I ricercatori dell’Università di Chicago hanno scoperto che i bambini, di età compresa tra i 2 e i 4 anni, che giocano con i puzzle, negli anni successivi avranno migliori capacità in matematica.
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago, pubblicato sulla rivista Developmental Science, è arrivato alla conclusione che i bambini, di età compresa tra i 2 e i 4 anni, che gioca con le coloratissime tessere dei puzzle, dilettandosi a costruire immagini di cose e di scene di vita pratica, finiscono per primeggiare, divenuti più grandicelli, in matematica e in scienze.
Spiega la psicologa Susan Levine, esperta in sviluppo matematico nei bambini: “i piccoli che hanno passato ore a sistemare le tessere hanno ottenuto risultati migliori dei coetanei nei test che valutavano la loro capacità di ruotare e trasformare le forme nello spazio".
Nella ricerca sono state coinvolte 53 coppie genitori-figli di diversa estrazione socio-economica. I ricercatori americani hanno videoregistrato le loro interazioni per sessioni di 90 minuti ogni quattro mesi, quando i piccoli avevano tra i 26 e i 46 mesi. I genitori sono stati invitati a interagire con i loro bambini in modo naturale, e circa la metà dei piccoli ha eseguito almeno un puzzle nel corso della ricerca. Due i dati emersi. Il primo: i piccoli, maschi e femmine, crescendo avevano migliori abilità spaziali; il secondo: i maschietti tendevano a usare puzzle più complessi e che con loro i genitori erano più impegnati nel gioco rispetto a madri e padri di femminucce.
La ricerca continua. ulteriori studi dovranno 'l'effetto puzzle', cioè aggiunge la psicologa Levine, "vogliamo anche vedere se i genitori forniscono lo stesso input a maschi e femmine, quando i puzzle sono della stessa difficoltà".



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