Gli studenti svogliati non avranno più scuse: vietato vagare con la mente alla ricerca di orizzonti immaginari, mentre il “prof” spiega per l'ennesima volta quella noiosissima lezione. Il docente sarà in grado di percepirlo, registrando espressioni del viso e gestualità, e di adattare in automatico il taglio dell'esposizione.
Impossibile? Non se l'insegnante si chiama AutoTutor e invece di essere in carne ed ossa, è un software di Intelligent Tutoring System (ITS) messo a punto da un team composto da Sidney D'Mello, un assistente di Psicologia dell'Università di Notre Dame, dal professor Art Graesser, dell'Università di Memphis, e da alcuni ingegneri del Mit.
Pensato per essere adoperato per lezioni frontali, individuali, AutoTutor (di cui esiste una variante chiamata “Affective AutoTutor) è in grado, secondo quanto assicurato dall'ateneo di Notre Dame, di “aiutare gli studenti ad imparare contenuti tecnici complessi di fisica newtoniana, a usare bene il computer e a sviluppare il pensiero critico, tramite una conversazione in linguaggio naturale”.
Il programma è capace, inoltre, di rispondere alle domande di un allievo, di identificare eventuali errate interpretazioni di un concetto di studio e di modellare il tono e l'intensità dell'interazione variando il tono di voce e riproducendo le espressioni facciali di un insegnante tramite un'animazione grafica.
“La maggior parte di sistemi del ventesimo secolo, richiedevano agli umani di comunicare coi computer mediante finestre, icone, menù e strumenti di puntamento – spiega D'Mello – ma le persone hanno sempre comunicato fra loro a voce, e con un insieme di espressioni non verbali, come lo sguardo, la postura e la gestualità. Oltre ad arricchire il contenuto del messaggio, la nuova tecnologia fornisce delle informazioni sugli stati cognitivi, i livelli motivazionali e le dinamiche sociali degli studenti”.
Il programma è stato testato su più di mille studenti, con risultati a quanto sembra confortanti: sarebbe in grado di migliorare di un punto i voti ricevuti, un risultato paragonabile al lavoro di un docente esperto, e spesso migliore di quanto sarebbe in grado di fare un insegnante alle prime armi.
L'apprendimento scolastico dunque se ne gioverà. Ma chi insegnerà ai fruitori di AutoTutor tutte quelle cose, importantissime, che non si imparano sui libri, e di cui la scuola, in particolare tramite il contatto con il docente, rappresenta la prima palestra di vita?


La Stampa