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Discussione: Sostegno

  1. #181
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    Un unico insegnante di sostegno per due alunni con disabilità grave. Come garantire diritto allo studio?


    L’assegnazione dei docenti alle classi (anche quelli di sostegno), deve essere effettuata applicando i criteri fissati dal Consiglio di istituto e tenendo conto del parere del Collegio dei docenti.
    La Corte di Cassazione con ordinanza n.11548/2020 del 15/06/2020, ha precisato che nonostante, l’avvento della dirigenza scolastica, permane il sistema democratico su cui è formato l’apparato scolastico, nella sua esplicazione gestionale e organizzativa, ribadendo quindi che è il Consiglio di Istituto a fissare i criteri per l’assegnazione dei docenti, che è vincolante per il Dirigente scolastico (art. 396, comma 2, lett. d) D. Lgs. n. 297/1994).
    Al Collegio dei docenti (art. 7, comma 2, lett. b) D. Lgs. n. 297/1994) spetta il diritto /dovere di emanare un parere tecnico, che possa motivare il provvedimento finale.
    Nel caso dei docenti di sostegno l’assegnazione delle classi e quindi degli alunni con disabilità avviene tenendo conto del PEI e delle ore assegnategli.
    Presenza di due alunni con disabilità nella stessa classe
    Il riferimento normativo è la Circolare Ministeriale 63/11 la quale chiarisce che una prima classe non può avere più di 20 alunni in presenza di uno con certificazione di “gravità” (articolo 3, comma 3 della Legge 104/92) o di due “non gravi” (articolo 3, comma 1 della medesima Legge 104/92).
    La presenza di due alunni con disabilità in una stessa classe, non va a ledere il loro processo di integrazione e formazione, inoltre dal momento che la norma prevede la presenza di più di un alunno con disabilità all’interno di una stessa classe, la compresenza di due docenti di sostegno nelle stesse ore, non viola nessun principio legislativo, anche perché compito del docente di sostegno è quello di supportare il proprio alunno nei momenti scolastici in cui ne ha più bisogno e la scansione oraria è realizzata proprio al fine di andare ad intervenire in quelle discipline in cui l’alunno dimostra di presentare delle debolezze. .
    L’importante è creare un ambiente sereno dove possa avvenire l’integrazione degli alunni per raggiungere poi il successo formativo di tutta la classe.
    Diversa è la posizione dell’insegnante di sostegno, al quale viene assegnato nella stessa classe, un alunno con un deficit cognitivo e un altro ad esempio con problemi comportamentali. Nel primo caso, il docente potrà calibrare il PEI, secondo le potenzialità dell’alunno e stabilire gli obiettivi che dovrà raggiungere prevedendo anche l’uso di mezzi e strumenti che lo faciliteranno nel suo percorso formativo. Nel caso dell’allievo con disturbi del comportamento, il docente sovente si trova quasi inerme dinanzi all’uso di appropriate strategie data la molteplicità di condotte socialmente disfunzionali, come l’impulsività aggressività, oppositività e iperattività, che possono caratterizzare il comportamento dei bambini in età prescolare e scolare.
    Alunni con disturbi del comportamento
    Gli alunni con disturbi del comportamento non sono caratterizzati da un deficit cognitivo ma al contrario sono dotati di intelligenza che in alcuni casi è addirittura sopra la norma. Il problema sta nella difficoltà a far rientrare il loro atteggiamento entro la norma del rispetto delle regole. Infatti molto spesso questi ragazzi esasperano non solo l’insegnante di sostegno ma anche il gruppo classe, soprattutto quando sono caratterizzati da iperattività e insofferenza nel restare seduti al banco.
    L’alunno con problemi di comportamento ha le seguenti caratteristiche:

    • Spesso rischia di danneggiare sé e gli altri;
    • Impedisce di fare lezione e interrompe le attività;
    • Non si comporta in modo adatto al contesto;
    • Sembra insensibile ai richiami e ai rimproveri


    Coloro che sono caratterizzati da impulsività e inattenzione sono identificati come alunni con ADHD o sindrome da deficit dell’attenzione, spesso sono anche segnati dalla iperattività.
    Gli alunni con il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) sono collerici e tendono ad infastidire e irritare gli altri intenzionalmente.
    Il disturbo della condotta (DC) è caratterizzato da atteggiamenti degli alunni con una modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale, aggressiva o provocatoria causando la violazione dei diritti fondamentali degli altri, delle norme e delle regole sociali.
    Muoversi in questo terreno minato, per il docente di sostegno non è sempre facile ed è chiaro che la presenza di un alunno con disturbi del comportamento metta a duro rischio il processo di apprendimento di tutta la classe.
    La situazione è ancora più insidiosa nel caso che a un docente di sostegno vengano assegnati, nella stessa classe, due alunni, uno con deficit cognitivo e l’altro con problemi comportamentali. Inevitabilmente la stessa docente, potrebbe prestare meno attenzione e in qualche modo scalfire il processo educativo e didattico dell’alunno con deficit cognitivo, in quanto l’alunno con disturbi comportamentali tende a concentrare l’attenzione su di sé, oscurando in questo modo il diritto allo studio dell’altro alunno con disabilità.
    A tal proposito non esiste una norma legislativa specifica ma dovrebbe prevalere il buon senso quando avviene l’assegnazione dei casi ai docenti di sostegno, per cui anche se in classe è possibile inserire due alunni con disabilità, bisogna tenere ben presente che tutti gli alunni hanno diritto allo studio e indipendentemente dalla tipologia dell’handicap non è possibile dare la priorità ad un alunno piuttosto che ad un altro.


    Orizzontescuola
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  2. #182
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    Sostegno, concorsi e più prof specializzati


    Una ventina di milioni di euro per la formazione mirata dei docenti sui temi dell’inclusione e per l’acquisto di ulteriori ausili didattici; 25mila nuove cattedre in tre anni, di cui le prime 5mila già a settembre 2021; una rinnovata procedura di selezione per reclutare insegnanti (davvero) specializzati sul sostegno. Con queste tre mosse – indicate dal precedente governo Conte-bis e lasciate in eredità all’esecutivo Draghi – la scuola italiana prova a cambiare passo sul sostegno e sui bisogni educativi speciali. Ma le novità non finiscono qui perché dal 2021/22 cambiano i modelli di piano educativo individualizzato (il Pei), da adottare da parte delle scuole, che avranno nelle prossime settimane l’obiettivo di un generale ripensamento delle pratiche di inclusione a vantaggio dei ragazzi. I cui numeri sono in crescita di anno in anno. A settembre 2020, secondo l’ultima fotografia del ministero dell’Istruzione, gli alunni con disabilità erano quasi 269mila, 268.671 per la precisione, di cui oltre 100mila alla primaria, 70mila alle medie, quasi 80mila alle superiori, e quasi 20mila all’infanzia. Il 3,5% del totale, in aumento costante.
    Pochi docenti specializzati
    Il nodo ricorrente negli ultimi anni è che spesso questi ragazzi sono stati seguiti da docenti precari e senza specializzazione. L’ultima fotografia della Cisl Scuola, su dati dell’Istruzione, è stata impietosa: lo scorso anno oltre 104mila posti di sostegno sono andati a insegnanti a tempo determinato (e la gran parte non aveva la specializzazione). Le deroghe sono state circa 80mila e il dato non è ancora definitivo.
    A fronte di questo quadro, la legge di bilancio 2021 prova a correre i ripari prevedendo un piano pluriennale di immissione in ruolo di 25 mila docenti di sostegno: 5mila dal 2021/22; 11mila dal 2022/23 e i restanti 9mila posti di sostego dall’anno scolastico 2023/2024. Ma il punto è che le graduatorie da cui attingere sono di fatto sguarnite. Tutte le speranze sono affidate all’ultimo ciclo dei Tirocini formativi attivi (Tfa) che consentirà a 20mila nuovi prof di specializzarsi. Si chiude il 16 luglio, con due deroghe causa-Covid: la durata del tirocinio diretto potrà essere inferiore a 5 mesi e di conseguenza l’intero corso potrà durare meno di otto.
    Reclutamento
    L’altra novità, sempre prevista dalla manovra, è il via libera a una innovativa procedura concorsuale per reclutare docenti specializzati sul sostegno. Sarà un decreto dell’Istruzione a disciplinarla. Il concorso sarà bandito ogni due anni. E, sempre ogni due anni, le graduatorie potranno essere integrate e il punteggio dei candidati presenti in graduatoria sarà aggiornato sulla base dei nuovi titoli conseguiti nel frattempo. Ma anche se la norma venisse attuata a breve è impossibile che gli effetti si facciano sentire già da settembre. Nel frattempo è stato anche incrementato, per quest’anno, di 70 milioni il finanziamento alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità.
    Formazione obbligatoria
    Accanto alle cattedre in più si punta anche sulla formazione obbligatoria: con 10 milioni aggiuntivi quest’anno si potenziano le attività (non meno di 25 ore di impegno complessivo) rivolte al personale impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Altri 10 milioni infine serviranno per acquisto e manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici destinati alle scuole che accolgono alunni con disabilità certificata. Sperando che tutto ciò basti perché questi mesi ci hanno dimostrato che il prezzo più alto della crisi a scuola lo stanno pagando proprio gli studenti più in difficoltà.


    Edscuola
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  3. #183
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    Posti di sostegno, 30mila liberi dopo movimenti: ecco dove per provincia e ordine di scuola


    Sono circa 30mila i posti di sostegno liberi dopo i movimenti della mobilità docenti. Secondo uno studio della CISL la maggior parte dei posti si trova a Nord, con 7 posti liberi ogni 10 (il 63%) a fronte di 23% di posti liberi al Centro e un 14% nel Sud.
    Infanzia
    I posti liberi sul sostegno sono 1643. 295 sul totale sono in Lombardia, 240 in Piemonte, In Lazio 157. Tra le regioni del sud con il maggior numero di posti liberi la Puglia con 159 cattedre libere.
    Scarica la tabella con i dati per provincia
    Primaria
    Alla primaria i posti liberi complessivi sono 10.297. Di questi 3mila in Lombardia, in Piemonte 1.200 e in Veneto 1.300.
    Scarica la tabella
    Secondaria I grado
    Per la secondaria di I grado i posti liberi sono 11.917. La Lombardia supera i 3mila posti liberi. Sopra il migliaio anche Piemonte, Lazio e Veneto.
    Scarica la tabella con i dati per provincia
    Secondaria II grado
    Nella secondaria di II grado i posti vacanti sono 6.912. Anche qui predominante è il Nord Italia con una punta di 1.500 in Lombardia a fronte, ad esempio, di soli 144 posti in Campania.
    Tutti i dati per provincia

    Orizzontescuola
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  4. #184
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    Tutti gli insegnanti dovrebbero essere ‘di sostegno’


    Le recenti polemiche e resistenze all’attuazione della norma, contenuta nella legge di bilancio 2021, relativa alla frequenza obbligatoria di un modulo di 25 ore per tutti gli insegnanti (centinaia di migliaia) privi di specializzazione per il sostegno, ma che avranno in classe almeno un alunno con disabilità certificata, ha determinato una levata di scudi da parte dei sindacati con varie motivazioni, dalla mancata contrattualizzazione della materia al fatto che i corsi sarebbero obbligatori ma non retribuiti. Secondo un sondaggio di “Tecnica della Scuola”, su circa 4 mila partecipanti (di cui il 93,7% docenti) il 73,4% hanno espresso la loro contrarietà a questa formazione..
    Tuttoscuola è più volte intervenuta sulla questione sottolineando che tutti gli insegnanti dovrebbero essere messi in condizione di gestire didatticamente tutti gli alunni. In prospettiva si potrebbe giungere addirittura al superamento della figura del docente di sostegno, salvo un ristretto numero di superspecializzati, da utilizzare a livello territoriale per i casi più difficili. È triste e inaccettabile che il titolo di specializzazione per il sostegno sia troppe volte utilizzato come chiave d’accesso ai posti comuni, e che i cinque anni di docenza di sostegno siano vissuti come un prezzo da pagare.
    La principale ragione per la quale non si va nella direzione del superamento di questa figura è costituita dal permanente carattere disciplinare dei piani di studio, soprattutto a partire dalla prima media, cui è collegata una prassi valutativa che fa riferimento a obiettivi di apprendimento standardizzati, impersonali. È chiaro che se il decisore politico decidesse di puntare sulla personalizzazione dei tempi e degli stili di apprendimento individuali, grandemente facilitata dalle più recenti innovazioni tecnologiche, si estenderebbe a tutti gli alunni il modello del PEI (Piano educativo individualizzato) che attualmente si adotta solo per gli alunni con disabilità certificata.
    In tal caso si renderebbe necessaria una adeguata formazione iniziale e in servizio per tutto il personale docente. La base giuridica per un’operazione di questa portata ci sarebbe, ed è fornita dai commi 1 (personalizzazione) e 124 (formazione obbligatoria, permanente e strutturale dei docenti) della vigente legge 107/2015. Il ministro Bianchi lo sa, e ne ha anche parlato e scritto. Bisognerà vedere, nei prossimi mesi, se un’operazione di questa rilevanza rientrerà tra quelle considerate strategiche nel PNRR.


    Tuttoscuola
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  5. #185
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    Sostegno, via libera a 90mila posti di specializzazione per il triennio accademico 2021/2024


    «Insieme al ministero dell’Università e della Ricerca scientifica è stata avanzata al Mef e alla Funzione Pubblica l’autorizzazione ad avviare percorsi di specializzazione sul sostegno per complessivi 90mila posti per il triennio accademico 2021/2024, a fronte dei 40mila posti autorizzati per il triennio 2018/2020. Tale incremento dell’offerta formativa richiederà indubbiamente una rilevante risposta in termini di impegno da parte delle Università italiane».
    L’annuncio di Bianchi
    Ad annunciarlo è il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi al question time ieri. Al contempo, la rilevazione effettuata dal ministero dell’università e della ricerca, per l’anno accademico 2020/2021, ha fatto emergere una disponibilità di 22mila posti per il VI ciclo Tfa. Considerato che a fronte dei posti autorizzati per il triennio 2018/2020 sono residuati 6.191, abbiamo già chiesto l’attivazione di ulteriori 15.809 posti per il VI° ciclo. Questo, anche, in considerazione dell’incremento della dotazione organica sul sostegno – per complessivi 25.000 posti – disposta dall’ultima legge di bilancio.
    Proprio ieri il Mef ha comunicato al ministero di non aver osservazioni da formulare in ordine all’attivazione dei percorsi per complessivi 90mila posti sul triennio accademico indicato e per ulteriori 15.809 per il VI° ciclo.


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  6. #186
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    Sul sostegno una valanga di posti


    Sono 105.809, a regime, i posti autorizzati dal ministero dell’economia per i percorsi formativi universitari finalizzati al conseguimento del titolo di specializzazione sul sostegno. E sono circa un milione e 600mila le ore di attività di insegnamento che saranno recuperate nelle scuole durante l’estate. Lo ha detto il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, durante il question time che si è tenuto il 16 giugno scorso alla camera, in risposta a due interrogazioni presentate dai deputati Luca Pastorino (Leu) e Gabriele Toccafondi (Iv).
    Per quanto riguarda il sostegno ai disabili, Bianchi ha spiegato che i posti nei Tfa andranno a regime nel 2024. Nell’attuale V ciclo sono stati utilizzati 6.191 posti. Pertanto, considerato che per il VI ciclo erano stati autorizzati 22mila posti, la dotazione già prevista sarà incrementata di ulteriori 15.809 posti. Il prossimo anno, dunque, saranno 37.809 i docenti che avranno la possibilità di conseguire il titolo.
    Fermo restando che, per il triennio accademico 2021/2024, i posti ordinariamente autorizzati nei Tfa sono 90mila. Pertanto, a regime, saranno 105.809 i docenti che avranno la possibilità di conseguire il titolo di specializzazione. Quanto alle immissioni in ruolo, sempre sul sostegno, il ministro dell’istruzione ha ricordato che la legge di bilancio ha disposto un incremento della dotazione organica per complessivi 25mila posti. L’incremento, dunque, avverrà in organico di diritto. E ciò avrà l’effetto di ridurre proporzionalmente il numero di assunzioni a tempo determinato sui posti in deroga che vengono autorizzati in organico di fatto. Fenomeno, questo, che arreca un grave danno alla continuità didattica.
    Infine, il titolare del dicastero di viale Trastevere ha aggiunto che gli aspiranti docenti di sostegno, che completeranno il percorso di specializzazione entro il prossimo 31 luglio, potranno iscriversi alla prima fascia delle Gps, o negli appositi elenchi aggiuntivi, con riserva di accertamento del titolo. Ciò consentirà loro anche di partecipare al percorso concorsuale straordinario. Sempre che siano in grado di vantare il possesso di almeno 36 mesi di servizio prestati negli ultimi dieci anni.
    Sulla conversione del decreto Sostegni-bis, Bianchi ha precisato che sono stati presentati alcuni emendamenti che potrebbero modificare i requisiti previsti per accedere al concorso straordinario. La discussione sul requisito dei 36 mesi, quindi, è ancora aperta. E il ministro si è detto disponibile a lavorare per raggiungere un punto di equilibrio che soddisfi l’esigenza di mettere in cattedra quanti più insegnanti possibile in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno.Fin qui la risposta all’interrogazione presentata da Pastorino.
    Quanto alle attività nel periodo estivo, Bianchi ha detto che la pandemia sta evidenziando i molteplici divari che da tempo attraversano e dividono il nostro paese. E proprio per porre rimedio a questo problema, l’amministrazione ha messo a disposizione 510 milioni con un piano per la scuola che serve per recuperare non solo la socialità persa ma anche le competenze. Ciò vale soprattutto per le aree più fragili, in particolare del Mezzogiorno d’Italia. I progetti finanziati prevedono un recupero di circa un milione e 600mila ore di attività di insegnamento e di attività didattica in senso lato.
    Le istituzioni scolastiche che si sono candidate con progetti ad hoc sono 5.888. Di queste, le scuole statali sono 5.162 a fronte di un totale di 8.054 istituzioni scolastiche. Analogo impegno è stato profuso per garantire un regolare avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico.
    Con il comma 4, dell’articolo 58, del decreto-legge 73/2021, infatti, è stato istituito un fondo per l’emergenza nello stato di previsione del ministero dell’istruzione. Le scuole statali, quindi, potranno contare su ulteriori 350 milioni per tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici. Per gli stessi fini, ulteriori 50 milioni sono stati dedicati alle scuole paritarie.
    Le misure di sostegno riguardano anche gli enti locali. Che potranno disporre di ulteriori 70 milioni per l’affitto di locali e il noleggio di strutture temporanee per aumentare il numero di aule.
    Inoltre, il decreto Sostegni bis, in discussione alla camera, ha stanziato ulteriori 450 milioni per potenziare i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico. E prevede anche la possibilità che gli uffici scolastici regionali possano stipulare direttamente convenzioni con le imprese che gestiscono il servizio di trasporto passeggeri su strada.
    Le scuole, inoltre, potranno accedere al fondo di 50 milioni destinato a finanziare anche i piani per gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli studenti. Sempre con il decreto Sostegni bis è stato reso più veloce l’iter delle procedure necessarie per le assunzioni degli insegnanti, per le assegnazioni provvisorie e per le attribuzioni delle supplenze. Che termineranno entro la fine di agosto, come le immissioni in ruolo.
    Quanto al piano vaccinale, Bianchi ha ricordato che larga parte del personale scolastico è già stato vaccinato. E l’amministrazione continuerà a lavorare secondo le indicazioni del ministero della salute, tenuto conto dell’andamento del contagio.


    Edscuola
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  7. #187
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    Sostegno, più posti per i corsi di specializzazione al Sud. Ma i docenti specializzati mancano in gran parte al Nord


    Nella giornata del 7 luglio il ministero dell’Università ha pubblicato il decreto relativo ai corsi Tfa sostegno per il sesto ciclo. In totale sono stati attivati 22 mila posti e anche stavolta, la maggior parte dei corsi si svolgeranno presso le Università del centro-sud con pochi posti al Nord.
    Dunque si ripete la storia, ovvero che il numero maggiore di posti per la specializzazione saranno attivati nei territori dove non c’è grande possibilità di immissione in ruolo, ovvero al Sud, mentre sono pochi i corsi nelle regioni del Nord, quelle tradizionalmente scoperte di docenti specializzati.
    Guardando i numeri della ripartizione dei posti per Università, ci si accorge infatti che nella Regione Lombardia ci saranno in totale 720 posti, suddivisi l’università Bicocca e la Cattolica Sacro Cuore. Inoltre in Piemonte i corsi attivati sono 400 e in Veneto sono in totale 755 e in Emilia Romagna, si arriva al massimo a 455 posti suddivisi fra tre atenei. Queste menzionate, sono le regioni tradizionalmente sguarnite di candidati specializzati sul sostegno.
    Se invece vediamo i numeri del Lazio, che è la regione con più posti in totale (Cassino 745, Unint 600, Lumsa 220, Roma Tre 300, Europea 600, Foro Italico 300, Link Campus 700, Sant Camillus 500, Tor Vergata 300, Tuscia 140), della Sicilia, con 1400 posti per Messina e Palermo, 1125 per Enna e 1000 per Catania e della Campania, 1230 posti per l’Università Suor Orsola Benincasa, 1100 posti, invece, all’Università di Foggia, ci accorgiamo che le differenze ci sono e sono notevoli.
    Negli anni scorsi sindacati e associazioni hanno posto l’attenzione su questo aspetto, ovvero cercare di equilibrare il più possibile l’offerta formativa sul territorio nazionale. Il problema è che le Università decidono spontaneamente di dare disponibilità, non esiste una imposizione.
    La Cisl Scuola commenta amaramente questa riproposizione del problema degli altri anni: “Ancora una volta si confermano le nostre denunce“, dice ad Orizzonte Scuola Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola. Proprio poche settimane fa il sindacato aveva infatti reso pubblico un dossier sul sostegno, in cui fra i vari problemi veniva evidenziata tale situazione relativa ai corsi di sostegno. Secondo la Cisl Scuola, infatti, laddove le Università dovessero incontrare difficoltà relativamente agli aspetti logistici (ad esempio spazi, aule, laboratori) e nel reperimento di docenti formatori esperti nelle rispettive materie di insegnamento accademico ed in grado di analizzare le ricadute metodologico- didattiche ed organizzative in termini di inclusione scolastica, potranno essere previsti accordi di programma con le scuole, come sperimentato ad esempio in Piemonte. D’altra parte, prosegue il sindacato Cisl Scuola, se le Università non riescono ad assorbire il fabbisogno, è opportuno anche aprire ad altri soggetti la possibilità di effettuare i corsi per la specializzazione. Ovviamente dovranno essere Enti accreditati dotati di specifici requisiti, da sottoporre alla vigilanza del Ministero per evitare che possano diventare meri dispensatori di titoli.
    “Sono anni che abbiamo aperto vertenze a livello regionale con le Università del Nord“, prosegue Gissi. Abbiamo ottenuto una soluzione parziale in Piemonte con un protocollo tra le OOSS , l’università, l’usr e la regione. Ma non riusciamo a sfondare. La formazione dei futuri docenti dev’essere al centro delle politiche in tutte le regioni e l’università non può essere latitante”.
    “Siamo ancora ben lontani dai livelli necessari per soddisfare realmente il fabbisogno di docenti di sostegno specializzati dei territori e per garantire l’inclusione degli studenti disabili. Siamo pronti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a tornare in tribunale e riportare il caso all’attenzione dei giudici”.


    Orizzontescuola
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  8. #188
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    TITOLO DI SPECIALIZZAZIONE SOSTEGNO IN ROMANIA


    IL CONSIGLIO DI STATO SANCISCE LA VALIDITA’ DEL TITOLO DI SPECIALIZZAZIONE SOSTEGNO IN ROMANIA OBBLIGANDO IL MIUR A RIESAMINARE LA POSIZIONE DEGLI APPELLANTI PER IL RICONOSCIMENTO IN ITALIA, NEL RISPETTO DEI CRITERI GIA’DETTATI IN TEMA DI ABILITAZIONE ALL’INSEGNAMENTO.
    Di grande interesse la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato n°5415/2021, che ha accolto il ricorso in appello dell’Avv. Maurizio Danza avverso la sentenza del TAR Lazio sez.III bis che si è pronunciato in merito alla validità del titolo di specializzazione sul sostegno conseguito in Romania.
    A tal proposito particolarmente importante il passaggio motivazionale-questo il commento dell’Avv. Maurizio Danza nella parte in cui stabilisce che deve essere confermato e richiamato infatti quanto già affermato dalla sezione in materia: “le norme della direttiva europea 2005/36 CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, devono essere interpretate nel senso che impongono di riconoscere in modo automatico i titoli di formazione rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti, a condizione che la durata complessiva, il livello e la qualità delle formazioni a tempo parziale non siano inferiori a quelle della formazione continua a tempo pieno” (Cons, St, sez. VI , n. 1198/2020), ed inoltre che “ In ogni caso, la decisione amministrativa per cui è controversia risulta illegittima, anche perché non reca alcuna valutazione dei titoli esteri conseguiti dagli odierni appellanti, ai fini di un loro possibile riconoscimento in Italia.
    Aggiunge infine l’Avv. Danza come- La pronuncia è la prima in Italia di questo genere atteso che, per la prima volta non si limita a stigmatizzare il difetto di motivazione dei decreti del MIUR con riferimento ai dinieghi, obbliga il Ministero dell’Istruzione a comparare nel merito il titolo conseguito in Romania, con il sistema italiano del sostegno ,“risultando necessario il riesame della posizione degli appellanti in sede sostanziale, nella fase di riedizione del potere, nel rispetto dei criteri conformativi dettati con la presente sentenza”-( cfr. letteralmente la sentenza n°5415/2021) e dunque confermando definitivamente la validità del percorso di specializzazione sul sostegno maturato in Romania dagli studenti Italiani.


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    Immissioni in ruolo 2021/2022, quanti posti di sostegno: Quasi 8mila in Lombardia e 694 in Sicilia. Il quadro


    Il Ministero dell’Istruzione ha reso disponibile i contingenti suddivisi per regione e provincia per quanto riguarda le immissioni in ruolo 2021/2022. Quanti posti di sostegno disponibili per regione? Vediamo il quadro.
    In totale, come si evince dalle tabelle dei contingenti delle assunzioni in ruolo, i posti di sostegno disponibili per il prossimo anno scolastico si aggirano a 30.293.
    A livello regionale vi sono molte differenze, anche significative: passiamo da 7981 della Lombardia ai soli 694 della Sicilia. Trattandosi di due regioni molto grandi, la differenza è notevole. Molti posti in Piemonte (3443), Lazio (3351) e Veneto (3320). Mentre in Campania pochi posti rapportati alle dimensioni regionali (1268). In Emilia Romagna 2754 e Puglia 1159 posti.


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    Il Tar accoglie i titoli di sostegno conseguiti all’estero





    “Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi aventi ad oggetto l’inserimento negli elenchi aggiuntivi dei soggetti possessori di titolo abilitante e specializzazione sul sostegno conseguito all’estero.
    Il tribunale – si legge su Aska, – ha accolto l’errata interpretazione fornita dall’Amministrazione circa la normativa, di cui alla nota O.M. 60/2020 e al decreto 51/2021, riguardante la disciplina delle graduatorie provinciali per le supplenze valide per gli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022.
    In altri termini, come spiega il legale dei docenti ricorrenti, l’Amministrazione “illegittimamente negava l’inserimento con riserva dei docenti negli elenchi aggiuntivi della I fascia, in virtù di una interpretazione diversa e maggiormente restrittiva delle regole di partecipazione alla procedura dettate unicamente dall’ordinanza 60 del 2020”. Sono stati accolti anche i ricorsi collettivi.
    Dunque ai docenti in questione è stato riconosciuto il diritto di inserimento con riserva negli elenchi aggiuntivi in modo da ottenere le supplenze.



    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



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