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Discussione: Assunzioni in ruolo, le nomine slittano di nuovo al 31 agosto

  1. #181
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    Immissioni in ruolo Infanzia, liberi 237 posti in più ma solo per il Sud. Resta problema per le GaE


    Sabato abbiamo dato la notizia che il Ministero sta per emanare un decreto per aumentare i posti per le assunzioni.
    Si tratta di un'operazione già ampiamente annunciata dalla nostra redazione che ha sentito il Senatore Marco Di Lello che ha seguito la questione in prima persona.
    Lo scopo è di svuotare le graduatorie di merito del concorso 2012 per Regioni Campania, Calabria e Sicilia dove le graduatorie sono ancora piene di docenti in attesa di assunzione.
    Si tratta di un primo passo di un piano che si pone come obiettivo lo svuotamento sia delle GM che delle GaE.
    Per i docenti inseriti in queste ultime, si attende il piano 0-6 che porterà l'organico potenziato anche all'Infanzia.
    Il progetto potrebbe vedere la luce con la Legge di Stabilità.
    Per quanto riguarda la prima fase del piano (l'aumento del contingente delle assunzioni in atto) il Ministero ha inviato delle tabelle con i posti disponibili per le assunzioni. Non si tratta di cattedre che andranno alle assunzioni con certezza, vogliamo ribadire, ma delle disponibilità.





    Orizzontescuola
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  2. #182
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    Immissioni in ruolo infanzia. Inizio fase nazionale: accettazione entro oggi su Istanze on Line


    La fase regionale è ormai terminata ed il Miur ha dato il via alla fase nazionale: in data odierna, infatti, è stato pubblicato un apposito avviso.
    Le proposte di assunzione, per la suddetta fase, perverranno ai docenti entro la giornata del 3 settembre 2016 sul sistema informativo istanze on line.
    I docenti, che riceveranno la proposta, avranno tempo per l'accettazione dalle ore 00.01 del 4 settembre alle ore 23.59 dell'8 settembre 2016.
    Nell'avviso si ricorda che i docenti che rinunceranno alla proposta di assunzione saranno espunti sia dalle graduatorie di merito sia dalle graduatorie ad esaurimento (qualora siano inserite anche in queste ultime). La mancata risposta alla proposta di assunzione equivale alla rinuncia.



    Orizzontescuola
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  3. #183
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    Immissioni in ruolo GM 12 Infanzia. Ultimo giorno per accettazione proposta su IOL


    Le scadenze di oggi riguardano le immissioni in ruolo da graduatorie di merito 2012 per i docenti dell’infanzia.
    La fase regionale delle immissioni in ruolo dei docenti d’infanzia dalle GM12 è ormai terminata ed il Miur ha dato il via alla fase nazionale. Le proposte di assunzione, per la suddetta fase, perverranno ai docenti entro la giornata del 3 settembre 2016 sul sistema informativo istanze on line. I docenti, che riceveranno la proposta, avranno tempo per l’accettazione dalle ore 00.01 del 4 settembre alle ore 23.59 dell’8 settembre 2016. Nell’avviso si ricorda che i docenti che rinunceranno alla proposta di assunzione saranno espunti sia dalle graduatorie di merito sia dalle graduatorie ad esaurimento (qualora siano inserite anche in queste ultime). La mancata risposta alla proposta di assunzione equivale alla rinuncia.


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  4. #184
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    Renzi: abbiamo fatto tante assunzioni per gli alunni, non per gli insegnanti


    “Vogliamo dare contratti a tempo indeterminato e garantire la continuità educativa e lo abbiamo fatto per gli alunni, non per gli insegnanti”.
    A dirlo, in diretta il 15 settembre a Uno Mattina, è stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
    Parlando dei docenti, il premier ha aggiunto: “per venti anni i politici hanno illuso gli insegnanti di avere un contratto a tempo indeterminato e poi li hanno spezzettati in tante supplenze. Noi abbiamo detto basta”.
    Quindi, ha tenuto a sottolineare che “siccome però abbiamo moltissimi insegnanti del Sud e gli allievi sono soprattutto al Nord, una soluzione andava trovata, anche con forme di conciliazione. Ma non è che possiamo improvvisamente trasferire gli studenti dal Nord al Sud per non far spostare gli insegnanti: diventerebbe ridicolo”.
    L’ultima frase sui trasferimenti dei prof è stata comunque di apertura: “ciò che può essere modificato e migliorato lo faremo”.
    In generale, commentando la riforma, Renzi ha ammesso ancora una volta che ci sono stati dei problemi: “riconoscere che sulla Buona scuola non tutto ha funzionato come avremmo voluto, non è debolezza ma constatazione della realtà. Su questo avremmo preferito fare in modo diverso”.
    Il premier non è entrato nel merito: sarebbe stato utile, invece, sapere a cosa si riferisse. Ce ne accorgeremo, probabilmente, con i testi di attuazione delle leggi delega: quelle che meno si accostano alla Legge 107/15, sono le parti indicate oggi da Renzi come migliorabili.
    In serata, il presidente del Consiglio, corregge il tiro delle sue affermazioni.
    Dal palco della Festa dell’Unità di Modena, riporta l’Ansa, si rivolge ai docenti: “voglio dire agli insegnanti: voi siete preziosi agli occhi delle istituzioni. Mi dispiace per le polemiche che ci sono state per i trasferimenti. Ma dopo 20 anni in cui gli insegnanti sono stati presi in giro, supplenti senza posto, abbiamo detto che la continuità educativa è un bene per i professori e per i ragazzi”.
    Poi ripete: “molti insegnanti del sud si sono trasferiti al nord. Capisco le preoccupazioni, se ci sono più studenti al nord, non posso trasferire gli studenti dal nord al sud”.


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  5. #185
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    Assunzioni, spunta la proroga


    L’ipotesi allo studio del ministero per sanare i ritardi dell’amministrazione nel fare i contratti
    Una mini sanatoria. A fronte di un annus horribilis per l’amministrazione scolastica, tra avvio della chiamata diretta, la mobilità straordinaria e il concorsone, è accaduto anche che gli uffici non siano riusciti a formalizzare le nomine di tutti i vincitori di concorso. E si parla solo delle procedure concluse, quel 55% annunciato dal ministro Stefania Giannini in audizione congiunta presso le commissioni cultura e istruzione di camera e senato, entro il 15 settembre. È questa la scadenza fissata dalla legge 107/2015 per effettuare le nomine di quest’anno. Tutte le regioni sono in ritardo, in alcuni territori manca all’appello un terzo dei contratti di assunzione che pure erano fattibili. Un ritardo di cui i vincitori di concorso potrebbero chiedere conto all’amministrazione, in una stagione in cui il ricorso alle aule dei tribunali è abbastanza facile.
    Al ministero dell’istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sta prendendo piede l’ipotesi di ricorrere, come già avvenuto in passato, all’escamotage della nomina giuridica retrodata al 15 settembre. Il che consentirebbe agli uffici di procedere alla formalizzazione dei contratti con tempi più distesi, ai docenti vincitori di concorso di avere la certezza della nomina e di poter anche far valere la supplenza, che nel frattempo stanno svolgendo, ai fini dell’adempimento dell’anno di prova.
    L’anno varrebbe poi a maturare il punteggio per la successiva domanda di mobilità. Insomma non ci sarebbe quello slittamento di un anno dell’immissione in ruolo, con tutti gli effetti che questo comporta, che invece sembrava inevitabile.
    La nomina non avrebbe però effetti economici, non ci sarebbe il pagamento dello stipendio pieno, e non si darebbe luogo neanche all’ennesima avvicendamento tra docenti sulle cattedre.
    Una soluzione della quale il dicastero guidato dalla Giannini pare abbastanza convinto e per la quale ora si attende che si definisca l’atto giuridico «minimo» necessario perché diventi operativa.


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  6. #186
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    Organico potenziato per coprire i posti vacanti: lo dice la legge


    L’ “organico potenziato” sembra avere ormai il tempo contato: forse non l’anno prossimo, ma quasi certamente nell’arco di due tre anni il “potenziamento” resterà poco più che un ricordo.
    I segnali ci sono tutti e sono stati già descritti dalla nostra testata.
    D’altronde il meccanismo non è dei più limpidi: è ormai noto il fatto che le scuole chiedono posti di lettere o di matematica e si vedono invece assegnati educazione fisica o storia dell’arte. Per non parlare dei casi abnormi e paradossali di insegnanti di filosofia “spediti” in istituti professionali o di insegnanti di stenodattilografia (materia che tutti pensavano scomparsa da tempo immemorabile) in scuole secondarie di primo grado o in licei classici e scientifici.
    Ma le situazioni più pesanti sono quelle in cui i docenti del potenziamento vengono utilizzati per coprire i posti tuttora vacanti sui quali – per le più svariate ragioni – non di riesce a nominare nessuno. Peraltro è anche normale che anzichè lasciare una classe scoperta senza insegnante si preferisca un aggiustamento ricorrendo al personale docente disponibile.
    Non bisogna poi dimenticare che il comma 65 dell’articolo 1 della legge 107 è del tutto inequivocabile: “Il personale della dotazione organica dell’autonomia e’ tenuto ad assicurare prioritariamente la copertura dei posti vacanti e disponibili”.


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  7. #187
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    Potenziamento? No, tappabuchi


    Assunti dalla Buona scuola per arricchire l’offerta formativa, sono impegnati nelle sostituzioni
    Docenti tappabuchi e senza orario. Sono i cosiddetti docenti di potenziamento: insegnanti privi di classi che sono stati assunti, prevalentemente, con il piano straordinario di assunzioni disposto dalla legge 107/2015. Le cattedre di potenziamento sono circa 64mila in tutto il paese e sono composte da ore a disposizione.
    La legge 107/2015 prevede in verità che i docenti collocati su questa particolare tipologia di posto debbano lavorare su progetti per l’arricchimento dell’offerta formativa. Ma l’art. 1, comma 333, della legge 23/2014 (legge di stabilità 2015) prevede che: «i dirigenti scolastici non possono conferire supplenze brevi di cui al primo periodo del comma 78 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, al personale docente per il primo giorno di assenza».
    Dunque, se un docente si assenta per un giorno solo, l’unica possibilità è quella di procedere alla sua sostituzione senza aggravi per l’erario. E cioè, utilizzando i docenti non assegnati alle classi per attività curriculari. Vale a dire: i docenti di potenziamento. Va detto subito che, se si fa riferimento alla qualifica, non è ortodosso distinguere tra docenti curriculari e docenti di potenziamento. La legge 107/2015, infatti, non fa distinzione tra le due tipologie, affermando che le cattedre di diritto e quelle di potenziamento costituiscono l’organico dell’autonomia, entrambe a pieno titolo.
    Tant’è che ai fini della mobilità, non vi è la possibilità di chiedere la cattedra di diritto oppure la cattedra di potenziamento. Ma di fatto, le funzioni sono diverse e diverso è l’impatto e la funzione all’interno del processo didattico: il docente curriculare è assegnato alle classi e svolge quello che una volta si chiamava programma, mentre il docente di potenziamento è una sorta di optional.
    In buona sostanza è un’opportunità che viene concessa agli alunni in aggiunta alle discipline curriculari, per ampliare il loro bagaglio di competenze tramite la partecipazione ad attività aggiuntive collegate all’arricchimento dell’offerta formativa. Ma questa opportunità soccombe di fronte all’urgenza di sostituire un docente assente altrimenti non sostituibile. E crea non pochi problemi nella gestione del rapporto di lavoro.
    I docenti di potenziamento, infatti, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri dei docenti curriculari. A ciò va aggiunto il fatto che il contratto di lavoro dei docenti non prevede la cosiddetta reperibilità. Pertanto, questa particolare tipologia di docenti ha diritto ad un orario di lavoro della stessa entità: 18 ore di insegnamento nelle secondarie e 22 + 2 di programmazione nelle primarie.
    E soprattutto, ha diritto a conoscere la calendarizzazione dei propri impegni lavorativi in modo tale da disporre dei periodi di riposo. Per contro, allo stato attuale, l’imprevedibilità delle necessità relative alle sostituzioni sta comportando continui cambiamenti dell’orario di questi docenti che, di fatto, sono soggetti ad una costante reperibilità che comprende tutto l’orario in cui viene assicurato il servizio delle istituzioni scolastiche. Il tutto senza prevedere alcuna retribuzione per l’impegno aggiuntivo. In alcune scuole il problema è stato risolto distribuendo le ore di potenziamento tra più docenti, ripristinando per tutti quelle che una volta si chiamavano «ore a disposizione». Questa soluzione è di agevole applicazione nella scuole primarie.
    Per esempio nelle scuole dove il docente di potenziamento è un’insegnante reclutato dalle graduatorie del posto comune, i dirigenti, anziché assegnare i docenti a cattedre curriculari di 22 ore di insegnamento frontale, stanno costituendo cattedre miste, suddividendo le ore di potenziamento tra tutti i docenti e assegnando a tutti anche le ore frontali. Ma è di difficile applicazione nelle secondarie. Specie se il docente di potenziamento appartiene ad una classe di concorso i cui insegnamenti non sono presenti nel curriculo ordinamentale. Si pensi al docente di potenziamento della classe di concorso A019 assegnato ad un liceo classico. Resta il fatto, però, che la nozione di orario di lavoro contenuta nel D.lgs 66/20023, che recepisce la normativa comunitaria e si applica a tutti i lavoratori, dispone che per orario di lavoro debba intendersi: « qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni».
    Mentre il periodo di riposo è «qualsiasi periodo che non rientra nell’orario di lavoro». Conseguentemente, una volta fissato l’orario di lavoro del docente di potenziamento, disporre continue modifiche di tale orario con preavviso minimo, come sta accadendo in tutte le scuole, sembrerebbe collidere con la nozione di orario di lavoro, così come prevista dall’ordinamento, sconfinando nel concetto di reperibilità. Che nel contratto collettivo di lavoro dei docenti non è prevista e che, nei contratti di altre categorie del pubblico impiego, se prevista è adeguatamente retribuita.



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  8. #188
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    Assunzioni, i fortunati della Buona Scuola: anche l’anno prossimo avranno l’assegnazione provvisoria


    I 48mila docenti assunti con la fase C del piano straordinario della Buona Scuola dovevano essere quelli più esposti agli spostamenti di sede.
    Alla resa dei conti, sono stati i più tutelati. E, per quanto ne sappiamo, il trend positivo per loro non cambierà.
    Facciamo un piccolo passo indietro. Sino a fine autunno 2015, quando il 90% dei docenti in procinto di essere assunti, come ultimo atto delle immissioni in ruolo della L. 107/15, sembrava destinato a fare le valigie. Del resto, è sempre stato così: gli ultimi assunti si vanno a collocare sui posti liberi, anche se lontani. Invece, venne data loro la possibilità di completare l’eventuale supplenza annuale da loro sottoscritta.
    Arriviamo alla scorsa estate, quando l’algoritmo ha mandato almeno un docente su tre a centinaia di chilometri da casa. In diversi casi anche sbagliando. Con gli errori pure accertati.
    Inevitabili, a quel punto, sono arrivate le conciliazioni. Ma anche i toni concilianti. Perché le pressioni su Parlamento e Miur da parte dei “gestori” degli enti locali – sindaci, governatori, assessori – hanno sortito l’effetto di creare dei posti aggiuntivi (creati spesso dal nulla), al fine di rendere efficaci le domande di assegnazione provvisoria prodotte proprio da quei docenti destinati non certo a due passi dal domicilio.
    Prima di loro, a trovare posto vicino casa erano stati gli 8mila della fase B delle assunzioni della Buona Scuola: l’anno prima, invece, erano stati spediti lontano da casa, per via della strana scelta del legislatore della L. 107 di collocare prima loro sui posti liberi. Dopo l’anno di sofferenza, però, hanno fatto valere la maggiore età aggiudicandosi quasi sempre le collocazioni sull’ambito chiesto, anche interprovinciale.
    Prima di loro, a sorridere, erano stati i docenti più “giovani” della fase C, in prevalenza messi sui posti del potenziamento (spesso a due passi dall’abitazione).
    Arriviamo ai nostri giorni. Con i prof assunti con la Legge 107 che già pensano al futuro prossimo. Perché sanno bene che nel settembre 2017 terminerà l’anno di assegnazione provvisoria. E, logica vuole, torneranno nell’ambito territoriale dove sono stati collocati.
    Il condizionale, però, mai come in questa occasione è d’obbligo. Perché a quanto ci risulta, l’assegnazione provvisoria interprovinciale verrà loro concessa anche il prossimo anno. Terminato il quale, potranno pure tentare il trasferimento nella terra natia o giù di lì. Quella che, proteste a parte, nei fatti molti di loro non hanno mai lasciato e probabilmente mai lasceranno. Ecco perché non dovrebbero indignarsi se li chiamiamo “i fortunati della Buona Scuola”.


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  9. #189
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    Ancora 20mila docenti da nominare, gli studenti: lentezza grave e offensiva


    Anche gli studenti si dicono preoccupati per i ritardi di assegnazione delle cattedre che stanno caratterizzando quest’anno scolastico.
    Secondo una stima dell’Unione degli Studenti, sarebbero “20.000 cattedre ancora da assegnare, e forse non tutte verranno coperte”.
    Per l’associazione, “a quasi due mesi dall’inizio della scuola”, si tratta di una situazione che deriverebbe da una “inadeguatezza della gestione del trasferimento e delle assunzioni dei docenti: classi vuote, centrifuga di docenti che devono coprire le ore di “buco” e totale assenza dei docenti di sostegno”.
    Secondo Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, oramai “si sta minacciando la continuità didattica: dobbiamo necessariamente denunciare come ancora siano da completare gli organici mentre le ore buco stanno diventando un fenomeno quotidiano”.
    “A ciò si aggiunge la totale assenza dei docenti di sostegno, lentezza grave e offensiva nei confronti di chi, tra i banchi, ha bisogno più degli altri di un docente che lo accompagni nel percorso formativo. Questo è un attacco al diritto allo studio degli studenti disabili”, conclude Picci.
    Per l’Unione degli Studenti c’è poco da stare tranquilli: “Potremmo sminuire la gravità della situazione riprendendo le dichiarazioni del Ministro rispetto a questa situazione schizofrenica, dicendo cioé che sarebbe uno scandalo “se fossimo a Natale”, ma ci è piuttosto difficile: vogliamo una scuola di qualità, e questa, anche per la pessima organizzazione (e non solo), non lo è”.
    “La nostra scuola è lenta, accetta che si calpestino i diritti di noi studenti, propone una didattica da ‘900 ed è pure finanziata pochissimo: la stessa Legge di Stabilità è del tutto insufficiente a dare risposte concrete ai luoghi della formazione. Il Governo ha investito solo un quarto di quanto annunciato per la Buona Scuola, ossia 300 milioni, a monte dei tanto sbandierati 3 miliardi. Intanto a Brindisi, pochi giorni fa una una scuola è stata sgomberata dall’Asl lasciando gli studenti a studiare all’aperto per il degrado della struttura”, conclude l’associazione studentesca.


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  10. #190
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    Docenti di potenziamento e partecipazione ai Consigli di classe


    La partecipazione ai Consigli di classe è regolata da alcune norme che spiegano, con precisione e chiarezza, da chi è composto il suddetto organo collegiale.
    È utile sapere che la composizione di un Consiglio di classe è regolata dal d.lgs. 297/94. All’art.5 del su citato decreto legislativo, è spiegato come sono composti i consigli di intersezione nella scuole materne, i consigli di interclasse nelle scuole elementari e i consigli di classe negli istituti di istruzione secondaria.
    I consigli di intersezione sono composti dai docenti delle sezioni dello stesso plesso nella scuola materna, dai docenti dei gruppi di classi parallele o dello stesso ciclo o dello stesso plesso nella scuola elementare e dai docenti di ogni singola classe nella scuola secondaria. Fanno parte del consiglio di intersezione, di interclasse e del consiglio di classe anche i docenti di sostegno che ai sensi dell’articolo 315 comma 5, sono contitolari delle classi interessate.
    Ai sensi del comma 4 dell’art.5 del d.lgs.297/94, del consiglio di classe fanno parte a titolo consultivo anche i docenti tecnico pratici e gli assistenti addetti alle esercitazioni di laboratorio che coadiuvano i docenti delle corrispondenti materie tecniche e scientifiche, negli istituti tecnici, negli istituti professionali e nei licei. Le proposte di voto per le valutazioni periodiche e finali sono formulate dai docenti di materie tecniche e scientifiche, sentiti i docenti tecnico-pratici o gli assistenti coadiutori.
    Non fanno parte del Consiglio di classe gli esperti esterni o i docenti interni alla scuola che operano per insegnamenti di potenziamento e ampliamento dell’offerta formativa.
    Infatti basterebbe leggere con attenzione il DPR. N.122/2009,che ha per oggetto il regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni, per capire che la valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata dal consiglio di classe, formato ai sensi dell’articolo 5 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, e presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza. Nel comma 1 dell’art.4 del DPR 122/2009 è scritto che i docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli alunni, avendo come oggetto del proprio giudizio, relativamente agli alunni disabili, i criteri a norma dell’articolo 314, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Qualora un alunno con disabilità sia affidato a più docenti del sostegno, essi si esprimono con un unico voto. Non partecipa al Consiglio di classe, in quanto non ne è un suo componente, il personale docente esterno e gli esperti di cui si avvale la scuola, che svolgono attività o insegnamenti per l’ampliamento e il potenziamento dell’offerta formativa, ivi compresi i docenti incaricati delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, forniscono preventivamente ai docenti della classe elementi conoscitivi sull’interesse manifestato e il profitto raggiunto da ciascun alunno.
    In buona sostanza se è comprensibile la partecipazione dei docenti di potenziamento nei consigli di interclasse della scuola primaria e dei docenti di potenziamento che fanno delle ore di compresenza nella classe di una scuola secondaria, non si ravvisano gli estremi dell’obbligo di partecipazione in un consiglio di classe di un docente di potenziamento che si occupa di progetti di ampliamento dell’offerta formativa.


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