Acu, Altroconsumo, Codici e La Casa del Consumatore sostengono che i prezzi dei servizi di ricarica di emergenza sono ingiustificati. Il 50% del credito erogato non solo può essere considerato usura ma viola il decreto anti-costo ricarica.

I servizi di ricarica di emergenza di Vodafone e TIM hanno costi a dir poco esagerati: rispettivamente 4,5 euro e 3 euro. Dovrebbero soccorrere gli utenti privi di credito (funziona tutto con una chiamata a uno specifico numero, NdR.) ma alla fine sembrano più che altro approfittare delle loro tasche.

Lo sostengono le associazioni dei consumatori Acu, Altroconsumo, Codici e La Casa del Consumatore, che per affrontare la questione hanno deciso di intervenire con una diffida. Sarebbe bene che gli operatori italiani sospendessero questa attività "lesiva degli interessi degli utenti", stando a quanto riporta il comunicato ufficiale congiunto.
"Le associazioni di consumatori contestano l'applicazione dell'addebito, su un servizio a richiesta dell'utente, pari al 50% del credito erogato, dunque illegittimo sia perché in violazione della soglia dei tassi che possono essere applicati secondo la legge 108/96, oltre la quale scatta il reato di usura, sia infrangendo il decreto 40/2007 che eliminava i costi di ricarica nella telefonia mobile", continua il documento.
In base al Codice del Consumo viene richiesto a TIM e Vodafone di rimborsare "le somme addebitate nel tempo con SOS ricarica".
tom's