Secondo una ricerca è piuttosto facile che sulla memoria di un telefonino rottamato ci siano dati important.
Nei prossimi 70 anni gli italiani acquisteranno oltre un miliardo di cellulari e questo vuol dire che saranno sostituti e/o rottamati altrettanti apparecchi. CPP, società inglese specializzata nella tutela dei dati personali, ha evidenziato con una ricerca i rischi della gestione dei dati contenuti nei cellulari rottamati, venduti tra privati o, comunque, ceduti a terzi. In Italia, i cellulari hanno una vita media che va dai 2 ai 3 anni e questo significa che i potenziali possessori, nell’arco della loro esistenza, ne cambieranno almeno una ventina. Dentro questi milioni di apparecchi vengono “abbandonati” dati sensibili di ogni genere.
Per condurre la ricerca, CPP ha acquistato 35 telefoni e 50 Sim sul Web scoprendo un totale di 247 frammenti di dati su 19 cellulari e 27 schede. Nel 54% dei casi, quindi, chi vende un cellulare rischia di mettere nelle mani dei nuovi possessori anche i propri dati personali. Tra questi, in 3 casi sono state rinvenute password per accedere a conti correnti bancari o a e-mail, in 6 casi “nomi utente”, in 2 estremi bancari e in un caso addirittura il numero della carta di credito. Tra le altre informazioni personali ci sono i contatti della rubrica, i video e le foto, gli indirizzi e-mail, gli Sms e informazioni di ogni tipo.
“Quel che appare singolare – spiega Walter Bruschi, amministratore delegato di CPP Italia – è che l’81% dei possessori di questi apparecchi, intervistati nel corso della ricerca, sostiene di aver cancellato i dati personali dal telefonino prima della vendita. Un dato in netto contrasto con i risultati empirici, che registrano la presenza di dati personali nei cellulari in più di un caso su due.
Perciò è sempre meglio controllare, anche facendosi aiutare da una persona esperta, la corretta cancellazione dei dati dal telefonino”.
Il 78% di chi ha cancellato questi dati prima della cessione sostiene di averlo fatto manualmente: un metodo, spiegano gli esperti, che lascia i file intatti e facilmente recuperabili. Il 38% ha operato un resettaggio completo e il 4% usato un apposito software esterno per la cancellazione.
“Negli ultimi anni – prosegue Bruschi – il furto di identità è cresciuto esponenzialmente, creando non pochi problemi ai truffati. Chi viene in possesso dei nostri dati personali può utilizzarli per acquistare beni e servizi, chiedere finanziamenti o porre in essere altri comportamenti delittuosi a nostro nome. È basilare, quindi, gestire con la massima attenzione i nostri dati a cominciare appunto dal telefonino che si butta o si rivende”.


Cellulare mag.