Tre editori francesi fanno causa alla Grande G: vogliono dieci milioni di euro FEDERICO GUERRINI Mille euro per ciascun libro. È quanto tre grandi editori francesi, Gallimard, Flammarion e Albin Michel hanno chiesto a Google per aver digitalizzato senza permesso 9.797 volumi appartenenti ai loro cataloghi. La causa è stata registrata lo scorso sei di maggio al tribunale di Parigi, ma la notizia è stata resa pubblica solo un paio di giorni fa dal sito specializzato Livres Hebdo.

In tutto, la Grande G dovrebbe alle tre case editrici quasi dieci milioni di euro, somma provvisoria in quanto il processo di scansione è ancora in corso e il numero di libri resi disponibili sul Web aumenta di giorno in giorno. Comunque spiccioli, per un’azienda che fattura miliardi di dollari l’anno e che i milioni è abituata a usarli per fare shopping di giovani start up; non di meno una bella seccatura per Mountain View, l’ennesimo bastone in mezzo alle ruote del suo progetto “Google Books Library Project” e in particolare del programma Book Search: scansione completa di libri fuori commercio, e digitalizzazione parziale, con semplice anteprima, per quanto riguarda i titoli ancora sul mercato.

Un’iniziativa che avrebbe dovuto essere pienamente nelle corde di una società la cui mission, in tutta modestia, è quella di “catalogare e rendere disponibile tutta la conoscenza presente nel mondo”, ma che ha incontrato inaspettate resistenze. Nel 2009, la Grande G era stata già condannata proprio in Francia per “contraffazione”, a seguito di un’azione legale dell’editore La Martinière.

A marzo di quest’anno era stato invece un giudice americano, Denny Chin, a mettere il veto su un accordo faticosamente raggiunto dagli uomini di Google con gli organismi di rappresentanza degli autori ed editori americani. La filosofia di fondo del progetto era condivisibile, aveva detto in sostanza Chin, ma il patto avrebbe garantito alla compagnia di Brin e Page un’eccessiva posizione dominante nel campo della ricerca dei libri.

È stato poi lo stesso ufficio di Chin a fornire, su richiesta, a Gallimard, Flammarion e Albin Michel l’elenco dei volumi da loro editi che erano già stati digitalizzati. Google, che sta ancora attendendo la pronuncia d’appello sul suo ricorso al precedente verdetto favorevole a La Martinière, si è detta “sorpresa” per questa nuova diatriba legale e “convinta della conformità di Google Book Search alle leggi francesi e internazionali sul copyright”.

A novembre 2010, sempre per quanto riguarda il progetto Book Search, aveva incassato un risultato a lei favorevole stringendo un accordo col maggiore editore francese, Hachette Livre, con quale aveva fissato le condizioni per la digitalizzazione dell’immenso catalogo della controparte e si era impegnata a non includere nel suo indice di ricerca alcuni titoli segnalati dalla stessa Hachette.