Ogni anno un milione di persone muoiono nel mondo di malaria. Di queste, il 90 % si trova in Africa, e l'85 % è costituito da bambini sotto i 5 anni che muoiono di un flagello che in Occidente è ormai quasi solo un ricordo.
Un abominio dovuto alle particolari condizioni igieniche e climatiche di questi territori e aggravato dalla scarsa affidabilità dei testi diagnostici disponibili. Su questo piano qualcosa potrebbe cambiare, grazie a una nuova applicazione per smartphone sviluppata da un team multidisciplinare di quattro ricercatori, che si è dato il nome di Lifelens Project.
Al momento, il sistema diagnostico più diffuso nelle zone più colpite, come l'Africa sub-sahariana, è il test Rdt (acronimo di Rapid Diagnostic Test), che consiste nell'imbevere un bastoncino di cotone con un reagente chimico, in grado di cambiare colore una volta a contatto con del sangue infetto. Questo tipo di controllo dà però luogo a una percentuale molto alta, il 60 %, di falsi positivi (in altri termini, ci azzecca solo in un caso su quattro), con conseguente spreco di farmaci. Oltre alla perdita economica, c'è pure il rischio, somministrando i rimedi a soggetti di sani, di innescare fenomeni di resistenza immunitaria alle cure.
Il test del progetto Lifelens sembra funzionare invece nel 94 % dei casi. Si prende una goccia di sangue del paziente, la si mette su un vetrino e la si fotografa con uno smartphone sulla cui fotocamere è stata posta una lente speciale, capace di ingrandire 350 volte l'immagine, rendendo visibile la composizione del sangue a livello delle cellule. L'applicazione per smartphone fa il resto, analizzando con uno speciale algoritmo la foto per scoprire le tracce caratteristiche della presenza della malaria.
I dati possono quindi essere geolocalizzati, mediante il Gps del telefonino, e trasmessi via Web a un laboratorio e a un istituto di ricerca; rendendo possibile, in questo modo tracciare delle mappe accurate della diffusione della malattia. Per effettuare la diagnosi non è necessaria comunque una connessione a Internet. Come testimoniato dagli stessi ideatori in un'intervista al sito Good, Lifelens ha suscitato l'interesse di parecchi governi e organizzazioni private dalla Nuova Guinea all'Etiopia, dall'Africa Occidentale all'India e ha già ottenuto parecchi riconoscimenti.
Sperimentato su cellulari con sistema operativo Windows Phone 7, si è classificato al terzo posto (nella categoria Windows Phone 7) nell'edizione 2011 del concorso Imagine Cup promosso da Microsoft, dedicato alle idee tecnologiche in grado di risolvere problemi di ampio respiro.


La Stampa