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Discussione: Assunzioni in ruolo, le nomine slittano di nuovo al 31 agosto

  1. #11
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    Assunzioni, sindacati soddisfatti ma non paghi: entro due anni arriveremo a 120.000


    L’annuncio è del leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima: serve la copertura piena del turn over. Alla luce dello stop alle assunzioni nella Pa, se si esclude il “pegno” della cancellazione del primo scatto automatico, si tratta di un risultato tutt’altro che scontato.
    Soddisfatti ma non paghi del risultato raggiunto, i sindacati della scuola (Flc-Cgil a parte) pensano già al futuro. Incassati oltre 66.000 assunzioni, 30.308 docenti precari e 36.000 supplenti amministrativi, tecnici ed ausiliari, all’indomani del contratto firmato all’Aran e dell’ok della Ragionerie dello Stato cantano vittoria ed annunciano un obiettivo sino a qualche settimana fa quasi impensabile: riuscire nel volgere di un biennio a centrare altri 55.000 assunzioni a titolo definitivo. Per raggiungere una cifra complessiva, circa 120.000 immissioni in ruolo, non molto lontana da quella approvata nel 2007 dall’ultimo Governo Prodi (quando si decretò l’assunzione per tre anni consecutivi di 50.000 precari) ma realizzata solo per un terzo a causa dell’avvicendamento della Legislatura.
    Per Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, il risultato raggiunto e quello da raggiungere rappresentano la conferma del ruolo chiave del sindacato: “è oggi chiaro a tutti – ha oggi dichiarato il sindacalista - che quando indicavamo in circa 65.000 le possibili assunzioni parlavamo a ragion veduta. E' importante che il piano preveda, oltre alle assunzioni del primo anno, la copertura piena del turn over anche per i due anni successivi, in modo che a fine triennio sarà possibile arrivare a circa 120.000 assunzioni”. Anche scondo Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, va dato merito al sindacato: “abbiamo convinto il Governo, negoziato in sede contrattuale, in un confronto basato sul merito delle questioni. Soggetti contraenti che determinano un risultato. E il risultato - ha continuato Di Menna - è sotto gli occhi di tutti, ottenuto per via pattizia, con un contratto. Uno scambio tra un aspetto della progressione economica, anche se limitato, a favore di tante persone che hanno stabilità nel lavoro in un momento di crisi”.
    In effetti, se si esclude il “pegno” da pagare sotto forma di eliminazione del primo scatto automatico al terzo anno (piuttosto, creato il precedente appare difficile che in futuro si torni indietro…), quanto portato a casa dai sindacati appare davvero prezioso. Non bisogna infatti dimenticare che tutto ciò avviene proprio mentre quasi tutto il resto del pubblico impiego deve fare i conti con il blocco del turn over, prorogato peraltro di recente sino al 2014. È vero che la scuola è un caso a sé, che è l’unico comparto dove sono in lista di attesa più di 240.000 docenti e diverse decine di migliaia di Ata. È vero che Miur e Governo erano ormai messi alle strette dalle tante sentenze che rischiavano di far assumere tantissimi precari d'ufficio e con migliaia di euro ad ognuno per risarcimento danni. Però non era così scontato che le assunzioni, soprattutto con queste cifre, venissero concordate. Ed in tempi così ristretti.


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  2. #12
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    Assunzioni, la fetta più grande per maestri d’infanzia, docenti sostegno e Ata


    Andranno a coprire tutti i posti vacanti. Alla primaria scatteranno tre ruoli ogni quattro cattedre libere; alle medie uno ogni due; alle superiori su cinque posti liberi di una classe di concorso ce la faranno in quattro. Il metodo varrà per tutte le Regioni: alla Lombardia il 20% del contingente. Bene anche il Lazio. Numeri più bassi al Sud, ma anche in Liguria e Friuli.
    Sinora non c’è nulla di ufficiale, ma in base a ciò che trapela dai sindacati quelle che il Miur si accinge a varare saranno delle assunzioni differenziate sia per tipi di graduatorie, con 10.000 precari assunti dalle liste di attesa e sui posti vacanti all’inizio dell’a.s 2010-2011, sia per tipologia d’insegnamento: i decisori di viale Trastevere hanno spiegato che devono fare i conti con circa 10.000 sovrannumerari, i docenti di ruolo rimasti senza titolarità, concentrati nella primaria ma soprattutto in alcune classi di concorso delle superiori. Ora, se si fosse adottato il tradizionale metodo di formazione dei contingenti, con la determinazione della percentuale sulla base dei posto vacanti, per questi due livelli scolastici le assunzioni si sarebbero fatte davvero col contagocce: per evitare che accadesse questo, l’amministrazione ha escogitato un sistema “che evita di scaricare gli effetti dell'esubero – ha spiegato il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima - su singoli gradi di scuola o su singole aree territoriali”.
    Prima di tutto verranno assunti, in modo da andare a riempire integralmente i posti vacanti, in abbondanza i docenti precari dell'infanzia e di sostegno, dove non vi sono esuberi. Per la scuola primaria, invece, si attribuiranno a ogni territorio i posti vacanti moltiplicati per 0,7: se ad esempio in una provincia vi sono 100 posti vacanti, verranno attuate 70 assunzioni.
    Per quanto riguarda la scuola media l'indice di calcolo è di circa 0,5 per ogni posto libero (in pratica per far scattare un ruolo serviranno due posti vacanti); mentre per la secondaria di secondo grado l'indice da applicare è di circa 0,8 (ogni cinque posti liberi di una classe di concorso si attueranno quattro immissioni in ruolo). Mentre per il personale non docente, per il quale non risultano situazioni di esubero, le assunzioni riguarderanno sostanzialmente tutti i posti vacanti e disponibili.
    Cosa accadrà a livello regionale? Prima di tutto verrà data la possibilità di coprire nella stessa percentuale le vacanze di organico esistenti. Ancora una volta sarà la Lombardia a fare man bassa di immissioni in ruolo, visto che farà sue circa il 20 per cento delle assunzioni (pari ad oltre 5.100 docenti e circa 7.500 Ata). Seguirà il Lazio, dove si prevede di assumere 3.200 docenti e 3.400 Ata. Numeri più bassi riguarderanno le altre Regioni, soprattutto quelle del Sud. Si salva la Campania, dove firmeranno il ruolo 2.600 insegnanti e 3.000 Ata. Intermedia la “dote” della Sicilia, dove la proiezione è di quasi 1.600 docenti e 2.100 amministrativi, tecnici ed ausiliari. Tra le Regioni del Nord con meno assunzioni vi sono il Friuli e la Liguria, dove si contano per ciascun territorio 1.500 ruoli complessiva tra insegnanti e Ata. Una curiosità: Emilia Romagna, Sardegna e Toscana sono le uniche Regioni dove il numero dei docenti da assumere supera quello degli Ata.


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  3. #13
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    E alla fine i sindacati litigarono sulle immissioni in ruolo


    Il punto sulle posizioni delle organizzazioni sindacali a proposito del “sacrificio” chiesto e ottenuto dal Governo – l’annullamento in busta paga del primo scatto automatico - in cambio delle 67.000 assunzioni.
    E alla fine i sindacati litigarono sulle immissioni in ruolo. Chissà perché, infatti, quando si raggiunge un risultato, nel mondo della scuola è un fare a gara per arrogarsene la paternità.
    Sappiamo bene che da settembre saranno immessi in ruolo 30.000 docenti e 37.000 Ata e che si giungerà nel triennio a circa 130000 assunzioni. L’accordo è stato raggiunto con un compromesso visibile e non gradito a parecchie rappresentanze sindacali minori, mentre è stato sottoscritto da tutte le sigle confederali, a eccezione della Flcgil, che si riserva di firmare dopo che il Governo avrà dato alcune risposte alle sollecitazioni politiche su stabilizzazione e copertura degli organici. Il problema è il costo che i precari dovranno pagare per essere immessi in ruolo, con una lesione, a dire di molti, dei più elementari principi del diritto del lavoro: un maxigradone di 8 anni che procurerà perdite ingenti sugli stipendi per lunghi anni.
    Ma, a quanto pare, per alcuni sarà un sacrificio sopportabile. La Gilda esulta con queste parole: “Ci sembra doveroso ricordare che i ricorsi che per prima la Gilda degli Insegnanti ha promosso per la stabilizzazione del rapporto di lavoro, hanno consentito di conseguire un importante risultato: infatti per la prima volta da molti anni tutti i posti in organico di diritto saranno destinati alle immissioni in ruolo.”, mentre commenta così il segretario generale Uil Scuola, Massimo Di Menna: “E’ un esempio positivo di sindacato utile e di relazioni sindacali moderne. Un cambio di passo rivoluzionario rispetto alla tradizione, per più ragioni. In questi mesi abbiamo convinto il Governo, negoziato in sede contrattuale, in un confronto basato sul merito delle questioni. Soggetti contraenti che determinano un risultato. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, ottenuto per via pattizia, con un contratto. Uno scambio tra un aspetto della progressione economica, anche se limitato, a favore di tante persone che hanno stabilità nel lavoro in un momento di crisi.”
    Nel frattempo Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc è fin troppo chiaro: l’accordo, come sottolineato in un nostro precedente articolo, sarebbe una vera e propria truffa orchestrata da “alcuni ministri” (presumibilmente Tremonti, Brunetta e Sacconi) con il benestare (se non addirittura con la complicità) dei sindacati firmatari.
    Ma la Cisl scuola replica con un duro attacco: “ La Flc CGIL esca dall’ipocrisia e dalle ambiguità: non può continuare a dire che tiene sospesa (?) la firma su un contratto già sottoscritto da tutte le altre sigle e nello stesso tempo affermare che si tratta di un accordo “a perdere”, ricorrendo alla collaudata tecnica delle “mezze verità” per tentare di darne dimostrazione. E’ una mezza verità fare il conto di quanto costa rinviare di sei anni uno scatto: l’altra mezza, che viene taciuta, è che nella stragrande maggioranza dei casi il rinvio sarà molto più contenuto, o addirittura non ci sarà affatto.”
    Secondo la Cisl la strada da percorrere era una sola: “Le 67.000 assunzioni sono possibili proprio perché si è sottoscritto un accordo che consente di farle ad invarianza della spesa. Senza quell’accordo, non sarebbero state fatte: nel valutarne i costi, se ne deve tenere debitamente conto. Il sacrificio richiesto ai lavoratori, modesto e in moltissimi casi inesistente, è ampiamente ripagato da una stabilizzazione del lavoro che noi abbiamo ottenuto, mentre la Flc si limitava solo a sparare cifre ad alto effetto mediatico.”
    La Cgil dunque, secondo la Cisl, bleffa: “E’ un accordo che, ancora una volta, vede unite quasi tutte le più importanti sigle sindacali, meno una. Una su cinque, più che mai convinta di essere l’ombelico del mondo sindacale, visibilmente infastidita dal fatto che siano altri, abituati a puntare alla sostanza più che all’immagine, ad ottenere un risultato che, dati i tempi, appare di straordinaria portata.”
    Cerchiobottismo dilagante o malcelata piaggeria? I sindacati litigano e i precari pagano. Chissà, tra i due litiganti, chi è il terzo che gode. Ma, con lo scherzetto dei gradoni, possiamo immaginarlo…



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  4. #14
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    Niente primo scatto ai neo-assunti, ma subito sono quasi tutti salvi
    Le proiezioni di Cisl e Uil confermate da una nota riservata del Miur all’Aran: nei prossimi giorni entreranno in ruolo quasi tutti precari storici con oltre dieci anni di supplenze. Se la norma verrà confermata, gli effetti si sentiranno dal 2012: sui 150.00 docenti e 35.000 Ata in graduatoria con meno di otto anni di pre-ruolo.
    Senza voler entrare nel merito della diatriba venutasi tra i lavoratori sul comportamento tenuto dai sindacati – quattro a favore ed uno, la Flc-Cgil, che ha sospeso il giudizio - a proposito dell’annullamento del primo scatto stipendiale dei prossimi 66.000 neo-assunti, una sorta di “pegno” per rispettare le immissioni di ruolo “a invarianza di spesa” previste dal Decreto Sviluppo, vale la pena soffermarsi su quanti precari saranno danneggiati da questa modifica del contratto. Sin dall’inizio i sindacati sottoscrittori dell’accordo hanno tenuto a sottolineare che il danno economico dei prossimi firmatari del contratto a tempo indeterminato – stimato dal sindacato di Pantaleo in un mancato riconoscimento in busta paga tra il terzo e l’ottavo anno pari ad almeno 1.800 euro per i collaboratori scolastici fino alla non certo marginale cifra di 7.700 euro per i docenti della secondaria di secondo grado – sarebbe stato minimo: “il danno - aveva sottolineato a caldo Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola - riguarderà un ristretto numero di precari e comunque si tratterà in media della mancata assegnazione di una cinquantina di euro al mese: da sopportare fino al raggiungimento del secondo attuale gradone di anzianità, al nono anno, quando però si sommerà al secondo scatto, confermato in tutta la sua entità”. Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, aveva assicurato che “siccome la stragrande maggioranza dei precari ha molta anzianità di servizio pregressa” questa sarebbe stata “recuperata perché non cambiano le regole per la ricostruzione di carriera: l’attesa per lo scatto sarà in tantissimi casi molto breve, se non addirittura inesistente”.
    Nella sostanza, una nota riservata del Miur, inviata nei giorni scorsi all’Aran, conferma quanto detto dai leader dei due sindacati. Quasi 60.000 docenti precari, sugli oltre 200.000 inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, vanta infatti almeno dieci anni di servizio. E poiché la norma del calcolo sulla ricostruzione di carriera prevede che vengano calcolati i primi quattro anni per intero e successivamente i due terzi, viene da sé che tutti questi non si vedranno togliere un euro. Anzi, considerando che nella maggior parte delle classi di concorso saranno proprio loro a firmare l’immissione in ruolo entro il prossimo 31 agosto, viene da chiedersi se i calcoli fatti dall’amministrazione, di compensare le assunzioni con la mancata assegnazione del primo scatto automatico in busta paga, possano essere esatti.
    Per i lavoratori il problema, quindi, si porrà nelle prossime tornate di assunzione: sempre dal documento spedito all’Aran si evince che oltre 56.000 aspiranti docenti hanno meno di due anni di supplenze alle spalle. Ed i 90.000 rimanenti (quasi la metà) tra i due e gli otto. Un discorso simile vale anche per gli Ata: degli oltre 72.000 inseriti in prima fascia (che hanno quindi svolto almeno “24 mesi”), solo la metà vanta più di sette anni di pre-ruolo. E siccome subito ad entrare in ruolo saranno proprio una cifra simile (oltre 36.000) anche in questo caso gli effetti penalizzanti si materializzeranno proprio a partire dalla prossima tornata di assunzioni.
    Il punto è allora questo: poiché l’annullamento del primo scatto stipendiale, sottoscritto la scorsa settimana, varrà con ogni probabilità fino al prossimo rinnovo contrattuale (quindi almeno altri due anni), sarà dalla tornata di assunzioni del prossimo anno che il danno nelle busta paga dei neo-assunti comincerà a prodursi con maggiore consistenza. Così per decine di migliaia di precari sparirà il poco invidiabile appellativo di “storici”: in cambio avranno però stipendi iniziali magri e bloccati per qualche anno.


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  5. #15
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    Assunzioni, e ora la ripartizione


    Imminente il decreto con i contingenti provinciali dei 67 mila contratti. Attesa per i correttivi
    È probabilmente finita la guerra tra Nord e Sud, Tra chi è da tempo in attesa di un posto fisso nelle vecchie graduatorie del Centro-Nord e chi in quelle liste vi è arrivato quest'anno dal Sud, sulla scia di punteggi più sostanziosi e avendo certa la disponibilità di nuove assunzioni proprio nelle province richieste.
    Il ministero dell'istruzione e quello dell'economia hanno alla fine trovato la quadra: del pacchetto di 30.300 assunzioni di docenti che saranno fatte, 10 mila riguarderanno le graduatorie non aggiornate, ovvero quelle valide nel 2010/2011. Così prevede il decreto di autorizzazione alle immissioni in ruolo firmato la scorsa settimana dai ministri competenti dell'istruzione, dell'economia e della funzione pubblica, rispettivamente Mariastella Gelmini, Giulio Tremonti e Renato Brunetta. L'attenzione ora è tutta per il decreto che ripartirà il contingente di posti, 30.300 per i prof e 36 mila per il personale Ata, sul territorio. Decreto atteso tra oggi e domani. Resta anche da capire quali correttivi verranno utilizzati per bilanciare le richieste di alcune regioni rispetto ai vuoti in organico effettivamente disponibili: è il caso della Sicilia, dove per molte classi di concorso la disponibilità è pari a zero e che dunque dovrebbe avere poche centinaia di immissioni. Tornando al decreto interministeriale di autorizzazione, il comma 2 dell'articolo 1 recita: «Per il 2012/2013 e il 2013/2014, si prevede l'assunzione nel numero massimo di 22 mila unità di personale docente ed educativo e di 7 mila unità di personale Ata, tenendo conto dei pensionamenti e dell'attuazione a regime del processo di riforma previsto dall'articolo 64 della legge 6 agosto 2008 n. 133». Per la prosecuzione del piano triennale di assunzioni, previsto dal decreto legge n. 70, sarà dunque necessaria una ulteriore verifica, ogni anno, «circa la concreta fattibilità del piano nel rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica».
    Sul fronte della retrodatazione al 2010/201 (solo giuridica e non economica) di 10 mila nomine di nuovi docenti, l'operazione è stata giustificata dal fatto che si tratterebbe di assunzioni da fare su posti che erano vacanti già lo scorso anno e che dunque vengono autorizzate «a completamento della richiesta di assunzioni effettuata» per il 2010. Ecco le stime sui 10 mila: all'infanzia 1681, 1680 alla primaria. Alle scuole medie altre 1680, come alle superiori. Per il sostegno 3243. Dei 20.208 restanti posti sulle graduatorie aggiornate, 4200 dovrebbero andare all'infanzia, 2100 alla primaria, 5500 alle medie e 4100 alle superiori. Per il sostegno 3600.
    E ora cosa accadrà a livello regionale? A ragionare in termini di posti vacanti, dovrebbe essere la Lombardia a fare man bassa di immissioni in ruolo: dovrebbe portare a casa il 20% delle assunzioni (ovvero oltre 5.100 docenti e circa 7.500 Ata,). Al secondo posto il Lazio, dove si prevedono 3.200 nuovi docenti e 3.400 nuovi Ata. Numeri più bassi riguarderanno le altre regioni, soprattutto quelle del Sud. Si salva la Campania, dove firmeranno il ruolo 2.600 insegnanti e 3.000 Ata. Per la Siclia, si parla di 1500. Se per i prof, è necessario un criterio numerico diverso per ogni classe di concorso, per gli Ata si assumerà su tutti i posti vacanti, non avendo esuberi. Le operazioni per la formalizzazione dei contratti vanno ultimate entro fine agosto.




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  6. #16
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    Ecco i file con la ripartizione delle immissioni per province e classi di concorso.
    Codice:
    http://banner.orizzontescuola.it/tabella_posti_docenti.xls
    Codice:
    http://banner.orizzontescuola.it/Tabella_immissioni_ATA20112012.xls

  7. #17
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    Assunzioni: pubblicata la circolare applicativa


    Tutte le operazioni si dovranno concludere entro il 31 agosto. Chi entra in ruolo sul contingente 2010/2011 può optare per il contingente 2011/2012.
    Il Ministero dell’Istruzione sembra davvero intenzionato a bruciare le tappe: è di queste ore, infatti, la pubblicazione della circolare che fornisce indicazioni operative in merito al piano di assunzioni previsto dalla legge 106/2011.
    La circolare annuncia che il decreto ministeriale che autorizza le 66mila assunzioni sta per essere inviato alla Corte dei Conti e che per dare avvio alle operazioni di immissione in ruolo gli Uffici regionali e provinciali dovranno attendere la pubblicazione ufficiale del provvedimento.
    La circolare 73 del 10 agosto chiarisce poi che al personale beneficiario dei contratti a tempo indeterminato sarà assegnata, per l'anno scolastico 2011/12, la sede provvisoria di servizio utilizzando, ovviamente, tutte quelle disponibili sino alla conclusione del medesimo anno scolastico.
    “Il numero di contratti a tempo indeterminato - precisa la CM - resta comunque subordinato alla effettiva vacanza e disponibilità del corrispondente numero di posti nell'organico di diritto provinciale”.
    Le nomine sui posti di sostegno saranno perfezionate solo dopo adeguati accertamenti sulla regolarità formale e sostanziale del titolo di specializzazione.
    I docenti che accetteranno un posto sul contingente disponibile per l'anno scolastico 2010/2011 non potranno conseguire ulteriori nomine, per lo stesso posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per l'anno scolastico 2011/2012.
    La CM precisa però: “è consentito, in via eccezionale, che in caso di rinuncia a nomina sulla dotazione per l'a.s. 2010/2011, l'aspirante rimanga in posizione utile per il conseguimento di nomina per il medesimo posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per l'anno scolastico 2011/2012, sia per la medesima che per altra provincia”.
    Il Ministero, infine, sollecita gli Uffici periferici affinchè tutte le operazioni si concludano il termine del 31 agosto 2011 come previsto dalla legge.


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  8. #18
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    E alla fine i sindacati litigarono sulle immissioni in ruolo

    Tutte le volte che si raggiunge un risultato nel mondo della scuola tutti fanno a gara per arrogarsene la paternità. Mentre loro litigano, però, i precari pagano.
    Sappiamo bene che da settembre saranno immessi in ruolo 30.000 docenti e 37.000 Ata e che si giungerà nel triennio a circa 130.000 assunzioni.
    L’accordo è stato raggiunto con un compromesso visibile e non gradito a parecchie rappresentanze sindacali minori, mentre è stato sottoscritto da tutte le sigle confederali, a eccezione della Flc Cgil, che si riserva di firmare dopo che il Governo avrà dato alcune risposte alle sollecitazioni politiche su stabilizzazione e copertura degli organici. Il problema è il costo che i precari dovranno pagare per essere immessi in ruolo, con una lesione, a dire di molti, dei più elementari principi del diritto del lavoro: un maxigradone di 8 anni che procurerà perdite ingenti sugli stipendi per lunghi anni.
    Ma, a quanto pare, per alcuni sarà un sacrificio sopportabile. La Gilda esulta con queste parole: “Ci sembra doveroso ricordare che i ricorsi che per prima la Gilda degli Insegnanti ha promosso per la stabilizzazione del rapporto di lavoro, hanno consentito di conseguire un importante risultato: infatti per la prima volta da molti anni tutti i posti in organico di diritto saranno destinati alle immissioni in ruolo.”, mentre commenta così il segretario generale Uil Scuola, Massimo Di Menna: “E’ un esempio positivo di sindacato utile e di relazioni sindacali moderne. Un cambio di passo rivoluzionario rispetto alla tradizione, per più ragioni. In questi mesi abbiamo convinto il Governo, negoziato in sede contrattuale, in un confronto basato sul merito delle questioni. Soggetti contraenti che determinano un risultato. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, ottenuto per via pattizia, con un contratto. Uno scambio tra un aspetto della progressione economica, anche se limitato, a favore di tante persone che hanno stabilità nel lavoro in un momento di crisi.”
    Nel frattempo Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc è fin troppo chiaro: l’accordo sarebbe una vera e propria truffa orchestrata da “alcuni ministri” con il benestare (se non addirittura con la complicità) dei sindacati firmatari.
    Ma la Cisl scuola replica con un duro attacco: “ La Flc Cgil esca dall’ipocrisia e dalle ambiguità: non può continuare a dire che tiene sospesa (?) la firma su un contratto già sottoscritto da tutte le altre sigle e nello stesso tempo affermare che si tratta di un accordo “a perdere”, ricorrendo alla collaudata tecnica delle “mezze verità” per tentare di darne dimostrazione. E’ una mezza verità fare il conto di quanto costa rinviare di sei anni uno scatto: l’altra mezza, che viene taciuta, è che nella stragrande maggioranza dei casi il rinvio sarà molto più contenuto, o addirittura non ci sarà affatto.”
    Secondo la Cisl la strada da percorrere era una sola: “Le 67.000 assunzioni sono possibili proprio perché si è sottoscritto un accordo che consente di farle ad invarianza della spesa. Senza quell’accordo, non sarebbero state fatte: nel valutarne i costi, se ne deve tenere debitamente conto. Il sacrificio richiesto ai lavoratori, modesto e in moltissimi casi inesistente, è ampiamente ripagato da una stabilizzazione del lavoro che noi abbiamo ottenuto, mentre la Flc si limitava solo a sparare cifre ad alto effetto mediatico.”
    La Cgil dunque, secondo la Cisl, bleffa: “E’ un accordo che, ancora una volta, vede unite quasi tutte le più importanti sigle sindacali, meno una. Una su cinque, più che mai convinta di essere l’ombelico del mondo sindacale, visibilmente infastidita dal fatto che siano altri, abituati a puntare alla sostanza più che all’immagine, ad ottenere un risultato che, dati i tempi, appare di straordinaria portata.”
    Nel frattempo le immissioni in ruolo, tra le schermaglie dei sindacati, sono avvenute nel caos più totale, con assunzioni da ben cinque graduatorie, comprese quelle di coda, dichiarate a suo tempo incostituzionali. il decreto interministeriale che prevede l’utilizzo delle graduatorie di cui il D.M. 42 per il 50% delle immissioni in ruolo retrodatate all’1.9.2010 si prevede che sarà impugnato , con grave preoccupazione dei sindacati che hanno dato il loro assenso, Cisl Uil Snals e Fgu.
    E’, infatti, giuridicamente corretto nominare parte dei nuovi assunti dalle vecchie graduatorie? Le nuove non annullano automaticamente le precedenti? I precari della scuola sanno bene quale rischio corrono a essere nominati dalla vecchia graduatoria perché potranno diventare oggetto di ricorsi fondatissimi.
    Non a caso a proposito è intervenuta l’associazione nazionale Professione insegnante con toni netti e recisi: “Per la prima volta, vigente una nuova graduatoria, pubblicata in tutte le province, si decide di regalare una quota parte delle immissioni in ruolo , 1 posto su tre, per un totale di 10.000 posti, agli aspiranti inseriti in graduatorie scadute, quelle delle code della vergogna, un grave vulnus, una procedura mai praticata.
    Sindacati consenzienti e in lotta fra loro. Perché? Cerchiobottismo dilagante o malcelata piaggeria?
    Mentre loro litigano, i precari pagano. Chissà, tra i due litiganti, chi è il terzo che gode. Ma, con lo scherzetto dei gradoni, possiamo immaginarlo…


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    Assunzioni, uffici ai lavori forzati

    Nel caos, tra tabelle sbagliate e 3 graduatorie da usare
    Al via le assunzioni a tempo indeterminato nella scuola. Gli uffici stanno lavorando a ritmo forzato per completare le procedure di immissioni in ruolo da farsi per il primo settembre. E non mancano i problemi, visto che dovranno stare attenti per i docenti ad agire su ben tre graduatorie (quelle del concorso e quella ad esaurimento, e per questa quella dello scorso anno e quelle aggiornate di quest'anno), e poi ci sono gli accantonamenti per far posto ai docenti inidonei per motivi di salute: 1300 posti di personale Ata sono stati riservati alle loro itsanze, pensando a uno smaltimento triennale.

    Ma in alcuni casi, gli uffici hanno rilevato errori nelle tabelle di ripartizione, su cui aspettano chiarimenti. E tutto ciò rallenta e rende più caotiche le operazioni. Il 10 agosto scorso il ministero dell'istruzione infatti ha inviato agli uffici periferici la circolare 73 che reca le istruzione per effettuare le assunzioni. I docenti e gli educatori da assumere sono 30.300, gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) invece sono 36.000. Gli insegnanti da destinare ad immissione in ruolo saranno suddivisi in due contingenti. Il primo contingente, di 10.000 unità, individuato a completamento della richiesta di assunzioni effettuata per l'anno scolastico 2010/2011, sarà assunto con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2010. Gli aventi titolo saranno individuati utilizzando, per la quota parte del 50%, le graduatorie ad esaurimento vigenti nell'anno scolastico 2010/2011. Il restante 50% sarà individuato scorrendo le graduatorie dei concorsi ordinari. L'amministrazione ha spiegato, inoltre, che le graduatorie valide per le assunzioni a tempo indeterminato sono quelle relative ai concorsi per esami e titoli banditi nell'anno 1999 e alle graduatorie ad esaurimento. I posti disponibili dovranno essere ripartiti al 50% tra le due diverse graduatorie. In base alla ripartizione del contingente di assunzioni del personale docente ed educativo in due diverse dotazioni di unità di personale, l'una riferita al 2010/11 e l'altra al 2011/12, dovranno essere disposte , nell'ordine, due diverse fasi di assunzioni attingendo, rispettivamente, alle graduatorie valide per il 2010/11 e il 2011/12. Per i posti e per le classi di concorso, per i quali non sono stati banditi concorsi per esami e titoli nel 1999, conservano validità le graduatorie dei precedenti corrispondenti concorsi. Il ministero ha allegato alla circolare anche le tabelle con il numero delle cattedre suddivise per classi di concorso ed ha raccomandato agli uffici periferici di predisporre gli adempimenti preliminari, ma di non procedere alle immissioni in ruolo prima che venga emanato il decreto ministeriale che darà il via ufficialmente alle assunzioni. Al personale beneficiario dei contratti a tempo indeterminato sarà assegnata, per l'anno scolastico 2011/12, la sede provvisoria di servizio utilizzando tutte quelle disponibili sino alla conclusione del medesimo anno scolastico. Il numero di contratti a tempo indeterminato, invece, resterà comunque subordinato alla effettiva vacanza e disponibilità del corrispondente numero di posti nell'organico di diritto provinciale. La sede definitiva viene attribuita secondo i criteri e le modalità da determinare con il contratto sulla mobilità, relativo all'anno scolastico 2012/2013. Le assunzioni sui posti di sostegno saranno disposte sotto condizione di accertamento della regolarità formale e sostanziale del titolo di specializzazione. Il dicastero di viale Trastevere ha spiegato, inoltre, che la confluenza di unità di personale assegnate per l'anno scolastico 2010/2011, alla dotazione relativa all'anno scolastico 2011/2012, potrà avvenire esclusivamente nei casi di assoluta mancanza di aspiranti utilmente collocati nelle graduatorie di competenza del 2010/2011. In più, l'accettazione da parte di un aspirante di posto relativo al contingente per il 2010/2011, renderà il medesimo aspirante non idoneo a conseguire ulteriori nomine, per lo stesso posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per il 2011/2012, sia nella medesima che per altra provincia. Fermo restando, però che, in caso di rinuncia a nomina sulla dotazione per il 2010/2011, l'aspirante rimarrà in posizione utile per il conseguimento di nomina per il medesimo posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per il 2011/2012, sia per la medesima che per altra provincia. In altre parole, se il docente accetterà una immissione in ruolo derivante dall'inserimento nel contingente tratto dalle vecchie graduatorie, avrà comunque titolo ad accettare una nuova immissione in ruolo in quanto tratto dalle nuove graduatorie (anche se si è trasferito in altra provincia), a patto che rinunci all'immissione in ruolo già accettata. Per gli Ata, si è proceduto al congelamento di 1300 unità per far posto ai docenti inidoeni. E gli uffici si sono resi conto che però nel congelare posti c'è qualcosa che non va: a la Spezia, per esempio, ci sono 16 insegnanti fuori ruolo per motivi di salute e 13 posti in organico di diritto da assistente amministrativo con 33 precari iscritti nella graduatoria permanente di prima fascia Nel fare le assunzioni, è stato attribuito un solo posto agli assistenti amministrativi, un posto per la mobilità verticale e ben 11 posti per i docenti fuori ruolo. A Frosinone, invece, hanno accantonato 16 posti per inidoni e 0 per mobilità e immissioni in ruolo stessa cosa a Lecce e in alcune province della Calabria.


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    Assunzioni, il Miur congela quelle dei 3.000 prof precari collocati a “pettine” dal Tar


    Prima di immettere in ruolo i ricorrenti, l’amministrazione ha deciso di attendere la sentenza del Consiglio di Stato: se questo confermerà la posizione del Tar Lazio, i posti accantonati saranno attribuiti con decorrenza 1° settembre 2010. Nel frattempo però potrebbero aver già preso il ruolo con le nuove graduatorie…
    Nel giorno della presentazione del nuovo anno scolastico, il ministero dell’Istruzione esce finalmente allo scoperto sull’assunzione a titolo definitivo dei 3.000 insegnanti che si erano visti accogliere dal Tar del Lazio il ricorso per l’inserimento nella graduatoria del 2010/2011 mantenendo il punteggio reale, quindi con la collocazione a “pettine”, e sovvertendo il posizionamento in coda introdotto dallo stesso dicastero di viale Trastevere per scoraggiare i trasferimenti da Sud a Nord.
    Anche a seguito delle forti pressioni dell’Anief, l’associazione sindacale che attraverso i propri legali ha tutelato la gran parte dei ricorrenti, il 31 agosto il Miur si è così espresso: “Poichè il contenzioso non è ancora definito, essendo pendente il ricorso al Consiglio di stato, si è deciso di non procedere subito alla nomina di questi 3mila insegnanti ricorrenti, inseriti a pettine dal commissario ad acta e di procedere all’accantonamento dei posti a loro riservati”.
    Per prevenire l’avvio di altri ricorsi al giudice di competenza contro questa decisione, il ministero dell’Istruzione ha sottolineato che “l’accantonamento non prevede quindi che al posto di questi 3mila insegnanti ne vengano assunti altri; significa invece che l’amministrazione ha deciso di attendere la sentenza del Consiglio di Stato prima di immettere in ruolo i ricorrenti. Se il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar Lazio – continua la nota ministeriale - , i posti accantonati saranno attribuiti ai 3mila, con decorrenza 1° settembre 2010, un volta definito il contenzioso”.
    Dietro la mossa attendista del ministero di viale Trastevere c’è inoltre la convinzione che “quasi tutti i docenti per i quali è stato accantonato il posto stanno ottenendo già da subito l’immissione in ruolo per effetto delle graduatorie del 2011/2012, aggiornate a pettine e che li vede ai primi posti nelle province che hanno scelto”. Tuttavia, anche se effettivamente le cose stanno così, se gli stessi ricorrenti collocati inizialmente in “coda” sono già stati assunti in ruolo in questi giorni attraverso le graduatorie ad esaurimento in vigore, il pericolo che i precari vincitori del ricorso, ma rimasti in sospeso, facciano ricorso rimane fondato: se non altro per vedersi corrispondere un indennizzo e contemporaneamente la decorrenza della nomina a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre 2010 anziché un anno dopo. Una differenza che in tempi di annullamento di una parte degli scatti automatici e di restrizioni pure sui servizi utili per arrivare alle pensione, può risultare non da poco.



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