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Discussione: Erasmus per tutti, più borse di studio entro il 2014

  1. #11
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    A Firenze 100 esperti per discutere del futuro dell’Erasmus


    Firenze capitale europea della scuola del futuro fino al 23 settembre: in occasione dell’incontro «Erasmus+», oltre 100 esperti delle Agenzie nazionali che gestiscono il programma del settore scuola per conto di 32 paesi, si incontrano con rappresentanti del Miur e della Commissione europea.
    L’iniziativa
    Il confronto si svolge nel centro visite parco delle Cascine, dove i partecipanti fanno il punto sulla gestione del Programma europeo: obiettivo, elaborare una serie di proposte per il 2020, quando il programma Erasmus+ si concluderà e sarà sostituito da una nuova generazione di programmi europei per l’istruzione e la formazione. «Siamo orgogliosi di ospitare a Firenze i colleghi di 32 paesi europei che saranno impegnati a discutere e a condividere idee per il futuro di Erasmus+ e della collaborazione tra scuole in Europa – commenta Sara Pagliai, coordinatrice dell’agenzia nazionale Erasmus+/Indire – un incontro significativo che avviene negli stessi giorni e nella stessa nostra città in cui verrà pronunciato il discorso sulla Brexit da parte del premier britannico Theresa May. È nostro auspicio che i risultati concreti di questi 30 anni di Erasmus possano essere sempre la migliore dimostrazione dell’unione e della collaborazione tra Paesi in Europa».
    Nel 2017, spiega una nota, il budget messo a disposizione in Italia per finanziare attività di mobilità e progetti di cooperazione per la scuola è di circa 36 milioni di euro.


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  2. #12
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    Successo di Erasmus Plus, l’Italia incassa dalla Commissione europea 14 milioni di euro per il 2017/18


    Studenti che si spostano sempre più all’interno dell’Europa, ma anche al di fuori dei confini dell’Europa, grazie al progetto Europeo Erasmus Plus. Se ne è parlato in una due giorni alla Sapienza di Roma, dove si sono incontrati 250 rappresentanti delle università europee e dei Paesi dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia.
    «Scopo della due giorni è far incontrare le università del sud del Mediterraneo con quelle del resto d’Europa, creare un punto di incontro fra tante culture», spiega Sara Pagliai, coordinatrice dell’agenzia Erasmus Plus. La Commissione europea sta infatti promuovendo partenariati e scambi di studenti e di staff delle università anche con la riva sud del Mediterraneo, un’azione importante, tanto più in questo periodo.
    «Perché la mobilità dei ragazzi rappresenta un modo concreto per superare barriere culturali, stereotipi, situazioni di conflitto fra culture diverse», sottolinea Sara Pagliai. «Soltanto incontrandosi e conoscendosi si può costruire un nuovo modo di cooperare. Erasmus dal 2015 consente anche la mobilità fuori dall’Europa. Scopo del seminario vuole proprio essere quello di accrescere la cooperazione e la mobilità degli studenti».
    Dalla Commissione europea sono arrivati all’Italia per il 2017/2018 14 milioni di euro, destinati a 49 istituti di istruzione superiore. I fondi finanzieranno 3.386 tra studenti e docenti, (+9% rispetto al 2016).
    «Si tratta di fondi finalizzati alla mobilità di studenti e formazione dei docenti, sia per gli italiani che vanno fuori dall’Europa, sia per accogliere studenti stranieri non Ue nelle nostre università», spiega Pagliai.
    «I nostri atenei sono molto attivi, sia per quanto riguarda la mobilità più tradizionale attraverso i piani Erasmus nei paesi europei, ma sono anche molto aperti verso le università extra Ue, perché l’Italia è sempre stato un paese ponte verso la sponda sud del Mediterraneo, con cui sono stati avviati progetti e programmi».
    A leggere bene i dati, si scopre che i fondi stanziati hanno consentito l’arrivo nel nostro Paese di 2.156 persone (studenti, docenti e personale accademico), provenienti da Tunisia (190), Albania (174), Serbia (167), Federazione Russa (135), Ucraina (129). 1.230 invece le persone che dall’Italia si sono spostate per un periodo di studio o formazione all’estero: in Albania (143), Federazione Russa (108), Serbia (103), Tunisia (94), Georgia (61).
    Tra le università italiane che riceveranno più studenti dal resto del mondo, figura al primo posto il Politecnico di Torino, seguito dall’università di Padova, dall’Università della Tuscia, dall’Alma Mater di Bologna e dall’ateneo di Torino.
    Per quanto riguarda invece la mobilità verso i paesi extra Ue, i primi cinque istituti italiani per numero di studenti in partenza sono l’Alma Mater di Bologna, l’Università della Tuscia, il Politecnico di Torino, l’Università di Torino e l’Università di Padova. Il Politecnico di Bari attiverà, invece, più scambi nell’ambito della mobilità dei docenti.


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  3. #13
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    Erasmus plus, si rafforzano gli stage


    Si rafforza la dote per Erasmus plus: per il 2018 l’Unione europea ha stanziato 2,7 miliardi, 200 milioni in più rispetto al 2017, con alcune novità: sono potenziate le opportunità di tirocinio proposte agli studenti dell’istruzione superiore per acquisire competenze digitali; debutta l’iniziativa ErasmusPro per aumentare la mobilità a lungo termine degli allievi dell’istruzione e della formazione professionale; viene delineato un nuovo formato di “partenariati di scambio tra scuole” nell’ambito delle partnership strategiche per aiutare i centri scolastici a orientarsi meglio tra i progetti di cooperazione.
    Le risorse economiche
    Il bilancio complessivo di 2,7 miliardi si divide tra diverse azioni di intervento: 2 miliardi e 253 milioni di euro per istruzione e formazione, 188,2 per la gioventù, 37,4 milioni per lo sport e 12 milioni per l’azione Jean Monnet a sostegno dei centri di eccellenza, di istituzioni e reti per favorire l’integrazione europea. Qualsiasi organismo, pubblico o privato, attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, può candidarsi per richiedere finanziamenti nell’ambito del programma Erasmus+.
    La crescita dei tirocini
    Gli ultimi dati dell’Agenzia Erasmus+ confermano la crescita degli stage: dalle università italiane sono partiti 7.666 studenti per un tirocinio in aziende all’estero, 20% in più rispetto all’anno precedente.
    Nel confronto con altri Paesi tradizionalmente inclini allo stage, l’Italia ha guadagnato posizioni rispetto agli anni precedenti, posizionandosi al terzo posto in Europa, dopo la Francia e la Germania, che hanno finanziato rispettivamente 12.737 e 8.090 studenti in mobilità per traineeship.
    «I tirocini all’estero – spiega Flaminio Galli, direttore generale dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire – sono un’importante opportunità di confronto per i nostri giovani. Grazie a questa esperienza possono mettersi alla prova, acquisire competenze e incrementare notevolmente le possibilità di trovare un’occupazione una volta rientrati in Italia. Questo perché i giovani italiani in tirocinio in aziende europee sono molto apprezzati per la capacità di mettersi in gioco, nel problem solving e nello spirito imprenditoriale. Per molti studenti la mobilità all’estero si è rivelata utile, fornendo un’idea più chiara sui propri obiettivi professionali».
    Spagna, Regno Unito e Germania sono le destinazioni preferite dagli studenti europei che intendono svolgere un tirocinio all’estero; l’Italia occupa la quinta posizione con 4.840 studenti stranieri ospitati.
    Così come nella mobilità ai fini di studio, anche per i tirocini Erasmus si è verificato uno spostamento delle partenze nel secondo ciclo di studi: il 67% degli studenti in mobilità è iscritto a un corso di laurea magistrale/ciclo unico, il 26% ad un corso di laurea triennale e il 7% al terzo ciclo. Nel 34,6% dei casi il traineeship è stato svolto perché curriculare, il 42,4% degli studenti lo ha scelto anche se non obbligatorio ai fini del titolo, mentre il rimanente 23% è stato destinato a 1.688 neolaureati, la cui partecipazione tra il 2014 e il 2015 è aumentata del 30%. La presenza di studentesse è pari al 63% di tutti i tirocinanti italiani. I giovani Erasmus partiti dagli atenei italiani hanno scelto come destinazione soprattutto la Spagna (1.743), il Regno Unito (1.537), la Germania (789), la Francia (703) e il Belgio (463).
    L’identikit dei tirocinanti
    Così come nella mobilità ai fini di studio, anche per i tirocini Erasmus si è verificato uno spostamento delle partenze nel secondo ciclo di studi: il 67% degli studenti in mobilità è iscritto a un corso di laurea magistrale/ciclo unico, il 26% a un corso di laurea triennale e il 7% al terzo ciclo.
    Nel 35% dei casi il traineeship è stato svolto perché curriculare, il 42% degli studenti lo ha scelto anche se non obbligatorio ai fini del titolo, mentre il rimanente 23% è stato destinato a 1.688 neolaureati, la cui partecipazione tra il 2014 e il 2015 è aumentata del 30 per cento. La presenza di studentesse è pari al 63% di tutti i tirocinanti italiani.
    L’analisi dei questionari che i partecipanti hanno compilato alla fine della loro esperienza di mobilità fa emergere il mettersi alla prova, acquisire competenze, incrementare le possibilità di lavoro in Italia e, soprattutto, all’estero siano tra le principali motivazioni che spingono un giovane a partecipare ad Erasmus per un tirocinio. Guardando al futuro, per molti di loro l’esperienza si è rivelata preziosa visto che dai dati emerge che oltre l’80% degli studenti ha dichiarato di avere un’idea più chiara riguardo ai propri obiettivi professionali.
    Il bilancio
    Dall’inizio del programma (1987) fino a oggi, gli studenti universitari complessivamente coinvolti a livello europeo hanno superato i 4 milioni. L’Italia ha contribuito per il 10%, posizionandosi tra i quattro principali paesi per numero di giovani in partenza per esperienze di studio verso destinazioni europee (dopo Spagna, Germania e Francia).


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  4. #14
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    Erasmus+, scadenza 21 marzo per i partenariati strategici



    Il 21 marzo 2018, alle ore 12, è la scadenza per la presentazione delle candidature per i Partenariati strategici Erasmus +.
    Si tratta di progetti di cooperazione transnazionale di piccola e larga scala che offrono l’opportunità alle organizzazioni attive nei settori istruzione, formazione e gioventù, a imprese, enti pubblici, organizzazioni della società civile etc. di cooperare al fine di:
    attuare e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo
    modernizzare e rafforzare i sistemi di istruzione e formazione
    sostenere effetti positivi e di lunga durata sugli organismi partecipanti, sui sistemi e sugli individui direttamente coinvolti.
    L’organizzazione che presenta la candidatura deve avere sede in un paese aderente al Programma e possono essere istituti scolastici di ogni ordine e grado, oltre che qualsiasi organizzazione attiva in ambito istruzione, formazione, gioventù e mondo del lavoro.
    Il partenariato deve essere composto da almeno 3 organizzazioni di 3 paesi diversi tra quelli partecipanti al Programma, senza limiti massimi.
    Ha una durata che va da 12 a 36 mesi e la sovvenzione arriva fino ad un massimo di 450.000 €.


    Tecnica della scuola
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  5. #15
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    Più competenze nelle lingue, collaborazione, studenti motivati: il 90% dei prof entusiasta di Erasmus


    Grazie a Erasmus oltre il 90% dei docenti ha acquisito nuove competenze, migliorato le proprie capacità relazionali, con effetti anche sulla crescita personale. Oltre il 90%, poi, dichiara un miglioramento nella conoscenza delle lingue e dei nuovi metodi di insegnamento, fattori che si traducono anche in un migliori risultati scolastici per gli studenti. Gli effetti positivi si estendono anche alla scuola nel suo complesso, che diventa più aperta al territorio e al mondo del lavoro. Sono i dati contenuti in un nuovo studio sull’impatto di Erasmus sulla scuola, realizzato dall’agenzia Erasmus+ Indire con l’istituto Piepoli. L’indagine è stata condotta su 203 docenti delle primarie e secondarie che hanno partecipato una mobilità per formazione in servizio e 201 colleghi senza esperienza di mobilità all’estero.
    Esperienze positive
    Con Erasmus+ i docenti hanno l’opportunità di trascorrere dei periodi all’estero per frequentare corsi di formazione e aggiornamento, oppure insegnare o fare jobshadowing, cioè osservare il lavoro dei colleghi stranieri nelle scuole partner, cambiare esperienze e buone pratiche didattiche. Secondo i dati, il 97% di chi è partito dichiara che il periodo di mobilità all’estero ha soddisfatto le proprie aspettative: il 96% ha migliorato le competenze linguistiche, il 28% ha appreso metodologie di insegnamento diverse, il 17% ha apprezzato il confronto con docenti stranieri. Risultano migliorate, poi, le soft skills, ovvero le competenze relazionali con le altre persone, mentre dal punto di vista della didattica i docenti imparano a utilizzare approcci meno frontali e più inclusivi e coinvolgenti per gli studenti, con più più tempo dedicato ad attività concrete come, per esempio, i laboratori. Non ultimo, infine, l’aspetto hi-tech: dopo l’esperienza all’estero i prof risultano più abili nell’utilizzo del Web e, in generale, delle teccnologie dell’informazione e della comunicazione.
    Impatto anche su studenti e scuola
    Se l’insegnante torna più motivato e con nuove (e migliorate) competenze, ci saranno benefici concreti anche per gli studenti. E infatti lo studio registra anche per i ragazzi una crescita delle competenze relazionali, linguistiche e tecnologiche , che si riflette in una aumentata motivazione allo studio e in un miglioramento dei risultati. Un’onda positiva che coinvolge anche la scuola nel suo complesso. Cresce, infatti, la collaborazione tra i docenti, l’istituto si apre al territorio (enti locali, associazioni, università e centri culturali) e al mercato del lavoro, nascono reti di collaborazione internazionale con altri istituti che aumentano l’attrattività della scuola.


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  6. #16
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    #ErasmusDays2018, l’Ue a caccia di proposte chiama a raccolta scuole e università


    Il 12 e il 13 ottobre si svolgeranno anche in Italia gli #ErasmusDays2018, giornate per raccontare il programma di mobilità più famoso al mondo. E per quell’occasione le agenzie nazionali Erasmus+ chiamano a raccolta scuole, università e associazioni invitandole a organizzare eventi sul territorio. L’invito è esteso anche a tutti gli eTwinner e agli iscritti alla comunità Epale per l’educazione degli adulti. Obiettivo è superare il record dello scorso anno, quando su 625 eventi organizzati in 11 paesi , ben 75 si sono svolti in Italia.
    Come partecipare
    Per partecipare a #ErasmusDays2018 bastacomunicare l’evento organizzato per il 12 o 13 ottobre alla redazione del sito erasmusplus.it, che lo inserirà sul sito Ue www.erasmusdays.eu , vetrina che raccoglie tutti gli eventi europei. Andranno fornite le informazioni principali, ovvero: titolo dell’evento, data, luogo e orario; organizzatore; descrizione sintetica; contatti di riferimento ed eventuale link di iscrizione online; immagine da utilizzare come “copertina” dell’evento sul sito. Per gli eventi su Facebook e sugli altri social andrà utilizzato l’hashtag europeo #ERASMUSDAYS.



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  7. #17
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    CONTRIBUTI PER STUDIARE ALL’ESTERO


    Attraverso il Bando Itaca fino a € 15.000 per i figli di dipendenti e pensionati pubblici che vogliono frequentare una scuola superiore in un paese straniero. WEP fra le organizzazioni idonee per l’organizzazione del viaggio.
    C’è tempo fino al 20 novembre per partecipare al “Programma Itaca”, bando – erogato dall’INPS – che assegna una borsa di studio a figli di dipendenti e pensionati pubblici che vogliono frequentare un periodo scolastico all’estero. Il contributo si rivolge ai ragazzi delle scuole superiori ed è un concreto incentivo all’internazionalizzazione del percorso scolastico dal momento che consente di coprire quasi totalmente il costo del viaggio.
    Entro il 15 gennaio 2019 verranno comunicati i vincitori delle 1.500 borse di studio, pensate per coprire un trimestre, un semestre o un anno scolastico in un Paese europeo o extraeuropeo. Il contributo va da un minimo di € 6.000 (per un trimestre in Europa), a un massimo di € 15.000 (per un anno in un Paese Extraeuropeo) ed è calcolato, in percentuale, sull’ISEE della famiglia, non scendendo mai al di sotto del 50% del valore totale della borsa di studio. Per poter partecipare è necessario non essere in ritardo nella carriera scolastica più di un anno e non aver contratto debiti formativi nell’anno 2017/2018. I vincitori verranno selezionati tenendo conto della media scolastica e della situazione economica della famiglia.
    WEP – organizzazione internazionale che promuove scambi linguistici ed educativi per ragazzi – è tra le realtà individuate dal bando Itaca come idonee per l’organizzazione del soggiorno all’estero. WEP promuove i Programmi Scolastici all’estero (High School program), che possono beneficiare di tale contributo, poiché sono pensati proprio per i ragazzi delle superiori che vogliono frequentare una scuola straniera per un trimestre, un semestre o un anno scolastico. Tra i tanti studenti che ogni anno scelgono questo programma, 1 su 4 usufruisce del contributo Itaca. Per l’High School, che ha destinazioni in Paesi di tutto il mondo, WEP prevede inoltre due formule di viaggio, Exchange e Flex, opzionate rispettivamente dal 55% e dal 45% dei ragazzi: a seconda della scelta sarà possibile o meno esprimere preferenze sulla destinazione, sulla scuola frequentata e sulle materie da seguire. Tra le destinazioni più selezionate dai vincitori gli USA (35% dei vincitori), Canada anglofono (20%), Europa (16%) e Australia (10%).
    La domanda, da presentare direttamente sul sito inps.it, può essere inoltrata a partire dalle ore 12:00 del giorno 16 ottobre fino alle ore 12:00 del giorno 20 novembre.
    WEP, inoltre, per questo programma offre altre borse di studio destinate agli studenti più brillanti e meritevoli del lavoro svolto durante l’anno per agevolarli nell’accesso ai programmi scolastici, non cumulabile con quella INPS, del valore di € 2.500, € 1.500 e € 1.000.
    Per ottenere maggiori informazioni visitare la pagina:
    https://www.wep.it/programma-itaca-b...tici-allestero
    È possibile scaricare il testo completo del bando al seguente link: https://www.inps.it/docallegatiNP//M..._2019_2020.pdf
    WEP è in possesso dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività di “produzione e organizzazione di viaggi e soggiorni” (licenza), polizza assicurativa RC a garanzia dell’esatto adempimento degli obblighi assunti verso i clienti, adesione al Fondo di Garanzia ASTOI a copertura del rischio di insolvenza o fallimento, garanzia di qualità IALCA, certificazione di qualità per l’organizzazione di soggiorni e viaggi in Italia ISO 9001/2015 e certificazione di qualità UNI EN 14804 per l’organizzazione di soggiorni studio all’estero.
    WEP è un’organizzazione internazionale al servizio dei giovani, che segue ogni anno circa 5000 ragazzi in partenza dall’Italia verso 65 Paesi e in arrivo nella nostra penisola da tutto il mondo. I suoi programmi comprendono: soggiorni di gruppi scolastici durante l’anno (soggiorni linguistici) o durante l’estate (vacanze-studio); corsi di lingua all’estero; programmi di lavoro, stage e viaggi solidali all’estero; i programmi “High School” per i ragazzi delle superiori per trascorrere un trimestre, un semestre o un anno scolastico all’estero; studi universitari all’estero, in USA, UK, Paesi Bassi, Canada, Australia e prossimamente in Danimarca.

    Per informazioni:
    tel. 011/6680902
    info@wep.it
    www.wep.it


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  8. #18
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    Studiare all’estero, vince la “valanga rosa”


    Studiare all’estero? Una questione prevalentemente al femminile.
    Nell’anno scolastico 2016, 7.400 adolescenti delle scuole superiori, secondo le stime di Fondazione Intercultura, hanno trascorso un periodo tra i 3 o 6 mesi o l’intero anno scolastico all’estero, con un incremento del 111 per cento dal 2009. Un interesse dunque crescente nel tempo, ma nel 62 per cento dei casi ad effettuare questa scelta sono state le studentesse, contro un 38 per cento degli studenti.
    I motivi di questo squilibrio sono tanti ed emergono con chiarezza dalla ricerca 2018 dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promossa dalla Fondazione Intercultura in collaborazione con Ipsos. La ricerca ha coinvolto oltre 800 studenti delle scuole superiori e viene presentata oggi nella sede di Assolombarda.
    «Ci sono delle ragioni più strutturali ed altre più legate ad aspetti culturali e motivazionali che caratterizzano maschi e femmine in maniera diversa» – spiega Carlo Buzzi, sociologo e docente presso l’università di Trento. «Quelli strutturali dipendono dal fatto che troviamo più femmine all’interno dei licei e i liceali sono gli studenti che più degli altri sono disponibili a fare un’esperienza all’estero. Le ragazze sono anche mediamente più brave a scuola e andare all’estero per un anno viene considerato un rischio che può essere affrontato. I maschi invece temono di avere delle difficoltà al ritorno. Inoltre le ragazze si dimostrano più brave nelle lingue. Questi sono gli aspetti di fondo. Ma quelli che abbiamo osservato con maggior interesse sono gli aspetti culturali e motivazionali. Abbiamo fatto una serie di domande per catturare il perché le ragazze siano più disponibili dei ragazzi ad uscire di casa e dalla loro scuola. Abbiamo chiesto agli studenti di scegliere una frase fra queste due: “Mi piace cambiare, conoscere culture molto diverse, viaggiare in posti lontani”, oppure “Mi piace sentirmi a casa”. Tra le ragazze prevale la scelta della prima frase, nei ragazzi prevale il discorso della sicurezza e dello stare a casa. E questo rovescia i termini degli stereotipi che abbiamo. Se poi chiediamo ai ragazzi di dirci quali sono gli aspetti attitudinali in cui si riconoscono, fra le ragazze risulta più facile fare scelte irreversibili. Nelle ragazze è più radicata la consapevolezza che a volte nella vita è necessario prendere delle decisioni da cui non si può tornare facilmente indietro e quando vai a studiare all’estero non puoi cambiare idea e tornare a casa un mese dopo. Nei ragazzi invece la reversibilità della scelta è vista come elemento sine qua non. Fanno più fatica a raccogliere la sfida. Tra le ragazze c’è insomma una maggiore propensione ad accettare qualche rischio, nei ragazzi il rischio viene invece vissuto come un aspetto non positivo».
    Tradotto in numeri, il 53 per cento dei maschi (contro il 42 per cento delle femmine) si identifica di più con l’idea di sentirsi a proprio agio a casa propria, mentre il 47 per cento delle ragazze si sente stimolato all’idea di incontrare mondi nuovi (contro il 47 per cento dei ragazzi).
    Secondo la ricerca Intercultura-Ipsos i maschi tendono ad evitare di assumersi responsabilità giudicate irreversibili. I maschi fanno più fatica ad uscire dalla loro comfort zone: il 59 per cento di loro non si identifica con la frase proposta «C’è sempre un momento nella vita per scelte decisive da cui non si può tornare indietro», percentuale che scende al 54 per cento tra le femmine.
    Importante nella scelta di andare a fare un’esperienza all’estero anche il ruolo dei genitori.
    La famiglia d’origine fa da sprone soprattutto nei confronti delle ragazze, perché sono considerate più mature. Il 41 per cento di loro, rispetto al 35 per cento dei coetanei maschi, dice di essere stimolata in famiglia ad essere autonoma e indipendente. Con i genitori dunque sembra instaurarsi un circolo virtuoso mentre, nel caso dei maschi, il circolo è vizioso: giudicati immaturi, la famiglia li spinge a rimanere a casa, aumentando così le loro insicurezze, se è vero che solo il 14 per cento di loro, rispetto al 19 per cento delle ragazze, afferma che mamma e papà approvano le loro scelte.
    Un altro aspetto divide il mondo maschile da quello femminile, quello della visione prospettica del futuro: i maschi si vedono impegnati in lavori con un obiettivo di carriera che preveda anche di sacrificare la qualità della vita. Le ragazze sono più proiettate verso professioni legate al settore terziario e sociale e il successo, per loro, passa più attraverso la dimensione personale che quella professionale (il 39 per cento delle femmine, contro il 34 per cento dei maschi, si dice disposta a rinunciare a parte del proprio guadagno pur di avere maggiore tempo libero).
    Anche fra i maschi che decidono di partire prevale l’aspetto strumentale, cioè vanno all’estero perché è utile, perché rappresenta un’esperienza da spendere all’università, nel lavoro futuro. C’è già la consapevolezza dell’utilità, molto più che nelle ragazze.
    «I ragazzi tendono ad avere un orientamento molto più forte alla loro carriera e al loro futuro e perciò tendono a scegliere delle esperienze propedeutiche a quello che vogliono fare da grandi. Mentre le ragazze in questa fase di crescita sono ancora in una fase esplorativa, non hanno ancora in mente un progetto di lavoro e di vita e tendono ad esplorare le varie possibilità» – spiega il segretario generale di Fondazione Intercultura Roberto Ruffino, che mette in evidenza anche un altro aspetto. «Gli adolescenti maschi sembrano fare molto più gruppo rispetto alle coetanee e hanno quindi molta più difficoltà a staccarsi dal gruppo di amici con cui fanno sport o musica, per andare ad esporsi in un’esperienza all’estero senza i compagni. E sono più attaccati al posto dove vivono, mentre le ragazze si sentono più libere di andare all’estero e vedere altre cose, rispetto ai ragazzi che sembrano più attaccati alla loro quotidianità».
    Ragazze dunque più brave a scuola, più mature, più disposte ad accettare le sfide, più curiose. Tutte caratteristiche importanti per le aziende che poi dovranno pescare in questa generazione per le assunzioni future.
    «Molti stereotipi devono cadere e cadranno. Mantenersi sui vecchi stereotipi diventa pericoloso» – dice ancora Buzzi. «Le ragazze si sono dimostrate più vive, più curiose, aspetti vincenti sul piano professionale».


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    Erasmus, boom 2018: 38mila studenti partiti e 26mila ospitati in Italia


    Quasi 38mila studenti volati all’estero (1.500 in più rispetto all’anno precedente) e 26mila ospitati in Italia, con l’Alma Mater di Bologna in testa alla classifica Ue degli atenei più internazionali. Sono i numeri del programma Erasmus + per il 2017/2018 diffusi dall’agenzia Indire, dati che mostrano una sempre maggiore partecipazione degli studenti italiani alla mobilità per motivi di studio. Un “boom” che, secondo le stime, crescerà anche nel 2019, quando l’Italia avrà a disposizione un budget per le borse Erasmus superiore a 76 milioni di euro.
    Nel corso di un evento con 280 rappresentanti di istituti di istruzione italiani, l’agenzia Indire ha presentato anche le novità per il 2019 , tra cui il programma pilota per l’istituzione di sei nuovi atenei europei, l’avvio di master congiunti Erasmus Mundus tra Ue e Giappone e l’ingresso ufficiale della Serbia in Erasmus+.
    Identikit del giovane in Erasmus
    Secondo il ritratto tracciato da Indire, lo studente Erasmus ha un’età media di 23 anni, che diventano 25 per un tirocinante. Nel 59% dei casi è una studentessa, valore che sale al 63% quando lo scopo della mobilità è uno stage in azienda. Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo sono i paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di 6 mesi, mentre chi fa tirocini resta mediamente 3 mesi e mezzo. Per quanto riguarda gli studenti in arrivo, i principali paesi di provenienza sono Spagna, Francia, Germania, Polonia e Turchia.
    Cresce la mobilità europea
    Nel 2017/2018 sono 37.601 gli studenti partiti in Erasmus dagli atenei italiani , un numero in crescita che – dice Indire – mette l’Italia tra i quattro principali paesi Ue per numero di giovani in partenza, dopo Spagna, Germania e Francia. Cresce anche l’accoglienza, con oltre 26mila studenti europei in ingresso, ai quali vanno aggiunti 1.263 studenti provenienti da regioni extraUe. Per il 2018/2019 è cresciuta del 10% la richiesta di borse per studio e tirocinio da parte degli atenei, con un budget a disposizione per l’Italia pari a 76.017.802 euro.
    In aumento anche gli scambi extra Ue
    Secondo i dati nel 2018/2019 crescerà anche la mobilità extra europea, con l’introduzione del tirocinio in Erasmus e l’incremento della borsa che sale a 700 euro mensili per gli studenti in partenza e 850 euro mensili per gli stranieri in entrata. Inoltre, sottolinea Indire, il budget assegnato all’Italia è stato incrementato del 15%, raggiungendo quota 15.788.454 euro. Sono stati finanziati 65 istituti di istruzione superiore (contro i 49 nel 2017), che attiveranno complessivamente 3.804 mobilità tra studenti e staff (+12%), di cui 2.405 in entrata e 1.399 in uscita. I paesi con i quali si realizzerà il maggior numero di scambi sono quelli del Sud Mediterraneo, Balcani Occidentali, Partenariato Orientale, Asia e Federazione Russa.
    Primato europeo per l’Alma Mater
    Al primo posto della classifica Ue dei migliori 10 atenei per studenti Erasmus in partenza c’è l’Alma Mater Studiorum di Bologna con 2.787 studenti, al quarto posto l’università di Padova (1.866 studenti), al quinto Sapienza Università di Roma (1.782) e al sesto l’università di Torino (1.412). Con 1.970 studenti in arrivo Alma Mater conquista il primato nella top ten Ue anche per quanto riguarda l’accoglienza, seguita dagli atenei di Valencia, Lisbona, Granada e Madrid.
    Formazione artistica e musicale
    Cresce, infine, la partecipazione degli istituti di Alta formazione artistica e musicale (Afam), ovvero accademie e conservatori, con oltre 1.000 partenze nel 2016/2017 (+8%) e 800 studenti accolti. Afam più attivi anche nella mobilità extra Ue, con 9 istituti vincitori del bando Erasmus + per il 2018/2019.


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    Erasmus plus, la guida pratica per i Dirigenti scolastici




    In vista delle scadenze del 2019 per partecipare ad Erasmus plus, il programma dell’Unione europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (2014-2020), è stata aggiornata la Guida pratica per Dirigenti scolastici.
    La guida si rivolge ai dirigenti scolastici che desiderano conoscere le opportunità offerte dal programma nei campi dell’istruzione prescolastica, primaria e secondaria.
    La guida si articola in due parti:

    1. la prima parte illustra i benefici di una candidatura a Erasmus+ per la scuola e analizza le opportunità disponibili;
    2. la seconda parte guida passo dopo passo nella stesura di una candidatura di successo, nella ricerca dei partner giusti in Europa e nella valorizzazione delle esperienze maturate. Questa sezione contiene anche esempi relativi a progetti concreti.


    Le scadenze
    Per quanto riguarda, in particolare, le istituzioni scolastiche, le date da tener presenti per presentare le candidature sono:

    • 5 febbraio 2019: Mobilità individuale nei settori dell’IFP, dell’istruzione scolastica e dell’istruzione per adulti
    • 21 marzo 2019: Partenariati strategici nel settore dell’istruzione e della formazione.


    Documenti da scaricare:





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