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Discussione: Avviata la procedura per la rinnovazione concorso dirigenti scolastici

  1. #101
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    Concorso dirigenti in Lazio: il CdS smentisce il Tar.


    I ricorrenti avevano segnalato la presenza nella Commissione di due membri che ricoprivano incarichi sindacali. Il Tar aveva dato loro torto, ma ora il Consiglio di Stato ha ribaltato il giudizio.
    Continuano i problemi per il concorso per dirigenti scolastici.
    La notizia dell’ultima ora riguarda il concorso nel Lazio dove il Consiglio di Stato ha accolto l’appello di due ricorrenti che avevano posto la questione dell’incompatibilità di alcuni dei membri della commissione concorsuale.
    In prima battuta il ricorso era stato respinto dal Tar, ma ora il Consiglio di Stato ha riesaminato la situazione e ha deciso che l’incompatibilità potrebbe proprio esserci.
    Della Commissione concorsuale facevano infatti parte due membri che ricoprivano incarichi sindacali.
    E questa sarebbe una palese violazione del 3° comma dell’articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
    I giudici del Consiglio sollecitano il Tar a fissare con urgenza l'udienza di merito in modo da definire la controversia sollevata dai ricorrenti.
    La notizia è stata divulgata dall’Anief che segnala manca ormai un mese alla decisione dei giudici amministrativi sui ricorsi promossi dalla stessa associazione sull’erroneità dei quiz somministrati nelle prove preselettive.
    Intanto Marcello Pacifico, presidente Anief, ribadisce che l’intricata vicenda del concorso a dirigente scolastico non può che trovare soluzione per via legislativa in modo che a tutti i ricorrenti venga riconosciuto il diritto a essere valutati correttamente nelle prove scritte.


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  2. #102
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    Campania, 959 gli ammessi alle prove orali al Concorso per dirigente


    E’pubblicato, in data odierna, sul sito web dell’USR per la Campania l’elenco alfabetico dei candidati ammessi a sostenere le prove orali
    I candidati compresi nel predetto elenco che hanno partecipato alla fase preselettiva e/o alle prove scritte per effetto di provvedimenti cautelari del Giudice amministrativo sono ammessi con riserva a partecipare alle prove orali, in pendenza del contenzioso.
    Le prove orali per i candidati ammessi si svolgeranno presso la Scuola Secondaria di I grado. “Tito Livio” - Largo Ferrandina a Chiaia, 3 – Napoli, secondo il calendario che sarà comunicato da questo Ufficio almeno quindici giorni prima del relativo svolgimento, tramite pubblicazione sulla rete INTRANET e sul sito INTERNET del MIUR, nonché sul sito web dell’USR per la Campania (art. 11 – comma 1 – D.D.G. 13 luglio 2011). L’ordine delle convocazioni partirà dai candidati il cui cognome inizia con la lettera C, sorteggiata in occasione dello svolgimento delle prove scritte.

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  3. #103
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    Un preside su tre ha più di 60 anni

    Forse non è una sorpresa, visto che il record è ben saldo nelle nostre mani per le categorie più diverse: dai politici ai manager, dai vescovi ai professori universitari. Ma se tutti sappiamo che l'Italia è un Paese per vecchi, al lungo elenco delle prove possiamo aggiungere un'altra voce. Abbiamo i presidi più anziani d'Europa. L'85% ha più di 50 anni contro una media europea del 60%. E uno su tre ha superato pure i 60 anni. L'esperienza è un patrimonio che non va sprecato, ci mancherebbe. Ma forse abbiamo esagerato e anche l'accesso alla professione non aiuta.
    L'ultimo concorso per presidi, partito un anno e mezzo fa, non si è ancora chiuso. Trentamila partecipanti, errori nelle domande, ritardi, ricorsi al Tar perché le buste erano trasparenti e non garantivano l'anonimato. Il risultato è che, su 2.300 posti messi a concorso, solo 800 sono stati coperti e abbiamo ancora 2 mila scuole in «reggenza», cioè con un dirigente in condominio, che guida almeno un altro istituto. Proprio a questi problemi è dedicato il seminario internazionale organizzato dall'Associazione TreLLLe e dalla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo che si tiene oggi al ministero dell'Istruzione. Un incontro con i massimi esperti stranieri del settore, per studiare le migliori esperienze degli altri Paesi e provare a portare da noi qualche buona pratica. Nella maggior parte dei Paesi europei, ad esempio, è prevista un'età massima per partecipare alla selezione. Il tetto varia tra i 50 e i 55 anni. Noi siamo tra i pochi a non aver una soglia di sbarramento che metterebbe un freno al numero dei candidati, evitando che il concorso si riduca a lotteria.
    Un altro modello arriva dalla Francia. E lo spiega Claude Thélot, tra gli invitati al seminario e già responsabile della commissione sul futuro della scuola sotto la presidenza Chirac. «Chi vince il concorso non viene nominato subito preside, ma adjoint, vicario. Viene assegnato a un preside che lo tiene con sé almeno un anno e poi lo valuta insieme a un ispettore». Un periodo di prova, insomma, non l'automatismo previsto da noi. Sul tavolo ci sono altri elementi ancora, come la possibilità che sia la singola scuola a scegliere il preside da una lista di idonei, come in Gran Bretagna. Ma al di là dei singoli esempi, quel che conta è l'impostazione generale.
    «Noi speriamo — dice Attilio Oliva, presidente dell'associazione TreLLLe — che il ministero si impegni per lo sviluppo di questa professione cruciale e per certi aspetti nuova». In che senso nuova? «Il modello — spiega Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo — non deve essere quello del primus inter pares, con il preside che amministra. Piuttosto deve essere un leader educativo che gestisce la scuola e ha come obiettivo lo sviluppo professionale degli insegnanti». Non un accentramento di potere ma, come spiega ancora Oliva, «quella che si chiama leadership distribuita e condivisa, con il preside più uno stretto gruppo di collaboratori di fiducia». «A parità di condizioni il preside può fare la differenza», dice il sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini. E per questo richiama l'importanza del regolamento in corso di approvazione «per valutare i dirigenti scolastici sulla base di obiettivi precisi».


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  4. #104
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    Sono in molti ad attendere le sentenze del Consiglio di Stato riguardanti il contendere delle buste trasparenti nel concorso Ds in Lombardia e quella relativa agli errori docimologici commessi nella prova preselettiva del 12 ottobre 2011.
    Nella rete circolano solo notizie ufficiose e prive di qualsiasi attendibilità. Alcune di queste riportano la cronaca del 20 novembre, dove i ricorrenti del concorso Ds in Lombardia erano giunti a Roma sostenuti da un gruppo agguerrito di avvocati che hanno dovuto subire la perizia che l'Avvocatura dello Stato aveva prodotto ai giudici del Consiglio di Stato.
    Questa perizia attestava l'opacità della busta utilizzata durante le prove concorsuali. Nel web si trovano commenti che riferiscono sulle obiezioni fatte dagli avvocati degli idonei che hanno evidenziato i numerosi vizi formali relativi alla sentenza del 18 luglio.
    Pertanto gli idonei attendono la sentenza del Consiglio di Stato con l'assoluta certezza di avere la ragione dalla loro parte. Altri commenti sono a favore dei ricorrenti evidenziando l’insufficiente peso giuridico della perizia tecnica presentata dalla Avvocatura dello Stato.
    Anche per quanto riguarda la sentenza del 22 novembre (sentenza nel merito sulla prova preselettiva) tutto tace, nemmeno il sito del sindacato siciliano Anief ha pubblicato notizie a tal riguardo. Sarà tutto vero quanto riportato e non riportato nella rete web? Basta avere pazienza e l’attesa darà spazio alla certezza di una sentenza da rispettare.
    Concorso Ds: ancora nessuna notizia dal CdS
    di A.D.F.
    Sono in molti ad attendere le sentenze del Consiglio di Stato riguardanti il contendere delle buste trasparenti nel concorso Ds in Lombardia e quella relativa agli errori docimologici commessi nella prova preselettiva del 12 ottobre 2011.
    Nella rete circolano solo notizie ufficiose e prive di qualsiasi attendibilità. Alcune di queste riportano la cronaca del 20 novembre, dove i ricorrenti del concorso Ds in Lombardia erano giunti a Roma sostenuti da un gruppo agguerrito di avvocati che hanno dovuto subire la perizia che l'Avvocatura dello Stato aveva prodotto ai giudici del Consiglio di Stato.
    Questa perizia attestava l'opacità della busta utilizzata durante le prove concorsuali. Nel web si trovano commenti che riferiscono sulle obiezioni fatte dagli avvocati degli idonei che hanno evidenziato i numerosi vizi formali relativi alla sentenza del 18 luglio.
    Pertanto gli idonei attendono la sentenza del Consiglio di Stato con l'assoluta certezza di avere la ragione dalla loro parte. Altri commenti sono a favore dei ricorrenti evidenziando l’insufficiente peso giuridico della perizia tecnica presentata dalla Avvocatura dello Stato.
    Anche per quanto riguarda la sentenza del 22 novembre (sentenza nel merito sulla prova preselettiva) tutto tace, nemmeno il sito del sindacato siciliano Anief ha pubblicato notizie a tal riguardo. Sarà tutto vero quanto riportato e non riportato nella rete web? Basta avere pazienza e l’attesa darà spazio alla certezza di una sentenza da rispettare.


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  5. #105
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    A giorni gli esiti del concorso a ds in Sicilia?

    Slittato novembre, nei prossimi giorni dovrebbe essere pubblicato l’elenco degli ammessi agli orali al concorso per dirigente in Sicilia, mentre l’Usr invita i concorrenti a inviare al più presto i titoli valutabili. In questi giorni molti docenti siciliani che non avevano presentato i loro titoli di studio e altri titoli valutabili nei mesi scorsi, sono stati contattati dall’Usr per inviarli al più presto. In questi contatti sono passate informazioni ufficiose riguardanti i tempi necessari per la pubblicazione dell’elenco dei nominativi ammessi alle successive prove orali. Si dice che la commissione ancora stia lavorando e che ne avrà per un’altra settimana. Tutto ciò sta a significare che presumibilmente nella prima settimana di dicembre si potrà leggere la pubblicazione della tanto attesa graduatoria. Probabilmente la nota dell’Usr Sicilia del 21/9/2012 (MPI.AOODRSI.REG.UFF.16836) è confermata nei fatti, perché è possibile che tutti gli elaborati siano stati corretti nei tempi previsti, e la loro pubblicazione rinviata al mese di dicembre solo per motivi di ricontrollo delle operazioni svolte dalla commissione giudicatrice, o per completare l’operazione di abbinamento scritti–buste. Comunque sia, bisognerà aspettare solo qualche altro giorno e finalmente si saprà l’esito di questa importante fase concorsuale.




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  6. #106
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    Le percentuali del concorso a Ds in Abruzzo

    La commissione del concorso per dirigenti dell’Abruzzo ha comunicato la graduatoria definitiva dove risultano vincitori 122 candidati su 131 ammessi agli orali Si ricorda che in Abruzzo hanno partecipato alla prova preselettiva 999 aspiranti dirigenti scolastici di cui solo 315 sono stati ammessi alle prove scritte. Da questi numeri resi noti dal sito web della FLC di Latina si possono fare le seguenti osservazioni: sono solo 9 candidati ad essere stati esclusi dalla graduatoria di merito.
    Gli ammessi alla graduatoria di merito finale rappresentano il 93.1%, evidenziando un criterio valutativo molto generoso, esattamente l’opposto di quello adottato nelle prove scritte, dove il 41.5 dei candidati era stato ammesso agli orali. Considerando che i posti disponibili per dirigente scolastico in Abruzzo sono 68, ci saranno, al netto di futuri dimensionamenti della rete scolastica regionale, 54 idonei senza cattedra.
    Dopo la pubblicazione di questa nuova graduatoria di merito rimangono fuori dalla conclusione delle procedure concorsuali solo due regioni, la Campania e la Sicilia.
    Quest’ultima regione è alle prese con la definizione del calendario degli orali, mentre si fa sempre più marcato il disagio dei 711 esclusi dal concorso, che non riescono a metabolizzare del tutto una così alta percentuale di bocciature alle prove scritte, pari a circa il 73%.

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  7. #107
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    Formazione dirigenti scolastici: nessuna contrattazione integrativa

    Sulla questione il Ministero ha emanato un “atto datoriale” spiegando che il “decreto Brunetta” ha sottratto la materia alla contrattazione integrativa. Ma c’è che si augura che il prossimo Governo modifichi questa impostazione. E’ stato firmato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Istruzione il decreto relativo a criteri e risorse per le attività di formazione e aggiornamento dei dirigenti scolastici. Il documento è particolarmente interessante in quanto si presenta nella forma di “atto datoriale” ossia di atto emanato in modo unilaterale. Nelle premesse dell’atto il Ministero ribadisce infatti che la materia della formazione e dell’aggiornamento è sottratta per legge alla contrattazione integrativa.
    “Ai sensi dell’art. 34 del d. lgc 27 ottobre 2009 n 150, le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro - chiarisce il Ministero – sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatta salva la sola informazione ai sindacati, ove prevista”. Il documento ministeriale sottolinea anche che, sempre ai sensi dell’art. 34, “rientrano nell’esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la direzione e l’organizzazione del lavoro nell’ambito degli uffici”.
    D’altronde anche per quanto concerne formazione e aggiornamento del personale del comparto scuola, proprio in applicazione alle disposizioni contenute nel decreto 150/2009, è da due anni che non si sottoscrivono più contratti integrativi. Molto faticosamente e fra mille polemiche e contraddizioni, il decreto 150 (o “decreto Brunetta”) sta insomma facendo scuola anche se sono in molti a ipotizzare (o a sperare) che un prossimo governo di centro-sinistra potrebbe cancellarlo o almeno modificarne alcuni aspetti importanti, e soprattutto quelli relativi alla contrattazione pubblica.
    Venendo poi al contenuto dell’atto datoriale va detto che le risorse messe in campo dal Ministero sono molto modeste (588milioni di euro in tutto, poco più di 60 euro per ciascun dirigente scolastico in servizio). Il provvedimento ministeriale prevede anche la ripartizione dell’intero budget fra i diversi Uffici scolastici regionali e stabilisce che nelle prossime settimane a livello decentrato si dovranno fissare le modalità di utilizzo delle risorse. In alcuni casi ci sarà però ben poco da discutere: in Molise, per esempio, si parla di poco più di 6mila euro, mentre nella pur estesa regione Lombardia si va poco al di là dei 65mila euro. Le modeste risorse dovrebbero però servire, secondo l’atto datoriale, per favorire il raggiungimento di una quantità impressionante di obiettivi strategici. Ma questa, ormai, è storia vecchia alla quale la scuola è abituata da tempo.


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  8. #108
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    In alto mare il concorso Ds della Lombardia

    “Non avendo a disposizione le attrezzature necessarie per svolgere la verifica tecnica richiesta, siamo costretti a rinunciare all’incarico”: gli esperti delle buste tolgono le tende Il termine ultimo per presentare la perizia su una nuova indagine tecnica sulla composizione e sulle caratteristiche materiali delle buste usate nel concorso per dirigenti scolastici in Lombardia, secondo un campione depositato presso la Sesta Sezione del Consiglio di Stato, era il 4 gennaio 2013. L’incarico per svolgere tale consulenza d’ufficio era stato attribuito al direttore del dipartimento di Scienze merceologiche dell’Università La Sapienza di Roma. Proprio tale attribuzione d’incarico fa scattare un problema di non facile soluzione, infatti, Scienze merceologiche, nell’Università romana, non è un dipartimento ma solo una sezione di un altro dipartimento, quello di Management. Di conseguenza l’incarico ricade sul direttore del dipartimento di Management. Quest’ultimo preso atto di essere il professionista incaricato dal CdS risponde: “Ci dispiace comunicare che, non avendo a disposizione le attrezzature necessarie per svolgere la verifica tecnica richiesta, siamo costretti a rinunciare all’incarico“. Una situazione che potrebbe allungare i tempi dell’iter del ricorso, a tutto danno dei docenti inseriti nella graduatoria di merito, che in questo caso non hanno alcuna responsabilità su quanto accaduto.


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    Concorso Ds in Campania: dal Tar alla Procura

    Dalle pagine del quotidiano Il Mattino si può leggere che nell’ambito di un’inchiesta sul concorso per dirigenti scolastici in Campania, sospeso dal Tar competente per territorio il 6 febbraio scorso, un dirigente di un ufficio scolastico provinciale della regione Campania risulterebbe indagato dalla Procura di Napoli Le Fiamme Gialle, infatti, su disposizione della Procura di Napoli, hanno perquisito gli uffici presso il Provveditorato di Caserta, l’abitazione del dirigente e il suo ufficio presso il Ministero della pubblica istruzione a Roma, dove conservava un incarico. A tal proposito è bene ricordare che da alcuni candidati casertani al concorso a Ds erano state sollevate diverse irregolarità riguardanti le incompatibilità per alcuni componenti della commissione esaminatrice. In particolare nelle denunce si riferiva di componenti di commissione referenti di un sindacato; di componenti che avevano fatto parte del comitato scientifico ed erano stati docenti di un corso di preparazione al concorso; di componenti che avevano svolto un master di preparazione al concorso dove tra i partecipanti al master ben nove candidati avevano superato le prove scritte del concorso. Tutta una serie di denunce per le quali sta indagando la Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura partenopea, che potrebbero avere seri profili penali e pesanti risvolti deontologici verso una procedura concorsuale più volte screditata a livello nazionale (vedi i casi giudiziari del Molise e della Lombardia).


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  10. #110
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    Concorso ds, la sentenza del Tar della Toscana riaccende le polemiche


    Contro l’annullamento si schiera la Regione con la vicepresidente all’Istruzione, Stella Targetti: il Miur prenda posizione sia per tutelare le aspettative dei presidi, per un “diritto che hanno maturato”, ma anche per garantire certezza alle scuole toscane già oggi con 170 reggenti. Di parere opposto la Gilda: danno di risorse e di immagine, ma esito inevitabile. Dura l’Anief, che però torna a chiedere una soluzione politica per salvare vincitori e ricorrenti. Non è passata inosservata la sentenza del 19 aprile scorso, attraverso cui il Tar della Toscana ha di fatto annullato le procedure di assunzione dei 106 dirigenti scolastici della Regione, a causa dei “vizi” formali riscontrati nella composizione delle commissioni e nel corso della selezione. Il Tribunale amministrativo regionale ha infatti riscontrato delle evidenti irregolarità nella scelta dei commissari, ipotizzando anche un danno all’erario da parte dell’amministrazione organizzatrice delle selezioni visto che ha dato anche mandato di inviare “copia della sentenza alla Procura regionale della Toscana della Corte dei Conti”.
    In attesa dell’esito del contro-ricorso, che non farà solo il Miur, gli addetti ai lavori hanno voluto esprimersi. Una parte si è detta preoccupata e contrariata. Come Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega all’Istruzione, che ha chiesto al Miur di prendere posizione sia per tutelare le aspettative dei presidi, per un “diritto di fatto che hanno maturato”, sia per garantire “certezza alle scuole toscane”, un cui numero considerevole, ben 170, sono già oggi affidate a reggenti.
    Targetti lo ha detto chiaramente, nel corso di un incontro a Palazzo Sacrati Strozzi, a cui erano presenti anche due delegazioni di dirigenti scolastici, di cui una accompagnata da Alessandro Rapezzi, segreterio regionale Flc-Cgil. L’alto esponente della giunta regionale ha ricordato che quelli riscontrati dei giudici sono “vizi formali, e pur nel rispetto della sentenza, contro la quale l’Usr della Toscana comunque farà appello, la Regione Toscana chiederà al Miur di trovare una soluzione politica urgente che rispetti la sostanza del concorso: le competenze professionali dei dirigenti selezionati infatti non sono state messe in discussione e si sono arricchite con un anno di lavoro di prova che terminerà il 31 agosto 2013”. Secondo il vicepresidente della Regione a quella data, queste 106 persone dovranno avere certezze sul loro futuro, in particolare se proseguire il lavoro come dirigenti scolastici oppure se chiedere di tornare al ruolo precedente: di sicuro “comunque gravi – ha concluso Stella Targetti – i danni per la scuola toscana che di un colpo si troverebbe con 106 dirigenti in meno e 106 insegnanti in meno (quelli che hanno preso nel frattempo il loro posto); ecco perché occorre una decisione del Miur che tuteli le aspettative e il diritto di fatto maturato da questi lavoratori ed al tempo stesso metta in sicurezza le scuole toscane”.
    Di diverso avviso sembrano i sindacati. La Gilda degli Insegnanti, ad esempio, condivide “pienamente le ragioni che hanno portato il Tar della Toscana ad annullare il concorso”. L’organizzazione coordinata da Rino Di Meglio si schiera al fianco della decisione assunta dal tribunale amministrativo con la definendo “inammissibili le leggerezze commesse nella gestione della procedura concorsuale”. Per il sindacato “l’amministrazione scolastica si è resa protagonista dell’ennesima brutta figura, gettando discredito sulla figura dei dipendenti pubblici le cui prestazioni, proprio in questo periodo, sono oggetto di un acceso dibattito riguardante la loro valutazione. E’ scandaloso – sottolinea la Gilda – come tante risorse economiche, intellettuali e professionali siano state dissipate da prassi che denotano una superficialità sfociata addirittura nell’illegittimità”.
    Il sindacato degli insegnanti ha cercato di rappresentare, nella sua presa di posizione, il ruolo assunto dai docenti nel corso di questa tormentata selezione: “centinaia di concorrenti si sono preparati duramente, e purtroppo inutilmente, per le prove scritte e lo Stato dovrà sborsare non pochi soldi per pagare le spese processuali a cui è stato condannato (3.000 euro per ogni sentenza, e se ne preannunciano molte altre ancora). Senza considerare i costi che dovrà sostenere l’Avvocatura dello Stato, un organismo pagato dal cittadino con le proprie tasse ma che si erge a difensore di un’amministrazione indiscutibilmente colpevole di non aver proceduto secondo la legge. Per non dimenticare – conclude la Gilda – le 105 scuole che si ritrovano adesso senza un dirigente scolastico”.
    Una posizione meno intransigente viene invece assunta dall’Anief: per il sindacato guidato da Marcello Pacifico “l’unica soluzione di buon senso è quella di assegnare comunque i posti agli idonei e dare la possibilità ai ricorrenti di essere finalmente valutati in modo corretto”. Premesso questo, l’Anief coglie l’occasione per ricordare che la sentenza toscana arriva dopo che “il Tar della Lombardia e del Lazio, dove le prove sono state annullate, e della Calabria, dove a causa del dimensionamento sono spariti i posti disponibili”, sono giunte a conclusioni simili. Con la lista delle presunte irregolarità che si allunga di mese in mese: “commissioni e verbali illegittimi, buste trasparenti, una valanga di quesiti errati o inesatti, probabili danni erariali”.
    A spiegare i motivi della soluzione che accontenti tutti, vincitori di concorso e di tribunale, è direttamente Marcello Pacifico, presidente Anief: “gli ultimi accadimenti nei tribunali – spiega il sindacalista – indicano la necessità di trovare una soluzione politica. Che tuteli vincitori e ricorrenti (…). Solo in tal caso si ridurrebbero gli effetti negativi di questa pessima procedura concorsuale, nata male e finita peggio. Con decine di migliaia di candidati costretti a subire le conseguenze di una selezione dimostratasi davvero disorganizzata, per certi versi addirittura improvvisata. E su cui pende anche il giudizio della Corte di Conti”. Oltre che l’esito del ricorso dello stesso sindacato, a cui si sono rivolti oltre 2mila ricorrenti.


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