Accordo alla Volkswagen: il server non “disturberà” i dipendenti con Blackberry

Un bel gioco dura poco. Anche quello adulto, efficiente e socialmente accettato del Blackberry. Elargito dalle aziende come strumento irrinunciabile e accolto a braccia aperte dai dipendenti come status symbol dell’impiegato top class, da tempo si sarebbe trasformato in un «trappolone» che fa entrare il lavoro - con cicalini e lampeggini di messaggi e mail - in tutti gli interstizi della vita, cena dopocena notte e alba comprese.
Gli effetti collaterali non avrebbero tardato a manifestarsi in evidenti segni di «burnout», che è il vecchio esaurimento versione 2.0.
I primi a correre ai ripari, come spesso accade, sono i tedeschi, che alla Volkswagen hanno ottenuto di dispensare da messaggi e mail fuori tempo massimo quasi mille dipendenti BB-muniti. L’accordo prevede una no-beep area che va dalle 18.15 alle 7 del mattino, ovvero da mezz’ora dopo a mezz’ora prima dell’orario di lavoro (che per il colosso di Volfsburg è 7.30-17.45): in quelle ore, il server aziendale ha l’ordine di non mandare input di alcun tipo. Restano fuori dall’accordo i quadri superiori, che invece - noblesse oblige - non saranno dispensati dal leggere e rispondere.
«I nuovi canali di comunicazione contengono anche pericoli intrinseci» ha spiegato Heinz-Joachim Thus, uno dei rappresentanti sindacali che hanno ottenuto un accordo che già si preannuncia come storico. Divulgata dalla Frankfurter Allgemenine Zeitung la notizia è finita subito sulla prima pagina del Financial Times per i prevedibili contraccolpi che avrà sulle aziende, grandi e piccole, che hanno adottato il BlackBerry e ora si accorgono che se maneggiato senza cura crea dipendenza («Crackberry» lo hanno soprannominato).
In Europa, comunque, il problema del «borderline» sempre più sottile tra lavoro e non lavoro è già affiorato. La Henkel ha stabilito una «tregua» da smartphone aziendale tra Natale e Capodanno, il colosso francese Atos pensa a una ben più drastica dieta nei prossimi anni. In Gran Bretagna si sostiene che l’essere online 24h su 24 rovina anche la performance.
Tutti però concordano sul fatto che l’accordo Volkswagen non può essere applicato tal quale a ogni azienda. Non cè una soluzione valida per tutti ma ormai è chiaro che tutti devono trovarne una.

La Stampa