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Discussione: E dopo Megaupload ora tremano anche gli altri...

  1. #1
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    Predefinito E dopo Megaupload ora tremano anche gli altri...

    Megavideo chiuso: Rapidshare, Hotfile, Fileserve, Youporn, ed Mule quasi

    La chiusura del sito di condivisione file Megaupload crea un precedente di rilievo. Altre popolari piattaforme potrebbero essere presto oscurate per violazione delle norme sul diritto d’autore.

    L’accusa è di pirateria informatica massiccia su scala globale. Ma sul capo di Kim “Dotcom” Schmitz, creatore del sito di condivisione file Megaupload pendono anche le contestazioni di violazione delle norme a tutela del diritto d’autore e riciclaggio di denaro sporco. Se confermate, rischia fino a 50 anni di carcere. Su Megaupload sarebbero finiti anche contenuti pedopornografici e filmati di propaganda terrorista. La chiusura di uno dei più popolari spazi web (la denuncia risale al 5 gennaio) trarrebbe dunque origine da più sospetti. Stando alla ricostruzione del dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, l’uomo insieme a 6 collaboratori sarebbero stati in grado di intascare 175 milioni di dollari come frutto dell’attività e a provocare danni ovvero mancati introiti alle etichette cinematografiche e audiovisive pari a 500 milioni di dollari.

    Basta leggere l’elenco dei beni sequestrati per rendersi conto dello stile di vita condotto da Dotcom: una ventina di auto di lusso tra Cadillac d’epoca, Lamborghini, Maserati, Mercedes, Mini Cooper e Toyota, una Harley Davidson, 3 TV LCD Samsung da 82 pollici e 2 LCD Sharp da 108 pollici. Le targhe dei mezzi, poi, venivano accompagnate con slogan come God, evil, guilty, hacker, mafia, police. Tra l’altro, il 37enne già in passato è stato condannato per reati di pirateria informatica, insider trading e frodi con le carte di credito

    Gli occhi sono ora puntati sui siti alternativi come i vari Rapidshare, Hotfile e Fileserve. Sui loro server, infatti, sono presenti anche contenuti multimediali (film, canzoni, giochi, programmi) protetti dal copyright. Appare quasi scontato che, prima o poi, subiranno la stessa sorte. Lo stesso ragionamento vale per portali che offrono video in streaming come Megavideo e, per il mondo a luci rosse, Megaporn. Perfino siti come YouPorn potrebbero essere oscurati in caso di presenza di materiale tutelato dalle norme sul diritto d’autore. Ci sarà un aumento dei file torrent? Non è detto, anche perché continuano a essere monitorati con molta attenzione. Il sito The Pirate Bay, punto di riferimento per la loro ricerca, è stato già fortemente ridimensionato.

    Sui software peer to peer come eMule non occorre fare troppo affidamento. Ogni settimana vengono chiusi molti server e le lunghe attese per scaricare un file non sono spesso ripagate con la buona qualità. Insomma, la soluzione è la più semplice: proporre piattaforme alternative legali, di qualità e a costi contenuti, per la visione in streaming dei film. Negli Stati Uniti le proposte non mancano, come Netfix. Di più, recenti analisi hanno dimostrato il rapporto inversamente proporzionale fra questi servizi e la pirateria online.


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  2. #2
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    Emule colpito dopo Megavideo chiuso ma stavolta è un ottimo sequestro

    Emule censurato per aver permesso la condivisione di materiale proibito. Un carro armato davanti alla residenza di Auckland del creatore di Megaupload?



    Utilizzavano il network edonkey e il programma emule per diffondere e scaricare materiale pedopornografico. Sono 31 le persone coinvolte nell’operazione Fabulinus condotta dalla Procura di Caltanissetta ed eseguita dalla Polizia Postale di Palermo. Attraverso attenti monitoraggi del web e una serie di perquisizioni locali, personali e informatiche, è stato scoperto lo stretto intreccio fra 13 regione italiane: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia. Gli investigatori, attraverso false identità, sono riusciti a intrufolarsi nei meandri dei siti contestati e ad avere le chiavi di accesso delle connessioni sospette.


    L’indagine è nata in seguito alla segnalazione di un agente di polizia di Caltanisetta che nel tentativo di scaricare un video sulla pesca alla trote si è trovato nell’hard disk del computer un file pedopornografico. Oltre all’arresto di sei persone - un impiegato di una impresa di pulizia e un militare entrambi di Roma, un programmatore informatico e un pensionato di Bari, un elettricista di Agrigento, un assicuratore di Reggio Calabria - sono stati sequestrati computer, cellulari, videocamere, macchine fotografiche e migliaia di supporti informatici fra CD, DVD e pen drive. Nei prossimi giorni saranno passati al setaccio. Nel commentare il blitz, il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, si è detto “molto orgoglioso” poiché “la pedopornografia è una vera piaga che affligge la società moderna” e “dimostra” come il suo ufficio “non si occupi solo di stragi e di mafia, ma svolge indagini in tutte le direzioni”.


    Se in questa occasione non ci sono voci discordanti sulla censura operata nei confronti della condivisione di file sul web, il caso Megaupload, oscurato dal dipartimento della Giustizia statunitense fa ancora discutere. Gli utenti che utilizzavano la piattaforma di file hosting in modo legale si dicono pronti a dare battaglia nelle aule giudiziarie. Accanto a loro c'è il Partito Pirata catalano. E a proposito di Kim “Dotcom” Schmitz, creatore del sito, c’è chi riferisce di un carroarmato parcheggiato sul prato davanti alla sua casa di Auckland. Infine, proseguono le censure e le autocensure di portali simili. Nel mirino dell’FBI sarebbero finiti i cliccatissimi Taringa e Cuevana.

    webmasterpoint




    non rispondo a messaggi privati

    Ridere stimola la circolazione, aumenta l’ossigeno nei polmoni, abbassa la pressione, attiva i muscoli……e ti mette di buon umore.




  3. #3
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    Major Contro Hotfile – Alla Caccia Del Proprietario



    Dopo Filtro Di Google Su Siti FileShare, ora arrivano le Major
    Nei guai questa volta è il russo, Anton Titov il titolare di Hotfile , denunciato dalle Major Americane per violazione di diritti.
    La cosa piu’ divertente in questa storia, è il fatto che questo Titov come del resto tutto Hotfile non si sà dove si trova. Non ci sono dati attendibili per identificare la posizione giusta dei server e dove si trova il responsabile di svariati terabyte di dati denunciati dalle ditte di Hollywood .
    Oltre ai file scaricati, il vero problema di Hotfile è sicuramente i profili premium a pagamento che questo sistema offre. Infatti in questo modo Titov avrebbe un reso conto in denaro abbastanza elevato da tutti account premium che Hotfile riesce a generare.

    Sarebbe ancora aperta identica pratica di Liberty Media contro Hotfile, iniziata nei primi giorni di 2011, definendo Hotfile un sito panamense ma nessuna fonte attendibile ci conferma che i server di Hotfile ci sono a Panama, ma forse(!) in Bulgaria, un paese baltico oppure Florida.

    Sicuramente è un perido nero per Hotfile, dopo il ban da Google che ora dovrebbe filtrare le ricerche per hotfile anche una pratica da parte di aziende come Disney Enterprises Inc, Twentieth Century Fox Film Corp, Universal City Studios Productions, Columbia Pictures Industries e Warner Bros Entertainment Inc potrebbe causare la chiusura del filesharing che nei ultimi anni si è portato ai vertici di siti top in questo settore.

    seoline.it
    "Si dice che i pazzi non capiscano niente.....
    Io penso che sono diventati pazzi proprio perché hanno capito tutto."​

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