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Discussione: Concorsi pubblici, il Miur prova a stringere i tempi

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    Concorso, quiz per 500 mila prof

    In arrivo test preselettivi di tipo logico, niente specificità
    È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l'obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche.
    La preselezione si rende necessaria per scremare l'esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l'altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico.
    Trascorsi 13 anni dall'ultimo concorsone, al ministero dell'istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l'annuncio ufficiale dell'avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l'intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che doveva essere una selezione totalmente nuova, per immettere a scuola prof giovani, diceva il ministro, sarà un concorso vecchio stampo, a cui potranno partecipare docenti già abilitati e, grazie alle norme della fase transitoria, i diplomati alle magistrali entro il 2001, i docenti laureati entro il 2003 e i diplomati per gli insegnamenti tecnico-pratici. Età media, 30-40 anni. In assenza di un nuovo regolamento, su cui inutilmente aveva provato a esercitarsi l'ex ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, le uniche innovazioni potranno riguardare le prove, visti i margini di discrezionalità dati all'amministrazione dall'articolo 400 del decreto legislativo n. 297 del 1994. I docenti che si stanno per abilitare attraverso i Tirocini formativi attivi resteranno invece fuori, per ammetterli servirebbe un decreto legge di modifica. Dovranno attendere il prossimo treno, forse già nel 2013, quando l'agenda di Profumo prevede una ulteriore selezione. Stessa sorte per i laureati più recenti e che non rientrano nelle specificità della normativa transitoria: il ministero non vuole avere nessun rilievo da parte del Consiglio di stato al momento della registrazione del bando. E però i sindacati chiedono assoluta certezza e già nei prossimi giorni dovrebbe svolgersi un incontro chiarificatore al ministero. L'amministrazione deve procedere a ritmi serrati per rispettare i tempi indicati al consiglio dei ministri da Profumo prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso; a gennaio la prova scritta, anche di verifica delle competenze disciplinari. A stretto giro la prova orale e graduatorie pubblicate in tempo utile per l'immissione in ruolo per settembre 2013. Novità sono attese per la prova orale, con l'inserimento della simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica, e per la valutazione dei titoli che danno punteggio, anche questi in fase di elaborazione. In arrivo poi modifiche dei criteri di selezione dei componenti delle commissioni: ad oggi possono essere commissari i docenti dichiarati idonei negli anni '90, l'Istruzione vorrebbe innalzare l'asticella della formazione richiesta. E comunque al ministero incrociano le dita, visti i pasticci delle recenti gare: quelle dell'ultimo concorso a dirigente scolastico, non ancora concluso in tutte le regioni, tanto che il governo ha autorizzato solo 1200 assunzioni, a dispetto dei 1700 posti messi a gara. E quelle per l'ammissione ai Tfa, dove errori e superficialità nei test hanno destato più di una critica. Intanto si dovrà decidere a chi assegnare lo svolgimento della preselezione: il Cineca, il Consorzio di 54 università italiane, oppure il Formez.


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    Profumo, ecco come funziona il concorso per gli insegnanti


    «Ci sarà un test iniziale di prescrematura dove l'obiettivo è quello di selezionare docenti che lavoreranno nella scuola per i prossimi 20/30 anni, quindi grande attenzione a quelle che saranno le necessità del Paese. Sarà valutata la loro capacità logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche ed informatiche. Poi ci sarà una seconda prova, di competenze e di settore. Nella terza prova saranno valutate le capacità dello stare insieme in classe del candidato, quindi una lezione simulata, una valutazione delle attitudini della persona a rapportarsi con i giovani. Una modalità nuova per individuare i nuovi docenti del nostro Paese». Ha detto così il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, nel corso di una intervista rilasciata al programma Prima di tutto di Rai Radio 1.
    Alla domanda su chi potrà accedere al concorso, visto anche che è il primo bando dopo 13 anni, Profumo ha spiegato: «Gli abilitati e questo consentirà alle persone di avere un doppio canale, quello delle graduatorie e quello del concorso». Cosa ne sarà dei cosiddetti precari storici, i 250mila vincitori di concorso già in graduatoria? «Bisogna chiarire che ci sono tre momenti nella vita delle persone, uno è il momento della laurea, il secondo è quello dell'abilitazione, il terzo quello del concorso per ottenere un posto. Le persone che sono in graduatoria sono 180mila di cui 22mila varranno messi in ruolo. Questi rimarranno in graduatoria, ma avranno la possibilità di partecipare al concorso e se vincitori potranno accelerare l'ingresso nel mondo della scuola».
    «Il sistema nazionale di valutazione scolastica è costituito da 3 elementi - ha continuato il ministro - invalsi, indire e corpo ispettivo. Il processo sarà attraverso un'autovalutazione delle scuole, basato su dati oggettivi messi a disposizione dal Ministero, relativi alla logistica, caratteristiche della scuola, i suoi risultati. Successivamente ci sarà una valutazione dell'autovalutazione stessa e saranno individuati quegli elementi per migliorare il sistema della scuola. La centralità naturalmente è lo studente. Bisogna offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie».


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