Pagina 1 di 23 12311 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 225

Discussione: Ripartono scioperi e proteste

  1. #1
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito Ripartono scioperi e proteste

    A rompere gli indugi è l'Unicobas che ha già deciso di proclamare uno sciopero per il prossimo 7 ottobre. Adesso si attendono le risposte degli altri sindacati di base.
    Mentre quasi tutti i sindacati che siedono ai tavoli delle trattative dichiarano la propria soddisfazione per il Piano triennale di assunzioni ci sono anche sindacati e organizzazioni che continuano a opporsi e a protestare.
    Abbiamo già dato conto della posizione assunta dall’USB e dalla Rete Precari Scuola della Sicilia.
    Intanto è di queste ore la notizia che l’Unicobas ha deciso di anticipare tutti e di proclamare uno sciopero della scuola per l’intera giornata del 7 ottobre.
    A questo punto si attendono le “risposte” degli altri sindacati di base che certamente non vorranno farsi sfuggire l’occasione di aprire l’anno scolastico con scioperi e proteste.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  2. #2
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Cgil: contro la manovra sarà sciopero il 6 settembre


    La data non favorirà certamente la partecipazione delle scuole. E c'è anche una sovrapposizione con lo sciopero generale del pubblico impiego proclamato dall'Usb per il giorno 9 .
    La segreteria nazionale della Cgil ha sciolto le ultime riserve e ha comunicato la propria decisione: il 6 settembre sarà sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private.
    L’organizzazione dello sciopero e delle manifestazioni collegate sarà rimessa alla decisione delle singole segreterie regionali e provinciali.
    Resta il fatto che la data del settembre non sembra certamente la più adatta per dare visibilità alla protesta della scuola: in quella data le lezioni non saranno ancora iniziate in nessuna regione.
    Probabilmente la necessità di fare in fretta per evitare di proclamare lo sciopero fuori tempo massimo (e cioè a manovra finanziaria approvata dal Parlamento) ha indotto i vertici del sindacato di Susanna Camusso a decidere per una data che – obiettivamente – non favorisce la partecipazione della scuola.
    E poi, come spesso è capitato in questi ultimi mesi, c’è anche un altro problema: per il giorno 9 settembre è già previsto uno sciopero generale del pubblico impiego (scuola compresa) indetto dall’Usb. Il rischio, a questo punto, è che la Cgil sia costretta ad escludere scuola e pubblico impiego dallo sciopero del 6 settembre.
    Nei prossimi giorni, comunque, se ne saprà qualcosa di più.

    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  3. #3
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Sciopero 6 settembre, alle superiori verifiche messe a rischio da sindacati sempre più disuniti


    Secondo quelli di base la Gelmini dovrà rifare le convocazioni sull’esito dei debiti perchè alla protesta anti-manovra aderiranno docenti e Ata impegnati negli esami di riparazione. Però la gran parte si sono già svolti. Intanto è ufficiale: la Cgil sfilerà in piazze diverse e gli altri staranno a guardare. Il Ministro sorride, chiede più senso di responsabilità e annuncia lo sblocco di 120 milioni per il Fis.
    L’anno scolastico deve ancora iniziare e per la scuola già si parla di blocco delle attività per dire no alla manovra economica estiva: a farlo sono stati i sindacati di base, che per cercare di dare il massimo risalto possibile allo sciopero di otto ore del 6 settembre del pubblico impiego, proclamato nella stessa giornata di quello indetto dalla Cgil, ha fatto sapere che le adesioni all’iniziativa metteranno in difficoltà le scuole superiori impegnate nelle valutazioni dei giudizi “congelati” a circa mezzo milione di alunni in occasione degli scrutini di giugno. Secondo USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI, il ministro "Gelmini dovrà rifare le convocazioni" perchè alla protesta aderiranno "i docenti e gli Ata impegnati negli esami di riparazione o in attività burocratiche e di valutazione-verifica connesse agli esami". Tra le motivazioni che riguardano più da vicino la scuola, lo sciopero di lunedì servirà a mettere in risalto l'opposizione del personale "contro la privatizzazione della scuola, della ricerca e dell'università e per il diritto al sapere" e "contro l'abolizione delle festività a partire dal 1° maggio e dal 25 aprile".
    Proclami a parte (c’è infatti da dire che la gran parte delle verifiche e dei consigli di classe relativi ai giudizi in sospeso sono stati già svolti), vale la pena soffermarsi sulle forti e forse insanabili distanze che dividono i sindacati della scuola ed in generale del pubblico impiego: “la concomitanza dello sciopero con quello indetto anche dalla Cgil – hanno spiegato i sindacati di base- non deve essere interpretato come una condivisione delle motivazioni proposte da questa confederazione dalla quale ci divide nettamente anche la firma dell'accordo del 28 giugno scorso. Il 6 settembre le scriventi confederazioni e organizzazioni sindacali manifesteranno quindi in molte città italiane su piazze diverse da quelle della Cgil”.
    Come al solito, si tratta di affermazioni che favoriscono non poco il Governo, in particolare il ministro Gelmini. Il quale, non a caso, interpellato sul tema contestazioni in arrivo, ha detto di rispettare gli insegnanti che scelgono di scioperare, ma in questo momento storico occorrerebbe maggiore senso di "responsabilità. A me pare – ha aggiunto - che, nel momento in cui il Paese è chiamato a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 e a ridurre la spesa produttiva, pare sia facile scioperare. Rispetto coloro che sciopereranno, ma oggi è il momento della responsabilità. Ciascuno - ha proseguito - deve dare il proprio contributo per il Paese". Gelmini ha poi ricordato che la scuola sia stato l'unico comparto che ha "avuto il riconoscimento degli scatti di anzianità". Il Ministro ha infine assicurato che "nel più breve tempo possibile" ci sarà lo sblocco dei fondi previsti dalla Legge 440 della direttiva sulle risorse della scuola, pari a 120 milioni di euro, che doveva avvenire entro lo scorso mese di giugno.
    L'Unicobas, intanto, ha confermato lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata per venerdì 7 ottobre. Sinora dagli altri sindacati nessuna replica. Il copione non cambia.



    Tecnica della scuola

    "L'esperienza è maestra di vita"



  4. #4
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Scioperi e proteste, sarà un mese davvero “caldo”

    Ad ottobre in programma una lunga lista di mobilitazioni. Si parte il 7 settembre, quando incroceranno le braccia i sindacati di base e gli studenti. Il 14 gli Stati generali della Cisl. Il giorno dopo di nuovo i giovani in piazza. Il 28 toccherà alla Uil con lo stop del pubblico impiego.
    Nel mese di ottobre gli studenti italiani potrebbero perdere diverse ore di lezione: a partire da venerdì 7 sono infatti in programma una serie di scioperi e mobilitazioni sindacali per protestare contro le disposizioni contenute nella manovra estiva, in particolare l’accorpamento di migliaia di istituti, oltre che ribadire la contrarietà all’appena concluso piano triennale di tagli agli organici ed il sempre più elevato numero di alunni per classe.
    Il 7 ottobre le contestazioni coinvolgeranno personale e studenti. L’astensione dal servizio è stata proclamata da diversi sindacati di base: Unicobas, Sisa, Usi, Ait e Usb. L’Unicobas ha da tempo programmato una manifestazione davanti in viale Trastevere. Secondo Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, la scuola è stata particolarmente penalizzata da una "pesantissima" manovra economica, tramite la quale il governo ha continuato "l'opera di smantellamento della scuola pubblica. Di fronte a questa vera e propria macelleria sociale, il dovere precipuo delle organizzazioni sindacali degne di questo nome – ha sottolineato d’Errico - è quello di organizzare la più grande protesta possibile".
    Ma non tutte le sigle sindacali saranno unite: l’Unione Sindacale di Base ha scelto di iniziare la giornata di mobilitazione con un presidio dalle 9.30 davanti all`Aran, l`Agenzia governativa incaricata della contrattazione (Largo dei Lombardi angolo via del Corso 476). Durante il presidio verrà chiesto un incontro per "rivendicare lo sblocco dei contratti, denunciare lo sfascio della Scuola dovuto ai tagli e l`aumento insostenibile dei carichi di lavoro, la diffusione di contratti atipici e delle esternalizzazioni; pretendere una vera democrazia nelle scuole, con elezioni RSU e diritto di assemblea per tutti i lavoratori".
    Stavolta in piazza scenderanno anche gli studenti. La maggior parte delle più rappresentative sigle sindacali studentesche, anche universitarie, scenderà ha organizzato in oltre 70 città, tra cui Padova, Venezia, Bologna e Napoli, cortei e flash-mob. Il clou delle contestazioni si avrà a Roma, dove gli studenti si sono dati appuntamento alla Piramide alle 9,30 (per poi muoversi in direzione Miur): è lungo l’elenco delle rivendicazioni studentesche, che vanno dalla mancanza di fondi per il diritto allo studio, alle classi pollaio, ai tagli agli assegni di ricerca e all’offerta formativa, fino al blocco del turn over, agli alti costi della mobilità locale, nazionale e transazionale.
    Secondo l’Unione degli studenti chi governa il paese vuole creare “una linea di demarcazione forte tra chi può accedere al sapere e chi no. Abbiamo contato tutti i miliardi di euro di tagli a scuola e università che non sono solo una misura economica del Governo, ma un preciso progetto politico di creare un sistema di esclusione sociale”. Per l’Uds, inoltre, “l’edilizia scolastica e universitaria è decadente e non c’è nessun finanziamento sulla messa in sicurezza dei luoghi della formazione nelle ultime finanziarie del Governo. Scendiamo in piazza anche per chiedere scuole e università più sicure”.
    Anche secondo Unione degli universitari e Rete degli Studenti è giunto il momento di "riprenderci questo Paese: siamo stanchi di dover stare alla finestra, di essere considerati l'ultima ruota del carro da questo Governo. Ora vogliamo contare. Scenderemo in piazza per mandare a casa questo ministro che non fa altro che distruggere le nostre scuole, con tagli trasversali, e a prendere in giro chi la scuola la vive ogni giorno". Si replica il 15 ottobre, stavolta con una protesta studentesca dal sapore internazionale.
    Sempre ad ottobre, la protesta riguarderà le altre organizzazioni sindacali: sabato 8 manifesterà la Flc-Cgil, dalle ore 14 partenza da Piazza della Repubblica per giungere a Piazza del Popolo “per contrastare, come emerge dalla manovra, l'accanimento del governo – spiega il sindacato - verso il lavoro pubblico, le pubbliche amministrazioni e il sistema della conoscenza”.
    Il 14 ottobre, si muoverà anche la Cisl, che ha indetto a Roma gli ‘Stati generali di scuola, università, ricerca, pubblico impiego, soccorso pubblico e sicurezza’. Francesco Scrima, leader Cisl Scuola, ha annunciato che si tratterà di "una mobilitazione importante che proseguirà ad oltranza finché non otterremo i risultati sperati": il sindacato è consapevole "delle difficoltà che sta vivendo il Paese, ma anche in questo momento, soprattutto in questo momento, scuola e pubblico impiego devono tornare all'attenzione della politica, perché senza di loro non si va da nessuna parte".
    La striscia di proteste del mese di ottobre si concluderà il 28 ottobre con lo sciopero del pubblico impiego, indetta dalla Uil. Il sindacato ha anche organizzato una serie di manifestazioni nelle principali città italiane: in particolare, il 14 ottobre a Firenze ed il 21 ottobre a Milano. L’ultima si svolgerà proprio venerdì 28 ottobre a Roma.


    Tecnica della scuola

    "L'esperienza è maestra di vita"



  5. #5
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Docenti e studenti in sciopero contro i tagli del governo


    L'autunno caldo della scuola è cominciato. Domani, a poche settimane dall'avvio delle lezioni, insegnanti, tecnici e amministrativi incroceranno le braccia per l'intera giornata rispondendo all'appello dei sindacati di base (a proclamare la protesta sono Unicobas, Usi e Usb) che puntano l'indice contro «l'opera di smantellamento della scuola pubblica perpetrata dal governo». Ma in strada a protestare ci saranno anche gli studenti, con cortei in 90 città italiane. Prof e alunni uniti dalla convinzione che serve un cambiamento nelle politiche per il settore e che l'istruzione deve diventare una priorità nell'agenda politica.
    Davanti al ministero dell'Istruzione insegnanti e lavoratori della scuola manifesteranno insieme ai ragazzi che raggiungeranno il dicastero di viale Trastevere partendo dalla Piramide. Sotto le finestre della Gelmini interverranno dal palco insieme in una enorme assemblea di piazza. Con loro anche associazioni di genitori. Un sit-in di protesta è previsto domattina anche davanti all'Aran, l'agenzia governativa che si occupa della contrattazione.
    «Al drastico calo dei finanziamenti per l'istruzione, nel Paese che già spende la più bassa percentuale di Pil nella Ue e retribuisce peggio insegnanti e Ata, s'accompagnano - spiega l'Unicobas in una nota - le economie sulla pelle degli alunni con una controriforma minimalista che smantella la qualità del sistema formativo italiano a vantaggio dei diplomifici privati».
    Non solo. Secondo l'Unicobas «la manovra del Governo condanna il grosso dei 130.000 precari alla disoccupazione e introduce un inaccettabile ribaltamento del diritto del lavoro con la clausola dell'azzeramento della carriera per buona parte delle nuove assunzioni».
    Gli studenti faranno sentire le loro ragioni rumorosamente. I cortei - informa la Rete della conoscenza che assieme alla Rete degli studenti ha promosso l'iniziativa - saranno aperti da rumorose pentole, suonate come tamburi, «non solo per farci sentire, ma anche per richiamare grandi proteste come quelle sudamericane dell'Argentina nel 2001 e dei cileni di questi giorni». Per strada accanto ai liceali ci saranno pure gli universitari perché «l'attacco al mondo dei saperi portato avanti da questo Governo - spiega Link- oordinamento universitario - si sviluppa sulle scuole come sull'università».
    Sostegno alla mobilitazione degli studenti è arrivato dalle forze politiche di opposizione e anche dalla Flc-Cgil. «Solo attraverso una forte mobilitazione dal basso, dell'insieme delle forze sociali e dei movimenti - ha dichiarato il segretario generale, Mimmo Pantaleo - sarà possibile ridare senso e prospettiva alla scuola e alla università pubblica».
    Intanto, oggi, è andata in scena la singolare iniziativa di Avanguardia Studentesca, associazione che si tira fuori dalla mobilitazione di domani perché la ritiene pilotata da partiti e sindacati: un centinaio di scuole italiane, da nord a sud, stamani sono state «sigillate» con tanto di nastro bianco-rosso per reclamare un piano nazionale per l'edilizia scolastica . E davanti al ministero, nel pomeriggio, hanno fatto sentire la loro voce i docenti «inidonei» alla professione per motivi di salute: «non vogliamo essere spostati su altri ruoli
    nell'amministrazione pubblica», hanno ribadito arrivando a viale Trastevere con vassoi carichi bombe al cioccolato e pasticcini e scandendo lo slogan «le bombe molotov non servono... meglio dirlo con crema e nutella».



    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  6. #6
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito Studenti, la protesta versione indignati Come è cambiato il movimento in un anno

    Studenti, la protesta versione indignati come è cambiato il movimento in un anno


    I tagli e il dissesto finanziario della scuola si fondono con la recessione finanziaria e con la precarietà del lavoro. Ecco cosa sta spingendo in piazza un'intera generazione di under 30.
    E' il corteo "giro dell'oca" quello di Roma, andata e ritorno dalla Piramide in tre ore e trenta minuti. Serve a paralizzare il quadrante sud a ridosso del centro. Sono tornati gli studenti in piazza, e sono più giovani e nervosi di un anno fa. Fanno ancora i flash mob, vuol dire che se la polizia li blocca non tirano le pietre, ma, flessibili come mercato comanda, cambiano traiettoria e fermano un altro pezzo di città. Un anno fa, dicevamo. Era l'otto ottobre 2010 quando i ragazzi iniziarono a contestare in massa la riforma universitaria del ministro Mariastella Gelmini. Ora hanno il padre in cassintegrazione e il fratello cerca lavoro da un tot.
    Alla Piramide hanno messo, con qualche screzio in verità, i medi superiori in testa al corteo e dietro i famosi book bloc, gli scudi di polistirolo che citano i romanzi della crescita, ora si vedono queste esplosioni di testosterone sui volti. Sono tornati in piazza gli studenti perché la carta igienica nei bagni delle scuole continuano a portarsela da casa, perché nove università ogni dieci tra un semestre saranno sotto commissario causa dissesto finanziario. Sono tornati perché nel mondo c'è una perfida recessione finanziaria che serve a dare un alibi a tutti i "no" che gli sbattono in faccia: non c'è lavoro, la scuola pubblica costa troppo, se alzate la voce crolla il rating. Sono tornati in piazza perché si sono ricordati che quell'otto ottobre in cui tutto ebbe inizio - il corteo dei trentamila, il primo
    importante, il primo di una serie di marce fuori controllo in tutta Italia che avrebbe portato all'insurrezione di Piazza del Popolo, 14 dicembre - il contagio della rivolta si è diffuso nel mondo.
    Già, gli "indignados" globali - se un giorno si scriverà la storia del movimento giovanile del primo decennio, la Generazione P (appunto, Precaria), tutto questo andrà sottolineato - sono nati in Italia. A Roma. E la data fondante potrebbe essere individuata nel 29 aprile 2010, quando un gruppo di ricercatori quarantenni - i fratelli maggiori dei ragazzi precari, loro da tempo dentro il meccanismo soffocante delle università - organizzò la Rete (29 aprile) e bloccò le lezioni negli atenei d'Italia. Ci fu un'assemblea calda, di fine stagione, all'Università La Sapienza, facoltà di Lettere. Era giugno. E lì si comprese che sarebbe stato un anno di movimento in piazza. Quindi arrivarono i cortei di fine settembre e la marcia dei trentamila dell'otto ottobre. Si formò così l'era degli indignados, e si scoprì per caso e in un istante che i guai nel mondo occidentale erano uguali per tutti gli under trenta. Scuola pubblica a pezzi, scuola privata inaccessibile e una sterminata offerta di lavori a 500 dollari al mese per vendere qualcosa al telefono appena laureati.
    In Inghilterra si triplicavano le tasse e a Londra il figlio di David Gilmour oltraggiava il monumento ai caduti. Ad Atene la rivolta del ceto medio e degli strati anarchici della gioventù trovava negli studenti organizzati nuove ragioni e nuovi cubetti di porfido da lanciare. E poi Madrid, l'occupazione per settimane, con la pioggia e con il vento, della Puerta del Sol. Diventerà la piazza del pellegrinaggio di una generazione europea, suggerirà nuove occupazioni nelle più grandi città di Spagna. A Londra il "no future" ha iniziato a ispirare a minorenni dell'East saccheggi e incendi, mentre una nuova consapevolezza democratica ha attraversato i ragazzi di Santiago del Cile. Guidati da Camila Gallejo, la ragazza con il piercing al naso, reclamano lo smantellamento della scuola classista sopravvissuta alla fine di Pinochet. Oggi, attendendo il sorgere del sole nell'emisfero australe, a Santiago si torna in piazza. Ancora, in queste ore si legge dello sbarco degli indignados a Wall Street, delle cariche e degli arresti della polizia a Washington, a Boston, delle proteste anti-capitaliste addirittura a Los Angeles. E' Michael Moore, capita spesso, a leggere meglio di tutti la rivolta: "Che devono fare questi ragazzi?, hanno capito che le banche terranno la loro generazione nel garage".
    E' stato un contagio lungo un anno. E il ceppo del virus si era formato lo scorso autunno nella capitale d'Italia, dentro le sue aule con l'intonaco grattato. Si è scoperto così, seguendoli da ottobre a ottobre, che ai ragazzi occidentali la precarietà era stata globalizzata. Si è tornati a comprendere, così, che da ragazzi si vuole ancora cambiare il mondo.


    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  7. #7
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    L'Unione degli Studenti scende di nuovo in piazza


    Il 4 novembre gli studenti saranno di nuovo in piazza con oltre 30 cortei mattutini e pomeridiani, sit-in, assemblee, accampate e mobilitazioni dentro e fuori le scuole. Lo annuncia l'Unione degli studenti.
    ''Nella giornata delle forze armate - spiega una nota - vogliamo lanciare una chiara provocazione: che vengano tagliate le spese militari, utilizzate per fare guerre, per rendere l'Italia un Paese belligerante, contrariamente all'art 11 della nostra Costituzione, e si finanzi il diritto allo studio e l'edilizia scolastica''.
    ''Vogliono farci pagare il costo di una crisi che non abbiamo prodotto, togliendoci diritti, distruggendo scuola, università e beni comuni. Noi - aggiunge l'Unione degli studenti - non accetteremo questa ingiustizia. Ci opporremo nelle piazze a questo modello di società e praticheremo un'altro modo di fare scuola nelle nostre aule. Il 4 Novembre sarà una giornata di democrazia reale come il 7 ottobre abbiamo già fatto 150 000 studenti nel paese.



    Tuttoscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  8. #8
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    17 novembre e 2 dicembre: scioperano i sindacati di base

    E mettono in difficoltà i sindacati rappresentativi perchè fra una azione di sciopero e l'altra devono intercorrere almeno 7 giorni. A far scattare la scintilla della protesta, la "letteraccia" che il premier ha portato a Bruxelles
    E’ bastato che i due maggiori sindacati confederali iniziassero a parlare di un possibile sciopero (magari unitario) contro l’ennesima manovra del Governo per far decidere ai sindacati di base di rompere gli indugi, nel tentativo di creare qualche difficoltà per individuare date adatte ad altre iniziative.
    E così il 17 novembre, giornata internazionale dello studente, data in cui il Sisa aveva già previsto uno sciopero nazionale della scuola, ci sarà anche uno sciopero generale indetto dai Cobas.
    Esattamente 15 giorni dopo, il 2 dicembre, ci sarà poi lo sciopero generale indetto da Unicobas, Slaicobas, USB e Snater.
    Anche in questo caso lo sciopero è legato ''alle ultime decisioni del governo contenute nel documento inviato alla Comunità Europea e da essa approvato, che prevedono la conferma delle precedenti manovre del governo italiano di luglio ed agosto 2011 ed ulteriori misure su licenziamenti, privatizzazioni e peggioramento delle condizioni di lavoro del personale del pubblico impiego e della scuola (anche con l'accorpamento selvaggio degli istituti), compresa la riduzione del personale, la cassa-integrazione, la mobilità obbligatoria e la possibilità di licenziare''.
    A questo punto Cisl e Cgil, se volessero proclamare uno sciopero proprio, sarebbero forse costretti ad aspettare almeno il 10 dicembre (fra una azione e l’altra, infatti, deve intercorrere almeno una settimana). Si tratta, insomma, del solito copione che si è visto più volte negli ultimi anni.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  9. #9
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Gli studenti tornano in piazza, l’autunno si fa caldo


    A Roma il 3 novembre per dire no al capitalismo, gestito da banchieri, speculatori e imprenditori: sfileranno malgrado il blocco di un mese imposto dal sindaco. I timori della Questura, che si appella ai presidi. Ma l’indignazione dei giovani è ormai partita: piazze occupate a Trieste e Padova; il 4 ottobre si replica in altre città. Contestazioni pure dall’altra parte del mondo…
    Come ampiamente preventivato, gli studenti non mollano: il 3 novembre, nel giorno dell'apertura del G20 a Cannes, saranno di nuovo in piazza a rappresentare tutto il loro malessere per una politica del Governo che li fa sentire sempre più ai margini rispetto alle priorità del Paese. Con lo slogan 'Noi il debito non lo paghiamo' e contro "il capitalismo, gestito da banchieri, speculatori e imprenditori senza scrupoli e definitivamente in crisi", torneranno a sfilare in quella Roma dove appena poco più di due settimana fa erano stati messi all’angolo dalla ferocia dei block bloc. Stavolta la protesta non è di portata nazionale, ma potrebbe comunque dare il via a un autunno di contestazioni. Ad organizzarla sono stati gli studenti delle superiori e dei collettivi universitari romani. Si sono dati appuntamento alle 9 alla stazione Tiburtina, ma l'assembramento potrebbe essere anticipato a sorpresa. Da qui partirà un corteo che violando l'ordinanza del sindaco Alemanno, emessa proprio per evitare almeno per un mese il ripetersi di devastazioni urbane come quella del 15 ottobre, passerà anche nel I Municipio, per tentare un "assedio simbolico" a un ministero, probabilmente quello dell'Economia in Viale XX settembre a Porta Pia, il più vicino alla stazione. Nel corso della manifestazione sono stati annunciati blocchi del traffico, occupazioni simboliche di luoghi e spazi significativi, "segnalazioni" di banche.
    "Tutto si svolgerà in modo pacifico - dicono gli organizzatori - e in testa alla manifestazione ci saranno i book-block, i 'libri scudi' simbolo della conoscenza contro la repressione. Si farà di tutto per rimanere a volto scoperto, anche se certo poi non si può controllare persona per persona".
    In piazza ci saranno centinaia di studenti delle superiori (più di 20 le scuole che hanno aderito) e universitari. L'appuntamento a Tiburtina non è casuale, perchè l'idea è "partire dalle periferie e arrivare al centro, non tanto e non solo contro l'ordinanza di Alemanno, ma per avvicinarsi e assediare i palazzi del potere".Agli studenti non è poi piaciuto il comportamento del premier Berlusconi di fronte alle pressioni di Bruxelles. "E' di questi giorni – sostengono i collettivi - l'ufficializzazione di nuovi e pesanti piani di austerity da parte del nostro Governo che, cedendo con piacere ai ricatti della BCE, torna a parlare di licenziamenti facili e pensioni a 67 anni. E noi dovremmo stare a guardare?".
    La Questura ha predisposto un piano di sicurezza in grado di gestire ogni iniziativa a sorpresa. Il corteo non è autorizzato e il questore in una nota ha sottolineato che "scendere in piazza senza preavviso potrebbe esporre a responsabilità penali, civili ed amministrative" e ha invitato "i promotori a prendere contatti con il proprio Ufficio di Gabinetto, per definire le modalità delle manifestazioni eventuali, al solo scopo di garantire e conciliare il diritto, previsto dalla Costituzione e dalle leggi di pubblica sicurezza, a manifestare il dissenso rispetto a temi specifici con le aspettative di quanti continuano a vivere la città nel quotidiano con i suoi servizi". La Questura si è rivolta anche ai dirigenti scolastici “e chiunque altro a conoscenza di possibili iniziative”, chiedendo loro di “informare i diretti interessati delle possibili conseguenze connesse all'omessa presentazione del preavviso”.
    La protesta non sembra comunque essere confinata alla capitale. Gli studenti delle superiori di Trieste hanno allestito una tendopoli in piazza Unità, dove il 2 novembre hanno tenuto un'assemblea per decidere come proseguire la protesta che si lega a quella degli indignati e che rivendica inoltre un’edilizia scolastica non fatiscente. A Padova gli ‘indignati’ del Movimento studentesco padovano hanno deciso che dal 10 novembre al 10 gennaio si accamperanno in Prato della Valle a Padova, la piazza più grande d'Europa, a due passi dalla basilica di Sant'Antonio: sarà un’occupazione pacifica, una sorta di piccola 'Woodstock' che durerà due mesi. L’obiettivo è discutere la situazione del Paese e dire 'no' ai tagli voluti dalla crisi.
    Per il 4 Novembre sono previste manifestazioni anche in altre città italiane. E non solo. Per motivazioni non troppo diverse, il 2 novembre a Oakland, nella California del nord, si è svolto uno storico sciopero generale, un evento più unico che raro nella storia americana, in cui l'ultima astensione dal lavoro di massa risale al 1946: "libereremo Oakland e fermeremo l'1 per cento", si leggeva sul manifesto che citava uno degli slogan delle proteste degli indignati, secondo cui la ricchezza è concentrata nelle mani dell'1 per cento della popolazione, mentre il 99 per cento ha subito le conseguenze delle crisi economica dovuta al collasso di Wall Street. Tra i manifestanti c’erano tantissimi studenti.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  10. #10
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,534
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    In pensione sempre più tardi, Cisl e Uil proclamano lo sciopero di un’ora per il 16 dicembre

    Mentre la Flc-Cgil è costretta ad organizzare solo assemblee per lunedì 12, Cisl e Uil fanno slittare la protesta di quattro giorni: ciò permetterà di far astenere docenti e Ata dal lavoro nell’ultima ora di servizio. Al Governo chiedono un confronto per convincerlo a fare un passo indietro sull’allungamento dell'età pensionabile e sulla riduzione della prestazione previdenziale.
    I sindacati non riescono proprio a digerire la manovra del Governo Monti, in particolare l’inasprimento delle norme che regolano l’accesso alle pensioni di vecchiaia e soprattutto di anzianità. Dopo aver ‘bollato’ “la manovra del Governo Monti iniqua e sbagliata perché scarica soltanto su lavoratori e pensionati costi socialmente insopportabili” e perchè “si tagliano le pensioni esclusivamente per far cassa mettendo in discussione diritti fondamentali”, la Flc-Cgil ha comunicato, motivando anche dove il Governo avrebbe dovuto mettere mano, che “in occasione dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cgil per lunedì 12 dicembre terrà assemblee in tutti i comparti della conoscenza”. Quella di non proclamare l’astensione dal lavoro è stata una scelta obbligata, poiché a chi opera nei servizi pubblici essenziali è negato, in base alla legge 146 del 1990 , di “proclamare lo sciopero con un preavviso non inferiore a dieci giorni”. I lavoratori della conoscenza hanno così convocato delle assemblee, da s svolgere a livello territorialeo negli istituti.
    Cisl e Uil hanno invece cambiato idea sulla data della protesta: dopo aver annunciato, a caldo, di fermarsi per due ore il 12 dicembre, a distanza di 24 ore i due sindacati hanno spostato la mobilitazione di tutte le categorie del settore pubblico in avanti di quattro giorni, quindi per il 16 dicembre. Lo slittamento ha permesso di proclamare lo sciopero nell’ultima ora di servizio permettendo a docenti, Ata e dirigenti di aderire alla protesta nel modo (economicamente) più indolore. E nel contempo, per chi lo vorrà, di raggiungere le manifestazioni di protesta organizzate dalle stesse organizzazioni a livello locale.
    “Tutto questo – ha spiegato il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima - nasce anche dall’inspiegabile rifiuto che hanno incontrato le nostre richieste di un confronto finalizzato a un patto con le forze sociali. In altri momenti difficili della nostra storia questa si è rivelata una strada proficua per il Paese. Per contrastare la crisi occorre favorire al massimo la coesione e l’assunzione di responsabilità, e questo richiede prima di tutto che al rigore si affianchi il massimo di equità. A questo vogliamo puntare con la nostra mobilitazione”.
    Motivazioni analoghe sono state portata dalla Uil Scuola, che dopo aver riunito a Roma il comitato centrale ha sottolineto che “la protesta è rivolta, in particolare, contro il provvedimento del Governo che introduce nel sistema previdenziale una doppia penalizzazione: un allungamento dell'età pensionabile e una riduzione anche della prestazione previdenziale. Cambiamenti iniqui e inaccettabili che - ha concluso il sindacato guidato da Di Menna - riguardano in modo diffuso il personale della scuola, impegnato in una delicata funzione”. Ora, non è da escludere che essendo i motivi della mobilitazione condivisi anche da altre sigle sindacali, le mobilitazioni potrebbero allargarsi.


    Tecnica della scuola


    "L'esperienza è maestra di vita"



Pagina 1 di 23 12311 ... UltimaUltima

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 utenti e 1 ospiti)

Tag per Questa Discussione

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •