Rottura e schianto per l'ex pilota F1




Brutta avventura per Juan Pablo Montoya impegnato nella gara di Daytona 500 Nascar. Il pilota colombiano stava guidando lentamente, seguendo i veicoli per la pulizia della pista, quando per un problema meccanico la sua vettura ha sbandato centrando proprio uno dei pick-up di servizio. Immediatamente l'auto da corsa ha preso fuoco, ma il pilota e il conducente del mezzo sono rimasti illesi.
Rinviata per la prima volta in cinquantaquattro anni, a causa della pioggia, la 500 Miglia di Daytona ha vissuto quest’anno l’edizione senza dubbio più travagliata della sua storia. Il maltempo persistente ha rinviato ancora la partenza fino a lunedì sera. E così la 500 Miglia è andata in scena in... prime time. Anche questo un caso senza precedenti. Una corsa “pazza” fin da subito con una collisione multipla che, nel corso del secondo giro, ha coinvolto alcuni dei favoriti al successo finale, tra i quali il cinque volte campione NASCAR Jimmie Johnson, il vincitore della scorsa edizione Trevor Bayne e la superstar dell’automobilismo nordamericano Danica Patrick. Fuori gara dopo neanche metà della distanza anche il veterano Jeff Gordon.
Il clou della serata però è stato l’incidente avvenuto durante una fase di neutralizzazione, tra la Chevrolet dell’ex pilota di Formula Uno Juan Pablo Montoya ed uno dei mezzi di servizio della NASCAR fermo in pista, contro il quale appunto è finita la Chevy del colombiano in testacoda. Nessuna conseguenza per Montoya e per gli addetti, ma sul posto è scoppiato un grosso incendio, alimentato dagli ottocento litri di carburante avio stivati nel mezzo. Sono state necessarie due ore di lavoro in regime di bandiera rossa per ripulire la pista e completare i rimanenti quaranta giri. Sulla linea del traguardo, Matt Kenseth (Ford) ha preceduto la Chevrolet di Dale Earnhardt Jr. e l’altra Ford di Greg Biffle, suo compagno di squadra nel Roush Fenway Racing. Per Kenseth, campione NASCAR del 2003, di tratta della seconda affermazione nella 500 Miglia di Daytona, a tre anni di distanza da quella del 2009.









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