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Discussione: Concorsi pubblici, il Miur prova a stringere i tempi

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    Predefinito Concorsi pubblici, il Miur prova a stringere i tempi

    Lo ha detto ai sindacati il Capo dipartimento Lucrezia Stellacci: ma norme vigenti e burocrazia ci ostacolano. Sui Tfa, invece, la pubblicazione del bando è vicina. Assunzioni: l’ipotesi su cui sta lavorando il Miur è ora di 20mila unità, una quota che coprirebbe quasi i pensionamenti.
    Se si vuole sbloccare lo stallo sul reclutamento di giovani aspiranti docenti occorre accelerare i tempi dell’indizione dei nuovi concorsi pubblici: dopo il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, il concetto è stato espresso qualche giorno fa dai massimi dirigenti di viale Trastevere ai sindacati. La volontà del Miur, tuttavia, si scontra con i limiti della burocrazia. In particolare, ha spiegato la Cisl Scuola, presente all’incontro, il Capo dipartimento Lucrezia Stellacci, “nel rappresentare la volontà del Ministro di avviare quanto prima le procedure per un nuovo concorso, adeguate ai tempi e caratterizzate da maggiore celerità e snellezza, ha sottolineato le difficoltà che derivano sia dagli stretti margini di azione concessi dalla normativa vigente sulla materia, sia dai tempi lunghi che comunque comporta l’iter di approvazione di un eventuale nuovo regolamento”.
    Per evitare incaute pubblicazioni, quindi, il ministero dell’Istruzione sta realizzando un approfondimento tecnico-giuridico. Che servirà anche, ha spiegato la Uil Scuola, “a garantire trasparenza nelle procedure e rapidità dei tempi di attuazione". Al momento, tuttavia, ha sottolineato lo Snals Confsal “l’amministrazione non ha ancora definito alcuna soluzione, ma sta studiando tutte le possibili vie percorribili per risolvere i diversi problemi e per dare risposte sia alle esigenze di funzionamento delle scuole che alle aspettative delle persone coinvolte nei vari aspetti”.
    Una delle novità che sta comunque prendendo corpo riguarda la volontà del Miur di attivare dei mini-concorsi per abilitare il prima possibile degli aspiranti (privi di altre abilitazioni) che disponga di titoli d’accesso per concorrere nelle non poche classi di concorso ormai senza più candidati (in gergo tecnico “esaurite”).
    Se i concorsi sono in alto mare, sui Tfa siamo fermi alle indiscrezioni di qualche giorno fa: anche ai sindacati non è stato detto nulla di più di quello che si sapeva. Quindi anche che poiché le date di svolgimento delle preselezioni sarebbero state collocate tra il 20 giugno ed il 20 luglio, la pubblicazione del bando di concorso a questo punto sarebbe ormai vicina. Sul tema è intervenuta la Flc-Cgil: “i Tfa, così attesi da coloro che aspirano all'abilitazione all'insegnamento - ha fatto sapere il sindacato guidato da Domenico Pantaleo - , non devono alimentare vane speranze, ma corrispondere a una seria programmazione del piano di stabilizzazioni”.
    Nella ripartizione delle assunzioni però, in base a quanto fatto intendere più volte dal ministro Profumo, si dovrebbe tenere conto dell’alto numero di supplenti abilitati presenti delle graduatorie ad esaurimento: ogni quattro assunti, quindi, solo uno dovrebbe provenire dai Tfa. Gli altri sarebbero attinti delle GaE.
    A proposito di assunzioni, da attuare nella prossima estate, i rumors provenienti dal dicastero dell’Istruzione indicano in 20mila (non 10mila) il numero su cui si starebbe lavorando al Ministero. Una quantità, quindi, non lontana di prossimi pensionamenti. E che non terrebbe conto del “popolo” dei crescenti soprannumerari. Ma confermerebbe la volontà adottata l’estate scorsa di immettere i ruolo su tutti (o quasi) i posti vacanti.


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  2. #2
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    Il ministro dell’istruzione Profumo ha parlato a Catania, a margine della presentazione dei bandi per smart cities e smart communities, ancora una volta di concorso, ritornando, nuovamente, sulla sua iniziale idea di ripartire in modo differenziato i posti per le graduatorie ad esaurimento da quelli del concorso per esami.
    ”Noi abbiamo una situazione pregressa con le graduatorie che ormai perdura da molti anni non essendoci stati concorsi dal 1999. Nello stesso tempo dobbiamo dare un segnale forte ai giovani, non possiamo lasciarli sempre indietro. Per cui avvieremo nell’autunno un doppio canale di reclutamento: un canale più grande e più importante dalle graduatorie e un canale un po’ più ridotto con un concorso per i giovani”.
    Per avviare dal prossimo autunno questa nuova forma di reclutamento, come ha dichiarato Profumo, occorre prima di tutto cambiare la legge che ripartisce oggi i posti in quote uguali (fifty-fitfy) tra il concorso e le graduatorie ad esaurimento.
    Occorre poi bandire i concorsi ordinari, ma, per farlo, occorre prima dare un regolamento nuovo alle procedure concorsuali secondo quanto previsto dalla cosiddetta norma Fioroni della legge finanziaria 2008.
    “Uno dei problemi del Paese, della scuola e dell’università - ha continuato - è che per molti anni non si sono fatti concorsi. Adesso qui si sono accumulati, quindi io credo che attraverso un’operazione di questo genere, con molto buonsenso, si possa riavviare un processo che, naturalmente non risolverà nell’immediato il problema, ma che rimette il Paese nella direzione di diventare un Paese normale”.
    Sono le stesse parole che il ministro ha usato quattro mesi fa; si può essere d’accordo, ma bisogna passare presto da quelle parole ai fatti, prima che tutto si esaurisca in vuoti proclami.
    “Per i concorsi stiamo facendo la fotografia esatta di quelle che sono le disponibilità dei posti a fronte anche delle nuove regole sul pensionamento”. Anche questo il ministro lo aveva già detto alle Camere circa due mesi fa. A che punto siamo?
    “Vorremmo - ha continuato il ministro - che il concorso fosse fatto in modo tale da fare una valutazione delle competenze delle persone ma anche della loro attitudine a stare in aula”.
    Affinché il concorso cambi impostazione occorre modificarne alle radici i contenuti. C’è il tempo per farlo? E tutta “la macchina” sta correndo in quella direzione?


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  3. #3
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    Concorso a tre punte per il ruolo


    Prima gli abilitati dei Tfa, poi selezioni biennali aperte
    Un modulo a tre punte, con maxiconcorso e abilitazione riservata ai docenti precari con 360 ore di servizio. Questa la formazione messa in campo da mister Profumo per arruolare nuovi docenti e combattere il precariato. In attesa della riforma del sistema di reclutamento, il ministro dell'istruzione Francesco Profumo ha annunciato nei giorni scorsi due tornate di concorsi.
    La prima sarà bandita «entro l'anno», ha detto, per un numero di posti tra 5.000 e 8.000, in base a quanti ne autorizzerà il ministero dell'economia. Vi potranno partecipare i docenti abilitati e i vincitori saliranno in cattedra nell'anno scolastico 2013-14. Così da far fronte alle esigenze delle classi di concorso con le graduatorie effettivamente esaurite. «Ma già nella prossima primavera faremo un altro bando», annuncia , «al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati», cioè i 20.067 che avranno frequentato con successo i corsi di tirocinio formativo attivo (Tfa). I vincitori di questa seconda più consistente tornata di concorsi entreranno in servizio nel 2015-16. «La mia idea dopo è quella di dare una cadenza biennale ai concorsi, per regolarizzare tutto il sistema», che avrà proprio nell'abilitazione e nel concorso a cattedre i due momenti più importanti, «certi, con cadenza regolare e sicura», assicura. Svuotando le graduatorie. Inoltre, gli insegnati precari potranno contare sulla revisione delle classi di concorso, terminata dal Miur riducendole a 50-60, e sui controlli ministeriali alle graduatorie ad esaurimento, dove persone iscritte da anni, pur avendo rinunciato a insegnare, hanno diritto a essere nominati. Ma non è tutto. «Saranno ammessi in aula, a fine anno, al primo corso di tirocinio per conseguire l'abilitazione i docenti con almeno 3 anni di servizio, come previsto anche da una direttiva europea». E come stabilito da un emendamento del Fli al decreto semplificazioni votato lo scorso marzo, che però chiedeva l'accesso diretto ai tirocini ai docenti di ogni ordine e grado, compresi gli insegnanti tecnico pratici. La procedura privilegiata per accedere alla docenza è invece riservata ai docenti di medie e superiori che hanno maturato almeno 360 giorni di servizio. Per loro nessuna prova selettiva né selezione d'ingresso ai TFA, perché “nella realtà il tirocino l'hanno già fatto”, spiega Profumo riconoscendone l'esperienza lavorativa. Al termine del corso, che dovrebbe prevedere la frequenza di moduli speciali seguiti nelle università, dovranno superare la prova finale, come tutti gli altri tirocinanti, per conseguire l'abilitazione. Canale preferenziale che, però, secondo il direttore nazionale di Diesse Frabrizio Foschi, è smentito dal regolamento sui Tfa (DM n. 249/2010), ormai immodificabile entro il 4 giugno, termine per l'iscrizione alle selezioni. Una «sanatoria del corpo docente» a cui è contraria l'associazione delle scuole non statali Aninsei di Confindustria. Intanto, per tre anni continueranno a entrare in ruolo i vecchi insegnati abilitati, compresi quelli che hanno acquisito l'abilitazione con i concorsi fino al 1999 e prima della nascita delle SSIS. Docenti esperti ma formatisi molti anni fa, mentre il Miur vorrebbe creare un modello moderno di concorso che ponga grande attenzione al docente, alla sua attitudine a insegnare, al suo modo di stare in aula stimolando gli studenti con modalità nuove, come la tecnologia. Il modulo Profumo è accolto con discreto favore dai sindacati. Occorre passare subito ai fatti, dice la Uil Scuola di Massimo Di Menna, servono «concreti provvedimenti che hanno, a nostro parere, carattere di urgenza».


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  4. #4
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    Tempi duri per chi vuole insegnare


    Gli annunci ministeriali sui concorsi e sui corsi abilitanti si susseguono incessanti, ma lasciano spazio a parecchi dubbi: quante saranno le immissioni in ruolo? Quanti saranno i nuovi abilitati? Quando verranno banditi i nuovi concorsi?
    E’ un momento di grande confusione per i docenti aspiranti a una cattedra (e verrebbe da dire: ma quando c’è stata mai chiarezza?)
    In questo mare magnum prova a fare chiarezza l’Anief ritenendo che saranno immessi in ruolo alcune migliaia di vincitori di concorso e, contestualmente, su non meno del 50% dei posti disponibili, gli aventi diritto inseriti nelle GaE. I nuovi abilitati saranno 20mila con il Tfa ordinario e decine di migliaia con quello “speciale”.
    Tra i prossimi giugno e luglio si terranno le prove selettive per l’accesso ai corsi Tfa ordinari (per quasi 21mila posti), secondo un calendario pubblicato con l’allegato 2 del decreto 23 aprile 2012 n. 74.
    Poi sarà il momento dei tanto dibattuti Tfa speciali. Per l’ottobre prossimo è infatti atteso il provvedimento che istituisce un percorso di abilitazione semplificato (niente prove selettive di accesso) e ridotto (niente ore di tirocinio), riservato ai docenti non abilitati che hanno maturato particolari requisiti (tre supplenze di almeno 180 giorni ciascuna, nel periodo tra il 1999 e il 2012). Per istituire i corsi Tfa c.d. ”speciali” occorreranno modifiche (alle quali il Miur sta lavorando) al D.M. n. 249/2010. I corsi si svolgeranno dall’inizio del 2013 e termineranno in contemporanea con quelli ordinari; i corsisti di entrambi i Tfa avranno accesso al concorso a cattedre di cui diciamo più avanti al punto 4.
    E siamo ai concorsi tanto attesi dalle nuove, e non solo, generazioni di docenti. Per l’autunno 2012, il ministro Profumo ha anche annunciato l’effettuazione della prova preselettiva di un concorso che dovrebbe essere bandito a giorni. Sarà riservato ai docenti abilitati e metterà in palio un certo numero di cattedre. Sul numero resta un dubbio. In una dichiarazione in Parlamento, durante un question time, la scorsa settimana, il Ministro ha dato la cifra di 7400. E qui ha contraddetto quanto dichiarato alla nostra testata.
    In un’intervista a La Tecnica della Scuola (pubblicata, a firma di Daniela Girgenti, sul n. 21 del 20 giugno) egli affermava: “quando il concorso sarà terminato, i 12mila vincitori potranno essere assunti in ruolo. E altrettanti dodicimila circa verranno assorbiti attraverso le graduatorie a esaurimento… I posti che il Miur metterà a concorso riguarderanno solo le discipline che presentano vacanze sicure di posti. Ed in prevalenza le selezioni riguarderanno regioni del Nord Italia dove c’è la maggiore carenza di docenti titolari di cattedra. Il numero sarà comunque ripartito: all’infanzia andranno meno di 2mila posti, alla primaria tra i 2mila e i 3mila. Alla scuola secondaria, tra primo e secondo grado, l’altra fetta di contingente che porterà il numero complessivo di vincitori a quasi 12mila”.
    Ad ogni modo, i vincitori del concorso saranno assegnati su un numero di cattedre che non supererà, in percentuale, il 50% del totale di quelle disponibili nei prossimi due anni scolastici: il calcolo tiene conto, per un verso, dei pensionamenti, e per altro verso dell’effetto di coda dei tagli prodotti dal “riordino” Tremonti-Gelmini. Il concorso, cui avrebbero accesso i laureati, si svolgerebbe secondo le regole tradizionali; c’è già la copertura economica e il via libera della Corte dei Conti. Su altrettanti posti (dunque 7.400 oppure 12000) verranno nominati gli aventi diritto iscritti nelle GaE. Degli annunci su l’organico “funzionale all’autonomia” s’è perduta perfino la memoria.
    Primavera del 2013. Verrebbe bandito un ulteriore concorso a cattedra, in attuazione del principio (stabilito con il comma 416 dell’unico articolo della legge finanziaria 2008, legge n. 244/2007, e mai attuato) secondo cui i concorsi vanno effettuati ogni due anni. In sostanza, il primo bando aprirebbe la procedura concorsuale 2012, per posti disponibili all’agosto 2015, e il bando della primavera 2013 - che il Ministro preannuncia innovativo, a cominciare dal fatto che verrebbero ammessi solo i candidati abilitati, e che non vi sarebbero graduatorie suppletive, né residue rispetto a quella dei vincitori da assegnare alle cattedre messe a concorso - aprirebbe la procedura concorsuale 2014, per posti disponibili all’agosto 2017.
    Il nostro direttore, Daniela Girgenti, non a caso aveva precisato: “I concorsi, dunque, perderanno il valore abilitante (dato che l’abilitazione sarà il titolo di accesso ) e coloro che non li supereranno dovranno ripresentarsi ai nastri di partenza di una nuova selezione”. D’altra parte, la dichiarazione resa dal ministro a Daniela Girgenti era inequivocabile: ”al pubblico concorso per diventare insegnanti si accede solo dopo avere acquisito l’abilitazione, applicando la legge in vigore. Sto parlando del Testo Unico (D,L.vo n. 297/94) che all’art.402 prevede che l’accesso ai concorsi è solo appannaggio degli abilitati. E’ arrivato il momento di applicarlo”.
    Insomma si profilano tempi duri per chi vuole insegnare. Eppure sono in tanti ad ambire al ruolo di docenti di questa confusa scuola italiana.


    tecnica della scuola
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  5. #5
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    Dopo 13 anni nuovo concorso per 11.892 docenti


    Novità importanti dal Consiglio dei Ministri di oggi che, oltre ad avere approvato i decreti relativi al sistema di valutazione e autorizzato l’assunzioni di dirigenti, docenti, personale educativo e Ata, comunica che recluterà 11.892 docenti tramite concorso
    Una notizia per certi versi attesa e da tempo preomessa dal ministro Profumo in varie occasioni e che ora viene confermata e diramata attraverso un comunicato dello stesso ministero.
    Per il prossimo 24 settembre, fa sapere il Miur, è prevista la pubblicazione di un bando di concorso, per titoli ed esami, su base regionale, finalizzato alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie.
    La procedura concorsuale avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’a.s. 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione.
    Il ministero dunque insiste, considerato giustamente l’elevato numero di aspiranti professori, sulle prove preselettive attraverso test uguali per tutte le classi di concorso in modo da ridurre a cifre più esigue i partecipanti al concorso vero e proprio previsto per gennaio, dopo la correzione delle batterie dei test.
    Sicuramente non sono state individuate altre formule per selezionare la massiccia partecipazione di candidati, considerato pure che la scuola per ora rimane l’unico settore della pubblica amministrazione che assume personale.
    La speranza tuttavia è che questa volta si faccia buon uso delle cattive esperienze passate che hanno visto l’apertura di contenziosi sia nell’ultimo concorso a dirigente scolastico e sia nelle prove Tfa per i cui sbagli e svarioni lo stesso ministro ha chiesto scusa.
    Fra l’altro si dovrà ancora definire se anche i docenti ancora fermi nelle GaE potranno parteciparvi o se sarà previsto per loro un canale preferenziale rispetto ai test preselettivi, come è stato annunciato per i Tfa, e la relativa valutazione dei titoli.
    In ogni caso appare apprezzabile da parte del ministro Profumo l’impegno a riaprire l’istituto concorsuale che col nuovo millennio era sembrato incepparsi, mentre dare speranze a tanti neolaureati fa ben sperare anche nella ripresa della nazione stessa.
    Per quanto riguarda invece tutti gli altri provvedimenti approvati dal consiglio dei ministri di oggi, pubblichiamo il comunicato del Miur.
    Il Consiglio dei Ministri di oggi ha esaminato e approvato quattro decreti presidenziali in tema di pubblica istruzione, riguardanti il regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione e l’autorizzazione al Miur ad effettuare assunzioni di: dirigenti scolastici, docenti e personale educativo; docenti per le Accademie e i Conservatori di Musica; personale tecnico-amministrativo e tre unità di direttore amministrativo per il settore AFAM.
    Queste azioni rientrano nella più ampia e complessiva azione del Miur a favore dell’istruzione e della formazione. Un’azione che si articola anche in: procedure per l’abilitazione nazionale dei docenti universitari, un piano straordinario per l’assunzione di professori universitari associati, reclutamento di docenti della scuola tramite concorso.
    1. DPR recante autorizzazione al Miur ad assumere a tempo indeterminato, per l’a.s. 2012 – 2013, 1213 dirigenti scolastici, a trattenere in servizio 134 dirigenti scolastici per l’a.s. 2012/2013, ad assumere 21.112 unità di personale docente ed educativo
    Le assunzioni di dirigenti scolastici e di docenti e personale educativo autorizzate dal DPR per l’a.s. 2012/2013 rientrano nel programma triennale di assunzioni nel comparto scuola 2011-2013 per rispondere al fabbisogno corrispondente alle effettive esigenze di funzionalità del servizio scolastico. Tali assunzioni devono essere effettuate entro il 31 agosto 2012 al fine di consentire un ordinato avvio dell’anno scolastico. Con riferimento ai dirigenti scolastici, oltre all’assunzione di 1213 unità (risultati vincitori del recente concorso), sono stati autorizzati 134 trattenimenti in servizio di presidi con 65 anni di età per l’assoluta necessità di coprire i numerosi posti che risulteranno vacanti al 1° settembre 2012.
    2. DPR recante l’autorizzazione al Miur ad assumere 60 docenti di I e II fascia per le Accademie e i Conservatori di Musica
    Le assunzioni di docenti di I e II fascia autorizzate dal DPR per l’anno accademico 2012/2013 rispondono al fabbisogno corrispondente alle effettive esigenze di funzionalità del sistema dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Infatti, alla data del 1° novembre 2012 cesseranno dal servizio 214 docenti di prima e seconda fascia. Rispetto a queste nuove vacanze di organico 60 posti saranno ricoperti con l’assunzione autorizzata dal DPR dei docenti iscritti nelle graduatorie nazionali; le restanti cattedre vacanti saranno attribuite con incarichi a tempo determinato annuale.
    3. DPR recante l’autorizzazione al Miur – Direzione generale per l’Alta formaziona artistica, musicale e coreutica, ad assumere 280 unità di personale tecnico –amministrativo (149 assistenti amministrativi e 131 coadiutori) e 3 unità di direttore amministrativo – EP/2 a seguito di mobilità intercompartimentale
    Le assunzioni del personale tecnico – amministrativo e delle unità di direttore amministrativo autorizzate dal DPR per l’anno accademico 2012/2013 rispondono all’esigenza di garantire un corretto avvio dell’anno accademico per le Accademie e i Conservatori. Infatti, le assunzioni autorizzate servono a coprire quota parte delle vacanze di organico che si determineranno a seguito di cessazioni dal servizio del personale al 1° novembre 2012.
    4. DPR recante regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione
    Questo DPR, proposto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, riguarda l’istituzione e la disciplina del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione delle istituzioni scolastiche e formative, comprese le scuole paritarie, definendone finalità, struttura e modalità di funzionamento, in linea con le migliori prassi internazionali.
    Il Sistema di valutazione si basa sull’attività di collaborazione di tre istituzioni: l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che assume il coordinamento funzionale dell’intera procedura di valutazione; l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che sostiene le scuole nei piani di miglioramento; gli Ispettori, che collaborano nella fase di valutazione esterna delle scuole.
    Uno dei perni di questa riforma è costituito dall’autovalutazione delle scuole, determinata sulla base di dati forniti dal sistema informativo del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, dall’Invalsi e dalle stesse scuole. Questa analisi sarà contenuta in un Rapporto di autovalutazione da cui successivamente l’Invalsi desumerà gli indicatori che consentiranno di individuare le istituzioni scolastiche da sottoporre alla valutazione esterna, coordinata dagli ispettori.
    In base ai risultati del Rapporto, la scuola definirà un piano di miglioramento avvalendosi anche del sostegno dell’Indire, o della collaborazione con università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali. Gli esiti del procedimento di valutazione non hanno l’obiettivo di sanzionare o premiare ma intendono rendere pubblico il rendimento della scuola in termini di efficacia formativa. Lo scopo è attivare un processo di miglioramento sistematico e complessivo dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, che deve essere mirato soprattutto a innalzare i livelli di apprendimento degli studenti e a dotarli di conoscenze e competenze essenziali per operare scelte consapevoli per il loro futuro. Il sistema permetterà anche di comprendere il valore dell’azione di coordinamento dei dirigenti scolastici.
    L’intervento normativo, dalla cui attuazione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, completa il processo di decentramento dell’Amministrazione a favore delle autonomie scolastiche, divenute operative dal 2000, e permette di dotarle di uno strumento di validazione del loro operato. In quest’ottica, il Sistema di valutazione costituisce una risorsa strategica per orientare le politiche educative alla crescita culturale, sociale ed economica del Paese e per promuovere un esercizio responsabile dell’autonomia da parte di tutte le istituzioni scolastiche e formative. Inoltre, permette di colmare il ritardo che il nostro Paese ha accumulato rispetto agli altri Paesi europei, perché fornisce una risposta all’impegno preciso richiesto dall’Europa di sostenere, con un programma di ristrutturazione, le scuole che hanno fatto registrare risultati insoddisfacenti.
    Il decreto sarà successivamente sottoposto, per i prescritti pareri, al Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, alla Conferenza unificata, al Consiglio di Stato e alle competenti Commissioni parlamentari. Contemporaneamente all’acquisizione dei pareri degli organi consultivi, si aprirà un percorso di consultazioni e confronto sul testo con gli operatori del mondo della scuola, con le realtà associative rappresentanti i genitori, gli studenti e la società civile, nonché con i sindacati del comparto e con le forze politiche.
    Procedure abilitazione nazionale docenti universitari
    Dopo l’emanazione dei due bandi per la formazione delle commissioni nazionali per l’abilitazione al ruolo di professore di I e II fascia e per i candidati, si avvicinano le prime scadenze per l’avvio dell’operatività delle procedure: 1) il 28 agosto scadranno i termini per la presentazione da parte dei professori ordinari in servizio presso le Università italiane delle candidature a far parte delle commissioni nazionali; 2) il 3 settembre scadranno i termini per l’eventuale ritiro della candidatura. Si tratta complessivamente di 184 commissioni nazionali che saranno formate a seguito dell’accertamento della qualificazione degli aspiranti commissari da parte dell’ANVUR e successivo sorteggio nell’ambito delle liste di idonei formate per ciascun settore concorsuale. Per quanto riguarda i candidati sarà possibile presentare la domanda entro il 20 novembre attraverso la procedura telematica predisposta dal Ministero e accessibile dal sito dedicato all’abilitazione nazionale.
    Piano straordinario di assunzione professori universitari associati
    Per l’anno in corso si prevede l’assegnazione agli atenei della seconda tranche di risorse destinate alla chiamata di professori di II fascia per un importo di 15 milioni di euro relativo al 2012 pari ad una spesa annua a regime di 90 milioni di euro. Tali risorse consentiranno l’assunzione di un numero di professori di II fascia compreso tra 2.500 e 3.000. Si ricorda che l’assegnazione della tranche 2012 sarà ripartita tra tutte le università statali con perequazione per quelle che sono state escluse dal riparto dell’anno 2011. Il Decreto di riparto terrà inoltre conto dei risultati della didattica e della ricerca di ogni università e del grado di virtuosità relativo alla spesa del personale. Il decreto di assegnazione delle risorse predisposto dal Miur di concerto con il Mef sarà sottoposto per il previsto parere delle competenti commissioni parlamentari agli inizi del mese di settembre.
    Reclutamento docenti della scuola tramite procedura concorsuale
    E’ prevista per il 24 settembre la pubblicazione di un bando di concorso, per titoli ed esami, su base regionale, finalizzato alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie. La procedura concorsuale avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’a.s. 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione.


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    L’insegnante del futuro? È chi supererà il concorso


    Durante un dibattito a Reggio Emilia, il Ministro dichiara - tra qualche protesta - che l’identikit del docente moderno è quello di una "persona in grado di mantenere un filo logico" nei suoi interventi, di "interpretare un testo" e con "competenze di tipo informatico" e "linguistico". Sono esattamente le caratteristiche che verranno saggiate con la prova pre-selettiva del prossimo concorso a cattedre.
    Chi ha intenzione di svolgere le prove pre-selettive del concorso a cattedre farebbe bene ad ascoltare le parole del ministro Profumo. L'identikit dell’insegnante moderno, ha detto il responsabile del Miur durante un dibattito su "Scuola, università e ricerca per la crescita del Paese" alla Festa democratica nazionale a Reggio Emilia, deve essere quello di una "persona in grado di mantenere un filo logico" nei suoi interventi, che sia capace di "interpretare un testo", che abbia inoltre "competenze di tipo informatico" e di tipo "linguistico".
    In base a quanto risulta alla “Tecnica della Scuola”, i riferimenti del ministro dell’Istruzione non sono teorici. Ma sono anche esattamente quelli che in questi giorni stanno portando gli esperti incaricati da viale Trastevere a redigere la prova pre-selettiva di fine ottobre per accedere al concorso a cattedre per circa 12mila posti, il cui bando è previsto per il prossimo 24 settembre.
    Questi quattro elementi, che Profumo ha definito “essenziali per il docente del prossimo anno”, sono infatti non a caso gli stessi su cui verteranno i quesiti a risposta multipla cui si sottoporranno, secondo alcune prime stime, tra i 150mila e i 200mila candidati. In larghissima parte abilitati. Al Miur hanno deciso che per lo svolgimento delle prova precedente alle selezioni vere e proprie, i test saranno uguali per tutti. In questa fase preliminare non conteranno le discipline. La gran parte delle domande verterà proprio sull’analisi del testo e sulla logica, oltre che sulla cultura generale. Una piccola porzione dei quesiti posti, sempre a risposta multipla e chiusa, riguarderanno l’informatica e la lingua (probabilmente l’inglese). Tutti contenuti su cui il Ministro non a caso si è voluto soffermare.
    Sempre durante l’intervento, Profumo ha aggiunto che gli insegnanti del futuro devono diventare capaci di "stare nella scuola", devono in pratica "stimolare gli studenti" e "sapere alternare un'attività di docenti ad un'attività di discenti”. In sintesi “devono imparare continuamente".
    Dopo aver brevemente ricordato la sua carriera di ricercatore, insegnante, preside e rettore, prima di essere chiamato a far parte del governo tecnico, Profumo si è soffermato sull’esigenza di passare in Italia da un sistema di cooptazione ad un sistema aperto perché per troppo tempo "siamo rimasti legati a sistemi chiusi in cui si cooptavano persone". Durante il suo intervento il ministro all'Istruzione ha parlano inoltre della necessità di "rimescolare il sangue": in questi anni - ha spiegato - ci siamo un po' riprodotti, a volte bene a volte male. Ora dobbiamo pensare ad aprire il sistema".
    Per Profumo, come hanno fatto notare a livello europeo, l'Italia deve cambiare passo nel campo dell'istruzione, e lo deve fare garantendo "processi trasparenti", che "valorizzino le capacità delle persone". Servono "tempi certi e semplificazione" sempre nel "rispetto della legge".
    Nel corso del dibattito, una ventina di insegnati precari ha protestato contro il ministro cercando di attirate la sua attenzione e quella dei presenti con alcuni cartelli: un rappresentante della Prefettura ne ha sequestrato uno. "La scuola dei tecnici è una scuola di classe" c'era scritto in un cartello con la sagoma di Pinocchio mangiato da un pescecane; "con il ministro Profumo c'è puzza di concorso-imbroglio" era il testo di un altro cartello; "120 milioni per un concorso inutile" ha esposto un altro insegnante.
    "Volevamo chiedere chiarimenti per le dichiarazione che ha fatte recentemente il ministro - ha spiegato Benedetta Corradini, insegnante precaria di lettere, prima in graduatoria nella sua classe di concorso a Reggio Emilia -. Non volevamo fare nulla di male, i nostri cartelloni sono senza offesa".


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    Il concorso riservato solo agli abilitati.


    In questi giorni molti neolaureati, ma senza abilitazione, hanno sperato di poter partecipare al concorso a cattedra del prossimo settembre. Tuttavia l’accesso al concorso a cattedra sarà riservato solo agli abilitati e solamente per la classe di concorso in cui si ha l'abilitazione
    Quindi si tratta di un concorso riservato a chi è già inserito nelle GAE e a chi, si tratta di 20.000 abilitati, non si ritrova per le più svariate ragioni nelle graduatorie ad esaurimento. Non è chiaro se, ma in questo caso i numeri di aspiranti salirebbero esponenzialmente, i docenti di ruolo in una data materia e che possiedano un’altra abilitazione possano tentare per quest’ultima di entrare nuovamente in ruolo attraverso la prova concorsuale. Al momento, i docenti di ruolo con altra abilitazione, sembrerebbero esclusi dall’accesso al concorso, ma questo potrebbe essere un motivo di contenzioso per rendere nullo il bando di questo atteso ma contestato concorso.
    Ad arricchire la lista degli aspiranti alla partecipazione di questo concorso ci sono i 20mila laureati che saranno ammessi a frequentare i prossimi Tfa, i Tirocini annuali abilitanti all'insegnamento a medie e superiori, che stanno terminando, tra le polemiche, le prove pre-selettive. Nei prossimi giorni quando la macchina organizzativa di questo concorso sarà più avanzata e ci saranno gli incontri con i sindacati, tutto potrà essere più chiaro e potrà essere chiarito anche se i docenti già di ruolo, ma in possesso di altre abilitazioni all’insegnamento potranno, avendone titolo, partecipare come a tutti gli altri abilitati al concorso, oppure se l’intenzione del MIUR sia quella di mettere la condizione che per partecipare a questo concorso non si può essere in alcun modo e in alcun ordine docenti di ruolo.


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    Concorso, quiz per 500 mila prof

    In arrivo test preselettivi di tipo logico, niente specificità
    È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l'obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche.
    La preselezione si rende necessaria per scremare l'esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l'altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico.
    Trascorsi 13 anni dall'ultimo concorsone, al ministero dell'istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l'annuncio ufficiale dell'avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l'intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che doveva essere una selezione totalmente nuova, per immettere a scuola prof giovani, diceva il ministro, sarà un concorso vecchio stampo, a cui potranno partecipare docenti già abilitati e, grazie alle norme della fase transitoria, i diplomati alle magistrali entro il 2001, i docenti laureati entro il 2003 e i diplomati per gli insegnamenti tecnico-pratici. Età media, 30-40 anni. In assenza di un nuovo regolamento, su cui inutilmente aveva provato a esercitarsi l'ex ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, le uniche innovazioni potranno riguardare le prove, visti i margini di discrezionalità dati all'amministrazione dall'articolo 400 del decreto legislativo n. 297 del 1994. I docenti che si stanno per abilitare attraverso i Tirocini formativi attivi resteranno invece fuori, per ammetterli servirebbe un decreto legge di modifica. Dovranno attendere il prossimo treno, forse già nel 2013, quando l'agenda di Profumo prevede una ulteriore selezione. Stessa sorte per i laureati più recenti e che non rientrano nelle specificità della normativa transitoria: il ministero non vuole avere nessun rilievo da parte del Consiglio di stato al momento della registrazione del bando. E però i sindacati chiedono assoluta certezza e già nei prossimi giorni dovrebbe svolgersi un incontro chiarificatore al ministero. L'amministrazione deve procedere a ritmi serrati per rispettare i tempi indicati al consiglio dei ministri da Profumo prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso; a gennaio la prova scritta, anche di verifica delle competenze disciplinari. A stretto giro la prova orale e graduatorie pubblicate in tempo utile per l'immissione in ruolo per settembre 2013. Novità sono attese per la prova orale, con l'inserimento della simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica, e per la valutazione dei titoli che danno punteggio, anche questi in fase di elaborazione. In arrivo poi modifiche dei criteri di selezione dei componenti delle commissioni: ad oggi possono essere commissari i docenti dichiarati idonei negli anni '90, l'Istruzione vorrebbe innalzare l'asticella della formazione richiesta. E comunque al ministero incrociano le dita, visti i pasticci delle recenti gare: quelle dell'ultimo concorso a dirigente scolastico, non ancora concluso in tutte le regioni, tanto che il governo ha autorizzato solo 1200 assunzioni, a dispetto dei 1700 posti messi a gara. E quelle per l'ammissione ai Tfa, dove errori e superficialità nei test hanno destato più di una critica. Intanto si dovrà decidere a chi assegnare lo svolgimento della preselezione: il Cineca, il Consorzio di 54 università italiane, oppure il Formez.


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    Profumo, ecco come funziona il concorso per gli insegnanti


    «Ci sarà un test iniziale di prescrematura dove l'obiettivo è quello di selezionare docenti che lavoreranno nella scuola per i prossimi 20/30 anni, quindi grande attenzione a quelle che saranno le necessità del Paese. Sarà valutata la loro capacità logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche ed informatiche. Poi ci sarà una seconda prova, di competenze e di settore. Nella terza prova saranno valutate le capacità dello stare insieme in classe del candidato, quindi una lezione simulata, una valutazione delle attitudini della persona a rapportarsi con i giovani. Una modalità nuova per individuare i nuovi docenti del nostro Paese». Ha detto così il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, nel corso di una intervista rilasciata al programma Prima di tutto di Rai Radio 1.
    Alla domanda su chi potrà accedere al concorso, visto anche che è il primo bando dopo 13 anni, Profumo ha spiegato: «Gli abilitati e questo consentirà alle persone di avere un doppio canale, quello delle graduatorie e quello del concorso». Cosa ne sarà dei cosiddetti precari storici, i 250mila vincitori di concorso già in graduatoria? «Bisogna chiarire che ci sono tre momenti nella vita delle persone, uno è il momento della laurea, il secondo è quello dell'abilitazione, il terzo quello del concorso per ottenere un posto. Le persone che sono in graduatoria sono 180mila di cui 22mila varranno messi in ruolo. Questi rimarranno in graduatoria, ma avranno la possibilità di partecipare al concorso e se vincitori potranno accelerare l'ingresso nel mondo della scuola».
    «Il sistema nazionale di valutazione scolastica è costituito da 3 elementi - ha continuato il ministro - invalsi, indire e corpo ispettivo. Il processo sarà attraverso un'autovalutazione delle scuole, basato su dati oggettivi messi a disposizione dal Ministero, relativi alla logistica, caratteristiche della scuola, i suoi risultati. Successivamente ci sarà una valutazione dell'autovalutazione stessa e saranno individuati quegli elementi per migliorare il sistema della scuola. La centralità naturalmente è lo studente. Bisogna offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie».


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    Tutti i numeri del "concorsone" mondo della scuola in subbuglio

    Il ministro Profumo: "Ci sarà la lezione in classe simulata e due canali per i prof". Ma si attendono le decisioni deifnitive su chi può partecipare, sullo spazio per i precari e per i più giovani laureati, sul numero dei partecipanti. Con il rischio di una "guerra tra poveri"
    I futuri insegnanti dovranno dimostrare di "sapersi rapportare con i giovani" ma anche "capacità logica, di comprensione verbale, competenze linguistiche ed informatiche". Intervenendo questa mattina ad una trasmissione radiofonica su Radio1, il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha chiarito alcuni aspetti del concorso a cattedre annunciato lo scorso 24 agosto. Ma restano ancora tantissimi aspetti da chiarire. E l'attesa, per quello che per i laureati di oltre un decennio è quasi un "evento", è alle stelle. A 13 anni dall'ultima selezione per esami e titoli - che si è svolta in ambito regionale soltanto per alcune classi di concorso - e dopo 22 anni da quella precedente, ancora valida per le materie d'insegnamento con le graduatorie più affollate, è facile immaginare che le persone interessate al concorso sono davvero parecchie.
    Ma sono anche tante le domande che si pongono in questo momento milioni di persone in Italia perché, in tempi di crisi, parlare di concorso pubblico è un sogno, e le speranze di genitori e figli aumentano. Ma le questioni aperte dall'annuncio dell'inquilino di viale Trastevere sono molte e al ministero si sta lavorando a ritmo incessante e non senza difficoltà per tradurre le dichiarazioni politiche di Profumo in atti burocratici. Vediamo quali sono i principali dubbi sul tema.
    Chi potrà partecipare alla selezione? La platea degli interessati al concorso è enorme e dipenderà
    da come verranno disegnati nel bando i requisiti di accesso alle prove scritte e orali. L'unica cosa certa, al momento, è il comunicato stampa del ministero a conclusione del consiglio di ministri-fiume dello scorso 24 agosto, che però non si addentra in questi particolari. Ma la dichiarazione più autorevole è quella dello stesso Profumo che parla di concorso destinato a coloro che sono già abilitati. In questo caso potrebbero partecipare tutti gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento dei precari e tutti coloro che, pur non essendo inclusi in queste liste, si sono abilitati attraverso i precedenti concorsi a cattedre. Ma i sindacati continuano a ripetere che il concorso si dovrà espletare secondo la normativa attualmente in vigore.
    Le norme attuali. In base ad una legge risalente al 1990 e a un decreto interministeriale del 1998, possono partecipare al concorso a cattedre coloro che sono già in possesso di un'abilitazione all'insegnamento, coloro che si sono laureati entro l'anno accademico 2002/2003 - per i corsi di laurea quinquennali - un anno prima (2001/2002) e un anno dopo (2003/2004) rispettivamente per i corsi di laurea di durata quadriennale e sessennale. Ma possono, altresì, partecipare anche i semplici laureati negli anni successivi al 2002/2003 ma solo per quelle classi di concorso che no abbiano un sufficiente numero di abilitati "per un adeguato reclutamento". In questo caso, per la singola regione e per la singola classe di concorso, verranno ammessi a concorrere un numero di candidati - anche soltanto laureati - fino ad un massimo di tre volte il numero di posti presumibilmente da assegnare nel periodi di validità delle graduatorie stesse. Un conteggio piuttosto complesso che potrebbe aprire le porte ad altre centinaia di migliaia di aspiranti prof e maestri.
    L'accesso di giovani e meritevoli. "La procedura concorsuale - scrive il ministero - avverrà secondo modalità innovative per favorire l'ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli". La normativa attuale non prevede quote riservate per favorire il reclutamento di insegnanti giovani. Durante le scorse settimane, tuttavia, lo stesso Profumo ha ventilato l'ipotesi di riservare una quota (il 10/15 per cento) dei posti disponibili per la prossima tornata di concorsi secondo la "vecchia procedura". Ma occorrere un bando di alta ingegneria giuridico-amministrativa per conciliare il tutto.
    Con quali modalità? Le novità del concorso che sarà bandito il prossimo 24 settembre dovrebbero interessare anche le modalità di svolgimento. Fino al 1999, i concorsi prevedevano una o due prove scritte, una prova orale e eventualmente una prova pratica di laboratorio. "Visto l'elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso", spiegano dal ministero. Ma non solo. La prova scritta, che dovrebbe includere "una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari", si dovrebbe svolgere entro fine ottobre e quella orale, da svolgersi entro fine luglio/metà agosto 2013, dovrebbe prevedere anche "la simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica".
    Il tutto, per immettere in ruolo i vincitori di concorso entro il primo settembre 2013. Ma c'è ancora un altro importante nodo da sciogliere. Il concorso verrà bandito e gestito per ambiti regionali: ogni regione avrà i propri concorsi. Ma non verrà espletato per tutti gli ordini di scuola e per tutte le classi di concorso. E' previsto che verrà bandito per quelle classi di concorso per le quali ci sono disponibilità in organico. In sostanza, se in Calabria ci sono posti vacanti di Italiano alla media (A043) il concorso si fa, se invece non ci sono posti o addirittura docenti in esubero il ministero soprassederà. In quest'ultimo caso, rimarrebbero in vigore le graduatorie dei concorso del 1999.
    Quanti posti messi a concorso? Per l'attesa procedura concorsuale che partirà a settembre sono previsti 11.892 cattedre. Le 21.011 che verranno assegnate in questi giorni non fanno parte di questo conteggio e perciò non c'entrano nulla con la novità annunciata dal ministro Profumo. Dal tono del comunicato di viale Trastevere sembrerebbe inoltre che tutti gli 11.892 posti saranno assegnati a settembre del 2013. Ma i soliti "bene informati" ipotizzano che l'intera quota verrà ripartita in due tranche: circa due terzi a decorrere dal 2013/2014 e la restante parte a decorrere dall'anno successivo. Per il secondo concorso a cattedre che dovrebbe invece partire "entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione" non ci sono ancora contingenti di posti assegnati ma presumibilmente si farà ricorso ai pensionamenti previsti per l'anno scolastico 2013/2014 e per quelli successivi. Ma occorre fare i conti con la "mina vagante" degli 8.557 docenti attualmente in esubero che potrebbero saturare parte dei posti disponibili.
    I numeri del concorso. E' forse uno delle questioni più interessanti di tutta la vicenda. Quanti saranno i partecipanti al concorso, assente da 13/22 anni? Secondo il ministero potrebbero essere 300 mila i candidati alla prima selezione del terzo millennio. Ma saranno i requisiti di ammissione a determinarne l'esatto numero. I soli abilitati inclusi nelle graduatorie ad esaurimento sono 200 mila, cui occorre aggiungere gli abilitati negli ultimi concorsi che non hanno intrapreso la carriera del precariato: un numero non facilmente quantificabile. Ci sono poi gli eventuali semplici laureati - per le classi di concorso con pochi abilitati - che potrebbero essere ammessi alle prove. Per comprendere i termini della questione basta citare qualche numero sui laureati italiani il cui sbocco professionale più atteso è proprio l'insegnamento.
    Solo in Lettere e filosofia, dal 2000 al 2012 si sono laureati - con titoli del vecchio ordinamento che davano accesso al concorso oppure con un titolo del nuovo ordinamento ma di durata quinquennale (laurea triennale più laurea specialistica) - 206 mila studenti. Mentre in Matematica, Fisica e Scienze naturali sono 123 mila i giovani usciti dagli atenei italiani. In tutto, nei 13 anni di vuoto concorsuale, i laureati dl vecchio ordinamento e "quinquennali" che l'istruzione universitaria italiana ha partorito ammontano un milione e 560 mila. Pertanto, la platea di interessati potrebbe essere di gran lunga superiore alle 300 mila ipotizzate dal ministero.
    La "guerra tra poveri" in corso. Si è scatenata sul web pochi minuti dopo l'annuncio del ministro. A confrontarsi i 200 mila precari inclusi nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e le centinaia di migliaia di "altri" interessati" - semplici laureati, giovani e meritevoli - che, dopo anni di studio e lustri di attesa, sperano di coronare il sogno dell'insegnamento. I primi vorrebbero essere garantiti, visto che le graduatorie provinciali sono denominate "ad esaurimento" e includono migliaia di over 40 e 50 che hanno speso "una vita a scuola da precario". I secondi hanno il legittimo diritto, dopo avere pianificato il loro futuro, magari proprio da docente, di avere la possibilità di partecipare ad un concorso che li metta in cattedra. Al centro un sistema che per anni ha prodotto precari ed è andato fuori controllo, cui la politica non ha saputo rispondere con norme tempestive ed efficaci.
    Profumo: "Il Paese tornerà alla normalità". "Il concorso sarà serio e il Paese ritornerà alla normalità. Con il fine principale di reclutare i docenti che dovranno insegnare nelle nostre scuole nei prossimi 20/30 anni". Lo dice il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, parlando con i giornalisti a margine della seconda giornata di Vedrò. Il ministro di viale Trastevere ha spiegato che il concorso si basa "su un canale doppio: per cui alcuni insegnanti entreranno nella scuola con la graduatoria e altri attraverso il concorso in cui si confronteranno con altri". "Ieri a Reggio Emilia ho incontrato anche le persone che in una qualche forma volevano dimostrare una diversa posizione: credo sia andata molto bene", ha aggiunto Profumo facendo riferimento alla protesta silenziosa di un gruppo di docenti precari, ieri alla Festa Democratica nazionale, a Reggio Emilia. Profumo ha spiegato di aver parlato a quei docenti "dell'importanza del concorso. Non so se li ho convinti ma ho dato loro tutte le informazioni necessarie". Per Profumo il concorso servirà per creare l'insegnante del futuro "che deve essere soprattutto una persona capace di stare con i giovani". "La generazione perduta non sono gli studenti attuali" ha concluso il ministro riferendosi alle parole usate dal premier Mario Monti. Per Profumo a soffrire particolarmente oggi "sono i trentenni che hanno perso sicurezze, ma non hanno gli anticorpi".


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