Il motore di ricerca resta il prescelto dal browser prodotto da Mozilla, che così conserva la sua principale risorsa economica

Lastampa.it

CLAUDIO LEONARDI La “luna di miele” tra Firefox e Google continua: l'accordo di collaborazione tra Mozilla, produttore del browser, e il motore di ricerca era scaduto in novembre, ma ne è stato annunciato il rinnovo per altri tre anni.

Rinnovo non scontato, dal momento che Google, nel frattempo, si è posizionato con forza nel mercato dei software per la navigazione online e avrebbe anche potuto decidere di favorire la propria creatura a danno di Firefox. Per il browser open source sarebbe stato un problema serio, dal momento che circa l'86% degli introiti arrivavano esattamente dalla partenrship col colosso di Mountain View. Non è dato sapere, al momento, se il contratto abbia subito ritocchi dal punto di vista finanziario. L'annuncio si è limitato a confermare che Google continuerà a essere il motore di ricerca di default per i centinaia di milioni di utenti di Mozilla.

Il problema di trovare risorse alternative per Firefox, dunque, è solamente rimandato per il prossimo triennio, ma prima o poi dovrà trovare una soluzione almeno parziale. Google Chrome, il browser distribuito dal motore di ricerca, conquista utenti ogni giorno che passa. Nella sua corsa verso la vetta del mercato, ha già lasciato dietro di sé il concorrente Opera e il browser realizzato da Apple, Safari. Le statistiche più recenti gli attribuiscono circa il 17%, una cifra che gli ha fatto guadagnare la terza posizione e che lo colloca non lontano dalla piazza d'onore, il 22% custodito da Firefox.

Al momento resta improbabile una politica rigidamente “autarchica” da parte di Google, che cerca di restare fedele al proprio ruolo di finestra sul web. Il motore ingoia molti siti e società, ma ha finora dimostrato di preferire un percorso inclusivo o di apertura, rispetto, per esempio, agli steccati virtuali (e reali) alzati da Apple attorno al proprio circuito di servizi e dispositivi.

Ma le politiche si trasformano, anche in funzione dei nuovi interessi che emergono. La nascita di Google+ ha impresso un cambiamento radicale nei rapporti diplomatici tra Mountain View e Facebook, un cambiamento ben visibile nelle dichiarazioni pubbliche dei manager. E tuttavia, Google non sembra ancora poter rinunciare alla possibilità di indicizzare i contenuti del social network più popolato, e viceversa. Allo stesso modo, il motore di ricerca può ancora trarre vantaggi da un'alleanza con Firefox, uno dei browser più diffusi e utilizzati al mondo, anche in funzione della propria “battaglia” con il concorrente Microsoft, attualmente ancora re dei browser ma non troppo temibile con il proprio “search engine”, Bing. Inoltre, Google ha inaugurato con Android, il sistema operativo per cellulari, e altri servizi un proficuo sodalizio con la comunità che sostiene la produzione di software liberi, di cui Firefox rappresenta uno dei maggiori successi.

Le ragioni “politiche” perché la collaborazione prosegua anche oltre il limite dei tre anni sembrano esserci. Restano da capire le ragioni finanziarie che, soprattutto nella web economy, cambiano da un mese all'altro, figuriamoci nell'arco di un triennio.