Sono più di cento gli istituti specializzati nell'insegnamento: "Gli iscritti hanno tra i sei e i 70 anni. E le richieste continuano ad aumentare.
Paolo ha appena 10 anni ma già da quattro frequenta un corso di cinese. Marco è un imprenditore che, da mesi, vive sospeso tra Italia e Cina. Luisa è un'insegnante di latino con il desiderio d'imparare una lingua nuova. Sono solo alcuni tra gli allievi che, da qualche anno, affollano le aule dei più dei cento istituti specializzati nell'insegnamento del cinese in Italia. Una lingua antica che, in tempi di crisi, diventa modernissima. Masticarla con disinvoltura, per molti, rappresenta la possibilità di un futuro migliore. Ecco allora spiegarsi il fiorire di nuove scuole, il boom di corsi universitari, l'aumento di prenotazioni per i viaggi studio nei mesi estivi. Siamo tutti cinesi, insomma. Attenzione però, avvertono gli esperti, bisogna studiare seriamente. Frequentando un corso di tre o quattro ore settimanali per tre anni, e svolgendo regolarmente i "compiti a casa", si raggiunge un livello discreto. E sono in molti ad affrontare con entusiasmo l'avventura.
"L'aumento di corsi di cinese è esponenziale ovunque", racconta Federico Masini, ex preside della Facoltà di Studi Orientali della Sapienza, "in molti licei è diventato la terza lingua e al Convitto Nazionale di Roma si studia più ore dell'italiano. Crescono anche gli istituti Confucio che, in Italia, negli ultimi dieci anni sono diventati undici. Un boom sostenuto economicamente dal ministero dell'Istruzione cinese che, ogni anno, investe dai cinque ai sei milioni di euro per portare in Italia i suoi insegnanti".
E proprio dall'istituto Confucio di Roma, la professoressa Tiziana Lioi snocciola dati confortanti: "Nel 2006 il nostro primo ciclo di lezioni raggiungeva 180 studenti, nel 2008 sono diventati 200 e lo scorso anno saliti a 300. Gli iscritti sono decisamente trasversali, con un'età dai 14 ai 70 anni, si avvicinano a noi per necessità lavorative ma anche per semplice curiosità".
Tra gli allievi del Confucio, già da tempo, ci sono bambini tra i sei e i 12 anni. "Ogni sabato i più piccoli frequentano un corso con disegni, canzoni e conversazione", precisa la Lioi, "iscrivere i bambini ad una scuola di cinese, per mamme e papà, è un modo per assicurare ai figli un'opportunità nel futuro professionale. Spesso i genitori sono nostri studenti ma talvolta gli adulti, incuriositi, seguono l'esempio dei figli". E a Milano, dalla prossima settimana, la scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina inaugurerà una classe dedicata ai piccoli dai quattro ai sei anni. Il responsabile della scuola, Francesco Boggio Ferraris, spiega: "In 11 anni ho visto dei grandi cambiamenti, oltre ai bimbi abbiamo architetti, designer, chi lavora nella moda o nelle nuove tecnologie. La sensazione, confortata dall'aumento di richieste per il Chinese for business comunication, è che per molti sia un'opportunità di business. Due anni fa avevamo 30 corsi per 160 studenti mentre lo scorso anno sono saliti a 47 corsi per 325 studenti". Le richieste più frequenti? "Quella delle aziende per consulenze personalizzate aumentate, nell'ultimo anno, quasi del 90%".
Impennata d'iscrizioni anche per il Centro Linguistico Cinese di Milano. "Nel 2010 i nostri allievi sono aumentati del 20%", spiega la professoressa Zhu Xueling, "anche noi abbiamo corsi per bambini, tra i 7 e i 14 anni, perché sono sempre di più i genitori che pensano che il mercato della Cina non si può ignorare". Ma, dicono in coro gli insegnanti, oltre alla conoscenza della grammatica è importante uno studio del cinese globale, che comprenda la cultura e lo stile di vita così lontano da quello italiano.


Eduscuola