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Discussione: Megaupload chiude

  1. #11
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    Lasciate perdere, come era prevedibile è iniziato lo sciacallaggio!



  2. #12
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    Abbonamento a vita e centinaia di up persi all'improvviso. Mortacci loro

  3. #13
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    Azzarola!....e guerra

  4. #14
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  5. #15
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    non è che mò sti yankee si mettono a controllare tutti gli up di tutti gli utenti del mondo???? perchè prevedo molte grane per molti....e poi...i soldi a chi ha preso il premium chi glieli ridà indietro alla gente???

  6. #16
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    Su internet sta girando il video che sarebbe la risposta ufficiale del gruppo degli Anonymous alla vicenda Megaupload.
    Usiamo il condizionale perché attraverso i canali ufficiali – sociali e blog – del gruppo non è apparsa alcuna prova a conforto della bontà del clip.
    Tuttavia, lo stile sembra proprio quello degli altri video-messaggi degli Anonymous.
    Il pretesto del filmato è quello di confermare (se ancora ce n’era bisogno) che dietro alla chiusura di MegaUpload non ci sono loro e che anzi da oggi scatterà una vera e propria guerra online – primaguerradigitale su Twitter – contro la censura che sembra caratterizzare il futuro del governo americano. E anche Twitter segue a ruota.

    A New Era Has Come, Anonymous is no longer playing nice, and we do not intend to ever play nice.
    We have seen you Corrupt our People, Corrupt our country and we will not sit and watch while you allow bills such as SOPA and PIPA to be passed.
    On January 19, 2012 a popular sharing website named Megaupload was taken down. We were not hesitant and reacted quickly. Remaining to our word, we took down their main sources (??), MIAA and FBI are down.
    Our Power is too strong and soon they will have to listen to the people. This is a time of action. We as a nation must come together and fight the tyrants!
    Do not sit and watch Do not sit and cheer! Use your powers.
    Artists be creative, Singers be lyrical, writers spread our word! We will not be silenced!
    We are Anonymous! We are legion! We do not Forgive! We do not forget! Expect Us!
    ......................anche un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno......................

  7. #17
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    Predefinito Chiuso Megaupload


    ...che bella notizia....

    Chiuso Megaupload


    Megaupload, così hanno arrestato Kim Dotcom

    Kim Dotcom, numero uno dell'impero Megaupload, è stato arrestato in Nuova Zelanda con tanto di elicottero per sorvegliare un'eventuale tentativo di fuga.


    Kim Dotcom, aka Kim Schmitz, è stato arrestato in Nuova Zelanda (nei prezzi di Auckland) la notte prima del suo 38esimo compleanno: titolare della totalità del sito Megavideo e della maggioranza assoluta dell’impero Megaupload, Kim Dotcom era nel mirino degli inquirenti ormai da tempo, fin da quando è stato noto il suo coinvolgimento in uno dei siti più discussi e noti della rete. Quel che non era semplice era però trovare una incriminazione chiara, che consentisse di arrivare ad un arresto che ponesse fine al nemico numero uno dell’industria di Hollywood. Quando l’FBI ha trovato il modo e la pistola fumante, non ha esitato: con una manovra degna di un film, le autorità neozelandesi contattate hanno forzato la proprietà del numero uno di Megaupload e, mentre il sito veniva messo sotto sequestro, mandavano a segno il clamoroso arresto.
    Un film che potrebbe iniziare con “Polizia, apra la porta!”, qualche esitazione per la giusta suspance e quindi l’imputato che si barrica in casa per fare resistenza. La realtà non abbisognava però di effetti speciali: dubitando della consegna spontanea, infatti, le forze dell’ordine erano pronte all’incursione con la forza. Una dozzina di agenti ha pertanto circondato l’abitazione forzando l’entrata mentre un elicottero sorvegliava la zona per evitare qualsivoglia fuga improvvisa. Il caso meritava infatti attenzione: Kim Dotcom avrebbe messo in tasca con le proprie attività illegali (che saranno ora passate al vaglio della giustizia) qualcosa come 175 milioni di dollari, 42 dei quali nel solo 2010.


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  8. #18
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    E di questi 175 milioni di dollari, 42 dei quali nel solo 2010, fanno parte anche i miei quasi 200 euro dell'abbonamento a vita

  9. #19
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    Ecco l'immagine che esce se digitate l'indirizzo di megaupload....




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  10. #20
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    Megaupload, la vera battaglia inizia ora

    L'avvocato del founder Kim Dotcom cita il caso Viacom vs YouTube. Mentre il Partito Pirata ricorda le rimozioni dei contenuti in violazione del copyright. Ma i federali non sono d'accordo. Il cyberlocker sarebbe pronto a tornare online.

    La difesa è schierata, pronta ad accogliere l'attacco sulle ali del Dipartimento di Giustizia statunitense in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (FBI). L'avvocato Ira Rothken è ben conosciuto nell'ambiente, in particolare per aver difeso i gestori di svariate piattaforme accusate di violazione del copyright. Il suo nuovo cliente sembra davvero un pezzo grosso, anche se nei guai fino al collo.

    Sono dunque iniziate le procedure di rito per trasferire il founder di Megaupload Limited Kim Dotcom in terra statunitense. Nessuna cauzione da poter pagare, solo l'attesa prima di comparire davanti alle autorità a stelle e strisce. Come ormai noto, Dotcom è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e violazione di proprietà intellettuale.

    "Il governo ha buttato giù una delle più grandi piattaforme di hosting nel mondo - ha spiegato Rothken alla stampa - e l'ha fatto senza offrire a Megaupload la possibilità di difendersi in aula". Secondo il legale, le accuse contro l'impero dei cyberlocker sarebbero decisamente simili a quelle mosse da Viacom nei confronti di YouTube. "Ed era una causa civile - ha aggiunto Rothken - e YouTube vinse".

    Sulla delicata vicenda del founder e del suo megaimpero è intervenuto anche il Partito Pirata svedese, con un agguerrito comunicato stampa diramato nella notte italiana di oggi. Megaupload avrebbe sempre rimosso i contenuti caricati in violazione del diritto d'autore, dunque meriterebbe la protezione del safe harbor previsto dal DMCA. "Qualcuno dovrebbe spiegare all'industria del copyright e al governo che le leggi statunitensi non hanno valore nel resto del mondo".

    Decisamente diversa la visione contenuta nella comunicazione ufficiale diramata dai federali a stelle e strisce. I vertici di Megaupload avrebbero pagato gli utenti per il caricamento sistematico di contenuti in violazione del copyright. Supportando in maniera attiva tutti quei siti terzi specializzati in attività di indexing ai contenuti in streaming su piattaforme come Megavideo.

    "Sequestrando i server, le forze dell'ordine hanno l'intero database degli utenti con tanto di indirizzi email, numeri di carte di credito e probabilmente log ed indirizzi IP - ha sottolineato l'esperto Stefano Quintarelli - Ricordo che è reato mettere a disposizione materiale protetto da copyright per averne un profitto (che non vuol dire lucro, ovvero incassare quattrini; basta trarne una utilità)".

    Mentre il presidente di FIMI Enzo Mazza ha consigliato a Google e Wikipedia di riflettere "sulle loro battaglie per le libertà digitali visto che cosi difendono aziende criminali come Megaupload". Secondo i dati diramati dalla stessa FIMI, quasi 2 milioni di utenti italiani hanno sfruttato regolarmente il cyberlocker con base ad Hong Kong.
    "Con la chiusura da parte dell'FBI, in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Americano, di Megaupload.com e Megavideo.com, si segna un importante risultato nei confronti della lotta alla pirateria e soprattutto nello sviluppo dei contenuti digitali legali", si legge nel comunicato stampa diramato da FIMI.

    Forse in maniera prevedibile, Megaupload sembra ora pronto a tornare online. Attraverso un dominio registrato in Belize, precedentemente assegnato a misteriosi scammer. Dai servizi di Whois, il dominio è intestato a tale John Smith di Hong Kong. La sensazione è che la battaglia per lo streaming sia appena iniziata.

    Punto Informatico


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