Secondo il Bcg, nel 2016 sarebbe dietro solo a Usa, Cina, Giappone e India

Se Internet fosse uno Stato, diventerebbe la quinta potenza economica mondiale nel 2016. E' la conclusione cui è arrivato uno studio del Boston Consulting Group (Bcg, leader mondiale nella consulenza), secondo cui sarebbe alle spalle solo di Stati Uniti, Cina, Giappone e India, davanti alla Germania.
In quattro anni, ci saranno tre miliardi di internauti al mondo (nel 2010 erano 1,9 miliardi) e, solo nei Paesi del G20, Internet varrà 4.200 miliardi di dollari, contro i 2.300 nel 2010, secondo la previsione del Bcg contenuta nel rapporto pubblicato ieri.
Il boom di Internet sarà ancor più facilitato dall'accesso dai telefoni cellulari e dallo sviluppo dei social network. Tra gli Stati del G20, un grande contributo arriverà dal Regno Unito: nel 2016, Internet varrà il 12,4% del prodotto interno lordo; alle sue spalle, la Corea del Sud (8%), la Cina (6,9%), l'Europa a 27 nel complesso (5,7%) e gli Stati Uniti (5,4%).
Secondo il Bcg, le aziende dovrebbero sfruttare meglio le potenzialità della rete: «In molti Paesi, tra cui Cina, Germania, Turchia e Francia, le piccole e medie imprese che interagiscono con i consumatori su Internet hanno visto le loro vendite aumentare in maniera più rapida di quelle che non sono su Internet o sfruttano poco la loro presenza, con una differenza fino a 22 punti percentuali». «Incoraggiando le imprese a mettersi su Internet, i Paesi possono migliorare le loro prospettive in termini di concorrenza e crescita» ha concluso uno degli autori del rapporto, Paul Zwillenberg.


La Stampa