Il Fumetto Italiano


Primo Novecento: le origini

Il 27 dicembre 1908 (data in cui uscì il primo numero del Corriere dei Piccoli, supplemento domenicale illustrato del Corriere della Sera fondato da Silvio Spaventa Filippi) viene tradizionalmente considerata la data di nascita del fumetto italiano. Inizialmente sulle tavole dai colori vivaci non furono inseriti i balloon, ma strofette rimate e moraleggianti poste sotto le vignette. Questa forma rappresentativa rimase così per decenni. Motivo di tale scelta fu dovuta al fatto che i balloon costituivano un eccessivo vuoto grafico non gradito adAntonio Rubino, illustratore e collaboratore fondamentale del Corrierino fino al 1959. Inoltre la cultura letteraria del tempo era ancora lontana dal concepire libri per l’infanzi
a finalizzati al puro intrattenimento. Il fumetto quindi era visto come puro strumento educativo, atto a contribuire alla formazione dei giovani ragazzi.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni dell’epoca:


Dopo storie originali americane finalmente il negretto Bilbolbul appare come primo vero personaggio italiano, da un’invenzione del noto illustratore Attilio Mussino. Le storie, dal carattere surreale, erano ambientate in un’africa immaginaria e si basavano sulla rappresentazione dell’impossibile tramite un gioco di metafore.
Nel 1917 Sergio Tofano detto ‘Sto’ crea Il Signor Bonaventura, personaggio clownesco e sfacciatamente fortunato.
Anni Venti: fumetto medium della propaganda nazionalista

A differenza degli Stati Uniti il fumetto in Italia è letto prevalentemente da
un pubblico infantile e quindi considerato mezzo espressivo per chi ancora non sa leggere o vuole semplicemente divertirsi.
Con l’avvento del fascismo il Corriere dei Piccoli divenne medium della propaganda nazionalista di regime. Nel febbraio del 1923 nelle edicole italiane compare Il Balilla, giornalino a fumetti propagandistico in forte concorrenza con il Corrierino, dal quale infatti prese ispirazione per la grafica, e che propose nuove storie incentrate sui primi eroi del fumetto italiano. Pochi mesi più tardi uscì un altro concorrente di forte ispirazione cattolica: Il Giornalino
.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni dell’epoca:
Nel 1928 prese vita sulle pagine del Corriere dei Piccoli Marmittone di Bruno Angoletta, tenero e goffo soldato semplice che tenta di sopravvivere al regime fascista.
Sempre sul Corriere dei Piccoli, nel 1929, arrivò il nevroticoSor Pampuriodi Carlo Bisi, borghese perennemente insoddisfatto e soggetto a continui scatti d’ira.
Anni Trenta: diffusione del fumetto americano

Il primo settimanale italiano a fumetti pubblicato fu Jumbo, apparso in edicola il 17 dicembre 1932, il quale pubblicava storie a puntate di produzione inglese e propose una convivenza tra la vecchia didascalia e il ballon.
Il 31 dicembre dello stesso anno, considerata la crescente notorietà dei personaggi disneyani, l’editore Nerbini pubblicò il primo numero di Topolino.
Il 14 ottobre 1934 sempre Nerbini pubblicò L’Avventuroso che ebbe molto successo per l’eliminazione delle didascalie a favore dei ballons e ospitò quasi esclusivamente fumetti d’avventura americani.
Anche altre testate periodiche come L’Audace e L’Intrepido pubblicarono soprattutto materiale americano. Nel 1936 nacque il settimanale di orientamento
cattolico Il Vittorioso, pubblicato fino al 1966 e che propose una serie di fumetti rigorosamente dal sapore nazionale.
L’anno seguente esordì Argentovivo, il quale lanciò i famosi fum
ettistiWalter Molino e Rino Albertarelli.
Nel frattempo il fumetto avventuroso statunitense continuava a collezionare un crescente numero di appassionati. Ma nel 1938 il regime cercò di opporsi ai contagiosi comics americani proibendone la pubblicazione delle storie, tranne che per Topolino. Presto in Italia cominciarono ad apparire i primi eroi nostrani, sostitutivi di quelli americani, ma non inferiori per qualità o originalità. Comunque finalmente le vecchie didascalie rimate cominciarono a essere sostituite dai più moderni e dinamici balloons di ispirazione americana.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni dell’epoca:
Nel 1930 uscì sul Corriere dei Piccoli Pier Cloruro de’ Lambicchi di Giovanni Manca, dove famosi personaggi storici prendevano vita da un foglio di carta grazie alla miracolosa arcivernice.
Il 30 marzo 1930 su L’illustrazione del Popolo appare per la prima volta Topolino.
Nel 1935 uscì su Topolino S.K.1 di Guido Moroni-Celsi, prima avventura a fumetti fantascientifica italiana.
Nel 1936 Guido Moroni Celsi dette il via al Ciclo della Malesia, ispirato alle narrazioni di Emilio Salgari e alle imprese del principe Sandokan. La serie continuò ad apparire su Topolino fino al 1941
.

  • Sempre su Topolino apparve nel 1937 Kit Carson, fumetto di Rino Albertarelli ispirato dalla già crescente fascinazione italiana per il West americano.

Anche la fantascienza c

cominciò a prendere piede con Saturno contro la Terra, serie di Federico Pedrocchi e Giovanni Scolari ispirata alle avventure dell’americano Flash Gordon, uscita su I Tre Porcellini.
Nel 1938 naque la serie dell’intrepido e robusto poliziotto italo-americano Dick Fulmine, sempre di ispirazione americana, ma adattata ai canoni imposti dal regime. Successivamente ribattezza
ta Fulmine per stesse motivazioni, fu ideata da Vincenzo Baggioli e disegnata da Carlo Cossio.
Sulle pagine del Vittorioso apparve nel 1938 la serie dell’aviatore Romano il Legionario illustrata dall’ingegnere Kurt Caesar. Caratterizzata dalla passione dell’autore per la tecnologia e la meccanica e in linea con la propaganda fascista, la serie durò fino al 1940.
Nel 1939 esordì sulle pagine dell’ Audace Virus, il mago della foresta morta, incredibile fumetto di fantascienza creato da Federico Pedrocchi e Walter Molino.
Anni Quaranta: eroi del dopoguerra

Finita la guerra la produzione del fumetto riprese vigore ma alla figura del supereroe, troppo vicina a quella del superuomo, venne sostituita la figura del giustiziere dall’identità segreta, eroe umano mascherato. Incominciò a imporsi anche l’immagine della donna aggressiva e provocante.
Nel 1944 finì la lunga esperienza del Corriere dei Piccoli.
Tra i disegnatori più amati del dopoguerra emerge Franco Caprioli, le cui storie, come quella del celebre Moby Dick, erano ambientate per la maggior parte nei mari del Sud.
In questo periodo nasce anche un nuovo tipo di fumetto, più realistico, rivolto in particolar modo alle lettrici: il fotoromanzo. Tra i più famosi quelli pubblicati da Grand Hotel dei fratelli del Duca e Bolero Film di Mondadori.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni dell’epoca:
Il rinnovamento del fumetto italiano avvenne nel 1945, quando Alberto Ongaro e Mario Faustinelli inventarono l’eroe mascherato di ispirazione americana Asso di Picche. La fortunata serie vide la collaborazione di Hugo Pratt
.
Max Massimino Garnier e Paul Campani crearono Misterix, l’uomo della porta accanto che grazie a un misterioso congegno riesce a trasformarsi in un eroe.
Nel 1946 Cesare Solini e Antonio Canale, in arte Phil Anderson e Tony Chan, crearono Amok, giustiziere mascherato asiatico.
L’italo-americano Gim Toro fu ideato da Andrea Lavezzolo nel 1946 e disegnato da Edgardo Dell’Acqua, Antonio Canale, Luigi Cappadonia e Carlo Cossio.
Nel 1948 nacque dai testi di Gian Giacomo Dalmasso e dai disegni di Enzo Magni Pantera Bionda, ispirata alle vicende di Sheena e soggetta a ripetuti intereventi di censura da parte della Chiesa dovuti all’abbigliamento troppo ridotto.
Nel 1948Gian Luigi Bonelli ideò Tex Willer, uno dei più fortunati fumetti italiani di tutti i tempi e tutt’ora in stampa.
Nel 1949 Guido Martina inventò Pecos Bill, il leggendario eroe del texas.
Andrea Lavezzolo scrisse la spietata storia di vendetta Kinowa, le cui illustrazioni furono realizzate dallo studio EsseGesse.
Anni Cinquanta: i disneyani d’Italia

Gli anni Cinquanta videro l’incredibile successo dei fumetti tascabili. Uscirono in Italia le storie disneyane pubblicate da Arnoldo Mondadori, le quali ebbero molto successo.
Nel 1958 fu pubblicata la “grande parodia” Dottor Paperus di Luciano Bottaro. Nel 1953 Romano Scarpa creò alcune storie di Topolino, come Il doppio segreto di Macchia Nera e sempre nel 1953 Giovan Battista Carpi entrò nel mondo Disney creando diverse storie. Con l’arrivo di Giorgio Cavazzano, negli anni Settanta, i fumetti disneyani furono modernizzati dal suo stile molto più dinamico.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni dell’epoca:
Nel 1950 fu pubblicato il primo numero del piccolo corsaro Pepito, di Luciano Bottaro, che ebbe molta fortuna all’estero.

Akim, ispirato alle vicende di Tarzan, fu creato da Augusto Pedrazza su testi di Roberto Renzi.
Sebastiano Craveri propose sulle pagine del Vittorioso Zoolandia, una serie di storie avvincenti i cui protagonisti sono animali antropomorfizzati.
Sempre per il Vittorioso nel 1951 Lino Landolfi creò il poliziotto italo-americano Procopio. Le storie erano raccontate dai suoi antenati che avevano vissuto in prima persona grandi fattistorici.
Benito Jacovitti creò I 3P, le avventure umoristiche dei ragazzi Pippo, Pertica e Palla e collaborò al Vittorioso. Nel 1957 inventò per Il Giorno dei Ragazzi le storie del cowboy che beveva solo camomilla Cocco Bill.
Nel 1952 Roberto Renzi inventò la fortunata serie Tiramolla, il famoso personaggio di gomma.
Sulla scia di Tiramolla uscì nel 1959 Pugacioff di Giorgio Rebuffi.
Anni Sessanta: arrivano i cattivi e gli intellettuali

In questi anni al fumetto viene riconosciuta una dignità di linguaggio pari a quella del romanzo tradizionale e una forte importanza artistica, questo grazie anche agli studi di importanti autori quali Umberto Eco, con il suo Apocalittici e integrati, e Roberto Giammanco Data la crescente importanza attribuitagli, questo strumento comunicativo va sempre più specializzandosi in base alle diverse fasce di età e differenti target socio-culturali rappresentati da una variegata gamma di consumatori.
Con la messa in discussione dei vecchi canoni della società nasce la figura dell’eroe negativo, dalla personalità forte e ingegnosa, che non si riconosce nell’ordine sociale esistente e per questo assume atteggiamenti anarchici. Questo antieroe si maschera per non farsi riconoscere e per non essere nessuno, non può fare a men
o di rubare ed è continuamente sopraffatto da un forte desiderio di morte e distruzione. È la nascita in Italia del fumetto noir italiano, il quale prende ispirazione dal suo predecessore francese Fantax, creato nel 1945 da Marcel Navarro e Pier Mouchotte.
Con Dino Battaglia, uno dei creatori di Asso di Picche il fumetto d’autore italiano viene rinnovato sia dal punto di vista narrativo che grafico, con cambiamenti repentini della visuale tra levignette e un disegno più emotivo e dinamicizzato. Ma l’evento più importante riguardo la storia del fumetto d’autore moderno, non solo italiano, è da considerarsi l’uscita del capolavoro di Hugo Pratt Una ballata del mare salato, primo episodio del suo più famoso personaggio Corto Maltese. Viene così inaugurato un nuovo modo di narrare con un fumetto più riflessivo, letterario, di narrativa, in cui le vicende, dal ritmo moderno, si svolgono in ambienti dal sapore esotico e sparsi in tutto il mondo. È il riflesso dell’utopia e di quella ricerca di libertà, avventura dell’autore.
Ecco un elenco delle principali pubblicazioni noir dell’epoca:

  • Il più famoso è sicuramente Diabolik ideato dalle sorelle Giussani nel 1962. Il protagonista impersonifica un cinico e violento assassino, un ladro mascherato all’antitesi del superuomo. Anche la sua compagna, Eva Kant, rispecchia un nuovo
  • modo di rappresentare la femminilità, più vicina al modello maschile. Collaborarono alla creazione grafica gli illustratori Luigi Marchesi, Enzo Facciolo, Glauco Coretti, Sergio Zambinoni e Franco Paludetti.

Sulla scia di Diabolik escono altri protagonisti mascherati come Kriminal creato da Magnus e Max Bunker nel 1964. Stavolta incontriamo un personaggio ancora più violento e malvagio, emblema di morte e vendetta.

  • Per sdrammatizzare, nel 1968 Bonvi crea Cattivik, brutto mostriciattolo che cerca di essere cattivo a tutti i costi, ma si rivela solo uno stupido sfortunato.
  • Grottesco è lAlan Ford di Max Bunker (Luciano Secchi), sgangherato agente segreto del 1969.
  • Sempre nel 1969 Giovan Battista Carpi crea insieme a Guido Martina il famoso Paperinik, il diabolico vendicatore.

Anche le protagoniste femminili diventano più forti e spregiudicate:
Satanik, la rossa del diavolo, ideata nel 1964 da Magnus e Bunker È una donna fredda e crudele che utilizza la magia nera per portare a termine i suoi piani perversi. Grazie e un filtro magico riesce a ringiovanire e attirare i suoi amanti.
La nuova cultura che sta per affermarsi si rispecchia anche nelle vicende della bella fotografa milaneseValentina, creata da Guido Crepax e uscita nel 1965 su “Linus”. Non c’è sadismo in lei, ma disinvoltura, mancanza di pudore, il protagonismo in una vita reale.
Nel 1966 si ha la nascita del fumetto erotico popolare italiano con l’Isabella de Frissac di Giorgio Cavedon e Sandro Angiolini. Detta la “duchessa dei diavoli”, la protagonista vive nella Francia settecentesca di Luigi XIII, e si presenta con un atteggiamento maschile, aggressivo, spudorato e provocatore.
Tra le altre principali pubblicazioni dell’epoca ritroviamo:
Nel 1961 Guido Nolitta (Sergio Bonelli) inventa il western Zagor, difensore della giustizia e della pace tra bianchi e indiani.
Nel 1965 esce Girighiz di Enzo Lunari, ambientato nella preistoria. È la prima striscia umoristica e satirica di produzione itali
ana.
La serie Storia del West di Gino D’Antonio comincia a uscire nel 1967 e si configura come prima rappresentazione veritiera e attenta alla realtà storico-geografica del continente americano.
Nel 1967 Franco Bonvicini, in arte Bonvi, crea Sturmtruppen.
Valentina Melaverde di Grazia Nidasio appare nel 1968 e racconta le storielle di una normale famiglia borghese in cui la protagonista affronta i piccoli problemi dell’adolescenza.
Anni Settanta: la contestazione

Sono gli anni della contestazione. Il fumetto, per il buon riscontro con il pubblico giovanile, la velocità di rappresentazione, e l’immediatezza, diviene medium dell’opposizione dei movimenti antagonisti e scena di una satira di costume e di politica molto aggressiva, metaforico, e talvolta irreale. Linus diverrà il centro di produzione di questo tipo di comic.
Anche dal punto di vista narrativo avviene un rinnovamento dovuto al rifiuto dell’avventura classica di stampo anglosassone, considerata troppo filoamericana, a favore della più nobile “letteratura grafica”.
Sergio Toppi, proveniente da una decennale esperienza nel Corriere dei Piccoli, è da considerarsi un innovatore in questo senso. Nel 1974 esordisce sul Messaggero dei Ragazzi mostrando caratteristiche nell’uso forte del nero e rompendo i tradizionali schemi delle vignette, con temi di grande impatto emotivo.Tra le sue creazioni, la collana Un uomo un’avventura e la serie Il collezionista.
Molto importane sarà il contributo dei fumettisti sudamericani e soprattutto argentini, tra cui Alberto Salinas e Arturo Del Castillo.