Una tecnologia studiata per favorire l'accesso a Internet nei Paesi in via di sviluppo, che trova applicazioni inedite e una nuova ragione di essere nel contesto della Rete italiana.

Si chiama Lucy, come uno dei primi ominidi fossili ritrovati in Africa, considerato una tappa fondamentale nell’evoluzione umana ed è stata partorita da due enti di primo livello: la fondazione svizzera Dominic che collabora con le Nazioni Unite per promuovere la diffusione delle nuove tecnologie e, per quanto riguarda lo sviluppo tecnico, l'azienda Aubay, specializzata nella realizzazione di sistemi informativi industriali.
Dopo esser stata sperimentata in nazioni come la Tanzania, Lucy arriva in Italia (il battesimo è previsto per il 2012) a seguito di una semplice constatazione: l’elevata età media della popolazione italiana, associata alla sempre più bassa natalità. In un Paese in cui gli “over 65” rappresentano, infatti, il 20% della popolazione, e gli “over 80” il 5%, non sorprende che esista una vasta fascia di pubblico che ha poca dimestichezza con gli ultimi ritrovati tecnologici. Metà, all'incirca degli anziani, non utilizza Internet, a fronte di una media europea di vetero analfabeti digitali del 35 %.
A loro, nel novero dei tecno illetterati, si aggiungono tutte quelle persone che a causa di lesioni motorie o visive faticano ad adoperare un computer; ed è appunto a questi due segmenti che: anziani e disabili è destinata Lucy. Come funziona: “ci sono due strumenti che compongono il sistema – spiega Raffaele Cudazzo, competence director di Aubay - il primo è un plugin del browser che racchiude una serie di tecnologie assistive: tastiere virtuali, screen reader e simili. È sufficiente creare un account gratuito sul portale di Lucy per scaricare e iniziare a utilizzare l'add on”.
Il plugin è compatibile con tutti i principali browser, e funziona anche su tablet Ipad e con sistema operativo Android. “L'altro elemento costitutivo di Lucy – prosegue Cudazzo - è un portale che offre specifici servizi come formazione a distanza, informazioni sanitarie, telemedicina; una parte di questi servizi è gratuita, l'altra a pagamento”. La piattaforma è basata sul paradigma del cloud computing: una volta creato un profilo su Lucy tutte le preferenze in materia di accessibilità dell'anziano o della persona disabile, saranno immagazzinate nella nuvola e disponibili ovunque, indipendentemente dal computer o dal sistema operativo adoperato.
Sul piano della tutela della privacy, assicurano ad Aubay “il portale memorizza informazioni crittografate non accessibili ad altri se non al proprietario, che deve dare il suo esplicito consenso per abilitare altre applicazioni all’utilizzo delle proprie informazioni”. In Italia, Lucy sta venendo sperimentata in provincia di Como a partire dallo scorso giugno, e il test ha già portato qualche sorpresa.
Accanto al previsto filone di impiego di Lucy nell'ambito dell'assistenza domiciliare e dell'accessibilità, se ne è aperto un altro, da sviluppare in partnership con privati; banche e aziende hanno mostrato il loro interesse per il progetto, che potrebbe rivelarsi un efficace ausilio per allargare la loro utenza a fascie di popolazione finora restie, soprattutto a causa dell'età avanzata, ad usare strumenti come l'Internet Banking o l'e-commerce.


La Stampa