Pagina 13 di 21 PrimaPrima ... 31112131415 ... UltimaUltima
Risultati da 121 a 130 di 205

Discussione: Avviata la procedura per la rinnovazione concorso dirigenti scolastici

  1. #121
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Concorso presidi, le “follie” di una sentenza che danneggia studenti e insegnanti

    L’ampio dibattito accesosi all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato (Cds) n. 3747 dell’11 luglio 2013 si radica nel fatto che per la prima volta nella copiosissima giurisprudenza amministrativa sui concorsi pubblici, il livello di tutela dei principi costituzionali che reggono gli accessi ai ruoli della Pubblica amministrazione viene anticipato a chiare note al livello del pericolo astratto e presunto. Con riferimento alla sentenza che qui si commenta da più parti si è parlato di sentenza “innovativa”, stante che i magistrati hanno ritenuto sufficiente la supposizione di una mera possibilità in astratto di violazione dell’anonimato per giustificare l’annullamento di una complessa e impegnativa procedura concorsuale. La sentenza conferma la decisione del TAR Lombardia che il 18 luglio 2012 (Sezione IV, sentenza n. 2035) aveva annullato le prove scritte del concorso a dirigente scolastico in Lombardia, “a causa del colore bianco, della consistenza molto modesta -al limite della trasparenza -dello spessore della carta utilizzata per realizzare la busta piccola” contenente il nominativo del candidato, motivando che “nel caso di specie la possibilità astratta di attribuire la paternità degli elaborati, prima dell’apertura della busta piccola contenente le generalità dei candidati, è di per sé sufficiente ad invalidare l’intera fase della procedura relativa allo svolgimento delle prove scritte”. Ci troviamo di fronte a un nuovo orientamento giurisprudenziale che merita un approfondimento, in quanto i principi costituzionali richiamati e coinvolti nelle procedure concorsuali sono molteplici e necessitano di contemperamento. Il principio dell’anonimato è posto a garanzia della serietà della selezione, in particolare quando si dispone di margine di valutazione nella correzione, come nel caso di tracce aperte. Esso è indissolubilmente legato al concorso, in quanto «forma generale e ordinaria di reclutamento per le pubbliche amministrazioni» (Corte Cost. sentenza n. 363/2006), rappresentata da una selezione trasparente, comparativa, basata esclusivamente sul merito e aperta a tutti i cittadini in possesso di requisiti previamente e obiettivamente definiti. Il rispetto di tale criterio è condizione necessaria per assicurare che l’amministrazione pubblica risponda ai principi della democrazia, dell’efficienza e dell’imparzialità (Corte Cost. sentenza n. 293/2009). Il carattere fondamentale delle garanzie di anonimato dei concorrenti, al momento della correzione di dette prove scritte, è ribadito dalla costante giurisprudenza, che ha riconosciuto il carattere invalidante di qualsiasi disomogeneità contenutistica o formale delle buste, ove suscettibile di arrecare un vulnus al principio di anonimato, rendendo riconoscibile la provenienza dei testi in questione (cfr., fra le tante, Cons. Stato, sez. VI, 12 febbraio 2008, n. 481 e sez. V, 29 settembre 1999, n. 1208; Cons. Stato Sez, VI, Sent., 09-02-2009, n. 734). Tuttavia, a riguardo, in precedenza la giurisprudenza amministrativa aveva evidenziato che “nelle procedure concorsuali, il principio dell’anonimato non debba essere inteso in modo tassativo ed assoluto da comportare l’invalidità delle prove ogni volta che sussista un’astratta possibilità di riconoscimento (Consiglio di Stato, sezione V Sentenza 1 ottobre 2002 n. 5132; cfr C.G.R.S. 6 novembre 2000, n. 433). Sulla scorta di tale interpretazione, in altre circostanze, aveva precisato (Consiglio di Stato, Sentenza n. 5017 del 6 luglio 2004) che “al fine di affermare la riconoscibilità e, quindi, l’invalidità della prova scritta è necessario che emergano elementi atti a provare in modo inequivoco l’intenzionalità del concorrente di rendere riconoscibile il suo elaborato” (Cons. St., Sez. V, 26 settembre 2000, n. 5098), ovvero che “non può comportare l’annullamento di un concorso il fatto che le buste interne di alcuni candidati siano risultate scollate in quanto non può farsi ricadere sui medesimi candidati il rischio consistente nella scollatura delle buste, non derivante, verosimilmente, dalla volontà, né tanto meno dall’intenzionalità degli stessi, che semmai, hanno interesse e volontà contrari, al fine di salvaguardare l’integrità delle loro prove” (Cds, sez. V, sentenze 1° ottobre 2002, n. 5132 e 21 gennaio 2002 n. 342; Tar Abruzzo, sede di L’Aquila, sentenza 9 giugno 2003 n. 339). Insomma, per l’orientamento giurisprudenziale riportato, la trasparenza della busta non basta: serve il dolo. Ergo, affinché possa dirsi soddisfatta la prova della violazione del diritto dell’anonimato, deve essere chiara ed evincibile l’intenzionalità dei candidati o dei commissari di “avvalersi” della trasparenza per avvantaggiare alcuni candidati a scapito di altri: è ragionevole supporre che per utilizzare la trasparenza, anche i commissari
    avrebbero dovuto assumere, in momenti collegiali, comportamenti vistosamente innaturali e facilmente
    censurabili reciprocamente, a meno di ipotizzare una sorta di pactum sceleris tra tutti i membri della
    commissione.
    La sentenza del Consiglio di Stato n. 3747 dell’11 luglio 2013 che qui si commenta ha profondamente deluso i
    sostenitori dell’orientamento interpretativo citato e quanti, operatori del settore, politici, amministratori, hanno
    ritenuto e affermato lungo questo ultimo anno che non si potesse prescindere dal dolo nella vicenda concorsuale
    lombarda, considerando altamente improbabile che il Cds gettasse alle ortiche una procedura sostanzialmente
    corretta in nome del pericolo astratto cui sarebbe stato esposto il principio dell’anonimato in forza della
    controversa trasparenza delle buste.
    Il Consiglio di Stato ha sorpreso tutti. Con una motivazione ben articolata i magistrati di Palazzo Spada hanno
    sposato la tesi del Tar Lombardia, sostenendo che il principio dell’anonimato, realizzando “in termini pratici
    principi e regole di dignità costituzionale”, in concreto è talmente imprescindibile (o meglio indefettibile) nelle
    procedure concorsuali che la tutela dello stesso deve essere anticipata al livello del pericolo astratto e presunto,
    ossia senza che sia necessaria la prova di comportamenti concreti che ne abbiano integrato concretamente la
    lesione. Infatti, per il Cds, “l’ordinamento non chiede dunque che il giudice accerti di volta in volta che la
    violazione delle regole di condotta abbia portato a conoscere effettivamente il nome del candidato. Se fosse
    richiesto un tale, concreto, accertamento, lo stesso -oltre ad essere di evidente disfunzionale onerosità -si
    risolverebbe, con inversione dell’onere della prova, in una sorta di probatio diabolica che contrasterebbe con
    l’esigenza organizzativa e giuridica di assicurare senz’altro e per tutti il rispetto delle indicate regole, di rilevanza
    costituzionale, sul pubblico concorso”: ossia, in altre parole, in presenza di buste trasparenti, davanti al giudice
    amministrativo non c’è bisogno di provare quello che non si riesce a provare (che, cioè, i commissari abbiano in
    concreto violato l’anonimato delle prove d’esame, sic!).
    Tuttavia, l’argomento secondo cui “non sia necessario, per la lettura dei nominativi, un comportamento
    effettivamente ‘fraudolento’ della commissione, in quanto, come già sottolineato, è sufficiente un impiego
    ‘ordinario’ delle buste affinché si possa venire a conoscenza dei nominativi dei candidati”, non convince, perché,
    ammesso che l’occhio possa essere caduto al commissario che maneggiava la busta, nulla toglie che un
    trattamento benevolo nei confronti di un determinato candidato avrebbe dovuto essere necessariamente
    condiviso da tutta la commissione e nel caso di specie, come il TAR Lombardia a suo tempo aveva candidamente
    ammesso, non vi è alcun elemento in grado di avallare l’ipotesi che la Commissione giudicatrice abbia
    effettivamente violato la garanzia dell’anonimato o che abbia stipulato un pactum sceleris per favorire taluno a
    danno di talaltro.
    L’impianto motivazionale della sentenza solido sotto alcuni aspetti ne presenta altri che mal si conciliano con
    l’esigenza dichiarata di anticipare la soglia dell’illegittimità al quella del pericolo astratto e presunto. In
    particolare, in un altro capo delle motivazioni della sentenza, precisamente quello relativo all’obiezione mossa
    dagli appellanti circa la tardività della contestazione della trasparenza delle buste da parte dei ricorrenti, in
    quanto “l’astratta possibilità, foriera della lesione immediata ed attuale del principio dell’anonimato, esisteva già
    al momento della consegna delle buste ai candidati”, il Consiglio di Stato sembra sfumare l’indefettibilità
    proclamata del principio dell’anonimato, affermando che “nelle procedure concorsuali l’interesse a ricorrere
    sorge nel momento in cui vengono adottati i provvedimenti finali di esclusione dal concorso per mancato
    superamento della prova scritta” e che, quindi, nessuno dei ricorrenti aveva “un onere di impugnazione
    immediata dei verbali della commissione”, fin dalla data di svolgimento delle prove scritte.
    Sul punto il TAR Emilia Romagna -Bologna, Sezione 1 Sentenza 15 gennaio 2010, n. 109, aveva affermato che le
    lamentele sulla inidoneità delle buste andavano fatte al momento della effettuazione della prova, cosicché ne
    risultasse traccia a verbale. Il fatto che quanti abbiano ravvisato siffatta idoneità e l’abbiano taciuto integra una
    grave violazione del principio di correttezza e buona fede che deve informare il rapporto tra i cittadini e tra questi
    e la Pubblica amministrazione. Il silenzio viene a rilevare quale lesione del canone di lealtà. È evidente che,
    seguendo l’argomentazione espressa sul punto dal Consiglio di Stato, il pallino dell’annullamento di un pubblico
    concorso potrebbe rimanere nelle mani di quanti in malafede omettano di segnalare tale irregolarità al momento
    dello svolgimento della prova scritta, per riservarsela come motivo di doglianza in caso di esito infausto della
    stessa.
    Se è vero, quindi, che con riferimento al principio dell’anonimato “la soglia dell’illegittimità rilevante [deve
    essere] anticipata all’accertamento della sussistenza di una condotta concreta non riconducibile a quella
    tipizzata”, connotandosi quale “illegittimità da pericolo astratto e presunto”, ci si chiede perché secondo il
    medesimo Cds questo non valga già fin dal momento dell’espletamento della prova scritta, quando tale pericolo
    astratto e presunto deve ritenersi conclamato in presenza di buste trasparenti “ad un uso normale”. Che senso ha
    allora parlare di “regole di condotte tipizzate, riconducibili all’amministrazione e ai candidati, che
    indefettibilmente devono essere osservate nelle procedure concorsuali”? Quando comincia tale indefettibilità?
    Quando il Consiglio di Stato ha disposto la verificazione sulle buste, la formulazione del quesito tendeva a fissare
    il focus probatorio non solo e non tanto sulla mera consistenza delle buste che pure doveva essere accertata
    (punto a) del quesito) quanto sulla possibilità concreta e sulle modalità con cui l’eventuale trasparenza potesse
    essere utilizzata per violare il principio dell’anonimato (punto b) del quesito che testualmente chiede di
    “verificare se
    e con quali modalitàsiano leggibili i nominativi dei canditati posti all’interno delle buste”),
    lasciando presumere che la trasparenza non fosse di per se stessa sufficiente o rilevante in relazione ai
    comportamenti soggettivi necessari per giungere alla violazione del principio dell’anonimato.
    Il verificatore con un certo cerchiobottismo ha accertato sia l’idoneità delle buste rispetto alla custodia del segreto
    epistolare sia la leggibilità in tutte le condizioni esperite solo dopo l’eliminazione dello strato d’aria, eliminazione
    che, comunque, presuppone un concreto comportamento umano, che i magistrati di Palazzo Spada nella
    sentenza hanno deciso consapevolmente di non tenere in considerazione, stante l’asserita evidente disfunzionale
    onerosità di giungere per quella via alla prova della concreta violazione dell’anonimato, che addirittura
    integrerebbe un’inversione dell’onere della prova. Ma il principio per cui “chi vuol far valere un diritto in giudizio
    deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento” non vale pure per i pubblici concorsi? Oppure bisogna
    supporre che da oggi in avanti chiunque non superi una fase concorsuale possa ricorre al Giudice amministrativo
    sulla base della mera supposizione di una presunta ingiustizia che sarà esclusivo compito della Pubblica
    amministrazione contrastare provando la regolarità del proprio operato?
    Sono domande destinate a rimanere senza risposta. Quella che ne esce vincente è la logica del ricorso, che oggi
    può vantare anche il suggello di questa sentenza del Consiglio di Stato, nei confronti una Pubblica
    amministrazione sempre più incapace di garantire il rispetto delle norme, dei tempi e delle modalità dei pubblici
    concorsi. La sentenza, che sicuramente vuole essere un monito per il futuro nella misura in cui pone l’accento
    sull’esigenza organizzativa e giuridica di assicurare senz’altro e per tutti il rispetto di regole di rilevanza
    costituzionale nei concorsi pubblici, punta il dito sulle inefficienze della Pubblica amministrazione che non ha
    adeguatamente vigilato sull’idoneità delle buste acquistate per l’uso concorsuale. Purtroppo, si deve osservare che
    il prezzo di queste disfunzioni e incapacità organizzativa oggi in Lombardia lo pagano famiglie, studenti e
    insegnanti che sono costretti ad attendere a tempo indeterminato l’assegnazione di un dirigente scolastico alle
    oltre 400 scuole oggi scoperte.
    L’attesa cui sono costrette le scuole lombarde è diventata “caso nazionale” e in questi giorni in Parlamento si
    parla chiaramente di emergenza scuola lombarda. Un’emergenza che diventa più grave nell’attuale situazione
    politica ed economica dove la scuola rimane veramente l’unico ascensore sociale per ogni cittadino, l’unica
    speranza di futuro in un tempo assolutamente incerto, l’unico vero investimento in grado di restituire a questo
    Paese dignità e prospettive di sviluppo. L’insostituibile e quotidiano impegno della scuola nella formazione delle
    nuove generazioni, perché siano in grado di affrontare e gestire il cambiamento e le sfide degli anni a venire con
    competenza e attaccamento ai valori costituzionali della partecipazione civile, del merito e della solidarietà,
    chiede il sostegno di tutte le forze politiche e sociali nonché la lungimiranza delle scelte e delle decisioni a tutti i
    livelli.
    Invero, nella vicenda in questione il principio dell’anonimato non è l’unico principio costituzionale coinvolto, in
    quanto a rischio vi è anche l’effettività del diritto all’istruzione, del diritto a conseguire i gradi più alti di
    formazione, del diritto a svolgere pienamente la propria personalità nelle formazioni sociali frequentate, di cui la
    scuola costituisce esempio eminentissimo. Sono tutti diritti costituzionalmente sanciti e che passano anche
    attraverso le istituzioni scolastiche, le quali possono svolgere adeguatamente il loro compito istituzionale e
    costituzionale solo se adeguatamente gestite, amministrate e dirette.
    Lo sanno bene le scuole della Lombardia che, a seguito di questa sentenza Consiglio di Stato, dovranno attendere
    ancora per un tempo lungo e incerto l’arrivo di una nuova generazione di dirigenti scolastici in grado di
    assicurare professionalità, presenza, passione e competenza per gestire il cambiamento e il rinnovamento cui è
    chiamata la nostra scuola e il nostro Paese.


    Il Sussidiario
    "L'esperienza è maestra di vita"



  2. #122
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    La corsa per salvare l’anno parte dalla sanatoria presidi

    Salvacondotto, nato per i dirigenti dell’ultimo concorso Lombardo, si estende fino agli idonei del 2004
    Anche l’anno scolastico 2013/2014 ha bisogno di un salvacondotto per attraversare le burrasche che lo attendono al varco, soprattutto l’anno scolastico che verrà non deve subire pregiudizi dalle pronunce giurisdizionali sul concorso a posti di dirigente scolastico, che in almeno cinque regioni hanno determinato rallentamenti delle procedure, se non addirittura lo stop delle nomine. Il 24 luglio scorso, rispondendo a un’interrogazione di deputati del partito democratico, prima firmataria Maria Coscia, il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza, un po’ minimizzando gli effetti del contenzioso, rilevante secondo lei solo nella regione Lombardia per l’elevato numero di posti di dirigente rimasti da coprire e limitato in altre quattro/cinque regioni, ha infatti preannunciato una serie di misure legislative tampone. Esse stanno per uscire dal cappello magico del governo Letta nella forma di un decreto legge, che agli articoli dal 15 al 27 si occupa di dirigenti scolastici e tecnici, di personale dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, di edilizia scolastica, dimensionamento, scuole pareggiate e paritarie, pensioni, un po’ di tutto insomma. Limitandoci alla questione delle istituzioni scolastiche ancora senza dirigente scolastico titolare, il decreto legge (ad oggi ancora in bozza)per garantire la più estesa copertura con personale che non sia già contemporaneamente titolare di altra istituzione scolastica ed evitare così le reggenze che non fanno bene né alla sede di titolarità né tanto meno a quella temporaneamente affidata, prevede si possano conferire incarichi di presidenza per il solo 2013/2014 agli idonei, che non siano già in pensione, di uno dei concorsi indetti prima del 1° gennaio 2011, che non hanno frequentato il corso di formazione o che, pur avendolo frequentato, non hanno completato la procedura concorsuale.
    Stessa possibilità è data ai docenti per i quali è pendente un contenzioso relativo al concorso ordinario del 2004 (e subito il pensiero corre alla Sicilia, dove si stanno ancora svolgendo le operazioni di ripetizione del concorso del 2004, annullato dalla magistratura amministrativa) o a quello riservato del 2006. E infine, limitatamente alla regione Lombardia, possono ottenere l’incarico di preside sia coloro che hanno ottenuto l’annullamento del concorso, i ricorrenti che avevano contestato tra l’altro la trasparenza delle buste che non garantiva l’anonimato dei concorrenti, sia i controinteressati, quelli che figuravano già in graduatoria di merito, 406, e che in 355 avrebbero potuto assumere servizio già lo scorso 1° settembre 2012, se gli effetti della graduatoria prima non fossero stati sospesi e poi definitivamente annullati dal Consiglio di stato. Rispondendo all’interrogazione, il ministro ha voluto mettere sull’attenti chi ha causato il disastro lombardo, facendo trasmettere gli atti alla Corte dei conti perché valuti le eventuali responsabilità per danno erariale.
    Infine, gli incarichi conferiti dovranno comunque cessare alla data della nomina dell’avente diritto, che può intervenire quindi anche in corso d’anno scolastico. Quest’ultima non è certo una previsione destinata a evitare pregiudizi al regolare e continuativo esercizio della funzione dirigente per tutto un anno scolastico a cura dello stesso dirigente scolastico incaricato, sembra anzi addirittura contraria alle intenzioni espresse nello stesso decreto legge. Ma la paura di spendere troppo è tanta, al punto che, sembra di capire leggendo il decreto legge, che a questi nuovi incaricati spetteranno indennità in misura inferiore a quelle che incassano gli incaricati storici.
    Oltre allo stipendio proprio della relativa qualifica, e ci mancherebbe, sarà corrisposta loro un’indennità accessoria, non pensionabile interamente, sostitutiva di qualsiasi altro emolumento e pari all’ottanta per cento della retribuzione di posizione, parte variabile. Mentre agli incaricati storici spettava un’indennità corrispondente al differenziale di livello, interamente pensionabile, oltre ad altre indennità minori. Tanto per creare disparità di trattamento tra soggetti con la stessa qualifica e non farsi mancare la possibilità di essere ancora una volta chiamati davanti al giudice del lavoro. Senza contare che gli ormai pochi incaricati storici, sono meno di un centinaio in tutt’Italia, sono sul piede di guerra per chiedere la trasformazione del loro contratto in incarico a tempo indeterminato, visto che prestano servizio da almeno otto/dieci anni.



    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  3. #123
    Data Registrazione
    May 2011
    Località
    italy
    Messaggi
    7,138
    Post Thanks / Like
    Downloads
    2
    Uploads
    0

    Predefinito

    ma che ci facciano il piacere ...ormai è cosi palese che la meritocrazia è solo un optional .....di dirigenti scolastici somari ne siamo pieni fino all'orlo ....senza poi parlare della classe docente ...si possono contare sulle punte delle dite i docenti preparati e i non fannulloni

  4. #124
    Data Registrazione
    Apr 2010
    Località
    Roma
    Messaggi
    24,175
    Post Thanks / Like
    Downloads
    2
    Uploads
    0

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da bottoni Visualizza Messaggio
    ma che ci facciano il piacere ...ormai è cosi palese che la meritocrazia è solo un optional .....di dirigenti scolastici somari ne siamo pieni fino all'orlo ....senza poi parlare della classe docente ...si possono contare sulle punte delle dite i docenti preparati e i non fannulloni
    Caro bottoni, ti posso garantire che i fannulloni ci sono, come in tutte le categorie,
    Ma sono una minoranza, sono molti di più qelli che fanno molto oltre il proprio
    dovere, purtroppo non riconosciuto.
    Poi se vuoi ti sfido a resistere una sola ora in certe classi della periferia
    romana, con 30 individui pronti a farti andare fuori di testa.


  5. #125
    Data Registrazione
    Apr 2010
    Località
    Firenze
    Messaggi
    7,974
    Post Thanks / Like
    Inserzioni Blog
    1
    Downloads
    6
    Uploads
    0

    Predefinito

    i famosi bulli.....
    .......................................


    Tomtom_Go_Navigazione_e_Traffico v1.17.1_Build_2121_Patched DeltaFoX

    RACCOLTA MAPPE 1005_XXXX e APK 1.4.0 ( DOWNLOADS)




    Dobbiamo usare il pulsante "Grazie" o "Mi Piace" in basso a sinistra del Post
    ​...............

  6. #126
    Data Registrazione
    May 2011
    Località
    italy
    Messaggi
    7,138
    Post Thanks / Like
    Downloads
    2
    Uploads
    0

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da mark cat Visualizza Messaggio
    Caro bottoni, ti posso garantire che i fannulloni ci sono, come in tutte le categorie,
    Ma sono una minoranza, sono molti di più qelli che fanno molto oltre il proprio
    dovere, purtroppo non riconosciuto.
    Poi se vuoi ti sfido a resistere una sola ora in certe classi della periferia
    romana, con 30 individui pronti a farti andare fuori di testa.
    Caro mark ....
    guarda che il sottoscritto ha insegnato anni fa matematica e elettronica in diversi istituti tecnici di frontiera qua a Napoli ..il bronx era meglio ..senza offesa credo che come resistenza ne ho da vendere ..anzi in termini tecnici ho una resistenza di molti Megaohm






    la resistenza di un docente dipende sempre dal rapporto che ti crei con gli alunni ....devi coinvorgerli ..devi saper affrontare e possibilmente risolvere le loro lacune ...per fare ciò devi conoscere bene il territorio, l'ambiente , la realtà quotidiana... anzi per me è stato + facile xchè in questo territorio ci sono nato ...ma con questo non voglio dire che tutte le ciambelle mi sono uscite col buco , i casi irrisolvibili ci sono stati e credo che ci saranno sempre , ma almeno so di aver fatto il mio dovere fino in fondo cercando di risolverli ..e dove non ci sono riuscito so bene che quel qualcosa che ho dato gli rimarrà impresso
    certo che se un docente non conosce bene l'ambiente di sicuro avrà dei problemi e resisterà poco ...che siano 30 o 40 gli alunni non ha la minima importanza , xchè anche solo uno ne potrà fare + di 30 messi insieme ...
    Per me i fannulloni non sono una minoranza ..anzi col tempo aumenteranno sempre ..una minoranza sono quelli che hai su elencato cioè quelli che fanno oltre il loro dovere e malpagati , credimi sono pochi almeno qua a Napoli ...

    Per finire ho pure insegnato negli istituti di alunni ovattati (licei) , quello che non ho mai capito è come mai tali istituti sono pochissimi in zone di frontiera , be lasciamo perdere commenti in merito a tali istituti , xchè ci vorrebbero ore....ma solo un commento permettetemi di dirlo ''Viva le raccomandazioni '' e '' Viva i figli di papà ''

  7. #127
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Dirigenti scolastici, col decreto D’Alia si salverebbero anche gli idonei del concorso 2004

    Da sistemare ci sono i 37 risultati idonei, da una settimana, della tormentata procedura siciliana: l’Usr vorrebbe dare la precedenza a vincitori della selezione del 2011. Nel provvedimento che il ministro della Funzione Pubblica vorrebbe portare in CdM c’è però un articolo che forse accontenterebbe tutti. Una soluzione che non piace ad Anief-Confedir. Attendere sette anni per essere dichiarati idonei a vestire il ruolo di dirigenti scolastici in Sicilia. Ma poi scoprire che nel frattempo i vincitori del nuovo concorso potrebbero avere la precedenza. È la storia che stanno vivendo 37 docenti da una manciata di giorni risultati vincitori del concorso per dirigenti scolastici per la Sicilia bandito nel 2004, svolto nel 2006, annullato nel 2009 e rinnovato nel 2010 ai sensi della legge 202/2010: successivamente, è storia di quest’anno, si è svolta la ricorrezione degli scritti, la frequenza del corso di formazione obbligatorio iniziato il 15 gennaio e terminato il 16 luglio. Cui è seguito un colloquio finale. E la conseguente idoneità. Solo che ora dal 1° settembre 2013 l’incarico per coprire i posti liberi in Sicilia potrebbe essere conferito ad altri candidati: l’Ufficio scolastico regionale sembra infatti non voler pubblicare la graduatoria definitiva, manifestando la volontà di assegnare i posti disponibili e vacanti in Sicilia agli idonei del concorso per dirigenti scolastici, bandito nel luglio 2011. “Tale incredibile atto – scrivono i 37 idonei del concorso di sette anni prima – calpesta i diritti dei candidati del 2004 che, come esplicitato dal bando medesimo (lex specialis), bando del concorso a dirigenti scolastici del 2011, assegna i posti prima ai vincitori del 2004 e successivamente ai vincitori del 2011. Ciò in applicazione anche dell’art. 29 della legge 165 del 2001. In altre parole il concorso in Sicilia non si sarebbe potuto nemmeno bandire senza l’espressa clausola relativa all’assegnazione dei posti prima al 2004 e poi al 2011”. Secondo il raggruppamento, invece, “con bizantinismi e voli giurisprudenziali degni di affinatissimi azzeccagarbugli si tenta di privare gli idonei del concorso del 2004 di un diritto finalmente raggiunto dopo un lungo e sofferto percorso. Tutti gli argomenti dell’amministrazione sono stati smentiti”.
    Cosa accadrà ora? Difficile dirlo. Anche perché a decidere potrebbe non essere l’Usr della Sicilia. Nella bozza che il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, vorrebbe portare all’attenzione di uno dei prossimi CdM, è contenuta, infatti, anche una norma dal titolo: “misure urgenti per l’avvio dell’anno scolastico”. All’interno, sempre se verrà presentata e approvata dal Governo, si introduce la possibilità di conferire “incarichi di presidenza per il solo anno scolastico 2013-2014 ai seguenti soggetti: soggetti non in quiescenza risultati idonei a seguito dell’espletamento di un concorso a dirigente scolastico indetto antecedentemente alla data del 1° gennaio 2011, ma che non hanno frequentato il corso di formazione o che pur avendolo frequentato non hanno comunque completato la procedura concorsuale; soggetti per i quali è pendente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un contenzioso con oggetto la partecipazione al concorso a posti di dirigente scolastico indetto con il decreto direttoriale 22 novembre 2004 (è questo il caso dei ds idonei siciliani ndr); soggetti che hanno ottenuto l’annullamento degli atti del concorso bandito nella regione Lombardia ai sensi del DDG del 13 luglio 2011 e ai controinteressati nel relativo giudizio”.
    Su questa vicenda è intervenuto, nelle ultime ore, anche Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, secondo cui questa soluzione tampone sui dirigenti scolastici sarebbe “precoce, perché bisogna ancora attendere il risultato di tutti gli appelli in Consiglio di Stato in merito alle prove preselettive, il cui giudizio necessariamente porterebbe all’annullamento di tutte le procedure legate alle selezioni nelle prove scritte e orali e travolgerebbe le graduatorie degli idonei. In questa fase, sarebbe stato più opportuno chiedere un giudice celere del tribunale. E stanziare le stesse risorse – conclude Pacifico – per pagare le indennità di reggenza ai vicari”.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  8. #128
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    557 nuovi DS per il 2013-2014

    Il MEF ha sbloccato le autorizzazioni ad assumere dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2013-2014. Si tratta di 671 unità, come informa una nota dell’ANP, delle quali 114 sono rappresentate da trattenimenti in servizio a domanda, per legge equiparati a nuove assunzioni. La quota relativa ai nuovi dirigenti vincitori di concorso è pertanto pari a 557 posti, a fronte dei 564 a suo tempo richiesti dal MIUR.
    La parola passa adesso agli Uffici Scolastici Regionali, che dovranno provvedere – nel giro di pochissimi giorni (le autorizzazioni sono arrivate più tardi del previsto) – alle nuove assunzioni, alle conferme di incarico di presidenza ed alla attribuzione di reggenze sui posti residui e sulle sedi sottodimensionate.
    Qui di seguito la tabella con la ripartizione dei posti.

    Immagine.jpg
    *Autorizzati n. 115 trattenimenti in servizio Residua n. 1 autorizzazione non più utilizzata.Tutto


    scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  9. #129
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    DIRIGENTI SCOLASTICI IN EMILIA ROMAGNA

    DIRIGENTI SCOLASTICI IN EMILIA ROMAGNA
    PROCEDURA CONCORSUALE E IMMISSIONI IN RUOLO
    INTERVENTO DEL VICE DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

    Con riferimento ad alcune notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi a livello nazionale prende la parola il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Stefano Versari, per precisare che in Emilia-Romagna il concorso per l’assunzione dei Dirigenti scolastici non è stato annullato né bloccato dai ricorsi al Tar e tutte le immissioni in ruolo sono state effettuate nell’anno scolastico 2012-13.
    Anche in merito alla mancata autorizzazione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di immissioni in ruolo di Dirigenti scolastici in Emilia Romagna, per l’anno scolastico 2013-14, arrivano le precisazioni del Vice Direttore Generale: “Nel precedente anno scolastico 2012-13, tutti i 153 posti per Dirigente scolastico messi a concorso in regione con bando del 13 luglio 2011 sono stati autorizzati dal MEF e quindi utilizzati per un numero corrispondente di immissioni in ruolo nel predetto anno scolastico. Non deve pertanto destare preoccupazione” – prosegue Stefano Versari – “la notizia secondo cui il MEF non ha autorizzato immissioni in ruolo per l’a.s. 2013-14. Ciò in quanto, diversamente dalla situazione creatasi in altre regioni italiane, in Emilia Romagna i posti messi a concorso sono già stati tutti assegnati nel precedente anno scolastico”.


    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  10. #130
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,533
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    I 1.124 presidi mancanti. La scia di concorsi e ricorsi che blocca le assunzioni

    Se la Lombardia rappresenta forse una vicenda limite, la sindrome che l’ha colpita è diffusa in tutta la penisola. In tutta Italia le poltrone vuote sono 1.124, il 12,4 per cento del totale
    Dice il perito che i nomi dei candidati erano leggibili «in condizioni di luce media del giorno a cielo coperto all’interno di un locale non illuminato artificialmente». In alternativa, sarebbe stato sufficiente usare «una lampada da tavolo come piano visore». Anche piuttosto fioca: 28 watt. Per dirla più semplicemente, le buste che accompagnavano i compiti, con dentro i dati anagrafici dei loro autori, erano trasparenti. E poco importa se erano state acquistate, come hanno fatto presente i legali del ministero, con regolare procedura Consip. Il fatto è che ci si vedeva attraverso, e chiunque avrebbe potuto leggere il nome del candidato dentro la busta. Così al giudice del Tar prima, e poi a quello del Consiglio di Stato, non è rimasto altro che annullare il concorso per i presidi della Lombardia, cui avevano fatto ricorso in 120 dei circa 500 partecipanti. E le scuole di quella Regione adesso sono nei guai. Perché fra quel concorso andato in malora due anni fa e gli altri buchi che si sono aperti mancano la bellezza di 392 presidi su 1.118 «istituzioni scolastiche», come si chiamano nel gergo burocratico ministeriale. Banalmente, il 35 per cento di posti vuoti. Il triplo rispetto al resto d’Italia. Perché se la Lombardia rappresenta forse una vicenda limite, la sindrome che l’ha colpita è diffusa in tutta la penisola. In tutta Italia le poltrone vuote sono 1.124, il 12,4 per cento del totale (i presidi dovrebbero essere in tutto 8.047). Carenza da mitigare con le circa 500 assunzioni già decise dal governo, senza però che questo risolva le altre situazioni più spinose. L’Abruzzo, per fare un caso. Il concorso per 68 posti da dirigente scolastico bandito due anni fa è stato annullato dal Tar, e la sentenza è stata sospesa successivamente dal Consiglio di Stato. Nonostante questo, le pressioni di quanti hanno presentato ricorso dopo la bocciatura sono incessanti. Chiedono di avere comunque l’incarico fino alla definizione del giudizio, forti dell’esempio di quello che è accaduto in altre Regioni. E forti, soprattutto, del sostegno della politica abruzzese, che schiera in prima linea l’imprenditrice Paola Pelino da Sulmona, senatrice del Popolo della libertà e produttrice dei famosi confetti Pelino. Qui i posti vacanti sono il 23,2 per cento. Non vanno meglio le cose in Sicilia, dove i concorsi banditi quasi dieci anni fa, nel 2004, sono stati annullati: la conseguenza è che le poltrone vuote sono quasi il 21 per cento né in Toscana, dove il Tribunale amministrativo ha provveduto a cancellare l’esito del concorso del 2011. Ma neppure in Molise. Nel gorgo della giustizia amministrativa, insomma, ci sono finiti quasi tutti. Perché coloro che resistono alla tentazione di rivolgersi in ogni caso al Tar, qualunque sia il motivo della bocciatura, si contano sulle dita di una mano. E siccome le regioni sono venti, altrettanti sono i fronti con cui bisogna avere a che fare: in un delirio di carte bollate, fra annullamenti, sospensive, contro sospensive, appelli e controappelli. Ragioni? Le più varie. Talvolta semplicemente pretestuose: gettare un po’ di sabbia negli ingranaggi, sperando di pescare magari il jolly. In qualche altro caso, come dimostra la vicenda della Lombardia, riguardano invece errori o sciatteria delle amministrazioni. Comunque sia, i contenziosi durano anni, con legioni di avvocati (spesso sempre gli stessi) impegnati in una offensiva che non si esaurisce mai. E nella quale non di rado si inserisce anche la politica. Per non parlare dei costi, immani, per l’amministrazione. Diretti e indiretti, naturalmente. Il risultato finale è sempre lo stesso, ovvero la paralisi. Ce n’è abbastanza, insomma, per dire basta. Ma come? Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, parlamentare del Partito democratico, è convinta che sia arrivato il momento di riportare al centro tutti i concorsi, oggi gestiti a livello regionale. Consapevole che non sarà semplice privare i tanti potentati locali piccoli e grandi delle ghiotte prerogative che la macchina degli esami porta con sé. In futuro dovrebbe occuparsi di gestirli, con la formula del corso-concorso, la Scuola superiore di pubblica amministrazione. E nel frattempo? In attesa che le carte bollate tacciano, i posti vacanti potrebbero essere affidati a reggenti. Cioè presidi ai quali verrebbe chiesto di occuparsi temporaneamente, per un anno, della scuola vicina. Anche se questo, secondo gli esperti del ministero, non risolverebbe del tutto il problema della Lombardia: Regione molto grande e con tanti posti vacanti, spesso assai distanti fra loro. Non resta che sperare nella bacchetta magica.


    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



Pagina 13 di 21 PrimaPrima ... 31112131415 ... UltimaUltima

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 utenti e 1 ospiti)

Tag per Questa Discussione

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •