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Risultati da 111 a 120 di 194

Discussione: Assunzioni in ruolo, le nomine slittano di nuovo al 31 agosto

  1. #111
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    Immissioni in ruolo. Posti disponibili per fase B a Chieti, Venezia e Ferrara

    A Salerno solo 247 posti per le supplenze ai precari per evitare di partire per le immissioni su fase nazionale.
    Immissioni in ruolo. Posti disponibili per fase B a Chieti
    L’Ambito Territoriale di Chieti ha pubblicato le disponibilità per la fase B del piano di immissioni nazionale.
    Immissioni in ruolo. A Ferrara pochissimi posti restituiti a fase B tra posti comuni e sostegno
    A Ferrara sono residuati per la fase B 42 posti nelle secondarie di I grado, di cui 29 per il sostegno, e 48 posti in quelle di II grado.
    Supplenze. Solo 247 posti per incarichi ai precari di Salerno per non partire
    Pochissime le cattedre rimaste per incarichi ai precari in provincia di Salerno: poche le speranze quindi per molti di non partire per la fase nazionale.
    Immissioni in ruolo Venezia. Posti residuati per fase B I e II grado
    Sono state rese note le cattedre da restituire alla fase B nella provincia di Venezia.


    Orizzontescuola
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  2. #112
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    Assegnazione docenti alle classi: decide il DS



    Sulla questione dell’assegnazione dei docenti alle classi, ogni inizio di anno scolastico, si aprono polemiche e discussioni.
    L’anno scolastico sta per iniziare e le scuole stanno già organizzando l’avvio delle attività. Composizione delle classi, loro ubicazione , calendario delle attività annuali, formazione e aggiornamento e assegnazione dei docenti alle classi.
    Esiste sempre qualche docente polemico che non conosce la normativa, che rivendica il diritto di avere delle date classi, dei dati corsi e nel caso di classi di concorso con l’insegnamento di due o più discipline, la distribuzione armonica di queste.
    C’è il docente di matematica e fisica che contesta l’assegnazione di una cattedra fatta di 18 ore solo di fisica, senza ore di matematica, il docente di italiano e latino, che contesta una cattedra di 18 ore fatta solo di italiano e geo-storia, senza ore di latino. Contestazioni anche scritte e protocollate, rivendicazioni delle RSU, che nella maggiore parte dei casi cadono nel vuoto e vengono totalmente ignorate dall’amministrazione.
    Esistono anche ricorsi al giudice del lavoro di docenti , non ultimi in graduatoria interna d’Istituto, che rivendicavano una cattedra intera di 18 ore di lezione, mentre aveva assegnate 10 ore con 8 ore a disposizione.
    Tali ricorsi hanno visto entrare nel merito il giudice, che ha dato ragione, nel caso specifico e circostanziato, al dirigente scolastico. Nella sentenza il giudice, sentite le parti ed acquisite le motivazioni di tale decisone, da parte del dirigente scolastico, ha deciso per effetto dell’art.25 del d.lgs 165/2001, di ritenere legittima anche l’assegnazione di una cattedra di una insegnate di matematica e fisica. composta di 10 ore di sola fisica e 8 ore a disposizione. Ovviamente questi sono casi limite, documentati e motivati, che in alcun caso potrebbero essere applicati per tutti i docenti.
    Normalmente il dirigente scolastico decide di assegnare i docenti alle classi, sulla base di criteri discussi ed approvati in seno al Consiglio d’Istituto, dove di norma il primo criterio è sempre la continuità didattica.
    Tuttavia ci sono dei casi eccezionali dove la legge, e nello specifico l’art.25 del d.lgs 165/2001, responsabilizza il Ds a fare scelte anche difformi dai criteri stabiliti in Consiglio d’Istituto. Ricordiamo che al comma 2 della su citata norma legislativa, il Ds è responsabile legale dei risultati del servizio che la scuola fornisce. Inoltre, nel comma 4 del su citato art.25, è scritto che spetta al dirigente l’adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale. Oltre alla norma su citata è utile ricordare la legge 150/2009, che sottrae alla contrattazione d’istituto la questione dell’assegnazione dei docenti alle classi.
    Oggi con la legge 107/2015, che assegna maggiori responsabilità e poteri ai dirigenti scolastici, è del tutto ovvio che si rafforza il principio suddetto. E poi c’è anche una norma del buon senso, che impone il rispetto della continuità didattica per tutti quei docenti meritevoli dell’apprezzamento degli studenti e delle famiglie, che se venissero rimossi dalle proprie classi, susciterebbero tante contestazioni e proteste, da rendere la vita del DS molto dura e poco conveniente.
    Se invece a essere rimosso dalle proprie classi fosse un docente poco gradito e contestato dalle famiglie, il dirigente scolastico verrebbe osannato e ringraziato. Questa è la realtà normativa, organizzativa e socio-pedagogica che regola l’assegnazione dei docenti alle classi.


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  3. #113
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    Prof neoassunti, così funziona il “cervellone” che assegna le cattedre


    L’algoritmo che tenterà di conciliare il posto in graduatoria e le preferenze nell’assunzione di ognuno dei nuovi precari. Che riceveranno la comunicazione via mail nei promi due giorni di settembre
    Ecco l’algoritmo che guiderà il cervellone ministeriale nella scelta della sede. In attesa della fase B del Piano di assunzioni della Buona scuola, i precari fanno i conti con un possibile trasferimento in un’altra regione. Soprattutto al Sud, dove abbondano inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e idonei all’ultimo concorso a cattedre, quello del 2012, e scarseggiano i posti. In ansia per la mail che troveranno nella posta elettronica il primo o il 2 settembre quasi 60mila precari che hanno presentato domanda entro il 14 agosto scorso. Giacché, dei 72mila totali, 3mila sono stati assunti nelle fasi zero e A e altri 10mila sono insegnanti di scuola dell’infanzia che per le assunzioni si sono fermati alle prime due fasi: B e C. Che metteranno a disposizione circa 74mila cattedre in tutto, ma che già si sa non sarà possibile coprire totalmente per mancanza di iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e dei concorsi. Probabilmente resteranno scoperte 15-20mila cattedre.
    Ma il sistema informativo come sceglierà la sede per le fasi B e C? E’ forse questa la domanda che ricorre maggiormente tra gli interessati, perché è la prima volta che l’assunzione avverrà online senza la possibilità di controllare che ci siano errori nelle assegnazioni delle sedi. Nei giorni scorsi, per attenuare il temuto esodo dal Sud al Nord di migliaia di precari, i tecnici ministeriali hanno cercato di adottare soluzioni che accontentassero tutti gli attori in campo. Hanno dapprima emanato la circolare sulle supplenze, che – dal primo all’8 settembre – consentirà a coloro che acciufferanno un incarico per tutto l’anno di rimanere nella stessa provincia e di recarsi nella sede di titolarità dal primo luglio 2016. In questo modo, i neo assunti avranno 10 mesi di tempo per organizzarsi nel caso di lunghi trasferimenti.
    Successivamente hanno programmato il cervellone ministeriale per limitare al massimo gli spostamenti in altre regioni. Ecco come. Nella fase B, quella che si concluderà entro il 15 settembre, il cervellone ministeriale comunicherà a 10/15mila interessati la sede di destinazione che potrà essere in qualsiasi regione italiana. A disposizione i circa 19mila posti non assegnati nelle prime due fasi, di cui una parte resterà libera per carenza di aspiranti. Il programma girerà incrociando sia i punteggi sia i desiderata, espressi all’atto della domanda online includendo tutte le 100 e passa province in ordine di preferenza. Per capire come ragionerà il cervellone, basta fare un esempio. Se c’è un solo posto a Milano per una certa materia e il precario col punteggio maggiore in quella classe di concorso è di Messina, il posto andrà a quest’ultimo. Il sistema in altre parole privilegia il punteggio. Ma quando, in un’altra materia, ci fossero più posti, il sistema incrocerà punteggi e preferenze. Ed eviterà, se possibile, inutili spostamenti chilometrici. Se in Matematica al superiore ci sono 50 posti in tutta Italia, il cervellone prenderà i primi 50 in ordine di punteggio e poi il li piazzerà in base alle preferenze. Perché se, in base alle preferenze espresse, un precario di Milano è destinato a Palermo mentre un collega di Palermo è destinato a Milano, il sistema li accontenterà entrambi lasciandoli nella propria provincia. O nella provincia più vicina a quella di residenza.
    Spiegano i sindacalisti che si tratta dello stesso meccanismo utilizzato negli anni per i trasferimenti, in cui un docente esprime le scuole dove intende andare in ordine di preferenza. Un meccanismo che limiterà al massimo gli spostamenti, anche se una parte dei meridionali sarà comunque costretta a recarsi al Nord.
    Nella fase C, che mette in palio 55mila cattedre, sempre con assegnazione in una qualsiasi regione italiana, il sistema girerà in maniera diversa.
    Il software ministeriale verrà programmato in maniera tale da prendere in considerazione, in un primo giro, tutti coloro che hanno espresso come prima preferenza, per una certa disciplina o ordine di scuola, una determinata provincia. E saturerà tutte le sedi disponibili prendendo in considerazione i relativi punteggi. Dalla seconda preferenza in poi, o per coloro che sono rimasti fuori nel giro precedente per carenza di posti, il sistema tornerà a girare come nella fase B: incrocerà punteggi e desiderata. In questo modo, il ministero spera di attenuare l’esodo dal Sud.
    A patto che vengano accontentati tutti gli interessati. Perché, segnalano i sindacati, non è detto che questo meccanismo rispetti i diritti di coloro che hanno i punteggi maggiori. Potrebbe anche accadere che, a causa della prima preferenza espressa, ad accaparrarsi un posto sia un precario con punteggio minore, rispetto al collega con punteggio maggiore. E, a questo punto, fioccheranno i ricorsi.



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  4. #114
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    Ecco i posti disponibili per la fase B Il 70 per cento è al Nord

    Su 16.210 posti, al Sud ce ne sono solo 1.474. E’ la conferma che i precari meridionali saranno costretti a emigrare. Più della metà sono posti di sostegno
    di Redazione Scuola
    Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato oggi sul suo sito i numeri dei posti disponibili per la cosiddetta fase B: quelli che sono rimasti vacanti dopo le prime due fasi (fase zero e fase A) che prevedevano l’assegnazione su base provinciale. Si tratta in tutto di 16.210 cattedre rimaste scoperte che a questo punto verranno allocate su base nazionale. Sono i posti più temuti dai precari perché costringeranno molti docenti del Sud a fare le valigie per andare a lavorare al Nord. Le tabelle del Miur lo confermano: i posti disponibili alNord sono 11.464 (il 70 per cento del totale), poco meno della metà a dei quali nella sola Lombardia (5.584 posti); 3.273 al Centro e solo 1.474 nel Sud (isole incluse). Mentre è al Sud che si trova la maggior parte degli insegnanti che ha chiesto di essere assunta nelle ultime ue fasi (dei 71.643 precari che hanno presentato domanda entro il 14 agosto, più della metà vengono dal Meridione).
    Guarda la tabella del Miur dei posti disponili per la fase B
    La proposta via email entro il 1° settembre

    Dei 16.210 posti disponibili in questa fase più della metà (8.797) sono per il sostegno. Per la primaria i posti comuni sono appena 15, contro 3.118 per il sostegno. Per le scuole medie 3.705 contro 4.660. Solo alle superiori i posti comuni sopravanzano largamente quelli di sostegno (7.413 contro 450). I destinatari della proposta per la fase B riceveranno un’email entro la mezzanotte del 1° settembre. Le proposte saranno pubblicate tramite avviso sul sito www.istruzione.it. Gli interessati, entro 10 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso, dovranno provvedere tramite il Portale Istanze Online all’accettazione della proposta. Chi rinuncia verrà automaticamente escluso dalle fasi successive e cancellato dalle graduatorie in cui è iscritto. I destinatari di una supplenza vicino a casa, solo per quest’anno potranno tenerla, rinviando a settembre 2016 il trasferimento nella provincia assegnata.

    La fase C

    Poi, scatterà la fase C, con i 55 mila posti per il cosiddetto potenziamento dell’offerta formativa. Il paradosso è che in base al complesso sistema elaborato dal Miur, le cattedre residue della fase B, quelle cioè più lontano da casa, vengono assegnate ai precari con un punteggio più alto. Mentre quelli con un punteggio più basso hanno molte più chance di rientrare nell’ultima fase e di essere assegnati vicino a casa. Anche se non avranno una cattedra vera e propria ma, almeno in questa prima fase, saranno destinati a fare da jolly coprendo le assenze dei colleghi e prestando attività di recupero pomeridiano nelle scuole. «Per avere equità bisognerebbe unificare la fasi B e C del piano di assunzioni», dice il segretario generale della Uil scuola Pino Turi. «Facendo due fasi separate in pratica si costringe chi ha più punti a muoversi e chi ne ha meno a rimanere. Alla luce di questa situazione, sicuramente ci saranno ricorsi e saranno i giudici a quel punto a decidere».




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  5. #115
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    La lunga notte dei precari della scuola



    La vita cambia in una notte. In una mail. Dopo anni passati ad aspettare. Chi alla mezzanotte e un minuto avrà aperto la propria casella elettronica, saprà già dove è stato destinato, come annuncia in un post il sito del Miur. In quale delle 99 province lo ha assegnato il cervellotico meccanismo del Miur basato su un algoritmo di cui si sa poco.
    La sentenza è arrivata via mail a circa 10 mila precari della Fase B. Riguarda i posti residuali dell’organico cosiddetto di diritto, l’ultima tranche prima delle 55 mila assunzioni previste da novembre in poi, dopo il potenziamento dell’organico su base regionale.
    La lotteria che è toccata questa notte a molti insegnanti ancora senza cattedra invece è organizzata tenendo conto della disponibilità a livello nazionale. Per intendersi, per le scuole primarie, le elementari, dopo la prima informata (Fase 0 e Fase A), la scelta si è ridotta a una quindicina di posti, la maggior parte dei quali in provincia di Lodi.
    Se in cima alle graduatorie si trovava uno di Avellino o di Caltanissetta, il suo futuro è già scritto: o accetta di fare i bagagli, salutare la famiglia e trasferirsi (magari ha 50 anni, con moglie e figli, magari no…), oppure dovrà dire addio alla cattedra e sarà fuori dalle graduatorie. Lui e tutti gli altri 10 mila avranno dieci giorni di tempo per decidere se accettare o rifiutare la destinazione.
    Dovranno sciogliere la riserva e rispondere alla proposta di trasferimento entro le 24 dell’11 settembre. A quel punto, non resterà loro che un’ultima speranza. Affidarsi al maxi-concorso promesso dal ministero per il 2016. C’è solo un’eccezione prevista per quest’anno: l’accettazione di una supplenza annuale nella propria sede, supplenze che dovranno essere comunicate ai prof entro l’8 settembre, e rinvio dello spostamento all’anno successiv
    Considerata l’enorme massa di precari del Sud, e la stragrande maggioranza di cattedre disponibili al Nord, non è difficile immaginare, come ribadisce Marcelo Pacifico, presidente Anief, che «saranno migliaia i docenti che verranno collocati online in province inaspettatamente lontane. E che chiederanno spiegazioni ai giudici, con il nostro patrocinio».
    Anche perché, continua il sindacato, «l’amministrazione ha omesso di pubblicare quelle derivanti delle preferenze espresse dei precari, costringendoli a presentare le domande online, senza gli elementi necessari per capire se e dove valeva la pena chiedere l’assunzione con priorità».


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  6. #116
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    Assunzioni fase B, 3 precari su 4 trasferiti al Nord: 7mila su 9mila!


    La fase B del piano assunzioni era la più temuta: tanto che un precario su tre non ha fatto domanda. A ragione: perché su 9mila proposte d’immissioni in ruolo, 7mila sono fuori regione.
    Il dato, abilmente “mescolato” e ridimensionato dal Miur con le altre 29mila assunzioni già fatte (fase 0 e A) e le 55mila ancora da attuare (l’organico funzionale relativo alla fase C), era del resto inevitabile: perché al Nord ci sono le cattedre e al Sud i docenti che chiedono il ruolo. Dal momento che l’amministrazione ha chiesto loro di inserire nella candidatira on line tutte le province italiane, l’incastro posti vacanti-docenti meridionali non poteva non avvenire.
    Lo squilibrio non è passato inosservato. Per il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, “se si tiene conto che le due precedenti fasi del piano di immissioni in ruolo (0 e A) hanno riguardato le graduatorie locali, è evidente che il numero di docenti costretti a spostarsi nella fase B è abnorme e molto lontano da quel 10% profetizzato dal ministro”.
    Per l’Anief, invece, “la lotteria della fase B di assunzioni non ha quindi fatto sconti. E al sindacato risulta che ci sono stati addirittura dei precari a cui, attraverso l’algoritmo del Miur, è stato indicato loro di spostarsi da Nord a Sud. A rendere ancora più grave la situazione è che una cattedra su cinque non verrà utilizzata per l’immissione in ruolo, ma tornerà utile solo per le supplenze annuali fino al 31 agosto 2015”.
    Cosa accadrà ora? Innanzitutto, in tanti, forse tantissimi di questi 7mila trasferiti, avranno la possibilità di rimanere per l’anno 2015/16 nella provincia dove sono ora collocati in graduatoria: basterà che comunichino al Miur, dopo comunque aver accettato l’assunzione, di aver sottoscritto una supplenza annuale.
    Poi, tra inverno e primavera, potranno anche tentare la carta del trasferimento (concesso eccezionalmente dalla riforma già al termine del primo anno): le possibilità, diciamolo subito, non sono molte. Anche perché nel frattempo saranno stati assunti i 55mila precari sul “potenziamento”, che potrebbero in qualche modo fare da “tappabuchi” anche sugli organici del futuro prossimo.


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    Assunzioni precari scuola, “da Ancona a Trapani. Era la mia 91esima scelta”

    Vanessa Scarano, 31 anni, insegna clarinetto al liceo musicale. Dovrà lasciare la famiglia e l’orchestra sinfonica in cui suona, seguendo una “rotta” opposta rispetto ai circa settemila trasferiti da Sud a nord. “E’ uno scherzo del sistema elettronico, per lo Stato siamo solo un numero”
    “Ai miei amici per scherzo dicevo: magari mi spediscono a Caltanissetta. Invece è successo veramente”. Per Vanessa Scarano, 31 anni, di Pesaro, insegnante da quattro anni al liceo musicale di Ancona, il responso del Ministero ha quasi avverato il pronostico scherzoso. La giovane musicista non finirà a Caltanissetta ma a Trapani. Il sistema informatico del Miur, nell’assegnazione delle cattedre della fase B della riforma, martedì notte, ha fatto finire una docente del Nord al Sud (l’esodo si è verificato soprattutto in direzione opposta). E pensare che Vanessa nell’elenco delle cento province, allegato alla richiesta di assunzione, aveva messo la città siciliana al 91esimo posto.
    “Dall’altro canto un computer non pensa ai problemi delle persone. E’ stato un salto nel buio, si gioca sul fatto che comunque c’è bisogno di lavorare. Siamo solo un numero per lo Stato. Guardi io ho lavorato anche in Giappone dove per percorrere 300 chilometri in treno ci metti pochissimo tempo, avessimo i loro mezzi allora sarebbe possibile pensare di andare a lavorare a distanza”. Vanessa per quest’anno ha firmato il contratto per una supplenza annuale nel liceo musicale di Ancona dove da quattro anni insegna clarinetto ma il prossimo settembre dovrà prendere la valigia e lasciare la sua famiglia, il suo compagno e la sua amata orchestra sinfonica “Rossini” alla quale ha dedicato passione e vita.
    La giovane musicista non si dà pace. Dietro questa scelta del “cervellone” del Miur in realtà si nasconde l’ennesima questione burocratica tutta italiana. La classe di concorso di Vanessa non è ancora contemplata perciò fino ad oggi ha insegnato al liceo musicale di Ancona con una classe affine con il servizio specifico per i licei (allegato E). Una questione che “impedisce – spiega la professoressa Scarano – di mettere a ruolo le ore al liceo dove finora ho insegnato” ma permette di assegnarla alle medie dove andrà a Trapani.
    “Al liceo di Ancona – continua – ci sarebbe bisogno di me ma per un gioco di numeri una persona deve finire a mille chilometri di distanza quando di fatto le ore nella regione ci sono. E lì, al mio posto chi arriverà? Magari una collega da fuori, senza l’esperienza che io ho accumulato in questi anni in quella scuola. Serve che il Governo si muova: a Pesaro ci sono solo tre classi di clarinetto alle medie eppure ci sono scuole che da anni vorrebbero avere l’indirizzo musicale”.
    Vanessa pensa soprattutto al suo primo amore, l’orchestra “Rossini”. Non guadagna molto a fare i concerti, “poco più di quanto prende una donna delle pulizie” ma quella era la sua vita: “L’attività di insegnamento e quella di musicista sono correlate: come si può pensare ad un professore di clarinetto che non può suonare?”. La professoressa Vanessa Scarano pensa alla sua famiglia, da sempre emigrata per trovare lavoro: “Mio padre era di Scafati, i suoi genitori si trasferirono per trovare un’occupazione a Pesaro. Mio nonno andò persino lavorare in Belgio nelle miniere. Il loro sacrificio non è servito a nulla. Ieri è toccato a loro, oggi a me”.

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    Assunzioni, 9 mila sub iudice


    Le immissioni in ruolo della fase B avvenute al buio, ignorata la procedura amministrativa. Non è stata resa nota la graduatoria. Il Miur corre ai ripari
    Le assunzioni della fase B, circa 9 mila, rischiano di finire in tribunale. La procedura seguita dall’amministrazione scolastica non prevede la pubblicazione di una graduatoria unica e specifica da dove trarre gli aventi titolo. E dunque gli aspiranti all’assunzione non hanno avuto la possibilità di rendersi conto delle posizioni dei controinteressati. In più non è ancora chiaro se sia stato seguito il criterio della priorità della scelta della provincia rispetto al punteggio oppure no. Ce n’è abbastanza per argomentare ricorsi a raffica, sia da parte degli esclusi che da parte di coloro che dovranno accettare di andare fuori provincia (dei circa 9mila, secondo il ministero ci saranno 7mila destinazioni lontane e 2mila in altre province ma più vicine rispetto a quelle di appartenenza). Un rischio di cui al ministero sembrano essersi resi conto in queste ore, tanto da aver dato disposizioni agli uffici regionali perché siano pubblicati i nomi dei docenti assunti. Ma i motivi di possibile contestazione non vengono meno: più che ai criteri fissati dalla legge 241/90, il ministero dell’istruzione si sarebbe affidato a un algoritmo informatico nell’assegnazione della sede.
    Ed è proprio questo il punto debole dell’intera procedura. La legge 107/2015, infatti, non prevede alcuna deroga rispetto alle procedure tassative previste dalla legge sul procedimento amministrativo: la famosa legge 241/90. Che dispone obblighi di trasparenza per tutte le fasi. In primo luogo tramite la previa pubblicazione dei provvedimenti dai quali discendono le decisioni. E ad esito dei procedimenti, l’obbligo di esibire, a domanda dei cittadini interessati, tutti i documenti e gli atti (anche endoprocedimentali) sui quali tali provvedimenti si fondano. La legge 107 si limita a dire, infatti, che gli aventi titolo a ricevere la proposta di assunzione nelle fasi B e C saranno individuati secondo il punteggio e l’ordine delle province espresso dal richiedente. In particolare, il comma 100, dell’articolo 1, dice che all’assunzione si provvede scorrendo l’elenco di tutte le iscrizioni nelle graduatorie, dando priorità agli aspiranti collocati nelle graduatorie dei concorsi del 2012 «rispetto agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e, in subordine, in base al punteggio posseduto per ciascuna classe di concorso.». In pratica, prima si procede al totale scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2012. E poi si passa alle graduatorie a esaurimento. Il successivo comma 101 dispone che, per ciascuna iscrizione in graduatoria, la provincia e la tipologia di posto su cui ciascun soggetto deve essere assunto sono determinate scorrendo, nell’ordine, le province secondo le preferenze indicate e, per ciascuna provincia, la tipologia di posto secondo la preferenza indicata. La legge 107, dunque, non solo non prevede deroghe agli oneri di pubblicità ordinariamente previsti dalla legge 241/90, ma non prevede nemmeno norme di dettaglio per il relativo procedimento. Pertanto, in assenza di norme speciali da applicare solo ed esclusivamente al piano assunzionale, non possono che valere le disposizioni sul procedimento amministrativo ordinariamente previste dalla legge 241/90.
    Per quanto riguarda gli oneri di pubblicità a valle è ragionevole ritenere che tali obblighi possano essere soddisfatti agevolmente con la pubblicazione dei provvedimenti finali. Che con ogni probabilità recheranno i nomi dei destinatari delle immissioni in ruolo provincia per provincia e regione per regione in uno ai relativi punteggi. Il problema riguarda, invece, l’accesso ai documenti amministrativi, attualmente regolato dalle disposizioni contenute negli articoli 22 e seguenti della legge 241. Secondo tali disposizioni, infatti, ogni aspirante docente che abbia presentato la domanda per partecipare alla fase B e C del piano assunzionale, avrebbe diritto di prendere visione o di estrarre copia delle domande presentate da ognuno dei propri colleghi che avessero ottenuto l’assunzione in sedi di interesse del richiedente. E avrebbe diritto anche a visionare e ad estrarre copia di tutte le graduatorie.
    Infine, un ulteriore incognita è quella del criterio seguito dall’amministrazione per individuare gli aventi titolo a ricevere la proposta di assunzione. La legge 107 sembrerebbe dare priorità al punteggio rispetto all’ordine delle sedi. E dunque, l’avente titolo dovrebbe essere stato individuato prioritariamente avuto riguardo ai titoli e non all’ordine delle province. Ma la faq 22, diffusa dal ministero dell’istruzione prima della scadenza dei termini di presentazione delle domande, farebbe intravedere un diverso avviso: « Solo se nella prima provincia non sarà possibile trovare posto», si legge nella faq, «perché tutti i posti risulteranno occupati da altri soggetti con maggior punteggio che hanno scelto quella provincia come prima, allora capiterà che la proposta di incarico a tempo indeterminato sarà effettuata per una provincia diversa».
    Presa alla lettera, la faq lascerebbe intendere, dunque, che la priorità dovrebbe essere data dall’ordine di scelta delle province: un po’ come se, per ogni provincia, venisse compilata una graduatoria per quelli che l’abbiano espressa per prima. E poi un’altra tra quelli che l’abbiano espressa come seconda e così via: 100 graduatorie per ogni provincia.


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    Scuola, Miur non diffonde l’algoritmo per l’assunzione dei 9mila docenti con esodo

    L’assunzione degli insegnanti prevista dalla riforma Renzi è avvenuta in base a punteggi e graduatorie che non sono ancora stati pubblicati. Il Movimento 5 Stelle ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere una maggiore trasparenza
    Novemila docenti assunti con esodo: da Napoli a Milano, da Lecce a Brescia, da Crotone a Padova. Perché il piano straordinario del governo prevede un meccanismo di mobilità forzata e chi vuole un posto fisso deve trasferirsi. In base a quali punteggi e graduatorie, però, non è dato sapere: l’algoritmo utilizzato e messo a punto dal Miur è un mezzo mistero, gli elenchi dei docenti destinatari di una nomina non sono ancora stati tutti pubblicati. Sull’argomento il Movimento 5 Stelle ha depositato un’interrogazione parlamentare che chiede più trasparenza nella procedura. “È la prima volta nella storia della Repubblica che avvengono delle assunzioni statali senza una graduatoria pubblica”, spiega il deputato Luigi Gallo, primo firmatario del testo. Ma le liste stanno uscendo solo in queste ore a singhiozzo.
    La riforma della “Buona scuola” è arrivata al terzo step delle assunzioni: dopo la “Fase 0” e la “Fase A”, che hanno assegnato i posti da turnover e quelli vacanti e disponibili per un totale di 29mila immissioni in ruolo, a inizio settembre è scattata la “Fase B”, quella che mette in palio i posti residui delle prime tranche, prevedendo un sistema di mobilità su tutte le province italiane. Le nomine sono state inviate alle 00.01 del 2 settembre, adesso i precari hanno tempo fino all’11 settembre per decidere se accettare il posto fisso (ovunque esso sia) oppure rinunciare ed essere depennati in via definitiva dalle graduatorie. Tanti, però, si chiedono perché a loro toccherà trasferirsi, e ad altri avere la cattedra nella città desiderata. Spiegazioni precise non ne hanno avute.
    Gli elenchi degli insegnanti destinatari di proposta sono in fase di elaborazione e verranno resi pubblici, ma ancora non sono tutti disponibili: per il momento soltanto gli uffici di Umbria e Abruzzo hanno diramato gli elenchi ufficiali. I dirigenti del Miur hanno fatto sapere che il famoso meccanismo di assegnazione ha tenuto conto dell’ordine di preferenza espresso dai docenti per il titolo di abilitazione (comune o sostegno) e la graduatoria di appartenenza (di merito o ad esaurimento), nonché delle province (tutti dovevano indicare tutti i 100 capoluoghi italiani). Ma l’esatta natura dell’algoritmo che ha smistato i novemila prof in giro per il Paese non è noto.
    Per questo il Movimento 5 stelle ha presentato in Commissione Cultura alla Camera un’interrogazione parlamentare: poiché risulta “impossibile per gli aventi diritto confrontare gli elenchi e i punteggi e controllare la correttezza del procedimento”, è opportuno “richiedere agli Uffici Scolastici Regionali la pubblicazione di tutti gli elenchi provinciali relativi ai docenti convocati a seguito delle valutazioni espresse nella fase B”. Anche perché il problema potrebbe riproporsi a novembre con la Fase C, che assegnerà ben 55mila posti di potenziamento, più della metà di quelli creati dalla riforma. “È una questione di trasparenza”, aggiunge il deputato Gallo. “Forse il disegno della scuola avviato da Renzi è talmente privatistico che siamo arrivati alle chiamate senza criteri oggettivi o comunque chiari. Ma finché la scuola sarà pubblica non si può fare”. Non basta neanche l’assicurazione di rendere noti i nominativi degli assunti: “Si dovrebbe fare il contrario: prima le graduatorie, poi le assunzioni. Se ci sono stati degli errori, come potranno i docenti a fare ricorso?”. A queste domande il Miur dovrà dare conto in Parlamento. Ma l’interrogazione non è stata calendarizzata per questa settimana: la risposta arriverà probabilmente solo dopo l’11 settembre, le liste non si sa. Il rischio è che allora le assunzioni siano ormai cosa fatta.


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    Assunzioni fase B, manca ancora un giorno ma oltre il 90% ha già detto sì


    A poco più di 24 ore dal termine per accettare la proposta d’immissione in ruolo nella fase B del piano di riforma, il Miur fa sapere che hanno detto sì ben 8.200 precari su 8.776, pari al 93,4%.
    A rinunciare, invece, sono stati appena in 16. Circa in 500 decideranno, quindi, sul filo di lana, visto che il sì o il no dovrà pervenire entro le 23 e 59 di venerdì 11 settembre.
    I dati sono aggiornati alle ore 19.20 di giovedì 10 settembre. E appaiono confortanti, almeno per il ministero dell’Istruzione: alla fine, magari con il nodo in gola, ma la maggior parte dei docenti precari non ha saputo dire no all’assunzione logisticamente difficile.
    Se però si considerano anche i posti andati persi, visto che inizialmente le immissioni in ruolo delle fase B erano oltre 16mila, le percentuali di immissioni i ruolo cambiano radicalmente in peggio. E se si sommano pure le diverse migliaia di precari che hanno preferito non presentare la domanda on line di candidatura al ruolo, allora il discorso cambia ancora di più.
    In ogni caso, subito dopo questa tornata di assunzioni – che produrrà in larga parte dei neo-assunti che si dovranno spostare di regione –, l’attenzione sarà tutta per gli oltre 55 mila posti messi a disposizione per la fase C, legata alle necessità di ogni singola istituzione scolastica.
    Si tratterà, tra l’altro, di un numero davvero corposo (sempre se tutte le assunzioni richieste dalle scuole andranno in porto): quando terminerà la fase B, se si sommano anche le due precedenti, si arriverà ad appena 38mila immissioni in ruolo. Il piano straordinario, insomma, passerà per le scelte che presto formuleranno i collegi dei docenti.


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