro i docenti inidonei per motivi di salute e i sopra numerai per colpa del riordino berlusconiano di Gelmini-Tremonti, il cui utilizzo viene fatto in dispregio di una coerente contrattazione tra sindacati e governo.
    Unilaterale, sempre per la Flc-Cgil, è stato il loro collocamento in ambito provinciale e in compiti impropri come il dirottamento nei ruoli amministrativi per i quali non hanno competenza visto che sono docenti e non “ragionieri”.
    Ma non solo, questo spostamento improprio produrrà di conseguenza la cancellazione delle supplenze annuali del personale amministrativo e dei collaboratori, ma anche quello delle supplenze nell’ambito della docenza, vista la ricollocazione dei sovranumerari perfino su discipline cosiddette “affini”.
    Manovra brutale dunque che dimostra la “sconoscenza” da parte dei tecnici al governo del delicato mondo della istruzione italiana e che si metteno in linea con l’opera iniziata dal precedente direttivo guidato da Berlusconi, mentre il ministro Profumo, che si fa paladino dell’autonomia scolastica e della qualità della istruzione, non ha detto una sola parola di dissenso.
    Delusa dunque la Flc-Cgil che oltre a denunciare il mancato confronto con le forze sindacali su una materia tanto delicata e importante per i lavoratori della scuola, avverte che risponderà adeguatamente a tali iniqui provvedimenti.
    Anche la Uil Scuola, in una nota, parla di un decreto che riduce solo la spesa senza riqualificarla.
    “Quel che possiamo rilevare è, infatti, che non c’è ancora traccia di vera qualificazione della spesa, cioè di spostamento di risorse da spese per sprechi e privilegi, verso il sostegno e la modernizzazione del sistema di istruzione, centrale per puntare sul capitale umano, vero volano di una politica di sviluppo".
    Per la UilScuola, inoltre, “rimangono alcuni aspetti decisamente negativi (ad es. riduzione del numero di insegnanti per scuole italiane all’estero, passaggio di alcune tipologie di insegnanti tecnico pratici a personale Ata). La Uil scuola quindi, assumerà iniziative nei confronti dei gruppi parlamentari e del Governo, proponendo emendamenti.
    Registriamo aspetti che vanno verso il necessario processo di razionalizzazione amministrativa e di modernizzazione".


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  3. #13
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    La spending review decreta che l’abilitazione è carta straccia


    Che l’abilitazione all’insegnamento specifico di una data disciplina sia diventata superflua o addirittura carta straccia lo avevamo capito già con le tabelle di confluenza sostitutive di un tardivo regolamento di accorpamento delle classi di concorso
    Con il comma 17 dell’art.14 del decreto legge 95 del 6 luglio 2012, questa evidenza viene addirittura decretata in modo inequivocabile.
    Infatti in questo particolare comma c’è scritto quanto segue:
    Al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell’anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base dei seguenti criteri:
    a) posti rimasti disponibili in altri gradi d’istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all’insegnamento, purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l’accesso all’insegnamento nello specifico grado d’istruzione o per ciascuna classe di concorso;
    b) posti di sostegno disponibili all’inizio dell’anno scolastico, nei casi in cui il dipendente disponga del previsto titolo di specializzazione oppure qualora abbia frequentato un apposito corso di formazione;
    c) frazioni di posto disponibili presso gli istituti scolastici, assegnate prioritariamente dai rispettivi dirigenti scolastici al personale in esubero nella medesima provincia e classe di concorso o che si trovi in situazioni in cui si applichino le lettere a) e b), purché detto personale non trovi diversa utilizzazione ai sensi delle medesime lettere;
    d) posti che dovessero rendersi disponibili durante l’anno scolastico, prioritariamente assegnati al personale della medesima provincia in esubero nella relativa classe di concorso o che si trovi in situazioni in cui si applichino le lettere a) e b), anche nel caso in cui sia stata già disposta la messa a disposizione di detto personale e purché non sia già diversamente utilizzato ai sensi delle precedenti lettere;
    e) il personale in esubero che non trovi utilizzazione ai sensi delle precedenti lettere è utilizzato a disposizione per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie che dovessero rendersi disponibili nella medesima provincia nella medesima classe di concorso ovvero per posti a cui possano applicarsi le lettere a) e b) anche nel caso ne sia stata già disposta la messa a disposizione.
    Il Governo facendo puri calcoli ragionieristici e senza tenere in alcun conto gli aspetti epistemologici tipici di una qualità specifica dell’insegnamento, stabilisce che tutti possono insegnare tutto, purché siano in possesso, magari avendola presa anche trent’anni addietro, di una laurea che permetta quel tipo di insegnamento. Consigliamo ai dotti ministri del Governo di ricordarsi il significato del termine greco episteme che significa “conoscenza certa” e logos “discorso”, in modo tale che anche loro possano capire che per insegnare una specifica materia bisogna averne chiari, i fondamentali specifici e specialistici. Quindi non è sufficiente possedere una laurea, anche se ottenuta con merito, per potere essere buoni insegnanti. Purtroppo non ci resta che fare un’amara riflessione: “dura lex, sed lex” e constatare che l’abilitazione specifica è diventata carta straccia. Non ci si venga poi a lamentare dei pessimi risultati che OCSE-PISA rileva sulle competenze dei nostri ragazzi, forse questo è dovuto anche ad un “Governo” che scrive certe pessime leggi.


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  4. #14
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    La spending review non porterà solo tagli: arrivano pagelle, iscrizioni e registri digitali


    Nel testo approvato dal Cd
    m è previsto che dal prossimo a.s. i voti degli alunni saranno comunicati alle famiglie tramite internet. Le scelte del corso di studi avverranno via web, senza passare per le scuole. In formato elettronico pure voti, assenze e comunicazioni a casa.
    Il tempo degli annunci è scaduto: entro un anno la scuola italiana avrà una veste molto più informatizzata dell’attuale. Soprattutto per quanto riguarda i rapporti con le famiglie degli studenti, nella maggior parte dei quali ancora troppo legati a forme comunicative tradizionali. In linea con quanto auspicato un paio di giorni fa dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, il testo sulla spending review approvato dal Consiglio dei ministri prevede anche una profonda dematerializzazione degli atti sinora prodotti quasi sempre con modalità cartacee.
    Il primo passo sarà quello delle pagelle. Che già nel corso del prossimo anno scolastico perderanno la loro veste tradizionale, per diventare digitali. “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 – si legge nel documento finale approvato dal Governo - le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico. La pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale”. Chi ha problemi a ricevere documenti in formato digitale non dovrà comunque preoccuparsi: “resta comunque fermo il diritto dell’interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico”.
    La stessa procedura, di inviare i dati on line, varrà per le nuove iscrizioni degli alunni: d’ora in poi le scuole avranno l’obbligo di comunicarle al Miur con modalità digitale. “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line attraverso un apposito applicativo che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca mette a disposizione delle famiglie”. Negli istituti dove le iscrizioni non abbondano, la novità renderà ancora più rigida e difficoltosa la composizione delle classi: non sarà infatti più il singolo istituto a comunicare l’entità degli iscritti. Ma provvederanno direttamente le famiglie: che faranno conoscere al Miur i dati sensibili dei figli, sia se nuovi iscritti sia se che confermeranno l’iscrizione.
    Novità importanti anche per i docenti. Che cambieranno la modalità di registrare votazioni e assenze: basta coi registri cartacei, arrivano quelli elettronici. “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”.
    Le procedure non comporteranno spese. Avvalendosi, evidentemente, delle attrezzature informatiche già presenti nelle scuole e di software amministrativi già di proprietà dello Stato, il testo prevede che “all’attuazione delle disposizioni del presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.


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  5. #15
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    24mila statali in esubero con la spending review

    Gli esuberi calcolati sono 24mila, ma solo 8mila i pensionabili. Per quelli vicini alla pensione ma ancora senza i requisiti si profila (comma 14 art. 2) la mobilità a 4 anni
    Gli obiettivi della 'spending review' si fanno più dettagliati grazie alla relazione tecnica del provvedimento che stima gli effetti finanziari delle singole norme.
    Si conferma la 'mannaia' sui dipendenti pubblici: gli esuberi calcolati sono 24mila, ma solo 8mila i pensionabili.
    Per quelli prossimi alla pensione ma che ancora non hanno maturato i requisiti si profila, secondo il comma 14 dell'articolo 2 del decreto, una mobilità estesa a 4 anni, rispetto ai 2 ordinari.
    Ecco ulteriori dettagli
    PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Sono 24mila i dipendenti pubblici in esubero, di cui circa 5.600 nei ministeri, 5.400 negli enti pubblici non economici e 13mila negli enti territoriali (escluse le Regioni). Tra gli 11mila nei ministeri, sono 6mila i pensionabili al 31 dicembre 2012, e 2mila negli enti locali.
    La Sanità pagherà con un risparmio complessivo di 2 miliardi a regime (nel 2014). La stretta agirà sulle spese per siringhe, lenzuola pulite, mense, solo alcuni dei prodotti sotto l'etichetta 'beni e servizi' acquistati dal Servizio sanitario nazionale che saranno tagliati di 500 milioni nel 2012.
    Un taglio di 20 milioni per il 2013 e di 50 per il 2014: è questo il risparmio calcolato per la riduzione dei posti letto.
    Risparmi per circa 480 milioni di euro per il 2013, 960 milioni per il 2014 e un miliardo e 600 milioni annui a partire dal 2015 con gli acquisti della Consip, la società per azioni che si occupa degli acquisti per la Pubblica Amministrazione.
    La razionalizzazione degli uffici giudiziari comporta la riduzione di 674 uffici del giudice di pace, di 220 sedi distaccate e di oltre 70 uffici giudiziari circondariali. Risparmi per 35 milioni nel 2012 e 70 milioni nel 2013.
    Sulle intercettazioni il risparmio sarà di 20 milioni di euro nel 2012 e 40 nel 2013.
    Cala la spesa penitenziaria e un taglio da 3,5 milioni arriva anche per l'approvvigionamento del vestiario.
    I benefici attesi dal passaggio alla Tesoreria unica per la scuola sono il minore ricorso al debito pubblico. Ipotizzando una giacenza minima di 900 milioni, si otterrebbe un calo della spesa per interessi pari a 4 milioni nel 2012, 31 milioni 2013 e 36 milioni 2014.
    Con il limite a 7 euro per i buoni pasto agli impiegati pubblici, si risparmieranno 53,8 milioni.
    Dal taglio del 15% degli affitti arriverà un risparmio annuo di circa 90 milioni a decorrere dal 2013.
    Si stima un risparmio per il 'cedolino unico' per lo stipendio di 201 milioni a regime.
    Rendendo omogenee le assunzioni come previsto dalla spending review si arriverà a regime (nel 2016) a un risparmio di un miliardo e 100 milioni.



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  6. #16
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    Spending review: il decreto ha un grande limite, riduce ma non qualifica la spesa pubblica


    Per il personale delle scuole italiane all’estero: tagli lineari del 40%. Secondo la Uil Scuola si tratta di una perdita di immagine considerevole per una soluzione difficilmente praticabile
    Le scuole italiane all’estero sono istituti di eccellenza. La logica dei tagli basati esclusivamente sul numero dei posti in contingente non tiene in nessun conto che la scuola può funzionare solo con la presenza degli insegnanti di tutte le materie di ciascun ciclo.
    La riduzione del personale nelle scuole italiane all’estero e il blocco di nuove selezioni, previste dalla spending review, è ingiusta e sbagliata e può avere ripercussioni, non sufficientemente considerate in sede di definizione del decreto, sull’immagine del nostro Paese, in importanti realtà europee ed extraeuropee, nelle quali sono molto apprezzate le nostre scuole e la nostra attività di promozione della cultura e della lingua italiana.
    Quel che è previsto è un taglio lineare del 40% del contingente statale, che condurrà al ridimensionamento e, in alcune aree geografiche, la difficoltà di garantire il servizio scolastico e gli strumenti essenziali per la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana.
    L’intervento prevede effetti già dal prossimo anno scolastico, rischia, nei fatti, di impedire il funzionamento delle nostre scuole statali presenti in Europa e nel mondo.
    La scuola, lo ribadiamo ha meccanismi propri. Se, si prende ad esempio un insegnante italiano di matematica del Liceo di Madrid, scuola di riconosciuta eccellenza, che rientra in Italia – spiega il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - secondo quanto previsto dal decreto il posto non viene più assegnato.
    Nei fatti, invece, l’insegnamento della matematica nel liceo spagnolo non può essere ‘sospeso’. Ci vorrà un altro insegnante di matematica.
    La logica dei tagli basati esclusivamente sul numero dei posti in contingente – aggiunge il segretario del dipartimento Estero della Uil Scuola, Angelo Luongo - non tiene in alcun conto che la scuola può funzionare solo con la garanzia della presenza degli insegnanti di tutte le materie di ciascun ciclo, da lettere a matematica, da storia dell’arte a filosofia.
    Il decreto ha un grande limite, riduce ma non qualifica la spesa pubblica - commenta Di Menna.
    Rimangono alcuni aspetti decisamente negativi (ad es. gli ITP, gli inidonei, l’utilizzo del personale in soprannumero). La Uil Scuola quindi, assumerà iniziative nei confronti dei gruppi parlamentari e dei ministri dell’Istruzione e della Funzione Pubblica, proponendo emendamenti.
    Su altri punti si registrano aspetti che vanno verso il necessario processo di razionalizzazione amministrativa e di modernizzazione.


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  7. #17
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    Cisl-scuola: troppe ombre nel dm di revisione di spesa



    Molte cose non vanno nel decreto sulla spendig review, dice Cisl Scuola,e si interviene su questioni che riguardano la contrattazione.
    “Il primo obiettivo è difendere le prerogative contrattuali su materie come la mobilità e l’utilizzo del personale in esubero” e “vogliamo che sia ricondotto a criteri contrattati il piano del loro utilizzo. Se l’ipotesi di utilizzarlo in ambito regionale era di gravità inaudita, anche l’ambito provinciale risulta eccessivamente esteso, il che comporta sia problemi organizzativi e di gestione delle procedure per le scuole, sia un’inaccettabile vessazione del personale, sottoposto a condizioni di impiego assolutamente insostenibili.”
    Anche sull’utilizzo del personale inidoneo la Cisl è critica e chiede “all’Amministrazione di non applicare pedissequamente una norma così discutibile e sommaria: anche qui si ripete l’errore di atti unilaterali su materie che andrebbero affidate alla contrattazione. Nel frattempo, a questo personale (cui ad avviso della Cisl Scuola andrebbe riconosciuto il diritto alla dispensa dal servizio) non viene nemmeno concesso quanto previsto, in materia di requisiti previdenziali, ai lavoratori che risulteranno in esubero a causa della riduzione delle piante organiche della pubblica amministrazione e che potranno accedere alla pensione sulla base delle norme precedenti la cosiddetta “riforma Fornero”. Anche a questo chiediamo che si rimetta mano.”
    Nessuna mobilitazione nel breve periodo, dichiara la Cisl, ma confronto immediato su tutti i temi che riguardano il lavoro e prima che il decreto sia convertito in legge


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    La scuola perde la moneta contante


    Dopo gli enti di ricerca, anche le scuole. In perfetta continuità con il primo decreto di revisione della spesa pubblica, curato dal ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, il decreto legge di spending review messo a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi istituisce anche per le scuole l'obbligo della Tesoreria unica.
    +E dunque quando a settembre riapriranno i battenti del nuovo anno, i cassieri si ritroveranno a dover passare i soldi che gestivano in autonomia con il fondo di istituto alla Tesoreria: si tratta di circa 900 milioni di euro. A prevederlo l'articolo 7, comma 33 del decreto legge n. 95, da ieri all'esame del senato per il primo sì alla conversione. Niente più conti correnti autonomi, le scuole dovranno disporre i pagamenti, per spese di funzionamento e supplenti, attraverso il meccanismo del mandato elettronico. Una misura che, a leggere la relazione tecnica allegata al decreto legge, certamente serve ad evitare inefficienze nella gestione dei pagamenti ma anche a ridurre il debito pubblico: ipotizzando una giacenza minima di 900 milioni di euro e un tasso per il ricorso al mercato del 3,13% nel 2012, del 4,38% nel 2013 e del 5,01% nel 2014, «si otterrebbe una riduzione della spesa per interessi sul debito pubblico pari a circa 4 milioni nel primo anno, che salgono poi a 31 milioni nel 2013 e a 36 nel successivo». Un impatto sull'avanzo/deficit minimo, ma comunque positivo.
    Dall'attribuzione dell'autonomia alle scuole, gli istituti hanno acquistato i servizi di incasso e pagamento sul mercato, curando le procedure per conto proprio e con tassi di interesse molto diversi: in media dello 0,15%. E poi si sono riscontrate le inefficienze nei pagamenti (fatture non pagate e soldi lasciati in giacenza), tanto da far ritenere preferibile l'accentramento della liquidità. Nessuna riduzione di risorse, comunque, tiene a precisare la relazione messa a punto tra il ministero dell'istruzione e la Ragioneria generale dello stato. Ciascuno dei 100 ambiti scolastici territoriali, corrispondenti agli ex provveditorati, sarà titolare di un conto corrente infruttifero di contabilità presso la Tesoreria, ogni cc a sua volta sarà suddiviso in tanti sottoconti in corrispondenza dei capitoli di bilancio che lo alimentano. Sui vari sottoconti verranno emessi gli ordini a pagare. Per le supplenze brevi si prevede poi lo stesso meccanismo di pagamento del cedolino unico, per cui la liquidazione dei compesi sarà a carico del Mef/Stp: obiettivo, garantire precisione e rapidità. E poi ci sono i fondi per le contabilità speciali: fondi appoggiati sui conti delle scuole, utilizzati per progetti decisi a livello centrale dal ministero. Negli anni le risorse sono calate da 1,8 miliardi sino ai 423 milioni del 2012. Fondi la cui gestione non è sempre stata chiara e che oggi tornano, a colpi di 100 milioni l'anno fino al 2016, al bilancio dello stato per essere assegnati per le spese di funzionamento delle scuole. I restanti 30 milioni andranno a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
    Saranno ridotte infine le spese per il controllo di regolarità amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche, per un risparmio di 8 milioni.


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    “Su inidonei e Itp ex Enti locali un atto di sciacallaggio”: durissima la Flc-Cgil




    Per la Flc-Cgil “il passaggio ai ruoli ATA degli inidonei, con il licenziamento di massa di altrettanti precari, è semplicemente indegno”
    Un provvedimento indegno oltre che illegittimo, quello della revisione della spesa del Governo Monti e che declama per il comparto scuola, sostiene la Flc, misure in perfetta continuità con il precedente Governo, tant’è che l’accanimento è rivolto contro i più deboli: chi ha gravi problemi di salute, chi rischia di essere collocato fuori ruolo (C555 e C999), chi ha già subito il cambio di enti e a tutto danno di altrettanti lavoratori deboli come i circa 5000 precari che sanno licenziati.
    Provvedimento brutale di chi non conosce la scuola e due volte indegno, sia perché si finge di ignorare la preziosa attività svolta da questi docenti e sia per gli effetti sui livelli occupazionali del personale precario amministrativo e tecnico e sulla funzionalità delle scuole.
    Infatti, per Flc, gli attuali precari amministrativi e tecnici verranno licenziati tout, cosicchè circa 3.800 lavoratori (dietro ci sono altrettante famiglie) verranno messi sul lastrico dopo anni di esperienza decennale nelle segreterie che, private di personale ormai esperto non potranno più garantire continuità delle prestazioni.
    Ma per Flc sarebbe pure “illegittimo perché il passaggio obbligato in profilo e mansioni diverse non è consentito dal nostro ordinamento che prevede che "il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione" (art. 2103 cc e art. 13 dello Statuto dei lavoratori).
    Per questo la FLC presenterà propri emendamenti per la cancellazione di questa norma, "indegna di un paese civile, ma se questo non dovesse avvenire ha già allertato i propri legali per una battaglia legale che, per quanto ci riguarda, sarà durissima e che partirà immediatamente visti tempi strettissimi individuati dal decreto legge per il passaggio di questo personale."


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    Profumo, basta chiamarli tagli, è una spending review


    Il ministro Profumo, in un'intervista alla prestigiosa rivista 'Science', esprime la sua linea di revisione della spesa degli Enti di ricerca pubblici italiani. “Penso che gli effetti di questa spending review sulla ricerca siano tollerabili”
    “Basta chiamarli tagli, preferisco si usi il termine spending review. E comunque dopo l'annuncio dei primi 30 mln di euro di misure di austerity, che avrebbero coinvolto nel 2012 gli Enti di ricerca nazionali, la norma è stata cancellata con un emendamento in Senato”. Dopo le accese polemiche che hanno seguito un possibile e poi scongiurato ridimensionamento dei finanziamenti agli enti di ricerca, a inizio luglio, nel decreto sulla Spending review, Profumo ricorda di avere già incontrato i responsabili degli Enti coinvolti, riferendo che ”insieme abbiamo concordato di pianificare un percorso concertato per condividere i sacrifici tra i vari istituti”.
    Il ministro quindi annuncia che “nel mese di settembre ci incontreremo di nuovo per avviare un processo per decidere dove intervenire. Il nostro ministero deve dare il suo contributo al Paese che si trova in seria crisi economica. Penso che gli effetti di questa spending review sulla ricerca siano tollerabili, se si considera che il totale dei fondi del Miur per la ricerca sono pari a 7 mld di euro. Ma abbiamo bisogno di definire quale istituto di ricerca può dare il maggior contributo. E dobbiamo riconsiderare il modello di management della ricerca nel nostro Paese e puntare ad una maggiore efficienza". Soprattutto, aggiunge il ministro, mirando a drenare più fondi dall'Europa.”


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