LA FIGLIA DEL LEONE
di
Loretta Chase
La mia mente analitica e razionale ha tollerato con molta sufficienza i continui e contorti loschi intrighi che hanno luogo nel romanzo; detto in altre parole: ho capito ben poco di traffici d’armi, di spie e soprattutto di regine nere che spuntano un po’ di qua e un po’ di là, sotto i letti, dentro gli zaini, tra la biancheria… ovunque, insomma, tranne che nel posto dove spetterebbe loro stare: su una scacchiera tra i pedoni…
In compenso però ho molto apprezzato tutto il resto;
Varian, raffinato, capriccioso, viziato, come un lord inglese; e senza molti scrupoli, edonista, bellissimo e conturbante come un libertino… E’ molto ornamentale. Cupamente bello, in quel modo aggrondato tanto fatale per l’emotività… e il raziocinio femminili. Che ci fa un uomo così, disperso nel bel mezzo dell’Albania, in una terra chiaramente arida e ostile, sballottato qua e là da muli e cavalli?
Ma naturalmente sta andando incontro al suo destino!!! Il suo destino è un turbine dai capelli rossi di nome Esme; una ragazzina troppo giovane, troppo magra, troppo impulsiva e troppo ingenua e… troppo complessata. “Donna, tu essere fonte di guai” recitava una volta Sean Connery. Bene, Varian sottoscriverebbe senza problemi… e nonostante ciò decide che non potrà mai più fare a meno di lei, “il piccolo soldato”…
Estratto:
Chiuse gli occhi contro quel dolore che lo distruggeva. Era lontano da lei da soli tre giorni e già si sentiva perduto, malato di solitudine. Ma questo non era nulla. Non poteva incolpare nessuno. Si era preparato a questo giorno durante tutti gli ultimi dieci anni. Ora finalmente, quando aveva imparato ad amare… ora il diavolo sghignazzava ed esigeva il pagamento. Allora lord Edenmont capì che non servivano il fuoco e lo zolfo e neppure la morte.
L’inferno era il rimpianto.
Era il domani.
Varian premette il viso nell’incavo del braccio e pianse.
*A cura di Morena
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