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Discussione: Assunzioni in ruolo, le nomine slittano di nuovo al 31 agosto

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  1. #1
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    Nuovi prof con tutele crescenti?



    Ipotesi estensione Jobs act ai 150 mila assunti. Giannini: certamente contratto del merito. Buona scuola, appello del premier: solo 23 mila risposte


    Piena licenziabilità con diritto al solo indennizzo. Sarebbe l’effetto più dirompente dell’estensione ai docenti del nuovo contratto unico a tutele crescenti previsto dalla riforma del lavoro, riforma oggi al centro del vertice premier-sindacati.
    Se l’equiparazione pubblico-privato per il Jobs act, richiesta a gran voce da Ncd («L’art. 18 sia applicato anche al pubblico impiego», va ribadendo Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico), Fi e Sc, dovesse riguardare anche la scuola significherebbe mandare in soffitta l’attuale sistema dei contratti e della mobilità in caso di soprannumero. Un’ipotesi, questa dell’estensione, che riguarderebbe solo i nuovi assunti, quei 150 mila precari della Buona scuola che dovranno entrare a settembre 2015. Interpellata sul caso nel corso di un’intervista radiofonica, il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ha risposto: i docenti neoassunti «sperimenteranno certamente il nuovo contratto del merito». Ossia la classificazione stipendiale in base non più all’anzianità di servizio ma a crediti professionali, didattici e formativi riservati al 66% dei docenti.
    La delega sul lavoro, è al centro del primo faccia a faccia Matteo Renzi -Cgil, Cisl e Uil che si terrà stamane a Palazzo Chigi.La battaglia in corso in queste ore nel Pd, e nella maggioranza, è sui licenziamenti disciplinari: prevedere anche per questi, e non solo per quelli discriminatori, che il lavoratore possa essere reintegrato dal giudice. Questo è tra l’altro quanto previsto dall’ordine del giorno approvato dalla direzione del Pd e ora reclamato dalla minoranza democratica. «La delega su questo punto deve essere precisa e chiara», dice Cesare Damiano, presidente pd della commissione lavoro della camera. E sull’estensione al pubblico, «mi pare prematuro parlarne, già sono poche le tutele di cui si discute per il privato….».
    Intanto prosegue il faccia a faccia con il paese sulla riforma della Buona scuola. La consultazione on line, avviata dal 15 settembre scorso e che si concluderà il 15 novembre, ha finora raccolta 23 mila risposte su 280 mila contatti, ha scritto lo stesso premier nella sua newsletter, con la quale si è appellato ai cittadini perché la partecipazione sia più corposa. Numeri che già in queste ore sarebbero saliti a 310 mila contatti e 31 mila risposte.
    Il ministero dell’istruzione è corso ai ripari con una circolare chiamando a raccolta tutti i direttori generali, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, addirittura i sindacati, perché si facciano parte attiva anche nei collegi dei docenti a favore della consultazione. A fermare le lancette ad oggi sarebbe un mezzo flop, viste le ambizioni iniziali. Del resto la platea dei potenziali interessati è assai nutrita: 8 milioni di studenti, quasi un milione di dipendenti, per non parlare di genitori. «La consultazione on line è una parte, puntiamo molto su quella off line», dicono al ministero. Il riferimento è al tour che coinvolgerà tutte le regioni e che parte in questi giorni per raccogliere proposte e critiche. Intanto i sindacati, nella modalità off line, potrebbero essere consultati la prossima settimana a viale Trastevere.



    Edscuola
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  2. #2
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    Assunzione precari, countdown: condanna Italia Corte Giustizia Europea ore 9,30 del 26 novembre

    Ormai alle porte la condanna dell'Italia per la reiterazione dei contratti a termine oltre i 3 anni, in violazione della direttiva comunitaria 1999/70/Ce. ANIEF: Renzi spaccia per riforma una condanna. FGU: reiterazione contratti senza criterio. FLCGIL: si prefigura eclatante sconfitta
    Riuscirà il Governo a varare il piano di assunzioni previsto dalle "Linee guida" per la riforma della scuola prima della sentenza definitiva?
    Probabilmente no e su questo passaggio si gioca molta dell'immagine della riforma della scuola proposta dal Governo che al capitolo 1 vuole, proprio, il piano di assunzione dei docenti. Piano attorno a cui ruota l'avvio dell'organico funzionale e il potenziamento della didattica.
    L'Italia, da più parti si afferma, non ha alternative, deve assumere i precari storici, piano straordinario di assunzioni o meno.
    Sabato, vi abbiamo dato notizia dell'imminente sentenza della Corte di Giustizia europea, fissata per le ore 09,30 di giorno 26 novembre 2014.

    Sentenza che molti danno per scontata, anche sulla scorta delle parole dell’avvocato generale, Maciej Szpunar, che si è espresso positivamente sulle motivazioni dei ricorrenti.
    Sulla faccenda si è espressa l'ANIEF, che ha chiaramente affermato come il piano di Renzi, spacciato per riforma, in realtà obbedisce ad una imminente condanna.
    La Gilda degli Insegnanti, da canto suo, ha ricordato come "la reiterazione dei contratti a tempo determinato avviene senza prevedere alcun criterio obiettivo e trasparente per verificare che il rinnovo risponda a un'esigenza temporanea reale, e bollando come arbitrario e vessatorio il comportamento dell´Amministrazione scolastica italiana nei confronti del personale da anni in attesa di stabilizzazione."
    Duro anche il commento della FLCGIL, sottolineando come "per lo Stato italiano si vada prefigurando una eclatante sconfitta ne è consapevole perfino il Governo Renzi che non a caso nel programma “La Buona Scuola” prevede a partire da settembre 2015 l’assunzione di circa 150.000 docenti precari. Un piano straordinario di assunzioni che, come affermato esplicitamente nello stesso documento “La buona scuola”, si rende necessario proprio per far fronte alle conseguenze della annunciata sentenza della Corte di Giustizia."


    Orizzontescuola
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  3. #3
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    Maxi-assunzioni, addio supplenze brevi e stop ai distacchi: tutte le novità per i docenti

    La legge di stabilità 2015 si annuncia piena di novità per gli insegnanti. Come conferma la bozza del provvedimento che è stato approvato mercoledì in Consiglio dei ministri e che Scuola 24 è in grado di anticipare: via al piano di stabilizzazioni previsto dalla «buona scuola»; addio ai membri interni alla maturità; stop agli incarichi di un giorno; cancellazione dei distacchi di personale. Vediamole nel dettaglio.
    Fondo per la «buona scuola»
    Partiamo dalle conferme. Lo svuotamento delle graduatorie a esaurimento a partire dal prossimo anno scolastico si farà. Come testimonia la creazione di un contenitore ad hoc (il «Fondo per la realizzazione del piano “La buona scuola”) da un miliardo nel 2015 – che al netto diventano i 500 milioni annunciati dal premier Matteo Renzi nella conferenza stampa post Cdm, ndr – e 3 miliardi nel 2016. Risorse che andranno usate – si legge nell’articolo 3 del ddl stabilità – con «prioritario riferimento alla realizzazione di un piano straordinario di assunzioni di docenti». Si tratta delle 148.100 stabilizzazioni di precari previste dalle linee guida del governo. Gli eventuali fondi che avanzeranno verranno utilizzati per finanziare i progetti di alternanza scuola-lavoro.
    Blocco degli scatti
    Allo stesso modo degli altri dipendenti pubblici anche i docenti verranno interessati dal blocco economico dei contratti pubblici. Una misura che per l’intera Pa dovrebbe valere tra i 2,1 e i 2,5 miliardi di euro. Il blocco riguarderà anche l’indennità di vacanza contrattuale, che non verrà più recuperata, e gli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato.
    Esami di maturità
    L’altra novità non è di poco conto. Come già raccontato ieri le nuove commissioni di maturità saranno formate non più da tre membri interni e tre esterni, bensì da sei professori interni. L’unico a venire da fuori sarà il presidente, che sarà anche l’unico commissario retribuito per l’incarico. Una notizia che non farà di certo piacere ai docenti (due in rappresentanza della prima prova, due della seconda e due per le altre materie d’esame) chiamati al ruolo di membri interni per i prossimi esami di Stato, dal momento che dovranno farlo a costo zero.
    Addio supplenze brevi
    Allo stesso modo del personale Ata anche gli insegnanti dovranno dire addio alle supplenze brevi. Più nel dettaglio, l’articolo 28, comma 9, della bozza di ddl stabilisce che i dirigenti scolastici, a partire dal 1° settembre 2015, non possano più conferire supplenze per il primo giorno di assenza. La ratio alla base della norma, come esplicita la relazione illustrativa, è quella di utilizzare di attingere all’organico funzionale che verrà messo su grazie al piano di assunzioni.
    Stop ai distacchi
    Sempre a partire dal prossimo 1° settembre i docenti (così come il personale della scuola nel suo complesso) non potranno più essere posti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o qualsiasi utilizzazione presso un’altra pubblica amministrazione. Oppure presso Consob, Authority, fondazioni o enti comunque denominati.
    Educazione fisica
    Novità all’orizzonte anche per i professori di educazione fisica. Nel modificare l’articolo 307 del Testo unico della scuola il disegno di legge elimina la figura del coordinatore provinciale dei progetti di avviamento della pratica sportiva, che oggi gode dell’esonero dall’insegnamento. Anziché uno per provincia come accade oggi, dal 1° settembre ce ne sarà uno per regione. E dovrà occuparsi di coordinare sia i progetti regionali che quelli nazionali.


    Edscuola
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  4. #4
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    Nuovi prof, uno su cinque non insegna da 3 anni



    Nel 2015 in cattedra 140 mila precari, alcuni aspettano dal ‘99. Alle elementari il 43% non ha l’idoneità per l’inglese
    Tre miliardi l’anno, tanto costerà la stabilizzazione in blocco di tutti gli insegnanti precari iscritti nelle Graduatorie a esaurimento (Gae): 140 mila docenti che il governo Renzi si è impegnato ad assumere nel 2015 insieme all’ultima tranche di vincitori e idonei del concorso Profumo del 2012 (7.500 persone, senza contare quanti fra i precari hanno superato anche quest’ultima prova). Ma chi sono questi prof che dovrebbero costituire l’ossatura di quella Buona Scuola che il governo ha promesso a milioni di famiglie italiane?
    Iniziamo con il dire chi non sono: non sono insegnanti freschi di laurea e abilitazione perché le graduatorie sono chiuse dal 2007. I più giovani sono i maestri laureati in Scienze della formazione primaria, ma il grosso è rappresentato dai vincitori del penultimo concorso (parliamo del 1999!) e dagli abilitati di vecchio conio (Ssis e abilitazioni riservate). L’età media è 41 anni: meglio dei docenti di ruolo (che con i loro 51 anni di media sono i più vecchi dell’area Ocse) ma non proprio un’iniezione di giovinezza. Per i più giovani, ha fatto sapere il ministro Stefania Giannini, ci sarà posto nel prossimo concorso che verrà bandito nel 2015: in palio 40 mila posti per il triennio 2016-2019, circa 13 mila all’anno: pochini se si considera che secondo le previsioni del ministero vi prenderanno parte quasi 200 mila persone.
    Giovani o no, i precari storici sono tutti docenti che hanno maturato un diritto nei confronti dello Stato dopo anni di supplenze e sacrifici. Un debito che il governo si sta affrettando a onorare prima di essere condannato a pagare multe salatissime dalla Corte di giustizia europea per violazione del diritto comunitario (la direttiva 1999/70/CE prevede l’assunzione in via definitiva per tutti i dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio).
    Sacrosanto, salvo che non tutti sono ancora in trincea. Alcuni di loro, stremati dall’attesa, hanno mollato il colpo da tempo. Lo ammette anche il documento che traccia le linee essenziali della Buona Scuola di Matteo Renzi. «Sappiamo che negli ultimi tre anni circa 43 mila persone iscritte nelle Gae non hanno effettuato né supplenze annuali o sino al termine delle attività didattiche né supplenze brevi».
    Subito dopo si precisa che si tratta di un dato grezzo che non tiene conto di chi nel frattempo ha lavorato nelle scuole paritarie. Ma c’è un modo abbastanza semplice per depurarlo: basta guardare nelle graduatorie a esaurimento il cosiddetto punteggio di servizio. È quanto hanno fatto gli ingegneri informatici di Voglioilruolo, la piattaforma digitale nata nel 2009 per offrire ai docenti precari una serie di servizi utili come l’indicazione di dove fare domanda per essere assunti prima. Ebbene: gli iscritti alle Gae che non hanno fatto supplenze negli ultimi tre anni né nelle scuole statali né nelle paritarie sono 26.685, pari a quasi il 20 per cento del totale. In altre parole, quasi un insegnante su 5 non insegna più da tempo.
    Possibile, come si augura il documento renziano, che molti di loro rinuncino al posto avendone già un altro, magari anche scoraggiati dal fatto di poter essere destinati a province e regioni diverse dalla propria. Per questa ragione il Ministero dell’Istruzione ha avviato un censimento che si concluderà entro il 31 dicembre. Ma è altrettanto probabile che la prospettiva di un posto a tempo indeterminato alletti anche molti di coloro che avevano alzato bandiera bianca e nel frattempo hanno fatto altro. E che a settembre potrebbero arrivare a Scuola per lo meno un po’ arrugginiti.
    La questione, delicatissima, è che il diritto maturato dai precari della Scuola non entri in collisione con il diritto altrettanto importante dei nostri ragazzi a un’istruzione di qualità e al passo con i tempi. Quanti dei prof iscritti nelle graduatorie possiedono quelle competenze di informatica e inglese che sono invece richieste dalla legge Profumo per essere ammessi al concorso a cattedra? Moltissimi candidati all’ultima prova nazionale sono stati esclusi proprio perché non avevano passato la batteria di test preselettivi incentrati, oltre che sulla logica e sulla comprensione del testo, proprio su informatica e conoscenza di una lingua straniera.
    Nel caso specifico dei maestri elementari, meno della metà degli iscritti alle Gae ha l’idoneità per insegnare anche l’inglese (il 43,6%, secondo Voglioilruolo). Figuriamoci quanti sono in grado di insegnare una materia in lingua con il metodo Clil (Content and language integrated learning) come pure auspica Renzi in modo che «i nostri figli — ha detto il premier — non parlino l’inglese come me». Già alle superiori si è partiti quest’anno nel caos perché i corsi di formazione stanno andando a rilento .
    E qui veniamo al vero nodo della Buona Scuola che, giustamente, punta moltissimo sul potenziamento della formazione di vecchi e nuovi prof. Una necessità che con gli attuali chiari di luna contabili appare quanto meno problematica. Lo si è visto con la legge di Stabilità: per mettere a bilancio il primo miliardo che serve a coprire gli stipendi dei 150 mila neoassunti solo fino a dicembre 2015 sono saltati sia i 100 milioni necessari per raddoppiare le ore di alternanza Scuola-lavoro sia i 15 per potenziare il WiFi. Con quali soldi il governo immagina di poter formare domani e negli anni che verranno questo esercito di insegnanti?




    Edscuola
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  5. #5
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    E alla fine i sindacati litigarono sulle immissioni in ruolo


    Il punto sulle posizioni delle organizzazioni sindacali a proposito del “sacrificio” chiesto e ottenuto dal Governo – l’annullamento in busta paga del primo scatto automatico - in cambio delle 67.000 assunzioni.
    E alla fine i sindacati litigarono sulle immissioni in ruolo. Chissà perché, infatti, quando si raggiunge un risultato, nel mondo della scuola è un fare a gara per arrogarsene la paternità.
    Sappiamo bene che da settembre saranno immessi in ruolo 30.000 docenti e 37.000 Ata e che si giungerà nel triennio a circa 130000 assunzioni. L’accordo è stato raggiunto con un compromesso visibile e non gradito a parecchie rappresentanze sindacali minori, mentre è stato sottoscritto da tutte le sigle confederali, a eccezione della Flcgil, che si riserva di firmare dopo che il Governo avrà dato alcune risposte alle sollecitazioni politiche su stabilizzazione e copertura degli organici. Il problema è il costo che i precari dovranno pagare per essere immessi in ruolo, con una lesione, a dire di molti, dei più elementari principi del diritto del lavoro: un maxigradone di 8 anni che procurerà perdite ingenti sugli stipendi per lunghi anni.
    Ma, a quanto pare, per alcuni sarà un sacrificio sopportabile. La Gilda esulta con queste parole: “Ci sembra doveroso ricordare che i ricorsi che per prima la Gilda degli Insegnanti ha promosso per la stabilizzazione del rapporto di lavoro, hanno consentito di conseguire un importante risultato: infatti per la prima volta da molti anni tutti i posti in organico di diritto saranno destinati alle immissioni in ruolo.”, mentre commenta così il segretario generale Uil Scuola, Massimo Di Menna: “E’ un esempio positivo di sindacato utile e di relazioni sindacali moderne. Un cambio di passo rivoluzionario rispetto alla tradizione, per più ragioni. In questi mesi abbiamo convinto il Governo, negoziato in sede contrattuale, in un confronto basato sul merito delle questioni. Soggetti contraenti che determinano un risultato. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, ottenuto per via pattizia, con un contratto. Uno scambio tra un aspetto della progressione economica, anche se limitato, a favore di tante persone che hanno stabilità nel lavoro in un momento di crisi.”
    Nel frattempo Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc è fin troppo chiaro: l’accordo, come sottolineato in un nostro precedente articolo, sarebbe una vera e propria truffa orchestrata da “alcuni ministri” (presumibilmente Tremonti, Brunetta e Sacconi) con il benestare (se non addirittura con la complicità) dei sindacati firmatari.
    Ma la Cisl scuola replica con un duro attacco: “ La Flc CGIL esca dall’ipocrisia e dalle ambiguità: non può continuare a dire che tiene sospesa (?) la firma su un contratto già sottoscritto da tutte le altre sigle e nello stesso tempo affermare che si tratta di un accordo “a perdere”, ricorrendo alla collaudata tecnica delle “mezze verità” per tentare di darne dimostrazione. E’ una mezza verità fare il conto di quanto costa rinviare di sei anni uno scatto: l’altra mezza, che viene taciuta, è che nella stragrande maggioranza dei casi il rinvio sarà molto più contenuto, o addirittura non ci sarà affatto.”
    Secondo la Cisl la strada da percorrere era una sola: “Le 67.000 assunzioni sono possibili proprio perché si è sottoscritto un accordo che consente di farle ad invarianza della spesa. Senza quell’accordo, non sarebbero state fatte: nel valutarne i costi, se ne deve tenere debitamente conto. Il sacrificio richiesto ai lavoratori, modesto e in moltissimi casi inesistente, è ampiamente ripagato da una stabilizzazione del lavoro che noi abbiamo ottenuto, mentre la Flc si limitava solo a sparare cifre ad alto effetto mediatico.”
    La Cgil dunque, secondo la Cisl, bleffa: “E’ un accordo che, ancora una volta, vede unite quasi tutte le più importanti sigle sindacali, meno una. Una su cinque, più che mai convinta di essere l’ombelico del mondo sindacale, visibilmente infastidita dal fatto che siano altri, abituati a puntare alla sostanza più che all’immagine, ad ottenere un risultato che, dati i tempi, appare di straordinaria portata.”
    Cerchiobottismo dilagante o malcelata piaggeria? I sindacati litigano e i precari pagano. Chissà, tra i due litiganti, chi è il terzo che gode. Ma, con lo scherzetto dei gradoni, possiamo immaginarlo…



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  6. #6
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    Immessi in ruolo: il primo scatto nel 2015 per chi ha 11 o più anni di pre-ruolo

    Gli altri con meno anni, se Ata possono perdere fino a 2.500 euro e se docenti fino a 10.300 euro in 8 anni per il blocco del contratto, della progressione della carriera e per l’eliminazione del primo gradone stipendiale. L’Anief ricorre al GdL.
    L’Anief in un comunicato così sintetizza: “Anche chi ha 11 anni di servizio di pre-ruolo dovrà attendere l’a.s. 2014/2015 per avere l’aumento di stipendio previsto per il nuovo gradone 9-14 anni, mentre tutti gli altri a partire da quella data potranno maturare il servizio mancante per raggiungere la nuova anzianità tabellare contrattata dalle OO. SS. con una perdita che oscilla dai 2.500 ai 10.500 euro.
    Dall’anno scolastico 2014/2015, infatti, i 65.000 docenti e Ata potranno maturare il primo scatto di carriera, qualora abbiano 8 anni di servizio, al raggiungimento del 9 anno di servizio tra ruolo e pre-ruolo essendo il servizio per espressa norma di legge non valutabile ai fini della progressione di carriera per gli anni 2010-2014”.



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    26.300 i posti disponibili per chi vuole diventare prof.



    Il ministero dell’Istruzione ha annunciato che per i prossimi tre anni saranno disponibili oltre 26.300 i posti per i giovani che vogliono salire in cattedra.
    I candidati saranno selezionati e formati, attraverso le università che si sono rese disponibili presentando le proprie proposte. 7.239 sono le possibilità relative alla scuola secondaria di primo grado (medie) e 19.125 a quella secondaria di secondo grado (superiori).
    Sulla base delle disponibilità dei posti vacanti e della ricezione degli atenei, la fetta decisamente più grande dei posti che andranno a concorso è stata riservata al Lazio, dove verranno messi in palio oltre 5.000 posti (3.730 alle superiori e 1.365 alle medie). Al secondo posto si piazza la Lombardia con 3.817 posti (1.016 primo grado, 2.802 secondo grado. Seguono Puglia (2.930), Sicilia (2.510), Emilia Romagna (1.759). La regione che ottiene il più basso contingente triennale è il Trentino: 153 posti appena.
    Prima della definizione delle prove di ammissione, il ministero dovrà esaminare l’offerta formativa arrivata dalle università verificando, tra l’altro, la coerenza tra corsi di laurea e tirocini formativi attivi proposti e la corrispondenza delle proposte con le classi di concorso dalle quali si registra il fabbisogno del sistema istruzione.


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    Per i docenti in esubero spunta la cassa integrazione


    esaurite tutte le procedure, il personale che non può essere ricollocato, oppure non vuole, va messo in cassa integrazione
    La norma è meno dura di quanto era prevedibile all'inizio, perché saranno i contratti collettivi (e non la sola legge) a definire con quali criteri si potranno gestire le «eccedenze di personale» anche attraverso il passaggio ad altra amministrazione e anche fuori dal territorio regionale. Ma il maxiemendamento alla dl di stabilità, in discussione al Senato, contiene comunque una certezza per quanto riguarda lo sbocco finale: esaurite tutte le procedure, il personale che non può essere ricollocato, oppure non vuole, va messo in cassa integrazione. Almeno stando all'ultima bozza del maxiemendamento governativo approvato la scorsa settimana al consiglio dei ministri, come risposta ai rilevi dell'Unione europea sulla mancanza di misure per lo sviluppo. Il maxi era atteso per ieri in commissione bilancio di Palazzo Madama, ma vi arriverà probabilmente non prima di domani mattina, dopo nuove limature e soprattutto dopo il voto sul rendiconto dello stato alla camera.
    I docenti in esubero nella scuola, circa 10 mila, stando all'articolato, avranno l'obbligo di essere ricollocati, in altre funzioni e amministrazioni. Il personale che non sarà possibile rimettere al lavoro, o si rifiuti di farlo, sarà messo in disponibilità, con il diritto a un'indennità pari all'80% dello stipendio e per durata massima di 24 mesi. Una sorta di cassa integrazione, al termine della quale c'è il licenziamento. Confermato nel maxiemendamento l'avvio obbligatorio dal 2012 della pagella elettronica e le modifiche alla governance degli Its, gli istituti tecnici superiori.


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    Finalmente confermate le immissioni in ruolo del personale Ata a.s. 2013/2014



    Si tratta di 3.730 unità di personale con nomina giuridica dall’a.s. 2013/14 e decorrenza economica dal 1° settembre 2014. Una parte dei posti sarà riservata ai docenti inidonei che hanno chiesto di transitare nei ruoli Ata
    Sono 3.730 gli Ata che verranno assunti a tempo indeterminato con nomina giuridica dall’a.s. 2013/14e decorrenza economica dal 1° settembre 2014.
    La conferma di quanto già anticipato in sede sindacale è contenuta nella nota prot.n. 2420 del 14 marzo 2014 che anticipa il decreto in corso di emanazione.
    Alla nota è anche allegata la tabella analitica che evidenzia, per ciascuna provincia e profilo professionale, la ripartizione del numero massimo di assunzioni da effettuare.
    Le assunzioni riguardano tutti i profili Ata, compresi i Dsga, che saranno 60.
    Per le altre posizioni, le assunzioni più corpose riguardano gli assistenti amministrativi, con 2.316 posti, seguiti dagli assistenti tecnici (819) e dai collaboratori scolastici (510). 7 invece saranno i cuochi, mentre 6 gli addetti aziende agrarie, i guardarobieri e gli infermieri.
    Al contingente totale dovranno essere detratti, come inizialmente previsto, i posti destinati al personale docente inidoneo alla propria funzione ma idoneo ad altri compiti che ha presentato domanda per transitare nei ruoli Ata.
    Quindi, in via prioritaria si darà corso alle assegnazioni per gli inidonei, e solo successivamente alle nomine degli Ata utilizzando esclusivamente le graduatorie vigenti nell’a.s. 2013/2014.
    I tempi per le assunzioni sono stretti, perché tutto il personale interessato dovrà poter presentare la domanda di mobilità secondo il vigente contratto sulla mobilità per ottenere la sede di titolarità dall’a.s. 2014/2015.
    Per il personale neo nominato, attualmente in servizio con contratto a tempo determinato, il periodo di prova decorre dalla data di sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato, trattandosi di nomina con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2013.
    È anche possibile stipulare, ricorrendone i requisiti e le condizioni, contratti in regime di part-time.
    Infine, il Miur precisa che le nomine a tempo determinato disposte ai sensi dell’art. 40, cioè fino alla nomina dell’avente diritto, devono essere trasformate in contratti a tempo determinato fino al termine dell’anno scolastico o fino al termine della attività didattiche, considerato che contestualmente si procede alle immissioni in ruolo del personale inidoneo che ha fatto richiesta di transitare nei ruoli Ata.
    Tutto sommato positivo è il giudizio dei sindacati.
    Per la Flc Cgil “Finalmente, dopo oltre un anno di battaglie, si ottiene un risultato, che restituisce totalmente i posti spettanti ad amministrativi e tecnici, con retrodatazione giuridica al 2013.
    Il contingente è stato, infatti, riequilibrato a beneficio di questi due profili che erano stati esclusi dai ruoli per circa due anni. Il risultato è stato ottenuto anche grazie alle azioni stringenti che abbiamo intrapreso, tenendo sempre alta l’attenzione su questa emergenza e ripristinando un diritto sacrosanto alla stabilizzazione di questi lavoratori, che attendevano il ruolo dopo anni di precariato”.
    “Rimane – conclude i Sindacato – il nostro giudizio negativo, invece, sulla decorrenza economica che avevamo chiesto dal 2013/2014 e della decorrenza del periodo di prova dal contratto in essere, che il Ministero non ha voluto prendere in considerazione.”


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    Supplenza su posto vacante rimane al 31 agosto anche da graduatorie di istituto

    Qualora, dopo l'assegnazione delle supplenza da Graduatorie ad esaurimento residuino posti al 31 agosto, questi vanno assegnati tramite le Graduatorie di istituto, senza modificare la data di scadenza del contratto.

    E' infatti ormai un principio assodato che la scadenza dei contratti non varia a seconda delle Graduatorie da cui viene assegnata la supplenza, ma evidentemente è necessario ripeterlo ancora una volta.
    Lo fa l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte con una apposita nota, in cui ricorda
    " L’art. 7 del D.M. n. 131 del 13/6/2007 (Regolmento delle supplenze) stabilisce che i Dirigenti Scolastici conferiscono supplenze utilizzando le rispettive graduatorie di circolo e di istituto in relazione alle seguenti situazioni e secondo le correlate tipologie:

    a) supplenze annuali e temporanee fino al termine delle attività didattiche per posti che non sia stato possibile coprire con il personale incluso nella graduatorie ad esaurimento;
    b) supplenze temporanee per la sostituzione del personale temporaneamente assente e per la copertura di posti resi disponibili, per qualsiasi causa, dopo il 31 dicembre di ciascun anno.
    Ne consegue che i posti restituiti alle graduatorie di istituto dalle GAE con scadenza al 31 agosto (supplenze annuali) per esaurimento delle stesse devono mantenere tale scadenza in quanto trattasi di posti presenti e vacanti in organico di diritto.
    Si precisa inoltre che per quanto concerne il conferimento delle supplenze su posti di sostegno nella scuola secondaria di II grado, le stesse per la seconda e terza fascia debbono avvenire a graduatorie incrociate senza distinzione delle aree disciplinari.

    Orizzontescuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



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