Alla Triennale di Milano, giornata di workshop e conferenze: per il motore di ricerca è ancora sul web che bisogna investire CLAUDIO LEONARDI Lastampa.it
Da Think mobile, primo evento dedicato al business della mobilità organizzato da Google Italia, arriva un messaggio chiaro: il web è ancora il territorio aperto a cui accedono tutti gli utenti e in cui si trovano le risposte più immediate, ed è lì che conviene investire. Il motore di ricerca è, come noto, parte in causa nella battaglia tra sistemi operativi per smartphone, e naturalmente non nasconde i propri successi (nel mondo i cellulari con Android sono il 47%), ma in più di un intervento del ricchissimo programma del 26 settembre si sono sottolineati gli svantaggi delle app, che devono essere replicate almeno in quattro versioni diverse per coprire le principali piattaforme, rispetto agli investimenti per rendere il proprio sito fruibile comodamente collegandosi da qualunque cellulare.

Con questo spirito, Google ha organizzato nel palazzo della Triennale di Milano una full immersion dedicata a tutte le aziende che hanno voglia di agganciarsi al fenomeno di maggiore successo del momento: la diffusione delle tecnologie mobili nel mondo. Hanno risposto all'appello oltre 600 partecipanti in rappresentanza di 230 aziende.

C'è poco da stupirsi: i numeri di questo mercato, in un mondo ancora angosciato dalla crisi economica, sono da fantascienza. Secondo Morgan Stanley, i tablet più gli smartphone hanno già superato di slancio le vendite di pc e notebook, quando a fine 2010 hanno raggiunto quota 100 milioni di pezzi contro i 90 dell'hardware tradizionale. E secondo Nielsen, l'Italia non è rimasta indietro: sarebbero 20 milioni gli smartphone nel nostro Paese, e il tasso di crescita ha segnato +52% rispetto all'anno scorso. Tra tutti i modelli acquistati, circa il 42% ha un sistema Android nella pancia.

Un sondaggio della Ipsos MediaCT certifica che i proprietari di smartphone sono anche consapevoli delle potenzialità dei loro apparecchi: la metà di loro interpella un motore di ricerca una volta al giorno e otto su dieci fanno ricerche sul web almeno una volta alla settimana. Le ricerche di contenuti pornografici che in passato dominavano le statistiche, sembrano ora essere arginate al 10%, molto al di sotto, per esempio, delle indagini che riguardano arti e intrattenimento (18%) e poco sopra i viaggi (9,8%) e le news (9%). Il telefonino è ormai un'appendice indispensabile, tanto che il 60% degli italiani non esce di casa senza assicurarsi di averlo in tasca (e la stima secondo noi è in difetto), ma lo usa nel 98% dei casi anche nella propria abitazione, magari mentre ascolta musica (47%) o guarda la TV (32%).

Sintomi di ossessione? Forse. Google, in ogni caso, conferma il ruolo di porta d'ingresso principale alla Rete, anche quando si impugna un cellulare. Una posizione di forza che il motore di ricerca sta difendendo grazie ad alcuni efficaci invenzioni, riproposte nel corso di Think Mobile. In particolare, le funzioni di ricerca vocali, ora affiancate da analoghi strumenti per inviare SMS, attivare le mappe e il navigatore satellitare. I risultati delle ricerche, inoltre, sono su misura per chi sta usando un telefonino: numeri attivabili con un clic, indirizzi stradali in bella vista e persino distanze chilometriche rispetto al luogo in cui ci si trova. Un sistema che riesce così a intercettare, ogni secondo, 115 ricerche da dispositivi mobili.

Viviamo in un mondo in cui il tempo trascorso a giocare con Angry Birds (un divertente videogame disponibile su Android e iPhone) corrisponde, ogni giorno, a circa 570 anni, secondo il direttore marketing di Google Alessandro Antiga. Nessuna azienda può più sottrarsi, almeno, allo sforzo di capire come il fenomeno mobile può migliorare i propri affari e quanto un eventuale immobilismo rispetto ad esso li potrebbe compromettere.

Se lo sono chiesti, in successione, molti ospiti delle tavole rotonde organizzate nel corso di Think Mobile. Per esempio, Maurizio Spagnulo, della Fiat, che sta creando un sistema di interazione mobile con tutto quello che riguarda le componenti di automotive, ma anche altri settori affini al marchio o al modello di auto (per esempio, il cinema per la Lancia). Unicredit, invece, ha spiegato come abbia considerato gli smartphone una sorta di telecomando per l'home banking, annunciando anche che presto si potrà pagare una bolletta semplicemente fotografandone con il cellulare un particolare codice stampato (il famoso QRCode). Google, infine, ha riproposto la soluzione Google Wallet, un sistema di pagamento che permetterà di fare acquisti usando il cellulare come bancomat. E così, il cerchio si chiude. Per il motore di ricerca, investire nella mobilità significa inevitabilmente passare per Google. Ed è attualmente difficile negarlo.