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CALCIO/Lazio: Ledesma «i tifosi avranno il nostro meglio. Klose? Non ho parole »




FORMELLO - E’ l’anima della Lazio, il capitano di un gruppo irriducibile, reso quasi più feroce dall’ emergenza. Cristian Ledesma, l’italiano di Patagonia, è il simbolo di una squadra che Rossi portò in Champions e che con Reja si ripresenta in Europa League, decisa a reggere il confronto ed eliminare Simeone, oggi tecnico dell’Atletico Madrid e dodici anni fa eroe dello scudetto di Eriksson. Infortunato Rocchi, questa sera Ledesma indosserà la fascia. Ieri ha parlato a lungo in una gradevole conferenza stampa che riportiamo in versione integrale.

La Lazio è costretta a giocare i sedicesimi di Europa League in emergenza.
«Credo sia fondamentale pensare a chi scende in campo, non a chi andrà in tribuna e non può giocare questa partita. Dimostreremo di essere forti, dobbiamo fare bene lo stesso. Questa è la forza della Lazio. Scendere in campo con lo spirito giusto e la voglia di andare avanti, sapendo di sfidare una squadra che due anni ha vinto l’Europa League. Sono abituati a giocare partite di livello. Ma la Lazio possiede le armi per mettere in difficoltà anche l’Atletico Madrid».
Come sta la Lazio dal punto di vista fisico?
«Stiamo molto bene e lo dimostra il fatto che nel secondo tempo spesso ci capita di giocare ancora meglio rispetto al primo. Chiudiamo bene le partite. E’ un buon segnale. La testa conta più delle gambe e ti fa andare avanti. Per come ho visto la squadra in allenamento e in partita, dico che stiamo bene».
E’ arrivato di nuovo il momento della coppia Ledesma-Matuzalem. E’ meglio giocare accanto al brasiliano?
«Ci troviamo bene, tutti e due sappiamo impostare l’azione. Quando tocca ad uno soltanto, magari ti mettono uno in marcatura e diventa più complicato. Giocando così abbiamo maggiore libertà di manovra».
La Lazio può arrivare in finale?
«E’ un torneo lunghissimo. Passare il turno ci darebbe la spinta e la consapevolezza per cercare di arrivare in fondo. Una finale significherebbe consacrarsi a livello internazionale. Prima vinciamo questa con l’Atletico Madrid, poi penseremo al resto».
C’è Simeone sulla panchina dell’Atletico Madrid. E’ stato uno dei suoi modelli?
«Sì, è così. Seguivo molto la Lazio, già a quei tempi, perché era piena di giocatori argentini. Simeone mi piaceva. Si è sempre parlato del suo carisma, della forte personalità che esprimeva sul campo. Ho sempre pensato che fosse un centrocampista di altissimo livello tecnico».
La Lazio torna a giocare partite a eliminazione diretta. E’ pronta?
«Se siamo pronti, dovremo dimostrarlo con l’Atletico. Affrontiamo una squadra tosta. Seguo il campionato spagnolo e nell’ultimo periodo li ho visti spesso in tv, non prendono gol da sei partite e con il nuovo allenatore hanno trovato l’equilibrio giusto. Ci sono anche delle individualità molto forti».
Con il Cesena ha impressionato tutti da difensore centrale.
«Mi sono trovato bene perché giocavo in mezzo a Zauri e Biava. Il lavoro sporco toccava a loro, si sono messi in marcatura sui due attaccanti del Cesena e non li hanno mai fatti passare, io stavo più staccato e pensavo a impostare».
Solo 25 mila biglietti venduti. Si sente di poter chiedere ai tifosi un sostegno maggiore?
«Ai tifosi non posso chiedere niente di più di quello che già stanno facendo. Anzi, siamo noi che dobbiamo cercare di regalar loro più partite come quelle giocate negli ultimi tempi. Non c’è niente da chiedere, soprattutto in un momento difficile come questo. A tutti piacerebbe avere lo stadio pieno. Facendo risultato, passando il turno, magari la prossima volta ci sarà ancora più gente».
Pensa ancora alla nazionale italiana?
«Sì, ma non voglio impazzire. Sino a quando non verrò richiamato, la mia nazionale sarà la Lazio. A mio padre, l’unica maglia azzurra che ho, non gliel’ho data. Gli vorrei dare la seconda. Se accadrà, sarò un uomo felice, altrimenti sarò felice con la Lazio».
Tutti si aspettavano di più dal mercato di gennaio. Il gruppo, però, ha reagito ancora con maggiore forza.
«Non scendiamo in campo pensando al mercato, a quello che la società poteva fare e non ha fatto oppure non è riuscita a fare. Noi dobbiamo pensare a chi c’è e credo che i miei compagni siano i più forti in circolazione. Non mi interessa se non è arrivato nessuno. Due ragazzi della Primavera ora sono sempre con noi. Dobbiamo essere contenti che stiamo lanciando due giovani di valore come Zampa e Rozzi».
Lazio terza in serie A e in Europa League. Poca considerazione?
«Importanza e considerazione dipendono dai media. Quando sono arrivato qui il primo anno siamo arrivati terzi, poi abbiamo vinto la Coppa Italia, siamo stati a Pechino, abbiamo ottenuto la qualificazione Uefa e ora la stiamo giocando. Più che dirlo, non possiamo fare. Dà fastidio e dispiace soltanto per la storia di questa società, non perché la maglia sia indossata da Klose o Ledesma».
Quanto sarà importante Klose?
«Tanto. Non ci sono più aggettivi per spiegarlo. Ha dimostrato sul campo quanto può dare alla Lazio, ma dietro c’è una squadra che mette Miro nelle condizioni di fare bene».
Fabrizio Patania
Rassegna stampa a cura di Cittaceleste tratta da il Corriere dello Sport