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Discussione: Libri digitali obbligatori a scuola, il Ministero boccia la carta

  1. #1
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    Predefinito Libri digitali obbligatori a scuola, il Ministero boccia la carta

    L'ultima circolare del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca non lascia spazio a dubbi. Dal prossimo anno scolastico i libri che esistono solo su carta saranno messi al bando. Al suono della campanella solo e-book o testi misti.



    A partire dal prossimo anno niente più libri analogici nelle scuole, ma solo digitali, almeno in parte. O, in altre parole, si proibiscono i testi che esistono solamente in forma cartacea. Questo il succo della circolare numero 18 del 9 febbraio 2012 del Ministero dell'Istruzione, firmata dal direttore generale Carmela Palumbo.
    "Dal prossimo anno scolastico i libri di testo da adottare nelle scuole statali di ogni ordine e grado devono essere redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet. Pertanto, per l'anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei".

    La scuola domani, o magari dopodomani
    Inoltre, scrive il MIUR a uffici scolastici regionali, dirigenti e presidi, "i libri di testo in adozione dall'anno scolastico 2008/2009 devono essere sostituiti da testi in forma mista o scaricabili da Internet, nel caso in cui siano in forma interamente cartacea".
    Nella circolare "si richiama l'attenzione dei dirigenti scolastici sulla esigenza di programmare con congruo anticipo tutte le attività ricognitive, propedeutiche alla delibera del collegio dei docenti, soprattutto in ordine alla verifica della forma (cartacea, mista o scaricabile da internet) dei testi attualmente in uso, al fine di individuare quelli che potrebbero essere confermati e quelli che necessariamente devono essere sostituiti. Quindi, è opportuno che tale ricognizione venga effettuata anche nelle more della acquisizione delle novità editoriali".
    Infine – scrive Carmela Palumbo, "le istituzioni scolastiche provvederanno ad affiggere all'albo dell'istituto e a pubblicare nel proprio sito web e su Scuola in chiaro l'elenco dei libri di testo adottati, distinguendo i testi obbligatori di ogni singola classe/sezione da quelli consigliati, evidenziando che, per questi ultimi, l'eventuale acquisto non costituisce un obbligo, ma rientra esclusivamente nella libera scelta delle famiglie e degli studenti".
    Il Ministero dell'Istruzione si adegua al trend mondiale sulla dematerializzazione dei libri di testo. Le multinazionali del mondo digitale – come Apple – si sono già attrezzate. Resta il problema dei supporti di lettura. Tablet o eReader? I primi sono ancora troppo costosi e dunque la scuola pubblica dovrebbe contribuire in qualche modo all'acquisto. Gli eReader in circolazione, poi, non hanno fatto ancora il salto di qualità tecnologico. Ci vogliono usabilità e interfaccia adeguata.
    Infine i libri. La mera trasposizione dalla carta al bit non è sufficiente. Servono eLibri scolastici fatti da hoc per la didattica, realmente interattivi. Apple ci sta provando negli States, con iBooks Author. In Italia non si vede altrettanto fermento da parte dell'editoria scolastica.




    Tom's H
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  2. #2
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    Libri in formato digitale, la metà degli studenti sembra non gradire

    In base ad un sondaggio promosso dal portale Studenti.it, a cui hanno partecipato oltre mille utenti, il 46% ha risposto “No, preferisco la carta”. Solo il 32% di studenti ritiene che la svolta digitale farà risparmiare. Mentre il 20% apprezza l'impatto positivo che una innovazione del genere avrà sull'ambiente. Perplessità anche dai genitori.
    Uno studente su due sembrerebbe non gradire la novità imposta dal ministero dell’Istruzione, attraverso la Circolare n.18 del 9 febbraio scorso, che dal prossimo anno scolastico introduce i testi scolastici in versione “mista”, quindi obbligatoriamente da fruire in versione cartacea e digitale. In base ad un sondaggio promosso dal portale Studenti.it, a cui hanno partecipato oltre mille utenti, quasi la metà degli studenti ha espresso la sua contrarietà. Alla domanda “dal prossimo anno libri in formato digitale: ti piace la novità?”, il 46% ha risposto “No, preferisco la carta”. Così se un 32% di studenti ritiene che la svolta digitale farà risparmiare. Mentre il 20% apprezza l'impatto positivo che una innovazione del genere avrà sull'ambiente, quasi la metà dei partecipanti al sondaggio si è rivelato, contro ogni previsione, tradizionalista e ha dichiarato di preferire il caro vecchio libro di carta.
    Il risultato diventa ancora più sorprendente se si pensa che a rispondere sono stati utenti, con ogni probabilità giovani, in grado di connettersi ad internet (visto che il sondaggio del portale studentesco è stato condotto solo attraverso il web). Viene da sé che qualora dovessero essere utilizzate delle modalità tradizionali, quindi per via cartacea, le risultanze potrebbero essere ancora più negative. Insomma, l'introduzione dei libri di testo in versione digitale, da integrare con quelli tradizionali cartacei, non sembrerebbe partire con il massimo dei consensi.
    Anche tra i commenti al sondaggio, ‘postati’ da studenti, primeggiano quelli negativi: “apparte che non si risparmia – sostiene Alessandro - in quanto a carta perchè i libri devono essere prodotti e comprati anche in forma cartacea; il secondo punto è che un ragazzo non può studiare su un dispositivo elettronico dopo una o due ore gli occhi cominciano a farti male”. Secondo Valeria si tratta di un’iniziativa da bocciare, senza se e senza ma: “non sono per niente d'accordo – scrive la studentessa - ma dove andremo a finire continuando così?? cavolo,ci sono tantissime cose da riformare nelle scuole italiane..e parlo io che vi dico che non ho nemmeno una "scuola" una struttura e siamo alloggiati in un posto mal conciato da 4anni! e loro che fanno?? pensano ai libri digitali.. povere Italia..poveri noi...”.
    Secondo un genitore, Elisabetta, il progetto del Miur va invece apprezzato perché allinea l’Italia a realtà già avanti su questo fronte. Rimangono però delle perplessità, soprattutto di carattere economico: “In Francia i libri si prendono in comodato d'uso dalla biblioteca. A fine anno si restituiscono e si pagano solo se non sono più in buono stato. Sarebbe bellissimo anche questo sistema ma probabilmente i professori vorrebbero tutti il libro e poi mi chiedo...chi ha già adottato vecchi testi e può riutilizzare quelli dei fratelli più grandi, ad esempio? Spero che non li cambino per l'ennesima volta, per noi genitori a settembre/ottobre è un salasso!!”.


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  3. #3
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    Forte polemica degli editori dopo la dichiarazione del ministro Profumo sul costo dei libri digitali



    Editori sui libri digitali: il ministro sbaglia
    “Se le notizie di stampa riportate sono corrette siamo stupefatti rispetto alle dichiarazioni rilasciate oggi dal Ministro Profumo sulla digitalizzazione dei libri scolastici”. È quanto si legge in una dichiarazione del presidente del gruppo Educativo dell'Associazione Italiana Editori (AIE) Michele Lessona dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro sui costi degli ebook scolastici rispetto ai testi cartacei.
    “Il Ministro fa delle affermazioni non fondate perché, evidentemente, non conosce ancora la materia”, prosegue Lessona, che ne contesta anche le cifre: “Non è vero che la carta pesa per il 60% del costo di un libro e non è vero che le spese delle famiglie per i testi scolastici oscillano fra i 300 e i 400 euro”. Secondo gli editori “ci aggiriamo sulla metà della cifra da lui indicata”, e poi occorre tenere conto del mercato dell'usato “che con il blocco delle adozioni è aumentato in modo significativo e arriva in certi casi a coprire oltre il 50%”.
    Quindi, conclude Lessona, è irrealistico pensare che con la digitalizzazione dei libri il prezzo scenda al 90% dell'attuale prezzo di vendita “Questo vale per qualsiasi Paese al mondo. Siamo stupiti davvero per le dichiarazioni del Ministro, a maggior ragione dopo il confronto proficuo di tre giorni fa in audizione con il MIUR proprio sui libri digitali”.
    Certo è che se un ministro esperto in nuove tecnologie come Profumo ha parlato di un risparmio del 90% non lo ha fatto a caso. Gli editori di libri dovranno adeguarsi e prendere le misure del caso, come hanno fatto quelli dei dischi.


    Tuttoscuola
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  4. #4
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    Libri di testo, è rivoluzione

    Negli ultimi anni in nessun altro settore dell’editoria i cambiamenti sono staticosì significativi.Daicartacei alle versioni on-line scaricabilidaInternet

    Che cosa succederebbe se Dante si mettesse a chiacchierare con Petrarca, Machiavelli con Guicciardini, D’Annunzio con Pascoli? Ne verrebbe fuori un confronto inedito, vivace e stimolante, soprattutto per gli studenti che sui banchi di scuola incontrano le opere di questi signori, magari, però, sentendoli lontani da sé e dal proprio vissuto. L’idea di questi «dialoghi impossibili» è venuta Giuseppe Zaccaria, autore di quello che ormai da diversi anni è il manuale di letteratura più diffuso nelle scuole superiori italiane (l’opera – scritta insieme con Guido Baldi, Silvia Giusso e Mario Razetti – è pubblicata da Paravia, gruppo Pearson; il suo primo titolo era Dal testo alla storia, dalla storia al testo, mentre la nuova edizione, novità 2012, è intitolata L’attualità della letteratura). Un’idea che serve a svecchiare l’impostazione tradizionale dell’insegnamento letterario, offrendo ai ragazzi nuovi spunti di riflessione tramite un approccio innovativo. Ma questa è soltanto una delle novità della manualistica scolastica. Forse in nessun altro settore dell’editoria i cambiamenti sono stati così significativi negli ultimi 2-3 anni. Con la manovra finanziaria dell’estate 2008 sono state approvate alcune misure per il contenimento del costo dei libri di testo, che hanno avuto anche il merito di accelerare il processo di introduzione delle nuove tecnologie nel mondo della scuola. Si stabiliva, infatti, il passaggio entro l’anno scolastico 2011-2012 dai classici volumi cartacei a libri di testo «nelle versioni a stampa, on-line scaricabile da Internet, e mista». È chiaro che una riforma di tale portata era destinata ad avere conseguenze importanti. In molti temevano che ciò avrebbe determinato l’abbandono del libro cartaceo, con gra ve danno per lo spessore culturale dell’insegnamento. Invece fortunatamente ciò non è avvenuto. Il libro cartaceo – su questo sono d’accordo sia gli insegnanti sia gli editori sia, per lo più, anche le famiglie – continuerà a essere lo strumento principale del processo di apprendimento. Ad esso, però, si affiancheranno gli strumenti multimediali. Tra questi, soprattutto la Lim (lavagna interattiva multimediale), una periferica collegata a un computer (a sua volta connesso a Internet), che dovrebbe andare a sostituire la vecchia e polverosa lavagna di ardesia. Gli insegnanti che utilizzano abitualmente i nuovi media in classe notano nei propri studenti progressi sensibilmente maggiori rispetto a quelli percepiti dai colleghi che non ne fanno uso. È uno dei risultati emersi da uno studio dalla Walden University del Minnesota. Basata su un’indagine svolta su un campione di oltre mille docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado statunitensi, la ricerca è stata presentata a Denver, alla conferenza su scuola e nuove tecnologie. COMUNICARE Peccato però che nel nostro Paese le Lim siano ancora scarsamente diffuse. In una scuola che ha50classi va già bene se la Lim è stata installata in 4 o 5 di esse. Ce ne sono di più alle elementari e alle medie,meno alle superiori. Bisognerebbe che il governo investisse dei fondi in questa direzione. Questo perché utilizzare nella didattica la Lim (e i Lim-book) significa coinvolgere i ragazzi avvicinandosi molto al loro modo di comunicare (gli studenti di oggi sono tutti «nativi digitali» e di nuove tecnologie ne sanno certamente di più dei loro insegnanti, la maggior parte dei quali sono «migranti digitali»). E significa superare quell’impasse che spesso caratterizza il rapporto docenti-studenti. In questo, come dicevamo, l’editoria scolastica si sta muovendo con grande determinazione. Spesso i genitori lamentano l’alto costo dei volumi scolastici. Ma chi si occupa di libri sa che non è affatto così (anzi, in realtà, è proprio il contrario), se si considera che un manuale scolastico ha un costo di produzione decisamente superiore a quello di un volume di «varia» (un romanzo o un saggio dedicato al pubblico generalista): alle spalle c’è il lavoro di ricerca degli autori, quello, molto impegnativo, della redazione che li affianca, quello per sviluppare un progetto grafico complesso, ricco di colori e di illustrazioni. Su quest’ultimo aspetto i manuali di scuola sono cambiati moltissimo proprio negli ultimi anni, avvicinandosi, anche nella presentazione visiva della materia, alle aspettative dei ragazzi. Abituati alla comunicazione per immagini molto più che a quella tramite la parola scritta.


    Eduscuola
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  5. #5
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    La scuola 2.0 è con i libri su tablet

    Zanichelli pubblica i libri scolastici multimedialiper iPad e Android in Italia
    La scuola si prepara alla rivoluzione dei tablet. Non serve aspettare le novità “dall’America”, Zanichelli editore anticipa quindi l’arrivo della classe 2.0 e pubblica i testi scolastici in applicazione per iPad e Android: i primi libri di testo multimediali e interattivi per tablet in Italia.
    Cambia così il modo di studiare, imparare ma anche di insegnare. Finora la didattica si è basata sull’assioma: lezione frontale in classe e a casa studiare sul manuale; ora l’alunno 2.0, oltre a sfogliare il libro come l’equivalente di carta o scorrerle come un e-book, può:
    - attivare animazioni, ascoltare (o riascoltare) la lezione del capitolo
    - guardare video con gli esperimenti e gli esercizi che altrimenti avrebbe dovuto assistere in laboratorio (per chi ce l’ha)
    - svolgere esercizi interattivi
    - scrivere, sottolineare e inserire note – come nel vecchio libro di testo – ma in più, grazie alla funzione quaderno
    - catturare porzioni di libro e copiarle su un proprio blocco di appunti: uno spazio da personalizzare, annotare e riempire di commenti e riassunti, proprio come un vero quaderno
    - inviare i compiti direttamente al prof.
    Inoltre lo studente può cercare l’argomento che interessa – o quelli affini - semplicemente digitando una parola chiave, come su un qualsiasi motore di ricerca su internet.
    Le applicazioni saranno sia per iPad di Apple che per Android, in modo da coprire la diffusione dei tablet che sono principalmente utilizzati nelle scuole e nelle varie sperimentazioni didattiche avviate dal Ministero dell’Istruzione.
    Già dal prossimo anno scolastico 2012-2013 saranno disponibili 14 versioni app di altrettanti libri di testo Zanichelli: dalla storia alla fisica (il celebre Amaldi), dalla chimica alla biologia e alla letteratura inglese.
    Le app saranno gratuite per chi acquista il Libro Misto Multimediale. Si tratta di una confezione che prevede il libro di testo scolastico corredata da risorse multimediali di grande valore, disponibili sia online nel sito del libro sia su CD o DVD allegato al libro stesso.
    In pratica con il testo cartaceo si ha tutto il corredo digitale (online, app, CD o DVD). Una formula pensata soprattutto per la situazione attuale della scuola. Una sorta di “terra di mezzo” dove il manuale di carta è ancora lo strumento indispensabile per la didattica ma al contempo si stanno affacciando le novità dei supporti digitali. “Una fase ibrida in cui il docente deve fare lezione con strumenti diversi – spiega Giuseppe Ferrari, direttore editoriale di Zanichelli – per questo la nostra è un’offerta didattica interconnessa. Se l’insegnante dice “andate a pag. 24”, quella pagina sarà la stessa sia se i suoi alunni usano il tablet, il netbook, il CD o il libro di carta. Mentre il professore può fare la lezione e gestire il lavoro della classe attraverso la LIM (lavagna Interattiva Multimediale)”.

    Eduscuola
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  6. #6
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    Un tablet tutto italiano per le scuole primarie

    Il suo nome è “Edi Touch” e contiene anche funzionalità a supporto dei bambini dislessici.
    “Edi Touch” è il nuovo tablet pensato appositamente per la scuola primaria.
    Nasce dall’idea della Digitally Different, una startup tutta italiana, per incoraggiare i bambini non solo a comprendere meglio gli argomenti affrontati durante le lezioni a scuola, ma anche ad approfondire i propri interessi, grazie anche ad un’interfaccia che catalizza l’attenzione degli alunni, riducendo al minimo le possibili distrazioni.
    Il suo formato da 9.7 pollici è familiare, perché ricorda le dimensioni dei quaderni che i bambini sono abituati ad usare fin dalle scuole elementari.
    Con “Edi Touch” sarà così possibile, grazie ad un versatile ebook reader, leggere libri scolastici e narrativa scegliendo la dimensione del carattere ed adattando la luminosità alle proprie esigenze. Il tablet contiene anche una calcolatrice vocale (text to speech) in grado anche di rappresentare il risultato dei calcoli nella modalità in colonna, un intuitivo programma per la creazione e visualizzazione di mappe mentali e concettuali con la possibilità di inserire immagini, icone, note, ecc. e, infine, un ricco vocabolario.
    Ma ciò che contraddistingue questo prodotto sono le funzionalità specifiche per i bambini con problemi di dislessia. Infatti, l’interfaccia e i principali programmi sono stati realizzati grazie al contributo di logopedisti e ricercatori universitari nell'ambito dei disturbi dell'apprendimento. Il tablet viene già fornito con preinstallati tutti gli strumenti utili ai bambini dislessici.
    Attualmente “Edi Touch” è disponibile solo in beta test per un gruppo ristretto di utenti (principalmente operatori, insegnanti e/o genitori con esperienza diretta nell'ambito della dislessia); la vendita sarà aperta al pubblico a partire dalla metà di maggio a 349 euro IVA inclusa.
    Per maggiori informazioni: http://www.tabletascuola.net


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  7. #7
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    Come i tablet rinnovano la didattica e la scuola



    Sarebbero ormai in numero considerevole le scuole dove i tablet sconfiggono sul campo i libri tradizionali e dove la didattica prende vie “sperimentali”.
    Come può la scuola ignorare le grandi possibilità che la rete internet e la tecnologia possono dare alla didattica? Tempo verrà, ma il destino sembra segnato e sarebbe bene che sperimentazioni come quelle condotte in un liceo di Bergamo si estendessero in altre parti e con più frequente celerità per testare ciò che ancora il web può offrire e soprattutto ciò che nasconde ancora tra le sue spire tecnologiche.
    In questo liceo di Bergamo, leggevamo, l’insegnante di lettere, durante le correzioni dei compiti, da casa sua si collega via Skype con gli alunni e insieme verificano gli elaborati. «Io avviso i ragazzi della correzione, chiedo loro di tenersi disponibili, mi connetto e vediamo insieme le verifiche», spiega la docente di italiano e latino.
    L’aula dunque si dilata diventa anch’essa multimediale e attraverso la rete le esperienze di ognuno diventano esperienze di tutti, anche perché questi elaborati vengono messi immediatamente a disposizione di tutti gli altri, dentro e fuori lo stesso istituto, attraverso la "cloud", la nuvola informatica che permette di condividere ogni cosa venga fatta in una classe.
    E sarebbe stata sempre questa insegnante ad avviare una sperimentazione innovativa che non si esaurisce nell'introduzione della tavoletta in classe come supporto al posto dei libri di testo tradizionali, ma che trasforma il tablet in una piattaforma per creare i testi scolastici con i ragazzi, coinvolgendoli direttamente e coniugando per una volta le competenze didattiche dei professori con quelle tecnologiche degli studenti.
    Riempire le scuole di tecnologie o laboratori non serve se non sono supportate da un'adeguata formazione dei docenti e se lo spettatore rimane passivo: la didattica deve rinascere attorno a uno studente che sia davvero protagonista», così continua ancora la professoressa.
    Scardinando la vecchia didattica, ha capito dunque che il tablet può rappresentare la chiave di volta per rilanciare nuovi processi educativi e cognitivi, per cui ha tolto di mezzo i vecchi testi cartacei e tramite l’iPad, sempre connesso, ha fatto in modo che i suoi alunni possano addirittura crearsi i nuovi testi su cui studiare: «Io fornisco le mie competenze, le spiegazioni, il quadro dell'argomento, le fonti da utilizzare, poi si decide insieme lo schema e i gruppi di lavoro: ognuno fa la sua parte e alla fine si mette insieme il risultato e si crea l'ebook.
    Lì sono loro che mi insegnano il metodo». Il risultato è, per esempio, un canto di Dante con tutte le note e le perifrasi del caso, che si apre con il testo recitato da Benigni in video e si chiude con i commenti dei principali autori, le declamazione di Gassman, la “bigliografia” e la “sitografia” del caso.
    Con la certezza che i ragazzi quei testi e quei video se li sono visti e studiati! Adesso le classi della sperimentazione sono dieci, per la prima volta una quinta si presenta alla maturità senza i vecchi testi – «ovviamente non ci sarà nessuna differenza rispetto agli altri studenti» – e intanto il liceo ha visto raddoppiare le richieste di iscrizione.


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  8. #8
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    Didattica innovativa, Lim o Tablet?


    La Lim (Lavagna interattiva multimediale) sostituendo fisicamente la lavagna di ardesia rinnova il modo lineare o frontale di fare una lezione, pur arricchendolo con procedure software e sistemi hardware di ultima generazione tecnologica.
    Il Tablet, sia esso Apple, Toshiba, Samsung o Olivetti, determina un cambiamento totale della struttura di apprendimento della classe, la cui dinamica può essere associata ad una forma circolare che alimenta l’ottimizzazione della condivisione dei contenuti espressi in aula. La Lim è uno strumento destinato alla didattica d'aula, poiché coniuga la forza della visualizzazione e della presentazione tipiche della lavagna tradizionale, implementata dalle opportunità del digitale e della multimedialità.
    Il Tablet, che è entrato prepotentemente nella vita quotidiana di ognuno di noi con device di ogni forma e dimensione e con ogni tipo di sistema operativo, evolve ulteriormente l’innovazione didattica, quindi è interessante scoprire quali funzionalità dovrebbe avere per essere utilizzato in un’aula in modo efficace. A tale proposito si individuano 4 caratteristiche fondamentali di un tablet, che deve:
    1. Avere un browser che supporti pienamente tutte le funzionalità presenti nei siti di ultima generazione
    2. Prevedere l’interazione dei partecipanti con tecnologia Adobe Flash
    3. Poter ospitare librerie di file multimediali fruibili in podcast
    4. Disporre di un blocco degli appunti ben organizzato.
    Per quanto detto, nel nome di un miglioramento continuo dell’azione didattica, sono auspicabili spunti riflessione, suggerimenti pratici e quant'altro possa essere d'aiuto per un possibile utilizzo in classe di questi nuovi ed innovativi dispositivi, considerando che l’evoluzione, in dimensioni e costi, del microprocessore renderà sempre più competitiva e familiare la tecnologia dei tablet.


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  9. #9
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    Libri multimediali, studenti e professori creano testi e video



    I
    ntrodotti nel 2009 con software gratuito. Foto e grafici integrati per imparare

    Prima di tutto, si risparmia: fino a trecento euro l’anno. Poi non si è costretti a cambiare libro: basta aggiornarlo o sostituire qualche pagina, se c’è una nuova edizione. E ancora, i testi scolastici di Book in Progress sono su misura, pensati da veri insegnanti per veri alunni. Partito nel 2009, oggi il progetto conta ottocento docenti partecipanti e testi per tutte le materie, al prezzo simbolico di 3,90 euro l’uno. Ne sono stati stampati già 40 mila, adottati in numerose scuole in tutta Italia.
    Ma all’Istituto Tecnico Ettore Majorana di Brindisi, dove Book in Progress è nato, sono andati oltre. Dopo una sperimentazione con computer e netbook, hanno scelto di adottare l’iPad in classe: non sono i soli, visto che tra progetti ministeriali, regionali e iniziative autonome, decine di scuole italiane ormai adottano la tavoletta Apple, dall’Istituto Cobianchi di Verbania all’Ikaros di Bergamo (il caso più rappresentativo, con 1500 apparecchi per il personale docente e gli alunni). E ci sono università, come quella di Teramo, diverse scuole della provincia di Pavia, licei di Siena e di Bollate, la direzione didattica di Cassola (VI) e molte altre.
    Usare un tablet in classe non vuol dire solo zaini più leggeri e testi più economici (la spesa per l’apparecchio viene ammortizzata in un anno o due), ma spinge anche a inventarsi un diverso modo di insegnare. «I nostri libri sono app multimediali, che noi docenti creiamo insieme con gli studenti», spiega Salvatore Giuliano, dirigente dell’Itis Majorana. I nuovi testi scolastici integrano testi, foto, video, grafici animati; è possibile prendere appunti da condividere con i compagni, fare i compiti a casa e perfino contattare direttamente l’insegnante per risolvere un dubbio o chiedere un consiglio. Per realizzarli, Apple ha ideato un software (gratuito) che consente di organizzare semplicemente i vari contenuti multimediali; rivoluzionare i libri di testo è stata una delle ultime sfide di Steve Jobs prima di morire, come si legge nella biografia di Isaacson, e iBooks Author porta anche la sua firma. Così oggi Book in Progress alla carta (stampata in proprio) aggiunge i manuali digitali. «La partecipazione dei ragazzi alla nascita del libro è importante», osserva il professor Giuliano. «Ci aiutano su questioni tecniche, dove sono spesso più preparati di molti docenti. In questo modo gli studenti imparano facendo, che è il miglior modo per apprendere». Realizzata l’app-libro, bisogna decidere dove distribuirla: in una sola classe, in una o più o scuole o in tutto il mondo, tramite la piattaforma iTunes. Altri docenti e altri istituti possono suggerire miglioramenti o correzioni.
    Tra i 302 allievi delle dodici prime classi dell’Istituto Majorana coinvolte nella sperimentazione, forse qualcuno diventerà regista o sviluppatore multimediale, ma nell’esperienza di Giuliano «il tablet è uno strumento neutrale, non privilegia le discipline umanistiche o quelle scientifiche». Tanto che in una scuola elementare di Manzano nel Friuli quest’anno hanno creato un libro animato per iPad in friulano, illustrato con i disegni dei bambini. «Michelut al a un amì» nasce in un istituto con una lunga tradizione di sperimentazione didattica, che da anni si è aperto al web e alla tecnologia, ma anche al Sud qualcosa si muove: «Sono numerose le scuole che si convertono al digitale», osserva Giuliano. «E chi non usa l’iPad sperimenta con lavagne interattive e computer». Perché di una cosa ha bisogno, la scuola di oggi: che gli insegnanti accettino la sfida della tecnologia, che sappiano mettersi in gioco e imparare dai ragazzi. Molti lo stanno già facendo, e dove non arrivano leggi e incentivi, a spingerli è la passione.

    Eduscuola
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    Il Miur rassicura: sulla scuola digitale nessuna marcia indietro



    L’obiettivo della circolare del 20 settembre, a cui hanno fatto riferimento le recenti notizie sul taglio della connessione internet a circa 3.800 istituti scolastici, è solo quello di rivedere contratti vecchi e onerosi. E dare la possibilità alle scuole di dotarsi, autonomamente, di connessioni nuove e meno care.
    Il Piano Scuola Digitale rimane confermato: qualsiasi “voce” che addita il Miur di frenare sul progetto è priva di fondamento. A comunicarlo è lo stesso ministero dell’Istruzione, che a tal fine intende rassicurare le scuole italiane: ci saranno "connessioni internet nuove e meno costose", oltre a "più risorse agli istituti anche per i nuovi contratti". Per poi sottolineare in modo perentorio: "nessuna marcia indietro sul Piano Scuola Digitale, né tantomeno sulle connessioni internet di cui dotare le scuole. Il piano va dunque avanti, con l`impegno del Miur a non lasciare indietro nessuno".
    Il Miur coglie l’occasione per ricordare che l'obiettivo della circolare del ministero del 20 settembre, a cui hanno fatto riferimento le recenti notizie sul taglio della connessione internet a circa 3.800 istituti scolastici, è solo quello di rivedere contratti vecchi e onerosi. E dare la possibilità alle scuole di dotarsi, autonomamente, di connessioni nuove e meno care. Anche grazie alle risorse per la gestione ordinaria degli istituti che, come comunicato di recente, sono state aumentate del 33%, passando da 200 a 240 milioni di euro.
    In passato - ricorda il ministero - i 3.800 istituti in questione potevano contare sulla connessione del Sistema Pubblico di Connettività (Spc), che garantiva una connessione con un operatore a banda larga a spese del Miur. Questa convenzione, che copriva tra l`altro solo il 30% delle scuole, riguardava le connessioni per le sole segreterie scolastiche ed è stata stipulata nel 2006, a prezzi di mercato più elevati degli attuali. Finora il costo sostenuto dal ministero è di 6 milioni di euro l`anno.
    “Inoltre - prosegue il ministero nella nota - la circolare del Miur, d`altra parte, segue le recenti modifiche alla normativa introdotte dal Decreto legge numero 95 del 2012, secondo cui una serie di fondi gestiti in precedenza dal ministero deve essere attribuita direttamente alle scuole, garantendo agli istituti maggiore autonomia e soprattutto maggiore flessibilità di spesa. "Un meccanismo che - sottolinea il ministero - insieme all`aumento dei fondi di funzionamento e alla possibilità di rivolgersi autonomamente al mercato, potrà garantire condizioni più vantaggiose di quelle assicurate da una convenzione ormai datata”.
    In conclusione, ribadisce il ministero dell'Istruzione, le scuole, quindi, potranno continuare a dotarsi di una connessione internet, scegliendo operatori e offerte che preferiscono, in ogni caso risparmiando sulle spese sostenute per il servizio. E "in questo modo potranno gestire meglio i fondi a disposizione e far fronte alle diverse esigenze per il lavoro di tutti i giorni". "Il fondo di funzionamento degli istituti comunque sarà opportunamente incrementato nel caso di istituti che, per motivi tecnici (digital divide), necessitano di connessioni più costose attraverso, ad esempio, collegamenti satellitari", assicura il Miur.
    Una precisazione importante. Soprattutto per il ministro Profumo. Che sul fronte informatico ha più volte detto di tenere tantissimo.

    Tecnicca della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



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