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Discussione: Concorsi pubblici, il Miur prova a stringere i tempi

  1. #31
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    Per giudicare il prof al concorso ci sono master e master


    Se si fa preciso riferimento al master universitario, bisogna dire che in Italia esiste una netta differenza tra master universitario e master non universitario.
    Un insegnante per essere nominato come commissario nel prossimo concorso a cattedra dovrà essere di ruolo ed aver prestato servizio, di ruolo o non di ruolo, per almeno 5 anni nella scuola dell'infanzia o primaria, ovvero nella scuola secondaria di I grado e II grado nella classe di concorso cui si riferisce il concorso, e aver prestato gli ultimi 3 anni di servizio effettivamente e continuativamente nella stessa istituzione scolastica. In aggiunta lo stesso docente dovrà in possesso di altri requisiti tra cui diploma di perfezionamento post diploma o post laurea, master universitario di 1 o 2 livello con esame finale, nell'ambito dei bisogni educativi speciali o il diploma di perfezionamento post diploma o post laurea, master universitario di 1 o 2 livello con esame finale, nell'ambito delle tecnologie dell'informazione e comunicazione (TIC).
    Quindi si fa preciso riferimento al master universitario. In Italia esiste una netta differenza tra master universitario e master non universitario, infatti, il master universitario è il titolo rilasciato dalle università italiane al termine di corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente (ai sensi dell'articolo 3 del decreto MURST 509/1999 e del decreto MIUR 270/2004, e attivati secondo le modalità di cui all'articolo 1, comma 15, Legge 14 gennaio 1999, n. 4, in materia di disposizioni riguardanti il settore universitario e della ricerca scientifica, nonché il servizio di mensa nelle scuole).
    I corsi finalizzati al rilascio del master universitario durano almeno 1 anno accademico (la maggior parte di quelli attivi è annuale, ma ne esistono biennali), e prevedono la maturazione di almeno 60 crediti formativi universitari (art. 7 dei due decreti ministeriali di cui sopra).
    Di contro il master non universitario, detto semplicemente master in Italia è molto utilizzato da centinaia di soggetti privati, che promuovono corsi post-laurea. In tali casi, il termine fa riferimento non al titolo rilasciato, come invece avviene per i corsi di alta formazione permanente e ricorrente tenuti presso le Università, ma al corso stesso. Molte aziende, infatti, propongono dei master "interni" cioè finanziati e promossi dalle aziende stesse, che nel caso dell’inserimento nelle commissioni giudicatrici del concorso a cattedra non sono presi in considerazione come titoli.


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  2. #32
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    Concorso a cattedra: già 160mila domande


    Ad una settimana dalla chiusura degli accessi on line, viene confermato l’alto interesse per partecipare all’unica prova concorsuale che dà accesso diretto al ruolo. Sul n. 5 della versione on line de “La Tecnica della Scuola” sono pubblicati i commenti e tutte le ultime indicazioni fornite dal Miur per la corretta compilazione della domanda e per la presentazione degli allegati valutabili.
    A poco più di una settimana dalla chiusura degli accessi on line per partecipare al concorso a cattedra per 11.542 posti, sono circa 160mila i candidati che hanno avuto accesso al sistema e tra questi solo i due terzi, poco meno di 100mila, hanno già formalizzato la candidatura inoltrandola. I dati, pubblicati in esclusiva e commentati sul n. 5 della versione cartacea de “La Tecnica della Scuola”, confermano quindi l’enorme interesse per questa prova concorsuale che, dopo 13 anni, torna a dare accesso diretto al ruolo.
    Nel giornale, acquistabile anche nella versione on line sono contenute una serie di preziose indicazioni del Miur sulla corretta compilazione. Oltre che sulla deroga temporale, fino al 21 novembre, concessa a coloro che ancora non avessero completato l’invio della sezione telematica, aggiunta solo da una settimana, riguardante i titoli che ogni partecipante è chiamato a presentare.
    Sono stati inserite, inoltre, tutta una serie di informazioni molto utili che viale Trastevere ha fornito negli ultimi giorni (come il fatto che “la domanda on line può essere modificata, anche se già inoltrata, fino all'ultimo giorno utile ed in tal caso si annulla automaticamente l'invio precedente), che nel bando di concorso non era ben precisate o in certi casi del tutto assenti.
    Tra gli articoli presenti sul quindicinale, infine, ve ne è uno dedicato a tutti coloro che intendono far parte delle commissioni d’esame. In attesa del parare del Cnpi, che arriverà entro la metà di novembre, le intenzioni del Miur sono le seguenti:
    i presidenti delle commissioni esaminatrici verranno prescelti tra le seguenti categorie: professori universitari, i docenti Afam, i dirigenti scolastici e i dirigenti tecnici che aspirano ad essere nominati Presidenti delle commissioni giudicatrici devono possedere un'anzianità nel rispettivo ruolo di almeno tre anni.
    Per quanto riguarda i concorsi nella scuola dell'infanzia e primaria, gli aspiranti presidenti devono anche aver insegnato o insegnare nei corsi di Laurea in Scienze della formazione primaria (professori universitari); aver diretto per almeno un triennio o dirigere una istituzione scolastica presso la quale sono attivati percorsi di scuola dell'infanzia o primaria o provenire dai ruoli dei docenti della scuola dell'infanzia o primaria (dirigenti scolastici); appartenere allo specifico settore (dirigenti tecnici)
    Per quel che concerne i componenti delle commissioni, il Miur ha proposto al Cnpi che debbano essere di ruolo ed aver prestato servizio, di ruolo o non di ruolo, per almeno cinque anni nella scuola dell'infanzia o primaria, ovvero nella scuola secondaria di I grado e II grado nella classe di concorso cui si riferisce il concorso; aver prestato gli ultimi tre anni di servizio effettivamente e continuativamente nella stessa istituzione scolastica, salvo i casi di trasferimento d'ufficio per soprannumerari età; essere stati immessi in ruolo da graduatoria di concorso per titoli ed esami ovvero, in caso di immissione attraverso la graduatoria di cui all'articolo 401 del Testo Unico, essere risultato idoneo allo specifico concorso ordinario, aver conseguito l'abilitazione all'insegnamento attraverso il corso di laurea in Scienze della formazione primaria, le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, i bienni accademici di secondo livello (Afam).


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  3. #33
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    Discriminati gli extracomunitari al concorso a cattedra: ricorso contro il Miur


    Sul portale Articolo 21 si legge che Antenne Territoriali Anti-discriminazione dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) di Roma e Firenze ricorrono contro il ministro dell’Istrione per la evidente discriminazione nei confronti di cittadini extracomunitari in possesso di regolare titolo conseguito in Italia.
    A seguito della mancata risposta del Ministro della Pubblica Istruzione alla segnalazione inviatagli dalle Antenne Territoriali Anti-discriminazione dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) di Roma e Firenze relativa alla illegittima esclusione, in ragione della cittadinanza, dal concorso per il reclutamento di 11.542 docenti, degli aspiranti professori regolarmente soggiornanti in Italia ed in possesso dei requisiti di competenza e capacità;
    l’Asgi e la Rete G2, unitamente alla dott.ssa N. B. residente in Italia da 20 anni, ove ha conseguito la Laurea in Chimica presso l’Università “La Sapienza” di Roma con il massimo dei voti, hanno deciso di rivolgersi al Tribunale di Roma perché, accertato il comportamento discriminatorio del Ministero, adotti i provvedimenti ritenuti opportuni e necessari per rimuovere la rilevata discriminazione.
    “Abbiamo deciso di sostenere questo ricorso perché questa esclusione – spiega Mohamed Tailmoun, Portavoce della Rete G2 – pone in essere un’irragionevole differenza di trattamento tra lavoratori comunitari e non comunitari, in violazione del principio di non discriminazione nelle condizioni di lavoro rispetto al lavoratore nazionale, ribaditi dalla Convenzione O.I.L e dal Testo Unico immigrazione.. Nel caso specifico poi, si tratta di una giovane cresciuta e scolarizzata in Italia”.
    L’Asgi, sottolinea, come anche il concorso per il reclutamento del personale docente non si è discostato da una illegittima prassi amministrativa, che, in modo miope, escludendo parte della popolazione italiana dall’accesso al pubblico impiego, di fatto, le impedisce di adempiere al dovere/diritto di piena partecipazione alla vita economico sociale del paese


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  4. #34
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    Concorso a cattedra, inserire i dati non basta: la domanda va “inoltrata” Ad una settimana dalla scadenza per inviare il modello di partecipazione alle prove preselettive, il Miur è preoccupato perché circa un terzo dei candidati non ha ancora validato il proprio modello. E solo chi avrà perfezionato questo passaggio potrà, tra il 7 ed il 21 novembre, inserire o modificare i “titoli valutabili”. Nuovi chiarimenti del Miur sul fronte del corretto invio delle domande per partecipare al concorso per 11.542 posti: poiché ad oggi un candidato su tre, come rilevato in esclusiva da questa testata giornalistica, non ha ancora validato la domanda di partecipazione alla selezione, viale Trastevere ha voluto sottolineare che non si terrà in alcun conto delle istanze “inserite, ma non inoltrate”, che a tutti gli effetti non costituiscono in alcun modo un’“istanza prodotta nei termini di legge”. La specifica ministeriale è contenuta in un avviso pubblicato il 31 ottobre sul sito internet del Miur, nel quale oltre a confermare che il prossimo 7 novembre, alle ore 14, sarà il termine ultimo per candidarsi (come del resto previsto dall’art. 3, comma 4 del bando), sempre tramite il sistema telematico istanze on line, si fa presente che verranno prese in considerazione le domande che a quella data risulteranno nella stato di “inoltrate”. È bene inoltre sapere che nelle due settimane successive, quindi fino al 21 novembre, sempre entro le ore 14, solo a chi avrà perfezionato la domanda verrà data la possibilità di “avere accesso e inserire nella sezione “titoli valutabili” la dichiarazione del possesso degli stessi o apportare modifiche ai titoli già inseriti in tale sezione”. In nessun caso sarà possibile, in tale periodo, apportare alcuna variazione ai dati contenuti nelle altre sezioni del modulo domanda o trasformare lo stato della richiesta da “inserita e non inoltrata” a “inoltrata”. Insomma, per i circa 50mila candidati che ancora non hanno perfezionato i loro dati – personali, di servizio, titoli vari, ecc. – non c’è più tempo da perdere: al 7 novembre manca ormai meno di una settimana. Stesso discorso per i (probabilmente non pochi) "ritardatari", coloro che attenderanno gli ultim giorni o le ultime ore per presentare la domanda: dovranno infatti prestare la massima attenzione a procedere come indicato dal Miur. Le prove di appello per riparare alle disattenzioni sono quasi terminate! Tecnica della scuola
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  5. #35
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    CONCORSO “INSIEME PER LA LEGALITÀ”

    La Guardia di Finanza, in data 28 ottobre 2011, ha sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (di seguito: M.I.U.R.) un protocollo d’intesa, finalizzato a promuovere, nell’ambito dell’insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”, un programma pluriennale di attività, a favore degli studenti della scuola primaria e secondaria, volto a far maturare la consapevolezza sul valore della legalità economica, con particolare riferimento alla prevenzione dell’evasione fiscale e dello sperpero di risorse pubbliche, delle falsificazioni, della contraffazione, e dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
    Art. 1 Scopi del concorso
    Nell’ambito del protocollo, la Guardia di Finanza, d’intesa con il M.I.U.R., bandisce per l’anno scolastico 2012-2013 il concorso denominato “Insieme per la legalità”.
    Lo scopo è quello di sensibilizzare i giovani, tramite il coinvolgimento delle scuole, al valore civile ed educativo della legalità economica, nonché delle attività svolte dal Corpo nei suddetti settori, favorendo la loro espressione libera, creativa e spontanea sulla tematica, attraverso la rappresentazione grafico-pittorica e la produzione video-fotografica. La partecipazione al concorso, opportunamente stimolata dai docenti, sarà occasione di confronto, di riflessione e di elaborazione per gli studenti sul tema della legalità economica, da intendersi come valore non astratto, ma concreto, strettamente legato al concetto di cittadinanza attiva e responsabile.
    Art. 2 Requisiti per l’ammissione
    La partecipazione è aperta a tutti gli studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e di secondo grado presenti sul territorio nazionale.
    Art. 3 Caratteristiche degli elaborati
    Ogni studente partecipante dovrà sviluppare, a scelta, un elaborato tra quelli delle tre sezioni creative di seguito indicate:
    a) sezione grafica: disegno, collage, mosaico, fumetto;
    b) sezione audio-video: cortometraggio, spot, clip musicale (durata massima 3 minuti); c) sezione fotografica: fotografia a colori, in bianco e nero, fotomontaggio.
    Art. 4 Presentazione elaborati
    Il Dirigente scolastico si occuperà della raccolta degli elaborati completi dei dati anagrafici degli studenti partecipanti e della documentazione richiesta al successivo articolo 5, nonché dell’invio del materiale, tramite posta, all’indirizzo: Comando Generale della Guardia di Finanza - V Reparto “Relazioni Esterne e Comunicazione” – Viale XXI Aprile, 51 – 00162 Roma, con l’indicazione, sulla busta, della dicitura «Concorso “Insieme per la legalità”» ovvero, esclusivamente a mezzo casella di posta elettronica istituzionale delle scuole coinvolte nel Progetto per contenuti di dimensioni non superiori a 7 MB, all’indirizzo: educazione@gdf.it.. I lavori dovranno essere inviati entro e non oltre il 30 aprile 2013.
    Art. 5 Privacy e liberatoria
    Gli elaborati prodotti dovranno pervenire tramite le modalità indicate all’art. 4, corredate dal consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, dalla liberatoria all’utilizzo del materiale a scopo divulgativo da parte degli autori degli elaborati (ovvero del genitore in caso di minorenne).
    Art. 6 Valutazione degli elaborati
    Gli elaborati pervenuti saranno valutati da una Commissione composta da: un Ufficiale superiore del Corpo (Presidente), due Ufficiali del Corpo e due Funzionari del M.I.U.R.
    La Commissione provvederà alla valutazione dei lavori e alla individuazione dei relativi vincitori distinti per tipologia di scuola.
    L'operato della Commissione è insindacabile. Il giudizio della Commissione verrà pubblicato all’indirizzo internet www.gdf.gov.it e comunicato direttamente ai Dirigenti delle scuole interessate.
    Art. 7 Premiazione
    Verrà erogato un premio per ogni livello di scolarizzazione (scuola primaria e secondaria di I e II grado).
    I premi consistono in:
    - un soggiorno montano della durata di sette giorni presso la Scuola Alpina della Guardia
    di Finanza, ubicata nel Comune di Predazzo (Tn), per lo studente vincitore proveniente
    dalla scuola primaria;
    - un corso di vela della durata di sette giorni presso la Scuola Nautica della Guardia di
    Finanza, ubicata nel Comune di Gaeta (Lt), per lo studente vincitore proveniente dalla
    scuola secondaria di primo grado;
    - una minicrociera della durata di otto giorni sulla Nave Scuola “Giorgio Cini” con
    partenza e rientro presso la Scuola Nautica della Guardia di Finanza, ubicata nel Comune di Gaeta (Lt), per lo studente vincitore proveniente dalla scuola secondaria di secondo grado.
    I premi ricomprendono anche le spese di viaggio per consentire ad uno o due accompagnatori di portare e riprendere lo studente presso la relativa struttura della Guardia di Finanza (la Scuola Alpina di Predazzo o la Scuola Nautica di Gaeta).
    Tutte le opere inviate resteranno a disposizione del Comando Generale della Guardia di Finanza - V Reparto “Relazioni Esterne e Comunicazione” e del M.I.U.R., che si riservano la possibilità di produrre, a propria cura, senza corrispondere alcuna remunerazione o compenso agli autori, un supporto elettronico che recepisca i contributi inviati, a scopo divulgativo. Nessun elaborato sarà restituito.
    Art. 8 Accettazione del Regolamento
    La partecipazione al Concorso è considerata quale accettazione integrale del presente Regolamento.
    Art. 9 Comunicazioni
    Eventuali ulteriori informazioni possono essere richieste dagli interessati tramite la casella di posta elettronica: educazione@gdf.it
    Eventuali successivi comunicati saranno pubblicati anche sul sito www.gdf.gov.it.


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  6. #36
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    Concorso a cattedra, il 23 novembre le date delle preselezioni

    Per la Gilda di Venezia quel giorno, vigilia dello sciopero nazionale, si avranno anche indicazioni in merito all'organizzazione delle prove da svolgere prima e dopo Natale. Critiche sulla scelta di pubblicare, sempre nelle stesse ore, i 3.500 quiz da cui verranno estrapolati i 50 a cui rispondere: puro nozionismo vecchio stile. Solo gli idonei passeranno allo scritto: il calendario a metà gennaio.
    A pochi giorni dalla scadenza per presentare la domanda d’accesso al concorso a cattedra, l’attenzione sembra sempre più focalizzarsi sul 23 novembre, che è anche la vigilia dello sciopero della scuola indetto dai sindacati più rappresentativi: da alcuni giorni, i sindacati della scuola indicano nel penultimo venerdì del mese la data in cui il Miur vorrebbe rendere pubblico le date delle prove preselettive. L’ultima organizzazione a dare indicazioni in questo senso è stata la Gilda di Venezia, le cui informazioni sono sempre attendibili, anche perché fornite da componenti facenti parte di alcune commissioni nazionali in continuo contatto con alti rappresentanti ministeriali.
    “Si fa sempre più probabile - scrive la Gilda del capoluogo veneto - la data del 23 novembre prevista dal Miur per la divulgazione delle date del concorso e l'indicazione dei dettagli in merito all'organizzazione dello stesso. Si prevede invece che i calendari per le successive prove scritto-grafiche potrebbero essere comunicati attorno al 15 gennaio”. Di conseguenza, è sempre più probabile “che le prove pre-selettive si potrebbero svolgere prima e durante il periodo natalizio con tutti i disagi del caso (si sa che molti uffici scolastici provinciali e regionali potrebbero risultare sguarniti some sempre accade)”.
    La Gilda non dà invece anticipazioni riguardo la pubblicazione dei 3.500 quiz a risposta multipla da cui saranno estratte le 50 domande dell'esame. È probabile, comunque, che vengano rese pubbliche sempre attorno al 23 novembre, poiché il Miur ha promesso di anticipare la loro divulgazione almeno tre settimane prima dello svolgimento delle prove. Su questa modalità, il sindacato non risparmia però le critiche.
    “La situazione appare molto simile a quella già vista nel concorso per dirigenti scolastici quando, anche a causa dei ritardi e delle numerosissime domande sbagliate nella batteria ministeriale, superarono le preselezioni solo il 27% dei candidati. L'errore più comune che ha generato questo risultato (oltre alla presenza di quesiti sbagliati, ma in numero decisamente inferiore alla valanga di errori riscontrati nei test preselettivi per i Tfa) è la fiducia riposta nei test trovati on line: infatti questi si sono rivelati molto più semplici rispetto a quelli proposti in sede d'esame. A ciò si deve aggiungere l'oggettiva difficoltà dei candidati a memorizzare in poco tempo gli oltre 3.000 test del Miur e la superficialità con cui molti di questi sono stati elaborati”. Insomma, la Gilda di Venezia non sembra avere dubbi: “più passa il tempo, più le preselezioni impostate sul puro nozionismo vecchio stile rivelano tutta la loro fragilità e inadeguatezza. Alla faccia della meritocrazia...”.
    Rimangono, infine, confermate le scadenza del 7 novembre, entro le ore 14, per la presentazione delle domande tramite il sistema telematico “Istanze on line” (serve però prima la certificazione tramite la scuola di servizio o l’ultima dove si è prestato o quella più vicino casa), e la scadenza del 21 novembre per coloro che intendono perfezionare la domanda specificando nella sezione “titoli valutabili” la dichiarazione del possesso degli stessi o apportare modifiche ai titoli già inseriti in tale sezione”.


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  7. #37
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    Riforma dei concorsi, sarà mini

    Una promessa da mantenere. Un nuovo concorso a giugno. Anche se neppure questo sarà come lo avrebbe voluto e come aveva annunciato, ovvero aperto solo ai giovani e con una quota di assunzioni preponderante rispetto a quelle fatte con le graduatorie a esaurimento. Non una riforma a 360 gradi dunque, per la quale servirebbe una legge, ma una miniriforma.
    A giorni, secondo quanto trapela da viale Trastevere, il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, dovrebbe firmare il regolamento che ridefinisce, grazie a una delega aperta dall'ex ministro Beppe Fioroni (legge 244 del 2007), i criteri di accesso a un nuova selezione per insegnanti. Intanto però il ministero deve difendere con le unghie e con i denti l'attuale gara dai ricorsi di illegittimità avanzati da chi è stato escluso.
    Il regolamento fissa la durata biennale delle graduatorie del concorso. Chi non riesce nei due anni ad avere il contratto di assunzione a tempo indeterminato non avrà nessuna speranza di confluire nella lista ad esaurimento, che resta chiusa e che assorbirà il 50% delle assunzioni annualmente disponibili, ma, analogamente a quanto avviene in altre amministrazioni, dovrà provare a rifare il concorso successivo. Che ci sarà appunto dopo due anni. La cadenza biennale è una delle novità più importanti del nuovo assetto, che dovrebbe garantire la periodicità dell'accesso ai ruoli dei docenti e così scardinare il sistema del precariato. Sistema di stop and go, di supplenze in giro per le città e per le scuole, incarichi a volte rinnovati, altre no, come è successo a Carmine Cerbera, il docente precario di storia dell'arte che si è ucciso perché rimasto senza lavoro.
    Alle selezioni potranno partecipare i docenti abilitati: i precari iscritti nelle graduatorie a esaurimento, i laureati di scienze della formazione primaria, quelli che usciranno dai Tfa in corso di svolgimento e probabilmente gli abilitanti dei Tfa speciali, ossia i corsi di formazione iniziale riservati ai docenti che potranno vantare requisiti di servizio tra l'anno scolastico 1999/2000 e il 2011/12, dati per imminenti a giugno da Profumo e non ancora autorizzati.
    Il provvedimento di riforma è un decreto ministeriale, e questo rappresenta già un passo in avanti, visto che non dovrà superare il vaglio del consiglio dei ministri. Ma è prevista una procedura rafforzata, e dunque , prima della firma definitiva, è necessario acquisire i pareri delle commissioni competenti di camera e senato, il via libera del Cnpi, la registrazione del Consiglio di stato. Nella migliore delle ipotesi, se l'iter dovesse essere avviato entro metà novembre, si chiuderebbe a fine gennaio. A ridosso dello scioglimento delle camere. Quello che pare certo è che comunque sarà il successivo ministro a bandire il nuovo concorso, con tutto il carico di polemiche che inevitabilmente accompagnerà la vicenda. Come già avvenuto con la gara in corso, molti precari abilitati lamenteranno di dover fare una nuova selezione quando sono già iscritti nella graduatoria ad esaurimento. Ma anche che in questo modo si rubano posti allo scorrimento delle stesse liste alle quali va il 100% dei posti autorizzati se non c'è concorso.
    Critica quest'ultima che prenderà ancora più piede nel prossimo futuro, giacché i posti che si libereranno con i pensionamenti, dopo la riforma Fornero, saranno ridotti al lumicino. Salvo un piano straordinario di immissioni in ruolo.
    Intanto al ministero stanno sulle barricate per difendere il concorso già autorizzato e in corso di svolgimento. Ricorsi sono stati annunciati dall'associazione dei consumatori Codancos così come dall'Anief. Nel mirino l'esclusione dei semplici laureati non abilitati e il divieto di partecipare imposto ai docenti già di ruolo. Divieto ritenuto illegittimo, visto che l'esclusione configurerebbe una violazione del principio di eguaglianza nell'accesso al pubblico impiego. Del resto, il divieto non riguarda i dipendenti di altre amministrazione che possono tranquillamente fare domanda.


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    Perché ho scelto di non partecipare al concorso

    Ore 14 di oggi, quasi una data Maya per i docenti! Si chiudono le iscrizioni al "concorsone". Ore 14.01 di oggi, sarò un prof. libero! Sì, non dovrò più pensare se partecipare o meno, per quanto non è che ci abbia pensato molto a dire il vero.
    Il mio "no" consapevole l'avevo già scelto dopo qualche giorno dal bando e l'avevo detto e scritto più volte. Motivi di coerenza e motivi personali mi hanno fatto scegliere di non farlo e non mi dispiace affatto. C'è chi mi ha preso (e prenderà) per folle o per stupido visto che sono precario anch'io! Infatti, sebbene insegni felicemente a tempo indeterminato in una seria scuola salesiana paritaria, non posso dirmi sicuro del futuro, poiché tagli e crisi non danno certezze neanche a chi lavora bene ed ha una solida tradizione.
    Non sono ricco di famiglia e non ho un secondo lavoro per quanto non manchino le collaborazioni giornalistiche e editoriali, con le quali comunque non potrei vivere dignitosamente. Ho scelto e mi sento davvero libero, poiché ho voluto e saputo dire "no" all'ennesimo ricatto del potere politico, al solito spreco di denaro pubblico, al classico rovesciamento di cose già decise poiché ci sono ancora le graduatorie. Non ho fatto ricorsi, non sono sceso in piazza, non mi sono lamentato, ho semplicemente agito di conseguenza e secondo coscienza!
    Non giudico male chi parteciperà, non lo giudico affatto; non ho mai amato la battaglia tra poveri innescata troppe volte nella scuola da azioni politiche fuori logo e interventi sindacali inesistenti. Ho scelto per me e non solo, perché quest'anno non intendo rinunziare alla mia famiglia, agli affetti, alla mio tempo libero, alle mie passioni, a coltivare i miei sogni, ai miei studi personali, al volontariato, alla scuola vera e agli alunni da seguire quotidianamente.
    Mi sento vicino a tutti i docenti, quanti insegnano già, che faranno enormi sacrifici, anche finanziari, per studiare e riuscire al meglio nel concorso. Non mi spaventano i sacrifici, né temo lo studio, ma non amo i sacrifici vani e per il capriccio dei potenti, né amo lo studio che non venga dalla libertà e sia vera passione per qualcosa.
    Sarò lontano, però, da quei docenti, che sceglieranno di mettere da parte le classi attuali, il proprio dovere nei confronti degli alunni, la cura della crescita di questi, perché si devono preparare al concorso. Non me ne vogliate male, ma nessun educatore può sacrificare chi gli è stato affidato per cercare il proprio bene e la realizzazione personale!
    Spero che non siano molti, ma temo che anche involontariamente saranno tanti. Direte che la colpa è del ministro; è vero, ma chi sceglie ha sempre una responsabilità personale. Io ho scelto, mi sento libero, certo che non è un concorsone dei questo tipo o il non farlo ad affermare quanto valgo come uomo e come docente. Il mio concorso lo affronto ogni giorno, per più di 24 ore settimanali, tra i banchi di scuola e nelle pieghe della vita.

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    Concorso a cattedra: uno su 25 ce la fa


    Parafrasando Gianni Morandi, verrebbe da dire, visto che le domande sono stimate in non meno di 280.000 e i posti a disposizione sono 11.442: uno su 25 ce la fa.
    Chi è che non ricorda la ritmica canzone di Gianni Morandi uno su mille ce la fa? È una canzone degli anni ottanta, che l’inossidabile Morandi, ha cantato in un momento di difficoltà professionale della sua vita.
    In quella canzone ci sono parole, che incitano alla grande voglia umana di riscatto, si tratta di un invito a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà della vita, vita che , con i suoi alti a bassi ,viene paragonata in chiave figurata all’alta e bassa marea.
    A poche ore dalla chiusura delle istanze on line del concorso a cattedra per docenti, ci viene in mente quella canzone e, soprattutto scatta in tutti i candidati concorrenti la voglia di riscatto e di non arrendersi ad un momento storico di crisi per l’Italia e per la scuola italiana.
    Parafrasando Gianni Morandi, verrebbe da dire, visto che le domande sono stimate in non meno di 280.000 e i posti a disposizione sono 11.442: uno su 25 ce la fa.
    Anche se questo concorso è un terno al lotto , soprattutto nella fase della prova di selezione, non bisogna farsi prendere dallo sconforto e bisogna essere ottimisti. Magari , tra i 25 aspiranti ad singolo posto, il vincitore sarai proprio tu, che affrontando le difficoltà della vita, potresti superare, con una buona dose di fortuna, la roulette dei test a risposta multipla ed a tempo. Comunque vada, il dato se confermato, delle quasi 300mila istanze di partecipazione, mostra uno spaccato di un’Italia in profonda crisi, che un tempo snobbava la professione della docenza ed oggi concorre speranzoso di raggiungere la chimera del ruolo.
    Questo non è il concorso dei giovani, ma piuttosto è il concorso che mette a confronto i quarantenni che hanno un passato di precariato nella scuola, con i quarantenni che hanno , nei decenni scorsi, snobbato il ruolo professionale del docente. Molti ritengono che questo concorso, scipperà una parte di posti a coloro che della scuola hanno fatto sempre parte e non hanno riscoperto oggi l’importanza di questa professione. Non si tratta assolutamente del concorso che farà entrare i giovani laureati, che purtroppo dovranno aspettare ancora qualche anno.
    Da domani alle 14.00 si chiuderà la fase di inoltro della domanda on line ed inizierà la corsa dei candidati a salire in cattedra, che per ogni posto disponibile, in media vedrà un vincitore ogni 25 esclusi.


    tecnica della scuola
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    Concorso per prof, 321 mila domande per 11 mila posti

    Solo il 3,6% ce la farà: polemiche
    dai sindacati. “Così è diventato una lotteria delle illusioni”
    La divisione è presto fatta: ce la farà uno su 28. Ora che sono ufficiali le cifre dei partecipanti al primo concorso dopo quindici anni per reclutare prof nelle scuole, diventa anche più chiaro a che lavoro andrà incontro il ministero nelle prossime settimane. In totale sono arrivate 321.210 domande e i posti disponibili sono 11.542. I candidati? Soprattutto donne, meridionali, e quarantenni. Tre pennellate che raccontano la scuola del Terzo Millennio in Italia più di intere enciclopedie.
    Otto domande su 10 arrivano dalle donne, una su due dal Sud, due su tre degli aspiranti insegnanti che hanno fatto domanda per partecipare alla selezione non proviene dalle graduatorie ad esaurimento, quasi uno su due ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni e la media è di 38,4 anni.
    La media è più alta per gli uomini (40 anni) che per le donne (38 anni). Gli under 35 hanno inviato circa il 35% delle richieste ma non sono giovani: le regole del concorso escludevano di fatto i laureati degli ultimi dieci anni. Circa il 15%, invece, sono over 45.
    Le richieste potevano essere indirizzate a tutti i gradi di scuola. Su questo punto non si registrano forti variazioni: le domande si distribuiscono in modo pressoché omogeneo, sottolinea il Miur in una nota. Il 26,2% delle domande riguarda i posti disponibili nella scuola dell’infanzia, il 26,6% la scuola primaria, il 20% la secondaria di I grado e il 27,2% la secondaria di II grado.
    La metà delle domande arriva dal Sud (sono 164.827, il 51,3%), e in particolare dalla Campania che è la regione di provenienza del maggior numero di richieste. Decisamente meno interessante deve essere sembrato il concorso per i prof del resto del Paese. Dalle regioni del Nord è arrivato il 29,3% delle domande e il 19,4% dal Centro.
    Fin qui i dati che «dimostrano - sottolinea il ministero - quanto sia sentita nel mondo della scuola e tra gli aspiranti docenti la necessità di avviare una procedura di reclutamento anche per via concorsuale».
    I sindacati la pensano in modo diverso. Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, spiega che, invece, si «conferma la drammaticità dello scarto tra domanda e offerta nella scuola» e aggiunge di essere preoccupato «in una situazione che rende arduo assicurare chiarezza, regolarità e trasparenza delle procedure». Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, è ancora più duro: «È la conferma che il concorso risponde solo alla demagogia di un ministro che ritiene il lavoro non un diritto ma una lotteria a premi. Dove sono andati a finire i giovani, il merito, la valorizzazione dei talenti a fronte di un concorso che si è trasformato in una fabbrica di illusioni? La verità è che l’enorme numero di domande dipende esclusivamente dall’alto numero di disoccupati che aspirano legittimamente a un lavoro qualsiasi». Giuseppe Mascolo, segretario generale dell’Ugl Scuola, sottolinea il rischio che per tanti il concorso «si trasformi in una mera illusione». Per Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, «i precari della scuola hanno snobbato il concorso-farsa: troppo limitato il numero dei posti e chi ha preso un’abilitazione sente di aver già superato una selezione, non si ha voglia di ricominciare da capo come un novellino dopo dieci anni di insegnamento. Ma anche coloro che avrebbero avuto più motivi per mettersi in gioco, i giovani, sono rimasti esclusi. E questo è inconcepibile e incostituzionale: a parità di titolo, infatti, tutti hanno lo stesso diritto a partecipare a un concorso pubblico».

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